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Autore: StewyT    29/08/2014    13 recensioni
«Mi devi spiegare perchè diavolo hai detto che siamo cugini e.. improvvisamente hai cambiato scenario. Cugini ma non di sangue, così non andiamo contro l'incesto? Che cazzo mi significa?»
«Cosa vuoi che ti dica, Brendy? L'unica spiegazione della tua presenza in casa doveva essere legata al fatto che fossimo di famiglia, e potevi essere solo mia cugina»
«E per il resto?»
«Mi sono accorto di aver fatto una coglionata. Come la mattiamo se ti porto a letto? Come avrei raccontato ai miei amici la notte passata con te se loro avessero saputo che eri mia cugina?! A pensarci però.. l'incesto è ancora più interessante»
«Daniel! Stai scherzando!?»
«Perchè dovrei!»
«Perchè non verrò mai a letto con te e lo sai benissimo. Non ci siamo mai minimamente sopportati, perchè diavolo dovrei venire a letto con te quest'estate?Sei fuori. Assolutamente fuori. Io non verrò mai a letto con te. Né tanto meno su quel divanetto sporco.. che schifo!»
«È solo per questo che non verrai a letto on me? Perchè ci siamo sempre odiati?!E che ne fai della bellezza che hai accanto? La sprechi guardando altrove!?»
«Daniel. Io ho Jim, come devo fartelo capire?»
«Tu non lo ami»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Good Girls & Bad Boys'
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E se nessuno di noi fosse reale?



I due giorni in cui Kat è stata con me sono passati velocissimi.
I giorni sembravano non durare nemmeno 24 ore. Le novità dal nostro quartiere erano troppe, le cose da dirci erano troppe, persino le cose da decidere lo erano, e alla fine siamo rimaste chiuse in casa a parlare e riflettere come non ci capitava di fare da molto: con i cellulari spenti, la musica ad alto volume tutto il giorno, biscotti e patatine come pranzo e cena, i pigiami addosso tutto il giorno.
I restanti cinque giorni in cui sono stata da sola in casa, non ho dormito di notte, non mi sono svegliata il mattino, ma il pomeriggio, ho saltato pranzo o cena, ho pianto, ho guardato film a caso, ho sentito musica che non mi è nemmeno mai piaciuta, invece sono durati un'eternità.
Sembrava che non volessero più finire. Ogni ora trascorreva in dieci ore. Ogni giorno in venti giorni. La tristezza.
E cosa peggiore: Dan mi mancava tremendamente.
E quando una persona inizia a mancarti.. vuol dire che stai davvero iniziando a provare qualcosa. E questa è la cosa che più mi spaventava, che più mi spaventa.
Oggi, lontana una settimana da quel bacio, vorrei riviverlo, senza più lacrime, senza litigate, solo con un abbraccio. Stretta tra le forti braccia di Daniel. Persa nei suoi occhi blu mare.
E invece sono stesa sul letto, la musica ad alto volume, un libro che mi hanno assegnato a scuola aperto sulle gambe.


Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.




Continuo a leggere questa frase, quasi volessi impararla a memoria, invece, non vuole entrarmi in testa.

Dire la verità è un atto rivoluzionario, e io voglio dire la verità.




Qualcuno suona alla porta. Mi affaccio dal balcone e vedo Jake, aspettare pazientemente che qualcuno, io, gli apra la porta.

«Jake, sali da qui, dai!» gli urlo.

Sono talmente scocciata che mi da fastidio persino scendere le scale e aprire la porta.

Mi sorride in segno di okay. Pensavo che non avrei rivisto più il suo sorriso. Il sorriso di David, Amy, quello di Dan. E invece ecco quello di Jake arrivare e spuntare.

«Ma che fine hai fatto!» Dichiara sorridendo.

«Sono stata chiusa in casa tutto il tempo. Tu?»

«Mi sono sorbito le lamentele di quel peso morto tutto il tempo. Non ci hai chiamati mai»

«Nemmeno tu» dichiaro guardandolo dritto negli occhi. Poi però sento di dovermi scusare. «Io vi avrei chiamati se non mi fossi sentita una completa merda, se non mi fossi sentita in colpa. Pensavo che non mi avreste più voluta vedere»

«E perchè mai?».

Sbuffo. «Perchè ho fatto dal male a Dan»

«Per questo ti punirà lui stesso. Sei mia amica. Non ti abbandono solo per questo»

«Anche Dan lo è, e lo è anche da molto più di me»

«Certo, non tradirò nessuno dei due per l'altro, però. Siamo così nel gruppo». Mi sorride. «Non avere paura, Brendina»

«Ne ho parecchia invece.»

«Perchè?»

«Abbracciami, Jake. Ti prego» sussurro, e lui senza farselo ripetere due volte mi stringe forte. «Pensavo che non mi avresti abbracciata più. Che non mi avresti parlato più. Che nessuno di voi lo avrebbe mai fatto.»

«E per questo avevi paura?»

«Non solo» dico, so che sto per scoppiare a piangere, di nuovo, e di nuovo per Dan.

«Voglio bene a Dan. Molto, molto bene. Di più di quanto ne abbia mai voluto a nessun ragazzo. Non voglio perderlo. Non posso farlo, mi capisci? Però.. lui è.. non è esattamente il tipo di ragazzo che immaginavo.» mi prendo la testa tra le mani, spero che Jake non parli, che mi ascolti ancora, e così fa. Voglio che sappia cosa provo per il suo migliore amico.

«Quando l'ho baciato l'ho fatto perchè.. volevo. Non l'ho fatto perchè non avevo niente da fare. Okay? Non sono innamorata di lui, provo qualcosa i forte, e non posso dirglielo. Sapere che dopo avermi baciato è uscito,e si è portato a letto un'altra donna mi ha fatto tremendamente male. Sì, okay, è vero. Io ho pianto per Jim, ma questo non toglie che se ho baciato Dan è per un motivo, e.. non bacerò mai più Jim.»

«Smettila di fare così, Brendina, smettila di piangere, dai»

«Mi ha chiamata Brenda» mi stringo ancora di più a lui.

«Smettila di fare così, parlagli. Anche lui è nella tua stessa situazione!»

Questo vuol dire che anche lui prova qualcosa per me?

Lo spero vivamente.

«Pensa che tu abbia sbagliato tutto. Tu pensi il contrario. Parlate. Chiaritevi. Le cose si fanno sempre in due.»

«Non so come fare, Jake. Non voglio litigare di nuovo»

«So io come fare» sorride beffardo. «Anche perchè devo assolutamente togliermelo dai coglioni. Tu non puoi immaginare quanto abbia rotto in questa settimana. Dio mio. Non faceva che parlare di te, che insultarti e poi dire che però gli sei entrata maledettamente nel cuore»

«Non volevo» dichiaro grattandomi la testa. «non volevo che succedesse. Non volevo complicazioni. Non volevo che si innamorasse di me. Non volevo innamorarmi io. Come si può passare così velocemente dall'odio all'amore?»

«Tra odio e amore c'è un confine maledettamente sottile» annuisco.

«Sono una testa di cazzo. Ha ragione Kat.»

Lui sorride di nuovo.

«Dimmi di sì, e lo porto qui. Dimmi di sì, e mi farai l'uomo più felice del mondo. Ho bisogno di dormire nel mio letto. Ho bisogno di averlo tutto per me» dice buttandola sul ridere.

Annuisco. «non ho mai voluto che andasse via. Non gliel'ho chiesto io»

«Lo so.» sorride.

Si alza e mi da un bacio. Si avvia di nuovo alla porta-finestra. La apre, prende la chiave e con un sorriso dice «Questa è meglio che la tenga io».

Lo guardo interrogativo, mentre chiude la porta, mette in tasca la chiave e mi saluta sorridendo.




Un'ora dopo, suona il campanello della porta.

Sbuffando scendo le scale.

«Chi è?»

«Il padrone di casa seguito dal migliore amico più figo che c'è!» dice Jake ridendo.

Mi sale l'ansia. Il cuore inizia a battere velocemente. Martella nel petto, quasi mi sento scoppiare la cassa toracica.

Batte ancora, freneticamente.

«Calmati» mi dico inspirando ed espirando.

«Oh, Brendina, ti muovi?» dice ancora Jake suonando.

Conto fino a cinque, poi apro, e non sono pronta a rivedere Daniel.

Mi gira la testa quando vedo i suoi occhi blu. Non ricordavo fossero così dannatamente belli.

Inarca le labbra sui denti a mostrarmi un sorriso che avevo paura di non rivedere più. Mi metto quasi a ballare per la felicità.

Il mio cuore perde un battito, e io arrossisco.

«Brendy» sorride di nuovo, e appena sento quel nomignolo che ho sempre odiato, ma che adesso non vedevo l'ora di sentire, lo abbraccio.

Lui arrossisce e mi guarda con gli occhi lucidi.

«Scusa» dico, e mi allontano velocemente sotto lo sguardo divertito di Jake.

«Porto la tua borsa sopra» annuncia lui.

Io resto lì, impalata, a guardare Daniel, e lui fa lo stesso con me.

Poi si ritrova a camminare e salire le scale, e io mi ritrovo a seguirlo, senza nemmeno sapere perchè o come, e siamo entrambi avanti a Jake.

«Bene! Io vi lascio un po' di tempo per.. parlare. Ci vediamo domani. Già sai eh, Dan?» il bruno gli sorride beffardo.

Daniel si gira verso di me, e mi sorride ancora.

È così.. dannatamente bello e solare che mi viene voglia di abbracciarlo, di nuovo.

Un click e una risata mi distraggono dal suo volto perfetto, e impallidisco.

«Occazzo!»

«Adesso voglio vedere proprio come fate ad uscire!» sento dire a Jake.

«Occazzo Dan. Jake ci ha chiusi dentro. È pazzo!»

«No, non può averlo fatto!» dice Daniel ridendo senza speranze.

Si avvicina alla porta, ma non riesce ad aprirla. In un batter d'occhio si avvicina alla porta-finestra, ma anche quella è chiusa.

«Merda» asserisce dando un pugno al vetro. «Jake, apri questa fottuta porta!» urla.

«Perchè dovrei farlo? Non fate che litigare. Sei persino stato a casa mia a rompere le balle. Questa è la mia vendetta. Vedete di fare pace, e non rompete più, okay?»

«Apri!» urlo io. «Apri. Non abbiamo cibo» dico, e Daniel scoppia a ridere.

«Cibo? Ti preoccupi del cibo?»
«Perchè tu no?» dico, e lui mi da una pacca sulla spalla e mi guarda stranito.

«Jake, sul serio, apri questa fottuta porta, o giuro sulla mia dignità che appena esco da qui ti concio male!»

«Lo faresti comunque. Tanto vale farvi stare per un po' assieme. Domani mattina tornerò, e se avrete fatto pace uscirete, se no, resterete ancora lì!»

«Abbiamo fatto pace!» dichiaro io. «Dan ha ammesso di aver sbagliato!»

«Io cosa?» mi ritrovo due occhi blu scuro puntati addosso. «Cosa avrei ammesso io? Tu hai sbagliato, non io!» dice digrignando i denti.

«A davvero? E cosa avrei fatto di sbagliato?»

«Mi hai baciato, Brendy!»

«Eccoci di nuovo punto e da capo!» sbuffa Jake.

«Anche tu, Dan. Anche tu mi hai baciata!»

«Sì, ma dopo non sono scoppiato a piangere per la mia ragazza!»

«Peggio. Ti sei scopato una. Mentre io ero qui su, su questo materassino a piangere!»

«Ragazzi, io vado. Ci si vede domani mattina. Vi porto qualcosa da mangiare, okay?» lo sento ridere. Due minuti e sento la porta di casa chiudersi a chiave.

«E perchè stavi piangendo? Io lo so. Io lo so!» dice puntandosi il dito contro. «Piangevi per il tuo fottuto ragazzo!»

«no!» urlo io. «Piangevo per te. Perchè mi hai umiliata!»

«E in che modo lo avrei fatto? Sentiamo!»

«Daniel! Più umiliata di sapere che il ragazzo che ti piace, e che hai appena baciato si sta trombano un'altra?»

Ecco. Il guaio è fatto. Brava Brendy. Brava, davvero. La prossima volta spiattellagli in faccia il fatto che saresti voluta essere tu tra le sue braccia, che saresti voluta essere tu quella ragazza!

«Aspetta, ripeti!»

«Non ripeterò nulla, Harrow!».

Lui sbuffa e mi si avvicina.

«C'è qualcosa di più umiliante. Vuoi sapere cosa? Baciare una ragazza che ti piace da morire, essere vicino così dal farci l'amore, e poi stringerla tra le braccia mentre piange per il suo ragazzo. Questo è più umiliante, e cazzo! Cazzo, fa molto più male, credimi.»

Lo guardo negli occhi. Sono arrossata, accaldata, sudo, e mi gira la testa.

Va così, Brenda! Tra poco svieni, e manco la finisci di agitarti.

«Okay!» ammetto. «Ho sbagliato».

Sul suo viso compare un ghigno di vittoria. Non può finire così, Daniel.

«Ma devi ammettere che anche tu lo hai fatto.»

«E perchè mai?»

«Di nuovo? Devo ripetere per la centesima volta perchè hai sbagliato?»

Alzo un sopracciglio, e lui scoppia a ridere.

«Okay. Hai ragione. Anche io ho ci ho messo il mio per esaurirti e peggiorare la situazione. Ma non volevo. In quel momento non riuscivo a pensare a niente, se non al fatto che stavo male, e in qualche modo dovevo fare. Dovevo stare meglio. Dovevo sfogarmi, per non litigare di nuovo con te, per non farti del male. Sono scappato come un bambino, e non ho provato a risolvere la situazione. Sono una femminuccia, okay?».

Gli sorrido.

«Non volevi litigare con me?» chiedo.

«Di tutto quello che ho detto ti sei soffermata su quello? Cazzo. Speravo che mi dicessi: ma no, dai. Non sei una femminuccia.» sorride. «Ah, Brendy, Brendy. Beato chi ti capisce!»

«Davvero non volevi?»

«No, ovvio che no!».

Mi si avvicina e mi attira a se.

«Sì, sì.» Una vocina nella mia testa canta. «Finalmente ti bacia di nuovo. Sì. Non vedevo l'ora. Stavo impazzendo nell'attesa. Baciami Daniel. Baciami!».

Le sue mani salgono lungo la mia schiena, e le mie restano lì, ferme. Aspettando chi sa cosa.

I suoi occhi mi spingono ad avvicinarmi di più. Quei maledetti oceani mi spingerebbero anche ad uccidere qualcuno, probabilmente.

Arriva con la mano sulla mia testa, tira una ciocca di capelli, la profuma e mi sorride. «Amo il tuo odore.» dice. Poi mi stringe di più e poggia la testa nell'incavo del mio collo.

Dovrei decidere: lo bacio o no? Ma aspetto che faccia tutto lui. Farò quello che mi sembrerà giusto.

Alza la testa, e avvicina le labbra alle mie. Adesso distiamo giusto lo spazio per respirare, infatti sul mio viso arriva il suo alito fresco, sa di menta e sigaretta.

Si avvicina di più,e quasi le nostre labbra si sfiorano. Poi sbam.

Mi allontano.

«Scusa» dico con la voce che mi trema. «Scusa ma non posso. E.. non per Jim».

Dan si allontana e mi guarda fisso. «Per chi allora?»

«Per me» dichiaro a bassa voce. Ho troppa vergogna di dire la verità. Dovrei dirla, ma non ce la faccio a dirgli che non lo bacio per salvaguardarlo.

«Per te! Ti fa così schifo baciarmi?»

«Non voglio litigare, Dan. Quindi ti prego, non dire cretinate»

«Perchè non vuoi baciarmi?»

«Sono troppo confusa. So di non amare Jim. Il mio problema adesso sei tu. Non so se provo qualcosa per te. Okay?»

«Ti aiuto io: non provi niente. Se no, non ci staresti pensando!»

«E tu? Tu provi qualcosa per me?» gli chiedo, con la voce ancora più tremante. Sono talmente in ansia che mi sento da vomitare.

«Perchè dovrei dirtelo?»

«Perchè non dovresti?» alzo un sopracciglio, e faccio finta di essere tranquilla, ma dentro ho un uragano.

«Non te lo dirò, Brenda. Non accontenterò una tua stupida pretesa».

Brenda. Mi ha chiamata di nuovo Brenda.

Vaffanculo tu, e i tuoi sentimenti.

«Okay» dichiaro sedendomi sul letto.

«Visto che dovremo restare fino a domattina qui, vediamo di fare qualcosa. Così, magari non penso neanche alla fame che ho!»

Lui ride. «Perchè questo cambio drastico di discorso?»

«Mi sono sembrata chiara. Non ho voglia di litigare, Dan»

«E se io ne avessi?»

«Lì c'è uno specchio. Prova a litigare con lui, vedi se ti risponde» gli sorrido e mi butto sul letto.

Accendo la tv, e inizio a girare spedita. Lui entra in bagno, e ne esce dopo circa venti minuti. Io sono ancora lì a girare e rigirare, poi arrivo ad un canale strano, che trasmette «The Truman Show». Poso il telecomando soddisfatta: ho trovato quello che volevo. Un bellissimo film, anche se sta per finire, questo mi rende felice. Daniel si siede al mio fianco sul letto. Ovviamente indossa solo dei pantaloncini, e ovviamente devo fare un grandissimo sforzo per non perdermi sulla perfezione del suo corpo.

Mi manca.

Mi è mancato il calore che emana il suo corpo, il suo perfetto corpo.

«Amo questo film» dice grattandosi la testa.

«Anche io. Quindi shhh!» lui mi spinge sorridendo, poi si ammutolisce, e restiamo entrambi in silenzio fino alla fine del film.

Chi sei tu?
Sono il creatore di uno show televisivo che dà speranza, gioia ed esalta milioni di persone.
E io chi sono?
Tu sei la star.
Non c'era niente di vero.

Tu eri vero: per questo era così bello guardarti. Ascoltami Truman. Là fuori non troverai più verità di quanta non esista nel mondo che ho creato per te. Le stesse ipocrisie, gli stessi inganni. Ma nel mio mondo tu non ha niente da temere. Io ti conosco meglio di te stesso.

Non ho una telecamera dentro la testa

Tu hai paura. Per questo non puoi andare via. Sta tranquillo. Ti capisco. Ho seguito ogni istante della tua vita. Ti ho seguito quando sei nato, quando hai mosso i tuoi primi passi, il tuo primo giorno di scuola. Il momento in cui hai perso il primo dentino. Come fai ad andartene? Il tuo posto è qui. Con me. Parlami. Di qualcosa. Accidenti Truman, Cristo, vuoi parlare? Sei in televisione. Sei in diretta mondiale!

Casomai non vi rivedessi: buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!







«Bravo» mi alzo in piedi battendo le mani nell'ultimo secondo del film. Quando Truman saluta tutti, si inchina e si incammina verso la sua vita. La sua vera vita.

Daniel sorride e mi tira giù.

«Quanto entusiasmo! Ha perso un'occasione, Brendy!»

«Sei d'accordo con quello stronzo?»
«Ha protetto Truman dalle brutture della vita!»

«È normale. Non gli ha lasciato vivere una vita, Dan. Non dirmi che.. sei d'accordo con quello che dice. Con il fatto che sarebbe meglio vivere nel mondo che ha creato per lui!»

«No. No. Non penso questo. Però sono d'accordo su quello che dice del nostro mondo. Il nostro mondo è orribile. Ovunque ti giri, vedi morti, disperazione, fame, tristezza. Ormai non abbiamo neanche più il dialogo. Parliamo su internet, col cellulare, e viene perso questo!» si avvicina a me, mi guarda negli occhi e si indica i suoi. «Viene perso ogni contatto.»

«Noi stiamo parlando»

«Noi siamo di quella generazione che per il venti percento è riuscita a salvarsi. Ma vedi la strada? Sembriamo tutti dei robot. Siamo tutti nelle mani di cellulari, computer. Non siamo noi a possedere loro. Sono loro a possedere noi».

Lo guardo e su questo punto ha pienamente ragione.

«Questo non vuol dire che ognuno non abbia diritto a scegliere per la propria vita. Tu hai il diritto di scegliere cosa fare di te, della tua vita. Anche io ho questo diritto. Tutti lo hanno.» dico guardandolo

«Chi ti dice che tu scegli davvero?»

«Cosa intendi?» gli chiedo stendendomi e poggiandomi su un gomito.

«Insomma.. cos'è la vita?»

«È.. l'esistere. E l'essere cosciente di quello che si fa, e soprattutto delle proprie scelte. No?»

«Quindi basta esistere e scegliere per essere vivi?»

«No. Certo che no, Dan!»
«E cosa ci vuole?» mi fermo a pensare alla domanda di Dan.

«Ci vuole amore, conoscenza, allegria, cibo..» Mi sorride.

«Quindi cosa differenzia la vita dalla morte?»

«Dan! Che domande sono? L'esistere differenzia i vivi dai morti»

«Ah. Quindi i morti non sono esistiti? »

«Sono esistiti, ma non lo fanno più»

«Nessuno li ricorderà?»

«Certo che sì, Dan»

«Beh, allora Brendy, esisteranno comunque!»

«Ma questo cosa c'entra con il vivere?»

«Cosa questo?» mi guarda alzando un sopracciglio.

«Insomma.. questo discorso.»

«Non lo so. C'entra con la vita, non con il vivere, ma non sono forse la stessa cosa? Se dici che vivere vuol dire fare le proprie scelte, allora la vita è un ammasso di scelte. No?»

«Sì» dichiaro. Mi sta venendo mal di testa.

«Bene. Allora.. tu pensi davvero che tutte le tue scelte siano veramente tue?»

«Dove vuoi arrivare?»

«Brendy.. oddio. Mi sembra una coglionata!»

«No, adesso parli!» gli punto contro il dito, e lui ride.

«Stavo pensando ad un mondo.. governato da qualcuno.» inarco un sopracciglio, ma lui continua comunque. «Insomma.. è come se quel qualcuno fosse uno scrittore. Se fossimo tutti nelle sue mani? Se le nostre decisioni fossero sue? Cosa.. insomma. Capisci? Come se fossimo tutti nel Truman Show. Solo che nessuno è reale. Come se nessuno potesse vedere il nostro show.»

«In pratica siamo dei robot che pensano di pensare, ma non lo fanno veramente, poiché lo fa uno scrittore per loro? Quindi lo scrittore esiste, noi no. Giusto?»

«Esatto!» dice sorridendomi.

«Tipo che.. ogni volta che ci dimentichiamo quello che stavamo per dire è a causa dell'autore che ha sbagliato qualche frase e l'ha cancellata!»

«Esatto, oppure... hai presente quando sbagli qualche pronuncia? Probabilmente è a causa dello scrittore che ha sbagliato a scrivere qualche parola»

«E i sogni? I nostri sogni sarebbero tipo i suoi sogni. Quelli che non ha mai fatto e che vorrebbe vivere.»

«Ti è mai capitato di provare una sensazione che già avevi provato?»

annuisco. «E se.. la riprovassi perchè magari lo scrittore sta modificando il passaggio nel quale l'hai provato la prima volta?»

«Wau» espiro e per un secondo mi perdo chi sa dove.

«Pensi che se questo.. scrittore esistesse» gli chiedo mangiucchiandomi un unghia «beh... pensi che per lo meno qualche decisione la farebbe prendere a noi?»

«No» sorride amaramente. «no. Perchè dovrebbe?»

«Non pensi che possa essere compassionevole?»

«No» dice.

«Quindi.. siamo come dei burattini.»

Daniel prende una sigaretta e l'accende, senza badare al fumo in camera.

Prende una boccata, si gira verso di me, e butta tutto il fumo grigio addosso a me. Tossisco, poi gli do una pacca sulla spalla.

«Esatto. Tutti dei burattini in carne ed ossa.»

«Diamine, sarebbe.. orribile»

«Sarebbe? Chi ti dice che non sia così? Insomma. Che certezze abbiamo? Non sappiamo niente di certo»

«Sì, ma dobbiamo pur credere in qualcosa!»

«Perchè? Tu non riesci a vivere senza credere in qualcosa, Brendy?»

«Come si può?»

«Io ci riesco. Credo solo in me stesso»

«E se ti senti sopraffatto? Come fai, eh? Piccolo supereroe!»

«In quel momento mi affido alle persone che mi vogliono bene!»

Finisce la sigaretta e si stende al mio fianco.

«Se pensi che qualcuno scelga per te.. allora cosa pensi che ti farà fare in futuro?»

«Non lo so» ammette abbattuto. «E non so se vorrei saperlo ora».

Annuisco e mi accoccolo al suo fianco.

Diamine, quanto mi era mancato poter stare vicinia, così vicina, a lui.

«E cosa pensi che.. questo scrittore potrebbe decidere per me e te?»

«Non ne ho idea. Però vorrei che fosse qualcosa di bello» mi sorride e mi accarezza la testa. «Non voglio litigare più con te, Brenda».

Mi ha chiamata di nuovo Brenda. Perchè? Quando lo pronuncia lui questo nome sembra così dannatamente lontano dal mio.

«Perchè ultimamente mi chiami spesso Brenda?»

«È così che ti chiami e che ti piace essere chiamata, no?»

«No» giro la testa contrariata. «Io sono Brendy per te, no?»

«Lo sei» mi sorride. «La sola e unica, fortunatamente!» ricambio il sorriso, e mi avvicino di più a lui.

Una cosa non riesco a spiegarmi: come diamine è possibile che nemmeno due mesi fa odiavo questo ragazzo e adesso sono vicina all'innamorarmene? Perchè?

Perchè ho bisogno di stargli vicino?

Sì, è proprio bisogno! Tipo quando hai sete e hai bisogno di bere. L'unica differenza è che quando hai sete berresti anche l'acqua del mare. Tutto il mare, in teoria. In pratica però riesci a berne solo due bicchieri, massimo. Non succede lo stesso con Dan. Quando ho bisogno di stargli vicino, non riesco a staccarmene.

«Oh, cosa pensi?» mi chiede accarezzandomi di nuovo.

«A noi» sospiro.

«Esiste un noi?» mi chieda alzando un sopracciglio.

Sa come mandare il mio cervello a puttane, questo ragazzo.

«Non lo so» mi mordo un labbro. Lui mi prende il mento tra le mani e avvicina di nuovo i nostri visi. Non so cosa fare. Non riuscirei ad allontanarlo di nuovo, lo so. Allora sparo una stronzata, che poi tanto stronzata non è.

«Ho fame» dichiaro in un sospiro.

Dan si allontana e scoppia in una fragorosa risata.

«Hai.. fame?»

«Sì. Porco cane. Quello stronzo di Jake poteva per lo meno darmi qualcosa da mangiare» metto il broncio, e Daniel scoppia a ridere.

«Sei una bambina» dice poi accarezzandomi una guancia.

«E voi due dei coglioni. Potevi pensarci? Perchè non hai portato niente da mangiare? E perchè in questo maledetto cassetto ci tieni solo preservativi e sigarette? Cibo, Dan. Dovresti avere cibo di scorta dappertutto!»

«Hai ragione. Assolutamente. Domani provvederò a mettere di biscotti nel cassetto. Giuro» dice ancora ridendo.

«E se chiamassimo Jake dicendogli che abbiamo fatto pace?»

«Nah. Non ci crederebbe» sbuffa. « E poi probabilmente ci manderebbe affanculo. È l'una. O sta dormendo o è nel pieno di attività.. promiscue» dice con un sorrisetto malizioso.

«Facciamo una cosa, okay? Adesso provi a dormire, così magari ti passa la fame»

«non ho sonno» dico. E in parte è vero. In parte, però, voglio vedere ancora i suoi occhi e ascoltare la sua voce.

«Ti canto una canzone, okay?»

«Okay» dichiaro accettando e rubando il suo sorriso.

Mi stringoo a lui: non abbiamo mai dormito così vicini.

Mi copro con un lenzuolo, e poso le mani sui suoi fianchi.

Chiudo gli occhi e sento Dan iniziare a cantare, ma lo fermo.

«Dan?»

«Sì?» mi chiede sorridendo.

«Abbiamo fatto pace?»

«Ovvio.»

«E non litigheremo più?»

«Certo che sì. Io e te litighiamo per tutto, Brendy.»

«Ma ci vogliamo bene lo stesso?»

«Certo. Io ti adoro comunque»

«Anche io. Nessun ragazzo mi è mai stato così vicino. Non ho mai voluto così tanto bene a nessuno come a te.» mi stringe di più.

«Siamo pari»

«Eh?» gli chiedo.

«Vale lo stesso anche per me».

Gli sorrido e abbasso di nuovo la testa.

«Mi sei un po' mancato» dico. Lui sorride.

«Oh, Brendy. Non riuscirai a sentire uscire dalle mie labbra le parole che tanto vuoi sentire» dice ridendo ancora. Io gli do un pizzicotto, e inizio ad ascoltare la sua canzone.

Colgo giusto qualche frase. Qualcosa tipo:




Will tomorrow be better
When yesterday things got worse?

And just because we were
That don't mean that we are meant to be
No, but who cares what tomorrow brings
If it can't make sense of you and me?

It's too late
To cut you out
You're in my blood
You're gonna spread
Your smell, your taste
Your laugh
Stuck in my heart
And trapped in my head

But now I've got you
And I can't imagine any day without you
It makes me wanna shout

Hold on, don't let go
It's not time to wake up yet

Hold on, don't let go
Don't open your eyes just yet




Domani sarà meglio anche se ieri le cose sono andate peggio?

Proprio perchè siamo stati assieme, non vuol dire che tra di noi non possa esserci nulla.

No, ma a chi interessa cosa porta il domani se non può dare senso a noi due?

È troppo tardi: mi sei entrata dentro. Sei nel mio sangue. Ti spargi.

Il tuo odore, il tuo sapore, la tua risata, fanno colpo nel mio cuore, e sono intrappolati nella mia testa.

Adesso che ti ho, non posso immaginare un giorno senza te: mi far venire voglia di gridare.

Vai avanti, non lasciare perdere, non è ancora il tempo di svegliarsi.

Vai avanti, non lasciare perdere, non aprire ancora i tuoi occhi.




Questa canzone mi ricorda così dannatamente noi due.

Mi ricorda così dannatamente che Dan ormai è dentro di me. Ogni piccola cellula del mio corpo sa che mi piace, e che forse sto per innamorarmi di lui.

Solo il mio cuore non vuole ammetterlo.




Finita la canzone Dan mi stringe di più. Mi guarda, so che mi sta guardando, anche se non apro gli occhi, e faccio finta di dormire.

«Mi sei mancata anche tu. Tantissimo. Non vedevo l'ora di stringerti tra le mie braccia» dice, poi.

Provo con tutta me stessa a non sorridere, e forse ci riesco.

Dopo qualche secondo le labbra di Dan si posano sulle mie.

Resto lì, immobile, senza muovermi. Quanto vorrei stringerlo a me.


Spazio autrice.
Salve gente, come va?
Beh visto che avete lasciato molte recensioni ho deciso di postare subito il nuovo capitolo.
Mi scuso per la formattazione, ma oggi l'editor mi ha dato qualche problema :/ e ho preferito postare così che non postare per niente. Appena posso aggiorno il capitolo e lo miglioro.
Comunque volevo ringraziare tutte le lettrici (quelle che recensiscono e quelle che non lo fanno!). Mi sembra che la storia vi stia piacendo e non potrei esserne più felice. È la mia prima originale che riscuote così tanto successo.
Niente, spero che il capitolo vi piaccia, in caso contrario potete tirarmi contro un bel secchio di acqua fresca, visto che ho caldo lol

A presto!
StewyT.
  
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