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Autore: hinata 92    22/08/2014    5 recensioni
Kaito Kuroba, alias Kaito Kid, è un abile prestigiatore, si sa... ma se fosse anche qualcosa di più?
Cinque anni di inspiegabile ritardo per una lettera che gli cambierà la vita, consegnatagli di persona da un misterioso Silente legato da un Voto Infrangibile di tanti anni prima... quale segreto nasconde il preside, che vuole a tutti i costi nascondere ai mangiamorte ancora in circolazione l'esistenza di Kaito?
Quale sarà il destino di Kaito, passato suo malgrado dai trucchi di prestigio alla magia vera? Riuscirà a vendicare suo padre distruggendo Pandora, la pietra della vita eterna, che nel mondo magico è chiamata più semplicemente... Pietra filosofale?
E se fosse arrivato troppo tardi?
Ripercorriamo insieme i libri del più famoso mago di Hogwarts da un punto di vista completamente nuovo!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Una notte di paura e di stranezze

 

 

 

Il bambino è felice. Sa che nulla potrà toccarlo, lì, fra le braccia del padre.

Allunga le mani verso il cielo, un cielo ricoperto di stelle, così vicine che sembra quasi di poterle toccare, e di candele sospese a mezz’aria.

Il bambino ride e sposta lo sguardo verso il padre, aspettandosi di vederlo sorridere.

Ma il volto dell’uomo è fin troppo serio.

«Papà?»

Improvvisamente il corpo del padre sembra farsi trasparente, la stretta sul bambino diminuisce sempre più, fino a sparire.

«Papà!»

Le braccia intangibili non sono più in grado di sostenere il peso del bambino, che inizia a cadere.

Anzi, a precipitare.

«PAPÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀ!!!»

E cade, cade, sempre più giù, mentre quel volto triste continua a guardarlo dal bordo del baratro dentro cui sta precipitando.

E cade, cade, sempre più giù, mentre si rende conto che il suo corpo non è più quello di un bambino, ma quello di un ragazzo.

E cade, cade, sempre più giù, mentre viene circondato da striscioni in fiamme, da carte, foulard e colombe, tutto ricoperto e consumato inesorabilmente dal fuoco.

E cade, cade, sempre più giù, mentre quelle stelle che prima ammirava lo osservano dall’alto, indifferenti, e le fiamme delle candele si spengono in un soffio.

E cade, cade, sempre più giù, mentre si rende conto che sotto di lui lo aspetta un inferno di fiamme, pronto ad arderlo fino alle ossa, fino a consumarne persino il ricordo.

E cade, cade, sempre più giù, mentre, disperato, non può fare altro che gridare ciò che grida da sempre...

 

 

 

Kaito si svegliò urlando. Impiegò qualche secondo a rendersi conto di essere sveglio e seduto sul suo letto. Si spostò i capelli madidi di sudore dalla fronte. Solo a quel punto si rese conto di essere osservato.

«Ops...»

 

Sheridan osservò i suoi compagni di classe scendere dalla scala del dormitorio con delle facce sconvolte e delle occhiaie profonde.

«Non ditemelo, l’ha fatto di nuovo.»

Thomas, Stephen e Colin si limitarono a commentare a una sola voce: «Già...»

Dietro di loro, Kaito era imbarazzatissimo: «Scusate ancora... non lo faccio apposta...»

Thomas lo guardò di storto: «Hai provato a mangiare leggero prima di andare a dormire?»

Kaito sospirò: «Ho provato anche a saltarla, la cena, ma niente, continuo a fare questi incubi...»

Stephen scese le scale verso la Sala Grande quasi in trance: «Incubi che non solo non fanno dormire te, ma neanche noi, visto che urli come un disperato ogni volta... e urli in giapponese, per di più!»

«Davvero? E cosa dico?»

Colin sospirò: «E che ne so, mica lo sappiamo noi il giapponese! È un qualcosa come “Tasukure, ivaor moetiru...»

Kaito l’adattò sovrappensiero: «Tasukete, hi wa ore wo moete iru»

«Esatto, era così! Che significa?»

«Più o meno: ”Aiuto, al fuoco, sto bruciando”.»

I compagni rimasero interdetti a quella risposta così cruda. Kaito sorrise tristemente: «Che è più o meno quello che sogno sempre da due mesi a questa parte...»

Stephen entrò nella Sala Grande sconvolto: «E ci credo che urli come un disperato ogni volta...»

Thomas s’intromise: «Hai studiato troppo Storia della Magia? Magari, con Guendalina la Guercia...»

Kaito alzò le spalle: «Non credo di essere un tipo così impressionabile, ma con tutti questi Dissennatori intorno, chi può dirlo?»

Al tavolo dei Grifondoro erano già sedute Nicole e Ginny, che sventolava una lettera: «Kaito, sei in ritardo, è già passata Aoko!»

Il prestigiatore rispose distrattamente: «Ah, sì? Grazie...»

Nicole diede una gomitata a Sheridan: «Ma che hanno tutti, stamattina?»

Kaito aprì la lettera della madre, mentre metteva in bocca una fetta biscottata.

 

Caro Kaito,

spero che vada tutto bene. Qui sembra tutto normale, a parte che non troverai in allegato come al solito la lettera di Aoko.

Non so perché, ma quando le ho parlato di te, mi ha guardato in modo strano... avete forse litigato?

 

Kaito sembrò risvegliarsi per un attimo dai suoi pensieri. Litigato con Aoko? No, non che gli risultasse... poteva averle scritto qualcosa di sbagliato? Fece una smorfia. Aoko non era certo il tipo da mandare a dire le cose, se si fosse offesa glielo avrebbe detto in faccia. E allora cosa...

«Buongiorno, Kaito!»

Il ragazzo trasalì sulla panca: «Fred! George! Mi avete fatto prendere un colpo!»

«Da quando sei così impressionabile?»

Colin rispose per lui: «Da quando non dorme la notte.»

I gemelli si guardarono un po’ preoccupati: «Ah...»

Kaito se ne accorse: «Tranquilli, sto bene. Mi cercavate?»

Fred gli sussurrò all’orecchio: «Ti va di preparare qualcosa per stasera?»

«Stasera?»

George si avvicinò all’altro orecchio: «Sveglia! Oggi è il trentuno di ottobre!»

Kaito esclamò: «Ah, Ha...»

Il suo sguardo si soffermò per un attimo su Sheridan, che guardava irritata dei compagni di Grifondoro scambiarsi bigliettini a forma di zucca: «...lloween...»

Fred annuì: «Appunto. Dobbiamo pensare a qualcosa per tenerla buona.»

Kaito sospirò: «Ci penserò. E la terrò d’occhio, oggi.»

«Bravo!»

Il prestigiatore mise in tasca la lettera della madre. Ci avrebbe pensato sicuramente, ma ora era più urgente Sheridan.

 

Lupin chiuse il libro: «E per oggi è tutto, ragazzi. Ci vediamo la prossima settimana!»

I ragazzi uscirono di corsa dall’aula per godersi il pomeriggio libero. Fred e George, prima di andare ad Hosmegade, riuscirono ad avvicinare Kaito.

«Allora, come va?»

Il prestigiatore sospirò: «Come sempre. Fa finta di nulla, ma l’argomento le rode ancora. Non so come abbia fatto a resistere alla tentazione di maledire un Serpeverde che a Erbologia le ha fatto crescere una zucca vicino alla mandragola...»

George osservò da lontano Sheridan parlare con Ginny: «Per andar bene bisognerebbe che le zucche non esistessero...»

Kaito s’illuminò: «Giusto!»

I gemelli lo guardarono perplesso: «Giusto cosa?»

«Forse ho l’idea che potrebbe risolvere la situazione, fornendo a Sheridan la sua piccola vendetta e senza essere troppo esagerata. Ma avrò bisogno di aiuto.»

Fred e George si guardarono complici: «Dicci tutto, che se serve materiale ce lo procuriamo in quattro e quattr’otto da Zonko...»

 

«Sei sicuro di quel che dici?»

Kaito rise: «Insomma, Malandrina! Non vorrai mica farmi credere che hai paura?»

Sheridan lo fulminò con lo sguardo: «Ti pare?»

«E non verrai a dirmi che l’idea non ti piace...»

«Certo che no! Ma... è possibile?»

Kaito le fece l’occhiolino mentre entravano nella Sala Grande: «Tutto è possibile con un pizzico di magia e di prestidigitazione!»

Era stata decorata con centinaia e centinaia di zucche piene di candele accese, un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d'acqua.

«Abbiamo poco tempo, dovremo essere veloci e precisi.»

Sheridan annuì: «Sei sicuro dell’incantesimo?»

«L’ho chiesto a Hermione con la scusa di evitare di svegliare tutti quando urlo per gli incubi. Il che non è nemmeno del tutto una bugia.»

La ragazza sorrise: «Mi spiace solo un po’ per Hagrid...»

«Dolcetto o scherzetto, no?»

George entrò nella Sala, armato di bacchetta: «Fred è di sotto che sta aggiustando la cena. Tutti pronti?»

Kaito annuì: «Ok, questo è il piano: io mi occupo dell’incantesimo “speciale” e di sistemare un paio di cosette in puro stile babbano, voi preoccupatevi di fare quelle Trasfigurazioni.»

Momoka e Soseiji partirono in missione. Oh sì, i Malandrini stavano per combinare un gran bello scherzetto di Halloween...

 

La McGranitt spalancò le porte della Sala Grande: «Oh, vedrà, professor Silente, quest’anno abbiamo un...»

La sorpresa la lasciò senza parole per qualche secondo: «Ma cosa...»

Il preside entrò e si guardò intorno, ridendo divertito: «Decorazioni originali senza dubbio, Minerva. Di chi è stata l’idea?»

La professoressa era esterrefatta: «Ma chi... chi ha osato sostituire le... ... ...»

Silente rise di nuovo: «Oh, chiunque sia stato ha fatto un lavoro di fino. A quanto pare ha impedito anche di pronunciare la parola.»

La McGranitt divenne rossa per un attimo: «Inizio ad avere un sospetto su chi possa essere stato... se ne trovo le prove...»

Il preside le mise una mano sulla spalla: «Su, su, è Halloween! E chiunque sia stato, bisogna dargli merito, ha fatto un gran bel lavoro. E ora sediamoci, io personalmente sto morendo di fame.»

La professoressa sospirò: «Lei è troppo buono...»

 

Kaito dovette esibire la sua faccia da poker per non ridere di fronte alla marea di studenti che entrarono in Sala Grande aspettandosi di trovare le solite, enormi zucche di Hagrid, e che invece si trovarono davanti... angurie, meloni, zucchine, melanzane... qualunque tipo di cucurbitacea tranne la tanto decantata zucca! E che non potevano neanche lamentarsene, perché all’interno della Sala era impossibile pronunciarne la parola.

Sheridan osservò un gruppo di Corvonero indicare incuriosito un cocomero decorato con il classico sorrisone intagliato e Kaito le sussurrò all’orecchio: «Soddisfatta?»

«Oh, non sai quanto!»

Molti presero la novità sul ridere, a parte un gruppo tradizionalista di Serpeverde e Hagrid, che aveva visto scomparire le sue zucche proprio poco prima della festa, ma per il resto fu come sempre una serata molto divertente. Anche senza la presenza della verdura proibita, il cibo era delizioso; anche chi era pieno da scoppiare di caramelle di Mielandia si servì una seconda porzione di tutto. Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di Hogwarts. Balzarono fuori dai muri e su dai tavoli per fare un numero di volo in formazione; Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, riscosse un grande successo reinterpretando la scena della propria maldestra decapitazione, con le ovazioni di tutto il tavolo della sua Casa.

Solo a fine serata, tutti belli satolli e con ancora il riso sulle labbra, i Grifondoro si decisero a seguire il consueto percorso fino alla torre, ma quando raggiunsero il ritratto della Signora Grassa lo trovarono lacerato, con tanta violenza che il pavimento era coperto di strisce di tela; grossi pezzi erano stati strappati via.

«Eh? Cos’è, un altro scherzo di Halloween?»

Fred e George alzarono le mani: «Noi non c’entriamo!»

Sheridan mandò un’occhiata a Kaito, che fece di no con la testa. I Malandrini non avrebbero mai fatto un danno così serio. Mentre si cercava ancora di capire se i graffi fossero veri o falsi, l’ennesima figura dai capelli rossi cercò di farsi largo nella calca con aria d'importanza: « Fatemi passare, per favore. Che cos'è questo ingorgo? Non è possibile che abbiate dimenticato la parola d'ordine tutti quanti... scusate, sono il Caposcuola...»

E poi il silenzio cadde sulla folla, a partire da chi era davanti, così che una corrente gelata parve dilagare per il corridoio. Percy disse, con voce improvvisamente aspra: «Qualcuno vada a chiamare il professor Silente. Subito».

E a quel punto fu subito chiaro che quello non era uno scherzo.

Poco dopo, ecco il professor Silente avanzare verso il ritratto. I Grifondoro si fecero da parte per lasciarlo passare. Il preside diede una rapida occhiata al quadro distrutto e si voltò, incupito, mentre i professori McGranitt, Lupin e Piton lo raggiungevano di corsa.

Silente disse: «Dobbiamo trovarla. Professoressa McGranitt, la prego di andare da Mastro Gazza e di dirgli di cercare la Signora Grassa in tutti i quadri del castello».

Una voce ghignante gli rispose: «Buona fortuna!»

Era Pix il Poltergeist, che fluttuava sopra la folla, soddisfattissimo, come sempre quando qualcosa non andava per il verso giusto.

Silente chiese con calma: «Che cosa vuoi dire, Pix?», e il ghigno di Pix si attenuò: non osava farsi beffe di Silente. Invece mise fuori una vocetta untuosa, non più gradevole della sua risatina beffarda.

Il Poltergeist disse allegramente: «Si vergogna, signor Capo, signore. Non vuole farsi vedere. È un vero disastro. L'ho vista correre dentro il paesaggio al quarto piano, signore, e nascondersi dietro gli alberi. Urlava qualcosa di terribile. Poverina...»

Silente, ignorando l’ultimo commento detto con tono per nulla convincente, continuò con la stessa calma: «Ha detto chi è stato?»

Pix rispose con l'aria di uno che culla una bomba: «Oh, sì, Capodirettore, signore. Sa, si è arrabbiato moltissimo quando lei non l'ha lasciato entrare.»

Pix fece una capriola e rivolse un ghigno a Silente di sotto in su, con la testa che spuntava tra le gambe: «Che caratteraccio, quel Sirius Black

 

Il professor Silente rispedì tutti i ragazzi del Grifondoro nella Sala Grande, dove dieci minuti più tardi li raggiunsero gli studenti di Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, tutti estremamente confusi.

Silente, mentre i professori McGranitt e Vitious chiudevano tutte le porte della sala, annunciò: «Io e gli insegnanti dobbiamo perquisire il castello. Temo che per la vostra sicurezza dovrete passare la notte qui. Voglio che i Prefetti facciano la guardia agli ingressi. Affido la responsabilità ai Capiscuola. Ogni anomalia deve essermi riferita immediatamente. Comunicate via fantasma.»

Il professor Silente tacque, fece per andarsene, poi disse: «Oh, sì, avrete bisogno di...»

Un cenno casuale della mano e i lunghi tavoli si addossarono alle pareti; un altro cenno, e il pavimento si coprì di centinaia di soffici sacchi a pelo violetti.

Il professor Silente fece un cenno con la testa chiudendosi la porta alle spalle: «Buonanotte.»

La Sala si riempì in un attimo di mormorii eccitati; i Grifondoro raccontarono l'accaduto al resto della scuola.

Percy esclamò: «Tutti nei sacchi a pelo! Forza, basta con le chiacchiere! Fra dieci minuti luci spente!»

Kaito afferrò uno dei sacchi a pelo e si unì ai suoi compagni. Avrebbe voluto scambiare ancora due chiacchiere con Fred e George, ma Percy era stato categorico: ognuno vicino a quelli del proprio anno. Nicole era terrorizzata dall’idea che nel castello potesse ancora aggirarsi Sirius Black, e Stephen l’abbracciava come poteva. Colin sembrava lamentarsi dell’aver perso l’occasione di fargli una foto, era convinto, non del tutto a torto, che gliel’avrebbero pagata a peso d’oro alla Gazzetta del Profeta se ci fosse riuscito, ma Ginny lo zittì quasi subito per non spaventare ancora di più la compagna.

Intanto Kaito ascoltava i chiacchiericci dei ragazzi del terzo anno.

Un Corvonero vicino a loro disse: «Forse è capace di Materializzarsi. Sa apparire dal nulla, insomma.»

Un Tassorosso del quinto anno s’intromise: «Probabilmente si è travestito.»

Dean Thomas azzardò: «Potrebbe essere entrato volando.»

Hermione si lamentò stizzita: «Ma insomma, io sono l'unica che si è presa la briga di leggere Storia di Hogwarts

Ron le rispose: «È probabile. Perché?»

«Perché il castello è protetto da qualcosa di più che dalle mura. Ci sono incantesimi di ogni sorta per impedire alla gente di entrare di soppiatto. Non ci si può Materializzare e basta, qui. Mi piacerebbe vedere il travestimento in grado di ingannare i Dissennatori. Sorvegliano ogni singolo ingresso. Se fosse venuto in volo, lo avrebbero visto. E Gazza conosce tutti i passaggi segreti, immagino che siano sorvegliati anche quelli...»

Fred tossì nervosamente, all’ultima frase, ma quasi nessuno lo notò, perché Percy iniziò a gridare: «Si spengono le luci! Tutti nei sacchi a pelo e silenzio assoluto!»

Le candele si spensero tutte in una volta. L'unica luce residua emanava dai fantasmi argentati che fluttuavano parlando in tono serio con i Prefetti, e dal soffitto incantato, che, come il cielo fuori dalle finestre, era trapunto di stelle.

Kaito era sovrappensiero. Come si poteva entrare a Hogwarts senza farsi scoprire? Un enigma degno del ladro gentiluomo, senza dubbio. Ma Sheridan lo distrasse sussurrandogli all’orecchio: «Cerca di non urlare, stanotte.»

«Farò del mio meglio. Non ci tengo a farmi prendere in giro dai Serpeverde per tutta la vita.»

Nonostante ad ogni ora un insegnante tornasse nella sala per controllare che tutto fosse a posto, Kaito si addormentò senza problemi.

 

 

 

Kaito si volta ancora una volta, improvvisamente sveglio, e nota che tutti stanno dormendo della grossa, nel silenzio più totale. Non c'è nessuno in giro, né fantasmi né professori, né Caposcuola. Nessuno.

Un'idea gli balena in mente: chissà se usando qualche passaggio segreto poteva uscire di lì e scoprire come poteva essere entrato quel...

«Che sonno, aye...»

«Uh? Sheridan? Sei sveglia?»

«Sheridan, aye? Chi sarebbe?»

«Eh? Ma tu...»

Il sacco a pelo si muove, ma non ne esce la compagna, come si sarebbe aspettato. Esce la testa di un gatto. Un gatto blu.

Kaito sobbalza: «La McGranitt di nuovo?»

Il gatto si guarda intorno: «Dove, aye?! Questa volta non ho fatto nulla!»

«Tu... non sei la McGranitt?»

«Che cosa?! Ma certo che no! Sono un ragazzo, aye

Kaito lo guarda perplesso: «... ok, dopotutto in effetti la prof aveva un'altra voce... e un altro colore...»

«... è davvero così strano avere i capelli blu?»

Quali capelli?, si chiese per un secondo Kaito. Poi decise di far cadere la discussione. Aveva l'impressione di stare addentrandosi in un vicolo cieco.

Kaito sorrise intenerito. Quel gatto sembrava essere convinto di essere uno studente, e il prestigiatore decise di stare al gioco: «Di che Casa sei? Non mi pare di averti mai visto...»

«Grifondoro, no? Sono assieme agli altri del secondo anno... Tu piuttosto, perché hai un mantello bianco? Hanno sbagliato incantesimo in lavanderia, aye

Kaito si guardò il pigiama spaventato. Non aveva messo il costume per errore, no? No, tutto a posto. Il gatto probabilmente, alla faccia del luogo comune, doveva avere seri problemi di vista.

«No... sarà il lenzuolo...»

«Ma se siamo nei sacchi a pelo, aye

«... comincio a pensare che il buio faccia brutti scherzi alla vista... a entrambi...»

« O quello, o la stanchezza... Anche perché non mi ricordo di te... aye...»

«Nemmeno io... e da quel che hai detto dovremmo essere nella stessa classe...»

Kaito allunga la mano: «Nel dubbio, rifacciamo le presentazioni! Kaito Kuroba, Grifondoro, secondo anno!»

Il gatto tirò fuori dal sacco a pelo una minuscola zampina: «Happy Dragonil, anch'io di Grifondoro del secondo anno! Studente straniero, aye...»

«Pure io. Giappone! E tu?»

«Eh... temo di non poter rispondere... è un segreto, aye... Erza e Harry mi farebbero male...»

«Harry?»

«Sì, Harry. Quando vuole sa far paura... aye...»

«... mi sa che parliamo di un Harry diverso. Non importa! Allora, che ne pensi di questa storia? La Signora Grassa scappata... Sirius Black...»

«Sirius Black? Ma non era stato uno studente?»

«Guarda, se è stato uno studente, è stato un dolcetto o scherzetto davvero pesante! Se lo becco...»

«Dovrai metterti in lista, aye. Harry e gli altri hanno già prenotato il suo pestaggio, aye! Gajil in primis…»

«Oh, ma io e altri tre... bricconcelli saremmo felici di unirci, nel caso!»

«Oh! Siete molto forti, aye? Quanti edifici avete distrutto?»

Kaito scuote la testa: «Temo di aver capito male, come al solito... devo decidermi a cercare in biblioteca qualche incantesimo di traduzione decente, ogni tanto capisco fischi per fiaschi... piuttosto... hai visto Sheridan?»

Happy inclina la testa di lato: «Sheridan? Di che anno è? Non mi pare di averla mai sentita nominare...»

«Sheridan Pumpkin... secondo anno, Grifondoro... pettinatura assurda e leggera irritabilità... impossibile non notarla, credimi!»

«Per irritabilità... beh, ho in mente Erza, e in parte ora anche Hermione... Però no, la pettinatura più strana che mi viene in mente è quella di mio... fratello, aye...»

Kaito è sempre più confuso: «Hermione l'ho vista irritabile solo sotto esami... comunque, veramente, ora vado a cercare il registro di classe, non possiamo continuare a perdere studenti per strada! Oppure è Allock che si sta vendicando per l'incantesimo di memoria dell'anno scorso...»

«Allock? Oh, sì, me lo ricordo... era davvero in uno stato pietoso, quando è uscito dalla Camera... fortuna che adesso c'è il professor Lupin, aye

«Già!»

Kaito si alza in piedi: «Non vedo Percy in giro... ti va di venire con me?»

Happy sguscia fuori dal sacco a pelo, a quattro zampe: «Uhm... beh, ormai non credo più di riuscire ad addormentarmi... e non vorrei mai che Crosta venga da me! Ho una paura matta dei topi...»

Kaito esibisce prontamente la sua faccia da poker. Un gatto che ha paura dei topi? Una stranezza dietro l'altra...

«Soprattutto quelli volanti, aye...»

«Devo davvero abituarmi alla fauna magica... comunque non ho più sonno neanch'io e inizio ad essere davvero preoccupato per Sheridan. Sirius o studente che sia, non vorrei si fosse messa nei guai.»

«Beh, non so chi sia, ma un mago di Fairy Tail non può abbandonare qualcuno in difficoltà, aye

Kaito lo guarda perplesso: «Mago di coda fatata? , in effetti la coda ce l'hai... allora andiamo, Happy!»

Alla prima parte della frase il gatto sussulta e sembra voler girare in tondo. Poi si mette in piedi su due zampe e segue Kaito, che lo guarda stupito.

«Cavolo, devo davvero portarti a un paio dei miei spettacoli... faremmo un figurone, credimi!»

«Spettacoli? In effetti ho già recitato qualche volta in passato... ma mi hanno sempre scelto per il ruolo di animale selvaggio, aye... non è giusto!»

Kaito ride: «Più che il teatro, intendevo uno spettacolo di prestidigitazione...»

«Prestidiche?!»

A quel punto Kaito si rende conto di una stranezza. Camminano già da un po’ ma la porta non si avvicina mai.

«Hanno aggiunto incantesimi alla Sala Grande?»

«In effetti, non me la ricordavo così grande, aye...»

«Non dirmelo: questi professori malfidenti hanno fatto qualche incantesimo stile labirinto che ci riporta al punto di partenza...»

«Sempre meglio di un palazzo che si trasforma in una specie di guerriero gigante, aye...»

Il prestigiatore alza gli occhi al cielo: «Tu guardi troppi anime, ragazzo.»

Kaito sospira: «Volevi sapere cos'è la prestidigitazione?»

Happy si porta una zampa dietro la testa, facendo un sorriso imbarazzato: «Ehm... sì... scusa, ma non ho mai sentito quella parola prima, aye...»

Il prestigiatore sorride: «Tranquillo, fra i maghi è normale... sono i trucchi che usano i babbani per fingersi maghi... cosa che per esempio mi permette di fare questo senza la magia!»

Con uno sbuffo di fumo Kaito fa apparire un gomitolo: «Per te.»

Happy lo guarda sorpreso, prendendo il gomitolo tra le mani: «Oh... ehm... grazie... in effetti, non è una cosa che si vede spesso... e hai detto senza magia?»

«Neanche un briciolo. Solo abilità manuale.»

«Oh... e dire che io per fare questo devo usare un minimo di energia magica.»

Il ragazzo ride: «Energia? E che è, vai a pile?»

«Pile? Non conosco neppure quella parola, aye. Però ecco, un regalo per te!»

E detto ciò Happy tira fuori dal nulla un enorme pesce, che porge a Kaito.

Kaito sussulta: «P-p-p-pesce!!!»

«Perché? Non ti piace? E pure vivo! Bello fresco!»

Kaito risponde con gli occhi sbarrati: «Mettilo via, mettilo via, mettilo VIA!»

 

 

 

Kaito riaprì gli occhi di scatto, ancora con l'ultima parola sulle labbra. Era di nuovo nella Sala Grande, nel suo sacco a pelo, e nulla sembrava successo. Per scrupolo controllò nel sacco a pelo al suo fianco. Sheridan era lì, che lo fissava.

«Altro incubo?»

«Perché, ho urlato?»

«Non stavolta, ma eri tutto agitato. Che hai sognato?»

«Che al tuo posto c'era un gatto blu che diceva di essere in classe con noi e che mi offriva un pesce. Vivo.»

Sheridan fece una smorfia: «Immagino che non sia stato piacevole, per te...»

«Guarda, quasi quasi preferivo l'incubo sull'incendio...»

«Tu devi farti vedere da uno psicanalista. E di corsa.»

Kaito sorrise però, fra sé e sé. Doveva essere in astinenza da anime, perché un gatto blu parlante era una cosa che sembrava essere uscita da un cartone animato. Però, peccato, da una parte, perché prima di tirare fuori quel pesce quell'Happy sembrava davvero simpatico... fosse stato reale avrebbero potuto davvero essere amici...

Si voltò dall'altra parte e riprese a dormire.

 

Ciao a tutti!

Prima di tutto, tranquillizzo i lettori: prima di scrivere l’ultima parte non mi ero ubriacata con niente. Dato che è il capitolo di Halloween, me lo permettete uno scherzetto? È stato un gioco fra me e darkroxas92, che sta scrivendo un crossover fra Harry Potter e Fairy Tail, che quando la lessi m’ispirò per creare questa storia. Happy, il gattino blu di Fairy Tail, non dovrebbe più apparire e non è importante nella trama. È solo una citazione che mi sono divertita a fare. Se vi volete divertire, potete andare a vedere la sua storia “Harry Potter e la magia di Fairy Tail”, dove, comparirà lo stesso sogno al capitolo 55... dal punto di vista di Happy!

Tornando a noi, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio darkroxas92, Giorgia_Weasley, Cicci12 e Tsuki no Sasuke per le recensioni.

Prossimo capitolo? Sarà un susseguirsi di emozioni per il povero Kaito, perché i Dissennatori torneranno a colpire... e forse finalmente si capirà qualcosa di più...

Al prossimo capitolo!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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