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Autore: xpaynerauhl    22/08/2014    1 recensioni
Jade Victoria Bennett, 18 anni, nata e cresciuta a Southampton, in Inghilterra.
Jade è una ragazza come tante ma non come tutte.
Liam James Payne, anche lui diciottenne, anche lui di Southampton.
È bello, una di quelle bellezze interiori che armonizza con quella esteriore.
Jade non appartiene al mondo di Liam. I mondi di Jade e Liam sono molto vicini ma diversi, interagiscono ma non si mescolano, si sentono ma non si ascoltano.
«È ora che tu ti dia una svegliata, tesoro, e inizi a vivere senza preoccuparti del parere degli altri. Vivi per te stessa.» le disse l'amica. Non le piaceva vedere Jade così chiusa e limitata solo per paura dell'opinione degli altri. Le voleva bene e voleva che iniziasse a volersene anche lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

Perrie stava ballando con Daisy quando si sentì come soffocare e le venne caldo. Decise di uscire a prendere una boccata d'aria.
Raccomandò a Daisy di non allontanarsi, poi fermò la prima ragazza che incontrò e le chiese dove trovare un'uscita. La ragazza, tra il rumore, le disse di andare in cucina ed altre parole incomprensibili, coperte dalla musica altissima.
Perrie ringraziò con un sorriso e andò a cercare la cucina. Una volta dentro vide una porta-finestra e finalmente uscì da quella casa.
Subito prese un respiro a pieni polmoni e poté ammirare il cielo stellato.
«Ci sono molte stelle stasera» sentì dire. Sussultò per la sorpresa. Quando guardò alla sua destra scorse nella penombra la figura di un ragazzo appoggiato al muro che teneva una sigaretta tra due dita.
Era buio, però, e non poté vederlo in faccia.
«Chi sei?» chiese timorosa.
«Sono Zayn, non ti preoccupare non sono un maniaco» ridacchiò il ragazzo spegnendo la sigaretta sotto il piede e avvicinandosi alla porta per farsi vedere grazie alla luce proveniente dall'interno.
Perrie tirò un sospiro di sollievo al sapere che conosceva quel ragazzo.
Quando le si avvicinò sentì il forte odore di tabacco invaderle le narici. Non le dava fastidio, però.
«Scusa, probabilmente emanerò un odore terribile di fumo» si scusò il ragazzo, mentre si passava una mano fra i capelli corvini, leggermente in imbarazzato.
«Non mi da fastidio l'odore del fumo» replicò Perrie con un piccolo sorriso.
«Come mai fuori?» chiese Zayn.
«Faceva caldo. Tu?» rispose Perrie.
«Non so ballare quindi ho sempre molto tempo libero in queste feste» replicò Zayn divertito.
«Come si fa a non saper ballare questo genere di musica? È sempre lo stesso movimento ripetuto all'infinito» commentò Perrie spontaneamente.
«Boh, non ci ho nemmeno mai provato» le disse il moro.
«E allora come fai a sapere di non riuscirci? Vai dentro e provaci, solo così scoprirai se invece hai un talento per la danza.» ridacchiò la bionda.
«Ok.» accettò «ma tu vieni con me» aggiunse prendendola per una mano e portandola dentro.
«Solo un ballo però, ho mal di testa» gli urlò nell'orecchio Perrie. Non si stava inventando una scusa per non ballare con lui, semplicemente era un po' stanca e non aveva voglia di ballare.
Quando Perrie si era avvicinata all'orecchio di Zayn per parlargli aveva potuto sentire un'altro profumo oltre a quello del tabacco, un profumo molto buono che l'aveva inebriata per un momento.
Zayn le annuì in segno di approvazione.
Dopo quel ballo Zayn si fece strada tra i ragazzi e le ragazze che ballavano e diede la mano a Perrie, per non perderla nella folla.
«Usciamo di nuovo fuori?» le gridò nell'orecchio.
«Sì» rispose la bionda.
Una volta fuori la musica non era assordante come all'interno, arrivava ottavata alle loro orecchie.
«Allora come sono andato?» chiese il moro.
«Purtroppo credo che alla Juliard non ti prenderanno mai, ma te la cavi dai» replicò la ragazza sorridente.
«Ma no! La Juliard era proprio il mio sogno!» esclamò Zayn con finto tono deluso facendo sorridere la ragazza.
«Trovati un altro sogno» gli disse Perrie.
Lui sembrò pensarci su. 
«Non mi viene in mente niente adesso... Quando lo saprò ti farò sapere, ok?» le disse.
«Sai dove trovarmi. Ora vado a cercare mia sorella, ciao» replicò la ragazza.
«Ci si vede a scuola» la salutò Zayn.

Louis stava ballando con una ragazza quando questa gli disse nell'orecchio che sarebbe andata a prendere da bere per entrambi.
Louis sapeva che quella del 'prendere da bere' era una banale scusa per le ragazze per andarsene, così come sapeva che c'erano delle eccezioni. Ad esempio, nel suo caso, tutte tornavano, nessuna si era mai fatta sfuggire l'occasione di essere 'la ragazza che balla con Tomlinson', il re delle feste; nessuna l'aveva mai rifiutato, lui aveva tutto ciò che le ragazze frivole di quelle feste cercavano: era bello, figo, ricco e aveva quel 'fascino del ragazzo più grande', quell'aria spavalda e sicura di sé e quell'anno negli Stati Uniti che aggiungeva punti a suo favore.
Insomma, cadevano tutte ai suoi piedi. Ma solo poche erano le "predilette" che potevano puntare a lui. Louis sapeva di potersi permettere le ragazze più carine e così sceglieva solo quelle di particolare bellezza. 
Tutto questo però non gli impediva di avere un cuore, era stato romantico e dolce con quelle poche ragazze con cui aveva avuto rapporti seri, ma aveva trovato più facile e divertente l'essere single e poter scegliere ogni sabato sera una ragaza diversa. Ma, quando faceva "conquiste" chiariva esplicitamente che da loro non voleva delle storie serie, semplicemente una notte e via. Non voleva illuderle o farle soffrire.
Louis si guardò intorno, mentre continuava a muoversi a ritmo quando notò una rossa che ballava con un ragazzo. Chi era quella ragazza così attraente e perché non la conosceva? Gli sembrava impossibile non averla mai notata a scuola, una così si nota eccome.
Dopo aver passato secondi, minuti, a fissarla, dato che l'altra ragazza ci stava mettendo molto ad arrivare e che Louis non era esattamente molto paziente, si avvicinò a quella rossa che tanto lo incuriosiva.
Ginni alzò gli occhi e trovò, un po' più in là, un paio di occhi blu a fissarla e venirle incontro.
Il ragazzo dagli occhi blu picchiettò una mano sulla spalla del ragazzo che ballava con Ginni e questo cambiò espressione nel vedere Louis Tomlinson davanti a sè. Cosa voleva da lui?
«Posso?» parlò Louis.
«Puoi cosa?» replicò il ragazzo.
«Ballare con lei.» rispose ovvio.
«Non vedi che sta ballando con me?» gli disse il ragazzo con tono altrettanto ovvio.
«Senti sfigato, il tuo momento è finito, sparisci.» gli impose Louis con tono duro e altezzoso.
«Altrimenti?» lo sfidò il ragazzo.
«Se non lo sapessi sono il padrone di casa, posso lasciarti rimanere, ma lontano da me, oppure cacciarti all'istante. Scegli tu.» spiegò Louis.
Il ragazzo rispose con un'occhiata scocciata a entrambi e si mise a ballare più in là.
«Ciao bellezza» esordì Louis sfoggiando un sorriso sghembo.
Ginni in risposta si voltò.
Louis allora le andò vicino continuando a ballare.
«Sei nuova? Non ti ho mai vista a scuola, me ne sarei ricordato.» le disse con voce bassa, all'orecchio.
Ginni sussultò, non se l'aspettava. Pensava che girandosi lui avesse capito di lasciarla in pace. Sentì un brivido quando lui, subito dopo averle parlato, le posò delicatamente le mani sui fianchi.
Si girò di scatto e gli rivolse uno sguardo omicida.
«Ma cosa vuoi da me?» sbottò con tono duro.
«Ballare. E conoscerti.» rispose Louis.
«Non ballo con i maleducati e non voglio neanche conoscerli.» replicò lei.
«Cos'ho fatto di maleducato? Oh, è per quello sfigato? Te la sei presa?» le disse Louis.
«Direi di sì.» asserì Ginni.
«Hai ragione, scusami, è solo che ti ho notata e non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso, proprio non ce la facevo, scusa.» spiegò Louis con tono dolce, questa volta.
Ginni fece un mezzo sorriso a quella sorta di complimento.
«Dai perché non balli con me?» aggiunse Louis tornando ad un tono sensuale.
«No grazie, stavo bene prima che arrivassi» replicò la rossa.
«E allora perché non te ne torni dallo sfigato che non ha le palle per rispondermi?» sbottò Louis, impreparato ad un rifiuto.
«Ti sei risposto da solo, perché è senza palle. E comunque non sono affari tuoi, ciao.» lo liquidò Ginni.
«Puttana» sibilò Louis, abbastanza forte, però, da arrivare alle orecchie di Ginni.
«Ti sbagli, è proprio perché non lo sono che non ballo con te» chiarì la rossa.
«Vuoi solo fare la difficile, ma in realtà la darai al primo che passa, lo so, le conosco quelle come te.» le disse ridacchiando.
«Senti, solo perché tu sei puttaniere non significa che tutte le ragazze siano troie e non puoi certo permetterti di giudicarmi visto che non mi conosci.» gli disse arrabbiata.
«Sei più sexy quando ti arrabbi» commentò Louis mordendosi il labbro inferiore.
«Vatti a cercare una vera puttana, da me non avrai niente, mettitelo in testa.» precisò Ginni con tono duro.
«Questo è da vede-» non fece in tempo a finire la frase che Ginni gli sferrò un ceffone.
Louis, troppo sorpreso per reagire, la guardò semplicemente per una frazione di secondo, immobile, e non fece in tempo a rendersi conto della situazione che la ragazza era già sparita tra la folla.
«Non finisce qui» sibilò tra sé e sé.
«Hey tesoro, sono tornata» esordì con tono languido la ragazza di prima, con due drink in mano.
«Grazie» proferì Louis prendendo uno dei bicchieri e bevendone tutto il contenuto a grandi sorsi.

La festa era ormai inoltrata, alcuni erano già andati a casa e la maggior parte di quelli che erano rimasti erano ubriachi. Daisy era seduta su uno dei primi gradini della scala con un bicchiere in mano. Aveva chiesto a Perrie se poteva provare per una volta un drink alcolico e lei, se pur diffidente, sapeva che prima o poi avrebbe bevuto qualcosa lo stesso, perciò acconsentì, in fondo si trattava solamente di un drink. 
Perrie era una di quelle sorelle su cui si poteva contare. Era molto responsabile e sia Daisy che Ginni, sapevano di potersi confidare con lei in ogni caso, per qualsiasi cazzata, per qualsiasi problema.
Come quando tre anni prima Daisy provò per la prima volta una sigaretta e le confessò che stava pensando di iniziare a fumare perché le piaceva.
Perrie non le aveva fatto un discorso di tipo materno per convincerla a non farlo, sapeva che quelle cose non avrebbero funzionato. Le raccontò semplicemente la sua di esperienza, di quando anche lei ci aveva fatto un pensierino su, ma poi aveva deciso che preferiva la sua salute.
Anche loro madre si fidava della figlia maggiore, ed è per questo che pur essendo molto protettiva lasciava uscire Daisy e Ginni tranquilla, se sapeva che erano con lei. 
Perrie prese un succo di frutta per sé stessa -doveva guidare e comunque non amava molto bere- e ne scelse uno alcolico ma leggero per sua sorella, l'angelo azzurro. Non voleva farla sentire male, soprattutto perché non era abituata a bere.
«Ecco le mie favolose sorelle» squittì Ginni. Forse lei ne aveva bevuti due o tre di drink...
«E Jade dov'è? Fra un po' dobbiamo andare via, sono già le tre e avevamo detto per le tre e mezza» chiese Perrie.
«Oh mio Dio» esclamò la rossa sbattendosi una mano in fronte «ero occupata e mi sono dimenticata di cercarla»
«Sempre la solita, eh?» la ammonì Perrie con tono non troppo duro.
«Quanti te ne sei fatta?» ridacchiò invece la minore.
«Mmh non lo so, forse tre o quattro» rispose Ginni.
«Ah però... beh dai, andiamo a cercare Jade» replicò Daisy alzandosi dagli scalini.
«Io vado sopra, voi guardate al piano di sotto, poi ci ritroviamo qui, ok?» organizzò Perrie. «Intanto mandale un messaggio così magari vede il cellulare e sa che la cerchiamo» suggerì poi.
«Ok» rispose la rossa.

Al piano di sopra c'erano solo stanze, probabilmente da letto, e in fondo al corridoio quello che doveva essere il bagno.
Perrie guardò ogni stanza non occupata -non credeva proprio che Jade fosse il tipo da sveltina ad una festa- e lei non era in nessuna.
Aspettò che chi era nel bagno uscisse per vedere se era lei. Quando la porta si aprì si trovò davanti Zayn.
«Ciao» le disse sorpreso ma con un gran sorriso.
«Hey, ciao, non è che per caso hai visto una ragazza mora con gli occhi verdi...» iniziò guardando alle spalle di Zayn per controllare che non fosse nel bagno.
«Non c'è nessuno dentro, ero solo» ridacchiò lui.
«Oh certo, scusa, è che non la trovo» si giustificò imbarazzata Perrie.
«In ogni caso credo ci fossero varie ragazze more e con gli occhi verdi... se mi dici di più ti aiuto a cercarla» le sorrise Zayn comprensivo «è tua sorella?»
«Grazie mille e comunque no, è la sua amica.»
«Mmh può essere che magari è andata già via?» ci pensò Zayn.
«Boh, non so, siamo venute insieme, perché avrebbe dovuto andare via prima? E poi da sola?» rifletté la bionda.
«Io ho visto una mora andare via con un ragazzo biondo, lei era vesitita di nero o blu scuro mi pare» la informò Zayn.
«Sì può essere lei, lui è suo cugino» asserì Perrie.
«Vado giù a vedere se le mie sorelle magari l'hanno trovata, vieni?» chiese la bionda.
«Andiamo» disse il moro scendendo con la ragazza.
«Oh Perrie, eccoti» esordì Ginni «Jade ha risposto che è andata a casa con Niall perché è stata male e si sono dimenticati di dircelo» spiegò.
«Ah va bene, allora non dobbiamo cercarla più» notò Perrie «grazie dell'aiuto» si rivolse a Zayn.
«Figurati» le sorrise.
«Allora possiamo anche andare» concluse Daisy.
«Sì, adesso andiamo» concordò la sorella maggiore.
Salutarono Zayn, che andò in cucina dove c'erano i suoi amici, e tornarono a casa.


HEY :)

Dopo un'eternità ho ripreso a scrivere questa ff e ho intenzione di finirla. Non so se è rimasta qualche buon anima a leggerla, ma la continuerò lo stesso. L'ottavo capitolo è già pronto, lo pubblicherò nei prossimi giorni. 
Se qualcuno sta leggendo lo prego di farmi sapere cosa ne pensa che, come dico sempre, mi servirà per migliorare.
Ciao :)
   
 
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