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Autore: Argentey    19/09/2008    2 recensioni
E se a Hogwarst tre ragazzi scoprissero di avere dei potenti poteri? e se scoprissero di essere elementi?
Tre elementi a Hogwarts, sopravviveranno insieme? E se arrivasse anche il quarto, il più testa-calda di tutti, Hogwarts sopravviverà?
Genere: Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Sorpresa | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Impaziente condusse i ragazzi a una passaporta nascosta, faticando a nascondere il nervosismo e l'emozione.
-Non ho capito dove andiamo..- ironizzò Draco, evidentemente sul piede di guerra. Non gli giunse risposta, Hermione stava arrancando con dietro quella sua valigia mostruosa e Blaise guardava il panorama, incurante di tutto e di tutti.
-eccoci.- alitò Ocean sconcertata, afferrando una lattina di coca cola vuota e ammaccata. Appena tutti la toccarono si sentirono sollevare da terra e la sgradevole sensazione all'ombelico si presentò puntuale.

Si spalmarono su un brullo terreno arido, caldo, soffocante.
Per un attimo nessuno fiatò e si tirarono in piedi. a prima vista non si vedeva nulla. Solo una distesa di terra arsa e bruciata, per almeno un kilometro e poi iniziava una lussureggiante vegetazione.
Ocean fece loro segno di seguirla, perplessa. Varcarono un vecchio arco, incorstato di fuliggine e sporco, Una volta forse era stato maestoso...
U Una volta passato l'arco, davanti a loro si presentò un enorme portone di piombo finemente lavorato. L'anta a destra si aprì prima che qualcuno potesse bussare e un silenzio spettrale li accolse nelle fresche mura di quel gigantesco castello. Si guardarono intorno, scrutando i tappeti e le altre porte che si diramavano dal salone di inglesso. C'era una maestosa scalinata grigia. Sembrava che quel posto avesse un che di malinconico e famigliare, di sconosciuto e accogliente.
-ebbene? ARTEMISIAAAAAAAAAA!!!!!!!!- l'eco rimbombò nelle sale vuote fino a estinguersi.
E poi sentirono ridere.
Una risata fresca, allegra, spigliata, sincera, felice!
Ocean sorrise guardando la cima delle scale dove comparve una bimba fasciata in un candido abito. Sorrideva, il volto contornato da boccoli e gli occhi di un ambrato molto molto intenso, quasi surreale. Rise ancora e si lanciò giù dalle scale, finendo in braccio a Ocean.
-MAMMA!!! sei tornata!! - allicchiti si girarono e la guardarono. Blaise e Hermione erano stupiti, Draco molto meno. Ma lei non ci fece caso, con quel suo strisciante amico ci avrebbe fatto i conti più tardi.
''maledetto Sinnwy'' pensò la ragazza fulminando il rettile.
-ciao bembina mia, papà?-
-è andato a caccia- disse con un sorriso come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- razza di screanzato, ti ha lasciato qua da sola?- ringhiò la mora.
-si, non mi porta mai a cacciare..- la madre guardò con disappunto la figlia, ancora in braccio suo. Poi si decise a passare alle presentazioni. Artemisia era felice di avere ospiti e zampettò di qua e di là allegra.
-bene, sceglietevi una stanza... vi voglio qui tra un'ora e mezza, tempo di ritrovare tuo padre, ucciderlo e tornare.- disse visibilmente scocciata.
Poi si girò e uscì percorrendo la landa arsa.
- ma la mamma fa sempre così?- chiese Blaise alla bambina, perplesso.
- si, non vuole che papà mi lasci qui da sola..- sorrise la piccola, prendendogli la mano e guidandolo su per le scale, seguita dagli altri due, che poi si volatilizzarono alla ricerca di una stanza.

-ciao.-
-ciao.-
- sono tornata.-
- avresti anche potuto evitarlo.-
- ... -
- avresti evitato a Artemisia l'ennesimo dispiacere di vederti sparire e non sapere quando ritorni, donna.- l'insultò lui.
- sono tornata... per restare.-
- qualsiasi cosa accada ti sei sempre sentita in dovere di correre dietro al rischio e io posso capirlo, essendo questa la tua natura. Ma sia io che Artemisia siamo di tutt'altra pasta, ogni volta che vai via le spezzi il cuore e non solo a lei.-
- mi spiace..-
- non so che farmene dei tuoi patetici ''mi spiace''- l'uomo si indurì, continuando a camminare spedito per la foresta, con la donna alle calcagna.
- cosa dovrei dirti allora?- chiese esasperata, sull'orlo delle lacrime.
Ancora una volta si chiese perchè di fronte a lui fosse così maledettamente debole.
- nulla. devi solo decidere. o resti o te ne vai, non puoi continuare a entrare e uscire dalla vita mia e di mia figlia come cazzo ti pare.- sottolineò quel mia quasi per farla sentire esclusa alla causa.
- ... sono tornata. Cercherò di restare. E a settembre Artemisia andrà a Hogwarts.-
- non può andarci.- lei tremò, non voleva sentirselo dire... non voleva.
- perchè?- chiese tremando, sperando che fosse un'altra ragione, diversa da quella che immaginava. Anche se era inevitabile, sperava che alla sua piccola venisse risparmiata un'esistenza come la sua, come quella del padre.
- hn, dovresti saperlo, amore, dopotutto è figlia mia e tua.- sindacò sarcasrico cercando e fiutando.
- E' mezza vampiro.- sussurrò e a lei sembrò che il mondo le franasse addosso. Era inevitabile, lo sapeva. Era figlia di una strega e di un vampiro, ovvio che fosse una mezzosangue, ma sperava che l'incantesimo applicatole fin da piccina avesse soppresso la parte magligna del suo essere.
- ha spezzato l'incantesimo..- alitò il suo compagno, con un'espressione rassegnata in volto, guardandola di sottecchi.
- la vedi la terra bruciata? è stata l'onda d'urto. Ha una potenza spaventosa per essere una bimba di undici anni, mi stupisco che non abbia buttato giù il castello. - specificò poi, camminando più lentamente.
- beve?-
- per chi credi stia io andando a caccia? però potrei sempre bermi te, che ne dici?- Lei gli scoccò uno sguardo di fuoco.
- ti lascio alla caccia allora. - e si girò, andandosene.

FLASHBACK
Pioveva molto forte e la pioggia batteva insistente sui vetri. Lei la guardava dal vetro appannato della carrozza, Sarebbe dovuta scendere ma non aveva voglia di bagnarsi.
Si guardò attorno affranta, la carrozza si stava riempiendo, essendo l'unico mezzo per raggiungere la città tutti cercavano di buttarcisi dentro.
Sbuffò e uscì dalle portiere un secondo prima che venissero chiuse, aprendo rapida l'ombrello. Era quasi Natale e invece di nevicare pioveva. Era quasi Natale e lei doveva ancora fare i regali. Era quasi Natale quando per rifugiarsi sotto un portico deserto in un vietta nascosta sbattè sul proprietario di due occhi dorati come il sole. Era stato un incidente. E l'uomo le sorrise, diverito. - Mi scusi..- riuscì a dire lei, imbambolata da tanta bellezza.
- non è nulla, stia tranquilla... - sorrise sincero e poi le chiese se voleva fargli compagnia bevendo con lui una tazza di thè. Lei accettò, le sembrava lecito, dopo avvergli finita addosso così poco elegantemente.
Quel pomeriggio bevvero thè.
Quello dopo si concessero i pasticcini. Quello dopo ancora andarono a teatro.
Nervicava il giorno che si trovarono nuovamente, e i candidi fiocchi si impriogionavano nella sciarpa arancione di Ocean, stretta nella giacca. Fecero compere, quel pomeriggio. Era ora di tornare a casa quando lui la prese per i fianche i la baciò con irruenza. E lei rispose al bacio di neve e fuoco che li univa.
Si sentiva normale e si lasciò andare. Stettero insieme.
Eppure lei avvertiva in lui qualcosa di sottile che li teneva a distanza, che le impediva di essere a contatto con lui, anima contro anima.
Si chiamava Xavier.E Ocean non sapeva cosa lui fosse.
Ma forse lui aveva capito che lei era più di una semplice umana. In quei tempi Ocean si era presa una vacanza dall'arduo compito di salvare tutto ciò che potesse essere salvato. Viveva con i suoi amici, elementali come lei, in un grande castello.
Era un periodo abbastanza pacifico da permettersi una visita nella proprio città preferita nel mondo. Forse lui già l'aveva capito, ma lei non aveva minimamente capito che egli fosse. Era senza poteri. Il fatto era che lei e i colleghi erano stati reduci da una battaglia all'ultimo sangue un branco abbastanza corposo di Draghi. Non ne erano usciti incolumi. Per niente.
Avevano usato talmetnte tanto le loro già provate energie per le precedenti battaglie che si erano trascinati a casa e autocostretti a letto, tentando di riconquistare la loro forza. Era un mese, che non riuscivano ad alzare nemmeno un cucchiaino con la telecinesi. Era avvilente ma lei aveva preferito evitare di piangersi addosso. Ogni giorno si distrava, pensanso al bel Xavier, che aveva gli occhi color topazio, la pelle candida come la neve ed era di una bellezza inumana.
Lo capì dopo che era un vampiro.
Inizialmente la notizia la prese totalmente in contropiede e ci rimase di stucco. Poi accettò la notizia, con gioia quasi, certa che avrebbe incoronato la sua infantile fantasia dell'amore eterna perchè lei era eterna come il suo Xavier. Passò un anno, e ancora si ritrovavano e si rivedevano, e ogni giorno che passava Ocean acquistava pezzo per pezzo la sua forza perduta.
Gli disse chi era, e gli rivelò i suoi sentimenti, forse troppo in un giorno solo per un vampiro. Non lo vide per un mese da quel maledetto giorno, disperata iniziò a fare disastri in giro a gelare i mari del nord, a far cadere neve e freddo nell'europa. Erano i primi anni del Medioevo.
E il freddo era pungente ovunque. Tanta energia aveva impegnato per far nevicare per giorni su tutta l'europa che anche lui se ne accorse. Si ritrovarono dopo cinque anni. E lei cercò di ucciderlo, acceccata dall'ira e dalla disperazione.
Ma poi tornarono a frequenarsi, con meno frequenza di prima. Gli amici di Ocean la guardavano come un'estranea ormai, come una femmina umana che si eccitava per un essere dell'altro sesso, che si faceva bella per andare da lui, che si truccava e sorrideva, innamorata.
Non gli andava proprio giù, di avere una falla nella loro ottima difesa.
E Ocean era una falla.
Perchè si stava legando con un essere che non apparteneva a lei, che non aveva la sua forza che non andava bene.. Cercarono di farla ragionare. L'elementale del Fuoco arrivò a ustionarla per farla rinsavire.
Le pensarono tutte.
-voglio solo stare con lui! Se me ne sono innamorata non potete farci nulla, siete solo invidiosi che non vi sia mai capitato nulla del genere!!- disse quasi piangendo quando la buttarono fuori a calci dalla loro cerchia e dopo averle sottratto i poteri, macchiandola di eresia, di non aver fatto il suo dovere di difendere la terra dagli esseri che la abitano la mollarono in una strada abbandonata in mezzo alla campagna francese, nella speranza magari che morisse di fame o di amarezza.
Ma così non fu, perchè lui la ritrovò, la prese con se. La amò, la venerò e stettero insieme.. era un amore coronato.
Certo, aveva un limite: la morte. Lei sarebbe dovuta morire, benchè un pò del suo potere fosse rimasto intrappolato nel profondo del suo cuore.
Ma nessuno dei due ci voleva pensare. Fino a che, un giorno di Settembre, quando il sole dispettoso bruciava la pelle nivea della donna stesa su un letto, moribonda. Il suo aspetto era quello di una quindicenne, ma la malattia che l'aveva colpita era rara, e non c'era cura. Come a festeggiare la sua morte il sole fece capolino dalle nubi, il vento soffiò allegro e la terra era più verde e bella che mai.
Ocean stava morendo e nessuno sapeva cosa fare per salvarla. Forse non voleva nemmeno essere salvata, aveva solo intenzione di lasciare quel mondo crudele e raggiungere i suoi avi all'inferno, ammesso e concesso che ci fosse uno stramaledetto inferno.
Quando chiuse gli occhi e il suo respiro si smorzò Xavier pianse. Pianse e si disperò, non volendo seppellirla, volendo guardarla ancora e ancora e ancora, illudendosi che si sarebbe svegliata.
E avvenne il miracolo.
Un giorno di pioggia, quattro giorni dopo la sua morte. La pioggia le bagnò il visto, le inzuppò i vesiti ma più li inzuppava più il corpo della donna assorbiva le preziose goccie.
In verità è che un elementare in assenza del suo elemento muore. E lei non aveva più toccato la pioggia. Era una maledizione, la maledizione dell'elementale macchiato di eresia. Morire tra le atroci sofferenze date dall'astinenza. Chissà quale dio l'aveva risparmiata dal bruciore del sole, dal fastidioso vento caldo che la bruciava e dalla terra brulla che pestava.
Ma si era salvata.
Eretica, traditrice, codarda, vile, egoista e viva. L'unica cosa che non doveva essere era l'ultima. Gli elementari arsero di collera quando seppero dello strano fenomeno.
Invidia e collera, rabbia mista a rancore di ciò che non conoscevano.
E perirono per la loro stessa mano, bruciando e sprofondando nella terra, avvolti dall'uragano della gelosia.
Perirono.
E iniziò un'era di pace e guerra che avrebbe devastato il mondo....
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Ocean pensò a quante ne aveva passate con Xavier. Le fughe, i baci rubati, il sesso sfrenano, una bambina e infine questo: il ritorno. Lei lo aveva temuto, il ritorno di quei tre spiriti maledetti. Tremò quando sentì una mano afferrarle una spalla. Non si era nemmeno accorta di essersi fermata e Xavier la gurdava comprensivo. Era stata ingiusta con lui negli ultimi anni, l'aveva abbandonato più volte per seguire un desiderio che si era spento con la sua eresia. Ma ora lo trovava ragionevole e perfetto come sempre.
Forse un pò invidiava la perfezione che irradiava Xavier ma era certa che era tanta da compensare le sue cattiverie e le sue ingiustizie.
Lo amava.
L'aveva sempre amato.
-ti amo- Lo abbracciò e cercò conforto nelle sue braccia forti. Probabilmente, per i dannati non ci sarebbe mai stata pace..

-Le stanza sono decisamente grandi.. Mi ci potrei perdere è una specie di appartamento gigante...- Esultò Draco, seguito a ruota dagli altri due. Artemisia li guardava euforica.
- Mamma sarà contenta che vi piacciano^^ - disse sorridendo. Poi l'odore della madre le arrivò alle narici e volò in braccio alla donna che la baciò affettuosa.
Ocean si chiese se sarebbe mai riuscita mettere ordine nella sua vita, per potersi godere le cose belle, come la sua piccola Artemisia.

Harry Potter e Ronald Weasley stavano ascoltando di malavoglia la lezione di Vitious, dopo aver saputo che Hermione non avrebbe dato loro una mano per fare i compiti per un bel pò di tempo.
Il moro sbadigliò e si accomodò meglio sul banco. senza Hermione e Draco era noioso, Hermione per le sue interessanti teorie e Draco da prendere in giro e farci a botte. Forse come teoria di interessante Harry aveva un'idea tutta sua ma poco importava.
Erano stati sommersi di compiti. E Ron era intrattabile.
Evvai!
Al Moro ci voleva solo un dose di vitamine mista a una di Maria per affrontare le ferie della migliore amica con ottimisto.
- che si fa oggi?-
- Niente.- grugnì il rosso currucciato.
- ti faccio fare un giro sulla Firebolt se la smetti..- propose apatico il bambino sopravvissuto.
- ok..-

E di giro si trattò, ma cosa successe durante quella tranquilla, pacifica e soprattutto CALMA gita nel cielo ve lo racconterò la prossima volta perchè devo andare a fare la doccia^^!!


Nausicaa212: grazie per le dritte, hai ragione, mi sto fossilizzando solo su una parte della mia storia, ma tutto verrà spiegato nel prossimo capitolo^^ Spero di essere esauriente nel prossimo ma in questo ho voluto mettere la storia di Ocean e Xavier (lo so che questo nome è in un'altra storia ma non intendo prenderlo da li, uno perchè nn ricordo la storia e poi perchè è stato l'unico nome dopo Nicholas che abbia catturato la mia attenzione per un vampiro) per non complicare di più le cose... e se le ho complicate, mi metterò le mani nei capelli perchè vuol proprio dire che a scrivere sono una vera frana.
Grazie a tutti per aver letto. =) Baci baci, Argentey!!

  
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