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Autore: Irish_Superman    28/08/2014    3 recensioni
Tutti vorrebbero diventare qualche persona importante stimata per chissà quale talento inesistente. Tutti vorrebbero possedere quella fama tanto bramata. Tutti tranne Charlotte Cooper
Charlotte Cooper, 22 anni, vorrebbe solo essere felice e realizzare i suoi sogni per non seguire le orme della madre con cui non ha un rapporto rose e fiori.
Vorrebbe girare il mondo, conoscere nuovi luoghi, nuove culture e tradizioni, fare amicizie con gli abitanti locali.
Inconsapevolmente è in cerca di un amore tanto desiderato, ma mai trovato.
La vita è stata crudele con Charlotte, ma ora lei vorrebbe recuperare tutto quello che ha perso durante la sua faticosa adolescenza. Il primo passo è andare via da quella cittadina, così grande eppure così piccola da cui sentirsi soffocati, oppressi, prigionieri.
Charlotte troverà mai quello che cerca? Riuscirà nella realizzazione dei suoi sogni?
Il destino ha tanti bei progetti per lei, basta solo aspettare il momento giusto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo caldo, tremendamente caldo, dovevo fare pipì, e uno strano peso mi teneva bloccata al letto tanto che riuscivo solo a girare la testa, ma ero così pigra tanto che mi annoiavo di aprire gli occhi, figuriamoci se mi sarei alzata per andare in bagno. Aspettai ancora un po’ ma poi presi coraggio e provai ad alzarmi, perché si, alzarsi dal letto ogni mattina è l’atto di coraggio più grande che una persona possa fare, soprattutto se quella persona sono io.
Ovviamente non ci riuscii perché il mio corpo era sovrastato da quello di Louis inerme e ben addormentato a pancia sotto con i suoi leggerissimi arti addosso a me. Così, armata di tanta pazienza e tenerezza, mi alzai molto lentamente, spostando prima cautamente il braccio che intrappolava il mio busto al letto, posizionando al mio posto un cuscino bello caldo, dopodiché meno cautamente spostai la sua gamba e mi precipitai in bagno.
Quando ritornai nella camera del mio migliore amico, lo trovai ancora dormendo. Era la persona più dolce del mondo. Secondo me era un angelo, o qualche altra sorte di creatura magica protettrice. Lui era il mio protettore; si era dimostrato tale in tante occasioni e quella di ieri sera non era da meno.
Guardai l’orologio digitale presente sul comodino di Louis e mi accorsi che erano le 8 in punto.
 Io ero in netto anticipo, Louis in netto ritardo. Cercai di svegliarlo nel modo più delicato possibile, perché sappiamo tutti quanto è importante un buon risveglio, soprattutto quando a svegliarci è qualcun altro.
Gli accarezzai i capelli sussurrando il suo nome e lasciandogli qualche bacio sulla guancia e sulla fronte, ma niente, uscii solo un mugolio e mosse leggermente la gamba tirandola poco più sopra. Riprovai nella stessa maniera ma con un filo di voce in più ma niente di nuovo.
Presi coraggio, andai in cucina, presi una ciotola abbastanza alta e la riempii di acqua gelata, camminavo cautamente, attenta a non far cadere nemmeno un goccio d’acqua mentre andavo in camera di Louis, riflettei ancora un po’ se fare davvero quello che stavo per fare oppure usare un modo più ‘dolce’ per svegliarlo, ma subito decisi che non avrei cambiato niente, sarebbe stato divertente, anche cambiare le lenzuola una volta che Louis si sarebbe alzato.
Versai tutto il contenuto della ciotola su quel suo viso angelico  e scappai mentre lui gridava un

“Charlotte Cooper dichiarati ufficialmente morta.” Cercando di trattenere le risate.
 

#Louis 

Adesso si che riconoscevo la mia Charlie.
Charlie non era mai stata una persona silenziosa o estremamente tranquilla, anzi, con la compagnia giusta poteva essere la ragazza più chiassosa, casinista, allegra, solare, divertente e più scema di tutto il gruppo, ma non in quella settimana a casa mia, nonostante io fossi la persona che la conosceva meglio di tutti, nonostante l’avevo vista nei modi peggiori, quella che aveva sopportato i suoi insopportabili sbalzi d’umore, l’unica che c’era stata alla morte del padre, l’unica persona che c’era stata sempre, che avrebbe sempre saputo riconoscere una sua bugia dalla verità, l’unica che sapeva realmente riconoscere il vero umore di Charlie ero io e sapevo che solo quella mattina Charlie era la ragazza spensierata che avrebbe sempre dovuto essere, ma che non era, o almeno non completamente.
In quella settimana a casa non l’avevo per niente riconosciuta, c’era sempre qualcosa che mi nascondeva, il motivo per cui aveva voluto così ardentemente che la ospitassi, non che mi dispiacesse, ma avrei voluto aiutarla se avessi potuto.
Quando quel pomeriggio mi chiamò in lacrime e mi chiese di ospitarla non le potetti dire di no perché alla fine le avevo sempre detto che ci sarei sempre stato, che l’avrei aiutata nel momento del bisogno, ed io, Louis Tomlinson sono un uomo di parola.
Mi alzai frettolosamente mentre Charlie scappava ridendo dalla mia camera, non sapevo cosa fare precisamente, ma iniziai ad inseguirla per tutta la casa.

“Non avresti dovuto svegliarmi in quel modo!” urlai mentre lei correva nella sua stanza.

“Oh si invece…” rise ancora di più. Andò verso il comodino nella parte ‘senza uscita’ della camera mentre io la raggiungevo. Così sentendosi in pericolo iniziò a gattonare il più veloce possibile sul letto per raggiungere di nuovo la porta mentre io l’avevo quasi raggiunta e praticamente messa in trappola gettandomi sul letto e afferrandola per una caviglia. La bloccai sedendomi a cavalcioni su di lei.

“Chiedi scusa!” dissi con tono autoritario mentre Charlie rideva a crepapelle.
Amavo vederla così.

“Mai!” disse in tono di sfida.

“Non ti conviene fare la dura con me piccola.”

“Davvero?” rise ed io risi con lei. Davvero non le conveniva.

“Eh si…” iniziai a farle il solletico mentre lei urlava e cercava di liberarsi dimenandosi e buttando calci in qualsiasi direzione.

“Shhh!! Non devi urlare” dissi mentre entrambi ridevamo e lei urlava ancora di più.

“Dai Charlie, allora? Me lo chiedi scusa?” le chiesi in un breve momento di pausa per farle riprendere fiato.

“No, manco se mi pagano!” era davvero convinta.

“Allora vuoi la guerra!” presi di nuovo a farle il solletico, ma sta volta sotto al collo, nel suo punto più sensibile in assoluto. 

“Ok, Ok, Ok. Va bene così Lou!” rideva come non mai “AAAAH smettila ti prego!” finalmente si era convinta.

“Allora ripeti dopo di me: Io Charlotte Cooper non oserò mai più pensare di svegliare il mio migliore amico Louis Tomlinson in una maniera così devastante e traumatica. Lo giuro.” Dissi serio mentre continuavo a fissarle le labbra bellissime e sorridenti. Non avevo mai visto delle labbra così belle come quelle di Charlie, mi facevano venir voglia di prenderle a morsi e di baciarle in continuazione, non solo di vederle sorridenti.

“Manco morta. Un semplice ‘scusa Lou’, non va bene?” disse adesso seria mentre cercava di mantenere il contatto visivo, ma io ero davvero molto distratto.

“O questo, o rimaniamo qui tutto il giorno, non fa niente che mi salto un giorno di lavoro… anche perché hai opposto resistenza.” Le sorrisi malvagio.
Alzò gli occhi al cielo.

“Allora? Vuoi davvero rimanere qui tutto il giorno?” sorrisi ancora.

“E va bene… -si arrese- ma posso almeno pensarci? Prometto che non lo farò!” disse lei non troppo convinta.

“Tu inizia a ripetere come ho detto io, poi penseremo a contrattare!”
 

#Charlie

Dopo tre ore di questione con Louis sul decidere cosa dire, finalmente ero riuscita a liberarmi. Mi sentivo le gambe indolenzite, perché ammettiamolo, Louis non era per niente un peso piuma, anzi, era tutt’altro eppure non era grasso o robusto, né aveva la pancia come gli uomini sposati, anzi, aveva un bel fisico tonico e davvero un bel sedere. L’occhio cade sempre.
Mi preparai in fretta e furia, perché dal mio largo anticipo, Louis mi aveva fatto fare tardi solo per vendicarsi. L’avrei ammazzato. Spesso era proprio come un bambino, non immaturo, Louis non era per niente immaturo era solo fin troppo spensierato, con la testa fra le nuvole peggio di un’adolescente innamorata, e amava vivere, gli si leggeva in faccia. Era davvero raro trovare Louis di cattivo umore, ma se ciò capitava era davvero la fine. Ma io avevo visto ogni sfaccettatura del carattere di Louis, dalla solare e spensierata, fino a quella rabbiosa e pessimista e c’ero ancora e ci sarei stata fino alla morte se lui me l’avesse permesso.

Indossai una semplice canotta a righe bianche e blu e il mio shorts preferito con le mie amate converse bianche e niente trucco. Non amavo truccarmi, preferivo apparire al naturale, senza rovinare troppo la mia immagine con del trucco, anche perché non ero proprio brava a truccarmi.

Mentre facevamo colazione mi ero fatta spiegare precisamente come arrivare in centro velocemente, senza perdermi per strada e Louis, molto gentilmente e pazientemente, mi aveva spiegato passo dopo passo cosa fare e quali mezzi prendere, ci mancava solo che mi facesse il disegnino.
Così, senza perdermi arrivai in centro e molto facilmente riuscii ad arrivare al ristorante italiano che avevo visto con Louis il pomeriggio precedente.

“Buongiorno!” dissi entrando.

L’anziana signora dietro alla cassa mi riconobbe e mi venne in contro salutandomi con un caldo abbraccio, uno di quelli che ti migliorano la giornata, proprio come fanno due amiche che si conoscono da tempo, ma che non si vedevano da un bel po’.
 

#Louis

Dopo il dolce risveglio offertomi da Charlie e la nostra lotta che era durata abbastanza tempo per svagarmi e distrarmi dai miei profondi pensieri e dopo accurate riflessioni, era meglio se quello che dovevo fare l’avrei fatto ora prima che fosse stato troppo tardi.
Dopo essermi vestito molto velocemente in modo che non avessi potuto cambiare idea sul da fare, presi la busta da lettere contenente il mio regalo, le chiavi della macchina e di casa e uscii pensando a cosa le avrei detto per farmi perdonare, anche se alla fine, non era del tutto colpa mia.
Accesi la radio dove passava Postcards, di James Blunt. Quella canzone mi piaceva tantissimo, mi dava carica.
Non avevo la minima idea su cosa dire ad Eleanor, come comportarmi, come agire, non sapevo nulla, nemmeno se davvero volevo stare con lei.
Ma cosa dico? Avevo fatto tanto per conquistarla, ed ora?
Eleanor era una ragazza fantastica, bella, affascinante, intelligente, anche un po’ arrogante, ma quella era la parte che subito mi era piaciuta di lei. Non era mai stata una ragazza facile, anche per una semplice uscita da amici mi ci era voluto un bel po’ di tempo per convincerla.

Ma le parole di Zayn mentre lo accompagnavo a casa ieri sera mi hanno martellato la testa per tutta la notte, peggio di un picchio. 

**

“Allora? Cos’è tutta questa allegria?” mi aveva detto con un sorrisetto compiaciuto in faccia, come se sapesse già la mia risposta.

“Niente, mi sento felice.” Avevo risposto io, cercando di sembrare impassibile. Alla fine, l’arrivo di Charlie mi aveva reso felice, molto felice.

“E dimmi… quella tua amica che doveva venire a stare da te per un po’, è già arrivata?” ecco fatto.

“Si qualche giorno fa!” dissi noncurante guardando attentamente la strada di fronte a me mentre mi pizzicavo con il pollice e l’indice il labbro inferiore, in segno di disagio e Zayn mi guardava con quel sorrisetto da chi sa tutto. L’avrei preso a schiaffi.

“Amico, sei andato.” Disse con tono pacato. L’aria in quella fottuta macchina era diventata un po’ troppo calda.

“Si al manicomio tu mi fai andare!” e feci un risolino nervoso. Cosa mi prendeva? Quando parlare di Charlie mi aveva messo così in difficoltà?

“Sei contento che sta qui ora? E la tua ragazza cosa ne pensa?” sorrise. Che pezzo di merda di amico che avevo.

“Uhm, si mi fa piacere –sorrisi al pensiero di Charlie ormai mia coinquilina.- oh.. ad Eleanor non fa per niente piacere..”

“Ci credo! Comunque, se fossi in te, lascerei Eleanor e ci proverei con…” lasciò la frase in sospeso non sapendo il nome della mia migliore amica.

“Charlie. E comunque, no, Charlie è la mia migliore amica, è come una sorella per me,è dolcissima..  Eleanor invece è tipo la ragazza che ho sempre sognato di avere al mio fianco…” dissi un po’ sognante pensando alle due ragazze.

“Si, ma Charlie non è Eleanor.” Disse semplicemente.

“Non capisco..” dissi perplesso ripensando alla sua frase mentre accostavo vicino al vialetto di casa sua.

“Fammela conoscere e poi ne riparliamo.. –aprii la portiera della macchina e fece per scendere- grazie per il passaggio e per la serata, ci si sente!”

E mi rimase lì, come uno scemo, perso nei miei pensieri.

**

 
Forse Zayn non aveva tutti i torti, ma Charlie era la mia migliore amica, era più una sorella che un’amica per me e tra di noi non vedevo altro se non una fantastica amicizia, mentre Eleanor era Eleanor. Era anche vero che Eleanor non assomigliava nemmeno un po’ a Charlie.

Charlie era spontanea, fragile ma a suo tempo anche molto forte e combattiva, non seguiva le mode del momento e non si faceva influenzare dalla gente, aveva una piccola cicatrice sulla parte bassa della schiena, amava il tiramisù e la pizza con le patatine e la salsiccia e amava viaggiare; Eleanor invece era un po’ l’opposto di Charlie, era gelosa, a volte un po’ isterica, e seguiva fin troppo la moda, amava qualsiasi tipo di capo, l’importante è che fosse firmato e costoso. Ma io avevo sempre amato Eleanor, dal primo momento che la vidi.

Parcheggiai la mia auto nel parcheggio dello Starbucks dove lavorava Eleanor, presi un bel respiro profondo e scesi dalla macchina avviandomi verso il patibolo.

Entrai nel locale abbastanza affollato. Quasi tutti i tavoli di quella sala erano occupati.
C’erano gruppi di amici che chiacchieravano e ridevano indisturbatamente, ed erano tutti così dannatamente felici; al tavolo a fianco, c’erano un ragazzo e una ragazza, chissà se erano amici o fidanzati o cugini, anche loro erano felici, spensierati. Io ero tutt’un fascio di nervi. Manco se qualcuno avesse dovuto giustiziarmi.

Notai la mia bellissima ragazza dietro al bancone mentre sorrideva amorevolmente ad un bambino dai capelli color rame e gli occhi azzurri in braccio alla mamma, ma appena mi vide mentre la raggiungevo, il suo bellissimo sorriso si rabbuiò a vista d’occhio. Diede un muffin al cioccolato e uno con i mirtilli e un cappucino alla donna al bancone e poi mi guardò freddamente, proprio come quella sera a casa mia.

“Ti posso aiutare?” disse fredda, più del ghiaccio.

“Possiamo parlare?” suonò quasi come una supplica.

“Sto lavorando!” nessuna emozione traspariva dalla sua voce.

“Ok, aspetterò, nel frattempo prendo un muffin al cioccolato e un cappuccino.” Dissi semplicemente.

“Sono 4£. Grazie.” Disse con tono professionale, mentre poggiavo i soldi sul bancone.

“Grazie a te!” Presi la mia ordinazione e mi andai a sedere aspettando che il locale sfollasse un po’.
 

**

 
Era ormai un’ora da quando ero entrato nel bar, avevo praticamente perso tutta la mattinata aspettando Eleanor per chiederle scusa. Per farmi perdonare. Mi sarei messo ad urlare davanti a tutti quanto ci tenevo a lei, e quanto la amavo. Avrei fatto davvero di tutto pur di essere perdonato.
Mi accorsi della presenza di Eleanor di fronte a me non appena si sedette.
Ci guardammo per qualche istante negli occhi. Non avevo mai avuto un contatto visivo così a lungo con qualcuno, tanto meno con Charlie.
Merda.
Quell’istante sembrò eterno, forse erano passati minuti in cui ci eravamo osservati, come se gli occhi avessero parlato, ma alla fine non ci eravamo detti niente. 

“Ti devo parlare” dicemmo all’unisono, con lo stesso tono di voce pacato.

“No prima tu..” dissi io. Avevo una brutta impressione.

“Senti Lou… -iniziò mentre si torturava e guardava le mani, non guardando me- in questi giorni ci ho pensato molto… -la guardavo speranzoso- si beh…” non l’avevo mai vista così in difficoltà come quella volta.

“Vai al punto Eleanor, non girarci intorno!” dissi con tono secco.

“Si, scusa” fece un respiro profondo “ecco.. è meglio se la chiudiamo qui.” Mi si prosciugò la bocca.

“Perché?” La guardai perplesso.

“Perché è meglio così. Soprattutto ora che c’è Charlie.” Disse guardandomi questa volta.

“Cosa c’entra Charlie?” chiesi senza capire.

“Oh beh, io sono gelosa e possessiva ma certe cose le noto..” lasciò la frase in sospeso.

“Tipo? Cosa hai notato?”

“Il modo in cui la guardi Lou, in due anni che ci conosciamo non mi hai mai guardato come ora guardi lei.” Era ferita, e a ferirla ero stato io.
“Si, la guardo come guarderei mia sorella, se ne avessi una.” Mi giustificai.
“No Louis, Charlie per te è più di una sorella.” Mise in evidenza l’ovvio, ma io lo negavo a me stesso. Non era vero. Non lo era per niente.

“Non è vero. Io amo te.” Era così. Io ho sempre amato Eleanor e sempre lo farò.

“No Louis, non mi ami, forse all’inizio credevi di amarmi, ma non adesso, non dopo il suo arrivo.”

“Si invece. Eleanor io ti amo.”

“No, sai cosa? –chiese retoricamente- ormai stare insieme è diventata un’abitudine, non è amore, abbiamo condiviso fin troppe cose insieme e non riesci ad immaginare ad una vita senza di me al tuo fianco, ma non mi ami.” Era vero? La nostra relazione era diventata un’abitudine? Eppure non le avevo fatto mancare niente, ero sempre stato disposto a tutto, avrei fatto qualsiasi cosa per lei, per amore, non perché la dovevo fare e basta.

“C’è un altro?” chiesi mesto, anche se non c’entrava niente con quello che stavamo dicendo.

“No.” Disse solo questo e le credevo. Ero io lo stronzo, non lei. Ero io ad averle fatto del male, non lei.

“Scusa, devo andare adesso..” disse quasi sussurrando indicando dei clienti al bancone. Mi girai per osservarli.
Ci alzammo contemporaneamente e ci abbracciammo, le osservai attentamente le labbra, quasi a volerle assaporare un’ultima volta, ma non lo feci.

La salutai e uscii silenziosamente dal locale.






Eccoomii
Secondo me, non leggete nemmeno quello che scrivo qui sotto ouo è un po' come parlare da sola lol e parlo spesso da sola, almeno ho qualcuno che appoggia le mie idee e dice cose intelligenti uu *si nasconde*
ci ho messo solo 8 giorni per aggiornare *piove, grandina, nevica, tsunami, uragani, maremoti, terremoti* e niente, questo capitolo è decisamente lungo e sono fiera di me anche se mentre lo rileggevo pensavo 'No, è impossibile che l'ho scritto io' e la mia coscienza 'Si, l'hai scritto proprio tu' lol che pazza ouo
Dovrei smetterla con tutte queste faaccine lol ouo uu ... lol

Spero di aggiornare presto, davvero molto presto lol solo che credo che il mare mi ispiri tanto così per due giorni di seguito che sono andata, la sera tornavo a casa e mi mettevo a scrivere e boom, 3 giorni il capitolo era pronto, che mito gente :')

me ne vado hahaah

un bacetto azziccoso azziccoso, Mika .xx

 
   
 
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