Una notte di paura e di stranezze
Il
bambino è felice. Sa che nulla potrà toccarlo, lì, fra le braccia del padre.
Allunga
le mani verso il cielo, un cielo ricoperto di stelle, così vicine che sembra
quasi di poterle toccare, e di candele sospese a mezz’aria.
Il
bambino ride e sposta lo sguardo verso il padre, aspettandosi di vederlo
sorridere.
Ma
il volto dell’uomo è fin troppo serio.
«Papà?»
Improvvisamente
il corpo del padre sembra farsi trasparente, la stretta sul bambino diminuisce
sempre più, fino a sparire.
«Papà!»
Le
braccia intangibili non sono più in grado di sostenere il peso del bambino, che
inizia a cadere.
Anzi,
a precipitare.
«PAPÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀ!!!»
E
cade, cade, sempre più giù, mentre quel volto triste continua a guardarlo dal
bordo del baratro dentro cui sta precipitando.
E
cade, cade, sempre più giù, mentre si rende conto che il suo corpo non è più
quello di un bambino, ma quello di un ragazzo.
E
cade, cade, sempre più giù, mentre viene circondato da striscioni in fiamme, da
carte, foulard e colombe, tutto ricoperto e consumato inesorabilmente dal
fuoco.
E
cade, cade, sempre più giù, mentre quelle stelle che prima ammirava lo
osservano dall’alto, indifferenti, e le fiamme delle candele si spengono in un
soffio.
E
cade, cade, sempre più giù, mentre si rende conto che sotto di lui lo aspetta
un inferno di fiamme, pronto ad arderlo fino alle ossa, fino a consumarne persino
il ricordo.
E
cade, cade, sempre più giù, mentre, disperato, non può fare altro che gridare
ciò che grida da sempre...
Kaito si svegliò urlando. Impiegò qualche
secondo a rendersi conto di essere sveglio e seduto sul suo letto. Si spostò i
capelli madidi di sudore dalla fronte. Solo a quel punto si rese conto di
essere osservato.
«Ops...»
Sheridan osservò i suoi compagni di classe
scendere dalla scala del dormitorio con delle facce sconvolte e delle occhiaie
profonde.
«Non ditemelo, l’ha fatto di nuovo.»
Thomas, Stephen e Colin si limitarono a
commentare a una sola voce: «Già...»
Dietro di loro, Kaito era imbarazzatissimo:
«Scusate ancora... non lo faccio apposta...»
Thomas lo guardò di storto: «Hai provato a
mangiare leggero prima di andare a dormire?»
Kaito sospirò: «Ho provato anche a
saltarla, la cena, ma niente, continuo a fare questi incubi...»
Stephen scese le scale verso la Sala Grande
quasi in trance: «Incubi che non solo non fanno dormire te, ma neanche noi,
visto che urli come un disperato ogni volta... e urli in giapponese, per di
più!»
«Davvero? E cosa dico?»
Colin sospirò: «E che ne so, mica lo
sappiamo noi il giapponese! È un qualcosa come “Tasukure, ivaor moetiru”...»
Kaito l’adattò sovrappensiero: «Tasukete, hi wa ore wo moete
iru…»
«Esatto, era così! Che significa?»
«Più o meno: ”Aiuto, al fuoco, sto
bruciando”.»
I compagni rimasero interdetti a quella
risposta così cruda. Kaito sorrise tristemente: «Che è più o meno quello che
sogno sempre da due mesi a questa parte...»
Stephen entrò nella Sala Grande sconvolto:
«E ci credo che urli come un disperato ogni volta...»
Thomas s’intromise: «Hai studiato troppo
Storia della Magia? Magari, con Guendalina la
Guercia...»
Kaito alzò le spalle: «Non credo di essere
un tipo così impressionabile, ma con tutti questi Dissennatori intorno, chi può
dirlo?»
Al tavolo dei Grifondoro erano già sedute
Nicole e Ginny, che sventolava una lettera: «Kaito, sei in ritardo, è già
passata Aoko!»
Il prestigiatore rispose distrattamente:
«Ah, sì? Grazie...»
Nicole diede una gomitata a Sheridan: «Ma
che hanno tutti, stamattina?»
Kaito aprì la lettera della madre, mentre
metteva in bocca una fetta biscottata.
Caro Kaito,
spero che vada tutto bene. Qui sembra
tutto normale, a parte che non troverai in allegato come al solito la lettera
di Aoko.
Non so perché, ma quando le ho parlato di
te, mi ha guardato in modo strano... avete forse litigato?
Kaito sembrò risvegliarsi per un attimo dai
suoi pensieri. Litigato con Aoko? No, non che gli risultasse... poteva averle scritto
qualcosa di sbagliato? Fece una smorfia. Aoko non era certo il tipo da mandare
a dire le cose, se si fosse offesa glielo avrebbe detto in faccia. E allora
cosa...
«Buongiorno, Kaito!»
Il ragazzo trasalì sulla panca: «Fred!
George! Mi avete fatto prendere un colpo!»
«Da quando sei così impressionabile?»
Colin rispose per lui: «Da quando non dorme
la notte.»
I gemelli si guardarono un po’ preoccupati:
«Ah...»
Kaito se ne accorse: «Tranquilli, sto bene.
Mi cercavate?»
Fred gli sussurrò all’orecchio: «Ti va di
preparare qualcosa per stasera?»
«Stasera?»
George si avvicinò all’altro orecchio:
«Sveglia! Oggi è il trentuno di ottobre!»
Kaito esclamò: «Ah, Ha...»
Il suo sguardo si soffermò per un attimo su
Sheridan, che guardava irritata dei compagni di Grifondoro scambiarsi
bigliettini a forma di zucca: «...lloween...»
Fred annuì: «Appunto. Dobbiamo pensare a
qualcosa per tenerla buona.»
Kaito sospirò: «Ci penserò. E la terrò
d’occhio, oggi.»
«Bravo!»
Il prestigiatore mise in tasca la lettera
della madre. Ci avrebbe pensato sicuramente, ma ora era più urgente Sheridan.
Lupin chiuse il libro: «E per oggi è tutto,
ragazzi. Ci vediamo la prossima settimana!»
I ragazzi uscirono di corsa dall’aula per
godersi il pomeriggio libero. Fred e George, prima di andare ad Hosmegade, riuscirono ad avvicinare Kaito.
«Allora, come va?»
Il prestigiatore sospirò: «Come sempre. Fa
finta di nulla, ma l’argomento le rode ancora. Non so come abbia fatto a
resistere alla tentazione di maledire un Serpeverde che a Erbologia
le ha fatto crescere una zucca vicino alla mandragola...»
George osservò da lontano Sheridan parlare
con Ginny: «Per andar bene bisognerebbe che le zucche non esistessero...»
Kaito s’illuminò: «Giusto!»
I gemelli lo guardarono perplesso: «Giusto cosa?»
«Forse ho l’idea che potrebbe risolvere la
situazione, fornendo a Sheridan la sua piccola vendetta e senza essere troppo
esagerata. Ma avrò bisogno di aiuto.»
Fred e George si guardarono complici:
«Dicci tutto, che se serve materiale ce lo procuriamo in quattro e quattr’otto
da Zonko...»
«Sei sicuro di quel che dici?»
Kaito rise: «Insomma, Malandrina! Non
vorrai mica farmi credere che hai paura?»
Sheridan lo fulminò con lo sguardo: «Ti
pare?»
«E non verrai a dirmi che l’idea non ti
piace...»
«Certo che no! Ma... è possibile?»
Kaito le fece l’occhiolino mentre entravano
nella Sala Grande: «Tutto è possibile con un pizzico di magia e di
prestidigitazione!»
Era stata decorata con centinaia e
centinaia di zucche piene di candele accese, un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti
e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano
pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d'acqua.
«Abbiamo poco tempo, dovremo essere veloci
e precisi.»
Sheridan annuì: «Sei sicuro dell’incantesimo?»
«L’ho chiesto a Hermione con la scusa di
evitare di svegliare tutti quando urlo per gli incubi. Il che non è nemmeno del
tutto una bugia.»
La ragazza sorrise: «Mi spiace solo un po’
per Hagrid...»
«Dolcetto
o scherzetto, no?»
George entrò nella Sala, armato di
bacchetta: «Fred è di sotto che sta aggiustando la cena. Tutti pronti?»
Kaito annuì: «Ok, questo è il piano: io mi
occupo dell’incantesimo “speciale” e di sistemare un paio di cosette in puro
stile babbano, voi preoccupatevi di fare quelle
Trasfigurazioni.»
Momoka e Soseiji
partirono in missione. Oh sì, i Malandrini stavano per combinare un gran bello
scherzetto di Halloween...
La McGranitt spalancò le porte della Sala
Grande: «Oh, vedrà, professor Silente, quest’anno abbiamo un...»
La sorpresa la lasciò senza parole per
qualche secondo: «Ma cosa...»
Il preside entrò e si guardò intorno,
ridendo divertito: «Decorazioni originali senza dubbio, Minerva. Di chi è stata
l’idea?»
La professoressa era esterrefatta: «Ma
chi... chi ha osato sostituire le... ... ...»
Silente rise di nuovo: «Oh, chiunque sia
stato ha fatto un lavoro di fino. A quanto pare ha impedito anche di
pronunciare la parola.»
La McGranitt divenne rossa per un attimo:
«Inizio ad avere un sospetto su chi possa essere stato... se ne trovo le
prove...»
Il preside le mise una mano sulla spalla:
«Su, su, è Halloween! E chiunque sia stato, bisogna dargli merito, ha fatto un
gran bel lavoro. E ora sediamoci, io personalmente sto morendo di fame.»
La professoressa sospirò: «Lei è troppo
buono...»
Kaito dovette esibire la sua faccia da
poker per non ridere di fronte alla marea di studenti che entrarono in Sala
Grande aspettandosi di trovare le solite, enormi zucche di Hagrid, e che invece
si trovarono davanti... angurie, meloni, zucchine, melanzane... qualunque tipo
di cucurbitacea tranne la tanto decantata zucca! E che non potevano neanche
lamentarsene, perché all’interno della Sala era impossibile pronunciarne la
parola.
Sheridan osservò un gruppo di Corvonero indicare incuriosito un cocomero decorato con il
classico sorrisone intagliato e Kaito le sussurrò all’orecchio: «Soddisfatta?»
«Oh, non sai quanto!»
Molti presero la novità sul ridere, a parte
un gruppo tradizionalista di Serpeverde e Hagrid, che aveva visto scomparire le
sue zucche proprio poco prima della festa, ma per il resto fu come sempre una
serata molto divertente. Anche senza la presenza della verdura proibita, il
cibo era delizioso; anche chi era pieno da scoppiare di caramelle di Mielandia si servì una seconda porzione di
tutto. Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di
Hogwarts. Balzarono fuori dai muri e su dai tavoli per fare un numero di volo
in formazione; Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di
Grifondoro, riscosse un grande successo reinterpretando la scena della propria
maldestra decapitazione, con le ovazioni di tutto il tavolo della sua Casa.
Solo a fine serata, tutti belli satolli e
con ancora il riso sulle labbra, i Grifondoro si decisero a seguire il consueto
percorso fino alla torre, ma quando raggiunsero il ritratto della Signora
Grassa lo trovarono lacerato, con tanta violenza che il pavimento era coperto
di strisce di tela; grossi pezzi erano stati strappati via.
«Eh? Cos’è, un altro scherzo di Halloween?»
Fred e George alzarono le mani: «Noi non
c’entriamo!»
Sheridan mandò un’occhiata a Kaito, che
fece di no con la testa. I Malandrini non avrebbero mai fatto un danno così
serio. Mentre si cercava ancora di capire se i graffi fossero veri o falsi,
l’ennesima figura dai capelli rossi cercò di farsi largo nella calca con aria
d'importanza: « Fatemi passare, per favore. Che cos'è questo ingorgo? Non è
possibile che abbiate dimenticato la parola d'ordine tutti quanti... scusate,
sono il Caposcuola...»
E poi il silenzio cadde sulla folla, a
partire da chi era davanti, così che una corrente gelata parve dilagare per il
corridoio. Percy disse, con voce improvvisamente
aspra: «Qualcuno vada a chiamare il professor Silente. Subito».
E a quel punto fu subito chiaro che quello
non era uno scherzo.
Poco dopo, ecco il professor Silente
avanzare verso il ritratto. I Grifondoro si fecero da parte per lasciarlo
passare. Il preside diede una rapida occhiata al quadro distrutto e si voltò,
incupito, mentre i professori McGranitt, Lupin e Piton
lo raggiungevano di corsa.
Silente disse: «Dobbiamo trovarla. Professoressa
McGranitt, la prego di andare da Mastro Gazza e di dirgli di cercare la Signora
Grassa in tutti i quadri del castello».
Una voce ghignante gli rispose: «Buona
fortuna!»
Era Pix il
Poltergeist, che fluttuava sopra la folla, soddisfattissimo, come sempre quando
qualcosa non andava per il verso giusto.
Silente chiese con calma: «Che cosa vuoi
dire, Pix?», e il ghigno di Pix
si attenuò: non osava farsi beffe di Silente. Invece mise fuori una vocetta untuosa, non più gradevole della sua risatina
beffarda.
Il Poltergeist disse allegramente: «Si
vergogna, signor Capo, signore. Non vuole farsi vedere. È un vero disastro.
L'ho vista correre dentro il paesaggio al quarto piano, signore, e nascondersi
dietro gli alberi. Urlava qualcosa di terribile. Poverina...»
Silente, ignorando l’ultimo commento detto
con tono per nulla convincente, continuò con la stessa calma: «Ha detto chi è
stato?»
Pix rispose con l'aria di uno che culla una
bomba: «Oh, sì, Capodirettore, signore. Sa, si è
arrabbiato moltissimo quando lei non l'ha lasciato entrare.»
Pix fece una capriola e rivolse un ghigno a
Silente di sotto in su, con la testa che spuntava tra le gambe: «Che caratteraccio,
quel Sirius Black.»
Il professor Silente rispedì tutti i
ragazzi del Grifondoro nella Sala Grande, dove dieci minuti più tardi li
raggiunsero gli studenti di Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, tutti estremamente confusi.
Silente, mentre i professori McGranitt e Vitious chiudevano tutte le porte della sala, annunciò: «Io
e gli insegnanti dobbiamo perquisire il castello. Temo che per la vostra
sicurezza dovrete passare la notte qui. Voglio che i Prefetti facciano la
guardia agli ingressi. Affido la responsabilità ai Capiscuola. Ogni anomalia
deve essermi riferita immediatamente. Comunicate via fantasma.»
Il professor Silente tacque, fece per
andarsene, poi disse: «Oh, sì, avrete bisogno di...»
Un cenno casuale della mano e i lunghi
tavoli si addossarono alle pareti; un altro cenno, e il pavimento si coprì di
centinaia di soffici sacchi a pelo violetti.
Il professor Silente fece un cenno con la
testa chiudendosi la porta alle spalle: «Buonanotte.»
La Sala si riempì in un attimo di mormorii
eccitati; i Grifondoro raccontarono l'accaduto al resto della scuola.
Percy esclamò: «Tutti nei sacchi a pelo! Forza,
basta con le chiacchiere! Fra dieci minuti luci spente!»
Kaito afferrò uno dei sacchi a pelo e si
unì ai suoi compagni. Avrebbe voluto scambiare ancora due chiacchiere con Fred
e George, ma Percy era stato categorico: ognuno
vicino a quelli del proprio anno. Nicole era terrorizzata dall’idea che nel
castello potesse ancora aggirarsi Sirius Black, e Stephen l’abbracciava come poteva. Colin sembrava
lamentarsi dell’aver perso l’occasione di fargli una foto, era convinto, non
del tutto a torto, che gliel’avrebbero pagata a peso d’oro alla Gazzetta del
Profeta se ci fosse riuscito, ma Ginny lo zittì quasi subito per non spaventare
ancora di più la compagna.
Intanto Kaito ascoltava i chiacchiericci
dei ragazzi del terzo anno.
Un Corvonero
vicino a loro disse: «Forse è capace di Materializzarsi. Sa apparire dal nulla,
insomma.»
Un Tassorosso del
quinto anno s’intromise: «Probabilmente si è travestito.»
Dean Thomas azzardò: «Potrebbe essere
entrato volando.»
Hermione si lamentò stizzita: «Ma insomma,
io sono l'unica che si è presa la briga di leggere Storia di Hogwarts?»
Ron le rispose: «È probabile. Perché?»
«Perché il castello è protetto da qualcosa
di più che dalle mura. Ci sono incantesimi di ogni sorta per impedire
alla gente di entrare di soppiatto. Non ci si può Materializzare e basta, qui.
Mi piacerebbe vedere il travestimento in grado di ingannare i Dissennatori.
Sorvegliano ogni singolo ingresso. Se fosse venuto in volo, lo avrebbero visto.
E Gazza conosce tutti i passaggi segreti, immagino che siano sorvegliati anche
quelli...»
Fred tossì nervosamente, all’ultima frase,
ma quasi nessuno lo notò, perché Percy iniziò a
gridare: «Si spengono le luci! Tutti nei sacchi a pelo e silenzio assoluto!»
Le candele si spensero tutte in una volta.
L'unica luce residua emanava dai fantasmi argentati che fluttuavano parlando in
tono serio con i Prefetti, e dal soffitto incantato, che, come il cielo fuori
dalle finestre, era trapunto di stelle.
Kaito era sovrappensiero. Come si poteva
entrare a Hogwarts senza farsi scoprire? Un enigma degno del ladro gentiluomo,
senza dubbio. Ma Sheridan lo distrasse sussurrandogli all’orecchio: «Cerca di
non urlare, stanotte.»
«Farò del mio meglio. Non ci tengo a farmi
prendere in giro dai Serpeverde per tutta la vita.»
Nonostante ad ogni ora un insegnante
tornasse nella sala per controllare che tutto fosse a posto, Kaito si
addormentò senza problemi.
Kaito
si volta ancora una volta, improvvisamente sveglio, e nota che tutti stanno
dormendo della grossa, nel silenzio più totale. Non c'è nessuno in giro, né
fantasmi né professori, né Caposcuola. Nessuno.
Un'idea
gli balena in mente: chissà se usando qualche passaggio segreto poteva uscire
di lì e scoprire come poteva essere entrato quel...
«Che
sonno, aye...»
«Uh?
Sheridan? Sei sveglia?»
«Sheridan,
aye? Chi sarebbe?»
«Eh?
Ma tu...»
Il
sacco a pelo si muove, ma non ne esce la compagna, come si sarebbe aspettato.
Esce la testa di un gatto. Un gatto blu.
Kaito
sobbalza: «La McGranitt di nuovo?»
Il
gatto si guarda intorno: «Dove, aye?! Questa volta
non ho fatto nulla!»
«Tu...
non sei la McGranitt?»
«Che
cosa?! Ma certo che no! Sono un ragazzo, aye!»
Kaito
lo guarda perplesso: «... ok, dopotutto in effetti la prof aveva un'altra
voce... e un altro colore...»
«...
è davvero così strano avere i capelli blu?»
Quali capelli?, si chiese per un secondo Kaito. Poi decise di far cadere la
discussione. Aveva l'impressione di stare addentrandosi in un vicolo cieco.
Kaito
sorrise intenerito. Quel gatto sembrava essere convinto di essere uno studente,
e il prestigiatore decise di stare al gioco: «Di che Casa sei? Non mi pare di
averti mai visto...»
«Grifondoro,
no? Sono assieme agli altri del secondo anno... Tu piuttosto, perché hai un
mantello bianco? Hanno sbagliato incantesimo in lavanderia, aye?»
Kaito
si guardò il pigiama spaventato. Non aveva messo il costume per errore, no? No,
tutto a posto. Il gatto probabilmente, alla faccia del luogo comune, doveva
avere seri problemi di vista.
«No...
sarà il lenzuolo...»
«Ma
se siamo nei sacchi a pelo, aye!»
«...
comincio a pensare che il buio faccia brutti scherzi alla vista... a
entrambi...»
«
O quello, o la stanchezza... Anche perché non mi ricordo di te... aye...»
«Nemmeno
io... e da quel che hai detto dovremmo essere nella stessa classe...»
Kaito
allunga la mano: «Nel dubbio, rifacciamo le presentazioni! Kaito Kuroba,
Grifondoro, secondo anno!»
Il
gatto tirò fuori dal sacco a pelo una minuscola zampina: «Happy Dragonil, anch'io di Grifondoro del secondo anno! Studente
straniero, aye...»
«Pure
io. Giappone! E tu?»
«Eh...
temo di non poter rispondere... è un segreto, aye... Erza e Harry mi farebbero male...»
«Harry?»
«Sì,
Harry. Quando vuole sa far paura... aye...»
«...
mi sa che parliamo di un Harry diverso. Non importa! Allora, che ne pensi di
questa storia? La Signora Grassa scappata... Sirius Black...»
«Sirius Black? Ma non era stato
uno studente?»
«Guarda,
se è stato uno studente, è stato un dolcetto
o scherzetto davvero pesante! Se lo
becco...»
«Dovrai
metterti in lista, aye. Harry e gli altri hanno già
prenotato il suo pestaggio, aye!
Gajil in primis…»
«Oh,
ma io e altri tre... bricconcelli saremmo felici di unirci, nel caso!»
«Oh!
Siete molto forti, aye? Quanti edifici avete
distrutto?»
Kaito
scuote la testa: «Temo di aver capito male, come al solito... devo decidermi a
cercare in biblioteca qualche incantesimo di traduzione decente, ogni tanto
capisco fischi per fiaschi... piuttosto... hai visto Sheridan?»
Happy
inclina la testa di lato: «Sheridan? Di che anno è? Non mi pare di averla mai
sentita nominare...»
«Sheridan
Pumpkin... secondo anno, Grifondoro... pettinatura
assurda e leggera irritabilità... impossibile non notarla, credimi!»
«Per
irritabilità... beh, ho in mente Erza, e in parte ora
anche Hermione... Però no, la pettinatura più strana che mi viene in mente è
quella di mio... fratello, aye...»
Kaito
è sempre più confuso: «Hermione l'ho vista irritabile solo sotto esami... comunque,
veramente, ora vado a cercare il registro di classe, non possiamo continuare a
perdere studenti per strada! Oppure è Allock che si sta vendicando per
l'incantesimo di memoria dell'anno scorso...»
«Allock?
Oh, sì, me lo ricordo... era davvero in uno stato pietoso, quando è uscito
dalla Camera... fortuna che adesso c'è il professor Lupin, aye!»
«Già!»
Kaito
si alza in piedi: «Non vedo Percy in giro... ti va di
venire con me?»
Happy
sguscia fuori dal sacco a pelo, a quattro zampe: «Uhm... beh, ormai non credo
più di riuscire ad addormentarmi... e non vorrei mai che Crosta venga da me! Ho
una paura matta dei topi...»
Kaito
esibisce prontamente la sua faccia da poker. Un gatto che ha paura dei topi?
Una stranezza dietro l'altra...
«Soprattutto
quelli volanti, aye...»
«Devo
davvero abituarmi alla fauna magica... comunque non ho più sonno neanch'io e inizio ad essere davvero preoccupato per
Sheridan. Sirius o studente che sia, non vorrei si
fosse messa nei guai.»
«Beh,
non so chi sia, ma un mago di Fairy Tail non può abbandonare qualcuno in difficoltà, aye!»
Kaito
lo guarda perplesso: «Mago
di coda fatata? Bè,
in effetti la coda ce l'hai... allora andiamo, Happy!»
Alla
prima parte della frase il gatto sussulta e sembra voler girare in tondo. Poi
si mette in piedi su due zampe e segue Kaito, che lo guarda stupito.
«Cavolo, devo davvero portarti a un paio
dei miei spettacoli... faremmo un figurone, credimi!»
«Spettacoli?
In effetti ho già recitato qualche volta in passato... ma mi hanno sempre
scelto per il ruolo di animale selvaggio, aye... non
è giusto!»
Kaito
ride: «Più che il teatro, intendevo uno spettacolo di prestidigitazione...»
«Prestidiche?!»
A
quel punto Kaito si rende conto di una stranezza. Camminano già da un po’ ma la
porta non si avvicina mai.
«Hanno
aggiunto incantesimi alla Sala Grande?»
«In
effetti, non me la ricordavo così grande, aye...»
«Non
dirmelo: questi professori malfidenti hanno fatto qualche incantesimo stile
labirinto che ci riporta al punto di partenza...»
«Sempre
meglio di un palazzo che si trasforma in una specie di guerriero gigante, aye...»
Il
prestigiatore alza gli occhi al cielo: «Tu guardi troppi anime, ragazzo.»
Kaito
sospira: «Volevi sapere cos'è la prestidigitazione?»
Happy
si porta una zampa dietro la testa, facendo un sorriso imbarazzato: «Ehm...
sì... scusa, ma non ho mai sentito quella parola prima, aye...»
Il
prestigiatore sorride: «Tranquillo, fra i maghi è normale... sono i trucchi che
usano i babbani per fingersi maghi... cosa che per
esempio mi permette di fare questo senza la magia!»
Con
uno sbuffo di fumo Kaito fa apparire un gomitolo: «Per te.»
Happy
lo guarda sorpreso, prendendo il gomitolo tra le mani: «Oh... ehm... grazie...
in effetti, non è una cosa che si vede spesso... e hai detto senza magia?»
«Neanche
un briciolo. Solo abilità manuale.»
«Oh...
e dire che io per fare questo devo usare un minimo di energia magica.»
Il
ragazzo ride: «Energia? E che è, vai a pile?»
«Pile?
Non conosco neppure quella parola, aye. Però ecco, un
regalo per te!»
E
detto ciò Happy tira fuori dal nulla un enorme pesce, che porge a Kaito.
Kaito
sussulta: «P-p-p-pesce!!!»
«Perché?
Non ti piace? E pure vivo! Bello fresco!»
Kaito
risponde con gli occhi sbarrati: «Mettilo via, mettilo via, mettilo VIA!»
Kaito riaprì gli occhi di scatto, ancora
con l'ultima parola sulle labbra. Era di nuovo nella Sala Grande, nel suo sacco
a pelo, e nulla sembrava successo. Per scrupolo controllò nel sacco a pelo al
suo fianco. Sheridan era lì, che lo fissava.
«Altro incubo?»
«Perché, ho urlato?»
«Non stavolta, ma eri tutto agitato. Che
hai sognato?»
«Che al tuo posto c'era un gatto blu che
diceva di essere in classe con noi e che mi offriva un pesce. Vivo.»
Sheridan fece una smorfia: «Immagino che
non sia stato piacevole, per te...»
«Guarda, quasi quasi
preferivo l'incubo sull'incendio...»
«Tu devi farti vedere da uno psicanalista.
E di corsa.»
Kaito sorrise però, fra sé e sé. Doveva
essere in astinenza da anime, perché un gatto blu parlante era una cosa che
sembrava essere uscita da un cartone animato. Però, peccato, da una parte, perché
prima di tirare fuori quel pesce quell'Happy sembrava davvero simpatico...
fosse stato reale avrebbero potuto davvero essere amici...
Si voltò dall'altra parte e riprese a
dormire.
Ciao a tutti!
Prima di tutto, tranquillizzo i lettori: prima di scrivere l’ultima
parte non mi ero ubriacata con niente. Dato che è il capitolo di Halloween, me lo permettete uno scherzetto? È stato un gioco fra me e darkroxas92,
che sta scrivendo un crossover fra Harry Potter e Fairy
Tail, che quando la lessi m’ispirò per creare questa
storia. Happy, il gattino blu di Fairy Tail, non dovrebbe più apparire e non è importante nella
trama. È solo una citazione che mi sono divertita a fare. Se vi volete
divertire, potete andare a vedere la sua storia “Harry Potter e la magia di Fairy Tail”, dove, comparirà lo
stesso sogno al capitolo 55... dal punto di vista di Happy!
Tornando a noi, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio
darkroxas92, Giorgia_Weasley, Cicci12 e Tsuki no Sasuke per le
recensioni.
Prossimo capitolo? Sarà un susseguirsi di emozioni per il povero
Kaito, perché i Dissennatori torneranno a colpire... e forse finalmente si
capirà qualcosa di più...
Al prossimo capitolo!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata 92