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Autore: ChristineMGreenLeaf    27/08/2014    1 recensioni
Nel tentativo di far rimanere i detenuti nell'Arkham Asylum, Bruce Wayne fornisce loro i fondi per fare una personale versione del film "Titanic". Nessuno è preparato al risultato finale.
Traduzione.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joker, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Traduzione di "My Smile Will Go On", capitolo 1, di Christine M. Greenleaf.

“È molto gentile da parte sua interessarsi ai detenuti, signor Wayne,” disse la dottoressa Joan Leland, direttrice dell'Arkham Asylum, seduta nel suo ufficio assieme a Bruce.

“Apprezziamo veramente l'incredibile generosità delle sue donazioni, più di quanto non riusciamo ad esprimere.”

“Faccio quello che posso per aiutare, dottoressa Leland,” disse Bruce, annuendo. “Una parte enorme della criminalità di Gotham dipende da queste persone. Se possono essere aiutate, curate o occupate in qualche modo, farà bene alla città quanto a loro.”

“E per me,” concordò lei “Un mal di testa in meno. Anche se la nuova cura che abbiamo dato a Joker sembra fargli più bene che male.”

“Una cura?” ripeté Bruce.

“Sì, abbiamo iniziato a dargli un insieme di caffeina, adrenalina e zucchero,” replicò la dottoressa. “Sperando di sovraccaricare il suo sistema già iperattivo. Francamente la quantità di energia che riesce a reggere è una sorta di miracolo, anche se si manifesta in un comportamento anormale.”

Bruce la fissò. “Lo ammetto, non sono sicuro di quanto possa essere anormale il comportamento di Joker.”

La Dottoressa Leland sospirò, gesticolando sullo schermo del suo computer e facendo apparire le telecamere di sicurezza della sala ricreativa. Joker era appollaiato sul bracciolo del divano e parlava a cento chilometri all'ora agli altri detenuti che sembravano incredibilmente a disagio.

“...Voglio dire, è strano, no? No? Davvero, no? Voglio dire, elastici nei calzini! È impazzito tutto il mondo? Che è successo alle giarrettiere? Le giarrettiere sono fantastiche! Ma adesso ci sono elastici di qui, elastici di là! Una società di plastica, questo è quello che abbiamo! A proposito della plastica, sapevate che fanno action figures su di noi? Otteniamo qualche diritto per quelle, qualcuno lo sa? Qualcuno lo sa? Nessuno? Probabilmente no. E perché no? Ve lo dico io perché no! Perché l'intento della società è di portarci via i nostri diritti! Il diritto di possedere la nostra stessa immagine! È una pazzia! Le persone mi danno del folle, ma io non faccio figurine di plastica su di loro per venderli e ricavarne profitto! Soldi, è tutto incentrato sui soldi! Cosa è successo ai buoni, di vecchio stile... di che stavo parlando? Ah, sì, dei calzini!”

“Mr. J... credo che ora dovresti andare a dormire...” iniziò Harley Quinn, con cautela.

“No, no, no, mi sento ben in forza, Harl!” esclamò Joker. “Ben, ben in forza! Sapete cosa fa rima con forza? Torta! E mi piacerebbe averne un po' adesso. Torta al cioccolato, o una ricca torta, o... chi vuole fare una torta? Dai, sarà divertente! La girate, le date un colpetto, ci fate sopra una B, e la mettete nel forno per Batsy e per me! Chi vuole giocare a fare una torta di fango con me?” disse, alzando le mani. “Tetchy, so che ti piacciono questi giochi da bambini! E per giochi da bambini intendo giocare con loro, e non intendo davvero quello, intendo giocare come allusione a qualcos'altro! Harley e io usiamo sempre quel modo di dire... non che ci sia qualcosa di sbagliato a meno che tu non abbia una sorta di feticismo per i bambini, e io non ce l'ho, è solo che mi piacciono le donne più giovani. Non il tuo tipo di donna più giovane -Harley ha superato l'età legale in tutti i paesi-, ma credo che tu potresti trasferirti in Olanda. Ho sentito che lì hanno un'età del consenso più bassa. Gli europei sono nauseanti e malati, senza offesa...”

“Harley, fallo smettere!” urlò Jervis Tetch.

“Non so come fare!” replicò Harley. “È colpa di questa stupida cura! Ho pregato i dottori di smettere di dargliela, lo elettrifica! È stato sveglio tutta la notte a fare pagine e pagine di note dei suoi nuovi piani!”

“Oh sì, chi ne vuole sentire qualcuno?” chiese Joker, estraendo dalla tasca diversi fogli di carta, scritti a casaccio. “Capre che esplodono. Un esercito di porcellini d'india. Per quello non vedo l'ora. Pistole-cucchiaio. Un uovo del giudizio. L'erezione più grande di Batman... aspetta un attimo, ho detto erezione?” chiese, confuso. “Intendevo un errore... errore, no? Sì. L'errore più grande di Batman...”

“Credo che abbiamo sentito abbastanza,” disse Bruce in tutta fretta. La dottoressa Leland spense lo schermo mentre Wayne si appoggiò allo schienale, pensando.

“Mi chiedo, dottoressa, se le mie donazioni potrebbero essere spese in qualcos'altro oltre alle cure per i pazienti,” disse infine.

“Sicurezza?” chiese lei, speranzosa. “Avremmo davvero bisogno di migliorie sulla sicurezza...”

“Credo che misure di sicurezza più ristrette sarebbero viste semplicemente come una sfida a superarle,” disse Bruce “Ma ci deve essere un modo per farli restare dentro. Forse se volessero stare, per qualche ragione...”

Abbassò la voce. “Sono tutti molto... teatrali, no?” chiese “E se dessi loro i fondi per fare un film?”

“Un film?” chiese la dottoressa, confusa.

“Sì,” disse Bruce, piano. “Qualcosa a cui possano dedicare tutta la loro energia. Qualcosa che richieda lunghi tempi di produzione e che sia molto complicato da realizzare. Un film molto lungo...”

Bruce pensò ai film più lunghi che aveva visto ai suoi appuntamenti. Ce ne erano diversi. Uno in particolare spiccò nella sua mente, in particolare perché dopo il film la sua ragazza l'aveva criticato per non stare annegando tra le lacrime come lei. L'aveva accusato di essere insensibile, al contrario del ragazzo del film, che era chiaramente l'uomo ideale di qualunque donna. Bruce le aveva risposto in malo modo che ora che il ragazzo non era più così sensibile, visto che era morto, e i due si erano lasciati dopo poco. Le loro parole di addio furono un reciproco augurio che l'altro condividesse la sorte dell'uomo del film. Il che fu strano, visto che il Joker uccise la ragazza circa una settimana dopo.

Titanic,” disse convinto. “Facciamo fare loro Titanic.”

La dottoressa lo fissò. “Come facciamo... intendo... non possiamo costruire una nave qui dentro...”

“Possiamo pagare qualche ragazzo degli effetti speciali per quello,” la interruppe Bruce. “Non c'è più neanche bisogno di un set per fare un film -bastano i computer. Dia loro campo libero per riscriverlo come vogliono, mettere il cast che vogliono e farlo come vogliono, nei limiti del ragionevole. Dovrebbe occuparli per un tempo abbastanza lungo, lasciando la città a fronteggiare solo i criminali normali, che già sono abbastanza difficili da gestire da soli.”

La dottoressa Leland annuì. “Non posso chiederle di finanziare un intero film, signor Wayne...”

“Beh, sono solo un paio di milioni,” disse Bruce, con un'alzata di spalle. “Me ne occuperò entro la prossima settimana.”

“Bene... grazie mille,” disse la dottoressa, alzandosi. “Credo che sarà meglio dare ai pazienti la buona notizia...”

Diede un'occhiata alla telecamera di sicurezza, che mostrava il Joker intento a fare la ruota intorno alla sala ricreativa, cantando ad alta voce e ogni tanto afferrando i compagni detenuti per farli ballare assieme a lui: “Che devo far, uh uh uh uh, rido da morir! Che devo far, uh uh uh uh, tutto mi fa divertir! Che posso far, ah ah ah ah, mi vien da sghignazzar! Che posso far, eh eh eh eh, se il mondo mi fa sbellicar!

“...oppure potrei aspettare un po',” disse, sedendosi nuovamente.

“Almeno adesso è più normale,” sospirò Bruce.
“Non avevo idea che lei sapesse come è Joker da normale, signor Wayne,” disse la Dottoressa Leland, sorpresa. “Non sapevo che avesse delle relazioni con lui.”

“Ehm, no, non ne ho,” disse Bruce frettolosamente “Ho soltanto... uh... oh, è già così tardi? Devo andare,” disse lui, dando un'occhiata all'orologio.
“Ho un appuntamento urgente -la chiamerò più tardi per discutere i dettagli del film, dottoressa. Arrivederci.”

Lei lo fissò confusa, e poi sospirò. “L'arroganza dei ricchi e dei famosi, che pensano di sapere tutto di tutti. Chi si crede di essere, Batman?

   
 
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