Serie TV > Violetta
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Autore: BeYoSinger    26/08/2014    9 recensioni
Lui? è partito due anni fa in Messico, perde amici, abitudini, fidanzata. Adesso? ritorna a casa, con un familiare in meno. Non vuole semplicemente voltare pagina, vuole cambiare libro, e ricominciare dal capitolo 1.
Lei? soddisfatta della sua vita, della sua famiglia, delle sue passioni, è felice. Con l'arrivo di un ragazzo nel suo Liceo, cambia improvvisamente umore, e all'istante si accorge che gli occhi verdi del ragazzo raccontano una storia che lei vuole conoscere.
I due hanno affrontato vite diverse, Nel vederlo per lei è subito una cotta, ma lui si accorge di ben poco, la migliore amica di lei sarà motivo di intralcio? e Lui riuscirà a togliersi di testa la sua ex?
Un Liceo, Un ritrovo per suonare, Un gruppo di amici, coppie improbabili.
La trama racconta ben poco, perchè non voglio rivelarvi molto, dateci un occhiata.
Pairing: Leonetta.
Spero vi piacerà;) Vi Amo Violetteras!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ Capitolo 16
Mi stavo innamorando. Sentivo una tempesta esplodermi dentro, sentivo che mi sarei innamorato ancora molto di più e che avrei dovuto avere paura fino al collo di entrarci in quella storia! Avrei dovuto avere paura di farmi male, di non vivere che per lei e di soffrire per aver creduto in una storia che forse una storia non era. Ma la verità era che non ero mai stato tanto felice di avere tante paure tutte insieme.
Ti prego Violetta, tienimi per mano e non lasciarmi andare via, ho così tanto bisogno di te. Tienimi anche con i miei mille difetti, con i miei momenti bui, con il broncio che metto quando sono arrabbiato. Tienimi anche quando ho i miei momenti 'no', quando ricordo il passato che viene sempre a cercarmi. Tienimi e non lasciare la presa, solo in quel momento potrò dire di essere veramente felice. Sono noi, il resto non conta. Tienimi, ti prego fallo.
Cammino e sento un vuoto nello stomaco, non sono affamato o roba del genere, ma quando non è con me sento questo. E chi l'avrebbe mai detto. Io, Leòn Vargas, innamorato di nuovo. Si, perchè ormai sono certo di essermi innamorato. Devo dirglielo, devo urlarlo al cielo. -Violetta, Ti amo!- la follia prende possesso del mio corpo, e non appena ricordo il motivo per il quale adesso sto tornando alla moto da solo, la malinconia scaccia la follia dalle mie membra per inserirsi dentro di me: Francesca. Quando è corsa via da me, Violetta mi ha domandato cosa fosse successo, non mi ha lasciato il tempo di rispondere e le è andata dietro. Sono molto turbato per ciò che mi ha detto l'italiana. E' stato importante per me avercela vicino in quei giorni. Vedevo qualcosa di diverso nei suoi occhi, mi piaceva, non lo nego, anzi i primi giorni avrei pensato anche che tra noi un giorno ci sarebbe potuto essere qualcosa di più. Poi ho conosciuto Violetta, e ho dimenticato tutto. Sapevo che a Francesca piacevo, ma... non mi sarei mai immaginato che sarebbe arrivata al punto di piangere per me.
Flashback
-Sei stata la prima persona che mi ha accolto quì, che mi ha aiutato e mi tirava sempre su il morale. Mi hai fatto ridere, ci divertiamo insieme, no? Ma... si, lo so, ho sbagliato io, perchè ti ho fatto credere cose che non avrei dovuto farti credere. Il problema è che pensavo anche io ad un 'noi'. Poi però, non lo so...-, -C'è Violetta- mi interrompe, e guarda in alto. -Francesca...tu meriti quel tipo di attenzioni, meriti di stare con qualcuno che ti faccia brillare, non che bruci la tua luce- cerco di sviare la sua affermazione. -E' stato un sogno. E come tutti i sogni è durato poco: il tempo di crederci- dice con voce flebile ed il labbro che trema. Mi sento orribile. -Non voglio farti del male- le dico serrando gli occhi e provando un dolore incredibile al petto. -Ti svelo un segreto... mi hai già ucciso- scoppia in un pianto atroce dopodichè inizia a correre, io non riesco ad andarle dietro.

Fine flashback
Scuoto forte il capo per scacciare dalla mente quella orribile immagine... Quanto mi fa star male questa situazione! Violetta è la sua migliore amica... cazzo! C'è solo una persona che può aiutarmi in questo fottuto momento. Salgo sulla moto e come d'abitudine, quando sono solo e amareggiato, non indosso il casco. Sgommo a tutta potenza. Attraverso la piccola stradina con cautela, dopodichè non curante accelero. Attraverso la piazzetta dove intravedo facce conosciute, ma non ci faccio troppo caso. Cinque minuti dopo sono a casa di Tomàs.
-Allora, hai letto?- dopo avermi accolto in casa, Tomàs mi offre una gassosa al caffè e degli snack con contorno di domande. Non mi sorpende affatto. E' il solito Tomàs che passa i pomeriggi a studiare e che esce in tarda serata a spargere un pò di saggezza e cultura in giro. -Si, ho letto- rispondo freddo al ricordo della lettera che ho letto e stracciato dopo scuola oggi. -E..?- dilata gli occhi. -Ti decidi a parlare? Devo tirarti le parole di bocca?! Mi fai venire l'ansia, oh- borbotta infastidito mentre io me la rido sotto i baffi. -E...- mi fermo, cerco di punzecchiarlo. -Sai cosa? Fottiti!- mi urla addosso per poi alzarsi e camminare avanti e indietro. I suoi jeans attillati gli danno fastidio, lo noto dalla sua espressione disgustata mentre se li spolvera da non so cosa. Inizio a ridere sonoramente, e lui mi fulmina con lo sguardo. -Tom, sul serio, non sembri figo con quei pantaloni. Mi dai l'impressione di una donnicciola che si lamenta delle sue scarpe col tacco troppo alto!- lo prendo in giro, e lui mi guarda contraendo la mandibola. -Chi ti dice che voglio farmi il figo?- mi fa una smorfia. io cerco di riprendermi mentre mi asciugo le lacrime dagli occhi per il troppo ridere. -Ti prego, togliteli!- lo supplico mentre mi tengo lo stomaco. -Lo farò prima di uscire- bofonchia offeso. -Grazie per avermi tirato su il morale, Tom!- , -Ti odio..- scherza. -A parte gli scherzi... Cosa c'era scritto?- allude alla lettera, io mi stringo nelle spalle e fisso un punto non preciso mentre ricordo:
Flashback
Stringo forte i pugni sentendo il rumore della carta che si stropiccia. Cosa ha detto Tomàs quando mi ha consegnato la lettera? Di combattere? Di vincere questa guerra? -Tomàs, sarai fiero di me!- Urlo al vento, accendo la moto, guardo un ultima volta questo pezzo di carta; Continuerò a ricordarti con affetto anche io Ally, ma in questo momento voglio iniziare a farmi una vita esattamente come hai fatto tu, magari ci riesco, chissà. Inizio a strappare la lettera in tanti piccoli, minuscoli frammenti, li tengo tra le mani e sgommo partendo con la moto a tutto gas, gettando i pezzettini alle mie spalle, mi volto osservando come i coriandoli volano nell'aria allontanandosi da me. Addio Ally.
Fine flashback
-Tom, l'ho superata, credo di avercela fatta. Non voglio ricordarla più, preferirei non parlarne.- chiedo cortese. -Quella lettera l'hai letta soltanto oggi, l'hai già superata?- mi domanda sorpreso. -Avrei dovuto farlo da troppo tempo ormai. Oggi mi sono reso conto di non essere morto, sono ancora capace di amare, mi sto innamorando di nuovo. Non posso iniziare il prossimo libro della mia vita, se continuo a rileggere sempre l'ultimo capitolo del libro precedente- ammetto. Sul viso del mio migliore amico si dipinge un sorriso molto ampio. Si avvicina a me e mi pone una mano sulla spalla. -Sapevo che ce l'avresti fatta- mi confessa. -Sei un guerriero- mi da due leggeri colpetti sul viso e torna a sedersi al suo posto. Io gli sorrido, -Hai contribuito molto con la mia lotta- gli dico, ed è la verità. -Sei stata la persona che mi è stata più vicino, e per questo devo ringraziarti con il cuore in mano, non esistono amici come te al mondo- ammetto sincero. -Non sono tuo amico, Leòn- fa una pausa e mi conserva un sorriso smagliante. -Sono tuo fratello, e lo sarò sempre-.
Iniziamo a parlare del più e del meno mentre l'orologio fa girare le lancette, le 22:15. -Ma non eri venuto quì per parlare di qualcosa in particolare?- mi domanda pensieroso lo spagnolo. -Emh, si. Si tratta di Francesca- spiego con un pizzico di malinconia che mi sale in gola al ricordare l'immagine del suo viso di oggi. -L'italiana mora, no?-, -Proprio lei-, -Di che si tratta?- sprona in modo che inizi a parlare. Prendo a raccontare ciò che è successo e il mio amico mi fissa attentamente. Dopo aver detto tutto tiro su col naso e aspetto i commenti e le domande, le numerose domande, che mi farà. -Provi qualcosa per lei?- chiede secco. -No, certo che no... o meglio, mi piace, è una bella ragazza, è dolce, ha un bell'atteggiamento, mi ha aiutato molto!- spiego cercando di non sbagliare nel formulare qualche frase. -Un difetto?- insiste, e non so dove vuole arrivare. -Mah, non saprei, è una splendida italiana, ha un sacco di talento, dovresti sentirla cantare...-, -Leòn, fermati! Focalizza l'obbiettivo. Cosa vuoi dirmi?- per me sono solo giri di parole non ci capisco più niente. Semmai dovrei chiederlo io a lui cosa vorrebbe dirmi. -Non la conosco abbastanza, nelle persone cerco di notare subito i pregi, e poi i difetti non saltano fuori da soli. A meno che la ragazza in questione non sia quella gallinella di Cristìn che viene nella mia classe...- parlo a raffica e non riesco a fermarmi. -Perchè sei così nervoso?- Tomàs è divertito e me lo domanda con la sua solita compostezza e calma. -Nervoso io? Ma cosa ti inventi non sono nervoso se fossi nervoso avrei una voce differente parlerei di continuo e non riuscirei a fermarmi invece posso smettere di parlare quando voglio se me lo chiedi è meglio però andiamo dimmi di smettere che lo faccio subito forza Tom parla...-, -Leòn!- ride di gusto e si mette due mani davanti alla faccia. -Che diavolo hai?- mi chiede ridendo ed io faccio per parlare, ma lui mi fa un gesto con la mano in modo da non farmi iniziare. -Tira un respiro profondo e cerca di rispondermi con massimo cinque parole!- avverte, io eseguo gli ordini. -Non-Ho-Niente, tre parole!- dico entusiasta. -No veramente ne hai dette cinque- corregge lui, -Perchè hai aggiunto 'tre parole'- spiega, io rido e scuoto il capo notando dove ci abbia portato la conversazione. A un vicolo cieco. -Per piacere, torniamo al discorso 'Francesca'?- chiedo con gli occhi chiusi. -Certamente- annuisce e ha il viso di un tipo che la sa lunga e che sa perfettamente come risolvere la situazione. -Bene, come devo reagire?- domando esasperato. -Niente-, -Niente cosa?- sono confuso, mi sta facendo innervosire ma mi vien da ridere ugualmente. Lui è divertito. -Non devi fare assolutamente niente- rassicura, io dilato gli occhi. -Come niente? Che stai dicendo?- dico perplesso. -Ricordo bene il suo viso-, -E cosa centra? Tom, ma stiamo parlando della stessa cosa?- mi alzo in piedi e mi passo una mano tra i capelli. -Ovviamente- dice calmo, vorrei picchiarlo, si, quando fa così mi da sui nervi. -Lo so che ti stai incazzando- cerca di trattenere una risata. Io lo fulmino con lo sguardo. -Leòn, rimani a cena?- la madre di Tomàs fa capolino in salotto e mi sorride gentilmente. -No, signora, stavo già andando via- spiego rimandando il sorriso e prendendo la borsa a tracollo. -E' tardi, perchè non rimani?- insiste con garbo. -Grazie ma mia madre avrà già preparato e non voglio lasciarla sola- rifiuto il più gentilmente possibile. -In questo caso va bene. Mi saluti tanto tua madre, dille che sarei felice di consumare un pasto insieme, quando ha tempo-, -Lo farò, grazie- Saluto la signora Heredia mentre Tomàs mi accompagna alla porta. -Ci parlo io con lei, tranquillo- sussurra mentre apre il portone. -Con chi?- domando per accertarmi. -Con Francesca. E' tutto sotto controllo, me ne occupo io- rassicura e parla come se conoscesse Francesca da una vita. -Tu non stai bene..- dico rassegnato, poi lo saluto ed esco per raggiungere la moto. Guardo il cielo, le nuvole grigio fumo, il cielo scuro... e si, ho i tuoi sorrisi incastrati tra i miei occhi, Violetta.

 

Sono inutili tutte quelle frasi del tipo 'capisci che sei innamorata quando blablabla...'. La verità è che quando sei innamorata non capisci più un cazzo. Già, è così. Altrimenti in questo momento starei a consolare la mia migliore amica, invece di camminare da sola a quest'ora verso casa di Leòn, che non so neanche dove cacchio è. Spaesata chiamo Maxi cercando di capire se mi ha dato l'indirizzo giusto e non sto andando in Messico. Uno squillo, due squilli, tre squilli... niente. Ad un certo punto sento un lontananza un rombo di moto, è lui ne sono certa, corro verso il rumore e noto che dietro una staccionata il mio principe azzurro ripone il casco e sistema meglio la moto. Corro più velocemente, cercando di raggiungero prima che arrivi alla porta. Finalmente sono dietro di lui mentre prende le chiavi di casa, così mi metto a tossire per fare in modo che si accorga della mia presenza. Improvvisamente mi ritrovo persa nei suoi occhi che brillano si stupore e sorpresa non appena focalizza la mia immagine. -Violetta- il mio nome pronunciato da lui acquista un senso così profondo, diventa musica, e tutto il mondo si dipinge di armonia. -Ehi- saluto imbarazzata. Respiro un a fatica e aspetto che dica qualcosa, ma non lo fa, si avvicina a me e quel calore... Quel calore che provo quando mi abbraccia. Quando mi stringe forte a lui. Quel calore che provo nel cuore, nell'anima. Io amo quel calore, ed il calore di quando le sue labbra si avvicinano alle mie... Mi stampa un rapido bacio sulle labbra e torna a guardarmi negli occhi. -Hai parlato con lei?- mi domanda serio, mentre prende le mie mani e cerca di riscaldarle come d'abitudine. -Si- rispondo, ma non ne sono sicura, -E...?- la sua espressione è curiosa e preoccupata. -Mi sento un egoista- confesso. -Perchè?- lui scuote il capo come se stessi dicendo una sciocchezza. -Avrei dovuto seguirla, quando ha iniziato nuovamente a scappare, invece sono rimasta fuori casa di Maxi fin adesso, a pensare...-, -Pensare a cosa?-, -A te, a Francesca e a me. A pensare che avevo voglia di vederti, che ho chiesto a Maxi l'indirizzo di casa tua, e sono stata un ora in giro, sapendo di aver sbagliato strada, ma ho continuato a camminare, anche in tondo, perchè volevo vedere il tuo viso prima di addormentarmi.- mentre parlo, lui sorride con gli occhi lucidi, quasi avessi fatto follie, e mi accarezza il viso delicatamente, con la sua mano calda e soffice. -Perchè non mi hai chiamato?- Mi appoggia la mano nell'incavo del collo. -Non lo so, volevo guadagnarmi quella faccia che hai fatto non appena mi hai visto- Spiego e lui ride per poi prendere a lasciarmi dei piccoli baci per tutto il viso. -E mi sorprendo di essermi innamorato di te? E' inevitabile amarti- sussurra sul mio collo mentre sgrano gli occhi, mi separo da lui per far in modo che mi guardi dritto negli occhi. -Cosa hai detto?!- esclamo scioccata, con il cuore che batte ad un ritmo irrefrenabile. -Mi sono innamorato di te, Violetta- confessa emozionato mentre stringe fortissimo le mie fragili mani. -No, ti prego ripetilo ancora una volta, ti prego!- lo supplico mentre ho gli occhi pieni di lacrime. -Ti amo, Violetta Castillo- ripete con enfasi ed un sorriso smagliante, ed è la cosa più bella e pulita che avessi mai provato nella mia vita. Trovarti davanti a una persona e renderti conto che da quel momento in poi nessun'altra potrebbe mai contare allo stesso modo per te. -Non ti amo. Ho raggiunto un sentimento superiore. Esiste?- dico mentre annullo ogni distanza e mi congiungo a lui, baciandolo con foga, senza imbarazzo, senza vergogna, ma con amore, tutto l'amore che voglio dimostrargli. Farei di tutto per lui. Deve saperlo, perchè voglio rederlo felice. Voglio che dimentichi tutto e ricominci con me. Siamo solo io e lui. Crescere, a volte, significa lasciarsi qualcuno alle spalle... Sono così fiera di lui. Lo sta facendo. Con me.
Cerco di non buttare tutto all'aria e di non strappare questo stupido libro di fisica. Non ci capisco una mazza. Come faccio a concentrarmi? E' passata una settimana da quando Leòn mi ha detto che mi ama. Da allora tra noi è tutto così magico, e adesso invece di aver accettato la sua proposta di andare a cenare insieme ho dovuto rifiutare per quel cazzo di test che c'è domani. Che sfiga tremenda. In più sto male per Francesca, che non mi rivolge la parola se non per chiedermi l'orario quando dimentica a casa l'orologio. Sono la sua compagna di banco e non manda neanche un respiro verso sinistra, dove sto seduta io. Secondo me non si è spostata di posto per la sua reputazione da 'io sono matura'. E chi l'avrebbe mai detto che dopo aver condiviso così tanto si sarebbe comportata come un estranea con me. Mi fa stare male. E il suo sguardo mi fa accattonare la pelle. Nessuno ancora sa che sto ufficialmente con Leòn,  — a parte Camilla, cioè come avrei fatto a non dirlo a lei! — e per ora voglio che tutti ne rimangano allo scuro. Ancora faccio fatica a crederci io. Dio, chi l'avrebbe mai detto? Io e Leòn insieme. Cioè... Io, Violetta Castillo, la tipa che non tollerava i ragazzi se non per picchiarli o scherzarci su. Sempre e solo amici, non sono mai stata con nessuno, e rimanevo sempre con la mia teoria de 'i ragazzi dopo i 27 anni'. Appena un mese fa ero la ragazza tutta frizzantina e solare che faceva a cazzotti con i tizi che mi fischiavano e adesso sono la ragazza che piange davanti ad una citazione romantica di Nicolas Sparks. Io prima quei cosi neanche li leggevo... io, non ero così. Ce ne voleva per farmi piangere, ma adesso, tutto è cambiato, prima ero forte. Adesso no, sono debole, mi fa sentire debole dipendere da qualcuno. Ho aspettato così tanto il cambiamento che alla fine sono cambiata io. Ma non mi sento male per questo, anzi... tutt'altro. Sono fragile è vero, potrei cadere da un momento all'altro se non ci sarà lui a sorreggere il mio peso. Posso dire che alle persone non piacciono i cambiamenti, diciamo che ne ho parlato con Cami e mi ha detto che quando nella maggior parte dei casi mi dicono che sono cambiata in senso dispregiativo è perchè adesso sto meglio e alla gente dà fastidio. Non ho saputo cosa risponderle. Perchè fino a poche settimane fa non stavo bene. Ero un'anima oscura. Notti bianche in pensieri neri. Ho visto i miei sogni finire e gli incubi diventar neri. Sapevo benissimo a cosa andavo incontro innamorandomi. Ma non si decide quando e di chi innamorarsi. Succede. E' successo a me. E' successo a Francesca. Sospiro violentemente e mi metto le mani sul viso pensando alla mia migliore amica. Perchè è dovuto accadere questo? Possiamo dire che ancora una volta ogni gradino di questa vita mi ha insegnato qualcosa, perciò continuerò a salire. Come faccio senza la mia sorella dell'anima? Mi alzo dalla scrivania e mi avvicino alla finestra, noto il cielo completamente pieno di stelle, i lampioni per le strade sono stranamente spenti. Lo avranno fatto per farmi vedere meglio le stelle? Sorrido illudendomi che sia per questo. Do un occhiata giù per il giardino e mi immagino Leòn. Me lo immagino sempre quando non è con me. Non me lo tolgo dalla testa neanche un secondo e me lo immagino. Lo vedo coi suoi amici, con quella sua risata che a me fa illuminare gli occhi soltanto a pensarci. Lo immagino mentre parla, con quel suo accenno di accento Messicano, e cammina con quel suo passo elegante che conosco a memoria. Distratto però, sorridente, pensieroso. Il suo sguardo, i suoi gesti, quelle sue battute che a me fanno tanto ridere perchè le ha dette lui. Immagino il modo in cui si è vestito, in cui si è sistemato i capelli, e so che chiederà il parere di qualcuno per sapere se così 'sta bene'. Me lo immagino e sorrido. Immagino il mondo in cui vive quando non gli sono accanto e sorrido. Sorrido perchè lui è diverso da me, perchè a differenza mia lui riesce ad essere bello anche senza me accanto.
Sento il fischiettiò del cellulare che mi avverte quando mi arriva un nuovo messaggio, incrocio le dita sperando che sia lui. Prendo il cellulare in mano e il suo nome scritto sul display fa sì che il mio cuore faccia tripli salti mortali!

Sei riuscita a studiare?

No, Leòn, come avrei potuto studiare se ho immaginato tutto il tempo la tua figura? Eh... Rimpiango la buca che gli ho dato questa sera pensando a come saremmo potuti stare bene. A quanti baci mi avrebbe potuto dare. Al suo profumo che avrei potuto percepire anche a metri di distanza. Ugh! Che rabbia, fanculo la fisica! E il test. E il professore. E la Scuola!

Se ti dicessi di sì, mentirei. Ti manco? X

Esitante invio la risposta, e un minuto e mezzo dopo il display si illumina annunciando l'arrivo di un nuovo SMS:

Solo quando respiro. XX

Il mio cuore è un tumulto, e adesso so che quando una persona riesce a farti sorridere attraverso lo schermo di una cellulare, allora sì, sono cazzi!
Cerco di non urlare, e di non sprizzare gioia da tutti i pori. Così mi limito a stringere il mio Iphone al cuore come se fosse la più bella lettera d'amore che mi abbiano mai scritto. Scrivo in fretta un SMS di risposta:

Vorrei che fossi quì con me, adesso.

Invio questo desiderio e trenta secondi dopo:

Dammi cinque minuti per avverare questo tuo desiderio. XX

Un grido di gioia sobbalza fuori dalla mia gola, cosicchè dopo pochi istanti mi ritrovo mamma in camera. -Che succede?- fa capolino nella mia stanza allarmata con le mani piene di pasta per fare i dolci e il grembiule macchiato di cioccolato. Mi viene subiro l'acquolina in bocca. -Ma ti metti a fare i dolci proprio quando sto uscendo?- metto su un broncio mentre scarto alcuni vestiti buttandoli sul letto e ne scelgo altri. -Perchè hai urlato in quel modo?!- mi domanda ponendo una mano sul suo cuore. Io scoppio in una risata fragorosa, dettata anche dal mio buon umore, dopodichè rispondo: -Era soltanto un urlo di gioia che non ho potuto evitare di emettere- metto su una faccia da ebete e la mamma alza un sopracciglio sarcastica. -Ha a che fare con il motociclista messicano, dico bene o dico giusto?- odio doverle raccontare la verità fino in fondo, ma è mia madre e la mia vita, non posso non dirle niente. -Mamma, non ti ho detto una cosa..- azzardo e mi avvicino a lei mentre si pulisce le mani sul grembiule. -Prima rispondi alla domanda.- fa l'antipatica e non posso fare a meno di alzare gli occhi. -Si, il motociclista o come vuoi chiamarlo tu...- dico sbuffando. -Bene, cosa non mi hai detto?- si sfrega le mani ansiosa di sapere. -Be', riguarda sempre... Leòn- le dico esitante, è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, e non capisco perchè provo questa sensazione anche se ne sto soltanto parlando con la mia dolce mammina. -Il motociclista insomma...-, -Non è un motociclista!- esclamo agitata. -Okay, scusa- alza le mani in segno di resa. -Va avanti.- mi esorta mentre sono più nervosa di prima. -Be', n..noi..- mi siedo sul letto e la invito a fare lo stesso. -Voi..?- mi sprona. Oddio quanto è snervante quando mi mette fretta! -Noi... c..ci siamo...- mi blocco ancora mentre lei si mette le mani davanti alla bocca e sgrana gli occhi, -Oh mio Dio! Vi siete baciati?!- urla come se avesse capito. Io mi schiaffo una mano sulla faccia, -No, mamma...cioè si, ma non è questo, siamo andati oltre, ma..- Mi interrompe alzandosi e diventando rossa in viso -AVETE FATTO...- sobbalzo dal letto mettendole una mano davanti alla bocca per far in modo che non continui a urlare, soprattutto quando sta per dire quella cosa... -NO! Mamma, calmati... siediti.- invito a rimettersi composta sul letto mentre le faccio segno di respirare. -Mamma, non oltre in quel senso, non abbiamo fatto niente di quello che immagini..- spiego calma e poi faccio un respiro. -Ci siamo messi insieme.- dico finalmente, mentre mia madre ha gli occhi lucidi, e fa fatica a non scoppiare. -Mamma, è tutto okay?- domando premurosa e preoccupata. -Sono... così felice!- esclama e si getta ad abbracciarmi forte, io la stringo contenta che sia andata così. -Quando è successo?- mi domanda asciugandosi una lacrima dal viso dopo aver sciolto l'abbraccio. -Circa una settimana fa..- inizio a spigare ma il cinguettìo del cellulare mi distrae. Un SMS da parte sua:

Violetta, ho avuto un problema con la moto, ritarderò perchè sto venendo a piedi, a dopo. X

Scrivo velocemente un 'Okay, a dopo' e torno all'armadio. -Mamma, ti dispiace se ti racconto dopo? Devo aggiustarmi un pò perchè sono oscena così- Spiego velocemente mentre lei ridacchia. -Esci con lui?- mi domanda con gli occhi che brillano. -Si, ma scendo giusto per salutarlo perchè domani ho il test di Fisica.-, -E perchè non scendi così, questa t-shirt ti sta d'incanto, amore!-, -No, che dici, devo anche truccarmi...- dico prendendo un paio di orecchini. -Ma tu non ti trucchi quasi mai..- mi ricorda lei, stranita. -Si, mamma lo so, ma è...Leòn..- spiego trafficando con una camicetta. -Tesoro mio, farlo innamorare della tua bellezza servirà a poco.- mi avverte la donna che mi ha messo al mondo, io richiudo il mascara che stavo per applicare e mi volto a guardarla, facendole capire che avrei ascoltato il suo consiglio. -Sarai anche bellissima, ma il mondo è pieno di belle donne. Gli basterà solo qualche tempo per incontrare quella che prenderà il tuo posto. Tu invece fallo innamorare dei tuoi difetti. Del tuo essere un pò disastrata. Fallo innamorare del modo in cui dormi. Del modo in cui gesticoli quando sei arrabbiata. Del modo in cui mangi così ordinatamente, ma poi quando vedi una barretta di cioccolato la divori in sei secondi. Fallo innamorare della parte più vera e immutabile di te, perchè avrà capito che quei modi di fare, quelle stranezze che tanto ama in te, non le troverà in nessun altra donna al mondo.- termina per poi sorridermi in un modo talmente dolce che mi commuove, mi avvicino e le do un altro abbraccio. -Sono me stessa quando sto con lui. Hai ragione, non devo cambiare.- la rassicuro, mentre il telefono avverte l'arrivo di un nuovo messaggio:

Scendi?

Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo profilo, perfettamente delineato, mentre guarda le stelle. Appoggio delicatamente il capo sulla sua spalla mentre stiamo seduti sull'erba profumata. -Ci pensi mai, all'universo?- mi domanda con voce calma e rilassata, mentre mi circonda le spalle con un braccio. -Spesso, devo dire.- rispondo con la medesima tranquillità. -Hai mai pensato al creatore di tutte queste meraviglie- parla con tanta enfasi, alludendo al cielo, le miriadi di stelle e la luna. -Dio ci regalato tutto questo, eppure non lo ringraziamo mai abbastanza.- continua mentre io chiudo gli occhi e inalo forte il profumo di questo elegante messicano al quale sto appoggiata. -Io lo ringrazio, di frequente nell'ultimo periodo, perchè ha esaudito le mie preghiere, mi ha dato te, il regalo più grande.- Si volta verso di me e io faccio lo stesso per guardarlo negli occhi. -Sai una cosa, è facile innamorarsi di qualcun o per la prima volta. La seconda volta è tutta un altra cosa, innamorarsi dopo il dolore e i lividi sul cuore è... inspiegabile. Forse l'amore è questo, no? Perchè adesso so cos'è il dolore, eppure sto ancora rischiando tutto e lo sto facendo per te.- respiro profondamente mentre ascolto le sue parole e contemporaneamente le leggo nei suoi occhi. I miei occhi sono pieni di lacrime, e in questo momento vorrei trovare il coraggio di stringerlo tanto da fargli male, però mi limito soltanto a dire: -Ti amo molto, molto più di quello che ho il coraggio di dire, più di quello che le parole possano esprimere- dico con voce tremante -Oh Violetta..- mi incornicia il viso con le mani e inizia a baciarmi dolcemente e man mano con più foga e violenza con la sua lingua che inizia a intrecciarsi con la mia. Non appena si scosta da me mi lascia boccheggiante come se volesse dire quealcosa, a proposito di quei lividi, di quell'amore deludente che ha avuto. -Me li sarei presi volentieri io i tuoi dolori, per non vederti così adesso. Sai cosa? Poco tempo fa ero più forte, io potevo reggerli.- confesso, con le labbra gonfie, cercando di non ansimare. -Tu sei indistruttibile- sussurra senza fiato. Io sorrido debolmente -Lo credevo anche io, prima di conoscere te..- rispondo dicendo una grande verità- Lui con gli occhi intristiti mi accarezza piano il viso. -Non ho mai voluto distruggerti, non dirmi così... i..io, mi sento male solo al pensiero..-, -Shh..- lo interrompo ponendo l'indice davanti alle sue labbra rosee. -E' tutto passato.. e poi, era solo colpa mia... ma adesso non pensiamoci, amore..- continuo tranquillamente per rassicurarlo, ma all'improvviso i suoi occhi si dilatano e mi osserva con sorpresa e gioia. -Che cosa hai detto?- domanda inclinando il capo e la sua espressione è completamente convertita. -Di non pensarci...- rispondo confusa, lui scuote forte la testa - Sì, sì... ma come mi hai chiamato?- cerca di spiegarsi meglio nascondendo l'agitazione che ha preso possesso del suo corpo. Io sorrido degustando la sua espressione e smetto di fare la finta tonta. -Amore..- ripeto con un sorriso stupido stampato in faccia. -Aspetta, aspetta.. ripetilo un altra volta!- si mette in ginocchio davanti a me e fa in modo che mi sdrai completamente sull'erba mentre mi si getta addosso e io rido sonoramente, -Amore, amore, amore mio!- Urlo mentre lui prende a baciarmi la gola per poi risalire al mento e successivamente alle labbra. E lo guardai, lo guardai, e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che lo amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altra vita.

 

Angolo d'autrice.
Carissimi lettori!! Che si dice? Tutto bene? Forte la frase finale non trovate? Alloooraaa è inutile che mi metta a scusarmi per il ritardo e blablabla... sapete come va in questa vita :,c HAHAHAH beneee parliamo del capitolo 16...che ne dite? Vi è piaciutoo? Tutto molto dolce da diabete no? La parte iniziale mi piace tanto perchè Leòn è un romanticoneee!! e quando urla il 'Violetta, Ti amo?' ohw <3 svengoo troppooo! Pensando poi alla situazione con Fran si dirige verso casa di Tomàs che lo accoglie con parecchie domandinee xD Ancora quella letteraa? Ugh! Però il momento FriendShip di Tom e Leòn <3-<3 poooi cosa dice mai Tom? Vuole parlare lui con Fran? Ahi ahi nel capitolo 17 se ne vedranno delle belleee!! Ma la frase della fine Pov Lion? Awwww *O* POV VIOLETTA SALVA LA VITA DI MILIONI DI PERSONEE! (o almeno delle lettrici leonetta ^-^'') Va a casa di Lion!! eeeeeeeee...............LUI LE DICE CHE LA AMA! muoiotroppamente! Una settimana dopo stanno già insieme (Finalmente) e i messagginiii *-* La madre di Vilu e ciò che le ha detto *Commossapersempre* Poi l'uscita Leonetta! E il finalee -Amore!- *-* yeahhhh!! bene bene bene... non abituatevi a tutto questo zucchero u.u il capitolo 17 sarà molto tosto ma anche... non posso dire nienteeee!! xD 66 preferiti? Ma io VI AMO! sono morta appena ho visto quel numero!! Grazie davvero per l'accoglienza su Efp e per il fatto che mi accompagnate sempre! :') Ringrazio troppo tutti i lettori, i recensori (saluto DebbyLove con affetto e grazie per tutte le recensioni chilometriche hahah! Le adoro!) poi saluto (ovviamente) Niley Story che è una caprona ma anche una grande autrice u.u (non ti montare Magui!) Vi amo tutti, grazie ancora e alla prossimaa :D

P.S. Vorrei dire una cosa sia importante che urgente. So che molte delle persone che leggono la mia storia sono lettrici anche delle storie di Niley Story (Jortini: L'amore non ha età, Sono complicata. Avremo un amore complicato ect..) Si sono venute a creare delle situazione fastidiose, perchè c'è gente che apre pagine sui social network (Facebook, Instagram ect..) E fa il copia-incolla delle storie di NileyStory facendole passare per proprie. Come autrice posso dire che non è una bella cosa da vedere, e se capitasse a me mi sentirei infastidita e dispiaciuta perchè so quanto impegno ci si mette per scrivere una storia, trovare il tempo e le idee. So che NileyStory (come del resto io) abbiamo tante lettrici affezionate che stimiamo con il cuore e che vogliamo bene, (E sappiate che senza voi non avremmo tutto questo entusiasmo nello scrivere) perciò vorrei chiedervi per piacere se poteste aiutare contribuendo ad avvisare se trovate il copia e incolla delle storie e se magari per qualsiasi cosa appoggiaste le autrici (in questo caso NileyStory) segnalando le varie pagine e spargendo la voce che le storie originali sono quì su Efp e che non è giusto copiarle, anche per una questione di rispetto. Grazie se avete letto questo Post Scriptum, Vi voglio tantoo benee *_* Spero che continuate ad appoggiarci, un bacionee. :*

  
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