CAPITOLO 33
Fuoco
Questo capitolo è dedicato alla nostra carissima Syssy5 che ci segue da una vita e ci lascia sempre dei bellissimi commenti!! Auguroni e congratulazioni per il tuo matrimonio, ti auguriamo davvero tutta la felicità del mondo! Bacione, tesoro!!
“Dalle
ceneri rinascerà un fuoco, l’ombra sprigionerà una scintilla, libera sarà la
lama ora imprigionata e il canto di due fenici saluterà l’alba nuova.”
“Esatto,
cosa può significare?”
Lucius
era corso subito nell’ufficio di Silente recitandogli le parole che aveva udito
in quella sottospecie di visione. L’anziano preside, in piedi davanti alla
finestra, guardava con attenzione la distesa di neve che adornava il grande
prato del castello e la foresta proibita.
L’uomo
biondo invece teneva i pugni serrati appoggiati sopra la scrivania di legno,
aspettando che il preside gli parlasse.
“Non
lo so Lucius. Quella che mi hai recitato sembra una profezia, ma ahimè, non ne
ho mai sentito parlare oppure l’ho dimenticata. C’erano altri elementi nella
visione?”
“Fiamme,
un fuoco altissimo, non sembrava affatto normale…” spiegò gesticolando
lievemente con le braccia.
“Fuoco
hai detto?” Silente si era voltato di scatto scrutando, attraverso gli occhiali
a mezzaluna, il volto dell’altro uomo.
“Sì,
fuoco, bruciava in mezzo a degli alberi credo, non lo so…”
“Dalle
ceneri rinascerà un fuoco… l’ombra sprigionerà una scintilla, indubbiamente
stanno ad indicare qualcosa che brucia, che arde dopo un periodo di quiete…
libera sarà la lama ora imprigionata, un’arma imprigionata, qualcosa di immenso
valore e potere, le due fenici…” l’alta figura del preside si soffermò davanti
alla sua adorata Fanny “…creature strane ma affascinanti le fenici, non trovi
Lucius?”
“Certo
ma…”
“Sai
quando cantano?”
“Quando
ne hanno voglia immagino.” e questo che cavolo centra? si chiese Malfoy
stupito.
“No…
cantano quando muore qualcuno…” finì di spiegare guardando negli occhi color
del ghiaccio di Lucius.
“Cioè…
queste due fenici canteranno quando sarà morto qualcuno… non è un buon segno!”
“Ultimamente
ci sono pochi buoni segni e…”
La
porta dell’ufficio fu improvvisamente spalancata con forza tanto che i due
uomini sobbalzarono aspettandosi il peggio, fortunatamente si trattava di
Legolas che avanzò spedito con un grosso libro in mano.
“Si
sta…” evidentemente l’uomo aveva corso perché ansimava violentemente “Silente,
si sta… si sta avverando!”
“Cosa
si sta avverando?” chiese impaziente Lucius.
“La
profezia, quella tra maghi ed Elfi…” Così dicendo il professore aprì il grosso
libro indicando una pagina.
Il
foglio era dipinto con l’immagine di due fenici ardenti tra le quali era posta
una lunga spada “…la distruzione…” spiegò girando il libro verso il preside “Il
tempo è giunto…”
“Anche
Belthil ha detto così l’ultima volta, ha detto ‘Il tempo sta giungendo’!”
commentò Lucius catturando l’attenzione di Silente.
“Belthil?
Belthil la nipote di Elrond di Gran Burrone?”
Lucius
e Legolas si guardarono stupiti, poi Legolas rispose “No, non credo… non è un’Elfo,
me ne sarei accorto…”
“Manchi
da troppo tempo dalla Terra di Mezzo, Legolas, molte cose sono cambiate…”
“Legolas
ha rag…” “Il tempo sta giungendo, seguite il vostro cuore, Nienor e Lorien!”
… Nienor e Lorien, non Niniel e Antares… “lei si tira indietro farfugliando
qualcosa tipo ‘quando verrà il tempo’… poi i suoi occhi diventano vuoti e
sembra quasi che stia male”… possibile che… "Lo sapevo... è per
quella storia... è perché io, lui... sono figlie nostre... non dovevano
esserci...” “…loro sono…” frasi intere tornarono vorticosamente alla sua
mente, le parole di Belthil e di Erija, Draco e Dania “Non posso fare nulla
nemmeno io, è una cosa che devono affrontare loro.”
“Non
ne sono certo, ma è quello che penso, Lucius.” Affermò con decisione il preside
guardando fisso Lucius consapevole che anche lui fosse giunto a quella
conclusione.
“Cosa
sono?” fece per domandare Legolas ma le sue parole rimasero soffocate dalla
voce di Madama Chips che, entrando nell’ufficio del preside, gemette “Le
Anglachel sono sparite!”
"Dai
Nini, dammi la mano..." gemette piano Antares tendendo la propria mano
gelida e sudata alla gemella che, piegata in due, cercava di riprendere fiato.
Ogni respiro bruciava nei polmoni come aria incandescente mentre tutto un
dolore pungente si trasmetteva di osso in osso, di nervo in nervo.
"Non...
Anty..." boccheggiò portandosi una mano alle labbra pallide.
Antares,
i capelli lunghi scompigliati che le incorniciavano un viso dalla sfumatura
grigiastra e degli occhi sofferenti dalle pupille completamente dilatate,
guardò la propria gemella nelle sue stesse condizioni. La voglia di restare lì,
nel rifugio accogliente della serra del castello era tanta e, se avessero
esitato un altro istante, non si sarebbero più mosse.
"Andiamo
Nini!!" con uno scatto dettato più dalla disperazione che dalla sua
energia la Serpeverde prese il braccio della sorella e la tirò in piedi
intimandole di camminare "Non farla cadere... è l'unica che può
aiutarci..." aggiunse poi guardando il vaso contenente la Lumenryos Blanca
stretta al petto di Niniel.
Il
fiore emanava uno strano luccichio ed i suoi pochi fiori sembravano sul punto
di sbocciare.
Camminarono
per altri minuti che alle due, stremate e doloranti, sembrarono ore: davanti a
loro ora si stagliava solo la Foresta Proibita.
"Ci...
siamo..." sospirò Niniel con un piccolo sorriso "Quanto
mancherà?..."
"Non
lo so... ma... prima ci inoltriamo, meglio è... non ce la faccio più
Nienor..."
Questa
volta fu Niniel a stringere la mano della sorella allacciata alla propria.
"Andrà
bene... Draco non ti lascerà..." Antares sorrise ringraziando le parole
della sorella, tuttavia, lei non ne era affatto convinta.
Con
passo malfermo si apprestarono a raggiungere il riparo della fitta Foresta
Oscura guidate dalla luce sprigionata dal fiore magico.
"Dove
possono essere finite?!?" chiese Lucius guardando i presenti in
infermeria.
"Erano
qui, padre, ve lo giuro!" ribatté il figlio "Madama aveva appena
detto di lasciarle riposare e quando le abbiamo guardate non c'erano già
più!!"
Dania,
in un angolo, teneva gli occhi lucidi bassi, sembrava sapere molto più di
quanto non avesse detto o fatto intendere. Lucius capì che da lei non avrebbe
avuto alcun aiuto.
"L'ombra
scatenerà una scintilla..." farfugliò Silente muovendosi in circolo
"...un luogo scuro qui a Hogwarts..."
Draco
e Legolas si scambiarono uno sguardo complice, il fuoco danzava davanti ai loro
occhi preoccupati.
Lucius,
esasperato e del tutto convinto a non dar retta a Silente, sospirò frustrato e
fece per uscire dalla stanza quando sbatté contro ad un ragazzo che tutti ben
conoscevano: Harry Potter.
"Signore..."
cominciò, affannato dalla lunga corsa, rivolgendosi a Silente "... una
visione, Signore, del fuoco, in una foresta... qualcuno... qualcuno
bruciava!!!..."
Davanti
agli occhi del Serpeverde e del professore di Erbologia il fuoco si diradò
leggermente permettendogli di vedere il viso della rispettiva ragazza.
Con
uno scatto simultaneo Lucius, Legolas, Draco, Silente, Harry e Dania si
gettarono lungo le scale del castello diretti verso la Foresta Proibita
lasciando dietro di sé degli sconcertati Piton, McGranitt e Madama Chips che,
scambiatosi uno sguardo, si gettarono anche loro all'inseguimento.
Draco
e Harry, avendo dalla loro parte la giovinezza ed il fisico allenato dal
Quidditch, superarono ben presto gli altri ma, all'improvviso, nel bel mezzo
della loro corsa sfrenata qualcosa li bloccò facendoli rimbalzare contro un
muro invisibile.
L'impatto
con il terreno fu molto forte tuttavia si rialzarono subito increduli.
"Una
barriera... come con Dobby al secondo anno..." sussurrò Harry toccando con
la mano quella parete invisibile.
"Un
muro di energia... interessante..." commentò Silente imitando Harry.
"Ci
hanno chiusi fuori!" ringhiò Lucius sentendosi impotente in quella
situazione.
"Tipico
di loro... non coinvolgere gli altri..." furono le uniche parole di Dania.
Silente
cominciò a pronunciare delle formule in lingue che nemmeno conoscevano quando,
un bagliore, come di un incendio attirò la loro attenzione verso la parte ovest
della foresta; subito tutti si misero a correre in quella direzione, ma non
erano affatto preparati a ciò che videro.
In
una piccola radura stavano le due ragazze in piedi vestite solo con la leggera
camicia da notte bianca dell'infermeria, i lunghi capelli al vento, le mani
saldamente intrecciate e la Lumenryos Blanca, più splendente che mai in mezzo a
loro.
Una
visione non così sconvolgente se non fosse stato per il fatto che erano avvolte
da un'unica fiamma di fuoco vivo che, dai loro piedi, si stava già irradiando
verso l'alto.
Draco
sbatté le mani contro la barriera ustionandosi leggermente i palmi, ma non
demorse andandoci addosso con tutto il corpo, finché Lucius non lo prese per le
spalle immobilizzandolo.
"Non
puoi fare nulla, nemmeno Silente ci riesce, figurati tu comportandoti
così!!"
"Quella
non è la sua ragazza, è la mia!!" sibilò il biondino "E sta bruciando
senza che io possa fare nulla!!!"
Legolas,
dal canto suo, era perso a guardare il viso della sua dolce Niniel contratto in
una smorfia di dolore, mentre il fuoco saliva arrivandogli fino alle cosce.
Improvvisamente
la Lumenryos sbocciò liberando una luce accecante che investì l'intera foresta
e scatenando due alte lingue di fuoco che circondarono le ragazze facendole
urlare di dolore.
Quando
gli spettatori involontari di quel disastro riuscirono nuovamente a vedere,
davanti a loro c'era nuovamente il buio notturno della Foresta, una pianta
avvizzita e due mucchi di cenere.
La
barriera energetica era scomparsa.
Legolas
fece due passi esitanti per poi fermarsi nuovamente: le braccia lungo i
fianchi, le spalle basse, i capelli svolazzavano disordinati; sembrava aver
perso l'aura Elfica che di solito emanava.
Draco
invece era crollato a terra trascinando con sé il padre che, continuando a
fissare la cenere, avvolse le proprie braccia attorno alle spalle del suo unico
figlio.
Dania
fu l'unica ad avvicinarsi al luogo di quello strano avvenimento, sul suo viso
brillava nuovamente quel suo sorriso contagioso.
"Anche
questa volta è andata... ora starete meglio bambine mie!" Silente fissava
attonito la scena mentre la mano di qualcuno continuava a tirargli la manica
della tunica: era Harry.
Harry
che teneva tra le mani una spada bellissima, dalla lama lunga, liscia,
brillante e affilatissima. L'elsa era composta da motivi floreali e la sfera
cristallina sopra l’impugnatura era perfetta: si trattava della sfera
contenente la ballerina che Ron gli aveva regalato tempo prima solo che la
ballerina non era più legata con dei nastri, era libera e sorridente.
"Chi
ti ha dato quella spada?"
"Nessuno,
cioè... la sfera con la ballerina me l'aveva data Ron e ora..." alzò la
spada come per spiegare la sua trasformazione.
"Eccole
le mie piccole!!" trillò la voce di Dania mentre tutti distoglievano i
propri pensieri focalizzando l'attenzione sulla donna.
"Dania..."
cominciò comprensivo Lucius ma si zittì non appena la donna si fu girata verso
di loro: tra le braccia teneva strette due neonate profondamente addormentate.
"Penso
che questa volta ci vorrà di più, era molto più potente a causa della
Lymenrios..." Draco sgusciò oltre le braccia del proprio padre
avvicinandosi alla donna e guardando le bambine: erano piccole, rosee e
carinissime; da così piccole le loro differenze erano minime, si assomigliavano
davvero tantissimo.
"Vediamo
se indovini qual'è Lorien..." Draco le osservò bene poi puntò un dito
sulla bimba di sinistra riconoscendo la piega imbronciata delle labbra della
piccola. Dania annuì dolcemente lasciandogliela prendere in braccio, stessa
cosa fece Legolas, solo molto più impacciato... insomma, lui era un principe
Elfico, non si era mai curato di... cosini così piccoli.
"Ma
si può sapere che cazzo è successo?" sbottò Lucius dando voce ai pensieri
di tutti i presenti.
"Beh,
non spetta a me raccontarlo, lo faranno loro, se lo vorranno!" rispose
Dania, il volto non più tirato come poche ore prima, gli occhi sorridenti che
abbracciavano le sue due bambine.
"Le
fenici... le tue figlie sono due fenici!" concluse Silente quando Fanny,
attirata dall'evento prese a svolazzare sopra di loro "Creature
affascinanti le fenici..." commentò ancora porgendo il braccio alla fenice
che vi si depositò sopra non prima di aver rivolto uno sguardo particolare alle
due Anglachel.
"Beh,
non so che diavolo sia successo..." urlò Madama Chips con il suo ben noto
cipiglio "... ma qui si gela e non è il posto adatto per due
neonate!!"
La
professoressa McGranitt annuì seria mentre Piton cercava negli occhi di chi
aveva asitito da vicino alla scena qualche risposta, ma lo sguardo allibito di
Draco, Legolas e Lucius lo fece desistere dal fare altre domande.
"Ma
torneranno normali?" chiese Lucius guardando le due bambine che erano
state poste su un letto dell'infermeria, ben riscaldate dalle coperte.
"Sì...
solitamente in poche ore ma con l'effetto della Lumenryos gli ci vorrà più
tempo per 'ricaricarsi'!" rispose Dania mentre appoggiava una mano sulla
spalla contratta dell'uomo.
Lucius
si voltò a guardarla e nel movimento una sua ciocca di capelli finì sul visino
di Niniel che starnutì ma non diede segno di svegliarsi.
Legolas
guardò la bambina: era la sua Niniel.
La profezia parlava di mostri, di distruzione eppure... Niniel era tutto fuorché un mostro e non le sembrava che avesse in programma di distruggere il mondo... al limite avrebbe svaligiato una fumetteria, così come Antares.
Oddio,
la Serpeverde era un po' più terrificante ma nemmeno lei avrebbe distrutto il
mondo, o almeno così sperava.
E
poi, cosa non di poca importanza... quelle due erano Elfi?
Mezz'Elfi,
considerando la profezia. Com'era possibile che nessuno se ne fosse mai
accorto? E perché lui non ne sapeva niente? Silente aveva ragione: erano tanti
anni che non tornava nella Terra di Mezzo, durante la sua assenza,
evidentemente, erano successe un mare di cose.
Si
passò una mano sul viso stanco.
Lui,
Legolas, come Elfo avrebbe dovuto dare ascolto alla profezia e denunciare
quelle due creature del male ma d'altra parte, come avrebbe potuto?
Lui
amava Niniel, questa era l'unica cosa certa in quel momento, per lui.
Gettò
uno sguardo all'occupante della sedia accanto alla sua: occhi grigi a fissare
il pavimento senza in realtà vederlo, ciocche bionde scarmigliate e mani stette
alla sedia, come se fosse l'unico appiglio in grado di ancorarlo alla realtà
per non sprofondare nei suoi pensieri.
"Cosa
dobbiamo fare?" chiese flebilmente, ben conscio che le sue stesse domande
se le stava ponendo anche il professore.
"Non
lo so, Draco. Davvero, non lo so. Voglio aspettare che loro ci raccontino
tutto, poi agirò di conseguenza."
Draco
annuì distrattamente poi guardò il padre che, per niente intimorito, sfiorava
con la punta delle dita la pelle morbidissima delle due 'neonate'.
"Io
l'avevo detto che c'era qualcosa di strano!" esclamò Hermione ascoltando
il racconto di Harry nella loro Sala comune "Ho fatto delle
ricerche..."
Ron
alzò gli occhi al cielo: la sua ragazza faceva ricerche su ogni cosa, perché si
stupiva ancora?
Harry
invece spostò i suoi occhi verdi sulla sua migliore amica incoraggiandola a
parlare.
"Ho
fatto delle ricerche sulla Lumenryos ma non ho scoperto nulla di nuovo, se non
che in un libro Elfico si parlava della maledizione... ricordate no, che lo
chiesi a Legolas?" Harry e Ron annuirono.
In
quel momento fece la sua entrata Ginny Weasley, accaldata come non mai ed i due
ragazzi la guardarono straniti mentre Hermione si lasciò sfuggire un sorrisino
malizioso.
"Incontrato
un certo Sepeverde?" chiese la riccia senza smettere di sorridere.
Ginny
si aprì in un bel sorriso prima di sprofondare nel divano accanto al fratello
che assunse un faccia disgustata al pensiero di sua sorella stretta a Blaise
Zabini.
"Che
schifo... cosa ci troverete mai in quelle serpi..." commentò lanciando
un'occhiataccia sia a Ginny che a Harry.
"Beh,
non sono affatto male..." si giustificò Harry pensando immediatamente alla
sua Dior.
"Già,
e poi baciano da Dio!" terminò Ginny facendo scoppiare a ridere Harry e
Hermione mentre Ron si aprì in una smorfia ancora più disgustata della
precedente.
"Comunque,
ricordate che Legolas ci spiegò della profezia? Disse che nel 1500 un veggente
mago ed uno Elfo ebbero la stessa premonizione: due creature mezz'Elfe e mezze
magiche avrebbero dominato il mondo con la potenza del fuoco!" si fermò
spostando gli occhi su tutti i presenti che la seguivano annuendo.
"Beh,
ma secondo un altro libro che ho consultato nella sezione proibita..." le
ultime parole le disse a bassa voce sperando che i tre non vi badassero più di
tanto ma non fu così.
"Sei
andata nella sezione proibita senza dircelo??" sbottò Ron più preoccupato
di quanto le sarebbe potuto succedere che del fatto che lei le avesse taciuto
una cosa del genere.
"Oh,
Ron, abbiamo fatto anche di peggio, ricordi? Comunque ho scoperto che si narra
di questa antica profezia anche nei libri magici, segno che non è considerata
solo una leggenda Elfica. I maghi tendono a credere di più alle profezie
rispetto agli Elfi che le narrano come leggende e basta!"
"Ok,
ma dove vuoi arrivare?" chiese Harry veramente interessato alla fine di
tutta quella conversazione.
"Ci
sto arrivando!" sbuffò un po' contrariata! Odiava quando le mettevano
fretta! "Nel libro che ho letto, quello magico, la profezia non parla di
'distruzione' o 'dominio' del mondo, bensì di 'salvezza'."
Harry
alzò gli occhi incatenandoli a quelli dell'amica, come se in quella distesa
dorata potesse trovare altre risposte, ma fu Ginny a rompere il silenzio.
"Cioè
stai dicendo, che probabilmente Niniel e Antares ci salveranno? Ma da cosa?
Harry è l'unico che può sconfiggere Tu-sai... Voldemort!" spiegò seguendo
un filo logico.
"Vero!
Ma Harry non ha il potere di sconfiggere Sauron, il nuovo alleato di
Voldemort!"
"Sauron?
Quello che ha nominato Phazon quando eravamo pietrificati?" domandò Ron,
sempre più confuso.
"Già,
Legolas ha detto che..." cominciò Harry ma le sue parole vennero
continuate da Hermione.
"Sauron,
chiamato anche Signore degli Anelli, era un'entità malvagia che dominava su
Mordor, il regno oscuro della Terra di Mezzo. Sauron costruì degli anelli del
potere che diede a umani, Elfi e Nani ma ne costruì anche un altro: l'anello
che lui utilizzò per racchiudere tutto il potere e dominare il mondo. In un
libro, scritto da un famoso sapiente che visse in quel periodo, è narrata la
storia degli anelli e così comincia:" estrasse un tomo piuttosto
voluminoso di chiara fattura Elfica decorato con motivi floreali luccicanti.
"Tre
Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette
ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove
agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno
per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella
Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un
Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un
Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella
Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende."
Ginny
trattenne a stento un brivido, così come Ron che cambiò posizione e si sedette
con le gambe incrociate sul divano.
"La
storia narra che la Compagnia dell'Anello, un insieme di Uomini, Elfi
-Legolas-, Nani e Hobbit riuscì, dopo mille e più difficoltà e guerre a
distruggere per sempre l'Anello gettandolo nel Monte Fato, un vulcano presente
sul territorio di Mordor e dal quale era stato forgiato l'Anello stesso. E
infatti Legolas disse che era impossibile che Sauron fosse tornato ma se
aiutato da Voldemort..." fece una pausa significativa "... secondo
me, Harry è l'unico che può distruggere Voldemort, ma le Anglachel sono le
uniche in grado di distruggere Sauron."
"Sauron
non è un mago, nel senso nostro del termine, non ha bacchetta e non ha
maledizioni come le nostre, è solo un'entità malvagia, che noi maghi non
possiamo distruggere, giusto?" commentò Harry cercando approvazione negli
occhi dei compagni.
"Penso
proprio di sì!" disse Hermione, felice che anche Harry fosse arrivato alla
sua stessa conclusione "Le Anglachel hanno poteri misti, che non
conosciamo, loro possono affrontare Sauron e dare una mano a Harry in quanto
metà streghe."
"Ricordate,
la prima volta che le abbiamo viste, sul treno?" chiese Ron ai suoi due
migliori amici che annuirono un po' stupiti dalla domanda "Quando Harry si
presentò, loro fecero una faccia strana!"
"E'
vero!!" urlò Hermione rimproverandosi per non aver tenuto conto di quella
reazione "Anche io me ne stupii, non era la classica reazione da 'Oddio,
Harry Potter!', lo guardarono in modo strano..."
"Loro
lo sapevano..." commentò Ginny "Loro sanno cosa le aspetta. E forse
non sono coincidenze tutte le cose che stanno succedendo."
"Cosa
vuoi dire?" le chiese Harry notando che la parte più fredda e razionale di
Ginny stava venendo a galla.
"La
promozione della signora Wolf e il trasferimento qua a Hogwarts, Legolas come
professore, la comparsa della nonna di Draco e la trasformazione di Lucius,
Phazon, gli Elfi ai confini della foresta... a me sembra tutto un piano ben
congeniato, o meglio, se non un piano, qualcosa di comunque predeterminato, dal
destino o da qualcuno di molto
potente." gli altri tre Grifondoro la guardarono sinceramente stupiti: non
ci avevano pensato ma il ragionamento non faceva un piega.
"Beh,
comunque, credo che le risposte le avremo solamente quando Niniel e Antares
torneranno alla normalità." dichiarò infine Hermione sollevandosi dal
tappato su cui era seduta e massaggiandosi la schiena.
"Già!"
la imitò Ron alzandosi "Andiamo a fare un balla nanna! Chissà che ora tu
possa dormire tranquillamente, Harry!"
"Sì,
speriamo!" commentò quest'ultimo seguendo il suo migliore amico.
"Non
me n'ero accorto prima..." disse Legolas, mentre chino sul letto dove
riposavano le gemelle, osservava dettagliatamente il visino di Niniel.
Dania,
lì accanto, sorrise intuendo che cosa intendesse il professore biondo.
"Orecchie
da Elfo..." sussurrò l'uomo senza mai staccare gli occhi dalla bambina.
"Già...
quando però sono in mezzo ai maghi sono in grado di trasfigurarsele, tranne
quando c'è la luna piena. La luce argentata, molto cara agli Elfi, interferisce
con la loro magia."
I
ricordi di Legolas lo catapultarono a mesi prima e più esattamente durante il
ballo di Halloween...
“Non
mi hai riconosciuto, vero?” lei scosse la testa...”Ti do un aiuto... orecchie a
punta...”
“Oh
mio Dio, si vedono?” chiese preoccupata toccandosi le orecchie, che fino a quel
momento erano nascoste dai capelli.
"Uhpf!"
sbuffò quasi divertito "Me ne sarei dovuto accorgere..." si maledì
per il suo scarso spirito di osservazione ma Dania lo rassicurò.
"No,
invece." Legolas la guardò sinceramente stupito "Nessuno poteva
capirlo. Loro sono in grado di apparire totalmente streghe o totalmente Elfi,
non avevano segni caratteristici che potessero far risalire alle loro vere
origini, tranne i nomi."
"Già...
non esisteva alcuna vicina di casa Elfo, vero?" Dania scosse la testa
"Ma Belthil chi è, allora? Conosco bene le famiglie Elfiche e di lei non
ho mai sentito parlare."
"Beh,
lei è molto più giovane di te. Sirion, mio marito, non aveva nemmeno cent'anni
quando morì. Belthil, beh, per quanto ne so io dev'essere la figlia di Elladan,
a sua volta figlio di Elrond di Gran Burrone, ma non ci ho mai capito
molto."
Legolas
annuì pensieroso: conosceva bene Elrond, dai tempi della compagnia, ma per
quanto si sforzasse, dei figli ricordava Arwen, diventata in seguito regina di
Gondor sposando Aragorn, e due bambini ancora piccoli: sicuramente uno dei due
doveva essere Elladan e l'altro Elrohir. Una fulminazione lo colse
improvvisamente. Era incredibile come tutti i pezzi si stessero unendo formando
un grande puzzle.
Erano
appena uscite dal portone del castello avviandosi verso la Foresta Proibita
quando degli Elfi silvani messi a guardia del perimetro le fermarono.
“Mi
dispiace ragazze ma è meglio non addentrarsi oltre.” esordì uno di quelli
sbarrando loro la strada.
“Ufffaaaaa!!!
Tutti uguali gli Elfi!” sbottarono.
“NINIELLL!!!
CHE CAVOLO CI FAI IN PIEDI?!?!” urlò la voce indignata del professore
d’Erbologia giungendo dietro di loro “E VOI” proseguì indicando prima una poi
l’altra delle sorelle Serpeverde “PERCHÉ LE AVETE PERMESSO DI ALZARSI?!?!?!!”
“Ha
detto Ni…Niniel…? ” chiese balbettando il soldato.
“Si…”
“E…voi…siete?”
“Carlina
e Genoveffa.” mentì Antares.
“Non
scherzate ragazze, non è educazione prendersi gioco della gente. Loro sono Dior
e Antares …” ma non ebbe il tempo di terminare le presentazioni che il suo
interlocutore sbiancò e si inchinò profondamente.
“Scusate
la mancanza di rispetto nei riguardi delle signorie vostre…sono un vostro
indegno servitore sin dalla vost…” proferì in una lingua sconosciuta.
“Ma
che stai dicendo?” chiese nel medesimo linguaggio il prof. allibito scrutando
indagatore le studentesse.
“Niente!!!
Non ha detto niente…” dissero in coro le Serpeverde, poi si affrettarono ad
aggiungere ”…non abbiamo capito niente, però…” mentre l’altra tentava invano di
impedire a un altro dei soldati di prostrarsi a terra, non riuscendoci, si
appoggiò melodrammaticamente a Legolas fingendo un nuovo malore.
"Principesse,
giusto? Le considerano tali, nella Terra di Mezzo!" concluse guardando la
donna che annuì soddisfatta "Ma allora Dior non è in Francia ma
bensì..."
"A Gran Burrone!" rivelò sorridente Dania.
Oltre a ringraziare Syssy5, ringraziamo di cuore anche ninny che ci ha lasciato un bel commentino, grazie infinite!!
Bacioni a tutti!