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Autore: xDelilah_Morgan    26/08/2014    1 recensioni
Io ero un ragazzo normale, vivevo una vita normale nel mio normale paesino d'origine. Ma poi è arrivata lei, ha preso il mio bel castello di carte e l'ha distrutto semplicemente rivelandomi chi ero davvero.
E cosa fai quando tutto quello che davi per scontato svanisce come sabbia tra le dita?
Cosa fai se ogni tua certezza viene messa in dubbio da una nottata abbastanza bizzarra?
Cosa fai se sei costretto a scappare via ed abbandonare tutto quello che hai costruito in quasi diciotto anni?
Cosa fai se ti dicono che la tua vita vale molto di più di quello che credi dato che sei l'ultimo sopravvissuto della tua specie e ti vogliono morto?
Cosa fai? Semplice: combatti.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5 – Sotto attacco

P. o. V Bianca

Dopo la lettera, Andy era diventata scura e non rivolgeva parola a nessuno. Stavamo per ripartire, la nave ormai era riparata e avevamo ricaricato le provviste. In questo modo la prossima fermata si spostava in un'altra Isola Nascosta, dove c'era un delizioso mercato simile a quello di Barcellona: solo che vendeva armi e ingredienti per pozioni.
Sarebbe stato un ottimo modo per svagarci, vedere la mia migliore amica in quello stato mi uccideva e non poter fare nulla… peggiorava la situazione. Potevo solo abbracciarla quando si metteva a piangere o quando era particolarmente triste. Speravo con tutta me stessa che le bastasse come supporto morale, non potevo fare altro.
Ero come bloccata in un mondo gelatinoso, impermeabile ad ogni dolore o sentimento in generale. Mi perdevo a fissare il vuoto, le ginocchia raccolte al petto e la testa appoggiata sulle braccia. Avevo perso troppe cose e dovevo essere forte. Ogni tanto sentivo di non poter più andare avanti in quel modo, però andavo comunque avanti. Il tempo non aspettava me, non si fermava per lasciarmi metabolizzare.
Entrai nella mia cabina dove stava riposando Nicola e mi stesi sul mio letto. Lui mi si avvicinò e mi poggiò una mano sul braccio.
– Ehi... ne vuoi parlare?– mi chiese ed io annuii. Parlarne con qualcuno non coinvolto nei miei problemi avrebbe aiutato. O almeno me lo auguravo.
– Ho perso il mio ragazzo, la mia migliore amica sta soffrendo e la mia Maestra è morta. Ma io non sento nulla. È come se fossi implosa e ora ho un grande vuoto. Non so se sia positivo o no. Il nulla mi spaventa.– mormorai appoggiandomi un braccio sopra gli occhi. Lui lo spostò e mi prese il mento tra le dita, facendo incrociare i nostri sguardi.
– Bianca, non è da molto che ci conosciamo, ma sono certo di una cosa: sei una donna forte, nessuno può negarlo. Quindi se non senti nulla è solo perché non hai tempo per queste cose. Hai un senso del dovere molto grande e mette da parte l'autocommiserazione. Risparmi e concentri le tue energie in altro. Non hai il nulla, hai un obiettivo. Tornerà tutto quando saremo ad Aridia. Non devi pensarci, okay?– finì il suo discorso con un sorriso, ed io iniziai a piangere.
– In questo momento mi sento in colpa. Ho sottovalutato la tua intelligenza...– sussurrai, alzandomi a sedere. Eravamo uno di fronte all'altro, le mie gambe si allungavano dietro la sua schiena. Era un momento quasi perfetto. – Posso abbracciarti?– chiesi ridacchiando e lui mi strinse a sé.
– Ma certo che puoi... ora riprenditi, usciamo a fumare una sigaretta e non pensiamoci più.– mi trascinò via in giro per la nave e, per un po', smisi davvero di pensare a tutti.

P. o. V. Giacomo

Ero così stanco che andai direttamente in camera tuttavia non chiusi occhio.
Ero troppo scosso dalla morte di Ginepro e troppo distratto dal ragazzo che mi dormiva vicino. Riusciva a trasmettermi un senso di pace con il suono regolare dei suoi respiri ed il suo viso rilassato. Allungai una mano verso il suo viso e gli scostai un ciuffo di capelli dagli occhi chiusi. Gli sfiorai la guancia e sorrisi senza volerlo... era così bello. Ed io così codardo. Perché non riuscivo a dirgli che lo... amavo. Sì, lo amavo. E se andava avanti così, non l'avrebbe mai saputo. Mi allontanai dal lui di scatto, si stava muovendo. Tornai nel mio letto e mi addormentai. Ci sarebbe stato tempo dopo la fine della missione.

P. o. V. Cloe

Più tempo passavo con Alexey, più mi ricredevo sul suo conto. Ero in debito con lui perciò mi ero addolcita... e poi era davvero simpatico. Eravamo più simili di quanto pensassi e non solo per via della nostra natura. Eravamo soli al mondo ora e, in un modo sottile e complicato, ci stavamo consolando a vicenda.
– Raccontami di te...– chiese mentre stavamo stesi a poppa; il rumore ovattato dei motori faceva da sottofondo alla nostra conversazione. Il suo viso era pericolosamente vicino al mio ed il suo respiro mi solleticava una guancia.
– Beh, sono nata un'ottantina di anni fa nella Città di Cristallo, mia madre è la regina del mio popolo, quindi, io e mia sorella siamo una specie di principesse. La nostra vita era stupenda, passavamo le giornate nel ruscello vicino a casa mia in compagnia delle nostre cortigiane e amiche. Tutto andava per il verso giusto ma poi accadde il misfatto.– sospirai e sentii la voce incrinarsi. Non era facile ripensare a tutte quelle cose anche se erano passati più di trent'anni. – Per noi è proibito uscire dal nostro regno senza un'autorizzazione… ma io volevo vedere una mia amica che abitava la Città di Zaffiro, era la mia unica occasione di incontrarla... al mio ritorno, però, il confine era invalicabile. Mia madre, dall'altro lato, mi stava bandendo da casa mia. La mia amica mi ha accompagnata fino alla fine del suo regno, ma poi se n'è andata e alla Capitale sono dovuta arrivare da sola. È stato difficile entrare in Accademia ed uscirne con ottimi voti: alla fine ce l'ho fatta grazie al mio Cerchio, ho conosciuto allora Bianca ed Andrea ed insieme a Ginepro mi hanno salvata.– terminai stringendomi nelle spalle e voltando la testa per incontrare i suoi occhi. – Non è un granché come storia... la definirei più una tragedia da soap opera.– ridacchiai. Lui fece lo stesso.
– Nah, è una storia come tutte le altre. Nessuno può giudicarla in quanto nessuno ha passato la stessa cosa. Non trovi?–
Okay, era bello, simpatico e pure intelligente. Considerando la mia fortuna minimo era sposato, gay o vicino alla morte. Quindi non dovevo farmelo piacere. Alexey non doveva piacermi.
– Hai ragione... ma ora voglio sentire la tua.– proposi tornando a guardare il cielo ed evitando il suo sguardo.
– Io sono nato novantasei anni fa in una famiglia normale, con due genitori usuali e un fratello come tutti gli altri. La nostra vita era così normale da aver spinto i miei ad andare a combattere nella guerra contro i Sussurratori con una preparazione militare pari a zero, tanto per spezzare la routine. Siamo rimasti orfani e per guadagnarci da vivere ci siamo affiliati al Cerchio di Salice e alla flotta di Sophia. Andava tutto bene ma poi mio fratello è morto e ora pagherei oro per riavere la mia normalità. Come vedi, ognuno ha passato la sua tragedia.– incrociò le mani dietro la testa e lasciò che il ronzio delle macchine riempisse il silenzio finché non mi sostituii a questo.
– Beh, il bello delle tragedie è che si possono affrontare insieme...– mi pentii quasi subito di essermi scoperta così tanto, comunque lui non parve cogliere il vero senso delle mie parole.
– Già...– aggiunse ed il tranquillo silenzio di prima tornò. Era la prima volta in tutta la mia vita che non sentivo il bisogno di parlare ma solo quello di percepire una presenza così tanto rilassante vicino a me. Forse mi stava piacendo davvero la sua compagnia.

P. o. V. Andrea

Stavamo attraccando al porto dell'Isola di Javier, un Maestro a capo di un cerchio con più di trenta membri a cui era stata affidata dal Consiglio Supremo alla fine di una missione importantissima. Era famosa per questo immenso mercato dove la gente si fermava ad acquistare il necessario per le loro missioni, oppure semplici articoli da mercatino e souvenir. A me servivano dei nuovi bastoncini d'incenso per la Meditazione, li avevo terminati e senza di quelli le mie visioni arrivavano sfocate e senza un filo logico o cronologico.
Bianca e Sophia osservavano ogni mio gesto con fin troppo attenzione e la cosa mi angosciava.
Stavo male e mi stavo estraniando fin troppo spesso ma non avevo bisogno delle balie. Con gli acquisti in borsa me ne andai a cercare un posto più tranquillo... erano davvero esasperanti. Trovai una spiaggia deserta lì vicino e mi sedetti sulla sabbia tiepida. Nonostante fosse quasi inverno, lì la temperatura era mite e si stava bene anche senza due cappotti come a casa. Mi voltai di scatto quando la pace venne interrotta dal suono di passi strascicati. Avevo già una mano in borsa, stretta al manico del pugnale da lancio, ma la bloccai appena il volto di Nicola si fece più chiaro.
– Mi hai fatto prendere un colpo...- sussurrai lasciando l'arma e rimettendo la borsa a terra.
– Scusa... volevo parlarti.– disse avvicinandosi a me. – Hai un minuto?– annuii e lui si lasciò cadere accanto a me. Prese un respiro profondo e mi guardò dritto negli occhi. – Ascolta, Andy... so che è difficile per te. Non posso immaginarlo, però posso dirti che se accadesse a me una cosa simile ne morirei. Questo perché io sono un rammollito e ho una fifa nera. Ma tu non sei così...– io tentai di ribattere ma lui mi fermò alzando una mano. – Fidati, ti osservavo al bar di tuo padre quando ancora non ti conoscevo... hai superato a denti stretti e pugni chiusi la sua malattia, lo hai aiutato fino alla convalescenza e hai tenuto aperto il bar senza problemi. In pochi riuscirebbero a non avere una crisi isterica in quelle condizioni… tuttavia tu ce l'hai fatta. E so che ce la farai anche ora... credo in te. Non far stare in pena le tue amiche, okay? Bianca ci sta morendo.– mormorò ed io sentii gli occhi pizzicare. Le sue parole mi avevano colpita. Allora si era accorto di me... mi aveva notata. E si era fatto questa opinione di me. Mi sentivo davvero onorata e commossa.
– Sei davvero gentile... grazie. Proverò a riprendermi un po'... ma mi servirà altro tempo.– lui mi strinse una mano tra le sue e mi sorrise. Io arrossii un po' a quel contatto... in tutti quegli anni solo poche, pochissime persone, mi erano state così vicine e non solo a livello fisico.
– Prenditi tutto il tempo che serve ma rassicurale.– ricambiai il sorriso e rimanemmo in quel modo per un po'. Solo una forte vibrazione del terreno spezzò il nostro contatto. Dal mare emersero tre grossi golem di sale che iniziarono a camminare verso di noi. Mi alzai di scatto e mi parai davanti a Nicola.
– Che siete venuti a fare qui?– urlai per farmi sentire da quei bestioni che avanzavano lentamente per via del loro peso.
– Dacci il Figlio della Notte.– dissero in coro allungando le braccia nella nostra direzione.
– Nicola, scappa. Chiama qualcuno!– ordinai al ragazzo che si stava alzando in piedi. Corse verso il mercato ed io lanciai la borsa a lato, tenendo i miei coltelli tra le mani. Cercai un punto debole con gli occhi mentre quelli continuavano ad avvicinarsi. Quello al centro aveva una gamba più corta dell'altra e molto più sottile quindi lo colpii al ginocchio. Si sgretolò fino alla coscia e cadde a terra, ma strisciò accanto agli altri facendo leva sulle mani e riprese la marcia. Una freccia si infilzò sulla fronte del golem a sinistra e gli ruppe mezza testa ma non si fermò come l'altro. Stefano mi fiancheggiò nella lotta ed io lanciai un altro pugnale nel braccio di quello a sinistra. I golem di sale si distruggevano con l'acqua. Quindi servivano Bianca e gli spiriti della Natura.
Arrivarono tutti insieme e i tritoni con Sophia iniziarono a bagnarli mentre Bianca bloccava le gambe dei bestioni con delle radici. Ma questi non si scioglievano, anzi: stavano assorbendo il sale del mare e si stavano ingrandendo.
– Non funziona!– urlò Stefano che continuava a lanciare frecce a quei disgustosi esseri. – Cloe! Sophia! Dobbiamo depurare l'acqua!– esclamò Bianca cercando di sovrastare i versi grotteschi di dolore dei tre golem. Uno di loro colpì Alexey e un altro tritone, gettandoli in mare. Fortunatamente non subirono alcun danno. Bianca lasciò le radici e quelle iniziarono a cedere, i golem si stavano dimenando per buttare in acqua anche noi. Sophia, intanto, iniziò a guidare un rivolo d'acqua spesso circa un metro verso Bianca che stava accendendo un fuoco e Cloe che si preparava a guidare l'acqua dolce verso le creature. Iniziarono a sciogliersi tra le grida mentre io e Stefano continuavamo a lanciargli contro frecce e pugnali. Lui, però, si avvicinò troppo e uno dei golem, ridotto ad un macigno di sale, gli cadde addosso. Urlò di dolore mentre io correvo ad aiutarlo. Anche l'ultima traccia dei golem svanì tra i granelli di sabbia. Ce l'avevamo fatta anche questa volta.

P. o. V. Giacomo

Mi ero allontanato di parecchio dagli altri, non volevo incrociare Stefano... avrei detto qualcosa di sconveniente in sua presenza, me lo sentivo. E in più stavo cercando un'arma lunga da portare con me in caso di attacco. Trasformarmi non era sempre utile quindi volevo premunirmi. Ero davanti ad un banco pieno di spade, sapevo maneggiare bene quelle ad una mano sola quindi optai per le Katane. Una con un manico nero e un nastro dorato mi colpì particolarmente così l'acquistai. Era leggera ed affilata, maneggevole e per nulla ingombrante. L'appesi dietro le spalle regolando la fascia che reggeva il fodero con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Ma questo si spense appena Nicola mi comunicò che eravamo sotto attacco. Di nuovo. Ma non andavano in ferie? Gli corsi dietro ed attraversammo l'intero mercato prima di raggiungere la spiaggia dove ormai era tutto finito. Controllai i miei compagni alla ricerca di Stefano. Aveva sempre la priorità sugli altri. E quando lo vidi steso a terra che respirava a fatica, mi sentii mancare la terra sotto ai piedi. Iniziai a correre verso di lui a perdifiato, superando perfino Andy che lo stava soccorrendo. Mi inginocchiai accanto a lui e gli carezzai la guancia.
– Stefano... mi senti?– chiesi cercando i suoi occhi nascosti dietro le palpebre contratte. – Stefano! Ti prego, apri gli occhi. Ti prego, rimani con me.– iniziai a piangere, poggiandogli la testa sulle mie ginocchia. La sabbia mi graffiava la pelle ma poco m'importava.
– Giacomo... sei qui...– sforzò un sorriso e finalmente le sue iridi dorate si incontrarono con le mie.
– Sì, sono qui... non me ne vado.– gli carezzai i capelli mentre cercavo la sua mano.
– Fa male.– biascicò e mi scappò un singhiozzo rumoroso. Non poteva essere vero... dovevo fare qualcosa. Da solo non poteva guarirsi.
– Lo so ma resisti... chiameremo un Guaritore e starai meglio. Non lasciarmi... guardami.– continuai a passare le dita sul suo volto, la sua pelle era pallida e fredda. Si erano avvicinati Bianca ed Andrea mentre gli altri guardavano in disparte. – Non c'è tempo, Gia'... dobbiamo inventarci qualcosa.– mormorò mia cugina misurandogli la pressione dal polso.
Lo guardai in lacrime, stava morendo. Il ragazzo che amavo stava morendo davanti ai miei occhi. Non l'avrei mai permesso. – Bia, Andy. Dobbiamo fare il rito delle tre vite.– dissi alle due ragazze che mi fissarono allibite per un attimo.
– No, è troppo pericoloso... starò bene.– tossicchiò Stefano allungando la mano verso di me. Io la strinsi e la poggiai sulla mia guancia.
– Non importa. Non puoi abbandonarmi, okay?– lui scrollò il capo ed io omisi l'ultima parte della frase, che mi rimase in gola, bloccandomi il respiro. – Iniziamo.–


**Angoletto dell'autrice**

Sono in ritardo madornale, lo so, ma ho cambiato beta e ho trovato un lavoro quindi sono stata abbastanza impegnata. Ma passiamo alle cose importanti: ho già pronti altri sei capitoli più o meno ma, prima di pubblicarli, devo sistemare quelli vecchi quindi fra due settimane avrete il capitolo sei e gli altri quattro corretti, giuro u.u
Ringrazio come sempre mia Moglie perché mi sopporta ogni volta che vado in crisi e si ascolta al telefono le mie idee malsane, la mia F perché ha promesso di portarmi a vedere TFIOS e il mio nuovo beta, IKilledSiriusBlack. E come nello scorso capitolo ringrazio chi l'ha inserita tra le seguite, preferite o ricordate e ringrazio DarkViolet92 che ha recensito ogni capitolo.
Al prossimo aggiornamento, Dede♥

P.s. Due minuti del tuo tempo possono rendere una scrittrice felice per mesi: recensisci anche tu ogni tanto e contribuisci allo sclero di un'autrice. Riceverai in omaggio un panda viola u.u

  
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