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Autore: Lucy_Caleidoscopio    27/08/2014    1 recensioni
Ed ecco perché Michael Clifford rimase chiuso in casa per cinque anni interi. Il motivo non lo sapeva neanche calum Hood, che in un'intervista sull'amico aveva detto quelle maledette parole: "è rimasto chiuso in casa, nella sua camera, per cinque anni"
Genere: Malinconico, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Little Boy, Big Secret
Three - Change

Erano passati ormai sette anni dall'accaduto. 
Michael cresceva sano, ma non sembrava affatto il "tipico ragazzo figo" perché non era abbronzato, la sua pelle era rimasta sempre bianco latte
-giustificava tutto con un semplice "non mi piace il sole"-
e il suo ciuffo raggiungeva metà guancia ed era biondo cenere.
Gli occhi erano diventati grandi e di un verde difficile da trovare.
Un verde spento, pieno di emozioni che solo la musica capiva.
L'unica cosa positiva di questi sette anni era proprio lei, la musica. Aveva preso lezioni di chitarra e in stanza aveva una libreria enorme piena di cd, vinili e stereo in grado di leggere entrambi i tipi di cd. Aveva una varietà di band, andava dagli Artick Monkeys ai Blink 182, dai Beatles ai Green Day.
Così come le sue magliette. Il suo abbigliamento prevedeva molto nero.
Frequentava una scuola privata, solo per far contento il signor Blake.
Lì tutti erano perfettini, nessuno ascoltava rock ma solo musica classica.
Che, a dirla tutta, gli stava tra le scatole.
Così come i suoi compagni di scuola.
I primi due anni faceva addirittura finta di uscire pur di vedere che il signor Blake era felice.
Gli insegnanti gli dicevano che aveva dei problemi mentali, che era 
bipolare, che era freddo e distaccato da tutti.
Così lui, pensando davvero quelle cose e, sentendosi terribilmente inutile e fuori posto, passava le giornate a letto, con le cuffie alle orecchie ad ascoltare musica.
Aveva da poco iniziato a scoprire il computer e i videogiochi, quindi poi passò a quelli.
Il signor Blake si accorse che qualcosa in Michael non andava e così decise di parlare

-Vuoi sapere come va a scuola?
Bene, dopo tutto questo tempo ti dirò che va da schifo,
non ho amici, quando esco, o meglio uscivo,
e ti dico che sono con loro in realtà vado o dai miei genitori o dove fanno graffiti.
La musica è l'unica che mi sta accanto in questo momento e ti giuro non passa giorno che io non la ascolti.
Le insegnanti dicono che sono troppo freddo, che sono bipolare,
che sono malato di mente e mi fa incazzare a morte il fatto che parlano senza sapere nulla.
Stessa cosa per i miei compagni.
Sono tutti figli e figlie di papà che pensano che gli Artick Monkeys sono delle caramelle frizzanti.
Ascoltano solo musica classica e sono sempre persone troppo pulite e con la puzza sotto il naso.
Mi prendono in giro per la mia frangia che onestamente amo.
E mi sto convincendo sempre di più che sono fuori posto, inutile, bipolare e pazzo.
Perché il male mi sta inghiottendo e mi sta portando alla depressione-

 
il ragazzo finì il discorso versando le lacrime che ogni sera si presentavano puntualmente picchiettando sugli occhi stanchi del ragazzo come pioggia sui vetri.
Le asciugò velocemente e notò il volto turbato del signor Blake.
Quest'ultimo pensava che stesse facendo del bene al ragazzo, ma in realtà si sbagliava. Il lavoro gli prendeva tempo e non gli faceva prestare attenzione al piccolo Michael.
Sì, perché per lui era ancora quel piccolo bambino spaventato che aveva perso i genitori.

-Scusa se non l'ho capito subito... Da domani cambieremo città e scuola, ti va? Così ti rifarai una nuova vita-
gli propose l'uomo perché, infondo, era l'unico modo che aveva per farsi perdonare
-Fammici pensare- disse salendo le scale per chiudersi in stanza e inserire il cd dei Green Day.
La musica lo aiutava a pensare. Se avesse cambiato città, sarebbe cambiato tutto? E i ricordi?
A questo pensiero le lacrime, ormai non più calde ma fredde come lui, scesero lungo la guancia del ragazzo, ma si fermarono per colpa -o per meglio dire, grazie- alla lunga frangia del ragazzo.
C'era un motivo se guancia un lato la teneva così lunga e "poggiata" sulla guancia, mentre dall'altro lato l'aveva corta ma sempre poco dopo l'occhio.
Decise che doveva andarsene, al più presto.
Prese una valigetta abbastanza grande e iniziò a metterci tutti i CD e i vinili.
Poi si fermò, forse doveva avvisare il signor Blake. Non forse, doveva proprio.
Scese a prendersi un pacco di patatine e, per fortuna, vide il signor Blake in cucina intento a scrivere al pc.
Lui era un imprenditore, non avrebbe avuto difficoltà con la nuova casa.
-Ho deciso che ce ne andiamo- annunciò il biondo posando il bicchiere nel ripiano di marmo della cucina
-Bene, perché ho già la casa, ma dovremo stare qui altri due giorni. Andremo in Australia- rispose il signor Blake con un grande sorriso nelle labbra.
Finalmente si sarebbe "riscattato" per questi anni.
Scelse di andare in Australia poiché la sorella abitava lì.
Iscrisse Michael alla Norwhegian High School e chiese alla sorella di sistemare alcune cose.
Michael non ascoltò molto il discorso fra il signor Blake e lei, perché salì con fretta e furia e finì di mettere i dischi e i vinili -con gli appositi lettori- dentro la valigetta, in modo che sarebbero arrivati intatti in Australia. Prese un borsone e mise i vestiti, le scarpe e i bracciali.
Non aveva molto nella stanza se non un "diario" dove scriveva tutti gli insulti che riceveva.
Prese una penna e scrisse velocemente "da oggi cambierà tutto" anche se era convinto che in Australia il suo comportamento non sarebbe mai cambiato.
Ma, almeno, avrebbe potuto sentirsi a suo agio.
Potrebbe per una volta sentirsi giusto.

 
*Spazio Autrice*
Salveeee
Ok questo è il capitolo dove tutto cambia,
Michael si confida/esplode dicendo tutto al signor Blake che,
comprensivo,
propone al nostro Michael di cambiare città e scuola.
Lui accetta, pur sapendo che non sarebbe cambiato molto.
In questo capitolo ho usato qualche parola di una canzone dei 5sos, la riconoscete?
Spero di si, fatemi sapere baci xx
  
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