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Autore: thera    24/08/2014    1 recensioni
Se Minato fosse sopravvissuto all'attacco della volpe, che in questa if non è mai avvenuto, che cosa sarebbe successo quando gli Uchiha volevano fare il colpo di stato? Il clan Uchiha è pronto a sostenere questa ambizione? Come reagirà Konoha? E le altre nazioni?
Obito scosse più volte la testa per allontanare quei pensieri, ma sembrava che tutti i suoi sforzi andassero a vuoto, se riusciva ad allontanare quelle immagini, dopo qualche secondo, tornavano, inesorabilmente, indietro. L'imponente sagoma dell'ospedale servì insieme a rassicurarlo e metterlo ancora più in ansia, che cosa avrebbe fatto se lei fosse morta? Iniziò a correre più veloce, ma quello che vide riuscì solo a gelargli il sangue nelle vene, c'erano molti cadaveri e ancora più sangue, sul pavimento, sulle pareti e perfino sul soffitto. Come diavolo poteva finire del sangue sul soffitto? C'erano delle urla e lui si diresse istintivamente verso la loro fonte. Ma più avanzava più sembrava rallentato, tutti quei corpi stremati per terra lo distraevano, guardava tutti i loro volti, uno per uno, per accertarsi che non fossero lei. I suoi occhi lo ingannavano, ogni singola ragazza dai capelli castani assumeva inspiegabilmente le sue sembianze
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Minato Namikaze, Un po' tutti | Coppie: Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Capitolo 12
Bambini soli
Notte tra giorno 5 e giorno 6 
Naruto dormiva spesso nel letto dei suoi genitori, poi, in questi giorni di guerra andava a coricarsi direttamente lì.
Quella sera tra le calde ed accoglienti coperte del letto la sua mamma si era addormentata quasi subito.
Da quando era scappato sua madre non faceva altro che tenerlo d'occhio. Naruto era convinto che se gli avesse comprato e messo un guinzaglio avrebbe avuto più libertà.
Allora aveva elaborato un piano geniale. Avrebbe fatto finta di dormire e poi, quando la mamma si sarebbe addormentata, sarebbe andato a combattere. 
La mamma aveva un sonno così pesante che nemmeno lo scoppio di una carta bomba vicino al suo orecchio l'avrebbe potuta svegliare! Naruto sorrise sgattaiolando giù dal letto, il suo piano era perfetto! Per lui non aveva alcuna importanza che l'avesse pensato anche per tutti i suoi altri piani, dei qual conosciamo già l'esito...
Decise che comunque avrebbe fatto piano. Si massaggió la testa, non voleva un altro pugno. La prudenza non è mai troppa.
Appena fuori dalla porta iniziò a correre, Naruto sapeva che correre non era proprio indicato se non si voleva farsi notare, però lui correva silenziosamente!
Aveva capito che partire con un esercito non era stata la mossa giusta, avevano fatto troppo rumore! Ben presto iniziò a sentire il clangore metallico di shuriken e kunai, ma c'era altri rumori che Naruto, per sua fortuna, non sentiva, c'era il macabro suono del sangue che zampilla e della carne straziata e dilaniata. Il suono della guerra.
***
Niente poteva fermarlo. Camminava da ore, sempre con passo costante, eppure quel bambino non rallentava.
I bambini, di solito, a quell'età hanno paura del buio e delle forme strane che fanno le ombre, lui invece procedeva instancabile. Sembrava pieno d'energie, eppure quel piccolo visino era molto stanco, lo testimoniavano i suoi occhi, profondamente cerchiati da ombre scure e troppo pesanti. Quegl'occhi erano fuori posto, anzi, sbagliati. Nessun bambino dovrebbe mai avere degl'occhi simili, erano gli occhi di un folle.
I suoi fratelli procedevano dietro di lui, impauriti, erano esausti, ma avevano troppa paura per chiedergli una sosta.
Il bambino senz'infanzia non ascoltava nessuno, faceva quello che voleva quando voleva.
Quel bambino con gl'occhi da folle non aveva nulla di infantile, peró, pensava di poterselo permettere. Lui era un mostro ed i mostri sono solo mostri a tutte l'età.
Non aveva mai nemmeno sperato d'esser solo un bambino che necessitava d'affetto.
***
Quell'ufficio trasmetteva un senso di desolazione. In periodi normali ci lavorava, sì e no, una persona soltanto, adesso invece, in periodo di guerra, ce ne lavoravano due. Youhei lo considerava uno spreco, ma l'Hokage, dopo il riuscito infiltramento di Orochimaru, sosteneva che non poteva permettersi che qualcun altro oltrepassasse, di nascosto, la barriera. Youhei, peró, nella sua giovinezza ingenua e avventata lo riteneva inutile, lui voleva combattere.
Sbuffó sdraiandosi sul tavolo.
"Hey, Yunhei! Qui succede qualcosa! Hanno attr..." l'uomo cadde a terra, non completó mai più la frase. Yunhei si precipitò verso di lui in preda al panico. Controllò il corpo. Era morto. Si guardò intorno esagitato, ma prima che potesse emettere un urlo cadde a terra anche lui.
La spia di Suna guardò il suo lavoro soddisfatta, aveva lavorato davvero bene.
***
Le mure dell'alta Konoha fecero passare un lampo di folle euforia negli occhi di Gaara. Erano arrivati, adesso poteva uccidere. Non si preoccupò minimamente dei suoi fratelli, salì su una nuvola di sabbia e arrivò dentro Konoha. Si guardò intorno. Dove sarebbe stata la sua prossima vittima? Senza ragionare inizió a correre verso la fonte del rumore. I suoi fratelli riuscivano a seguirlo appena, avevano appena finito di risalire la barriera che già lo vedevano scomparire dietro un angolo, a lui non importava null'altro. Aveva un solo imperativo nella mente. Uccidere.
***
Itachi era stanco. Erano diverse ore che si trovava lì. Sentiva le dita intorpidite e gli occhi stanchi. Era piena notte ma la tregua non era ancora arrivata. Abbassó gli occhi, triste. Quando sarebbe finita? 
Itachi guardò un istante verso casa, era sicuro che Sasuke fosse molto preoccupato, sperava solo che non s'addormentasse di nuovo sull'ingresso. L'altro giorno l'aveva aspettato fino a mezzanotte con un piatto con dei dango in mano. Era felice quella sera, il suo visetto trasmetteva una grande soddisfazione. L'aveva accompagnato in cucina e,con una palese finta noncuranza, gli aveva detto che Shisui gli aveva insegnato la tecnica con gli shuriken. Poi, però, guardando la sua faccia con una sorta di preoccupazione aggiunse che il cugino non era bravo a spiegare quanto lui. Itachi sorrise al pensiero. Si distrasse, sentiva che qualcosa non andava. Fu in quel momento che vide un uomo finire stritolato tra la sabbia. Il suo stupore durò molto poco, fece un balzo all'indietro per sicurezza e cercò di capire chi fosse l'utilizzatore. Lo trovò subito, stava ridendo, ma la sua risata era tutt'altro che normale. Era un bambino, un bambino che non era di Konoha.
Itachi lo guardó. Perchè un bambino d'un altro paese era lì? Ma soprattutto, perchè un bambino, che aveva più o meno l'età di Sasuke, rideva nell'uccidere? Chi l'aveva ridotto a tanto? Anche da quella distanza poté vedere i suoi occhi ricolmi di follia puntarsi verso di lui. Erano terribilmente eccitati, appena vide la sua manina muoversi, attivò d'impulso Susanoo, la sabbia si scontro sopra quella superficie arancione giusto pochi secondi dopo, la pressione si faceva sempre più forte, ma ad un tratto la sabbia cadde al suolo. Dal viso del bambino, adesso, si vedeva una grande rabbia. 
Fu proprio in quel momento che Itachi notò le figure di altri due bambini, erano terrorizzati. Che legame avevano con l'altro bambino?
Gaara riprovò una seconda volta ed una terza, fallendo, la sabbia non faceva altro che scontrarsi contro quella cosa arancione. Perché?
"Mamma! Perchè non riesco ad ucciderlo?! Mamma!" 
Itachi guardò il bambino e capì che era molto più fragile di quanto pensava, ma non ebbe altro tempo. La sabbia iniziò a colpire la superficie di Susanoo in attacchi con una logica sempre minore, ma con una sempre maggior frequenza
Il bambino urlava per ogni attacco fallito ed il suo viso iniziava sempre più a trasfigurarsi, la sabbia cominciava ad avvilupparsi anche intorno il suo corpicino.
Itachi sapeva che non sarebbe riuscito a reggere Susanoo per ancora molto, sentiva già tutti gli arti bruciare per lo sforzo e la stanchezza non lo aiutava di certo. Doveva farlo cadere in un genjutsu. Presto
***
Nel frattempo Kushina si girava nel letto da qualche minuto, anche nel sonno sentiva che c'era qualcosa che non andava. Si svegliò di scatto. Non le ci volle più di mezzo secondo per capire che era Naruto che mancava. Poggiò una mano sulla sua parte di letto, era ancora calda. S'alzò di scatto e si fiondò all'ingresso. Le sue scarpette non c'erano. Si piazzó una vestaglia addosso e meno di mezzo secondo dopo era alla ricerca di quell'idiota di suo figlio. Dove poteva essere? Probabilmente Naruto aveva seguito il rumore e visto che non era uscito da molto, era improbabile che la fonte si fosse spostata. Ogni secondo che passava portava con sé una terribile angoscia che non poteva far altro che aumentare.
Lo trovó dopo quelle che le sembrarono ore.
Era fermo in un angolo a guardare tutto. 
Naruto guardava ciò che gli era comparso di fronte. Era scioccato, non pensava che la guerra portasse così tanto sangue e tante persone riverse a terra. Forse mamma aveva ragione quando diceva che la guerra non faceva ancora per lui. Ma dov'era il suo papà? Stava bene? La sua piccola mente preoccupata creó delle immagini terribili. Anche quelle membra riverse in pozze di sangue ancora caldo gliene suggerirono diverse. Naruto si ritrovò a piangere senza sapere quando aveva iniziato. Ognuno di quei corpi magari aveva un figlio, chi gli assicurava che non ci fosse anche il suo papà? Come avrebbe fatto se il suo papà fosse morto? Naruto immagginava già il suo viso freddo ricoperto di sangue. Le lacrime scesero prepotenti sul suo faccino ormai bagnato. E la mamma? Come avrebbe reagito la mamma?
La stessa mamma che lo stava guardando in quel momento. 
Naruto deglutì, preparandosi ad un pugno in testa che non avvenne mai.
Kushina si fiondò verso di lui e lo strinse in un abbraccio stritolante.
"Mi hai fatto preoccupare tantissimo, tebané!" gli disse con voce rotta. Naruto strinse forte la madre rimanendo in silenzio.
"É la Jinchuuriki! Gaara, é la Jinchuuriki!" 
Angolo autrice
Eccomi,dopo secoli...
Non uccudetemi per questo capitolo!
O perlomeno, fatelo tramite recensione...
 
   
 
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