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Autore: Psiche    13/01/2005    1 recensioni
Non sempre l'amore è simbolo di felicità, soprattutto quando la tua metà non sa comprenderti. e se qualcuno riscisse a "consolarti" nel modo che prima di allora consideravi il più squallido di tutti?
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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MIME-Version: 1.0 Content-Location: file:///C:/14C95629/Passaronoigiorni.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" Passarono i giorni, io non rivolsi la parola a Trunks per settimane anche se, essendo in classe insieme, a volte era inevitabile scambiare qual= che parola

Passarono i giorni, io non rivolsi la parola a Trunks per settimane anche se, essendo= in classe insieme, a volte era inevitabile scambiare qualche parola. Si tratta= vano comunque di cenni con la testa o tutt'al più di monosillabi. Io non riuscivo a perdonarlo. Va bene, era solo un bacio! Ma…ma dato da lui, cazzo!

Poi, dato che le disgrazie non vengono mai da sole, come se non bastasse anche c= on Goten le cose non andavano per il verso giusto. Lo amavo. Giuro che lo amav= o. Ma era tutto così complicato. 

Tuttora non so se le mie paure erano fondate…eppure all'epoca ne ero certa. G= oten mi voleva bene ma, infondo, era interessato ad un'altra. Non ne ho mai avut= o la conferma, spesso mi dicevo che non poteva essere possibile. E la cosa peggi= ore era che la persona che credevo fosse nel cuore di Goten era una mia carissi= ma amica, che studiava con me al corso di canto e soprattutto era la sua migli= ore amica. Eppure non ho mai saputo la verità, eppure tutte le volte che volevo chiedergli spiegazioni ed ero incazzata nera, bastava abbandonarmi f= ra le sue braccia per sciogliere il mio sguardo di ghiaccio e dimenticarmi di tutto. Perché non ero forte, non lo sono mai stata. Nonostante le apparenze ho sempre avuto paura di tutto e di tutti, e soprattutto di me st= essa e delle mie "uscite", dei miei attacchi di rabbia sempre nei mome= nti meno opportuni e della loro infallibile strategia per farmi rovinare tutto o farmi passare istantaneamente dalla parte del torto.

Una sera mi trovavo sola in camera a studiare alla mia scrivania; le candele su= lla mensola sopra di questa creavano sul muro strani giochi di ombre. Mi piaceva stare in camera con la sola luce delle candele. La stanza ne era piena. Sul= la mensola una fila di  28  di candele (28 perché era i= l mio numero preferito) lunghe e affusolate illuminavano una piccola parte della stanza, lasciando l'altra parte, ovvero quella vicino alla porta, nel buio più totale. Poi sul comodino due portacandele a forma di lampioni  e un altro a forma di lanterna contenevano dei piccoli ceri accesi. Solo quell'atmosfera, con l'aggiunta di qualche stecca d'incenso (ah, pensavo di Malboro NdAnnapisa)  accesa, riusciva a ridarmi la calm= a che ormai da giorni avevo perso. Poi, il rumore della porta che si apriva interruppe quella calma. Mia madre irruppe nella stanza con furia ed io rabbrividii per il contrasto creatosi fra calma e nervosismo.

-c'è Trunks, amore. Posso farlo entrare?-

rimasi un attimo in silenzio. Lui qui? E per quale motivo poi? 

Il fumo che la stecca d'incenso sulla mia scrivania creava bruciandosi formava davanti ai miei occhi strani cerchi profumati. Feci un respiro profondo qua= si per immagazzinare tutto il profumo e assaporarlo a poco a poco. Mi alzai

-no, vado io da lui- dissi a mia madre

Mentre uscivo dalla mia stanza buia mi salì un cerchio alla testa, forse pe= r il nervosismo, forse per tutto quell'odore d'incenso immagazzinata durante quel respiro.

-ciao- mi disse Trunks mentre io tentavo ancora di abituarmi alla luce della sala.=

-ciao, cosa c'è?-

-vorrei parlarti- mi sussurrò

ci pensai un attimo

-vieni- gli dissi -mamma, andiamo un attimo fuori- gridai

una volta fuori ci sedemmo sulla soglia del portone. Faceva freddo. Cominciai inevitabilmente a tremare. Gli scroccai una sigaretta e la accesi. dopo qua= lche tirata fatta nel più assoluto silenzio interrotto solo dal mio respi= ro affannoso a causa del freddo, con la sigaretta tenuta nella mano destra gli chiesi tremando

-allora?-

sorrise

-sai che le macchie di rossetto sulle cicche sono incredibilmente attizzanti?-

guardai la sigaretta e vidi il segno lasciato dal mio rossetto, non risposi; appogg= iai di nuovo la sigaretta sulle labbra che non riuscivano a smettere di tremare= . Io tremavo. Il freddo pungente mi penetrava nelle ossa e i muscoli si irrigidivano, mi stringevo sempre più nelle spalle tenendo la mano sinistra fra le gambe.

-sai- riprese lui serio -riguardo a quello che è successo…-

Finalmente si scusava! Finalmente era giunto il momento in cui mi avrebbe detto "facciamo finta che non sia successo nulla!" in cui io avrei potu= to tirarmela da paura e fargliela pagare. Non sarebbe stato facile per lui ottenere il mio perdono e sapevo che adesso avevo io il coltello dalla parte del manico.

-io non sono pentito- mi disse secco lui mandando a farsi fottere tutti i miei = silenziosi progetti di vendetta

I suoi occhi di ghiaccio mi fissavano impassibili, il gelido venticello gli scompigliava leggermente i capelli. Avrei voluto alzarmi e mollargli uno schiaffo. Ma non lo feci.

-sei insopportabile- gli dissi con disprezzo

-lo sei pure tu- mi rispose severo -quanti problemi ti fai? Eh? Una marea! E il rispetto per Goten, e i suoi sentimenti, e il tuo amore per lui…- Tru= nks stava urlando con voce bassa per non farsi sentire dai miei. Avevo capito b= ene: mi stava rimproverando! Lui! Lui stava rimproverando me!<= /p>

-come puoi dire di amare una persona? A quest'età! Io non ho mai amato nessuna, lo sai? E sono sempre stato bene, mi faccio chi mi pare senza ness= un tipo d'impegno e sono felice. Guardati: stai con un ragazzo e ogni giorno t= i preoccupi per qualsiasi scemata-

io lo guardavo interrogativo

-"Trunks ho paura che Goten mi lasci" "Trunks ho paura che Goten mi tradisca" "Trunks, secondo te a lui interessa solo portarmi a letto?"- continuò cercando di imitare la mia voce

-ogni mattina è così! soffri per quello e vieni da me a piangere!- = mi disse sprezzante

io ero ammutolita

-Cazzo! Ma se ti devi fare tutti questi problemi lascialo!-

silenzio

-sei un bastardo- dissi gettando il mozzicone di sigaretta a terra e espirando l= 'ultima boccata di fumo bianco

-forse. Ma sto dicendo le stesse cose che pensi tu!-

rimasi attonita: aveva ragione.

-io non ho mai pensato di lasciare Goten-

-e invece sì. È che non vuoi ammeterlo…-=

-vaffanculo-

-non hai più argomenti per difenderti e siamo passati alle offese?-<= /o:p>

-togliti quel fottutissimo sorrisetto dal muso o te lo spacco-

-che paura…-

-stronzo…-

Rimanemmo in silenzio. poi notai che Trunks si era fissato sulla capanna in mattoni davanti casa mia

-che ti prende?- gli chiesi

Senza dire nulla mi prese per un braccio e mi trascinò lì dentro. Nonostante avessi capito cosa voleva fare non opposi resistenza…non ne avevo voglia. Per me farmi fare da lui era lo stesso che tornare in camera = mia a studiare. Pensai a come ci sarebbe rimasto male Goten se fosse venuto a saperlo, a quanto gli stavo mancando di rispetto non opponendo nemmeno un briciolo di resistenza a Trunks ma sinceramente non me ne fregò più di tanto. Sorrisi al pensiero che quello che stavo facendo…fino a poco tempo fa la ritenevo la cosa più squallida= del mondo: sesso senza amore.

-vaffanculo- dissi piano mentre Trunks mi stava appiccicando al muro dentro la capanna

-grazie- rispose. Ma quel vaffanculo non era per lui! Era per Goten. Per i suoi disc= orsi del cazzo sul rispetto e per quelle promesse d'amore, sicuramente false, ch= e mi faceva. Per quei suoi "ti amo", per quei suoi "mi manchi&quo= t;, per tutte quelle puttanate che diceva a me ma che erano diretti alla sua migliore amica, per tutti quei fottutissimi momenti di merda che mi stava f= acendo passare.

Trunks mi stava spogliando con violenza ed io mi sentii piccola piccola pensando al fatto che, se un giorno avessi fatto sesso con Goten, sarei stata io a proporlo, a spogliarlo, a prendere il controllo di tutto. Io sotto qualcuno? Mai e poi mai! E invece Trunks mi aveva buttato per terra ed era salito sop= ra di me…io nemmeno ci facevo caso! Stavo pensando ai fatti miei. E ment= re lui mi sbatteva con violenza e veniva dentro di me io sorrisi di gusto pens= ando che quella non era altro che una vendetta cattiva e silenziosa nei confront= i di Goten, che il giorno seguente l'avrei guardato con aria di superiorit&agrav= e; provando per lui pena e allo stesso tempo disprezzo: cazzo bimbo, avevi a svegliarti prima! Io mi lasciavo fare da Trunks gemendo e urlando, prima dal dolore, poi dal piacere in un atto che nulla aveva di amore, ma che sembrava dire da tutte e due le parti: Goten vaffanculo!

 

Tornai in casa. Mi pervase un odore di caldo, di quando si mangia pane arrostito di fronte ad un camino acceso, l'odore che c'è nelle vecchie trattorie dalle pareti in mattone senza intonaco quanto tutti sono andati via. Quella sensazione di forte contrasto fra il caldo dei termosifoni che sa di polver= e e il profumato vento fresco di ottobre. Andai tranquilla in camera mia, la st= ecca d'incenso era finita e aveva lasciato ai suoi piedi un tubicino di cenere marrone. Le fiammelle delle candele continuavano a ballare silenziosamente. Tornata in casa tutto mi sembrava diverso. Io ero diversa, adesso non più vergine; la camera, le stanze…tutto aveva un odore, un col= ore, un'atmosfera diversa. E tutto visto da una diversa prospettiva. Quella notte andai a letto e dopo tanto tempo da un mese a quella parte dormii tranquill= a, soddisfatta…e la mattina seguente mi svegliai con il sorriso sulle la= bbra piuttosto che con un desiderio irrefrenabile di vomitare. 

 

 

 

 

 

 

  
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