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Autore: willow11    22/08/2014    6 recensioni
Cosciente del suo "dono", Santana torna ad Hogwarts per imparare a controllare i suoi poteri.
La storia è il seguito di OBLIVIATE ed è ambientata durante il sesto libro della saga di Harry Potter, saranno presenti i personaggi principali della saga.
Santana/Hermione
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Finn Hudson, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Obliviate'
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obliviate 2.12
Appena i mangiamorte lasciarono la torre, Santana uscì dal nascondiglio e si affacciò.
Ai piedi di questa giaceva il corpo senza vita di Silente.
La mora si trattenne dallo scoppiare a piangere e urlare.
Non era possibile.
Non poteva essere successo realmente.

Poi improvvisamente si ricordò di Harry e del petrificus totalus.

Una volta liberato dal mantello e dall’incantesimo il ragazzo era ancora paralizzato.

-Io ero qui e non ho fatto niente, qualcuno sapeva che ero qui e mi ha pietrificato- disse sconvolto.
-Harry…- cercò di calmarlo lei.
-E’ morto, Silente è morto…-
-Harry calmati- disse con fermezza Santana.

Harry si calmò per un attimo e guardò la ragazza –i mangiamorte, sono ancora nel castello!- disse lei indicando il marchio nero che sventolava nel cielo come una grossa vela corsara.



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-Impedimenta!- urlò Hermione.
-Pietrificus Totalus- urlò Ginny.
-Reductor- urlò Quinn.

-Crucio- rispose Bellatrix Lastrange mentre scappava via dal castello insieme agli altri mangiamorte.

Hermione scansò l’incantesimo e continuò l’inseguimento.
Accanto a lei Ginny, Quinn, Ron, Finn, Neville e Luna continuavano a scagliare incantesimi.

Quinn ed Hermione sapevano bene che una volta arrivata in sala comune avrebbero ripristinato il vecchio esercito di Silente.

Finn Hudson, che si trovava li per caso, aveva deciso di unirsi a loro, e conoscendo la sua bravura nel quidditch sicuramente non sarebbe stato da meno con gli incantesimi.

Inoltre gli Auror tardavano ad arrivare.
Avevano bisogno di tutto l’aiuto possibile.
Era successo qualcosa, qualcosa di molto grosso per mettere in fuga i mangiamorte più Malfoy e Piton da Hogwarts.


-Stupeficium!- Urlò Hermione colpendo in pieno uno dei mangiamorte.
La maledizione sollevò il mangiamorte e lo scagliò contro un albero.

Bellatrix allora si fermò e si girò verso Hermione.

-Come osi, lurida mezzosangue?- Chiese con voce stridula mentre Piton e Malfoy erano già lontani.
Hermione deglutì leggermente terrorizzata dall’ira di quella donna.
Si guardò intorno, Finn, Luna e Neville erano impegnati a combattere un paio di mangiamorte.
Dall’altra parte Quinn e Ginny erano impegnate a scansare i lampi verdi di altri due mangiamorte.
Ron invece era corso ad inseguire Malfoy e Piton.

Bellatrix sorrise beffarda costatando che Hermione fosse rimasta da sola.

Hermione si mise in posizione di difesa con la bacchetta pronta a contrattaccare.

-Avada-
La mangiamorte non riuscì a completare la frase che la bacchetta gli volò via.

Dall’oscurità apparve Santana interponendosi tra Hermione e Bellatrix, puntando l’unica bacchetta che le era rimasta, quella di Brittany, contro la mangiamorte.
 
-Santana!- Disse con un sospiro Hermione non credendo ai suoi occhi.
L’ispanica non poteva crederci, era arrivata appena in tempo.
Un secondo di più e sarebbe stato fatale.

-Lopez non è vero? La nuova insegnante di volo… Mi sembra di averti già vista- Chiese Bellatrix muovendosi lentamente verso di loro.
Santana senza scomporsi continuò a tenere puntata la bacchetta contro di lei.

Un attimo dopo Harry Potter superò Bellatrix, Herimone e Santana correndo verso Piton e Malfoy.

-Ahahah Potter!- Urlò ancora la mangiamorte guardando il ragazzo allontanarsi.
-Ferma!- Le urlò Santana.

Bellatrix si girò verso di lei -su avanti… che aspetti?- Le chiese divertita –fallo!- Urlò con voce stridula.
Santana deglutì a vuoto, di certo non voleva ucciderla.

La Mangiamorte cominciò a ridere di gusto, poi il suo sguardo si posò sulla bacchetta che Santana stringeva in mano e i suoi occhi s’incupirono.

L’ispanica, notando che qualcosa in lei stava cambiando si concentrò su i suoi pensieri.

Tutta la rabbia era sparita, e aveva lasciato spazio alla nostalgia dei banchi di scuola, e a due bambine, una bionda e una mora con i capelli ricci, che giocavano e fare incantesimi.
Nei ricordi della Bellatrix le due piccole Serpeverdi, crescevano e cresceva il loro potere, tuttavia la bionda sembrava decisamente più brava, addirittura da fare gli incantesimi senza bacchetta.

Ad un tratto fiamme e morte invasero i ricordi della mangiamorte.


S
antana vide Bellatrix adulta con la bacchetta puntata contro la bionda ormai adulta anche lei.
Dovevano avere massimo trenta anni, Bellatrix era sempre la stessa, solo con meno rughe, i denti lucenti e lo stesso ammasso di capelli ricci che le incorniciava il viso, la bionda invece portava i capelli corti ed era alta e slanciata.

A Santana ricordava tremendamente Brittany.

-Potevamo avere tutto Sue…-
-Questo è quello che lui ti fa credere…- rispose la donna disarmata e dall’aria molto stanca.
-Saremo al suo fianco, tu con il tuo potere della mente, io con i miei incantesimi…- cercò di convincerla la mangiamorte, mentre la stanza in cui erano stava andando in fiamme.
-Sei così ossessionata da lui che pensi davvero che ti farà dividere il potere? Quando non avrà più bisogno di te, ti ucciderà… Ti prego Bella, ripensaci… Scappa… Scappa con me, sei ancora in tempo!- Disse la bionda addolcendo lo sguardo e senza mai interrompere il contatto visivo.

La mangiamorte sembrò pensarci su, poi sbatte le palpebre un paio di volte come se fosse stata per un attimo vittima di un incantesimo.
-Mi stavi provando a controllare?- Urlò la Lestrange.
-No!-
-Bugiarda…- ridacchiò sadica la mangiamorte.

-Perché non mi uccidi e basta? Non è per questo che sei qui?-


Santana vide la mangiamorte temporeggiare, mai avrebbe pensato di leggere il dispiacere in quegli occhi da pazza.

-Sei sempre stata così testarda! Hai anche una figlia!
-Brittany capirà- disse la bionda guardandola negli occhi.

A quel punto Santana capì, e un lampo verde colpì in pieno la donna che cadde a terra con gli occhi spalancati.
Bellatrix guardò la donna che aveva appena ucciso e respirò affondo per trattenere le lacrime.
Poi spostò gli occhi sulla bacchetta di Vite della donna che era volata dall’altra parte della stanza.


Nell’ultimo ricordo Santana vide una bambina di tre anni bionda e con gli occhi chiari, giocare nel cortile di casa sua.
Per poco non si commosse nel vedere la piccola Brittany correre e giocare, era già bellissima pure da bambina.
Alla fine la bimba si avvicinò a dei cespugli e trovò incastrata la bacchetta di Vite.


-Lastrange!!-
L’urlo di Piton risuonò per tutta la foresta proibita.
La donna si ridestò dai suoi pensieri e guardò la latina che era decisamente senza parole -ci rivedremo carine…- disse solo prima di allontanarsi insieme agli altri mangiamorte che piano piano stavano lasciando il campo di battaglia.

Santana guardò la donna allontanarsi e il marchio nero scomparire dal cielo.
Finalmente erano arrivati gli Auror.

A quel punto si girò verso Hermione.

Avevano il respiro affannato e lo sguardo incredulo.

Ma erano vive, entrambe.

Senza aspettare un minuto di più, la Grifondoro le si buttò al collo e l’abbracciò con forza.
Santana a quel contatto ricominciò a respirare.
Da quando aveva visto il marchio nero non aveva fatto altro che pensare a lei.

-Lopez, finalmente sei arrivata, non ci speravamo più- disse Quinn con il respiro affannato.
-Fabray il tuo tempismo è sempre perfetto- la punzecchiò l’ispanica, anche se era decisamente sollevata di vederla sana e salva.

-Harry!- disse Hermione staccandosi da Santana e correndo incontro all’amico.

Il ragazzo si fece stringere, senza però cambiare espressione.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.

Hermione, sentendo che c’era qualcosa che non andava si staccò da lui.

-Che è successo? Harry dov’è Silente?-



Alle porte di Hogwarts sotto la grande torre di astronomia, giaceva il corpo senza vita di Albus Silente.

Tutti gli studenti e i professori erano usciti dai propri dormitori e si erano riversati nel grande cortile per capire cosa fosse successo quella notte.
Anche gli Auror, tra cui il professor Lupin, Tonks e Jesse St.James faticavano a capire.

La verità era che non c’era molto da capire.

Albus Silente era morto. Ad ucciderlo, il suo più fedele servitore e amico: Severus Piton.

Non era possibile, Santana aveva sentito i pensieri di Piton implorare pietà.
Piton non voleva ucciderlo, eppure l’aveva fatto, ma perché?
L’ispanica guardò Harry stringere con forza il corpo del preside, e decise che non era quello il momento di darsi delle risposte.

Ci sarebbe stato tempo.

Poi guardò Hermione, era distrutta dal dolore, con gli occhi gonfi di lacrime e la paura in corpo.
Mentre la professoressa McGranitt alzava la propria bacchetta verso il cielo, invitando tutti gli altri a farlo, Santana si mosse verso la Grifondoro.

Senza chiederle il permesso intrecciò la propria mano con la sua.

Hermione, riconoscendo il tocco, strinse più forte la presa.




Mentre il cortile si riempiva di luce nuova, le due ragazze non avevano schiodato l’una gli occhi dall’altra.

Senza proferire parola e con le mani ancora intrecciate, lasciarono il cortile dirigendosi verso il castello.

Superarono l’atrio, la sala grande e salirono le scale fino a raggiungere il terzo piano.
C’era silenzio, ma nessuno dormiva.

Nessuno sarebbe riuscito a dormire quella notte.

Una volta entrate nella stanza di Santana, questa, si girò a guardarla.

Erano imbarazzate e sconvolte, ma Santana sentiva che Hermione lo voleva quanto lei.
Sentiva che era il momento.

La morte sconvolge i vivi. E il tempo vivo passato a non parlarsi era del tempo perso.
E finalmente l’avevano capito.
Entrambe.

Hermione staccò la presa e portò una mano sul viso della latina cominciando ad accarezzarlo.
Passò le dita affusolate prima sulle labbra e poi sul mento, facendola arrossire.
La Grifondoro sorrise a quel riflesso incondizionato, era di quello che si era follemente innamorata.

Santana sentì il suo pensiero e sorrise.
Lei leggeva la mente.
Lei stava leggendo la mente di Hermione.

Ed Hermione non lo sapeva, ancora.
Doveva dirglielo.

Proprio in quel momento, la più giovane, spostò lo sguardo sulla sua fronte e vi passò le dita.
Santana, con stupore, seguì quel lieve movimento.
Poi, senza preavviso, Hermione fece un piccolo scatto e le baciò la fronte.

-Lo sai già?- Chiese piano Santana.
Hermione annuì -lo so già…-
Santana sgranò gli occhi incredula.
-E come?-
-Quinn… Tu non c’eri e io volevo delle risposte…- rispose sottovoce.

Santana abbassò lo sguardo –mi dispiace Hermione… Non volevo mentirti è solo che…-

Hermione la bloccò poggiando delicatamente la propria mano sulla sua bocca –shh… è tutto apposto San…-

L’ispanica allora le spostò la mano -mi dispiace per tutto, mi sono comportata da stronza… Ero spaventata e arrabbiata e…-
-Santana…- la richiamò la più piccola attirando completamente la sua attenzione -stai parlando troppo, e io voglio fare l’amore… dovresti saperlo, no?- disse a bassa voce mordendosi un labbro.

Santana avvampò sentendosi quel movimento al basso ventre che fino ad allora aveva tenuto lontano.
Così guardò Hermione e, senza esitare, colmò quel vuoto che per troppo tempo le aveva divise.
Hermione approfondì il bacio e la strinse forte, infilando le mani sotto la felpa di Santana che si sentì bruciare al solo tocco.

Era tutto molto confuso ma intenso.

Santana, per correttezza stava provando a non leggere le emozioni di Hermione, ma era stanca e aveva combattuto, e questo richiedeva troppo energia.

Così aveva interrotto l’incantesimo di protezione e si era lasciata andare.
Ogni tocco, ogni bacio, ogni carezza veniva amplificato dalle loro emozioni.
Sentiva il desiderio della Grifondoro mischiarsi con il proprio, ed era incredibilmente intenso.
Così intenso da farle paura.
E se qualcosa fosse andata male?
Aveva già perso Brittany e non avrebbe sopportato di perdere anche lei.



Santana aprì gli occhi staccandosi dal bacio, e la vide.

Era bellissima, distesa sul letto sotto di lei, illuminata per metà solo dalla luce della luna.
I boccoli castani le cascavano disordinati sulle spalle nude, coperte solo dal laccetto del reggiseno che divideva le braccia dal decolté.  

Hermione la vide aprire gli occhi e osservò la sua espressione cambiare.
Santana sentendosi studiata deglutì a vuoto e si portò accanto a lei.

-Scusa…- disse poi -sono solo un po’ confusa…-
-E’ per via del tuo dono?- Chiese la Grifondoro.
-Anche…-

Hermione s’incupì appena.

-No… non ho dubbi su di noi…- precisò la latina dopo aver sentito il suo pensiero.

La Grifondoro rise –per la barba di Merlino San, sei straordinaria… mi ci dovrò abituare-

Santana abbassò lo sguardo imbarazzata.
Era straordinaria, ma l’ultima cosa che voleva era leggerle nel pensiero.
Non voleva violarla.
Non più.
Tuttavia, in quel momento, erano ben altre le sue preoccupazioni.

-Siamo in guerra Herm-
-In questo momento non mi pare…- Rispose la più piccola leggermente ammiccante.

Santana rise -scema, lo sai a cosa mi riferisco…-
Hermione si fece seria –No San, non ti permetterò di distruggere tutto di nuovo solo perché hai paura… Come se tutto questo non fosse già abbastanza…-
-E’ pericoloso, se tu-sai-chi scoprisse del mio dono, tu saresti in grave pericolo-
-Sono la migliore amica di Harry Potter, sono già in grave pericolo… da sei anni, Santana- rispose a tono la Grifondoro.

Santana abbassò lo sguardo.
Di nuovo.

Hermione respirò a fondo e cercò i suoi occhi.
Erano profondi e luminosi come mai lo erano stati fino allora.


-Senti…- disse infine –se… V… oldemort…- pronunciò con difficoltà provocando stupore nell’altra –dovesse uccidermi adesso, avrei solo un rimpianto… Tu…-
Hermione abbassò leggermente lo sguardo e poi lo rialzò risoluto.

-Ti amo Santana Lopez… e non voglio rimpianti con te… e so che non li vuoi neanche tu…-
Alla mora scappò una lacrima, non credeva sarebbe riuscita a piangere dall’emozione.
Di nuovo.

Sentiva che Hermione si aspettava una risposta, una risposta grande quanto una dichiarazione d’amore.
Così aprì la bocca, e si fece coraggio… ma come era già successo qualche minuto prima, Hermione le poggiò le dita su questa per impedirle di parlare.

-Non sei ancora pronta per questo…- le disse sorridendo.

Santana si sentì sollevata, non aveva dubbi su quello che provava per Hermione, ma l'idea di dirlo ad alta voce la terrorizzava.
Ed Hermione l'aveva capito.
Hermione capiva sempre tutto.
E l'avrebbe aspettata, anche questa volta.

-adesso sei tu quella che legge nel pensiero!- sorrise Santana.
-Ho avuto una buona insegnante- rispose scherzando ammiccante mentre con maestria le saliva sopra.

Come se fosse possibile, Santana s’imbarazzò ancora di più.

Tutta quella iniziativa la stava facendo impazzire dal desiderio.

Così allungò la mano destra e la portò sulla spalla di Hermione abbassando prima la spallina destra e poi quella sinistra.

Poi la guardò negli occhi e la baciò, suggellando il loro amore nella notte più lunga della loro vita.






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E siamo veramente alla fine,
manca solo un capitolo(l'epilogo)

Ho pensato di scrivere il seguito di obliviate fondamentalmente perchè non vedevo l'ora di scrivere due scene. Una è nella prossima storia, l'atra l'avete appena letta.
Non so se ci sono riuscita a pieno, spero comunque di avervi emozionato almeno un pochino.

Mi piacerebbe dilungarmi ma sono molto curiosa di sapere che ne pensate, e se vi aspettavate tutto questo...

Intanto vi ringrazio di cuore
ci vediamo per l'epilogo

Chiara







  
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