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Autore: Antares    19/09/2008    3 recensioni
L'ultimo anno per Harry e i suoi amici, ma sarà finalmente un anno tranquillo? Chi sono le nuove ragazze giunte ad Hogwarts? Che cos'è che gira silenziosamente per il castello di notte? E ancora: chi è il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure? Come mai i Dissennatori sorvegliano il castello? E da quando Malfoy ha una sorella? Questo e peggio ancora nella nostra storia!!
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 33

CAPITOLO 33

 

Fuoco

 

Ciao a tutti!

Questo capitolo è dedicato alla nostra carissima Syssy5 che ci segue da una vita e ci lascia sempre dei bellissimi commenti!! Auguroni e congratulazioni per il tuo matrimonio, ti auguriamo davvero tutta la felicità del mondo! Bacione, tesoro!!

 

“Dalle ceneri rinascerà un fuoco, l’ombra sprigionerà una scintilla, libera sarà la lama ora imprigionata e il canto di due fenici saluterà l’alba nuova.”

“Esatto, cosa può significare?”

Lucius era corso subito nell’ufficio di Silente recitandogli le parole che aveva udito in quella sottospecie di visione. L’anziano preside, in piedi davanti alla finestra, guardava con attenzione la distesa di neve che adornava il grande prato del castello e la foresta proibita.

L’uomo biondo invece teneva i pugni serrati appoggiati sopra la scrivania di legno, aspettando che il preside gli parlasse.

“Non lo so Lucius. Quella che mi hai recitato sembra una profezia, ma ahimè, non ne ho mai sentito parlare oppure l’ho dimenticata. C’erano altri elementi nella visione?”

“Fiamme, un fuoco altissimo, non sembrava affatto normale…” spiegò gesticolando lievemente con le braccia.

“Fuoco hai detto?” Silente si era voltato di scatto scrutando, attraverso gli occhiali a mezzaluna, il volto dell’altro uomo.

“Sì, fuoco, bruciava in mezzo a degli alberi credo, non lo so…”

“Dalle ceneri rinascerà un fuoco… l’ombra sprigionerà una scintilla, indubbiamente stanno ad indicare qualcosa che brucia, che arde dopo un periodo di quiete… libera sarà la lama ora imprigionata, un’arma imprigionata, qualcosa di immenso valore e potere, le due fenici…” l’alta figura del preside si soffermò davanti alla sua adorata Fanny “…creature strane ma affascinanti le fenici, non trovi Lucius?”

“Certo ma…”

“Sai quando cantano?”

“Quando ne hanno voglia immagino.” e questo che cavolo centra? si chiese Malfoy stupito.

“No… cantano quando muore qualcuno…” finì di spiegare guardando negli occhi color del ghiaccio di Lucius.

“Cioè… queste due fenici canteranno quando sarà morto qualcuno… non è un buon segno!”

“Ultimamente ci sono pochi buoni segni e…”

La porta dell’ufficio fu improvvisamente spalancata con forza tanto che i due uomini sobbalzarono aspettandosi il peggio, fortunatamente si trattava di Legolas che avanzò spedito con un grosso libro in mano.

“Si sta…” evidentemente l’uomo aveva corso perché ansimava violentemente “Silente, si sta… si sta avverando!”

Cosa si sta avverando?” chiese impaziente Lucius.

“La profezia, quella tra maghi ed Elfi…” Così dicendo il professore aprì il grosso libro indicando una pagina.

Il foglio era dipinto con l’immagine di due fenici ardenti tra le quali era posta una lunga spada “…la distruzione…” spiegò girando il libro verso il preside “Il tempo è giunto…”

“Anche Belthil ha detto così l’ultima volta, ha detto ‘Il tempo sta giungendo’!” commentò Lucius catturando l’attenzione di Silente.

“Belthil? Belthil la nipote di Elrond di Gran Burrone?”

Lucius e Legolas si guardarono stupiti, poi Legolas rispose “No, non credo… non è un’Elfo, me ne sarei accorto…”

“Manchi da troppo tempo dalla Terra di Mezzo, Legolas, molte cose sono cambiate…”

“Legolas ha rag…” “Il tempo sta giungendo, seguite il vostro cuore, Nienor e Lorien!” … Nienor e Lorien, non Niniel e Antares… “lei si tira indietro farfugliando qualcosa tipo ‘quando verrà il tempo’… poi i suoi occhi diventano vuoti e sembra quasi che stia male”… possibile che… "Lo sapevo... è per quella storia... è perché io, lui... sono figlie nostre... non dovevano esserci...” “…loro sono…” frasi intere tornarono vorticosamente alla sua mente, le parole di Belthil e di Erija, Draco e Dania “Non posso fare nulla nemmeno io, è una cosa che devono affrontare loro.”

“Non ne sono certo, ma è quello che penso, Lucius.” Affermò con decisione il preside guardando fisso Lucius consapevole che anche lui fosse giunto a quella conclusione.

“Cosa sono?” fece per domandare Legolas ma le sue parole rimasero soffocate dalla voce di Madama Chips che, entrando nell’ufficio del preside, gemette “Le Anglachel sono sparite!”

 

"Dai Nini, dammi la mano..." gemette piano Antares tendendo la propria mano gelida e sudata alla gemella che, piegata in due, cercava di riprendere fiato. Ogni respiro bruciava nei polmoni come aria incandescente mentre tutto un dolore pungente si trasmetteva di osso in osso, di nervo in nervo.

"Non... Anty..." boccheggiò portandosi una mano alle labbra pallide.

Antares, i capelli lunghi scompigliati che le incorniciavano un viso dalla sfumatura grigiastra e degli occhi sofferenti dalle pupille completamente dilatate, guardò la propria gemella nelle sue stesse condizioni. La voglia di restare lì, nel rifugio accogliente della serra del castello era tanta e, se avessero esitato un altro istante, non si sarebbero più mosse.

"Andiamo Nini!!" con uno scatto dettato più dalla disperazione che dalla sua energia la Serpeverde prese il braccio della sorella e la tirò in piedi intimandole di camminare "Non farla cadere... è l'unica che può aiutarci..." aggiunse poi guardando il vaso contenente la Lumenryos Blanca stretta al petto di Niniel.

Il fiore emanava uno strano luccichio ed i suoi pochi fiori sembravano sul punto di sbocciare.

Camminarono per altri minuti che alle due, stremate e doloranti, sembrarono ore: davanti a loro ora si stagliava solo la Foresta Proibita.

"Ci... siamo..." sospirò Niniel con un piccolo sorriso "Quanto mancherà?..."

"Non lo so... ma... prima ci inoltriamo, meglio è... non ce la faccio più Nienor..."

Questa volta fu Niniel a stringere la mano della sorella allacciata alla propria.

"Andrà bene... Draco non ti lascerà..." Antares sorrise ringraziando le parole della sorella, tuttavia, lei non ne era affatto convinta.

Con passo malfermo si apprestarono a raggiungere il riparo della fitta Foresta Oscura guidate dalla luce sprigionata dal fiore magico.

 

"Dove possono essere finite?!?" chiese Lucius guardando i presenti in infermeria.

"Erano qui, padre, ve lo giuro!" ribatté il figlio "Madama aveva appena detto di lasciarle riposare e quando le abbiamo guardate non c'erano già più!!"

Dania, in un angolo, teneva gli occhi lucidi bassi, sembrava sapere molto più di quanto non avesse detto o fatto intendere. Lucius capì che da lei non avrebbe avuto alcun aiuto.

"L'ombra scatenerà una scintilla..." farfugliò Silente muovendosi in circolo "...un luogo scuro qui a Hogwarts..."

Draco e Legolas si scambiarono uno sguardo complice, il fuoco danzava davanti ai loro occhi preoccupati.

Lucius, esasperato e del tutto convinto a non dar retta a Silente, sospirò frustrato e fece per uscire dalla stanza quando sbatté contro ad un ragazzo che tutti ben conoscevano: Harry Potter.

"Signore..." cominciò, affannato dalla lunga corsa, rivolgendosi a Silente "... una visione, Signore, del fuoco, in una foresta... qualcuno... qualcuno bruciava!!!..."

Davanti agli occhi del Serpeverde e del professore di Erbologia il fuoco si diradò leggermente permettendogli di vedere il viso della rispettiva ragazza.

Con uno scatto simultaneo Lucius, Legolas, Draco, Silente, Harry e Dania si gettarono lungo le scale del castello diretti verso la Foresta Proibita lasciando dietro di sé degli sconcertati Piton, McGranitt e Madama Chips che, scambiatosi uno sguardo, si gettarono anche loro all'inseguimento.

Draco e Harry, avendo dalla loro parte la giovinezza ed il fisico allenato dal Quidditch, superarono ben presto gli altri ma, all'improvviso, nel bel mezzo della loro corsa sfrenata qualcosa li bloccò facendoli rimbalzare contro un muro invisibile.

L'impatto con il terreno fu molto forte tuttavia si rialzarono subito increduli.

"Una barriera... come con Dobby al secondo anno..." sussurrò Harry toccando con la mano quella parete invisibile.

"Un muro di energia... interessante..." commentò Silente imitando Harry.

"Ci hanno chiusi fuori!" ringhiò Lucius sentendosi impotente in quella situazione.

"Tipico di loro... non coinvolgere gli altri..." furono le uniche parole di Dania.

Silente cominciò a pronunciare delle formule in lingue che nemmeno conoscevano quando, un bagliore, come di un incendio attirò la loro attenzione verso la parte ovest della foresta; subito tutti si misero a correre in quella direzione, ma non erano affatto preparati a ciò che videro.

In una piccola radura stavano le due ragazze in piedi vestite solo con la leggera camicia da notte bianca dell'infermeria, i lunghi capelli al vento, le mani saldamente intrecciate e la Lumenryos Blanca, più splendente che mai in mezzo a loro.

Una visione non così sconvolgente se non fosse stato per il fatto che erano avvolte da un'unica fiamma di fuoco vivo che, dai loro piedi, si stava già irradiando verso l'alto.

Draco sbatté le mani contro la barriera ustionandosi leggermente i palmi, ma non demorse andandoci addosso con tutto il corpo, finché Lucius non lo prese per le spalle immobilizzandolo.

"Non puoi fare nulla, nemmeno Silente ci riesce, figurati tu comportandoti così!!"

"Quella non è la sua ragazza, è la mia!!" sibilò il biondino "E sta bruciando senza che io possa fare nulla!!!"

Legolas, dal canto suo, era perso a guardare il viso della sua dolce Niniel contratto in una smorfia di dolore, mentre il fuoco saliva arrivandogli fino alle cosce.

Improvvisamente la Lumenryos sbocciò liberando una luce accecante che investì l'intera foresta e scatenando due alte lingue di fuoco che circondarono le ragazze facendole urlare di dolore.

Quando gli spettatori involontari di quel disastro riuscirono nuovamente a vedere, davanti a loro c'era nuovamente il buio notturno della Foresta, una pianta avvizzita e due mucchi di cenere.

La barriera energetica era scomparsa.

Legolas fece due passi esitanti per poi fermarsi nuovamente: le braccia lungo i fianchi, le spalle basse, i capelli svolazzavano disordinati; sembrava aver perso l'aura Elfica che di solito emanava.

Draco invece era crollato a terra trascinando con sé il padre che, continuando a fissare la cenere, avvolse le proprie braccia attorno alle spalle del suo unico figlio.

Dania fu l'unica ad avvicinarsi al luogo di quello strano avvenimento, sul suo viso brillava nuovamente quel suo sorriso contagioso.

"Anche questa volta è andata... ora starete meglio bambine mie!" Silente fissava attonito la scena mentre la mano di qualcuno continuava a tirargli la manica della tunica: era Harry.

Harry che teneva tra le mani una spada bellissima, dalla lama lunga, liscia, brillante e affilatissima. L'elsa era composta da motivi floreali e la sfera cristallina sopra l’impugnatura era perfetta: si trattava della sfera contenente la ballerina che Ron gli aveva regalato tempo prima solo che la ballerina non era più legata con dei nastri, era libera e sorridente.

"Chi ti ha dato quella spada?"

"Nessuno, cioè... la sfera con la ballerina me l'aveva data Ron e ora..." alzò la spada come per spiegare la sua trasformazione.

"Eccole le mie piccole!!" trillò la voce di Dania mentre tutti distoglievano i propri pensieri focalizzando l'attenzione sulla donna.

"Dania..." cominciò comprensivo Lucius ma si zittì non appena la donna si fu girata verso di loro: tra le braccia teneva strette due neonate profondamente addormentate.

"Penso che questa volta ci vorrà di più, era molto più potente a causa della Lymenrios..." Draco sgusciò oltre le braccia del proprio padre avvicinandosi alla donna e guardando le bambine: erano piccole, rosee e carinissime; da così piccole le loro differenze erano minime, si assomigliavano davvero tantissimo.

"Vediamo se indovini qual'è Lorien..." Draco le osservò bene poi puntò un dito sulla bimba di sinistra riconoscendo la piega imbronciata delle labbra della piccola. Dania annuì dolcemente lasciandogliela prendere in braccio, stessa cosa fece Legolas, solo molto più impacciato... insomma, lui era un principe Elfico, non si era mai curato di... cosini così piccoli.

"Ma si può sapere che cazzo è successo?" sbottò Lucius dando voce ai pensieri di tutti i presenti.

"Beh, non spetta a me raccontarlo, lo faranno loro, se lo vorranno!" rispose Dania, il volto non più tirato come poche ore prima, gli occhi sorridenti che abbracciavano le sue due bambine.

"Le fenici... le tue figlie sono due fenici!" concluse Silente quando Fanny, attirata dall'evento prese a svolazzare sopra di loro "Creature affascinanti le fenici..." commentò ancora porgendo il braccio alla fenice che vi si depositò sopra non prima di aver rivolto uno sguardo particolare alle due Anglachel.

"Beh, non so che diavolo sia successo..." urlò Madama Chips con il suo ben noto cipiglio "... ma qui si gela e non è il posto adatto per due neonate!!"

La professoressa McGranitt annuì seria mentre Piton cercava negli occhi di chi aveva asitito da vicino alla scena qualche risposta, ma lo sguardo allibito di Draco, Legolas e Lucius lo fece desistere dal fare altre domande.

 

"Ma torneranno normali?" chiese Lucius guardando le due bambine che erano state poste su un letto dell'infermeria, ben riscaldate dalle coperte.

"Sì... solitamente in poche ore ma con l'effetto della Lumenryos gli ci vorrà più tempo per 'ricaricarsi'!" rispose Dania mentre appoggiava una mano sulla spalla contratta dell'uomo.

Lucius si voltò a guardarla e nel movimento una sua ciocca di capelli finì sul visino di Niniel che starnutì ma non diede segno di svegliarsi.

Legolas guardò la bambina: era la sua Niniel.

La profezia parlava di mostri, di distruzione eppure... Niniel era tutto fuorché un mostro e non le sembrava che avesse in programma di distruggere il mondo... al limite avrebbe svaligiato una fumetteria, così come Antares.

Oddio, la Serpeverde era un po' più terrificante ma nemmeno lei avrebbe distrutto il mondo, o almeno così sperava.

E poi, cosa non di poca importanza... quelle due erano Elfi?

Mezz'Elfi, considerando la profezia. Com'era possibile che nessuno se ne fosse mai accorto? E perché lui non ne sapeva niente? Silente aveva ragione: erano tanti anni che non tornava nella Terra di Mezzo, durante la sua assenza, evidentemente, erano successe un mare di cose.

Si passò una mano sul viso stanco.

Lui, Legolas, come Elfo avrebbe dovuto dare ascolto alla profezia e denunciare quelle due creature del male ma d'altra parte, come avrebbe potuto?

Lui amava Niniel, questa era l'unica cosa certa in quel momento, per lui.

Gettò uno sguardo all'occupante della sedia accanto alla sua: occhi grigi a fissare il pavimento senza in realtà vederlo, ciocche bionde scarmigliate e mani stette alla sedia, come se fosse l'unico appiglio in grado di ancorarlo alla realtà per non sprofondare nei suoi pensieri.

"Cosa dobbiamo fare?" chiese flebilmente, ben conscio che le sue stesse domande se le stava ponendo anche il professore.

"Non lo so, Draco. Davvero, non lo so. Voglio aspettare che loro ci raccontino tutto, poi agirò di conseguenza."

Draco annuì distrattamente poi guardò il padre che, per niente intimorito, sfiorava con la punta delle dita la pelle morbidissima delle due 'neonate'.

 

"Io l'avevo detto che c'era qualcosa di strano!" esclamò Hermione ascoltando il racconto di Harry nella loro Sala comune "Ho fatto delle ricerche..."

Ron alzò gli occhi al cielo: la sua ragazza faceva ricerche su ogni cosa, perché si stupiva ancora?

Harry invece spostò i suoi occhi verdi sulla sua migliore amica incoraggiandola a parlare.

"Ho fatto delle ricerche sulla Lumenryos ma non ho scoperto nulla di nuovo, se non che in un libro Elfico si parlava della maledizione... ricordate no, che lo chiesi a Legolas?" Harry e Ron annuirono.

In quel momento fece la sua entrata Ginny Weasley, accaldata come non mai ed i due ragazzi la guardarono straniti mentre Hermione si lasciò sfuggire un sorrisino malizioso.

"Incontrato un certo Sepeverde?" chiese la riccia senza smettere di sorridere.

Ginny si aprì in un bel sorriso prima di sprofondare nel divano accanto al fratello che assunse un faccia disgustata al pensiero di sua sorella stretta a Blaise Zabini.

"Che schifo... cosa ci troverete mai in quelle serpi..." commentò lanciando un'occhiataccia sia a Ginny che a Harry.

"Beh, non sono affatto male..." si giustificò Harry pensando immediatamente alla sua Dior.

"Già, e poi baciano da Dio!" terminò Ginny facendo scoppiare a ridere Harry e Hermione mentre Ron si aprì in una smorfia ancora più disgustata della precedente.

"Comunque, ricordate che Legolas ci spiegò della profezia? Disse che nel 1500 un veggente mago ed uno Elfo ebbero la stessa premonizione: due creature mezz'Elfe e mezze magiche avrebbero dominato il mondo con la potenza del fuoco!" si fermò spostando gli occhi su tutti i presenti che la seguivano annuendo.

"Beh, ma secondo un altro libro che ho consultato nella sezione proibita..." le ultime parole le disse a bassa voce sperando che i tre non vi badassero più di tanto ma non fu così.

"Sei andata nella sezione proibita senza dircelo??" sbottò Ron più preoccupato di quanto le sarebbe potuto succedere che del fatto che lei le avesse taciuto una cosa del genere.

"Oh, Ron, abbiamo fatto anche di peggio, ricordi? Comunque ho scoperto che si narra di questa antica profezia anche nei libri magici, segno che non è considerata solo una leggenda Elfica. I maghi tendono a credere di più alle profezie rispetto agli Elfi che le narrano come leggende e basta!"

"Ok, ma dove vuoi arrivare?" chiese Harry veramente interessato alla fine di tutta quella conversazione.

"Ci sto arrivando!" sbuffò un po' contrariata! Odiava quando le mettevano fretta! "Nel libro che ho letto, quello magico, la profezia non parla di 'distruzione' o 'dominio' del mondo, bensì di 'salvezza'."

Harry alzò gli occhi incatenandoli a quelli dell'amica, come se in quella distesa dorata potesse trovare altre risposte, ma fu Ginny a rompere il silenzio.

"Cioè stai dicendo, che probabilmente Niniel e Antares ci salveranno? Ma da cosa? Harry è l'unico che può sconfiggere Tu-sai... Voldemort!" spiegò seguendo un filo logico.

"Vero! Ma Harry non ha il potere di sconfiggere Sauron, il nuovo alleato di Voldemort!"

"Sauron? Quello che ha nominato Phazon quando eravamo pietrificati?" domandò Ron, sempre più confuso.

"Già, Legolas ha detto che..." cominciò Harry ma le sue parole vennero continuate da Hermione.

"Sauron, chiamato anche Signore degli Anelli, era un'entità malvagia che dominava su Mordor, il regno oscuro della Terra di Mezzo. Sauron costruì degli anelli del potere che diede a umani, Elfi e Nani ma ne costruì anche un altro: l'anello che lui utilizzò per racchiudere tutto il potere e dominare il mondo. In un libro, scritto da un famoso sapiente che visse in quel periodo, è narrata la storia degli anelli e così comincia:" estrasse un tomo piuttosto voluminoso di chiara fattura Elfica decorato con motivi floreali luccicanti.

"Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,

Sette ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,

Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,

Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra

Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.

Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,

Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,

Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende."

Ginny trattenne a stento un brivido, così come Ron che cambiò posizione e si sedette con le gambe incrociate sul divano.

"La storia narra che la Compagnia dell'Anello, un insieme di Uomini, Elfi -Legolas-, Nani e Hobbit riuscì, dopo mille e più difficoltà e guerre a distruggere per sempre l'Anello gettandolo nel Monte Fato, un vulcano presente sul territorio di Mordor e dal quale era stato forgiato l'Anello stesso. E infatti Legolas disse che era impossibile che Sauron fosse tornato ma se aiutato da Voldemort..." fece una pausa significativa "... secondo me, Harry è l'unico che può distruggere Voldemort, ma le Anglachel sono le uniche in grado di distruggere Sauron."

"Sauron non è un mago, nel senso nostro del termine, non ha bacchetta e non ha maledizioni come le nostre, è solo un'entità malvagia, che noi maghi non possiamo distruggere, giusto?" commentò Harry cercando approvazione negli occhi dei compagni.

"Penso proprio di sì!" disse Hermione, felice che anche Harry fosse arrivato alla sua stessa conclusione "Le Anglachel hanno poteri misti, che non conosciamo, loro possono affrontare Sauron e dare una mano a Harry in quanto metà streghe."

"Ricordate, la prima volta che le abbiamo viste, sul treno?" chiese Ron ai suoi due migliori amici che annuirono un po' stupiti dalla domanda "Quando Harry si presentò, loro fecero una faccia strana!"

"E' vero!!" urlò Hermione rimproverandosi per non aver tenuto conto di quella reazione "Anche io me ne stupii, non era la classica reazione da 'Oddio, Harry Potter!', lo guardarono in modo strano..."

"Loro lo sapevano..." commentò Ginny "Loro sanno cosa le aspetta. E forse non sono coincidenze tutte le cose che stanno succedendo."

"Cosa vuoi dire?" le chiese Harry notando che la parte più fredda e razionale di Ginny stava venendo a galla.

"La promozione della signora Wolf e il trasferimento qua a Hogwarts, Legolas come professore, la comparsa della nonna di Draco e la trasformazione di Lucius, Phazon, gli Elfi ai confini della foresta... a me sembra tutto un piano ben congeniato, o meglio, se non un piano, qualcosa di comunque predeterminato, dal destino o da qualcuno di  molto potente." gli altri tre Grifondoro la guardarono sinceramente stupiti: non ci avevano pensato ma il ragionamento non faceva un piega.

"Beh, comunque, credo che le risposte le avremo solamente quando Niniel e Antares torneranno alla normalità." dichiarò infine Hermione sollevandosi dal tappato su cui era seduta e massaggiandosi la schiena.

"Già!" la imitò Ron alzandosi "Andiamo a fare un balla nanna! Chissà che ora tu possa dormire tranquillamente, Harry!"

"Sì, speriamo!" commentò quest'ultimo seguendo il suo migliore amico.

 

"Non me n'ero accorto prima..." disse Legolas, mentre chino sul letto dove riposavano le gemelle, osservava dettagliatamente il visino di Niniel.

Dania, lì accanto, sorrise intuendo che cosa intendesse il professore biondo.

"Orecchie da Elfo..." sussurrò l'uomo senza mai staccare gli occhi dalla bambina.

"Già... quando però sono in mezzo ai maghi sono in grado di trasfigurarsele, tranne quando c'è la luna piena. La luce argentata, molto cara agli Elfi, interferisce con la loro magia."

I ricordi di Legolas lo catapultarono a mesi prima e più esattamente durante il ballo di Halloween...

“Non mi hai riconosciuto, vero?” lei scosse la testa...”Ti do un aiuto... orecchie a punta...”

“Oh mio Dio, si vedono?” chiese preoccupata toccandosi le orecchie, che fino a quel momento erano nascoste dai capelli.

"Uhpf!" sbuffò quasi divertito "Me ne sarei dovuto accorgere..." si maledì per il suo scarso spirito di osservazione ma Dania lo rassicurò.

"No, invece." Legolas la guardò sinceramente stupito "Nessuno poteva capirlo. Loro sono in grado di apparire totalmente streghe o totalmente Elfi, non avevano segni caratteristici che potessero far risalire alle loro vere origini, tranne i nomi."

"Già... non esisteva alcuna vicina di casa Elfo, vero?" Dania scosse la testa "Ma Belthil chi è, allora? Conosco bene le famiglie Elfiche e di lei non ho mai sentito parlare."

"Beh, lei è molto più giovane di te. Sirion, mio marito, non aveva nemmeno cent'anni quando morì. Belthil, beh, per quanto ne so io dev'essere la figlia di Elladan, a sua volta figlio di Elrond di Gran Burrone, ma non ci ho mai capito molto."

Legolas annuì pensieroso: conosceva bene Elrond, dai tempi della compagnia, ma per quanto si sforzasse, dei figli ricordava Arwen, diventata in seguito regina di Gondor sposando Aragorn, e due bambini ancora piccoli: sicuramente uno dei due doveva essere Elladan e l'altro Elrohir. Una fulminazione lo colse improvvisamente. Era incredibile come tutti i pezzi si stessero unendo formando un grande puzzle.

Erano appena uscite dal portone del castello avviandosi verso la Foresta Proibita quando degli Elfi silvani messi a guardia del perimetro le fermarono.

“Mi dispiace ragazze ma è meglio non addentrarsi oltre.” esordì uno di quelli sbarrando loro la strada.

“Ufffaaaaa!!! Tutti uguali gli Elfi!” sbottarono.

“NINIELLL!!! CHE CAVOLO CI FAI IN PIEDI?!?!” urlò la voce indignata del professore d’Erbologia giungendo dietro di loro “E VOI” proseguì indicando prima una poi l’altra delle sorelle Serpeverde “PERCHÉ LE AVETE PERMESSO DI ALZARSI?!?!?!!”

“Ha detto Ni…Niniel…? ” chiese balbettando il soldato.

“Si…”

“E…voi…siete?”

“Carlina e Genoveffa.” mentì Antares.

“Non scherzate ragazze, non è educazione prendersi gioco della gente. Loro sono Dior e Antares …” ma non ebbe il tempo di terminare le presentazioni che il suo interlocutore sbiancò e si inchinò profondamente.

“Scusate la mancanza di rispetto nei riguardi delle signorie vostre…sono un vostro indegno servitore sin dalla vost…” proferì in una lingua sconosciuta.

“Ma che stai dicendo?” chiese nel medesimo linguaggio il prof. allibito scrutando indagatore le studentesse.

“Niente!!! Non ha detto niente…” dissero in coro le Serpeverde, poi si affrettarono ad aggiungere ”…non abbiamo capito niente, però…” mentre l’altra tentava invano di impedire a un altro dei soldati di prostrarsi a terra, non riuscendoci, si appoggiò melodrammaticamente a Legolas fingendo un nuovo malore.

"Principesse, giusto? Le considerano tali, nella Terra di Mezzo!" concluse guardando la donna che annuì soddisfatta "Ma allora Dior non è in Francia ma bensì..."

"A Gran Burrone!" rivelò sorridente Dania.

 

 

 

Oltre a ringraziare Syssy5, ringraziamo di cuore anche ninny che ci ha lasciato un bel commentino, grazie infinite!!

Bacioni a tutti!

  
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