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Autore: Ninfea 02    15/01/2005    14 recensioni
Questa è solo una storia, una delle tante storie che il vecchi castello di Hogwarts ha visto scorrere dall'alto delle sue torri...
Una storia che gli alberi della foresta amano ancora sussurrarsi nelle notti d'estate, quando gli studenti sono lontani e solo le creature magiche li stanno a sentire...
E' una storia di avventura, magia, azione, gioia, tradimenti, delusione, eroismo, magia, amore... Ma soprattutto, una storia d'amicizia.
Questa è la storia di ciò che è successo prima che arrivasse Harry Potter, prima che tutto avesse inizio... Quando tutto è cominciato... NON ci sono slash.. Commentate..
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap19: IN UN GIORNO DI PIOGGIA…

Sembrava proprio che quell’anno scolastico il tempo volesse mantenersi sul “temporalesco stabile”, perché anche la mattina dopo, il giorno che avrebbero potuto trascorrere ad Hogsmeade, il cielo era coperto di insistenti nuvole grigie che tentavano, senza successo, di scoraggiare il morale dei ragazzi.
Tara, Morgana, Lily e Corinne stavano sedute a far colazione in una Sala Comune stranamente mezza vuota.
“Allora, che si fa oggi?” chiese Tara mentre imburrava un toast.
“M-m!” mugugnò Morgana per attirare l’attenzione, visto che non poteva parlare per la bocca piena. Deglutì, poi disse: “Io devo assolutamente andare a comprarmi i jeans, la crema per le occhiaie al cetriolo, e anche un paio di ciabatte nuovo!”
“Nient’altro, madamoiselle?” chiese la mora sarcastica.
“Io, ve l’ ho detto, vado con Danny…” fece la ricciolina versandosi del latte.
“Danny, Danny, Danny! Uff, che scatole, da quando c’è lui noi non esistiamo più!” sbottò la ragazza dai capelli lunghi.
Sul viso di Corinne si dipinse un espressione dispiaciuta “Ma… Ve l’avevo detto, mi dispiace… E’ che glielo avevo promesso, ma giuro che la prossima volta esco con voi!” aggiunse convinta.
Tara sorrise: “Ma, via, Corinne, tu ascolti ancora questa qui?”
Una volta tanto “questa qui” non la rimbeccò: “Sì, guarda che stavo solo scherzando!”
La biondina sospirò di sollievo.
“Meno male… Lo sapete quanto ci tengo a voi!” disse, con un sorrisone. Poi il suo volto si illuminò, perché Danny era arrivato all’ingresso, tutto infagottato nel suo mantello, e si era appoggiato allo stipite del portone, per aspettarla. La ragazza, con un’espressione raggiante, salutò le amiche con un bacio e corse verso di lui.
Morgana la seguì con lo sguardo, sospirando.
“Oh, come sono teneri!”
Tara tornò a concentrarsi sul suo toast, ma notando che Lily era stranamente silenziosa le lanciò un’occhiata. E vide che non aveva quasi toccato cibo, stava giocherellando con il cucchiaio e aveva un’espressione cupa e triste.
La mora le sventolò la mano davanti agli occhi.
“Terra chiama Lily! Terra chiama Lily! Lily, se ci sei, dacci un segno di vita!”
La rossa si riscosse dai suoi pensieri.
“Eh?… Scusa, ero distratta… Dicevate?”
“Nulla, parlavamo di dove saremmo andate oggi… Tu hai qualche desiderio particolare?”
Sbuffò, fissando la sua tazza: “Solo uno: il più lontano possibile dai ragazzi.”
Il tono brusco con cui lo disse, fece spalancare gli occhioni di Morgana.
“E perché mai? Non mi pare che ti abbiano fatto disperare!”
Tara alzò gli occhi al cielo.
“Anzi…” proseguì Morgana “… Io ero convinta che ad Hogsmeade ci saresti andata con loro, cioè con lui… ”
La rossa alzò gli occhi verdi, con un lampo di rabbia: “Lui chi?”
La mora fece di proposito cadere la zuccheriera, nel tentativo di far zittire Morgana.
“Oh, che sbadata!” esclamò, cominciando a pulire freneticamente proprio davanti all’amica, ma questa, che non aveva colto nulla, disse solo “Figurati!” e si spostò più in là, mettendosi proprio di fronte a Lily, per continuare a chiacchierare.
“Ma come, non ti ha invitata?”
“Ma di chi parli?” chiese l’altra, nervosa.
“Scusa Morgana, vuoi spostarti che devo pulire?” Tara cercava in tutti i modi di tappare la bocca di quell’addormentata.
“Ma perché te la prendi tanto? Ci sono gli Elfi domestici per questo!”
“Odio il disordine, lo sai!”
“Numi, che pignola!” sbottò scotendo la testa, con la codona di cavallo nella quale aveva raccolto i lucenti capelli che dondolava seguendo i suoi movimenti “Comunque, che stavo dicendo? Ah, sì!”
Lily la fissava ancora con determinazione, leggermente piegata in avanti.
Tara si bloccò pensando –Non sarà così scema da non aver colto i miei segnali…-
E Morgana con un sorriso scintillante, affermò: “ Dicevo, sono piuttosto stupita perché ero convinta che James ti avrebbe invitato ad uscire con lui alla prima occasione, e mi chiedo come…”
BAM!
Tara mollò di nuovo la zuccheriera che cadde sonoramente sulle dita affusolate dell’amica.
“AHIAAA! ODDIO, che male! Ma Tara, ma sei scema??” la aggredì Morgana, strillando.
“Scusa.” Fece quella fra i denti “Ma mi è proprio sfuggito!”
“Comunque, James è un idiota.”
La frase detta da Lily era secca come una frustata, tanto che ebbe il potere di troncare le proteste di Morgana. Non era il solito tono che usava quando parlava del ragazzo, per prenderlo in giro o punzecchiarlo: no, decisamente Lily in quel momento non stava scherzando.
Le altre due fissarono la rossa in silenzio.
Aveva le sopracciglia aggrottate e un’espressione amara brillava nei suoi occhi, nonostante si ostinasse a tenerli puntati sul tavolo.
“Anzi,…” si corresse “E’ un idiota e uno stronzo. Spero solo di non trovarmelo davanti agli occhi almeno oggi.”
Morgana la fissava ancora con gli occhi sgranati cercando di raccapezzarci qualcosa in quella situazione, ma stavolta ebbe il buonsenso di tacere, con gran sollievo di Tara. Questa non parlò, ma sorseggiò pensierosa il suo the. Scrollò il polso sinistro facendo scendere l’orologio d’argento che cozzò tintinnando contro i suoi numerosi bracciali di metallo. Gli lanciò un’occhiata, poi fece un sorriso.
“Direi che ho proprio voglia di una giornata al femminile, solo noi tre! Sicuramente ci divertiremo, non è vero, Morgana?” disse, sottolineando con uno sguardo eloquente le ultime parole.
“Eh? Sì! Infatti! Non abbiamo bisogno di… degli uomini! Che vadano a farsi friggere! Tutti quanti, compreso Ja…”
“Sarà meglio andare!” tagliò corto la mora, alzandosi in piedi.
A Lily scappò un lieve sorriso, il primo da ieri sera. Le sue amiche erano proprio carine, facevano di tutto per metterla a suo agio, anche Morgana, a modo suo…
Si alzò da tavola e infilò il giubbino di jeans che scendeva leggermente stretto lungo i fianchi, esaltando il suo fisico. Trafficò un po’ con la zip che si era inceppata, mentre le sue compagne si erano già incamminate bisbigliando fra di loro.
“Potresti scrivere un libro! ‘Come imbroccare la frase più sbagliata e inopportuna ogni volta a colpo sicuro! I mille consigli di Morgana Freeman!’ ”
“Potevi dirmelo che avevano litigato!”
“Oh, Morgana, ma se ho continuato a farti gesti per farti capire di non toccare l’argomento!”
“Gesti! Alla faccia! Mi hai rotto un’unghia, lo sai?”
La rossa si infilò la borsa a tracolla e accellerò per raggiungerle.
Sull’ingresso aspettò che la ragazza dai lunghi capelli si sistemasse il mantello bianco (“Vi piace? E’ nuovo, me l’ ha regalato mia sorella, l’ ha comprato a…). In quel momento vide, con la coda dell’occhio, l’inconfondibile chioma spettinata di James, che scendeva la scalinata mezzo assonnato e sbadigliante. Senza pensarci due volte, gli voltò repentinamente le spalle, e fece fretta all’amica per uscire alla svelta di lì, sperando che lui non l’avesse vista.

Hogsmeade era carino come sempre: le casette di legno, i numerosi negozi con le coloratissime vetrine dove erano esposti tutti gli oggetti più strani che si possano desiderare, i pub, le stradine coperte di ciottoli.
Il cielo era color piombo e un aria gelida spazzava le vie infilandosi fra i vari edifici, ma nonostante quello gli studenti non avrebbero rinunciato per nulla al mondo ad un giorno di libera uscita.
Un gruppo di sei persone, tutti dotati di sciarpa verde-argento, era all’angolo della piazza centrale del paesino, dove c’era una bacheca per gli annunci pubblici.
I ragazzi erano tutti assorti da un ritaglio di giornale affisso sul legno. Il titolo a lettere cubitali recitava:
didascalia: Nuovo attacco intimidatorio contro i “Mezzosangue”:
ESPLOSIONE DI POLVERI MAGICHE DURANTE IL CONVEGNO SUL ‘DIALOGO NELLA COMUNITA’ MAGICA’.
Sottotitolo: “Il Ministero parla di azione simbolica non mirata a danni fisici delle persone. Intensi momenti di paura per i maghi che quella mattina erano a Diagon Alley.”
Più sotto un immagine mostrava i danni causati dall’esplosione: una grossa buca davanti al teatro di Diagon Alley.
“Finalmente un po’ di movimento…” commentò Malfoy, uno dei sei che stavano leggendo l’articolo.
Narcissa, che era avvinghiata al suo braccio, gli sorrise malignamente.
“Sarà meglio che i Mezzosangue comincino ad adattarsi alla nuova situazione fin da subito, perché presto per loro inizierà un periodo da incubo…” sogghignò Rosier.
Piton puntò il dito verso una riga dell’articolo e lesse: “Il Ministero della Magia invita alla calma e assicura che “le indagini procedono e stiamo seguendo una buona pista”…”
“Il Ministero della Magia è lontano anni luce a scoprire qualunque prova decente.” Tagliò corto Bella, infilandosi un paio di guanti neri di pelle, sicuramente molto costosi.
Narcissa si voltò verso la sorella e le chiese: “Credi che abbia partecipato anche Rufus a quest’azione? Ho sentito che si sta comportando molto bene…”
“Sì, dovrebbe arrivarmi una lettera in questi giorni…” fu la risposta.
“… A proposito, e Shirley Lanstrange che fine ha fatto?” domandò Antony Donovol, uno dell’età di Malfoy, a Rosier.
Ma questo alzò le spalle, senza interessamento.
La bionda Black rispose per lui: “Non sta troppo bene… E così, oggi, il nostro Steve ha un appuntamento con la mora del secondo anno, alle cinque, davanti alla Stamberga Strillante…”
“Ora ti fai anche le ragazzine di dodici anni?” chiese Malfoy con un sorriso sgradevole e malizioso.
L’altro sbuffò, leggermente irritato. “Non mi è chiaro come tu faccia a conoscere i segreti di tutta la scuola, Narcissa, ma comunque sono affari miei.”
Quella fece un sorriso da gattina: “Il segreto è ascoltare, Steve. E leggere tra le righe. Se dovessi sputtanare tutto ciò di cui sono a conoscenza, nove decimi degli studenti di Hogwarts non si farebbero più vedere in giro per la vergogna…”
Bella fissò sua sorella. Non stentava a credere alle sue parole, la piccola aveva sempre avuto un indiscusso fascino e l’abilità per sfruttarlo a dovere. Doveva solo crescere un po’, e disinibirsi ulteriormente, poi sarebbe stata semplicemente perfetta. Una delle migliori. Ovviamente, dopo di lei.
“Mi domando come faccia Shirley ad essere così diversa da Rufus…” riflettè Donovol “ E’ così… Debole… Non si assomigliano per nulla. Persino loro fratello Rabastan, che è al primo anno, ha più carattere di lei…”
Era esattamente quello che pensava Narcissa. Shirley non sarebbe mai stata come loro. Steve stava con lei solo perché doveva starci: da anni le loro famiglie, tra le più ricche e potenti della comunità magica, aveva progettato la futura unione dei loro rampolli. Quando ne era sto fatto cenno ai due interessati, l’anno prima, la ragazza aveva subito accolto il progetto con gioia e in un batter d’occhio si era lasciata affascinare dalla personalità di lui: dopotutto, Steve era sempre forte, deciso (o per lo meno così su mostrava…), insomma sembrava tutto quello che lei non era. Ma Narcissa sapeva perfettamente che non era così per il suo amico: Rosier aveva ben altri gusti in fatto di donne, anzi Shirley spesso lo infastidiva, si vedeva lontano un km… Era una noiosa palla al piede, sempre incollata a lui. Ancora prima del loro fidanzamento ufficiale, che doveva essere quell’anno, non appena entrambi avessero compiuto 18 anni, Steve aveva già fatto le corna alla Lanstrange almeno una decina di volte… Una buona media, insomma…
“Rufus è un grande! Il primo di noi che ha avuto un incarico importante!” esclamò Malfoy all’improvviso, dopo qualche istante di silenzio, con gli occhi che gli brillavano.
“Avremo anche noi i nostri incarichi quest’anno…” Affermò Piton, mentre tutti e sei riprendevano a camminare lungo la via.
“Sì, però non possiamo ancora fare niente di concreto, ed è un vero peccato…” sbuffò Rosier con aria di sufficienza.
“Ne parlate come se sia un divertimento!” Fece Bella seccamente.
“Beh, non proprio, però attaccare mezzosangue è anche un piacere da un certo punto di vista…” ridacchiò Steve.
Bellatrix lo fulminò con gli occhi di ghiaccio: “Guarda che questo non è un gioco. E se no l’ hai ancora capito, te ne accorgerai presto.”
In quel momento lo scampanellio proveniente da un negozio della via attirò la loro attenzione: tre ragazze stavano uscendo dall’erboristeria-profumeria di Madama Cherry. Malfoy fissò quella coi capelli rossi e si aprì in un ghigno.
“Bella ha ragione. Nel mondo vero non è un gioco… Ma noi siamo qui, e possiamo ancora divertirci, cominciando anche a fare qualcosa…”

“Come fa a non piacerti questo profumo? E’ strepitoso!” sospirò Morgana annusandosi il polso per poi cacciarlo sotto il naso di Lily.
“E’… è troppo forte per i miei gusti..” rispose l’amica, evitando il braccio dell’altra.
Tara buttò la sciarpa viola e rosa dietro le spalle, affondandovi poi il collo e il mento. “Che tempo orribile quello inglese!” borbottò.
Lily non rispose, era molto assorta nei suoi pensieri quel giorno, mentre Morgana continuò il suo monologo sui fantastici acquisti di quel giorno, senza che nessuno le prestasse molta attenzione. Ma ad un certo punto, sia la rossa che la mora si fermarono di botto, fissando le figure che si avvicinavano: i Serpeverde avanzavano con uno strano atteggiamento, quasi provocatorio, e occupavano tutta la corsia.
Morgana, che era tutta presa da sé stessa, aveva continuato il suo cammino, ma il braccio di Lily la trattenne.
“Che cosa…?”
L’amica accennò alle sei persone. Morgana spalancò gli occhioni sorpresa.
“Non mi piace l’aria che ostentano.” Fece Tara guardinga.
Lily sospirò, le sopracciglia aggrottate: “Nemmeno a me. Ma facciamo finta di nulla, magari stanno solo facendo un po’ gli sboroni…”
Le tre proseguirono con forzata nochalance; ma quando furono proprio di fronte ai ragazzi, Malfoy mise avanti una mano, come ad intimare l’alt.
Tara lo incenerì con gli occhi, Morgana li alzò al cielo.
E intanto gli altri cinque Serpeverde si erano disposti in cerchio attorno a loro.
Lily istintivamente strinse la mano attorno alla bacchetta che teneva in tasca, e non staccò lo sguardo da quello grigio e gelido del biondo platinato davanti a lei.
Questo fece un sorriso sgradevole.
“Hai letto i giornali stamattina, Prefetto?”
La domanda lasciò la rossa completamente spiazzata.
“Come hai detto?”
Malfoy sorrise di più e replicò: “Mi chiedevo se hai già visto la Gazzetta del Profeta di oggi… Sai in prima pagina c’è un interessante articolo su voi, Mezzosangue…”
Lei aggrottò di più le sopracciglia, mentre si ripeteva “Stai calma-Stai calma-Stai calma…”.
Rosier arrivò alle sue spalle, sporgendosi e sfiorandole i capelli per sussurrare al suo orecchio: “Eh sì… Immagino sarà un bel colpo… Tutti questi atti di terrorismo contro i Mezzosangue, le famiglie Babbane…”
Tara estrasse la bacchetta. “Finitela!” intimò “O giuro che vi faccio pentire di tutte le stronzate che state dicendo!”
“Tara, no!” esclamò Lily facendole abbassare la bacchetta “Non rispondergli, lo fanno apposta, come l’altra volta…”
“Ma stavolta non siamo a scuola, giusto?” Bellatrix fece un passo in avanti “Stavolta non ci sono professori che possono pararti le spalle, Evans!”
Morgana si intromise inaspettatamente. Fece un verso di sufficienza e, scotendo la codona castano chiaro, si intromise fra Lily e la mora Black, mettendole una mano sul petto per spingerla all’indietro… Il tutto con mosse ovviamente molto graziose e teatrali. La guardò dritta negli occhi e disse: “Senti, cocca. Non abbiamo tempo da perdere con gente di mezza tacca come voi, chiaro? Quindi vedi di proseguire la tua strada evitando di intralciarci, e tanti saluti!”
Le altre due Grifondoro la fissarono impressionate.
Malfoy scoppiò a ridere. Sembrava molto divertito. “Come membra di Casata Freeman, una delle famiglie più nobili e antiche delle stirpe magica, fai veramente pena…” e lanciò un sguardo alla sua ragazza.
Morgana stava per rispondergli per le rime, inviperita, ma Lily, che aveva intercettato l’occhiata che si erano scambiati Lucius e Narcissa, la tirò imparte, urlando: “Attenta!”
Appena in tempo. Morgana sentì la forza di un incantesimo sfiorarla con la scia che scottava. Quella volgarissima biondina l’aveva attaccata alle spalle.
“COME OSI??” strillò furiosa, tirando fuori a sua volta la bacchetta. La rossa la imitò e le tre Grifondoro si strinsero le une alle altre, schiena contro schiena, circondate dalle Serpi.
Lily si accorse in quel momento che c’era anche Piton. Ma perché teneva la bacchetta verso il basso? Scacciò il pensiero e si concentrò su Rosier, che invece sembrava proprio in procinto di attaccare. Se avevano pensato che si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa da una banda di arroganti come loro, si sbagliavano!
Le tre amiche facevano saettare lo sguardo cercando di anticipare qualsiasi azione degli avversari.
Tara vide Malfoy, proprio di fronte a lei, alzare la bacchetta e prepararsi a lanciare l’incantesimo: la mora puntò a sua volta il braccio davanti a sé.
Ma nessuno attacco arrivò dall’odioso biondino, perché proprio in quel momento, una voce fece trasalire tutti quanti.
“EHI, MALFOY! ABBASSA SUBITO QUELLA BACCHETTA!”
Tutti si girarono verso l’altro capo della stradina, dove erano spuntati Sirius (che aveva intimato quell’ordine al Serpeverde) e James.
Il cuore di Lily fece un balzo inaspettato (-Oh no…-), mentre le altre due ragazze furono molto sollevate dell’arrivo dei rinforzi.
I due si avvicinarono minacciosamente.
“Persino da queste piccolezze si capisce che razza di verme sei, Malfoy!” disse Siri che si era messo in parte a Tara
“… Tu e ovviamente tutti i tuoi degni compari…” gli fece eco James, che aveva cominciato a girare attorno alla sua vittima preferita –inutile specificare chi: Piton -, soffiandogli addosso sprezzante.
“Fate venire il vomito! Non solo cercate uno scontro scorretto e vile perché siete in netta maggioranza, ma vi mettete contro delle ragazze!” esclamò l’aitante morettino indignato.
Narcissa sbuffò con aria piagnucolosa: “Oh, già! Come abbiamo potuto sfiorare le povere, indifese, delicate femminucce di Grifondoro?”.
“Le povere, indifese femminucce di Grifondoro hanno abbastanza carattere per rovinare per sempre il tuo prezioso visetto!” esclamò Lily, infiammandosi.
“… Solo che non lo fanno perché si dimostrano, come sempre, superiori a quelle arroganti, volgari, infide femminucce di Serpeverde…” completò Morgana con evidente soddisfazione.
La bionda sorella Black arricciò il labbro, chiaramente irata per i brucianti insulti a cui non riusciva a trovare una pronta risposta.
James si spostò verso i suoi compagni e quando fu al centro del cerchio si voltò tranquillamente verso i Serpeverde.
Sorrise, sicuro. “Bene, come la mettiamo? Ora siamo pari, nessuno di noi si farà problemi a rispondere ai vostri attacchi… Se volete uno scontro è quello che avrete. Ma vi avvertiamo che Siri e io non saremo così pazienti, delicati e leali come le ragazze…”.
Piton aveva già messo via la bacchetta da un bel pezzo, e piano piano, i suoi compagni giudicarono più saggio imitarlo: chi con sguardi truci, chi con altezzosi, si allontanarono da lì. Bella e Malfoy furono gli ultimi a mettere via le armi. E prima di seguire i suoi amici, Lucius sibilò: “Questo è solo l’inizio, Grifoni! Quest’anno (…) vi tormenteremo allo sfinimento, sappiatelo!”
“E noi saremo qui ad aspettarvi, stronzo!” gli urlò dietro Sirius, di rimando.
“Che pezzo di merda…” sussurrò Tara fissandolo disgustata con gli occhi ridotti a due fessure. “Crede di farci paura, il ragazzino!”
“E’ come hai detto tu…” le rispose James, voltandosi verso di lei “E’ solo un pezzo di merda.” Il ragazzo con gli occhiali le guardò tutte, soffermandosi su Lily (che però, evitò decisamente il suo sguardo) e chiese loro se stavano tutte bene.
Annuirono, e Morgana, sovraeccitata per come aveva gestito la situazione e sorpresa lei per prima della sua audacia, propose: “Dobbiamo festeggiare! Che ne dite di una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa? Dai! E non fare quella faccia, Lily! Andiamo, dobbiamo brindare al memorabile giorno in cui la sottoscritta Morgana Freeman ha trionfato su quei luridissimi Serpeverde!” rise di gusto, soddisfatta ed entusiasta, quindi afferrò Tara, che la guardava scettica, e Sirius, che stava facendo l’impossibile per non riderle in faccia, per poi dirigersi decisa verso la via del pub, poco lontano da lì.
James lanciò un’occhiata alla rossa facendole cenno come per invitarla ad avviarsi.
E Lily, per forza di cose, si incamminò dietro all’amica dai capelli lunghi, che continuava a declamare le sue epiche gesta, ma badando bene a mantenersi ad una ragionevole distanza dal ragazzo. Non aveva proprio intenzione di parlargli assieme, anche se lui e Siri le avevano appena salvate da un duello magico.
James, anche se non capiva perché, percepiva il freddo distacco della ragazza, e perciò non si avvicinò a lei, come faceva sempre, affettuosamente.

Il gruppo di amici entrò nel caldo e accogliente pub di madama Brunilde, la rubiconda proprietaria, che, con la sua figura cicciottella e i suoi affettuosi modi di fare, dava la stessa sensazione di calore di una tazza di cioccolata calda.
I Grifondoro presero posto ad un tavolo, dopo essere passati dal bancone per ordinare.
Si tolsero mantelli e giubbini,e cominciarono a chiacchierare animatamente, ridendo alle spalle dei Serpeverde per la magra figura che avevano fatto.
“Ma è vero quello che hanno detto? C’è stato veramente un attacco contro i … Mezzosangue?”
chiese Lily ad un certo punto, interrompendo le risate di Morgana e Sirius.
Calò un silenzio imbarazzato, che però fu subito dissipato da Tara: “Purtroppo sì.” Disse, senza troppi giri di parole. “Ed è una vergogna che il Ministero della Magia non riesca a catturare i colpevoli di queste minacce.”
“Beh, non è così semplice…” si intromise Morgana, con stupore di tutti “Mio papà lavora per il Ministero, lo sai, e non è mica facile scovare questi criminali… E’ gente professionista, che sa il fatto suo… I capi dell’organizzazione non si espongo mai in prima persona, è chiaro, usano sempre dei loro “servi”, che so, piccole spie e delinquenti, per queste azioni. Gli Auror e i Servizi della difesa individuano delle piste, che però si rivelano quasi sempre cieche, perchè portano solo ai personaggi minori di questi giri, ma purtroppo non riescono a raccogliere sufficienti prove per incastrare chi sta sopra di loro… Anche se tutti sanno chi è…”
Nessuno rispose, tutti espressero il loro disprezzo con facce preoccupate, e disgustate.
“Che gente di merda che c’è al mondo…” borbottò Sirius a bassa voce, fra sé e sé.
“Comunque, i nostri Auror si battono per porre fine a queste assurdità… Grazie a loro, noi possiamo stare al sicuro…” affermò James convinto. Dentro di sé pensò con orgoglio a suo padre, che era fra quegli Auror.
Invece la mente di Lily volò fino alla sua famiglia, e la ragazza si chiese se davvero erano al sicuro.
Per fortuna, in quel momento, arrivò la cameriera, Rosmerta, la graziosa figlia della proprietaria, che portava un vassoio con su le loro Burrobirre: l’accoglienza che le riservarono i ragazzi con esclamazioni di autentica soddisfazione dissipò l’atmosfera tesa e malinconica che era nata.
“Le Burrobirre sono la cosa migliore in giornate come questa!” esclamò Sirius, facendo schioccare le labbra, dopo aver essersi scolato tutto il boccale d’un fiato. Poi alzò il braccio e ammiccando con sicurezza verso Rosmerta, ordinò ad alta voce: “Portamene un’altra, tesoro! Era fantastica!”
La ragazza ridacchiò civettuola prima di eseguire prontamente la richiesta, e le guance le si tinsero di chiazze rosa acceso, che la fecero sembrare una di quelle bamboline di porcellana, con le treccione bionde e gli occhioni cerulei.
“Anche Miss Rosmerta rientra nelle innumerevoli adepte della setta ‘Adoratrici di Sirius Black ’?” chiese Tara, con graffiante ironia, mentre sgranocchiava i salatini che erano riposti al centro del tavolo.
James non perse l’occasione per prenderlo in giro: “Per la serie tutte pazze per Sirius… Quante lettere con anonime dichiarazioni d’amore ti sono arrivate dall’inizio della scuola? Sette o otto?”
Sirius scrollò le spalle, poco interessato all’argomento: “Non le conto mai, tanto ci sei tu che lo fai per me… E inutile che fai il superiore, la tua è solo invidia…” fece con un sorriso irriverente.
“Ma come, tutte quelle povere ragazzine ti muoiono dietro e tu nemmeno le prendi in considerazione?” esclamò Morgana scandalizzata.
Il moro alzò gli occhi al cielo: “Beh, non è che posso fare il carino con loro solo perché gli piaccio! Che colpa ne ho se madre natura mi ha dotato di una irresistibile charme?”
“Booooooooooooooh!” fece James per sfottere la modestia dell’amico.
“Ma scusa, se non mi interessano perché dovrei fingere di dar loro attenzione?” proseguì Felpato.
“Già, Siri, mi fai impazzire quando fai il bello senz’anima!”
“No, certo…” rispose Morgana ignorando James che continuava a far lo scemo “Però io dico che potresti per lo meno essere gentile, lo sai quante vanno in depressione solo perché tu non le degni nemmeno di uno sguardo?”
“Ma questi non sono problemi miei!” esclamò il moro scandalizzato “Sono fatti loro se si tirano mille menate! La metà di quelle tipe lì nemmeno le conosco!”
Tara approvò le parole dell’amico annuendo convinta “Già, poi magari ti trovi pure quelle che solo per un tuo saluto si illudono di chissà che, e finiscono per accusarti di averle prese in giro, e… No, hai ragione, è meglio ignorarle…”
A sorpresa, anche Lily si inserì nella discussione: “Infatti. Comunque io stimo molto di più uno che fa capire fin dall’inizio il proprio sincero disinteressamento piuttosto che un bugiardo che ti sfrutta facendoti credere chissà chi, quando poi in realtà non gliene frega niente di te!” e qui, inconsciamente il suo sguardo si rabbuiò e indugiò impercettibilmente verso James, che però era sembrava non aver colto il riferimento, tutto impegnato a finire la sua Burrobirra.
Invece, fu qualcun a notare l’espressione della ragazza: Siri infatti fece saettare lo sguardo da lei all’amico, mentre un pensiero gli attraversava la testa –Lo sapevo! Lily è incazzata! E quell’addormentato di James non ha proprio intenzione di fare qualcosa!-
Il moro restò zitto e pensieroso per qualche istante, mentre le tre ragazze, dopo l’affermazione si Lily, si erano lanciate in un attacco di gruppo contro il mondo maschile in generale che, da come lo dipingevano, sembrava stracolmo di difetti.
… Qui devo fare qualcosa io, se aspetto quello…
E così Siri, attraverso una serie rapida di gesti fece capire a Tara che dovevano lasciare da soli Lily e James. La mora annuì decisa e, con una scusa qualsiasi, trascinò Morgana a salutare un gruppo di ragazzi di Corvonero, amici di suo fratello (anzi, non ci fu nemmeno bisogno di trascinarla, perché come sentì il nome ‘Xander Hallas’, la ragazza si diresse verso il gruppo come se avesse le ali ai piedi).
A questo puntò Felpato girò lo sguardo intorno a sé, per trovare una studentessa con cui attaccare bottone in modo da allontanarsi da quel tavolo, quando individuò, appoggiata al bancone del pub, una bionda che non aveva mai visto.
La riconobbe: era proprio la ragazza nuova, quella francese arrivata all’inizio dell’anno.
Un nuovo acquisto davvero notevole, come notò subito lui, da buon intenditore: era un tipino che non passava inosservato, ma non perché fosse particolarmente avvenente o appariscente, bensì perché tutta la sua figura esprimeva grazia ed eleganza, nella proporzione delle curve morbide e dolci, nella vita delicata, nelle gambe sottili che spuntavano da sotto la gonna a pieghe della divisa. Aveva una cascata di capelli di un biondo caldo e luminoso, folti, e leggermente mossi per l’umidità dell’aria di quel giorno.
Sorrise, decidendo che voleva subito conoscerla.
“Scusate, ma la bionda laggiù mi chiama…” disse alzandosi.
Lily –che sospettava il doppio gioco che stavano mettendo in atto i suoi amici- fissò la ragazza in questione ed esclamò, nel tentativo di trattenerlo: “Ma se nemmeno sa il tuo nome, quella!”
“Appunto…” sorrise Sirius “Fra poco lo saprà!” e, ignorando lo sguardo di Lily che diceva esplicitamente “Prova-a-lascirmi-sola-con-questo-stronzo-e-te-la-faccio-pagare”, il ragazzo si avviò deciso verso la sua meta, sotto lo sguardo divertito di James.
Siri camminò con il solito intercedere che esprimeva sicurezza e disinvoltura, e si sedette sullo sgabello imparte alla ragazza, appoggiando i gomiti sul bancone.
La bionda stava guardando dall’altra parte, in attesa che le fosse servito quello che aveva ordinato.
Il ragazzo tamburellò con le dita sulla superficie di legno lucido.
Madama Brunilde si avvicinò con un bicchiere alto colmo di un liquido rosso con due ciliegie che penzolavano di lato. Sorridendo lo appoggiò davanti alla studentessa, poi andò a servire qualche altro cliente, non prima di aver strizzato l’occhio al malandrino.
Sirius osservò il bicchiere che la ragazza aveva sollevato e portato vicino alla bocca, per poi esclamare: “Molto coreografico come coctail! Non lo mai preso, che cos’è?”
Ovviamente senza dimenticare di accompagnare la sua frase con un seducente e scintillante sorriso.
Lei, contrariamente a quanto accadeva di solito dopo un approccio di questo tipo da parte di Siri, non si versò addosso la bevanda, ne se la fece andare di traverso: semplicemente, terminò con tutta tranquillità di succhiare la cannuccia e poi fissò il ragazzo con profondi occhi neri, sorridendo garbatamente: “Non molto originale, come tecnica di abbordaggio… Comunque il coctail ha un nome strano, non me lo ricordo già più, ma è un leggero liquore alle ciliegie…”
Aveva un accento francese e una leggera erre moscia, oltre a un sorriso candido sottolineato da una piccola fossetta sul lato sinistro.
Siri ridacchiò, divertito e interessato dalla sicurezza della tipa,scosse la testa facendo muovere i capelli nerissimi e lucidi, poi disse: “D’accordo. Tenterò un approccio migliore…” Si alzò in piedi e le porse galantemente la mano: “Sirius Black, studente della casa Grifondoro, settimo anno… Posso avere l’onore di conoscere la più graziosa damigella che vedono i miei occhi in questo pub?”
La ragazza, anche se non si sciolse in sospiri come accadeva solitamente, sembrò piacevolmente colpita dai suoi modi impeccabili, dai quali trasparivano i residui assopiti della sua educazione aristocratica. Rispose, stando al gioco e allungando la mano, in modo che lui potesse afferrarla: “I suoi modi mi lusingano, signor Black… Molto piacere. Sono Sabine Lafayette, appartengo a Corvonero da quindici giorni e sono al sesto anno.”
Il moro seguì la rigorosa etichetta delle presentazioni senza sbagliare una virgola: sorrise amabilmente e portò la mano della ragazza vicino alla bocca per sfiorarla con le labbra, schiuse in un sorriso ironico, che lo rendeva ancora più affascinante.
A questo punto, si fissarono entrambi negli occhi e scoppiarono a ridere insieme.
“Devo dire che è la prima volta che faccio la conoscenza di un ragazzo che si comporta da perfetto gentiluomo!” esclamò allegramente Sabine.
“E sarà anche l’ultima! Non è proprio nel mio stile, sai… Io sono più un tipo da ‘ ehi, bella, ti ho vista tutta sola e ho pensato di venire a conoscerti ’, hai presente?”
La bionda annuì, riprendendo a succhiare la cannuccia : “Ho presente, sì…”
“Già, ma che te lo dico a fare, probabilmente ne hai mille di ragazzi che ti ronzano intorno con scusa molto più originali delle mie per attaccare bottone…” disse il moro mettendosi le mani in tasca.
Lei alzò le sopraciglia, come per riflettere: “No, sai fino ad ora sei il primo ragazzo inglese che attacca bottone con me…”
Sirius spalancò gli occhioni azzurri: “Davvero? E dove cavolo hanno gli occhi tutti i maschi del popolo inglese?” chiese con spontaneità.
Lei sorrise di nuovo.
“Bene allora, direi che ho un buon vantaggio sugli altri!” esclamò lui, sedendosi di nuovo sullo sgabello imparte. Afferrò un salatino dal piatto lì davanti e cominciò: “Allora, Sabine… Come la trovi l’Inghilterra, maschi ciechi e addormentati a parte?”
La bionda rispose: “Beh, tenuto conto che ero partita molto prevenuta perché non ne volevo sapere di trasferirmi, direi che questo posto non è poi così male dopotutto… Il castello poi, è semplicemente fantastico. Non ne avevo mai visto uno così, la scuola dove andavo io ha tutta un’altra atmosfera, molto meno calda…”
“Insomma, Hogwarts ti piace?” domandò lui, continuando a mangiucchiare salatini.
“Sì…” disse lei “Devo ammettere di sì… Anche se non ho ancora legato coi miei compagni… Non che siano stati freddi, o chiusi, ma… beh, non è il massimo venire inseriti di punto in bianco in una classe affiatata che si conosce già da cinque anni…”
“Già capisco…” fece Siri “ma sai, tutto dipende da che Casa ti capita… Beh, modestamente, come avrai sentito la migliore è Grifondoro, ti assicuro che se fossi stata assegnata lì, ti avremmo fatto l’accoglienza più calorosa e indimenticabile della tua vita….”
Lei ridacchiò. “Veramente non ho sentito parlare di Grifondoro come la migliore, ma ho capito che c’è molto agonismo e mi è giunta voce che voi siete i più esaltati…” disse maliziosamente.
“Ehi, ehi… Siamo esaltati, ma ne abbiamo tutte le ragioni: ti hanno detto che abbiamo vinto la Coppa del Quidditch per due anni di seguito? E anche quella delle case per tre anni? Vabbè l’anno scorso ce la siamo lasciati sfuggire, ma solo perché… Ehm… Qualcuno ha avuto la brillante idea di farsi mettere in punizione proprio l’ultima settimana di scuola, ma comunque…”
“Indubbiamente siete la Casa più modesta che ho sentito finora…” completò lei ironica.
Siri sorrise: “Ok, concesso. Ma quanto a calore umano, non abbiamo rivali… Anzi se vuoi una dimostrazione ti presento il mio amico che è la calorosità fatta a persona, è laggiù, a quel tav…” si girò per indicare il tavolo dove stavano Lily e James, ma con sua sorpresa si accorse che era vuoto. “Ma… Dove…” si guardò intorno, cercandolo nel pub, ma senza successo.
Alla fine alzò le spalle, tornando a guardare la sua compagna negli occhi: “Pazienza… si vede che se n’è già andato… Cosa stavi dicendo prima su…”

- Sirius, sei uno stronzo!- pensò Lily puntando gli occhi sulla schiena del compagno che si stava allontanando verso l’avvenente biondina seduta al bancone.
Aveva capito benissimo che lei non era in vena di parlare con James, ma evidentemente aveva deciso di lasciare all’amico la possibilità di divertirsi con lei…
Divertirsi… perché era questo il suo obbiettivo, giusto? Ecco cos’era stato negli ultimi mesi tutto quell’affetto, tutte quelle premure… E ora sperava di portare avanti il suo giochino? Si sbagliava di grosso!
Spostò gli occhi smeraldini in un’altra direzione, ben decisa a non guardare il ragazzo di fronte a lei. –Non hanno capito niente di me… Stupidi. E pensare che li consideravo miei amici…-
Se non fosse che il suo secondo nome era “Orgoglio”, Lily avrebbe volentieri dato sfogo alle lacrime che già da ieri sera, quando era scappata dalla biblioteca, sembravano essersi incastrate nella sua gola.
“Mi sembri un po’ strana…” la voce di James la richiamò alla realtà.
Senza sorridere, la rossa disse solo: “Ti sbagli, va tutto bene.” E gli rivolse un’abbagliante occhiata dai suoi occhioni verdi, che però aveva velato di una luce fredda, che non lasciava trasparire nulla.
James rimase un po’ spiazzato. Stette in silenzio, guardandola per un po’ mentre picchiettava la mano sul ginocchio, seguendo il tempo della musica che il juke-box magico stava cantando a squarciagola. Poi improvvisamente realizzò.
“Ti capisco perfettamente. Anch’io mi comporterei così, nella tua situazione…” esclamò.
-Tu cosa??-
Lo guardò incredula.“Ma davvero?” rispose sarcastica.
Il ragazzo annuì: “Certo. E’ normale preoccuparsi per la propria famiglia, per le persone a cui si vuole bene… Questa cosa dei maghi oscuri che prendono di mira famiglie Babbane è veramente una bastardata…”
-Oh, già. Sta ancora parlando di Lord Voldemort… Nemmeno si sogna perché sto così. -
La rossa fece un grosso sospiro, che lui non seppe bene come interpretare, perché vi aveva colto una nota di esasperazione.
-Forse non le va di parlarne…- James abbassò i suoi occhi scuri sul tavolo dove era appoggiata la mano di lei, che giocherellava nervosamente con un tovagliolo di carta. Quella mano… Da quanto non la sfiorava…
-Che cos’ hai Lily? Perché non mi guardi negli occhi?- Non poteva stare a fissarla così, senza far niente. C’era qualcosa che non andava, forse lei stava solo aspettando un suo avvicinamento, forse…
“Comunque…” riprese il ragazzo “Lo sai che quando hai bisogno di parlare o di sfogarti, io ci sono…” e così dicendo allungò piano il braccio per accarezzare le dita di Lily, solo che questa congelò tutto l’affetto di quel semplice gesto con un micidiale: “Non ci provare, James. ”.
Completamente colto alla sprovvista e imbarazzato, lui si bloccò fissandola in volto.
Gli scappò un mezzo sorriso nervoso: “E perché? Che c’è che non va?”
-CHE C’E’ CHE NON VA? Aveva pure il coraggio di chiederle ‘che c’è che non va’!’-
“Ah!” la rossa allargò improvvisamente le braccia e alzò gli occhi al cielo. “C’è questo, James: non voglio più che tu fai il carino con me, non voglio più che tu mi tieni la mano, non voglio più nemmeno che mi offri il tuo aiuto!” disse fra i denti, lo sguardo che bruciava di rabbia, e forse anche di qualcosa d’altro.
L’amico di fronte a lei sembrava aver perso tutta la sua sicurezza, e il suo cervello era inceppato, incapace di comprendere che diamine stava accadendo. Ma aveva fatto qualcosa di male?
“Io… Io non capisco che ti prende…” balbettò, imbarazzato. In tutta la sua carriera di esperto donnaiolo, non gli era mai capitata una scenata così, dove lui non era perfettamente conscio di quel che succedeva, dove lui, in un modo o nell’altro, non aveva sotto controllo la situazione. “Ma… sei arrabbiata con me?”
- La perspicacia fatta a persona!-
“Vuoi davvero saperlo?”
Il ragazzo alzò un sopracciglio: “Beh, sì, non so perché, ti ho fatto qualcosa?”
Lily si morse le labbra, incrociano le braccia e appoggiandosi allo schienale “Che stupida…” disse con rabbia, rivolta a sé stessa.
“James.” Disse, duramente, anche se la voce cominciava a tradirla “Io non sono come le altre, hai capito? Non sono come loro! Non sono una che corre dietro ai belli e famosi, che si lascia usare perché… Solo perché ti chiami James Potter! Non, non…” fece un gesto esasperato, perché oramai le emozioni stavano sfuggendo al suo controllo, e questa cosa le bruciava ancora di più.
“Non puoi giocare con me… Non ne hai il diritto…”
“Ma io non voglio giocare con te!” esclamò James tutto d’un fiato.
-Bugiardo!-
“Ah, no?” fece Lily alzando la voce “ Non sono il tuo divertimento, io?”
“No!” affermò lui deciso, picchiando un pugno sul tavolo.
La ragazza strinse gli occhi a due fessure: “ Già. Però sono una scommessa… Non è vero?”
Lui rimase a bocca aperta, spaesatissimo.
“… La tua scommessa. Tua e del tuo amico Siri…” il suo sguardo saettò verso il moro seduto a ridere con la ragazza bionda “Beh, hai sbagliato, James. Ma di grosso. Ti farò perdere la scommessa, spero che non ci smenerai troppo…” aggiunse sarcastica, per celare la delusione. Non voleva dargli la soddisfazione di far vedere quanto stava male.
Ma James la colse di sorpresa: non che si aspettasse chissà che, ma almeno un minimo di senso di colpa… Invece il ragazzo con gli occhiali sorrise, nervosamente, e la sua mano salì a spettinarsi i capelli. Come sempre…
Lily si sentì, se possibile, ancora peggio. –Non gliene frega niente… Non gliene frega proprio niente…-. Alzò gli occhi al soffitto, perché non voleva che lui vi leggesse dentro la sua ferita.
Il ragazzo esordì, cautamente: “Lily, ascolta… Ok, hai sentito della scommessa, ma se tu mi lasciassi spiegare: è solo un malinteso, sul serio, io e Siri…”
“Non mi importa, James!”
“Ma lasciami almeno parlare! Vuoi solo aver ragione, non sei nemmeno disposta a poter pensare di aver capito male…”
“Oh, invece ho capito benissimo!” sbottò la rossa, che ora comprendeva di non potersi più trattenere ulteriormente, ma sarebbe morta piuttosto che lasciarsi andare a uno sfogo davanti alla persona che in quel momento detestava di più al mondo.
James, impotente, la vide alzarsi, afferrare rabbiosamente il giubbino di jeans e andare verso la porta.
“Aspetta!”
Lily non lo ascoltava nemmeno. Aprì decisa l’uscio e, benché fuori diluviasse nuovamente, uscì sbattendoselo alle spalle. L’ultima cosa che vide il ragazzo fu un turbinio di capelli rubini.
“Cazzo!” imprecò a voce alta. Si alzò buttando indietro la sedia, e fece per correrle dietro. Si fermò per afferrare il mantello e gettare le monete del conto sul tavolo, poi corse fino alla porta a vetri e la tirò con forza.
Uscì fuori.
-Merda, ci mancava solo il diluvio universale!-. Pioveva come quel giorno che erano arrivati ad Hogwarts, due settimane prime… In due settimane non aveva trovato il coraggio -anzi che coraggio, le palle- per dirle la verità! Per dirla persino a sé stesso! Idiota!
Si sfilò gli occhiali che, per via degli insistenti goccioloni, gli impedivano di vedere al di là del suo naso e strinse gli occhi cercando di mettere a fuoco qualcosa in quella pioggia torrenziale… Eccola! Correva sotto l’acqua, era quasi a metà via.
“LILY! LILY, ASPETTA!”
Si mise a seguirla. Era più veloce di lei, la raggiunse subito. Le afferrò un braccio, costringendola a voltarsi.
“CHE VUOI?” gli urlò contro lei, un po’ per la rabbia e la frustrazione, un po’ per sovrastare il frastuono del temporale.
James ansimava per la corsa.
“LASCIAMI IN PACE!” strillò lei, cercando di divincolarsi.
Ma lui non mollò il suo braccio, la obbligò a guardarlo in viso. Quel viso… Pur così fradicio, era comunque il viso più bello del mondo per James. I capelli rossi erano tutti bagnati, le gocce di pioggia le scivolavano sulla fronte e si fermavano sulle lunghe ciglia scure. Gli occhi avevano un’espressione che non avrebbe mai dimenticato.
James capì perché non voleva guardarlo in faccia: Lily stava piangendo. Le sue lacrime si mescolavano alla pioggia, ma erano molto più amare.
-Sei uno stronzo! Non voglio che mi guardi mentre piango!- Il ragazzo sollevò una mano ad accarezzarle una guancia. Che cosa poteva dirle dopo averla trattata così…
- Non mi toccare… Ti prego, non mi toccare…- “Ascoltami, Lily…” la sua voce calda stava facendo crollare la sua forza di volontà. Lo avrebbe ascoltato ,sì. Come poteva non ascoltarlo, se la fissava così?
“Hai ragione tu.”
-Cosa?-
James riprese, alzando la voce per via del frastuono della pioggia: “Hai tutte le ragioni per essere incazzata. Sono stato stupido e superficiale… Non ti ho capita…” si fermò, come a cercare le parole giuste.
Lily non ci credeva. Stava ammettendo di aver sbagliato. E lei non riusciva più a fingere: ormai l’aveva vista, stava piangendo… Decise di svuotare il sacco, ma per farlo dovette metterci tutta la sua volontà, e nonostante questo la voce le tremava un po’ quando parlò.
“In fondo ho sempre saputo come sei fatto… Sapevo che amavi collezionare ragazze, sapevo che non ti importava di nulla, a parte divertirti coi tuoi amici…”
Lo fissò negli occhi, determinata.
“Ma ho creduto che con me fosse diverso. Sì… Ho creduto che ci fosse qualcosa di vero, che non fosse solo l’avventura di una sera, che… Ci fosse un sentimento fra…” abbassò lo sguardo “… me e te…”
James si sentì fremere dentro.
Fece per parlare, ma lei alzò una mano, fermandolo.
Gli occhi verdi bruciavano e le lacrime lo accusavano senza pietà.
“Io ci credevo. Ci credevo, quando ti davo la mano, ci credevo quando parlavamo dei nostri problemi, io… Ci credevo anche sul treno…”
“ANCH’IO! ANCH’IO CI CREDEVO! e CI CREDO ANCORA, Lily!” James urlò quelle frasi, lei lo doveva sapere, non voleva più far finta di nulla.
“E ALLORA PERCHE’ COI TUOI AMICI NE HAI PARLATO COME SE NON TI IMPORTASSE NIENTE? PERCHE’ NON MI HAI PIU’ DETTO NULLA? ” gridò lei di rimando.
“PERCHE’ SONO UNO SCEMO!”
Il silenzio calò improvvisamente. La pioggia ora sembrava solo un suono attutito e lontano.
James prese il viso della ragazza fra le mani. “Lo sai come sono, Lily… Non volevo ammetterlo, perché significava rinunciare alla mia faccia di… Di James Potter, perché… perché non mi è mai capitato di provare quello che provo con te, e… E, sinceramente, mi fa paura!” senza rendersene conto, stava buttando fuori la verità.
“Ma anche a me fa paura!” lo interruppe lei.
“Non sono mai stato legato davvero a una ragazza, mai! Lo sai, io…”
James fece un sospiro, poi disse: “Non sono bravo a fare discorsi, lo sai che non mi piace parlare di me… E, e non voglio farti grandi promesse, tipo ‘il nostro amore durerà per sempre ’ o… Non voglio nemmeno dirti che ti amo, perché non so nulla dell’amore!”
Allargò le braccia, come a dimostrare la propria vulnerabilità, poi proseguì, più dolcemente: “Non so nulla, Lily… L’unica cosa che mi è perfettamente chiara in questo momento è che… Che voglio stare con te. Voglio provarci, almeno. Perché mi sono accorto che sei troppo, troppo importante, e che… Che ti voglio bene, come non ho mai fatto con nessuna, nessuna, mai…”
Lily non riusciva più a staccare i suoi occhi da quelli scuri e caldi di James, che le sembravano ancora più magnetici ora che non erano nascosti dalle lenti. Il suo cuore, che mentre lui aveva parlato si era quasi fermato, ora stava riprendendo a battere come un tamburo.
Ma come faceva a… Come poteva sapere se ora non stava mentendo? Fece un passo indietro, ma piano, quasi di controvoglia.
“James… io…” cercò di prendere tempo. Una parte di lei avrebbe voluto gettarsi tra le sue braccia e assaporare serena tutta la felicità che aveva sognato negli ultimi mesi, ma l’altra le continuava a sussurrare di stare in guardia. “Come faccio a sapere che questa è la verità? …”
James sorrise con quel suo sorriso mascalzone che le piaceva da impazzire, ora. “Andiamo!” sussurrò prendendole una mano, per avvicinarla ancora a sé. “Credi davvero che se non mi importasse di te, se fossi stata una come tante, come le altre, ti sarei corso dietro, fuori dal pub? Credi che starei sotto questo…” alzò gli occhi al cielo “… Diluvio torrenziale a bagnarmi come una spugna e a tremare per ‘sto freddo polare, se…” poso una mano sulla guancia bagnata della rossa, avvicinandosi al suo viso. “… Se non ti volessi davvero bene?”
Bum-bum-bum! Il cuore ora stava per uscirle dal petto!
Tutta la forza e la determinata rabbia di Lily, tutto il rancore per ciò che era successo, tutto il male, la delusione, la sensazione di essere stata tradita, tutti i pensieri negativi erano come volatilizzati. Erano evaporati, scacciati, assorbiti dai teneri occhioni di James. Quelli verdi di Lily non avevano più nemmeno lacrime, era come se tutto fosse sparito, come se il tempo si fosse fermato, come se… Se in quel momento cominciasse qualcosa di nuovo. Il passato era alle spalle, un ricordo, una cosa superata. Tutto ciò che aveva passato in quei mesi aveva avuto il preciso scopo di condurla fin lì.
Sotto la pioggia.
Spettinata.
Sconvolta.
Col mascara che un po’ era sceso dagli occhi, anche.
Ma con James.
Con James.
Lily passò una mano sul collo di James, fermandosi dietro la nuca.
Avvicinò il suo viso di più, lo avvolse nel verde dei suoi occhi.
“Mi devi promettere…” cominciò, anche se la voce ancora tremava “… Che sarai sincero con me. Non voglio più bugie, voglio che tu mi dica sempre la verità, a costo di farmi del male…”
James percepì cosa stava per dirgli e sentì un’immensa euforia invaderlo, come se la gioia fosse esplosa nel suo petto e lo stesse attraversando come una fiotto caldo ed elettrizzante in tutto il corpo; le abbracciò subito la vita con impeto, ed esclamò: “Non lo farò mai più, giuro!”
“… E che non userai i tuoi soliti rituali da incallito sciupa-femmine con me! Né frasi fatte, né doppi giochi, niente di niente!”
“Obbedisco!”
“E che non mi chiamerai mai piccola, o baby, o le solite cose che hai sempre usato con tutte le altre ragazzine che hai fatto passare…”
“D’accordo, va bene qualunque nome se lo porti tu!”
Le scappò quasi da ridere. –Quanto è scemo…-
“Quanto sei bella quando ridi …” Fece per posare le sue labbra su quelle di Lily, ma lei si scostò, frapponendo una mano.
“Un’ ultima cosa!” disse.
Lui la fissò sbuffando: “E’ veloce? Guarda che non resisto più…”
Lily sorrise, quasi sembrava un sorriso di trionfo. “Non voglio che vai a raccontare le nostre cose a Sirius, è chiaro? Cioè, le cose personali,… capito?”
“Non lo farei mai!” ribattè lui, una mano sul cuore.
“Ah! Hai già detto una bugia!”
Si battè una mano sulla testa. “Maledizione, con te non si può sgarrare di una virgola! Credo che mi dovrò impegnare seriamente, per quanto questo mi risulti difficile… Comunque io a Siri…”
Non potè finire perché fu Lily che, cogliendolo completamente di sorpresa, interruppe il suo discorso con un bacio. Un bacio decisamente sospirato, desiderato e pienamente appagante, per tutta la passione che esprimeva e la scarica di emozioni che regalava ai due.
Quando finalmente si staccarono, un po’ affannati per il desiderio e perché mancava loro l’aria, James la fissò sorpreso e raggiante.
“Wow…” disse in un soffio. Dopo di che, per esprimere la gioia irrefrenabile che lo aveva preso, la sollevò in aria, abbracciandola forte. “Devo prenderlo come un ‘ci devo ancora pensare’ o come un sì?” rise, felice.
La rossa fece finta di riflettere. “Direi come un ci devo ancora pensare…”
“Ah!” esclamò mettendola giù “Bugia! L’ hai detta anche tu!”
“Beh, si vede che qualcosa in comune l’abbiamo…”
James la fissò di nuovo nei suoi fantastici occhioni “E certo! Se no, come faresti a piacermi? In fondo ho sempre pensato che fossi una Malandrina come me…” e detto ciò si unì di nuovo a lei in un altro bellissimo bacio.
Quel giorno diluviava ad Hogsmeade, e faceva un freddo cane.
Ma per due persone, fu uno dei giorni più belli della loro vita.



Ciao a tutti!!! Lo so, vi ho fatti attendere un bel po’, ma almeno spero ne sia valsa la pena… Il cap mi ha fatto sudare un sacco, perciò spero davvero che non vi deluda… Che mi dite? E’ troppo melenso? Noooooo, dai, non sono carucci? Direi che James si è finalmente dato una bella svegliata, e Lily… beh, è il mio idolo quando gli urla “LASCIAMI IN PACE!” (… Sigh, magari ne fossi capace io…)… Sono molto soddisfatta di come mi è uscita in quella parte, no?
Grazie per le vostre bellissime recensioni, per me sono molto importanti! Penso di indovinare se dico che vi piacerebbe che io aggiornassi più alla svelta, ma sono veramente stra presa da mille faccende e più di così non riesco a fare…
Cmq voglio mandare un enorme bacio e un grossissimo grazie di cuore a tutti i commentatori e cioè: Sissy, Sara Potter, Lili, Lily90, Lily2000, Mira'82, Marty91, Srella, Kikka, Lorenza, Primechan! A presto!
Baci, Ninfea.
Ps: sapete che esce Harry Potter 6? (Ovvio che lo sapete, ne parlano tutti…) Sono stra presa bene!!! Yuppy!!
Pps: Per Sara Potter: non so se hai vosto che ti ho risposto tra le recensioni... Mi dispiace se ti ho deluso, ma giuro che non ho trovato la tua ff, se mi scrivi il titolo provo di nuovo... Acceta il cap come omaggio delle mie scuse (Che paroloni! vabbe, a parte che sto facendo la scema, il senso l' hai capito, vero? Sono veramente dispiaciuta che ci sei rimasta male, credimi... Spero che non mi toglierai i tuoi bellissimi commenti per questo...). Un grande smack!
  
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