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Autore: LoveEverlack    26/08/2014    5 recensioni
NON CI SONO SHADOWHUNTER, SOLO PERSONE CHE VIVONO VITE NORMALI.
Clary si è appena trasferita dal cugino Magnus e iniziando a frequentare la nuova scuola scoprirà l'amore, persone del suo passato e suo padre, di cui sua madre non ha mai parlato entrerà nella sua vita con il fratello.
[.....]
-Mi chiamo Clarissa Fray, ho sedici anni, mi sono trasferita qui con mia madre e viviamo da mio cugino finchè non troviamo un appartamento-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua a postare un nuovo capitolo della storia.
Chiedo scusa se ci ho messo tanto, ma un pò per le vacanze e un pò per un'altra storia che mi ha preso mano non sono riuscita ad aggiornare. 4
Ad ogni modo questo è forse uno dei capitoli più lunghi che ho scritto e spero vi piaccia, ci saranno molte cose.
Spero di ricevere delle recensioni, non vorrei che vi foste dimenticati di me xD




Clary odorava Chairman Meaw, il gatto con cui aveva giocato migliaia di volte da bambina, lo stesso che passava con lei i pomeriggi in cui era malata se Magnus non c’era e che cacciava gli uccelli dalla finestra.
Eppure, per quanto amasse quel gatto, c’erano momenti in cui voleva ucciderlo. Come quello.
Il gatto era poggiato sul suo letto -fin qui nulla di strano-, dopo però, aver fatto cadere vasi e quadri cercando di prendere un piccione dalla finestra che Clary aveva lasciato aperta.
Dolcemente, per quanto la sua rabbia potesse, prese il gatto e lo cacciò fuori la camera per riordinare.
Non ci sarebbe riuscita, aveva a malapena dieci minuti per finire di prepararsi e andare a scuola con Magnus.
-Ti taglierò tutti i peli.- sbottò, buttando i vetri nella spazzatura e mettendo i quadri sul letto.
Era troppo bassa per riuscire ad appenderli alla loro vecchia altezza e, vista l’ora, non le andava di andare in giro a cercare una scala abbastanza alta solo per lei.
Indosso la felpa verde di con gli occhi e la bocca di Mike -che aveva comprato all’uscita del film Monster University-, un jeans nero e scarpe abbinate verdi prima di correre fuori e saltare la colazione.
I capelli non erano stati curati più del dovuto, magari sembravano un nido di uccello. Cercò di non pensarci.
Magnus l’aspettava già in macchina, impeccabile nello stile se non si contavano gli accessori oro e argento.
-Ancora non capisco come fanno a farti entrare a scuola.- richiuse la portiera, sentendo Magnus ridere.
Clary era seria, nonostante suo cugino pensasse l’esatto contrario e passasse il tempo a ridere invece di guidare.
-Magnus sii serio, non voglio morire per mano della tua guida.- urlò.
-Clary non preoccuparti, questa macchina non verrebbe travolta neppure da qualche carro armato.- le disse.
Clary alzò gli occhi al cielo, la capacità di Magnus di ingrandire le proprietà di un oggetto era infinità.
-Vetri antimissili, un lanciafiamme non lo scalfisce.- Clary scosse la testa -Non credi a tuo cugino, Clary?-
-Diciamo che lo trovo un po’ esagerato, gonfiato.- Magnus scosse la testa.
-I pompati possono al massimo essere belli da vedere, ma non credo che...- Clary alzò le mani.
-Non voglio sapere nulla che vada oltre ciò che vedo, mi basta conoscerti per immaginare il continuo.- finì.
-È una Mercedes Guardian, comunque.- Clary annuì guardando fuori dal finestrino.
Si accorse solo dopo degli occhi puntati sulla macchina, i bambini che la indicavano mentre camminavano nei cappotti con le loro mamme, o gli occhi degli uomini che la seguivano.
Guardian, aveva già sentito il nome di quell’auto ma non sapeva dove.
Poi si bloccò, nello stesso istante in cui sentì alla radio la canzone Thousand Years, dedicata dalla radio ad una ragazza, dopo essere stati contattati dal compagno.
-Questa è la macchina di Twilight?!- come a confermare i suoi dubbi, Magnus iniziò a canticchiare.
Clary non lo fermò per avere la conferma, la voce di Magnus era troppo bella per poter essere bloccata.
Solo quando quella finì, accompagnata dalla voce di Magnus che vi aggiungeva delle note per renderla migliore, seppe con sicurezza che Magnus le stava per rispondere.
-Sì, è quella.- Clary scosse la testa ridendo.
Beh, certo, Bella aveva ricevuto da Edward la Black Card dopo aver accettato di sposarlo. Magnus, invece, doveva avere tanti di quei soldi da averne dieci, di carte di credito.
Fu contenta di allontanarsi dal veicolo una volta arrivati a scuola, non si accorse della velocità con cui era scesa.
Magnus fece tutto con calma, prese le loro borse nei sedili anteriori, richiuse la macchina e si avvicinò fischiettando a Clary mentre faceva girare le chiavi attorno a un dito.
-Andiamo cuginetta, non vorrai fare tardi per la lezione con miss Graymark.- neanche a dirlo che la professoressa passò accanto a loro, salutandoli con un sorriso prima di dirigersi verso l’ufficio di Imogen.
Affrettando il passo Clary continuò a sentirsi osservata, altri bisbigli la seguivano come il primo giorno.
-Ora perché bisbigliano?- Magnus alzò le spalle, ne sapeva meno di lei.
Quando però si girava a guardare gli alunni, quelli smettevano, facendola montare la rabbia.
Si fermò nel corridoio, cartella in mano, mentre osservava  Jonathan davanti la classe con un telefono in mano.
I bisbigli cessarono in quel momento, persino Magnus sembrava impietrito nel guardare la scena.
I suoi amici erano lì, Izzy stingeva Jonathan con un braccio mentre quest’ultimo sembrava vuoto.
-Che succede?- corse verso di loro, guardandoli uno ad uno in cerca di una risposta.
-Jocelyn... nostra madre... è in ospedale.-
 
Magnus e Clary erano scattati verso l’uscita, non sentivano neppure gli urli delle persone dietro di loro.
Clary non sapeva cosa pensare, riusciva a darsi solo la colpa per tutto quello che stava succedendo.
Aveva litigato con sua madre e lei era stata... cosa? Ritrovata a casa svenuta, ferita?
Non aveva aspettato per sapere il resto, non ne aveva neppure bisogno, le importava solo di vedere sua madre rialzarsi dal letto dell’edificio che Clary aveva sempre odiato.
Medici che con una mano sulla tua spalla ti dicono che andrà tutto bene, quando forse non è neppure vero.
Non poteva pensarci, altrimenti avrebbe iniziato a piangere senza sosta.
Quando la macchina parcheggiò corse fuori, Magnus sarebbe andato in cerca di un parcheggio mentre lei avrebbe parlato con i medici per sapere in quali condizioni versava sua madre.
Fermò quella che doveva essere un’infermiera, camice rosa pallido e ballerine.
Clary era senza fiato, quando si fermò accanto a lei per parlarle, tanto che l’infermiera la fece sedere.
-Signorina, si calmi.- Clary era pallida, mentre respirava cercando di riavere la voce.
-Mia... madre, dov’è?- prese dell’acqua che l’infermiera aveva fatto portare. Magnus fu subito accanto a lei.
-Jocelyn Fray, abbiamo appena saputo che è finita in ospedale.- disse il cugino al posto suo.
L’infermiera controllò la lista dei pazienti, su cui non risultava nessuna Fray. Scosse la testa, sedendosi accanto ai due e tenendo una mano sulla giovane, che sembrava la più sconvolta.
-Non mi risulta nessuna Fray, ma non potreste vederla, siete fuori l’orario delle visite. Mi spiace.- sussurrò.
Magnus mosse la mano, come a dire che non gli importava di meno ciò che pensava quella donna.
-Provi Fairchild.- ordinò, gli occhi che sembravano mandare scintille.
Annuendo l’infermiera, Rose, controllò. -Sì, abbiamo una Fairchild, ma come ho detto non potete entrare.-
Clary stava boccheggiando, non riusciva a trovare le parole per chiedere a quella donna di farle vedere sua madre anche solo per un secondo. Per fortuna fu salvata da una seconda infermiera, che mise una mano sulla spalla di Rose e la fece girare con un sorriso verso di lei.
-Ci penso io Rose, li conosco e mi prenderò la responsabilità. Solo due secondi, per sapere che sta bene.-
Rose annuì, alzandosi e salutando entrambi con un saluto per lasciarli a Melinda.
Clary non l’avrebbe riconosciuta sotto quella divisa da ospedale, quasi si confondeva tra le altre.
-Abbiamo solo due minuti, venite presto.- li accompagnò per un corridoio, fermandosi alla stanza 200.
-Melinda cosa ci fai qui?- doveva porle quella domanda, o sarebbe rimasta con la curiosità.
-I miei vorrebbero farmi diventare medico e la scuola ha un programma di lavoro che ci apre delle opportunità per vedere dal vivo cosa succede in vari ambiti. Così con l’aiuto dei miei vengo una volta alla settimana qui.- Dopodiché senza dire nulla si allontanò per lasciare loro della privacy, Jocelyn era in una camera privata.
Stava leggendo un libro, cosa che fece alleviare l’animo già tormentato di Clary e Magnus, mentre con una mano beveva del caffè da una tazza gigante di qualche bar.
Quando li vide entrare sorrise, aprendo le braccia dove Clary si tuffò l’attimo dopo.
-Pensavo... tu… come… scusa.- Jocelyn rise, scompigliandole i capelli e abbracciando anche Magnus.
-Tu cosa? Nah, sto bene, sono solo arrivati dei ladri esperti in casa.- rispose, posando rivista e caffè sul tavolo.
-Cosa vuol dire dei ladri? Erano armati o ti hanno fatto qualcosa?- sbottò Magnus. Clary annuì a seguito.
Jocelyn scosse la testa, mordendosi il labbro pensando a quali parti poteva raccontare senza farli preoccupare.
-Diciamo che ci hanno provato, ma sono brava a difendermi e ne sono uscita con qualche graffio.-
Clary scosse la testa non credendoci più di tanto, non poteva essere finita lì per niente.
-Valentine era passato per portarmi una cosa che avevi dimenticato e mi ha trovato... svenuta in salotto. Quando siamo arrivati qui ha pagato dei medici per farmi rimanere obbligatoriamente qui.- rise.
Magnus però sembrò soddisfatto, l’importante era sapere che stava meglio di quanto pensassero.
Per sdrammatizzare si sedette meglio sul letto, stringendo la mano della zia e guardando quella che doveva essere una delle camere private più costose dell’ospedale.
-Così... Valentine ti ha pagato la camera e tu non ti sei opposta, eh?- Clary rise, Jocelyn sembrava offesa.
-Cosa stai insinuando, Magnus? Smetti di pensare.- sbottò, alzando le mani senza urlare.
-Soprattutto non pensare a quello…- sussurrò Clary, Jocelyn incrociò le braccia al petto.
-Pervertiti.- disse, facendo ridere entrambi i ragazzi accanto a lei.
Melinda aveva bussato alla porta, chiedendo loro di uscire perché non poteva più farli rimanere.
Dopo un veloce abbraccio e la promessa di tornare nel pomeriggio, i due tornarono da Melinda.
Clary si girò solo un secondo, per porre una domanda alla madre. -Perché Jonathan era preoccupato?-
Jocelyn scosse la testa, soppesando lo sguardo della figlia, come per cercare di carpirne più informazioni.
-Probabilmente Valentine era preoccupato e lo ha influenzato, povero Jonathan, siamo una coppia di matti.-
Magnus rise, richiamando Clary e mettendole un braccio sulle spalla. Melinda si era allontanata nuovamente.
-Eh già, proprio una coppia.- disse -Sai quante cose che mi raccontava papà di te da giovane.-
 
Clary mandò un messaggio a Jonathan, ricevendone subito una risposta che li invitava a casa sua.
Magnus virò quasi immediatamente, per prendere una scorciatoia.
Quando arrivarono venne ad aprirli Izzy, che sorridendo di sollievo abbracciò i due e corse in salotto.
Jonathan doveva aver spiegato del messaggio a tutti, perché Clary li notava molto più sorridenti di prima.
Prese posto accanto tra Jace e Simon sul divano grande, Alec e Magnus si dividevano il divano a due, mentre suo fratello e Isabelle la poltrona bianca.
-Rimane il fatto, che non potete tornare a casa, anche papà pensa lo stesso.- continuò Jonathan.
Clary annuì, durante il tragitto ci aveva pensato ma non aveva proferito parola.
Quella da Magnus doveva essere una sistemazione temporanea, per quanto avesse litigato con la madre, anche lei non riusciva a rimanerle troppo lontano. Ora invece, dovevano tornare dal cugino, mentre Jocelyn cercava un nuovo appartamento in cui trasferirsi. Magnus non poteva esserne felice.
-Ma... ho pensato che potreste trasferirvi qui nel frattempo. La casa è abbastanza grande per tutti.-
Clary si morse il labbro, non sapeva come rispondere alla domanda e per quanto fosse sicura del tenero che continuava ad esserci tra i suoi, non poteva obbligare sua madre a tornare.
Come a leggerle nel pensiero, Magnus avanzò una seconda proposta.
-Clary, sai che potete venire da me se preferite. So cosa pensi, ma non devi preoccuparti.- Clary scosse la testa.
Guardava Magnus e sapeva che avrebbe preferito passare del tempo con Alec, nonostante cercasse di nascondere ogni suo pensiero in quel momento.
-Sentite non so ancora cosa succederà, credo che mamma odierà entrambe le proposte. Senza offesa.- disse.
Magnus scosse la testa, come per dirle che non se ne preoccupava, mentre Jonathan sembrava triste.
-Non è per te, Jonathan. Non voglio costringere i nostri a vivere insieme, per quanto possiamo amare l’idea.- Jonathan rialzò lo sguardo, un sorriso impertinente gli increspava le labbra mentre continuava a parlare.
-Stavo per dire, prima che Magnus continuasse, che papà è d’accordo e dobbiamo solo convincere Jocelyn. Tocca a voi decidere, lui potrà anche tornare più tardi e avanzarsi del lavoro a casa, se vi fa stare meglio.-
 
Alla fine la decisione fu presa seppur con una certa indecisione, Jocelyn aveva accettato di andare a vivere da Valentine e Jonathan dopo che quest’ultimo le aveva parlato entusiasta della proposta.
Aveva paura di incappare in vecchi ricordi, momenti irreparabili con il suo ex. Eppure era contenta, avrebbe potuto passare dei momenti con entrambi i suoi figli e questo giovava a tutto.
Stava sistemando le sue cose nella camera con l’aiuto di suo figlio, Clary e Isabelle si trovavano nell’altra per svuotare le valigie che Clary si era portata.
Sorridendo, Jocelyn aveva osservato suo figlio abbracciare Isabelle appena arrivata per aiutarli, prima che quest’ultima corresse a salutare lei e Clary.
-Ehm... di cosa dovremmo parlare?- chiese, sedendosi sul letto e facendo segno a Jonathan di fare lo stesso.
Poteva finire da sola di sistemare l’ultima valigia, anche perché non aveva certo intenzione di dire al figlio cosa fare con l’intimo. Si vergognava in un certo senso di fargli aprire quella valigetta.
-Non saprei. Con Clary di cosa parlate?- chiese invece lui, facendo dubitare nuovamente Jocelyn.
-Cose da ragazze... fidanzati… quadri. Non so se chiederti se tra te e Isabelle c’è qualcosa, per esempio.- rise.
Jonathan l’accompagnò, facendosi leggermente più rosso, mentre girava la testa da un’altra parte.
-Non lo so... potrebbe. Immagino sia lei a dover decidere.-
  
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