Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Flox12    27/08/2014    1 recensioni
[Spamano / Spain x Romano /
Fan fiction scritta in prima persona.
Narrata dal piccolo Romano, colonia di Spagna.]
«Perché non resti con me? Perché non mi porti insieme a te? Perché mi abbandoni ogni volta? Cosa c'è per mare di così prezioso da farti partire lontano e perché mi lasci da solo? Preferisco che tu sia accanto a me, non voglio restare in quel posto da solo, tu non sai come mi trattano i tuoi servitori. Proteggimi. Ho bisogno di essere protetto. Sono solo un bambino.
Non credevo che questa distanza potesse farmi soffrire così. Quando la notte faccio gli incubi, tu non ci sei. Voglio che mi consoli e stringi forte a te. Voglio sentire la tua voce nella mia testa. Non urla di dolore. Ma questo non è un brutto sogno, sta accadendo realmente. Inghilterra non ha pietà. Tortura entrambi. Quel demonio di un pirata. Quanto vorrei tornare a casa con te. Ci riusciremo, vero Spagna?»
«Sì, ti farò tornare a casa. ...Te lo prometto, Romanito.»
Genere: Angst, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chibiromano, Inghilterra/Arthur Kirkland, Pirate!Hetalia, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Non riesco a dormire.
Mi giro e mi rigiro nel letto ma non ci riesco.
Non riesco ad addormentarmi.
Mi manca.
Odio ammetterlo, ma mi manca tanto
.
»


Dopo aver pianto tutta la notte, finalmente riesco a prendere sonno. 
L'alba è arrivata e i primi raggi di sole filtrano dalla finestra, situata accanto al mio letto. La luce è fastidiosa.
Mi stropiccio gli occhi e mi nascondo sotto le lenzuola, nella speranza di fare ancora qualche oretta di sonno.
Non ci riesco, così mi metto seduto e scendo dal letto.
Mi infilo velocemente i vestiti ed esco dalla stanza.
Sono ancora mezzo assonnato e d'improvviso sento una botta e vengo spinto per terra. «Maledizione! Guarda dove cammini!» Urlo, ancora con il sedere dolorante per la botta.
Sono finito, un'altra volta, addosso ad uno dei servitori di Spagna. Mi guarda male, sembra aver intenzione di picchiarmi, dopo avermi insultato mi afferra per il colletto della maglia e mi solleva con gran facilità. Non peso molto, essendo solo un bambino. Mi ha detto qualcosa in spagnolo, non lo capisco ma è arrabbiato, molto arrabbiato. Io mi dimeno e lo riempio di insulti. Quel vecchio per farmi stare zitto mi ha tirato uno schiaffo in pieno viso. Mi brucia la faccia, sento lo zigomo gonfiarsi e un occhio per il dolore si chiude. Cerco di trattenere le lacrime, ma il dolore è troppo forte. Per non guardarlo nei suoi occhi malvagi, abbasso lo sguardo e con un occhio, quello che non mi fa male, noto per terra dei cocci. Perfetto, penso tra me e me. Ho combinato altri guai.
Dai resti di quel vaso, posso capire che era molto antico e valeva molto. Sussulto e sollevo lo sguardo non appena sento di nuovo la sua mano che colpisce la mia guancia destra. Sta urlando, probabilmente mi sta dicendo di guardarlo e di scusarmi per quello che ho fatto. Istintivamente porto la mano sulla zona colpita e lo guardo male, cerco di trattenermi, ma gli faccio la linguaccia.
Nonostante le lacrime che sto versando, non ho perso la faccia tosta di provocare le persone. Dovrei pensare alle conseguenze delle mie azioni, ma sono troppo arrabbiato.
Lascia la presa dal colletto della mia maglia e mi lascia cadere per terra. Nascondo il viso tra le mani, pronto a ricevere altre botte. Tremo e piango, ma nulla. Forse se n'è andato, penso. Tremante, sollevo lo sguardo e noto che si sta allontanando.
I cocci sono ancora sul pavimento, forse spera che li raccolga. Illuso.
Mi alzo, cerco di smetterla di piangere, ma il dolore sul mio viso si fa sempre più forte. Se solo quel bastardo spagnolo ci fosse stato, quel maledetto servo non mi avrebbe picchiato.
Tiro su col naso e con l'aiuto della manica della mia maglia, cerco di asciugare le lacrime dal mio viso, ma la guancia brucia, brucia tanto. L'occhio non vuole aprirsi e lo sento lacrimare.
Delle cameriere mi chiamano con fare scocciato, mi limito ad ignorarle. Che mi picchino, non m'importa molto a dir la verità. Tanto, peggio di così non può andare.
Una volta uscito, mi avvio verso i campi. Sono stanco, così mi siedo sotto un albero. Non so con esattezza che ora sia, ma dal mio stomaco che brontola e il sole che batte alto nel cielo, direi che forse è ora di pranzo. Non entro dentro, oggi ho fatto solo guai, non ho aiutato e quindi non posso mangiare. Non importa, dopo andrò a sgraffignare qualcosa dalla cucina. Mi accuccio per terra, vicino alla base del tronco. Questa notte ha piovuto, ecco un altro motivo per cui non sono riuscito a dormire. Vicino a me c'è ancora una pozzanghera, il sole non l'ha ancora prosciugata. Sollevo la testa e mi specchio. Rimango sorpreso vedendo il mio riflesso. Ho ancora l'occhio chiuso, la guancia arrossata, gonfia e due occhiaie.
Stringo le labbra e cerco di non piangere. Mi accascio al suolo, rannicchiato su un fianco, chiudo gli occhi.
Mi addormento. Non so quante ore siano passate, ma sento qualcosa di umido sulla mia faccia. Apro lentamente gli occhi e sussulto. Un micio mi sta leccando la guancia rossa. Lo spingo via e questo scappa. Mi massaggio il viso. Ora riesco a tenere tutti e due gli occhi aperti, ma spesso chiudo l'occhio che sta sotto la guancia dolorante.
Mi alzo e sento lo stomaco brontolare. Dopo aver sbadigliato, mi avvio verso uno dei campi di pomodori.

Involontariamente mi scappa un sorriso nel vedere quanto siano belli rossi. Ne prendo un bel po'. Mi sdraio a pancia in su e guardo il cielo. Mi sento solo. Odio ammetterlo ma il bastardo mi manca. Sospiro e guardo le nuvole camminare lente nel cielo. Ogni volta che addento un pomodoro, sorrido, anche se la guancia continua a bruciare, ma il mio stomaco è soddisfatto. «Spagna, perché non ti muovi a tornare? Quei maledetti mi trattano male. Sono solo un bambino, ho bisogno di qualcuno che mi difenda e che non mi faccia sentire solo. Mi manchi.» Stringo gli occhi e scoppio in un silenzioso pianto. Mi giro su un fianco, stringo le mani tra di loro e le porto all'altezza del cuore. Sto tremando. Di solito non faccio mai così, perché ora faccio così? Mi metto seduto e velocemente asciugo gli occhi, cercando di smettere di piangere. «Bastardo.» Da quando Antonio è in giro per mare, sono sempre più preoccupato. Inghilterra, anche lui è per mare. Quei due non vanno d'accordo da quel che ho sentito. Mi alzo e dopo una lunga camminata rientro alla villa. Stranamente nessuno dice niente, non mi guardano nemmeno male. Verso sera mi vengono anche a chiamare per la cena. Sono sorpreso ma arrivo a tavola. Li sento bisbigliare, mi infastidiscono ma continuo a mangiare. Quando finalmente il mio stomaco è pieno, scendo giù dalla sedia e mi avvio verso la mia stanza. Apro la porta e sto per entrare, quando d'un tratto sento due uomini parlare tra di loro. Assottiglio lo sguardo e mi avvicino, non riesco a farmi i fatti miei. Senza farmi notare, mi nascondo dietro un mobile e ascolto la loro conversazione. Non capisco molto di quel che dicono, ma la lingua spagnola è simile all'italiano, quindi cerco di arrivarci. Nominano Inghilterra. Parlano con ira e preoccupazione. Sento nominare anche Spagna. Non voglio credere a quel che ho sentito. Lo spagnolo, è stato catturato ed è prigioniero di Inghilterra. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Flox12