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Autore: meridian_hope    29/08/2014    2 recensioni
Questa è la mia prima vera storia che per motivi vari e mille peripezie è stata cancellata. Spero che vi piaccia .... Comunque tutto iniziò proprio così:
Buio. Guardo il cielo, niente luna e stelle, solo un immenso buio. Corro, sento che è tardi, troppo tardi. Devo riuscire a salvarlo nonostante tutto, altrimenti non potrei farcela a sopportare un altro dolore. Inciampo, cado, vengo graffiata dai rami, ma nulla può fermare la mia corsa. In lontananza sento delle grida. È tardi. Troppo tardi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Lo sapevo che saresti riapparsa. Ben tornata Selene. »
Apro gli occhi. Sono nell’antro magico di Magnolia. E mi ricordo sfortunatamente tutto.
«Come ho fatto a tornare? » domando sconvolta.
«Hai usato il potere delle lacrime. O meglio hai usato il potere della terza lacrima, la lacrima del sacrificio»
Mi risponde facendomi accomodare nuovamente sulla mia vecchia cara poltrona blu. Ora sono veramente frastornata.
«Tu sei una dei guardiani? »
«In un certo senso si»
«Sarei dovuta morire»
«Perché mai? » mi domanda Magnolia stupefatta dalla mia domanda.
«Chi usa il potere delle lacrime senza avere l’ultima e tutte le altre compie un sacrilegio e la lacrima che utilizzi prende forza da te» le dico perplessa per il fatto che lei non conosca questa clausola.
«Certo che è così … per questo ti ripeto sei ancora convinta che saresti dovuta morire».
Giusto non  ricordavo la sua teoria sul mio grande potere mentale ma allora se tutto quello che lei sostiene è vero e io sono inaspettatamente e inconcepibilmente in grado di utilizzare il potere delle lacrime, per quale assurdo motivo io e David dobbiamo continuare questo viaggio pericoloso?
«Ma…» inizio cercando di porle questo mio dubbio ma vengo subito interrotta.
«Lo so quello che stai pensando ma non è così facile, vedi il potere che serve per salvare il mondo con le lacrime è di gran lunga maggiore rispetto a quello che ti ci è voluto per liberarti da un semplice incantesimo»
Non so che dire o meglio non so neppure come mi sento in merito a questa questione : sollevata perché la nostra ricerca alla fine non è inutile o senza la languida speranza che salvare Vajra si sarebbe rivelato più veloce e facile del previsto?
«Hai lasciato tutto di nuovo perché non credevi più in quel mondo, non è vero? » mi domanda vedendomi riflettere silenziosa sulle sue parole e su ciò che è accaduto. E di questo le sono grata perché non avrei avuto nulla da aggiungere in merito al caso.
«Non è proprio così è solo che … non potevo pensare di vivere continuando a credere nei sogni»
Ma cosa sto dicendo.
«Non lo ammetterai mai vero? » mi chiede maliziosa
«Ammetterò cosa di preciso? »
«Che ti sembrava troppo finto e che David ti mancava da morire»
Rifletto sulle sue parole e poi …
«Non sono mai tornata veramente indietro nel tempo vero? » le dico con tono cupo
«Come hai fatto a capirlo? »
«La mia vita era troppo diversa … troppo perfetta. Quindi che cos’era, una sorta di dimensione parallela? »
«Volevo farti un regalo»
«Ma se solo avessi voluto …»
«Si avresti continuato a vivere lì. Seppur illusorio era una speculazione ritoccata del tuo mondo. Ma tu hai cambiato idea e sei tornata. Tornata per salvare il tuo amore. Come sei romantica»
«Ma se non fossi tornata David sarebbe morto? »
«No l’avrei salvato e poi gli avrei cancellato la memoria con un sortilegio proibito. Ma anche se tu ti stai ponendo tanti quesiti, sappi che io lo sapevo che saresti tornata. Non sei il genere di persona che si sarebbe accontentata di un mondo fasullo e felice. No tu sei quella persona che seppur nel dolore, nella fatica preferisce vivere la realtà»
Non so che pensare. Questa può anche chiamarla realtà e io posso essere quello che vuole, ma mi sento in un modo indescrivibile tra una forte sofferenza per non aver gustato più tempo con i miei mischiata con la consapevolezza di essere stata imbrogliata e la felicità di poter rivedere David sempre che riesca a salvarlo. Un bel casino.
«Quindi ora è come se non fossi mai tornata indietro, non è vero? »
«Si assolutamente»
«Perciò devo andare a salvare David, ancora? »
«Proprio così»
«Bene» sto capendo più o meno la situazione e perciò è ora di lasciare quest’antro che mi ha attorcigliato il cervello di dubbi sin dal primo secondo in cui ci ho messo piede.
«Mi potresti dare la polvere per salvarlo? »
«Certo che si, vado subito a prendertela»
Intanto che aspetto, mi accorgo che in mano accartocciata, in un foglio straccio che prima non c’era, si trova la terza lacrima che pochi minuti prima avevo rotto in mille pezzi.
Apro il foglio e al suo interno con la famigliare calligrafia che accompagnava anche le altre due lacrime vi è il terzo indizio per la prima lacrima lucente.
Prima di leggerlo però tiro fuori dalla mia borsa il secondo indizio e mi accorgo che tutto collima alla perfezione con quanto mi è accaduto.
 
“Nella terra dove si anela la tempesta
la terza lacrima giace mesta.
O tu cercatore non ti addolorare
ella si trova lontana dal mare.

 
Certamente come avevamo constatato la terra lontana dal mare e dove vi sono forti tempeste di sabbia è proprio Layla
 
Alla vecchia dama chiedere dovrai
ma aspettati solo guai.
Indietro non si può tornare
solo avanti devi guardare.”

 
Questo verso, invece, che al principio mi era oscuro, ora lo comprendo quasi alla perfezione. La dama è Magnolia e viene definita vecchia poiché da secoli vive in questo luogo immortale. E per l’ultimo verso invece capisco che si riferisce al mio viaggio indietro nel tempo e al fatto che per continuare la ricerca avrei dovuto dimenticare il passato e pensare solo al futuro. Ma seppur chiaro mi sorge un dubbio. Per quale motivo la lacrima si trovava a casa mia? E perché Melanie sapeva che sarei tornata? Ma soprattutto come faceva a sapere che proprio io sarei tornata?
«Ecco qua la tua polvere» mi dice Magnolia porgendomi un sacchettino nero in velluto.
«Tutto a posto? » mi domanda una volta osservato il mio viso a quanto pare sconvolto.
«Insomma, sono stata meglio … posso, posso farti una domanda? » chiedo titubante mentre metto via quel sacchetto così prezioso.
« Certo che si»
«Come … anzi cosa ci faceva questa lacrima a casa mia? »
«Cosa ti fa pensare che io sappia la risposta? »
«Bè, tu sei la Guardiana di questa pietra, ne sei responsabile al costo della tua vita … dovresti sapere il motivo per cui ella non si trovava qui a Vajra ma nel mio mondo e non solo quello illusorio da te creato .. nel mio vero mondo»
«Sei molto intelligente Selene ma seppur tu abbia ragione sul fatto che io conosca la risposta .. la devi trovare da sola altrimenti tutto non avrebbe senso… ed ora mia giovane amica va a salvare il tuo “amico” e il mondo»
«Posso farti un ultima domanda prima di andare? Ecco non potresti sciogliere l’accordo con il villaggio e fornirgli lo stesso la polvere senza però aver bisogno di sacrificare un uomo?»
«No non posso e seppur anche a me piacerebbe aiutare di più il villaggio regalargli la polvere senza pretendere qualcosa in cambio risulterebbe pericoloso»
«E perché?» non riesco a capire perché una semplice polvere possa essere così fatale per l’equilibrio di un villaggio.
«Vedi la polvere ha molti poteri, infatti, oltre ad avere proprietà curative per ogni sorta di malanno se usata correttamente può realizzare i desideri più oscuri e profondi dell’animo di ogni persona. Devi capire che se finisse nelle mani sbagliate porterebbe alla rovina, una rovina maggiore di quella che dilania Vajra. Prova ad immaginare una sola persona che fa quello che vuole e fa fare agli altri quello che vuole. Magari come dici tu può usare questo potere per fare del bene ma la polvere da assuefazione più se ne usa più ne useresti, corrompe ogni animo capisci, il cuore più puro diverrebbe il luogo più oscuro di ogni dove. Se invece il popolo la considera preziosa e per questo motivo non la vuole sprecare si eviterà questo problema, per questo motivo un uomo in cambio della cura è la soluzione migliore seppur disumana»
«Ho capito e ne comprendo le motivazioni. Grazie di tutto»
«Un ultima cosa, esiste una via più veloce per raggiungere il villaggio … una via che ti eviterà di passare nuovamente tra le mura della paura e sulla duna di sabbia dorata. Ascolta bene perché se ti perderai sappi che questa è una via senza uscita, non puoi assolutamente sbagliare, e non credere che sia facile una volta ascoltate le istruzioni, come avrai ben capito non è così. Pronta? »
Annuisco è la mia unica via di salvezza e nonostante avessi voluto insistere sul discorso che ha sviato, ha ragione non posso più perdere tempo.
«Bene. Una volta uscita da questa catapecchia dovrai girarle intorno e andare sul retro, poi una volta che l’avrai alle spalle e Lu lucente davanti perfettamente al tuo sguardo inizia a correre sulla luce della stella, in questo tratto non puoi sbagliare, seguire la scia di Lu è fondamentale. Capito? Bene dopodiché ti dovrai fermare nel punto esatto dove la luce muore e inizia il buio. Sei prossima al confine di Layla  e di tutta Vajra. Non spingerti di un solo passo avanti. Nessuno sa cosa ci sia nelle zone ombrose, il nulla, il vuoto o solo altra terra, ripeto nessuno ha mai poggiato il piede oltre la linea. Quindi una volta sulla soglia del confine girati a destra e riprendi la corsa tenendo sempre affianco a te il confine. Dopo poco troverai un bosco di rovi la cui entrata è piccola e difficile da scorgere al primo sguardo. Trovala. Correndo nel bosco vai sempre dritta, se trovi dei rami saltali, non spostare mai la tua corsa. Se tutto va bene in poche ore sarai fuori dai rovi e al tuo sguardo si presenterà il villaggio. Tutto chiaro? »
Si, mi sembra di aver capito tutto. Devo farcela.
Ringrazio Magnolia per tutto e esco conscia che non appena il mio piede varcherà la soglia della casa il tempo riprenderà imprescindibilmente a scorrere e io avrò altre tre ore e poi la morte.
 
 
Seguo attentamente la prima parte delle istruzioni quasi allo sfinimento finché mi ritrovo al confine.
È meravigliosamente terribile. Io mi trovo al buio poiché è notte ma il buio che si prospetta oltre non ha nulla a cui si possa paragonare. È l’assenza totale di  colore, suono e luce. Il nulla. Sono quasi tentata solo di sporgere il piede oltre quella riga inesistente che separa Vajra dal niente. Non posso però devo continuare a correre poiché ora ho solo due ore e potrei metterci un’infinità a trovare l’entrata dei rovi. Mi giro come previsto dalle istruzioni e riprendo la mia sfiancante corsa affianco al baratro. Tentata ogni secondo in più di avvicinarmi ad esso.
Sorrido. Vedo la fitta boscaglia nera che si avvicina a me quando sento improvvisamente delle voci.
Non dovrebbe esserci nessuno in questi luoghi. Cosa posso fare? Fortunatamente sono molto vicina al principio del fogliame e dei rovi del bosco e così cerco di nascondermi sperando che se ne vadano presto cosi che io possa trovare l’entrata.
Attendo con il cuore in gola per alcuni istanti finché nere figure avvolte in lunghi mantelli appaiono.
Esse si avvicinano con passo lento e solenne al confine. Dopodiché una volta appoggiato qualcosa a terra iniziano a cantare un litania che mi gela il sangue nelle vene, anche se, non ne comprendo il significato. Lunghe lingue di fuoco nero iniziano a  circondare il gruppetto fino a trasformarsi in una grande bolla lucida e brillante che poco dopo si scioglie attaccandosi al terreno come una pozza d’olio.
«Molto bene, abbia finito … Layla è destinata a morire, ora ci tocca Ceylon»
Detto ciò scompaiono lasciandomi sola. Attendo ancora qualche istante, giusto per accertarmi che non ritornino dopodiché esco dal mio nascondiglio di fortuna e vado a vedere cos’hanno combinato.
La  macchia d’olio nera si espande lentamente sul terreno e dove passa lascia il nulla. Sembra quasi che il confine si stia restringendo poiché la terra assume le stesse sembianze e colori, se così si può dire, delle terre oltre il confine. Seppur quello che vedo può essere anche un abbaglio, causato dalla stanchezza e dal fatto che, ormai è notte profonda perciò sarebbe anche ovvio che la sabbia dorata divenisse nera pece, sono sicura che non sia così. La sabbia su cui io poggio i piedi seppur scura è in un certo senso di un nero vivo mentre al di là del confine e dove ora si staglia la grossa macchia il nero è morto. Forse è questo il male che secondo David dilania Vajra e che nel giro di poco tempo la potrebbe trasformare in una terra oscura e priva di vita? Se fosse realmente così devo informarlo di ciò che ho visto anche perché quei uomini chissà quali altre terre hanno già contaminato e se la prossima preda è la verde e spumeggiante Ceylon non voglio vedere la sua fine prima ancora di averla vista nel suo antico splendore.
Non c’è più tempo da perdere. Torno al limitare della foresta per cercare la maledetta entrata.
Impiego molto tempo, sembra un’enorme siepe di spine senza ingresso. Vorrei prendere il pugnale e crearmi la via da sola tagliando tutto ciò che incontro sul mio cammino. Ma so che non posso farlo e questo mi fa uscire di testa. Mentre lo scoccare dell’undicesima ora segna che ho solo sessanta minuti di tempo, scorgo in un angolo nascosto e quasi invisibile allo sguardo una via.
Senza nemmeno pensarci mi getto a capofitto al suo interno e poco dopo mi ritrovo avvolta dalle spine.
Corro, corro fino a non sentire più le gambe. Sopra di me solo buio, niente luna ne stelle, solo tanto buio. La fine della foresta è vicina vedo infatti in lontananza le mura del villaggio. Cado tra le radici, ma mi rialzo, le spine mi trafiggono da ogni lato tagliuzzando la stoffa dei vestiti, ma non mi scanso ne mi fermo. Sento il gracchiare di qualche strano uccello e gli ululati di qualche altra strana creatura. Ce l’ho fatta. Sono uscita “sana” per modo di dire e salva dalla foresta. Ora solo una strada mi separa da David. Ma come si sa, cantare vittoria troppo presto porta sfortuna. Din, don, din, don.
È la dodicesima ora che scocca. Il villaggio è ancora troppo lontano e neanche se lo volessi riuscirei a raggiungerlo in tempo. È tardi, maledettamente troppo tardi.
 
 FINE
 
Non ci posso ancora credere, sono arrivata alla fine di questa prima parte. Prima dei ringraziamenti che sono necessari volevo informarvi che la seconda parte è in fase di scrittura quindi spero non me ne vogliate ma passerà un po' di tempo prima che sia pubblicata. 

Prima di tutto ringrazio con tutto il cuore chi ha recensito questa storia e non ha mai fatto mancare il suo appoggio. In modo particolare ringrazio alegargano1 per avermi seguita sin dalla mia prima pubblicazione e aver recensito praticamente tutta la storia.

Ringrazio 
ajaGalegargano1black libertyChione regina della neveFree_Yourself , giada1999Lilith Nicole , Silvie_Marie , _dreamgirl_ , elavriaNereissofficenuvolettachakiraQueen_Leslieshe_moon e Whatsherface per aver messo questa storia tra le preferite, ricordate e seguite.

In ultimo vorrei anche ringraziare chiunque abbia letto questo storia e l'abbia apprezzata.

Prima di salutarci vorrei svelarvi il titolo del seguito e regalarvi il prologo.
La storia si chiamerà ....... rullo di tamburi ..... Lacrime splendenti : il dedalo dell'amore. Che ve ne pare? 


Ed  ora il prologo ...


Non sono mai stata brava a prendere delle decisioni o fare delle scelte. Spesso mi affidavo al caso o al mio istinto. Non sempre ho fatto la scelta giusta e ne ho pagato le conseguenze sulla mia pelle.
Ma quando il destino del mondo e delle persone che ami è nelle tue mani, prendere la strada giusta diventa quasi impossibile.
 Io non sono un’ eroina e mi duole molto ammetterlo non ho coraggio, le uniche azioni che potrebbero essere definite tali sono sempre state portate avanti dalla mia pazzia.
Ma il destino è amaro e crudele. Mi ha condotta qui e mi ha donato l’arma più ignobile e ripugnante del mondo per distruggerlo.
Cerco una via d'uscita, un varco che può solo giustificare la mia codardia ma il muro di foglie diventa sempre più piccolo e soffocante. Mi sento impotente, non posso fare nulla per ritardare il fato. Qualcuno deve morire, sangue deve essere versato affinché la splendente torni a brillare con l'oscurità. Due corpi giacciono ai miei fianchi, freddi e incoscienti. Il cielo azzurro svanisce al mio sguardo. Uno stormo di corvi neri e famelici vola dove prima splendeva il sole pronto ad accanirsi sulla vittima di questo vile banchetto. Il pugnale trema nella mia mano.
«è ora che tu decida mia cara. Un cuore in cambio della lacrima questo è il mio prezzo. Chi hai deciso di sacrificare?»
E poi la decisione arriva più imponente che mai così forte che nulla può smuoverla neppure quel briciolo di lucidità che si fa viva nei momenti più cruciali. Mi rigiro il pugnale tra le mani, appoggio la lama così fine e letale sul mio petto e poi la spingo con tutta la mia forza dritta nel cuore.
Un dolore lacerante mi percuote poi la fine e il buio. 




Vi ho fatto venire voglia di leggere il continuo ? Spero di si !!!!
Un bacio
Meridian
 
 
 
  
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