Rieccomi,
come
promesso! Prima però, mando un GRAZIE speciale a leida
e Beva che
sono state così gentili da lasciarmi un commentino
(grazie!), e naturalmente
ringrazio anche chi ha letto la storia e basta.
Dunque, non
avendo
nient’altro da aggiungere (apparte il leggero dubbio che
abbia reso Sarah un po’
OOC, fatemi sapere se è così e
rimedierò), eccovi il secondo capitolo.
Buona lettura
e
recensite, please! (non siate timidi…^^)
LadyGrief
****
Fissava
maniacalmente l’armadio
spalancato da
più di mezz’ora, mordicchiandosi nervosamente
l’unghia del pollice destro.
Sarah
Sidle era nel pallone.
Perché
aveva promesso a Catherine che sarebbe andata? Perché?
Ultimamente,
non era molto in vena di festeggiamenti… Inoltre, dopo
l’ultima esperienza con
l’alcol, avrebbe anche dovuto lottare tutta la sera per non
esagerare col vino
e lo champagne.
La serata
(meglio nottata) non preannunciava nulla di buono. Almeno sapeva che
Grissom
non ci sarebbe stato. Lui odiava le occasioni mondane, o comunque
qualsiasi
cosa prevedesse contatti umani fuori dal lavoro.
Sbuffò
esasperata. Aveva deciso di non pensare più a lui, di
ricominciare. Ma già
prima di formulare questo suo proposito, sapeva che sarebbe risultato
tutto
vano.
Ed ora era
lì, con solo la vestaglia, alla disperata ricerca di
qualcosa da indossare.
Qualcosa che fosse adatto all’occasione, s’intende.
Sarah non
si poteva definire proprio femminile.
Insomma, era una tipa acqua e sapone, tutto qui. Non aveva gonne, solo
jeans e
pantaloni di ogni genere, magliette semplici, senza scollature
vertiginose o
esageratamente attillate. Molte camicie, perché le adorava
immensamente.
- Argh!
Maledizione! – si ritrovò ad inveire contro
l’armadio.
- Un
secondo, ragioniamo. Se continuo a fissare l’armadio non
è che il vestito giusto
salterà tra le mie braccia! Devo calmarmi, dopotutto chi se
ne frega di questo
dannato Cenone! – disse con una risatina nervosa.
Iniziò
dunque a scorrere tra i suoi abiti, uno ad uno.
Niente.
Neanche uno straccio di gonna, o comunque qualsiasi cosa lontanamente
elegante.
Abbattuta,
si lasciò cadere all’indietro sul morbido
materasso. Non poteva andarci, era inutile.
Ora almeno aveva una scusa concreta! Avrebbe chiamato Catherine,
sarebbe
apparsa molto dispiaciuta, e le
avrebbe spiegato tutto. Si, era la cosa migliore da fare.
Stava per
afferrare il portatile sul comodino, quando la sua attenzione fu
catturata da
una grossa scatola bianca sul ripiano superiore dell’armadio.
Corrugò
la
fronte nello sforzo di ricordare cosa contenesse.
Nulla,
vuoto totale.
La
curiosità vinse e, lasciato il telefono, prese la scatola.
Non era molto
pesante, ma la maneggiava come fosse un ordigno pronto ad esplodere.
L’appoggiò
delicatamente sul letto e l’aprì.
Quasi le
vennero le lacrime agli occhi quando capì cosa si nascondeva
sotto gli strati
di carta velina: era il vestito indossato al matrimonio di suo fratello
James
sette anni fa.
Non
ricordava di averlo conservato…
Lo
tirò
fuori e, dopo averlo osservato a lungo, lo poggiò sul petto,
guardandosi allo
specchio di un’anta dell’armadio.
Era
davvero stupendo… e pensare che fu proprio la sua attuale
nuora ad aiutarla a
scegliere! Sarah non se n’era davvero mai intesa di vestiti.
Ricordava
bene quel giorno… Non aveva mai visto suo fratello
così raggiante. E lo era
anche lei, era una vera gioia sapere che James aveva trovato la
felicità. Poi
Lizzy, sua attuale moglie, era una donna davvero in gamba, le era
sempre
piaciuta, fin da quando gliel’aveva presentata il giorno del
loro fidanzamento
ufficiale.
Dopotutto…
la sua famiglia erano solo Sarah e suo fratello maggiore Phill, che
però viveva
a New York da tempo, ma non mancò di certo al suo
matrimonio.
Il faro di
James era sempre
stata Sarah, una
sorella, una madre, un’amica… Aveva fatto di tutto
per proteggerla, fin da
piccoli, e l’avrebbe fatto sempre.
Una
lacrima leggera le scese sul volto, mentre sorrideva allo specchio,
immersa nei
ricordi.
Pensare al
suo “piccolo” Jimmy (come lei adorava chiamarlo da
bambino, attualmente alto
Ma il
problema era un altro: le sarebbe mai entrato quel vestito dopo sette
anni?!
Iniziarono
a sudarle le mani. Per una donna, tirare fuori vecchi indumenti e
scoprire che
non si chiude la zip è a dir poco distruttivo E’
la peggiore batosta possibile
per l’autostima femminile.
Però
il
vestito era davvero una meraviglia, ricordò i complimenti di
suo fratello
quando la vide arrivare.
“Wow
Sarah, se non fossi mia
sorella pianterei Lizzy e scapperei via con
te! Sai dovresti vestirti così più
spesso!”
Le
sfuggì
una risatina. Si, sapeva di avere un bel corpo, di potersi considerare
bella,
ma non era nel suo stile mettersi così in ghingheri.
Preferiva passare
inosservata.
Chissà
come avrebbe reagito nel vederla…
- Stupida
Sarah! Grissom non verrà, che ti salta in testa! –
Guardò
l’orologio: già le 21.00.
- Cazzo!
–
fu il suo unico commento. Arraffò il vestito e la biancheria
che aveva
preparato sul letto e si fiondò in bagno, facendosi il segno
della croce.
Dopo circa
mezz’ora era di nuovo davanti allo specchio
dell’armadio, stupita.