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Autore: Bluemoon97    21/08/2014    8 recensioni
Draco si accorse che vicino ai suoi piedi, un uomo era rivolto verso terra, con il viso nascosto contro il freddo e sudicio asfalto. Costui aveva i capelli insanguinati e i vestiti sporchi di fuliggine e sporcizia. Solo dando un'occhiata migliore, Draco capì che era vestito da Auror.
Spalancò gli occhi e con la punta della propria scarpa spostò il corpo inerme, quasi disgustato. Lo girò e alla fine si piegò su quell'uomo. Un senso di terrore lo assalì e con la mano spostò le ciocche ribelli dalla fronte di quel, ormai evidente, ragazzo. A quel punto dovette lottare contro se stesso per non cacciare un urlo quando scoprì una cicatrice a forma di saetta sulla fronte del ragazzo svenuto: era Harry Potter!
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                                               Capitolo 2

 

 

 

Era successo tutto in pochissime ore e quasi Draco non voleva crederci. Non voleva credere che già fosse a Roma. Non voleva credere che fosse in un hotel a tre stelle. Non voleva credere che la stanza che avesse prenotato quell'idiota del suo migliore amico fosse piccola, insignificante, polverosa, sporca e puzzolente, ma soprattutto matrimoniale. Il solo pensiero di dividere il letto con Harry gli face desiderare di avere Blaise a portata di mano solo per strangolarlo a morte.

“Come si è permesso di farmi una cosa del genere?! Stupido!!  Vuole rendermi  la vita un inferno anche lui, adesso?! Migliore amico un corno. Anzi, ex migliore amico. Dopo questa non ne voglio più sentire parlare di Zabini. E’ deciso.”

Già vedeva Blaise a ridersela per bene.  Draco aveva già chiuso un occhio per i nomi strambi dei documenti, ma quello era troppo. Superava la linea di sopportazione Malfoy.

Draco, appena arrivato a Roma, si era levato la giacca del completo quasi disperato. Aveva arrotolato le maniche della camicia e l'aveva aperta leggermente sul davanti.  Sentiva il sudore addosso che rendeva la sua pelle appiccicosa e avrebbe tanto desiderato darsi una  rinfrescata. Per non parlare della puzza..

“Che schifo. Come mi sono ridotto…”

Harry invece sembrava essere a proprio agio, come se non sentisse né caldo e né stanchezza.  E Draco lo odiava.

 

-Tom, posso andare al bagno?

 

Draco sentì una vena della fronte pulsargli forte, come se volesse scoppiare da un momento all'altro.

Ecco cosa non andava.

Tom. Perché proprio Tom?! Che razza di nome era Tom Felton?! Da proletario. Da poveraccio! Blaise l'avrebbe sentito, appena sarebbe ritornato a Londra. Eccome se l'avrebbe sentito.

Le urla di Draco Malfoy si sarebbero sentite per tutta Londra.

Nei documenti Harry risultava un certo"Daniel Radcliffe". Nome che lui aveva gradito tantissimo e in effetti Daniel era meglio di Tom.

“Perché il nome di Potter è migliore del mio?!”

Aveva aggiunto questo alla lista del "Perché odio Harry Potter".

Come se non bastasse, il moro, per ogni cavolo di azione chiedeva il permesso: "Posso mangiare?” 

“Posso andare in bagno?”

“Posso dormire?”

“Posso sedermi?"

Francamente Draco si chiedeva perché ancora il ragazzo non avesse usato la domanda "Posso respirare?!"

Cosa cavolo era?! Un elfo domestico che eseguiva gli ordini!? A suo parere il ragazzo si era completamente rimbecillito. Più di quanto non lo fosse già.

-Sì, Daniel, puoi andare in bagno. Tutte-le-volte-che-vuoi-, Draco scandì le parole, per farsi capire bene stavolta.

-Grazie!-, Harry gli fece un sorriso raggiante.

“Da voltastomaco.”

-P-r-e-g-o-, la voce di Draco era risultata molto fredda e scocciata, ma Harry sembrò non averci badato, perché continuava a sorridergli.

"Che cazzo sorridi?!" Avrebbe voluto sbraitargli, l’ex Mangiamorte.

 

Dopo che Harry entrò in bagno, Draco si lasciò sfuggire un sospiro di puro sollievo. Gli girava tremendamente la testa se ripensava a tutto quello che era successo in così poco tempo. Sembrava un grande incubo, eppure era la dura realtà.

In quel bagno c'era Harry Potter. Il suo nemico degli anni di scuola. Il suo rivale.

Erano a Roma. In una calda e afosa città dell'Italia. Piena di distruzioni e di superstiti. Pieno di pietre e massi e cose inutili a suo parere. Davvero la gente impazziva per quei luoghi? Sciocchi.

Dopo essersi fatto una doccia e cambiato, Harry gli aveva chiesto se potevano andare a visitare la città e così era stato fatto.

Non che Draco ne fosse entusiasta, ma doveva fare la parte del bravo ragazzo pieno di premure.

Avevano visto moltissime fontane, moltissimi monumenti e aveva scoperto che Harry andava matto per il Colosseo. Erano perfino andati a prendere un gelato e per cena avevano mangiato in un Fast food orribile noto come McDonald's. Harry, naturalmente, aveva mangiato il tutto con entusiasmo, mentre Draco non aveva toccato cibo. Gli sembrava cibo per cani quello e continuava a picchiettare con la cannuccia quello che doveva essere stato un hamburger di manzo. Morto in chissà quale circostanze e chissà da quanto tempo.

A fine serata avevano continuato a passeggiare un pochino per smaltire tutto quello che avevano mangiato e in effetti, dopo un intera giornata, Draco constatò che c'era qualcosa di magico in quella città, soprattutto di notte.  Quando la città era illuminata dalle luci, che la rendevano quasi eterea e spettacolare. Ma tornato all'albergo era talmente stanco, da non riuscire a muovere  neanche un muscolo per andare a farsi una doccia. Harry invece sembrava aver fatto una passeggiata distensiva.

Draco si gettò sul letto sfinito, con ancora tutti i vestiti addosso. La testa che gli faceva male più di prima e la voglia di sprofondare in un sonno profondo. Finché non sentì una carezza sulla fronte, che gli scostava i capelli sudati e nel torpore sentì anche un leggero bacio sulla guancia. Poi il buio totale.

°°°

C'era un caldo infernale e il fuoco divampava imperioso da tutte le parti. Draco cercava di arrampicarsi, ma si sentiva tremendamente pesante. Così pesante, da sentirsi spinto verso il basso, verso le fiamme che non smettevano di crescere. I suoi arti non rispondevano ai suoi comandi, ma, lì in mezzo a quelle fiamme, una mano cercava di afferrarlo. Quella mano che lo trascinò lontano dal pericolo. Quella mano che l'aveva salvato. Quella mano che rivide a terra, morta e il signore oscuro che rideva  come un folle. E così alla fine era riuscito a farsi ammazzare. Ora Draco non sentiva più niente... Il niente totale.

Una voce lo chiamava e mentre si svegliava la sentiva sempre più vicina.

Draco spalancò gli occhi e afferrò con la mano il braccio che lo stava scuotendo.

-Tom! Tom! Apri gli occhi! Tom! Finalmente!

Draco aveva il viso rigato dalle lacrime, il corpo ridotto in singhiozzi che lo scuotevano tutto e le sue mani attaccate alla maglietta di Harry.

L'aveva rifatto. Faceva lo stesso incubo da due anni ormai. Le mani di Harry ora erano sul suo viso e Draco sentiva il suo respiro veloce: era spaventato anche lui.

-Non preoccuparti...è solo un incubo. E' tutto a posto. Ci sono io con te.-, Harry adesso gli sorrideva teneramente.

 

Dopo chissà quanto, Draco riuscì a calmarsi, tra le braccia confortanti di Harry e sii sentì quasi patetico e con vergogna si ritrasse in fretta e si asciugò gli occhi dalle lacrime.

-Sto...bene. Sto bene!-, si lo scansò di dosso il ragazzo e andò svelto in bagno a farsi una doccia fredda. Cercando di non pensare all'incubo che aveva fatto.

 

Al suo ritorno, Harry era ancora seduto allo stesso modo in cui l'aveva lasciato e sembrava parecchio triste. Draco sospirò forte e gli si sedette vicino, cercando di essere più dolce possibile.

-Non devi preoccuparti. E' tutto ok-, ma Harry si girò dall'altra parte e adesso non lo degnava nemmeno di uno sguardo.

A quel comportamento, Draco si  sentì leggermente irritato.

“Io sto male e lui fa l’offeso? Davvero buona la testa di quell’idiota! Chissà cosa gli sta frugando in mente…”

Si alzò e prese a passeggiare, nervosamente, per la stanza. Harry continuava a non guardarlo e Draco si sentì ancora più nervoso di prima. Odiava essere ignorato. Non lo sopportava proprio. A scuola voleva avere tutte le attenzioni su di se e ci riusciva anche.

Alla fine, Draco si parò davanti ad Harry e lo fece girare verso di se, tirandolo per un braccio.

-Si può sapere che ti prende?! Cos'hai adesso?!

Harry lo guardava con impertinenza e sembrava molto irritato. - Chi è Potter?

 

A quelle parole Draco spalancò gli occhi e lasciò andare la presa dal braccio di Harry, inghiottendo varie volte. -Nessuno.-, rispose semplicemente.

 

-Non mentirmi! Piangevi per nessuno, allora?! Ti ho sentito! Urlavi il suo nome… -, Harry aveva gli occhi lucidi, che si asciugò con il dorso della mano.

-E' il tuo ragazzo, vero?-, continuò imperterrito.

 

"Che cosa?!Come?! Quando? Perché?!"

 

-Che schifo! No! Cioè....No! Non farti venire in testa più certe cose raccapriccianti!-, Draco aveva la pelle d'oca solo a pensarci.

-Allora chi è? Ti ho sentito. Eri molto chiaro. Gridavi che non doveva lasciarti solo. Che non doveva mollare la tua mano. Che non doveva morire.

-Senti… Non mi va di parlarne. Ho fame e voglio andare subito a mangiare! Se vuoi venire sbrigati o ti lascio qua.

Harry non disse più niente e lo precedette fuori dalla stanza in silenzio. Alla fine erano scesi a fare colazione e Draco sperava che quella discussione ormai fosse finita, ma il ragazzo accanto a se non smetteva di sospirare. Aveva pure una faccia irritata e scontrosa. Ma Draco finta di non farci caso e continuò a mangiare.

Passarono quasi tutta la giornata così: a non parlare e ad ignorarsi. Almeno era quello che faceva Harry. Quasi nemmeno si guardavano e Draco ne aveva le palle piene di quella situazione di merda.

Erano andati persino in parecchie bancarelle dove vedevano souvenir di Roma ed Harry continuava a dire a voce alta che erano orribili, facendo fare una brutta figuraccia a Draco, davanti ai venditori e ai creatori di quei souvenir, che li avevano anche cacciati via da li.

Quando, nel pomeriggio, ritornarono in albero, Draco aveva la dannata voglia di picchiarlo e di litigare con lui come nei tempi di scuola. La dannata voglia di rompergli i denti era tanta. Ma prima che potesse anche solo spiccicare una parola, Harry lo precedette con un'altra dannatissima domanda.

-Perché mi hai salvato? …Perché stai facendo tutto questo per me? Per me che sono...una persona spregevole...-, Tutta la tensione e il nervosismo che Draco aveva prima scemarono a quelle domande inaspettate.

 

-Perché....-, Draco fece per rifletterci un po'. -Perché credo che tutti abbiano diritto di avere una seconda possibilità... Di provare che, anche se hanno fatto scelte sbagliate, possono rimediare.

 Harry sembrava incerto e sorpreso a quelle parole che, sicuramente, non si aspettava. Draco lo vide abbassare il viso e torturarsi le mani.

-E...tu...hai mai fatto scelte sbagliate?-, gli chiese.

 

-Continuamente...-, rispose Draco. -Ho passato quasi tutta la mia infanzia pensando di essere superiore a determinate persone. Che queste  non avessero quasi nemmeno il diritto di vivere. Ho assecondato quello che i miei genitori mi avevano insegnato, senza seguire il mio istinto che mi diceva invece di voler essere proprio come quelle persone che disprezzavo. Ho visto cose che i miei occhi non avrebbero mai voluto vedere, anche perché non ho fatto niente per evitarle. Forse tu pensi che io sia una buona persona, ma la verità è che nessuno è come sembra. Tanto meno io.

-Hai...ucciso...qualcuno?-, Harry adesso sembrava quasi terrorizzato e guardava l’altro ragazzo negli occhi.

-No, ma… ho permesso che altri lo facessero al posto mio e non ho fatto niente per impedirlo.

-Avevi solo paura! E' normale...

-Perché mi giustifichi? Ero solo un vigliacco! Ho permesso che altri combattessero contro il male senza alzare un dito! Le persone che disprezzavo mi hanno salvato più di una volta! Devo la vita a una persona che insultavo continuamente! Che speravo morisse! Ho assecondato un pazzo e le sue idee! Anche quando ero consapevole che fossero sbagliate!  Persi ancora che io sia buono, adesso?! Meritavo di essere salvato?! La risposta è no, ma sono stato perdonato lo stesso…

Harry stava piangendo. Riusciva a capire come si sentisse quel ragazzo davanti a se. Non sapeva come, visto che non ricordava niente, ma lo sentiva dentro. Sentiva che lui e “Tom” non erano poi così diversi...

Draco non riuscì a non farsi sfuggire un sospiro sconsolato. Non voleva gridargli tutte quelle cose, ma per un attimo aveva dimenticato che quello chi aveva davanti fosse Harry Potter, con problemi di memoria. Per un attimo aveva pensato solo a sfogarsi per se stesso.

-P-Penso...che come hai detto, tutti abbiamo bisogno di una seconda possibilità....-, la voce di Harry risultò bassa, come se avesse timore a parlare.

-Tu sei buono...almeno con me. Non riesco nemmeno a pensare che tu possa fare del male a qualcuno...-, continuò e poco dopo  Draco si sentì asciugare il viso.

Aveva pianto di nuovo. Quel sogno l'aveva scombussolato parecchio ed Harry con quelle parole l'aveva fatto sentire più umano di quanto potesse essere.

-E' lui, vero? E' stato Potter ad averti salvato...è così?- Continuò Harry, asciugando le lacrime di Draco, con dolcezza.

-S-Sì.

-E lui ora dov'è? E' morto?

-No, ma...tenta ogni giorno di esserlo. E'....un poliziotto...ehm...e rischia la vita ogni singolo giorno per gli altri. Sempre per gli altri. E questo non riesco proprio a sopportarlo...-, Ecco. L'aveva detto.

-Lo...ami, vero?

-No, non lo sopporto proprio. Non ne parliamo più, okay?-, Se prima Draco piangeva, ora era di nuovo irritato oltre che scioccato da se stesso.

Aveva detto parole che lui non riusciva a spiegarsi da anni e si domandò se era veramente per se stesso che aveva portato Harry a Roma, lontano dal mondo magico, o era perché quando l'aveva visto a terra, che sembrava morto, aveva ripensato a come si era sentito quando credeva che il signore oscuro lo avesse ucciso. Ed aveva sentito di nuovo quel vuoto che non l'aveva fatto respirare… Come se avesse ricevuto il bacio del Dissennatore. Come se ormai ogni speranza fosse morta con lui. La verità è che voleva sapere Harry al sicuro. Voleva che cominciasse a vivere una vita vera, senza che nessuno tentasse di ucciderlo e senza che lui provasse a salvare vite che non fosse la sua. Che fosse...geloso? Questo ancora non riusciva a comprenderlo e nemmeno voleva. Non voleva capire nulla di quella situazione. Non voleva sapere nulla di Harry Potter.

Successivamente a quelle parole la serata proseguì tranquilla. Per cena mangiarono in hoter e a Draco non dispiacque la cucina italiana. Era ottima, anche se era cucinata in un hotel di bassa categoria.

Ma la notte ritornò e con essa i suoi incubi...

°°°

 

"Potter. Potter. Potter. Potter. Potter!"

 

-Tom! Tom! Svegliati! Tom!

 

Draco sentì di nuovo quel richiamo e questa volta si svegliò direttamente tra le braccia di Harry, che lo cullava e che lo accarezzava dolcemente sul viso.

-E' tutto a posto... E' tutto passato...

Ma Draco non aveva sentito niente delle parole che Harry gli aveva detto e continuò a bisbigliare parole sconnesse.

-Sei vivo... Sei vivo... Sei qui, con me. Non mi lasciare solo. Non mi lasciare...

Harry si  sentì confuso. Non capiva se parlava di lui o di quel Potter. Sapeva solamente che il cuore gli batteva forte come non gli era mai successo prima. Almeno, per quello che riuscisse a ricordare.

 

-Io... per caso te lo ricordo?

 Draco a quelle parole lo guardò attentamente e finalmente ritornò al presente. Si scrollò di dosso Harry e gli si allontanò a distanza di sicurezza.

-Chi?! Che cosa?! No...io...

-Potter! Ti ricordo Potter?!

“Sono fottuto. Ma non era lui quello tonto che non capiva un cavolo?”

 A Draco sudavano le mani dall'ansia. Cosa avrebbe inventato sta volta? Si guardava intorno, come per cercare un appiglio per liberarsi da quell’assurdo problema.

-Ehm... Avete gli stessi occhi. Uguali. Identici.

 Harry non sembrava per niente soddisfatto e continuò imperterrito. -E poi?

-Ehm... Non... Forse gli stessi capelli. Chi se lo ricorda! Smettila di borbottare e vai a dormire!

 Ma Harry continuava a non essere convinto.  -E tu cosa hai fatto per ringraziarlo dal fatto che ti avesse salvato?

-Niente, ma...non sono affari che ti riguardano! Senti… Basta!-, Draco sentiva le forze mancargli. Era in trappola.

-Io invece lo so come ti vorrei ringraziare...

-C-come? …che cosa hai intenzione di fare? … Non. Avvicinarti.

Harry invece si avvicinò, gattonando fino a Draco, che nel frattempo stava indietreggiando, in vano, contro la testiera, quasi a voler scomparire. Il suo corpo tremava leggermente e le mani erano strette a pugno sul cuscino. Solo il fiato corto e il respiro di Harry, che gli solleticava il viso.  

-Non… Non…

Fu solo uno sfiorarsi di labbra, ma ebbe un effetto catastrofico. Draco, infine, afferrò Harry per le spalle e premette con più forta le labbra contro le sue. Harry, sorpreso da quel cambiamento, si lasciò sfuggire un piccolo ansimo e Draco non ci capì più niente. Con euforia spinse il corpo simile al suo a sdraiarsi sul materasso. La sua bocca famelica divorò le labbra di Harry e le sue mani andarono ai fianchi scoperti e soffici, del ragazzo sotto di se. Non riusciva quasi nemmeno a respirare. Il sapore dolce di Harry l’aveva reso completamente idiota, mentre il ragazzo sotto di se spingeva i fianchi in modo osceno. Le mani arpionate alle spalle di Draco e le gambe allacciate ai suoi fianchi. Ma era troppo bello perché durasse… Non passò molto fino a quando si sentì uno squillo dall'altra parte della stanza. Draco si bloccò di colpo, come se avesse ricevuto una secchiata d'acqua fredda, che l'aveva risvegliato da quello che stava facendo.

“Merlino Santo... “

Inghiottì a vuoto e svelto andò a prendere il telefono che ancora squillava incessantemente.

-P-Pronto...?

-Hey, amico!

-Blaise?-, Draco gli era grato. Allora era vero che gli amici servissero a qualcosa! Gli veniva quasi da piangere, ma pensò che per quel giorno aveva già dato.

-Amico, scusa se ti ho disturbato, ma è venuto tuo padre a cercarti. Voleva sapere con chi eri partito.

-E tu che gli hai detto?...

-Tranquillo! Ho detto che eri con Pansy a Roma...

-Che cosa?! Porco Godric, Blaise!! E se mio padre vedesse Pansy in giro?! Cosa le direbbe?!-, Draco si ricordò solo allora che in stanza non era solo e abbassò la voce. -Peggio ancora se venisse qui! Capirà che l'abbiamo preso in giro! Ci ucciderà entrambi! E quando poi vedrà con chi sono...-, lasciò la frase in sospeso.

-Non preoccuparti, Draco! Ho pensato a tutto! Ho prenotato un aereo sia per te e Potter che per me e Pansy. Tra tre ore voi partirete per Venezia!-, Blaise dall'altra parte della cornetta rideva.

-Hai prenotato un…viaggio con Pansy? Venite a Venezia anche voi?-, adesso Draco si sentì più rassicurato. Sapeva che il proprio amico non era poi un idiota.

-Sì, ma non andiamo a Venezia. Non ci sembra giusto disturbarvi-, Blaise ridacchiava e si sentì anche la voce di Pansy che se la rideva.

-Vaffanculo, Blaise. Tra tre ore hai detto? Okay, ci converrà sbrigarci…-, mentre dava un occhiata a Harry, per vedere se fosse ancora li.

-Saluta la tua fidanzatina da parte mia!-, Squittì Pansy dall'altro lato della cornetta.

-Fottiti, Pansy!-, ruggì.

Gli amici se la ridevano di gusto e Draco aveva la voglia di riattaccare subito il telefono, ma poi ripensò ciò che gli amici stavano facendo per lui.

-Pensi che mio padre non mi cercherà a Venezia? E se chiedesse a te?

-Ma io non lo so dove state andando, giusto? Mica posso sapere sempre tutto io!-, Draco ridacchiò alle parole dell'amico.

 

-Ovvio. Grazie, Blaise e sta attento a quella testa persa di Pansy-, Pansy sbraitava contro Draco dall'altra parte della cornetta e lui se la rideva di gusto.

-Prego amico! Pansy!! Ti stai ferma?! Mi fai male!-, Blaise riattaccò la chiamata e Draco chiuse il telefono con un sorrisino.

Harry, invece, lo guardava con un sopracciglio alzato.- Sarei la tua ragazza, adesso?

Draco alzò gli occhi al cielo e sbuffò. -Poi ne parliamo. Dobbiamo partire subito. Ci hanno trovato.

Harry adesso aveva cacciato via il suo sorriso per un’espressione leggermente spaventata.

-Come?! Ma è stato tuo padre a trovarci! Ho sentito! Non capisco!

 

-Dobbiamo andare! Svelto! Scendi da quel letto e sistemati!-, Draco ignorò le parole del ragazzo e andò svelto a sistemare le sue cose in valigia.

-Ma...noi...

-Subito, Po-...Daniel!-, sbraitò contro di lui e chiuse la valigia, uscendo dalla stanza.

Harry in silenzio si alzò dal letto e cominciò subito a sistemarsi.




  
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