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Autore: Fiamma Erin Gaunt    27/08/2014    6 recensioni
[Storia a OC - 6 Ragazzi & 6 Ragazze]
In un futuro ben lontano dalle vicende di Percy & Co, un gruppo di scienziati sta conducendo esperimenti genetici sui semidei con lo scopo di riuscire a estrapolare il gene che permette loro di essere più forti, agili e resistenti degli esseri umani. Ma dietro tutto ciò c’è qualcosa di più pericoloso e cattivo che si nasconde nell’ombra.
In una lotta per la sopravvivenza, i nostri semidei avranno a che fare con organizzazioni segrete, amori più o meno corrisposti, i drammi della vita di un comune adolescente e una maledizione che sembra accanirsi senza tregua su di loro.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2

 

 

 

 

 

 

 

 

There's a hero
If you look inside your heart
You don't have to be afraid
Of what you are
There's an answer
If you reach into your soul
And the sorrow that you know
Will melt away

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Katty

 

 

 

La ragazza ferita si era ripresa in fretta, addirittura prima di quanto avrebbe mai immaginato, e doveva ammettere di esserne contenta. Sì, perché quel figlio di Zeus si stava rivelando di un’insistenza e un’apprensione inaudita.

Si asciugò la fronte con il dorso della mano, sospirando, mentre finalmente usciva dall’infermeria.

Seth, appoggiato distrattamente a una delle pareti del corridoio, puntò le iridi scure su di lei.

- Ehy, va tutto bene? –

Annuì. – Sono solo un po’ stanca, nulla di grave. –

Barcollò leggermente, in preda alle vertigini. Evidentemente aveva usato molto più potere di quanto immaginava. Le mani forti del figlio di Ares però erano pronte e la sorressero con gentilezza.

- Ti accompagno nella tua stanza, è meglio se ti stendi un po’. –

- Non serve, Seth, ce la faccio da sola – protestò, ma con scarsa convinzione. La verità era che non le dispiaceva affatto che il ragazzo si mostrasse così interessato alla sua salute.

- Certo, come no, ce la fai da sola – le fece il verso, chinandosi per prenderla tra le braccia e portarla fino alla zona notte della residenza.

- Non sono un pacco che sballottoli da una parte all’altra, sai? –

- Questo lo vedo anche io. Tanto per cominciare sei troppo carina per essere un pacco e poi non ne hai né la forma né tantomeno l’aspetto – replicò.

Katrine sentì le guance tingersi di una lieve tonalità di rosa a quelle parole.

- Smettila di prendermi in giro. –

- Lo farei se ti stessi prendendo in giro, ma sono assolutamente serio. Ecco fatto, arrivata sana e salva. –

Katty stava cercando qualcosa con cui ribattere quando vennero interrotti da un rumore di passi. Da dietro l’angolo sbucò un ragazzo dai capelli biondo cenere e gli occhi blu. Il nuovo arrivato tossicchiò leggermente, scambiandosi un’0cchiata d’intesa con Seth di cui a Katty sfuggì il significato.

- Mi spiace interrompervi, piccioncini, ma Evanna ha ricevuto un messaggio iride da Bellamy. Sembra che abbia trovato dei semidei dalle parti della zona industriale. Vuole che Seth vada a controllare insieme a Jem e al figlio di Zeus – spiegò.

Il figlio di Ares sbuffò, passandosi una mano tra i capelli scuri. – D’accordo, vado subito. Tu cerca di riposarti, raggio di Sole – aggiunse, rivolgendosi a Katty e facendole l’occhiolino. Poi imboccò il corridoio che portava verso la zona centrale del quartier generale.

Ethan sorrise divertito davanti all’espressione frastornata della ragazza.

- Sei proprio cotta, eh Katty? –

Scosse la testa, facendo ondeggiare i lisci capelli biondi e creando per un attimo l’illusione che fosse illuminata davvero dai raggi del Sole.

- Smettila di dire cretinate, Et. –

- E tu smettila di chiamarmi come quel coso – protestò piccato.

- Oh, ma dai, è talmente carino. Ti ci vedo proprio bene nei panni dell’alieno coccoloso – rise, prendendolo amichevolmente in giro.

- Okay, Sunlight, credo proprio che sia ora che tu vada a fare la nanna – disse, spingendola delicatamente dentro la sua stanza e chiudendole la porta alle spalle.

Mentre si dirigeva nuovamente verso l’infermeria, scosse la testa in un misto di divertimento ed incredulità. Possibile che fosse perennemente circondato da gente senza qualche rotella?   

 

Bellamy

 

 

 

Lanciò un’occhiata ai semidei che aveva trovato. Fino a pochi giorni prima era ritenuto il segugio più in gamba dell’ Antàrtes e adesso si ritrovava a fare da baby sitter a dei fuggiaschi che non avevano la minima idea di come si sopravvivesse in strada. Okay, forse il ragazzo sapeva cavarsela da solo, ma era un miracolo che quelle due non si fossero ancora fatte ammazzare.

“Pensaci tu, Bell, sei il nostro migliore segugio. Nessuno sa muoversi nell’ombra come te, sei il più adatto per questo compito”.

Dannazione ad Evanna e alla sua capacità di far sembrare ogni ordine come la cosa migliore in questo mondo. Ah, ma questa volta la stramaledetta figlia di Chione gliel’avrebbe pagata.

- Credo che stiano arrivando. Ho paura – l’informò la figlia di Atena, gli occhi grigio verdi leggermente sgranati.

- Lo so, ragazzina, adesso perché non stai un po’ zitta? –

L’unico ragazzo del terzetto, un moro dagli occhi verdi in cui guizzava una scintilla di furbizia, gli lanciò un’occhiata eloquente e si mise in ginocchio per riuscire a guardare negli occhi la più piccola.

- Va tutto bene, Alessandra, non gli permetterò di farti del male – assicurò, scompigliandole affettuosamente i capelli castani.

Poi si rivolse al figlio di Tanato. – Cosa ti hanno detto i tuoi amici? –

- Dovrebbero mandare una squadra di recupero a darci una mano. Arriveranno tra poco, viaggiano nell’ombra. –

- Per caso hanno un grosso cane? – domandò Annelise, indicando con un cenno del capo il segugio infernale che stava trotterellando verso di loro.

Il cane si fermò davanti ad Alessandra, leccandole le mani e facendo ridacchiare la tredicenne. Quando si mise su due zampe, uggiolando contento, il suo padrone lo richiamò con voce ferma.

- Shadow, cuccia bello. –

Sempre scodinzolando, Shadow tornò verso Jem e chiuse gli occhi quando il figlio di Ate lo ricompensò con una bella grattatina dietro le orecchie.

- Ve la siete presa comoda. –

- Non pensavamo che bastassero un paio di semidei a renderti la vita complicata – replicò Seth, con un ghigno beffardo.

- Non alzare troppo le penne, ragazzino, non vorrai costringermi a prenderti a calci proprio davanti a tutti? –

- Già, vorrei proprio vedere se ci riesci. –

James si frappose tra loro, fulminando entrambi con un’occhiataccia. – Vi pare questo il momento di mettervi a discutere? Portiamo questi ragazzi al quartier generale, poi potrete scannarvi quanto vi pare. –

Seth si fece indietro, alzando le mani con aria innocente, mentre Bellamy lanciava un’occhiata in direzione di Jace e Dean.

- Si può sapere che gli prende a quei due? –

 

 

 

 

 

Jace

 

 

Aveva accolto l’idea di una spedizione di salvataggio con entusiasmo. Non era il tipo di persona a cui piaceva l’idea di starsene con le mani in mano, ma quando aveva raggiunto il gruppo di semidei era rimasto senza parole. E no, non era per la figlia di Eris che portava i segni della prigionia nel centro dell’O.R.G. e nemmeno per la sorpresa nel trovare una figlia di Atena così giovane. Quello che l’aveva letteralmente lasciato senza fiato era la sensazione di conoscere il ragazzo che si trovava davanti. La cosa era assurda perché lui non dimenticava mai una faccia conosciuta né tantomeno avrebbe potuto scordare l’incontro con un semidio così potente. Eppure sentiva di conoscerlo, di essere in qualche modo unito a lui.

- Chi è il tuo genitore divino? – chiese, continuando a girargli intorno con circospezione.

Dean resse bene la sua occhiata, per nulla intimorito, e ciò era un grosso punto a favore.

- Zeus. –

Gli occhi blu si sgranarono, increduli. Trovare dei figli dei Pezzi Grossi era di per sé molto difficile, ma il fatto di avere un fratellastro era qualcosa di impensabile.

- Jace, figlio di Zeus … suppongo che questo faccia di noi dei fratellastri. –

Lo sguardo di Dean passò per un attimo dallo sconcerto all’allegria. Si fece avanti, porgendogli l’avambraccio in un saluto virile. Jace lo strinse, accompagnando il gesto con una pacca sulla spalla.

- Quando sei nato? – domandò il moro.

- Due gennaio di diciannove anni fa, e tu? –

- Il quindici luglio, stesso anno. –

Il sorriso di Jace si trasformò in un ghigno malandrino. – Quindi farai bene a darmi retta, fratellino. –

Jem tossicchiò leggermente. – Tutto ciò è veramente carino, ma abbiamo una squadra di scienziati pazzi alle calcagna, nel caso ve lo foste dimenticati. –

- Ciò che Jem vuole dire è che è ora di muovere il culo e rimandare queste scene da femminucce all’arrivo al quartier generale – chiarì Bellamy.

Fece schioccare le dita, aprendo un portale nell’oscurità mentre Jem e Shadow facevano la stessa cosa.

Si divisero in due gruppi mentre la piccola figlia di Atena puntava i piedi. – Io non ci vado con lui. Posso stare con te, Dean? – domandò, sgranando gli occhioni cangianti e atteggiandosi a damigella in pericolo.

- Sembra che qualcuno qui faccia conquiste. Dimmi, fratellino, non sei un po’ troppo grande per avere una ragazza così giovane? – lo prese in giro Jace, ricevendo per tutta risposta una leggera spallata.

- Di immortales, prenditi questa mocciosa e facciamola finita – sbottò Bellamy, entrando nell’ombra insieme ad Annelise e Seth.

 

 

 

 

 

Katherine




Ci aveva messo circa un’ora per convincere Ethan che era perfettamente in grado di alzarsi e fare un giro per il quartier generale e tutto ciò solo per scoprire che Jace era uscito insieme agli altri per recuperare dei semidei e a lei non era stato permesso di andare con loro.

Così si era trovata qualcos’altro da fare e aveva chiesto ad Evanna delucidazioni sull’organizzazione ribelle e sull’O.R.G.

La figlia di Chione era stata felice di rispondere a tutte le sue domande e ora non le restava che metabolizzare tutte le informazioni.

- Quindi l’Antàrtes al momento ha tagliato tutti i contatti con il Campo Mezzosangue? –

- Quasi nessuno di noi è mai stato al Campo. Alcuni, come Ethan, provengono da distaccamenti ribelli che sono stati annientati. Altri, come Seth e te, sono stati catturati dagli scienziati e si sono uniti a noi dopo essere riusciti a fuggire. Poi ci sono quelli come Bellamy e Katrine, perennemente in fuga, che qui hanno trovato un rifugio sicuro. Siamo una popolazione eterogenea, ma mi piace pensarci come una grande e confusionaria famiglia. –

Katherine sorrise. Lei non ce l’aveva mai avuta una famiglia, se si escludeva Jace, e l’idea che tutti quei ragazzi potessero diventarlo le piaceva.

- Dell’O.R.G. invece che mi dici? –

Evanna si battè un dito sul labbro inferiore, pensierosa. – A dire la verità non ne sappiamo poi così tanto. È un’organizzazione di ricerca genetica che studia e manipola i nostri geni, ma non abbiamo idea di quale sia lo scopo finale. Quello che sappiamo per certo è che si sta preparando qualcosa di grosso e dobbiamo farci trovare pronti. Una delle nostre fonti mi ha fatto sapere che anche al Campo è sparita una semidea, credo sia una figlia di Afrodite, e che è stata organizzata una squadra per andare a cercarla. –

La figlia di Ares stava giusto per fare un’altra domanda quando uno scalpiccio lungo il corridoio annunciò l’arrivo dei ragazzi. Uscirono alla svelta e non le sfuggì l’espressione ansiosa dipinta sui tratti dalla gelida eleganza di Evanna.

Jem fu il primo a voltare l’angolo e raggiunse la sorella, stringendole delicatamente una mano come a volerle silenziosamente comunicare che andava tutto bene e non c’era stato alcun problema. Subito dopo fece capolino Jace.

Katherine corse da lui, saltandogli in braccio e sorridendo quando avvertì la stretta dell’amico chiudersi intorno ai suoi fianchi e sorreggerla.

- Quindi ti hanno dimesso? –

- Più o meno. Diciamo che in realtà ho quasi fatto impazzire Ethan e così ha deciso di farmi uscire. –

- Chissà perché la cosa non mi sorprende affatto – rise il ragazzo.

Quando l’ebbe messa giù, sentì Dean che si chinava a sussurrargli all’orecchio: - Ti prego, dimmi che quella non è la tua ragazza né una figlia di Zeus. –

Jace scosse la testa, divertito.

- Katherine, figlia di Ares, ti presento Dean, figlio di Zeus. –

Kat lo scrutò attentamente. Era alto quanto Jace, ovvero intorno al metro e ottanta, e aveva un fisico allenato. Per il resto le somiglianze con il fratello finivano lì. Dean era moro, dagli incantevoli occhi verdi screziati d’oro, la carnagione olivastra che gli derivava dalle sue origini brasiliane e il sorriso dolce e smagliante come quello di un bambino.

- Piacere di conoscerti – disse, accettando la mano che le porgeva.

Dean la trattenne un po’ più del dovuto, facendo tossicchiare Jace. Era un attacco di tosse che nascondeva una risata, Kat ne era più che sicura, e pertanto si voltò a fulminarlo con gli occhi chiari.

- Ehy, fratello, hai rovinato l’atmosfera – protestò il moro, assestandogli una spintarella giocosa.

- Ma quale atmosfera, fammi il piacere – rise a sua volta.

- Stavo pensando che voi due non vi assomigliate poi molto, ma evidentemente mi sbagliavo – commentò Katherine, alzando gli occhi al cielo tra l’esasperato e il divertito. Due figli di Zeus con cui combattere, che gli Dei l’aiutassero.

 

 

 

 

 

 

Madeleine


 

 

- É tutto pronto? –

Blake sospirò, alzando gli occhi al cielo.

- Sì, Madds, così come lo era due secondi fa, quando l’hai chiesto per la centesima volta. –

La ragazza si voltò verso il figlio di Ecate, lanciandogli un’occhiata omicida.

- Ascoltami bene, Lexington. Trovare Lissa è la priorità di quest’impresa, quindi tutto deve essere perfetto in ogni minimo dettaglio. –

- Credevo che la priorità fosse impedire che questo Moros prendesse il potere e ci distruggesse tutti – intervenne Remus, arrivato in quel momento insieme a Zoey e Marco, figli rispettivamente di Poseidone ed Era nonché suoi migliori amici.

- Quello è scontato, Rem, ma la vita di Lissa è una nostra responsabilità. –

Il figlio di Atena fissò le iridi castane della ragazza, annuendo in silenzio. Malgrado Madeleine fosse entrata in modalità sergente istruttore, riusciva a leggere la preoccupazione nel suo sguardo. Non si sarebbe mai perdonata se alla sua amica fosse accaduto qualcosa per colpa di un loro stupido errore.

Zoey si avvicinò alla figlia di Afrodite, posandole una mano sulla spalla e sorridendole fiduciosa. – La troveremo, Madds, ne sono sicura. –

- Certo che la troveremo. Lissa è uno schianto di ragazza, non possiamo mica permettere che le accada qualcosa di male – confermò Marco.

Madeleine osservò uno ad uno i volti dei ragazzi intorno a lei. Sapere che così tante persone avevano fiducia nella riuscita dell’impresa la rincuorava.

- Blake, va a cercare gli altri e dì loro di darsi una mossa – ordinò, rivolgendosi all’albino.

Stranamente il figlio di Ecate non obbiettò nulla, anzi si dipinse un ghigno divertito sulle labbra sottili e puntò in direzione della Capanna numero Undici in cui alloggiavano i figli di Ermes e tutti coloro che non avevano ancora una loro Capanna.

 

Blake






Bussò piano alla porta, stando attento a non farsi travolgere da una mandria di ragazzini che scelsero proprio quel momento per spalancarla e uscire fuori come se avessero Crono alle calcagna.

Fermò l’ultimo del gruppo, ignorando lo sguardo impaurito con cui il dodicenne fissava i suoi capelli albini e le iridi scure e profonde come due buchi neri. Faceva questo effetto a molte persone lì al Campo e la cosa non gli dispiaceva particolarmente.

- Prysons, Fritjof e Harrison sono qui dentro? –

- Solo … Solo Jude. Lyn e Vel sono andati alla Capanna tredici da Nathan – mormorò, prima di defilarsi rapidamente verso i suoi amici.

Un nuovo ghigno divertito si dipinse sulle sue labbra. Quando si diceva il caso. Entrò piano nella Casa, stando attento a fare il minor rumore possibile, e individuò facilmente il ragazzo che stava cercando. Era seduto sul bordo del suo letto e stava armeggiando con alcune frecce. Non era un mistero per nessuno il fatto che fosse bisessuale, del resto con una madre come Ecate sarebbe stato strano il contrario, e Jude Harrison era proprio il tipo di bocconcino che faceva al caso suo.

- Ehy, angioletto, non dovresti aver già finito di preparare le tue cose? –

Jude sussultò, preso alla sprovvista, e si voltò a folgorarlo con un’occhiataccia.

- Non farlo mai più. –

- Cosa, sorprenderti o chiamarti angioletto? –

Le gote del figlio di Eros assunsero una tonalità di rosa un po’ più acceso e allo stesso tempo provocarono un moto di soddisfazione nell’albino.

- Tutte e due le cose. –

Gli si avvicinò lentamente, con l’andatura sinuosa di un grosso felino a caccia. – Se ti dessi retta non ti vedrei più arrossire e sarebbe un peccato perché diventi ancora più carino quando sei imbarazzato, sai? –

Jude deglutì nervosamente, alla ricerca di qualcosa con cui ribattere. Fortunatamente l’arrivo di Lyn e Vel lo tolse d’impaccio.

- Lexington, non starai importunando Jude di nuovo?! – domandò Evelyn, avvicinandosi al figlio di Eros e incrociando le braccia con aria risoluta.

- Io non importuno proprio nessuno, Prysons. –

- Voglio sperarlo, o sarò costretta a riempirti il letto di serpenti un’altra volta – disse, sorridendo con aria fintamente angelica.

Il ragazzo rabbrividì. I serpenti erano una mossa scorretta e la figlia di Ermes lo sapeva bene.

- Madeleine ci sta aspettando, sarà meglio darsi una mossa – tagliò corto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ho quasi presentato tutti gli OC, me ne mancano un paio ma nel prossimo capitolo li troverete sicuramente (così come ci sarà finalmente un po’ d’azione). Spero di essere riuscita a renderli tutti come volevate. Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

                 Fiamma Erin Gaunt

  
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