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Autore: zinzuleddha    23/08/2014    2 recensioni
"Finirei i miei giorni se ciò potrebbe farti stare meglio"
- Sequel di 'Demolition Lovers' http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2754213&i=1
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel sabato pomeriggio cambiammo itinerario, dirigendoci in spiaggia dove, non appena arrivammo, Frank cominciò a correre, lanciando sabbia ovunque.
"Dai, G-gerard, vieni!" mi urlò, lanciandosi a terra e cominciando a rotolarsi.
Vederlo così felice mi faceva stare bene.
Cominciai ad inseguirlo quando cominciò a lanciarmi della sabbia addosso, mi lamentai non appena me ne andò a finire un pò in faccia.
"Dai Frank, mi va negli occhi" gli urlai, forse un pò troppo scontroso. Lui annuì, lasciandosi scivolare la sabbia dalle mani. Tutt'un tratto sembrava triste, perciò avanzai verso di lui, abbracciandolo, "..E poi non ti posso ammirare" continuai, baciandogli la nuca. Sorrise nuovamente, spingendomi e ricominciando a correre.
"Frank, fermati" gli urlai, questa volta ridendo, "Sono vecchio, faccio fatica a tenere il passo" alla mia affermazione scoppiò a ridere, ricominciando poi a correre. Tutt'un tratto cadde, facendomi sobbalzare. Corsi verso di lui, prendendolo poi in braccio.
"Aspetta, tieni gli occhi chiusi, hai della sabbia in faccia" gli dissi serio, cercando con tutta la delicatezza del mondo di cacciargli la sabbia da sopra le palpebre: i suoi occhi erano molto delicati, persino il vento avrebbe potuto danneggiarli ulteriormente.
"Okay, puoi aprirli" gli sussurrai, lasciandogli un leggero bacio all'angolo della bocca; li aprì, rivolgendomi uno dei suoi migliori sorrisi.
"Ti son cedute le gambe?" chiesi preoccupato, sperando non si fosse fatto male. Annuì nuovamente. "G-Gerard, quanti an-anni hai?" disse ridacchiando, mentre lo aiutavo a mettersi seduto.
"28" risposi, stringendolo fra le braccia e accarezzandogli i capelli. Annuì, ridendo, "I-indovina quanti n-ne ho io" mi sfidò, alzando il mento. "18" risposi orgoglioso, solleticandogli il naso.
"C-come fai a s-saperlo?" Continuò stiracchiandosi, prima di sdraiarsi nuovamente sulle mie gambe.
"Io so tutto" scherzai, poggiando il mio naso sul suo. "Ti sei stancato?" continuai, poggiandogli una mano sulle gambe; annuì, aggrappandosi al mio collo e rimettendosi seduto.
"Andiamo a casa?" gli chiesi, massaggiandogli la schiena; annuì nuovamente, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo, come gli era oramai d'abitudine fare.

Finimmo per fare l'amore quella sera.
Successe tutto così in fretta, suppongo fu la prima volta per tutti e due. Provai una strana sensazione nel vedere Frank provare piacere a causa mia.
L'ultima cosa che mi sussurrò prima di addormentarsi fu che aveva paura, ricordai solo allora che giorno sarebbe stato domani.
Fui assalito dall'ansia, domani sarebbe stato il giorno dell'intervento.
Avrebbero operato Frank nella speranza che avrebbe potuto riacquistare la vista.
I dottori mi avevano detto che fare l'operazione sarebbe stato solo uno spreco di soldi visto le condizioni di Frank e che il 99,9% delle probabilità era che sarebbe rimasto cieco ma, c'era quello 0,1% che mi dava speranza. Non mi importava se sarebbe stato 'uno spreco di soldi', non volevo morire col rimorso di non averci provato, avevo fin troppi dispiaceri sulla coscienza.

. . .

Balzai dal letto non appena sentii la sveglia, strofinandomi gli occhi prima di guardare l'orario: segnava le undici e mezza.
Notai che Frank era già sveglio. Stiracchiandosi si mise in piedi, avanzando poi verso di me. Mi abbracciò, capii che era in ansia.
Lo accarezzai, "Andiamo a fare la doccia, è tardi" gli sussurrai. Sospirò, annuendo e seguendomi in bagno.
Si coprì il volto mentre gli insaponavo i capelli, prima di risciacquarlo e porgergli una mano per aiutarlo ad uscire. Esitò ad afferrarla, per poi sedersi nella doccia, coprendosi nuovamente il volto. Mi si contorse lo stomaco non appena lo sentii singhiozzare, mi resi conto solo allora quanto la situazione potesse essere seria.
Feci per prenderlo in braccio ma si dimenò, finendo per sbattere violentemente il gomito contro la parete e piegarsi in due dal dolore.
Approfittai del momento di distrazione per cercare di prenderlo nuovamente in braccio e asciugarlo, prima di mettergli su i vestiti.
Mi scongiurò un ultima volta di 'risparmiarlo', prima di mettere piede in ospedale.
Mentre lo accompagnavo dentro la stanza mi afferrò la mano, aumentando la presa fino a farmi male. Oramai rassegnato, l'ultima cosa che mi chiese fu di tenergli la mano durante l'intervento. Mentii dicendogli che l'avrei fatto, uscendo dalla stanza poco dopo, non appena fu anestetizzato.
Cinque ore trascorsero da quando lo lasciai li dentro, cinque ore nelle quali l'ansia non aveva fatto che tormentarmi, facendomi venire la nausea.
Mi distolsi dai miei pensieri non appena un'anziana signora mi chiese il permesso di sedersi al mio fianco. Ovviamente annuii, abbassando lo sguardo.
"Aspetti la tua ragazza?" ruppe poco dopo il silenzio, indicandomi la sala parto. Scossi la testa, indicandogli la sala operatoria dell'oculista, "Aspetto il mio ragazzo" dissi con un filo di voce, sospirando.
Annuì, sorridendomi, "Vedrai che andrà tutto bene" disse poi, poggiandomi una mano sulla spalla, prima di alzarsi e scomparire dietro l'angolo del corridoio.
Sussultai non appena il dottore chiamò il mio nome, notai un grande sorriso sulle sue labbra, ciò significava che le cose erano andate bene.
Mi misi in piedi, seguendolo nella stanza, come mi aveva detto di fare. Mi disse poi che Frank era ancora sotto l'effetto dell'anestesia e che parlargli avrebbe aiutato a farlo risvegliare, prima di porgermi una scatola. Mi spiegò che era un collirio e che, trascorsi tre giorni, avrei dovuto cacciare la benda a Frank e metterglielo due volte al giorno, prima di ricordarmi nuovamente che la maggioranza delle probabilità erano che Frank non avrebbe riacquistato la vista, per poi lasciare la stanza.
Fui assalito dai flashback non appena vidi Frank immobile su quel lettino. Mi si contorse lo stomaco.
Mi sedetti al suo fianco, prendendogli la mano, mi si sciolse il cuore non appena mi sorrise.
Mi precipitai sulle sue labbra, accarezzandogli il volto.
Mi disse di non aver sentito alcun dolore e che adesso stava bene. Fece per cacciarsi la benda ma lo fermai, spiegandogli che l'avrebbe dovuta tenere altri tre giorni.
Annuì, sembrava dispiaciuto dalla mia affermazione, ma poi mi sorrise nuovamente, abbracciandomi.
Dopo numerosi accertamenti, mi dissero che potevamo andare, così, felice di poterlo stringere nuovamente tra le braccia, lo aiutai ad alzarsi, dirigendoci poi a casa, dove lo avrebbe aspettato del meritato riposo.






- Ladies and Germs, rieccomi quì, con il terzo capitolo!
..Oggi ero a corto di ispirazione, spero possa piacervi e, chiedo perdono per gli eventuali errori.

Ci tenevo a precisarvi che la storia sta volgendo al termine e che, se non stravolgerò nuovamente il finale, mancano solo due capitoli all'epilogo.

Vi aspetto come sempre tra le recensioni! Fatemi sapere che ve ne pare! :) -

A presto
- Danny x

   
 
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