Capitolo 3
L’inganno
L’acqua era di un blu
limpidissimo, Ariel stava nuotando
controcorrente tentando di raggiungere Arren che aveva messo un
po’ di
distanza; la corrente era troppo forte e per quanto faticasse a nuotare
non
riusciva a raggiungerlo, ad un tratto protese le braccia verso di lui
nel
tentativo di fermarlo.
Gridò il suo nome ma dalle sue labbra non uscì
nessun suono.
Gridò ancora più forte, quella sgradevole
sensazione che aveva provato nel
restare senza voce si ripeteva ancora una volta.
D’improvviso Arren sparì inghiottito da due
braccia scure e scheletriche che lo
attiravano verso sé.
Ariel nuotò ancora più disperatamente quando
davanti a lei comparve un muro di
alghe alte senza esitazione vi si buttò a capofitto ma per
quanto si dimenasse
le alghe l’avvolgevano intrappolandola tra le loro viscide
foglie
l’avvolgendola fino a soffocarla; Ariel gridò
nuovamente e questa volta fu
forte abbastanza da svegliarsi.
-“Ariel! ARIEL!!”-
Due forti braccia la scuotevano dolcemente, non appena riaprì gli occhi tirò un sospiro di sollievo, era solo un sogno.
-“va tutto bene”- Arren l’attirò a sé avvolgendola in un abbraccio –“Brutto sogno…?”-chiese in un sussurro.
Ariel lo strinse forte. –“bruttissimo”- rettificò lei.
La porta della loro camera si spalancò improvvisamente. –“che è successo!?”- Ofelia entrò agitata seguita dal placido marito ancora assonnato. -“abbiamo sentito gridare”- si avvicinò al capezzale del loro letto.
-“mi dispiace, è colpa mia… ho avuto un incubo terribile”- si giustificò la rossa staccandosi dal ragazzo. –“a quanto pare ho svegliato pure voi… sono spiacente”- Ariel si scusò con tutti nonostante avesse ancora il cuore che le martellava in petto dallo spavento.
- “andate pure a dormire”- li congedò gentilmente Arren spingendoli verso la porta.
-“ vuoi una tisana, un tè…? Magari una cioccolata calda?”- ma la domanda di Ofelia rimase sospesa a mezz’aria, infatti Arren gli chiuse la porta in faccia con un sorriso stampato sul volto.
Erano le 5:30 del mattino, praticamente ancora l’alba, Ariel si era alzata dal letto definitivamente, per quella notte non aveva più intenzione di dormire.
-“me ne vuoi parlare?”- le chiese il ragazzo venendole vicino.
-“non ricordo molto”- mentì lei –“ non mi va di parlarne…”- tutt’a un tratto le salì un brivido lungo la schiena, quella terribile sensazione si stava ripetendo, non riusciva a capire cosa fosse ne perché la spaventasse così tanto, aveva il sentore che sarebbe successo a breve qualcosa di molto brutto. Strinse forte la mano di Arren.
Non voleva rischiare di perderlo, non di nuovo.
Non aveva avuto il tempo nemmeno per parlargli di quella cosa, non c’era stata l’atmosfera adatta. Lui doveva essere il primo a saperlo, lei non era del tutto sicura ma alcuni sintomi lasciavano pensare a quello.
I capogiri, la distrazione, la continua spossatezza. Che lei fosse in dolce attesa? Sua sorella maggiore Alana, le aveva detto di andare da un buon dottore che viveva lì ad Akathos, si era trasferito da Atlantica una decina di anni fa per ragioni professionali. La regina Atena era sempre stata seguita da lui, persino Ariel era nata grazie al suo intervento! Aveva deciso di aspettare e rivolgersi a lui, rimaneva solo un problema ossia Arren ; sarebbe stato meglio che non l’accompagnasse per non mettergli agitazione o ancor peggio deluderlo nel caso di un responso negativo. Non avevano affrontato direttamente l’argomento però sia Arren che Ariel in futuro desideravano avere un figlio, un futuro quanto più lontano aveva pensato silenziosamente lei; erano molto giovani volevano viaggiare e vedere gli oceani e con un bambino piccolo questo non sempre è possibile.
Quella mattina quindi aveva in programma di fare visita al caro dottore, ma il pensiero di andarci da sola la terrorizzava, d’altra parte non poteva nemmeno chiedere al suo dolce marito di accompagnarla, questo era un grosso problema.
-“dove vai?”- Arren si sporse dal letto
-“non riesco a dormire, vado a farmi un tè”- le disse semplicemente lei.
-“vengo con te”-
-“no, tu dormi io voglio stare un po’ da sola”- e senza farsi fare altre domande imboccò il corridoio per scendere in cucina. Era talmente persa nei suoi pensieri che solo dopo qualche istante si accorse di non essere da sola in cucina.
-“oh”- esclamò lei sorpresa –“sono le quasi le 6 del mattino, cosa fai qua?”-
-“potrei farti la stessa domanda”- Core abbassò la tazza bianca contente un liquido scuro fumante.
-“diciamo che ognuno si tiene per se le sue risposte allora…”- rispose lei avvicinandosi alla credenza.
-“lascia, faccio io”- Il ragazzo dai capelli corvini la scostò delicatamente e iniziò ad armeggiare con tazze e tisane, Ariel riconobbe nei suoi modi la stessa gentilezza di Arren. Dopo qualche minuto anche lei teneva tra le mani una tazza fumante di tè, prese a fissarla come fosse la cosa più attraente del mondo, poi senza alcun preavviso si scoprì a confidarsi con il ragazzo che le sedeva di fronte.
-“sai mantenere un segreto?”- iniziò lei seria. –“ho bisogno di parlarne con qualcuno, non posso farcela da sola…” - il suo tono cadde nel malinconico.
-“ intuisco che sia
qualcosa che non puoi dire nemmeno a lui…”-
-“si, infatti…”-
-“coraggio allora… probabilmente parlandone ti sentirai meglio”- Core la fissava insospettito, lui non aveva segreti con suo fratello e adesso si stava cacciando in una brutta situazione acconsentendo tacitamente di mantenere il segreto che quella malinconica ragazza dai capelli scarlatti stava per confidargli. Eppure non poteva tirarsi indietro, il suo istinto gli diceva che era la cosa giusta da fare, e lui seguiva sempre il suo istinto.
-“credo di essere incinta”- le parole le salirono tutto d’un fiato, una volta lasciatele librare fuori dalle sue labbra fu come se si fosse alleggerita di un peso, peso che probabilmente aveva appena caricato sulle spalle di Core.
-“cosa…? No aspetta, COSA?!”-
-“sono in … emh… dolce attesa…? Forse? Non lo so!”- abbandonò la tazza sul tavolo poi prese a scompigliarsi nervosamente le ciocche rosse.
Core tentò di ritornare in sé –“cioè è una splendida notizia… ma non mi starai venendo a dire che non vuoi farlo sapere ad Arren perché…”-
-“perché?”- lo incentivò lei.
-“non è lui il padre”- sparò in un colpo.
Ariel sbattè le mani sul tavolo sgomenta.
-“ma cosa stai dicendo! Certo che è lui il padre! Sei un cretino!”- voltò spalle e fece per andarsene ma Core la fermò prendendole un polso. –“ho sbagliato a confidarmi con te! Come puoi mettere in dubbio una cosa del genere! IO AMO ARREN! Lui è solo lui.”- sottolineò per bene lei cercando di divincolarsi.
-“aspetta, calmati un
attimo”- si frappose con il suo corpo davanti
al corridoio per impedirle il passaggio.
– “ è solo che la notizia è
troppo bella e non riesco a trovare un motivo
logico per cui tu non voglia dirglielo!”- si
giustificò lui ottenendo da Ariel
un arretramento verso la cucina.
-“te l’ho detto… non ne sono sicura”- ribadì lei.
Abbassò il volto mettendosi a fissare il pavimento. –“ questa mattina voglio andare dal medico per farmi visitare, ma ho paura ad andare sola, ad Arren non voglio chiederlo perché non vorrei farlo preoccupare o ancor peggio, creare false aspettative… capisci che intendo…?”-
Core annuì.
-“non so a chi chiederlo! Non conosco nessuno qui…”- iniziò lei.
-“hai chiesto a Casside?”-
-“chi? Quella sirena di ieri? Non se ne parla neanche! Non mi fido, potrebbe andare a dirglielo. La situazione è delicata e se anche fosse positivo il test devo essere io a comunicarglielo.”- incrociò le braccia al petto seccata, poi tornò a guardarlo. –“tu mi accompagneresti ?”- chiese con tono dolce e fin troppo melenso.
-“io?? Ma sono un ragazzo!”- protestò lui arretrando intimorito dal poter farsi commuovere e accettare.
-“noi non ci conosciamo ma sento di potermi fidare di te… infondo tu Arren vi assomigliate più diquanto non lasciate vedere”- Passarono alcuni minuti in silenzio ad osservarsi, Ariel lo supplicava con lo sguardo mentre Core cercava di guardarla il meno possibile, dopo estenuanti scambi visivi il ragazzo crollò. –“va bene. Ti accompagnerò.”-
Ariel sorrise sollevata, aveva ancora
timore della visita ma
adesso sapeva che seppur non avesse avuto accanto il ragazzo che amava,
aveva
una persona di cui quantomeno si fidava.
–“grazie”- Ariel si sporse ad
abbracciarlo affettuosamente. –“piano
piano,”- disse lui ricambiando
delicatamente l’abbraccio –“non vorrai
far male al bambino!”- rise lui.
-“sarà meglio che torni in camera adesso, ci
vediamo alle 8:30 qui fuori.”-
Ariel lo salutò con la mano e poi si diresse in camera,
durante il suo
passaggio sentì un rumore proveniente da una stanza vicino
alla cucina. Lì per
lì non poteva nemmeno immaginare che quel rumore avrebbe
significato guai…grossi guai.
****
Arren si svegliò nel suo letto, erano quasi le nove.
Il posto accanto a lui era vuoto e questo gli suscitò uno
strano senso di
disagio nello stomaco, non sapeva dire con certezza se Ariel fosse
rientrata o
se fosse ancora rimasta fuori dopo il brutto sogno avuto quella notte,
mosso da
un irrefrenabile curiosità si alzò dal letto e si
diresse in giardino per fare
colazione, come sin da piccolo ormai si era abituato a fare.
-“buongiorno…”-
salutò tutti sbadigliando.
I suoi genitori e Casside erano seduti al tavolo rotondo già
allestito per la
prima colazione. Due posti erano vuoti; Core e Ariel.
-“ancora assonnato a quest’ora?”- ridacchiò Casside.
Arren le sorrise gentilmente. –“Dove sono Core e Ariel?”-
Sua madre lo guardò
stranita. –“Credevo che foste insieme”-
disse poggiando la tazza di caffè per prendere un biscotto.
–“io credevo fosse
già scesa a fare colazione”- fece il ragazzo
imitandola.
Casside gli lanciò un occhiata d’intesa,
Arren la conosceva bene, fin troppo bene e
ipotizzò che sapesse
qualcosa. –“tu sai niente Cassy?”-
-“può darsi…”- alluse
misteriosa. –“credo di non sentirmi troppo bene
però…forse avrei bisogno
di una visita dal
dottore”- Tossicchiò lei.
-“appena finiamo la colazione ti accompagno se vuoi…”- Arren aveva intuito fosse una scusa, Cassy gli doveva dire qualcosa che non poteva far sentire anche a suoi genitori, sperava si trattasse di Ariel, magari aveva detto a lei dove andava.
****
Ariel e Core erano seduti in sala d’attesa aspettando i
risultati.
-“non sapevo fosse così semplice… e pensare che avevo molta più paura!”- core fino a quel momento si era comportato benissimo, la visita consisteva nel prelevare un piccolo campione di sangue in quanto in gravidanza un determinato valore inizia ad accrescere rispetto ai valori normali. Quando le avevano dovuto infilare l’ago l’aveva persino tenuto la mano e rassicurata, in quel momento la paura le svanì, per un momento si sentì in pace con il mondo.
-“sei stata
brava”- la supportò lui. Ariel era molto nervosa
e aveva passato tutto il tempo a torturarsi le mani
–“qualunque sia il risultato
andrà tutto bene
vedrai…”- le accarezzò una mano
confortandola.
Dopo un’altra decina di minuti finalmente la porta si
aprì e ne uscì un dottore
in camice bianco che fece segno ai ragazzi di avvicinarsi.
-“signorina abbiamo controllato i risultati del prelievo e
sembrerebbe che non
ci siano dubbi.”- disse tranquillamente il medico tenendo una
cartellina in
mano.
-“allora?”- l’esortò Core.
****
-“Cassy ma che ci facciamo in questo reparto!?”- la
seguiva disperato lui,
credeva che la sua amica avesse da dirgli qualcosa e invece per tutto
il
tragitto non aveva aperto bocca.
Ad un tratto riconobbe un’inconfondibile chioma rossa, Ariel era in ospedale e stava parlando con un dottore. Casside si fermò poco distante da loro, ma Arren si avvicinò confuso. Era a pochi meri quando udì chiaramente le parole del medico.
-“pare proprio che
diventerà padre giovanotto!”- il dottore
gli diede una pacca sulla spalla.
–“signorina lei è incinta.”-
-“no lui non è”- stava rettificando
Ariel voltandosi verso Core. Poi lo vide
accanto a loro, gli occhi sgranati, il viso pallido.
-“Arren”- sussurrò.
il dottore salutò con un cenno e se ne andò,
aveva altri pazienti da visitare.
Il ragazzo biondo guardò Ariel e poi fissò il suo
sguardo su Core, nonostante
fosse suo fratello aveva una gran voglia di saltargli al
collo…
Le due persone che più
amava lo avevano tradito.
-“non è come sembra”- inziò
sconvolta Ariel. Non riusciva a capire cosa ci
facesse Arren lì, e per di più non aveva ancora
recepito le ultime parole del
dottore “lei è incinta”.
Le emozioni di Arren erano in
continuo mutamento, dopo lo
shock iniziava a sentire dentro una forte rabbia.
–“e come sarebbe allora?
Perché al momento tutto quello che so è che tu
sei scomparsa questa notte e
adesso sei qui con lui!”-
Core si fece avanti per calmarlo. –“Arren
è un malinteso, è solo un malinteso,
adesso usciamo fuori e ne parliamo con calma.”-
Ariel lo fissava aveva gli occhi gonfi di lacrime, lo guardava e si sentiva distruggere dentro. Come poteva essere stata così stupida? Avrebbe dovuto dirglielo, avrebbe dovuto raccontargli la verità, adesso le cose rischiavano di complicarsi ancora di più.
Adesso rischiava davvero di perderlo,
e la colpa era solo
sua.
AU
Salvee bella gente, inutie
dire che sono in forte ritardo, ma direi che il colpo di scena dovrebbe
quantomeno alleggerire l’arrabbiatura no? Ho già
pronto il prossimo capitolo,
fatemi sapere cosa ne pensate e se volete lasciatemi una recensione
farete
molto felice la scrittrice.
A presto!