Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    25/08/2014    1 recensioni
Eren si guardò attorno, colpito e spaesato al tempo stesso. La Sala Grande era davvero enorme e mai se la sarebbe immaginata tanto ricca ed ordinata. Quattro lunghe tavolate la arredavano, accompagnate da panche in legno massiccio dove gli studenti degli anni superiori avevano già trovato posto ed ora fissavano i nuovi arrivi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Dopo un lungo ed estenuante viaggio in treno - in cui Armin non aveva smesso un solo istante di parlare di piante acquatiche e centauri - si sentiva affamato; sapeva, però, di dover superare la prova del Cappello Parlante, prima di potersi accomodare al proprio tavolo ed indugiare sul banchetto.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren Jaeger, Irvin Smith, Mikasa Ackerman, Rivaille, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Non appena il Cappello Parlante lasciò la sala, i quattro tavoli delle casate si riempirono di pietanze, mentre un profumo avvolgente permeava l'atmosfera della Sala Grande. Il preside Pixis battè le mani un paio di volte, ma soltanto per augurare:
- Molto bene! Anche quest'anno lo smistamento è concluso e sarebbe sciocco indugiare ulteriormente davanti a questa gustosissima cena. Buon appetito, ragazzi!
Quella sorta si segnale fece sollevare un coro di approvazione dagli studenti che, non appena comparse le portate del banchetto, si gettarono a capofitto sul cibo. Vi erano alimenti di ogni genere: dalle patate arrosto (divenute immediatamente proprietà di Sasha), ai muffin al miele, crostatine canarine, torte di api frizzole e arrosti caramellati. Qualche caraffa di burrobirra fece la sua comparsa, accompagnata dall'immancabile succo di zucca e dai the caldi e vellutati, serviti in preziose tazze di porcellana bianca.


Eren allungò una mano per agguantare una manciata di Gelatine Tutti-i-gusti + 1, storcendo il naso al sentire un forte sapore di terriccio sulla punta della lingua - Ne ho presa una al sapore di compostaggio! - esclamò, disgustato, mentre Mikasa gli versava premurosamente un bicchiere di acqua fresca.
- Non dovresti mangiare quella roba - attaccò la ragazza, addentando cautamente un paio di Rospi alla Menta - Non sai cosa contengono... e sai che papà non ama quelle gelatine. Dice che sono fatte con la bava di Lumache Cornute. Non credo mangeresti mai una Lumaca Cornuta, quindi...perchè devi abbuffarti di gelatine? -
La domanda era retorica, ovviamente, ma Eren decise di regalare comunque una veloce risposta - Quanto sei noiosa! Papà non è qui a guardarci! E poi... sono buone! D'accordo, forse non sono buone, ma comunque è divertente. - concluse, acciuffando il vassoio delle patate arrosto per provare a servirsene qualcuna. Tuttavia, non fu abbastanza rapido: una ragazza, seduta qualche posto più in là, si alzò di scatto, balzando sul tavolo e scattando in una veloce corsa; con uno strappo, la primina grifondoro gli sfilò il vassoio di patate da sotto le dita.
- Ehi! Era mio quello! - protestò Eren, ma ormai era troppo tardi. La giovane stava ingurgitando patate a più non posso, senza nemmeno concedersi una pausa per respirare.
- Era di Eren, quello.... - Mikasa si fece avanti, tentando di sfilare il vassoio dalle mani della ragazza-patata, ma senza alcun successo: lo strattonò un paio di volte, ma il ringhio sommesso della compagna la indusse a mollare la presa - Era di Eren - ripeté, la voce carica di una sfumatura rabbiosa, di cui la ragazza-patata non parve accorgersi.
Eren scosse il capo, intimando alla sorellastra di lasciare perdere - C'è tanto di quel cibo qui...non ha senso intestardirsi per delle patate! - esclamò, punzecchiando una fetta di arrosto con i rebbi della forchetta dorata; Sasha, però, fu nuovamente più veloce: aggunatato il piatto della carne, si accovacciò sulla panca, fagocitando anche le tenere fette di manzo caramellato.
- Era di Eren anche quello! - Mikasa tese una mano, minacciosa, pretendendo la restituzione del vassoio, ma la primina si limitò ad ignorarla, continuando ad ingozzarsi di cibo - Se non mi restituisci quel piatto, io... -
- Mikasa, no! Non ha importanza - sussurrò Eren, tornando a piluccare Gelatine, come fossero l'unico cibo a lui permesso.
La sorellastra lo fissò seccata, qualche attimo, prima di scrollare le spalle - Come vuoi tu. SIcuro che non desideri la colpisca con...non so, una brocca di succo di zucca? - domandò, indicando la caraffa più vicina al loro posto.
- Suvvia, non c'è bisogno d'essere tanto scontrosi. La ragazza è solo affamata - una voce profonda li costrinse a voltare il capo verso destra, là dove era seduto un altro ragazzo. Il volto squadrato, contornato da corti capelli biondi, era bagnato da un sorriso compiaciuto, mentre lo sguardo sottile era rivolto verso i due grifondoro - Scusate se mi sono intromesso, ma... mi sembrava ridicolo litigare per del cibo. Ce n'è in abbondanza, qui! A proposito, io sono Reiner - il giovane tese una mano robusta, che Eren gli strinse senza indugio.
- Eren, molto piacere. Questa è mia sorella Mikasa...anche se non siamo proprio fratelli, ma quasi. E questa è...- disse, indicando ragazza-patata - mh...non mi ricordo come ti chiami.
Sasha alzò il capo dal vassoio dell'arrosto, bofonchiando un - Papha - a bocca piena.
- Papha! - ribatté Eren, con un sorriso soddisfatto, mentre Reiner si limitava a sghignazzare, divertito.
- No, credo si chiami Sasha...ma è troppo impegnata a mangiare, a quanto pare. Bah, comunque...da dove venite, ragazzi? Io sono di Nottingham. I miei genitori sono Babbani, però...quindi non so molto del mondo magico. Per esempio, potrei assaggiare una di quelle caramelle che stai mangiando, Eren? Ho sentito dire che hanno tutti i gusti del mondo! - Reiner allungò istintivamente una mano, cercando di acciuffare una delle Gelatine dal piatto di Eren, ma le sue dita vennero immediatamente colpite da una sonora manata. Confuso, sollevò lo sguardo su Mikasa.
- Sono di Eren - ripeté la ragazza, accomodando meglio la sciarpa rossa attorno al suo collo.
- Ho capito! Ma ne volevo solo assaggiare una! - il biondo sbuffò, con disappunto, tornando poi a scoccare una occhiata perplessa al compagno di casata - Ma dove lo hai scovato, questo mastino?
Eren si strinse nelle spalle - è figlia di amici di famiglia; i suoi genitori sono beh...deceduti in un tragico incidente. Così, l'abbiamo adottata noi. I nostri padri erano grandi amici, ecco...- addusse, a mo di giustifica, lanciando delle occhiate nervose a Mikasa. Sapeva che non amava parlare della sua precedente famiglia, per cui affrontava sempre quell'argomento in modo delicato ed estremamente spiccio. Con sua grande sorpresa, però, fu la ragazza a completare quel breve discorso introduttivo.
- I miei genitori sono morti a causa dell'esplosione di un calderone. Erano due pozionisti, da quanto so - Mikasa tornò a guardarsi attorno, nella più totale indifferenza, come se le domande di Reiner sulla sua precedente vita non la interessassero per niente.
- E non avevi parenti da cui stare? Non so...tipo zii o nonni...-
- Immagino di sì; non pretendo d'essere l'unica Ackerman in tutto il Regno Unito. Però, è andata così...sono molto felice di poter stare con Eren e la sua famiglia - concluse la giovane, il tono di voce talmente piatto ed atono da non sembrare nemmeno realistico.
Sasha, tuttavia, arrivò ad interrompere quella conversazione, sporgendosi verso il vassoio dei muffin - Uh, me lo passi quello?! - chiese, un sorriso distratto sulle labbra cosparse di briciole - Ah, hai detto di chiamarti Ackerman? Non sarai imparentata col professore di Pozioni, vero? - domandò, prima di affondare i denti in un biscotto allo zenzero.
Mikasa scosse il capo, con noncuranza - Non credo. Non lo so, ma se anche fosse, non sono affari tuoi. E non rubare il cibo ad Eren! -
Sasha la ignorò, servendosi prontamente un calice di Burrobirra, mentre Reiner tornava alla carica - E tu Sasha? Sei Babbana anche tu oppure...?
- Shono Bahnana! Mio padhre fa il peshivhendolo - biascicò la ragazza-patata, infilandosi una manciata di api frizzole in bocca - Eh ho un shacco di hohbby! Tipo...manhgiare. Io adhoro manghiare!
- Ah, si? Non lo avevamo capito! - ironizzò Eren, spostando poi lo sguardo sul tavolo dei Corvonero, alla ricerca di un caschetto biondo. Era quasi dispiaciuto che Armin non fosse lì con loro! Certo, Corvonero era sicuramente un'ottima casata, ma a quel tavolo mancava sicuramente una persona con un po' più di sale in zucca. "Chissà come se la starà cavando" si sussurrò, tornando ad ingurgitare gelatine


Armin aveva preso posto accanto a Marco, ma non aveva ancora toccato cibo. Malgrado l'abbondanza del banchetto, si sentiva lo stomaco chiuso o, forse, era troppo intento ad eviscerare i misteri di Hogwarts con il suo nuovo compagno di casata. Marco sembrava un tipo piuttosto sveglio ed il fatto che provenissero entrambi da famiglie Purosangue, naturalmente, alimentava la conversazione.
- Oh, no...mio padre è un Auror. Era di Tassorosso, però, come mia madre. Si sono sposati quasi subito, dopo il diploma. - stava dicendo il moro, piluccando delle cioccorane da una scatola di vetro - Ho sempre pensato che sarei finito in Tassorosso e invece... eccomi qui. E tu? Hai detto che ti chiami Armin, giusto?
Armin annuì velocemente, giocando con la punta di una forchetta - Esatto. Anche io discendo da una famiglia purosangue, ma entrambi i miei genitori erano di Corvonero. In effetti, saranno felici di sapere che sono finito lì anche io... i miei lavorano al Ministero, comunque. Ufficio per l'Uso improprio dei manufatti babbani - concluse, con una punta di orgoglio, mentre l'altro annuiva vistosamente.
- Oh, conosco quell'ufficio! Ci sono andato l'anno scorso, con mio zio. Aveva cercato di far cantare una Lava..lavaqualcosa, come si chiama?...mh, quell'oggetto babbano che pulisce i panni da solo.
-Oh, la Lavacicce! Non la trovi una cosa fantastica? Butti i vestiti sporchi nel cestello ed escono puliti. I babbani sono ingeniosi, non trovi? - Armin si servì finalmente un cucchiaio di cipolle croccanti, continuando a giochicchiarci come se niente fosse - A casa di Eren ho visto delle cose assurdissime, davvero! Lo conosco da parecchi anni, ormai...i suoi genitori sono amici di famiglia, quindi sono stato da lui parecchie volte. Sua mamma è babbana e suo papà...credo per rispetto verso la moglie, ricorre alla magia il meno possibile. Per cui, casa sua è piena di stranezze babbane! Sai che hanno una scatola contenente delle persone...? Persone pagate per stare dentro alla scatola! Ed hanno anche il Forno a Microsponde! è bellissimo..tu metti dentro il cibo, no? ..e questo gira e gira e si scalda girando.
MARCO montò un'espressione ammirata, mentre il suo sguardo si accendeva di un nuovo interesse - è fantastico! Sai, ti invidio tantissimo... io non ho amici Babbani. Non so cosa darei pre vedere questo Forno a Microsponde! Pensi che Eren potrebbe invitarci a casa sua, per le vacanze invernali? Sarei davvero curioso di visitare una casa babbana!
Armin annuì senza indugio - Sicuramente! I suoi sono sempre molto gentili e disponibili...ed a sua madre piace raccontare delle stranezze dei babbani. Le farebbe piacere, immagino, illustrarti tutti i macchinari babbani. Sai che hanno anche un affare che raccoglie la polvere da solo? Si chiama Mangiapolvere e risucchia tutto...briciole, capelli, peli...tutto! Una volta, Eren ha aspirato anche il pesce rosso, con quello...
- Perchè ha aspirato un pesce rosso?
- Non lo so, ma Eren fa cose strane, a volte...- Armin si cacciò una cipolla fritta in bocca, masticandola avidamente, prima di aggiungere nuovamente - Parlando di stranezze, che mi dici della Professoressa di Cura delle Creature Magiche?
- Non saprei... la conosco di fama, in realtà; mi aspettavo che fosse meno bizzarra, in effetti, ma sembra quasi pazza. Dopo tutto, è una Magizoologa affermata. Ha condotto un sacco di studi sulle creature ed ha pure scritto un libro - Marco si concesse una pausa, cercando di ricordare il titolo - Mi pare si chiami "Balla coi Mooncalf"; parla dei rituali di corteggiamento dei Mooncalf ed è davvero molto interessante. Se non lo hai già letto e ti interessano le creature, te lo consiglio vivamente.
Armin dondolò lentamente il capo. Non aveva mai sentito parlare di un libro simile, ma certo le pubblicazioni della professoressa Zoe non gli erano affatto sconosciute - No, ma ho letto delle ottime recensioni di altri suoi lavori... tipo "La donna che sussurrava ai Thestral" oppure "Ventimila leghe sotto il Lago Nero" - concluse, agganciando con la forchetta un'altra cipolla croccante.
- Li ho letti entrambi. Sono davvero spettacolari! Resoconti perfetti della vita sociale dei Thestral e della fauna del Lago Nero. Sapevi che gli Avvincini sono soliti riprodursi durante il periodo autunnale, così che i piccoli nascano esclusivamente in primavera, nelle migliori condizioni climatiche?
- Sono abbastanza ferrato sulle creature acquatiche, ma meno sui Thestral ed i Mooncalf, in effetti. In ogni caso, sarà illuminante avere la Zoe come insegnante di Cura! E per quanto riguarda la Ral, che mi dici? So che è un nuovo acquisto anche lei!
Marco volse uno sguardo al tavolo docenti, cercando insistentemente la figura di Petra - Beh, al momento ti dico che è sparita! A parte questo piccolo dettaglio, però, credo sia una persona a posto...ho sentito dire che ha lavorato a lungo per la rivista "Mandragore sorridenti", una delle migliori nel campo dell'erbologia. Oh, eccola...è al tavolo tassorosso! Dimmi, non la trovi...beh, carina? - sussurrò, infine, abbassando il capo frettolosamente per nascondere le guance arrossate.

Petra Ral, professoressa di Erbologia, prese posto al tavolo Tassorosso, accanto agli studenti appena smistati. Si servì un piatto di stufato, prima di volgere l'attenzione sui primini appena giunti - Allora, ragazzi... vi trovate bene qui a Hogwarts? - chiese, tanto per rompere il ghiaccio.
-NOn saprei...siamo appena arrivati - Connie fagocitò una fetta di torta di zucca, prima di rivolgere un sorriso alla docente, incurante delle briciole che gli inzaccheravano le labbra. La sua risposta, però, venne immediatamente coperta dall'educatissimo - Sì, signora - di Historia, intenta a ripulire educatamente le posate con il bordo del tovagliolo.
- Ah, che bello! Sono contenta che vi troviate bene, ragazzi.
- Ma professoressa, le ho detto che siamo appena arrivati.... - attaccò di nuovo Connie, ma Petra non gli rivolse nemmeno uno sguardo.
- Sono sicura che trascorreremo un piacevole anno scolastico, tutti insieme! - sussurrò la docente, addentando il proprio stufato, prima di ricominciare - Allora, prima di partire per questa nuova avventura, voglio dedicare qualche minuto ad una questione molto importante: come capocasata, vi avverto...non intendo assolutamente perdere la Coppa delle Case quest'anno! E c'è un solo modo per vincerla, ossia...impegnarsi e dare il meglio di noi! Sapete tutti cos'è la coppa delle Case, vero? O abbiamo qualche Babbano tra noi?
Connie alzò timidamente una mano - Io sono un Mezzosangue, professoressa....Mio padre è babbano, professoressa. Però so esattamente cos'è la coppa delle case!
- Perfetto, vedo che ho tutti Purosangue tra le nuove leve!
- Ma no, le ho appena detto che sono Mezzo...
- Per cui vincere la Coppa dovrebbe essere una passeggiata. Non fraintendetemi, non ho niente contro i Babbani, ma avere dei nuovi Purosangue costituisce un indiscusso vantaggio...
- MA IO SONO MEZZOSANGUE!
-...perchè non devo perdere tempo a spiegare le regole base del mondo magico e della scuola; immagino sappiate tutti perfettamente come funziona qui.
- IO NO!
- Allora, una cosa da tenere a mente è il gioco di squadra! Niente individualismi, niente eroismi strani o stupidate del genere...siamo una famiglia, noi Tassorosso, e dobbiamo aiutarci a vicenda! - Petra si concesse una pausa, squadrando attentamente le espressioni affascinate dei ragazzi - La parola d'ordine per l'accesso alla Sala Comunque, che ho ovviamente scelto appositamente, è... "gioco di squadra"! Ed è quello che voglio vedere nel corso dell'anno scolastico! - indicò prontamente Connie, seduto accanto a lei - Ad esempio, vi fidereste mai di uno così, normalmente? Io no!
- EHI!
- Ma dovrete farlo...dovrete superare il vostro naturale ribrezzo per costui e fidarvi del suo giudizio!
- NATURALE RIBREZZO?
- Perchè noi siamo una squadra ed insieme sconfiggeremo le altre casate e ci prenderemo la Coppa di fine anno! Uccideremo chiunque si metterà sul nostro cammino! Nessuna pietà per gli avversari! Più ne manderete in infermeria e più mi farete felice! Spezzategli le braccia e le gambe, se necessario, ma teneteli lontani dalla Coppa delle Case! QUella sarà nostra! - Petra si alzò in piedi, picchiando con veemenza un pugno sul tavolo, come a sottolineare il concludersi del proprio discorso. Qualche applauso sparuto si levò dalla tavolata, ma la maggior parte dei Tassorosso assisteva allibita a quella scena.
- NON LE SEMBRA DI ESAGERARE?
Historia, timidamente, alzò una mano - Mi perdoni, professoressa...ma non le sembra di esagerare? - domandò, in un pigolio sommesso.
- Oh? - Petra parve riscuotersi, tornando rapidamente ad accomodarsi al tavolo - Oh, hai ragione cara...mi sono fatta prendere un po' la mano. Amh...emh....allora, niente...fate del vostro meglio, ragazzi e buon anno scolastico! - stiracchiò le labbra in un muto sorriso, prima di rivolgersi a Connie - E tu! Non potevi dirmelo subito, che stavo esagerando?
- MA IO GLIEL'HO DETTO!
- Non bofonchiare, caro...non si capisce niente, se bofonchi! - la docente tornò ad abbandonare Connie, soltanto per concentrarsi sugli altri due nuovi acquisti. Rivolse loro un incoraggiante cenno del capo. - Allora, a chi piace Erbologia?
- A ME! - le parole di Connie caddero, ovviamente, nel vuoto.
- Io la trovo una materia terribilmente affascinante, professoressa. - Berthold, che se n'era stato zitto sino ad ora, prese velocemente la parola - Ho letto tutti i suoi articoli, di recente. Ho trovato affascinante quello sull'uso improprio del Tranello del Diavolo.
La docente parve compiaciuta - Stupendo! Ne sto giusto scrivendo un altro, sul Tranello. Se ti va, potresti darmi una mano. Ho giusto bisogno di racimolare qualche informazione in più sull'habitat naturale, ma credo che la biblioteca di Hogwarts sia abbastanza fornita, giusto?
- Io...io aiutarla? Oh, signora...sarebbe be-bellissimo! Un onore, un ve-vero onore...quando cominciamo? - Berthold non riuscì a trattenere un balbettare emozionato, mentre le sue mani stringevano con troppo vigore le posate, tanto da riuscire a piegarne il manico.
Petra sorrise, indulgente - Appena possibile. Ti farò avere il materiale. E tu, invece? Ti piace l'erbologia? - Lo sguardo ricadde su Connie che, preso alla sprovvista, si bloccò immediatamente.
- Parla con me?
- Sì, caro
- Sta davvero parlando con me?
- Naturalmente!
- PARLA DAVVERO CON ME??
- Ovvio! Allora, ti piace l'Erbologia?
Connie finse di pensarci, qualche attimo. In realtà, odiava l'Erbologia. La trovava assolutamente noiosa, come materia, ed inconcludente. Naturalmente, dopo Erbologia veniva Pozioni, poi Storia della Magia e Divinazione. In fondo, era convinto che gli potessero interessare davvero soltanto le lezioni di Volo. Ma ora che la professoressa lo stava interpellando, qual'era la risposta esatta? Doveva essere sincero e confessarle il proprio odio per le piante? Oppure fingersi un amante dell'erbologia e rischiare di dover passare i pomeriggi in biblioteca, immerso in pesanti ricerche sul Tranello del Diavolo?
Con una punta di imbarazzo, infine, disse: - No, professoressa. In realtà, non mi sento molto portato per la mater... - ma Petra non lo stava più ascoltando, rivolta come era ad una ragazzina bionda.
- Historia, giusto? A te piace Erbologia?-
-...RIA.. PROFESSORESSA, ma STAVA PARLANDO CON ME! - lo sbottare di Connie non sortì altro effetto che coprire in parte la successiva risposta di Historia.
- Sì, professoressa. La adoro! - la biondina si versò del succo di zucca, mentre Petra la incalzava ancora.
- SPlendido! E cosa ti piace, nello specifico?
- MA PROFESSORESSA, E IO?? PERCHè NON MI VUOLE ASCOLTARE!
- Io sono interessata soprattutto agli usi delle piante all'interno delle pozioni.
- IO ALMENO SONO STATO SINCERO! PREFERIVA LE DICESSI CHE AMO ERBOLOGIA?
- Ah, stupendo...sai, Historia..potremmo anche lavorare assieme, un domani. Sto approfondendo alcuni aspetti sulla Corteccia del Platano Picchiatore. Un lavoro duro e pericoloso, ma avrei piacere a mostrartelo.
- PERCHè NESSUNO MI ASCOLTA?! - Connie si arrese, alla fine. Se quelli non volevano ascoltarlo, peggio per loro: avrebbero rimpianto al più presto la sua spensierata compagnia. Sconsolato, si rintanò in fondo alla panca, cambiando radicalmente posto ed abbandonando il circolo degli amici dell'Erbologia. Rimase seduto tutta sera accanto a due posti vuoti, accontentandosi di ingozzarsi di muffin sino a scoppiare.


Jean appoggiò pigramente il capo sul palmo della mancina, accomodando il rispettivo gomito sul bordo del tavolo. Squadrò distrattamente le due ragazze, sedute di fronte: erano una più silenziosa dell'altra. La bionda, Annie Leonhardth, era intenta a sezionare una fetta di filetto, appoggiando il coltello con una precisione chirurgica, quasi maniacale. Con un colpo netto, poi, arrivava a recidere una piccola punta di carne, che veniva passata in un sugo al pomodoro, prima d'essere mangiata. "Inquietante" si disse Jean, prima di spiare la seconda compagna. Quest'ultima, se possibile, era quasi peggio della prima: Ymir sedeva composta al tavolo, le braccia appoggiate al bordo e le mani intente a giocare con un bicchiere scheggiato. Da quando si era seduta, non aveva proferito parola, se non per un perentorio - Passami il sale.
A conti fatti, non gli sembravano affatto socievoli e, dal canto proprio, non era nemmeno sicuro d'avere qualcosa da spartire con quelle due. Tuttavia, l'idea di dover rimanere in silenzio tutta sera, limitandosi a consumare cibo squisito in completa solitudine, lo atterriva. Così, semplicemente, decise di rompere il ghiaccio.
- Ti chiami Leonhardt, giusto? Come i Leonhardt di Londra?
La bionda distolse un istante lo sguardo freddo dalla carne, limitandosi ad annuire.
- Si
- So che Leonhardt sono una delle più celebri famiglie di Purosangue dell'Inghilterra. Deve essere un onore farne parte!
- Sì
- Insomma, non ti sei mai soffermata a pensare a quanto sia figo essere un Purosangue Inglese? Accidenti, vieni dalla capitale, da una famiglia famosa...deve essere una figata! Purosangue Inglese...ah ah...ci vai spesso all'ippodromo? - Jean non riuscì a trattenere una breve risata, a quella freddura, come se trovasse estremamente divertente il proprio sarcasmo. Si pentì, tuttavia, quasi subito d'essersi spinto troppo oltre, con quella battuta terrificante.
Annie lo fissò con aria truce, rigirandosi il coltello da carne tra le dita sottili - Detto da uno che ha un muso da cavallo, invece della faccia...suona quasi come un complimento - Tagliò corto, tornando ad affettare il proprio filetto.
Il ragazzo si strinse nelle spalle, come a scacciare una fastidiosa sensazione, abbandonando l'idea di fraternizzare con la bionda. Il suo sguardo, dunque, cadde inevitabilmente sulla compagna dai capelli scuri, disordinatamente legati in un codino appena abbozzato - Tu sei Ymir, invece...ho sentito il tuo nome, prima. Da dove vieni?
La giovane gli rivolse una occhiata scocciata - Dall'Orfanotrofio S. Mary di Londra.
- Oh, capisco...mi dispiace, forse sono stato indelicato. Non hai una famiglia?
- Ovviamente no, o non sarei finita in orfanotrofio.
- Già, mh...giusto...ma intendevo, non avevi dei genitori? - Jean corresse frettolosamente la domanda, ma non riuscì a sfuggire ad un secondo sguardo bieco.
- Ovviamente o non sarei mai nata.
- Riformulo la domanda...non hai mai conosciuto i tuoi genitori?
- Mio padre ci ha abbandonate e mia madre è morta poco dopo. Io sono cresciuta al S. Mary. Fine della mia storia.
Jean parve quasi sorpreso al sentire di nuovo quel tono scontroso. Per un istante, si chiese se non fosse saggio lasciar perdere e starsene a mangiare in silenzio. decise, comunque, per un ultimo e disperato tentativo, lanciandosi in un argomento decisamente più generico.
- Capisco...e mh...ti piace Hogwarts?
- No
- Hai una materia preferita?
- No
- Sai già cosa vorresti fare da grande?
- No
- Pensi che io sia un ragazzo carino?
- No
- Come stai?
- No
- Che ore sono?
- No
Jean si arrese, tornando a fissare il tavolo davanti a sé...il gelato che si era servito poco prima era, ormai, completamente sciolto. Posizionò un indice sopra la scodella, andando ad intingere più volte il polpastrello, prima di portarlo alle labbra. Perse qualche attimo, annusando con attenzione il gelato, prima di andare a leccarlo via dalle dita. Immediatamente, gli arrivò alla testa una sensazione di freddo pungente coperta, poco dopo, da un colpo secco alla nuca - AHIO! - sbottò il ragazzo, voltandosi di scatto, i pugni alzati in propria difesa. Abbassò immediatamente la guardia, tuttavia, quando scorse la figura minuta del professore di Pozioni che, alle sue spalle, sventolava un lembo di stoffa chiara.
- Esistono i tovaglioli! Impara ad usarli! - sbottò Levi, in un ringhio seccato - Ed esistono anche i cucchiaini! Non voglio più vederti mangiare gelato con le dita! - sbottò, bofonchiando a denti stretti - Che schifo...mi auguro si fosse almeno lavato le mani, prima di sedersi a tavola.


Levi si riaccomodò al tavolo dei docenti, lasciandosi cadere sulla propria seggiola. Quella serata si stava rivelando più stancante del previsto; non amava particolarmente la cerimonia di inizio anno: troppo caos, troppi marmocchietti urlandi e troppi colleghi entusiasti con cui dover condividere programmi e progetti scolastici. Ogni anno era sempre la stessa storia, lo stesso pesantissimo rituale. Annoiato, gettò una occhiata in direzione di Hanji, che sedeva giusto accanto a lui; senza dire nulla, agguantò una brocca di vino elfico e si affrettò a rabboccare il bicchiere della professoressa di Cura che gli rivolse una occhiata perplessa.
- Ancora? ma...ho già bevuto - gli disse, ma lui fece orecchie da mercante, continuando a versare.
- Non c'è due senza tre, professoressa. Poi il quarto vien da sé - mormorò, facendo attenzione a riempire il calice sin quasi all'orlo - Non faccia complimenti, suvvia. Si serva e si metta a proprio agio.
- Ma ho già bevuto, ti dico...- la donna sollevò le dita di una mano, contando con calma - tre, quattro...quattro bicchieri e mezzo!
Levi si limitò ad un sorriso stiracchiato, fingendo di non aver sentito - Non ha bevuto abbastanza, mi creda! Quando si riceve un incarico tanto importante, come una cattedra ad Hogwarts...il minimo che si possa fare è annaffiarlo con del buon vino.
- Mh, se lo dici tu... - la Zoe si scolò d'un fiato il bicchiere, pulendosi frettolosamente le labbra con il dorso della mancina. Il rossore diffuso sulle guance parve immediatamente accentuarsi, mentre una mano saliva a sventolare un tovagliolo accanto al volto - Per Merlino e Morgana,  che caldo! Non si possono aprire le finestre? Ah, se è buono questo vinello...mi fa venire in mente una sera, in Irlanda...l'estate scorsa. Ho conosciuto un affascinante Giornalista...uh era proprio bello...e sai cosa mi diceva? - Levi si scostò appena, raggiunto da una zaffata di alcool - Mi diceva che ero la sua piccola Puffola adorata...ma poi si è scoperto che era un truffatore; insomma, un giornalista che non era un giornalista...diceva di lavorare per la Gazzetta del Profeta, invece voleva solo rubarmi i galeoni! - si concesse una pausa, umettandosi le labbra, un'espressione pensierosa dipinta sul volto concentrato - Una mattina mi sono svegliata sposata ad una Mandragora. Era una mandragora orrenda!Ah...però l'amavo!
Levi tornò a riempirle il bicchiere, sghignazzando appena - Oh, che storia interessante. Continui, professoressa - la incalzò,  ma la bottiglia di vino elfico gli venne prontamente strappata di mano. Batté le palpebre, perplesso, prima di gettare uno sguardo alla propria destra. Erwin gli aveva sottratto il vino, spostandolo in un angolo del tavolo - Ehi! Quella era mia!
- Smettila di farla bere! Vuoi farla ubriacare? - Erwin spinse l'alcolico più in là, fuori dalla portata dei bambini.
- Elementare, Erwin. è quella l'idea, cosa credi? Che le offra da bere perchè mi sta simpatica? Mi sto annoiando a morte ed è solo...divertente vederla dar fuori di matto - Levi sogghignò, allungando la mancina per cercare di riprendere la bottiglia, ma senza successo - Eddai! Solo un altro goccino!
- No! è già abbastanza strana di suo, senza che tu la spinga a ballare sui tavoli.
Il docente di Pozioni incrociò le braccia, sbuffando malamente - Guastafeste - sbottò, tirando a sé un piatto di biscotti e sbocconcellandoli distrattamente, deciso a chiudersi in un ostinato silenzio sino alla fine del banchetto.

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Angolino muffoso dell'autrice

Ecco qui, dopo giorni finalmente sono riuscita ad aggiornare. Non è granché come capitolo, lo so :( però mi serviva come punto di congiunzione tra lo smistamento ed il reale inizio delle lezioni. Spero il prossimo vada meglio di questo...fatta questa piccola premessa, non vi so dire perchè Petra ce l'abbia tanto con Connie (personaggio che adoro, in effetti...)...non credo sia da Petra ignorare così un povero studente, ma nella ff sembra che ce l'abbia con lui per qualche astruso motivo...forse è soltanto Connie, però, che si presta a queste stramberie.
Nel mentre, approfitto del mio angolino per ringraziarvi della lettura e della pazienza, oltre che dei commenti passati (tutti davvero gentilissimi! Mi ha fatto molto piacere leggere i vostri pareri). Mi scuso in anticipo per la grammatica di questo capitolo che, probabilmente, fa un po' schifo... non ho giustificazioni, se non l'essere sveglia da un po' troppo. Anche qui, spero di poter migliorare nei prossimi capitoli e spero che l'editor non mi tagli i dialoghi, come nei capitoli scorsi XD. Nel mentre, lascio volentieri Sasha alle sue patate, Jean al gelato ed Hanji al vinello.
Cioccorane a tutti! ^^

- El -
  
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