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Autore: Marlowe    29/08/2014    7 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 8
 


CLARY

 

- Jace
Non riuscivo a credere ai miei occhi. Non poteva essere reale. Ero per caso morta? Ero in preda ai deliri per i morsi della fame? Mi stavo immaginando tutto? Avevo sentito di persone che perdevano la ragione nei deserti senza acqua e cibo, ma questo non poteva essere il mio caso no? NO??
La sensazione di essere stretta fra le sue braccia era troppo realistica per essere il frutto della mia immaginazione. Sentivo il calore che emanava il suo corpo, potevo sentire il suo profumo, sfiorare i suo capelli. Era davvero lui. Rimasi a fissare quei profondi occhi color ambra, studiai in ogni minimo particolare la curva delle sopracciglia, il naso, la linea della bocca, potevo intravedere persino il dente scheggiato che lo rendeva ancora più unico.
Probabilmente lo stavo fissando imbambolata come una stupida, ma chiariamoci, quando il tuo ragazzo creduto morto fino a tre secondi fa, ti piomba addosso e ti abbraccia dicendo il tuo nome in maniera sensuale, una avrà pur il diritto di andare in confusione no?!
E tanto per dimostrare il mio essere matta gli stavo pungolando una guancia con il dito e lui ormai mi guardava male.
Scostò la mia mano dal suo viso, mi accarezzò i capelli, che immaginai ridotti a un disastro, e quello per me fu il segnale per lasciarmi andare. Gli gettai le braccia al collo e iniziai a piangere farfugliando frasi a caso su quanto fossi felice di rivederlo, per poi passare a sgridarlo sul fatto che fosse vivo e non mi avesse avvertito.
Alla fine lui ricambiò il mio abbraccio e cercò di calmarmi.
- Calmati Clary, dai tesoro non è successo niente.
Niente? Lui lo chiama niente? Era morto, risorto e lui definisce questo niente?
Mi staccai da lui e gli diedi un pugno sul petto, immagino gli sembrasse come una carezza rispetto ai colpi che era solito ricevere, ma al momento ero sprovvista di oggetti contundenti con il quale colpirlo. Mi rammaricai persino di aver lasciato la statuina nella biblioteca.
- Niente? Forse per te sarà così, ma lo sai cosa vuol dire sapere che la persona che ami è morta? Hai per caso idea di quello che ho passato? E ora te ne spunti bello e tranquillo qui e dici di calmarmi?
- Bè però …
- Bè però un tubo Jace! Ti ho visto morire! Tu non hai idea di come mi sia sentita. Poi mi risveglio da sola in una cella buia e indovina? Mio fratello e il suo migliore amico pazzo sono i miei carcerieri! Finalmente riesco a fuggire e chi incontro? Il mio ragazzo morto! Scusa se non sono il ritratto della calma, forse ho motivo di agitarmi non credi?
- Va bene, ammetto che vista così tu possa aver ragione.
Si che avevo ragione, c’era anche da chiederlo?
Anche se ero felice e al contempo arrabbiata, non riuscivo a smettere di toccarlo. Mi era mancato così tanto, non avevo fatto altro che pensare a lui costantemente e ora, come per magia, me lo ritrovavo davanti proprio quando avevo più bisogno di lui. Ma a proposito … come aveva fatto a trovarmi?
Gli posi la domanda e lui prima di rispondermi mi prese per mano e mi portò vicino a una quercia per farmi sedere, in effetti avevo le gambe che urlavano per il dolore. Mi accoccolai vicino a lui e attesi il suo racconto.
Sembrava assorto nei pensieri, guardava in lontananza, ma nel frattempo non smetteva mai di toccarmi. Lo capivo, anch’io non ci riuscivo.
- Mi sono svegliato sulla spiaggia del lago Lyn, solo. Il corpo di Valentine era a qualche metro di distanza, era stato ferito a morte da una spada. Non capivo cos’era successo, ero stordito e confuso e non riuscivo a trovarti da nessuna parte. Faticavo persino ad alzarmi in piedi. Mi avvicinai al corpo di quello che per tanto tempo era stato mio padre e rimasi a fissarlo, finchè non sopraggiunsero Luke e tua madre insieme agli altri Shadowhunters.
- Stanno tutti bene? Non è morto nessuno vero?
- Non dei nostri amici, loro se la sono cavata perfettamente.
Sospirai per il sollievo, avevo temuto che fossero morti e invece stavano bene.
-  Iniziarono a tempestarmi di domande, ma io non sapevo cos’era successo. Alla fine scoprimmo che prima di morire Valentine era riuscito ad evocare l’angelo Raziel.
Trattenni il respiro, quel pazzo omicida era davvero riuscito ad evocare una creatura tanto potente? Ma se il suo desiderio era quello di dominare su tutti sterminando i nascosti perché eravamo ancora tutti vivi?
- So a cosa stai pensando Clary, ma non so darti la risposta che vuoi. So solo che l’angelo mi ha riportato in vita, evidentemente ha visto qualcosa di buono in me.
Gli accarezzai il viso.
- C’è molto più di qualcosa di buono in te Jace.
Mi sorrise.
- Ho scoperto che i miei veri genitori sono gli Herondale. Ma sinceramente mi interessava poco, l’unica cosa che volevo era ritrovarti.
- E ce l’hai fatta!
Annuì ma rimase comunque pensieroso.
- Si ma non in fretta come avrei voluto. I fratelli Silenti mi hanno visitato per capire come esattamente fossi tornato indietro dal regno dei morti. Il Conclave non voleva darmi il permesso di partire, in realtà a nessuno è stato accordato. Ti dirò la verità Clary, nessuno aveva intenzione di venirti a cercare, genitori e amici esclusi ovviamente.
- Nessuno?
Negò con il capo.
- Valentine su molte cose aveva ragione, il Conclave è un organo troppo antico e razzista, hanno visto la tua scomparsa come una manna dal cielo, l’ultima figlia dei Morgensten non c’è più e non potrà più creare problemi.
Creare problemi? Se non era per me non avrebbero mai avuto la runa dell’alleanza, io li avevo resi più forti e questo era il ringraziamento? Lo sapevo che nessuno mi voleva a Idris, avevo visto come mi additavano o screditavano. Sentivo benissimo i loro bisbigli “ la figlia di Valentine”, l’avevano detto talmente tante volte e con così tanto disprezzo che alla fine era ovvio che nessuno mi volesse davvero con loro. Poco importava se possedevo un dono utile. Alla fine erano loro a perderci. Io avevo degli amici e un ragazzo a cui importava davvero di me, sarei rimasta con la mia famiglia e non avrei più messo piede ad Alicante, ma tu guarda! Una fa del bene e si ritrova presa a calci nel sedere, metaforicamente parlando si intende.
- Sono fuggito di nascosto e ho usato un incantesimo localizzante per trovarti. Ci ho messo un bel po’ ma alla fine ci sono riuscito.
- Quindi tu sai come tornare a casa vero? Perché io non ho la minima idea di dove siamo. Prima di scappare ho strappato un po’ di cartine a caso, ma lo sai anche tu che il mio senso dell’orientamento è praticamente inesistente.
- Fammi vedere cosa hai preso.
Gli porsi le cartine e iniziò a ridere di gusto. Cos’avevano che non andavano? Gonfiai le guance indispettita, non la smetteva più e mi stava davvero infastidendo.
- Si può sapere cos’hai da ridere?
Si asciugò le lacrime sotto agli occhi ( che esagerato!).
- Scusa, è che hai preso delle mappe totalmente inutili e tra l’altro sono vecchissime Clary, come pensavi di poterti orientare in questo modo?
- Ma che ne sapevo scusa? Non è che Jonathan mi abbia lasciato tutti questi indizi, ho preso quello che mi sembrava più utile.
- Certo, se volevi finire in un burrone o peggio ancora in un’area popolata solo di demoni ti saranno sicuramente state utili. Tra l’altro questa cartina – e mi fece vedere il foglio a cui si riferiva – parla di un territorio demoniaco, pensavi di farci una visitina?
E riprese a ridere così tanto che per dispetto gli lanciai delle foglie in bocca. Si zittì di colpo ( pura soddisfazione la mia mettere a tacere Jace) e prese a sputacchiare per liberarsi la bocca. Com’era possibile che sembrasse così aggraziato anche quando sputava saliva ovunque? Questo era ingiusto verso noi povere ragazze.
Finalmente libero dalla mia trappola vegetale mi guardò con uno strano luccichio negli occhi, per un momento mi sembrarono strani ma era sicuramente solo una mia impressione.
- Vuoi giocare Fray?
Mi restituì il colpo e mi ritrovai i capelli ( già meravigliosi di per sé) completamente pieni di terra e foglie. Imprecai mentre cercavo di risolvere quel macello, mentre il signorino se la rideva ancora.
Il sole stava già calando e io non avevo ancora mangiato nulla.
Jace si alzò in piedi e mi prese per mano.
- Vieni, prima ho visto una caverna. Di notte non è prudente viaggiare per le foreste, sono piene di nascosti e di demoni e tu non sei in grado di combattere nel caso venissimo attaccati, meglio cercare un riparo.
Non obiettai, aveva ragione come sempre e fiduciosa non potei che seguirlo ovunque mi portasse.
Alla fine la caverna si rivelò più vicina del previsto, anche se conoscendomi non l’avrei vista nemmeno se ci fossi caduta dentro per sbaglio. Non accendemmo il fuoco per evitare che il fumo rivelasse la nostra posizione, non avevo idea se Jonathan fosse già al corrente della mia fuga e non volevamo rischiare.
I morsi della fame però mi stavano uccidendo, il mio stomaco non faceva altro che brontolare e Jace, sentendolo, trattenne a stento un’altra risata e tirò fuori dal giubbotto una tavoletta di cioccolata che presi a divorare in tempo record.
Dovevo accontentarmi per il momento, almeno finché non fossi tornata a casa, poi ci avrei dato dentro con tutte le schifezza più inimmaginabili del mondo.
Mi sedetti vicino al meraviglioso ragazzo biondo, anche solo per sentire il calore del suo corpo vicino al mio. Lui mi strinse a sé, il mio cuore batteva all’impazzata come sempre, quando ero con lui.
Si chinò per baciarmi e io gli andai incontro. Non fu uno semplice sfiorarsi di labbra, ma un vero e proprio divorarsi. Non riuscivamo a staccarci l’uno dall’altra. La mia bocca cercava la sua per rendere quel bacio infinito. Le mie mani vagavano sul suo corpo e lui ricambiava le carezze. Passava il tempo e diventavamo più arditi. Non mi interessava se Jonathan poteva comparire da un momento all’altro, non mi importavano i rischi, l’unica cosa certa era che volevo vivermi appieno questo istante.
Jace si staccò da me con il fiatone.
- Clary fermati. Se fai così non riuscirò a trattenermi ancora per molto.
Lo guardai, gli sfiorai quel viso che tanto amavo.
- Non voglio fermarmi.
Lo vidi inspirare, come se la notizia l’avesse stupito.
- Tu vuoi …
Annuii.
- Tu no?
- Io no?? Lo sentii come ti desidero?
Premette il suo corpo contro il mio facendomi sentire quanto fosse eccitato.
- Se ora non mi fermi Clary ti prenderò, qui, in questa caverna. Farò tutto quello che ho sempre sognato da quando ti ho conosciuta, ma se tu non vuoi allora fermami ora.
Negai con il capo.
- Voglio tutto questo, voglio te. Ho creduto di averti perso e ora che sei qui con me, vivo, voglio stare con te. Voglio sentirti per davvero.
Si chinò a baciarmi dolcemente, ci spogliammo a vicenda, esplorai il suo corpo imparando a conoscerlo. Lui mi trattava come se fossi preziosa. Baciava e vezzeggiava ogni punto di pelle e finalmente, quando lo sentii entrare dentro di me, mi sentii completa per la prima volta da tempo, unita con Jace, il mio vero amore.





I raggi del sole mi svegliarono dal mio sonno. Mi stiracchiai e sentii il mio corpo indolenzito in punti che nemmeno sapevo di avere. Mi girai su un fianco, scivolando fra le braccia di Jace. Il mio ragazzo dormiva ancora, il sole metteva in risalto i suoi capelli biondi e la sua carnagione. Possibile che un ragazzo potesse essere tanto bello? Madre natura a volte era proprio ingiusta. Se potessi guardarmi allo specchio di sicuro avrei visto i miei occhi a forma di cuoricino.
Questa notte era stata eccezionale. Avevo sentito tante storie sulla prima volta, a volte tragiche, altre fin troppo esaustive ma niente mi avrebbe preparato a quello che era successo realmente. Non mi ero mai sentita così bene, mi ero donata alla persona che amavo ed ero ricambiata. Sapevo che Jace aveva avuto altre esperienze ( e dentro di me rosicavo da morire), ma cavolo se era stato incredibile. Non che avessi altri termini di paragone, ma mi era piaciuto da morire. Era stato bellissimo, aveva voluto cose dal mio corpo … che arrossii al solo pensiero.
Lo sentii mugugnare nel sonno per poi aprire gli occhi.
Appena mi vide sorrise tutto contento.
- Ciao
- Ciao
Mi baciò facendomi impazzire come solo lui sapeva fare.
Si tirò su appoggiandosi con la schiena sulla parete della caverna e mi fece mettere a cavalcioni su di lui. Arrossii imbarazzata quando sentii quel … coso più che sveglio.
Jace rise e mi strinse più vicino.
- Imbarazzata? Eppure stanotte mi sembravi piuttosto audace.
- Non prendermi in giro è diverso!
- Cosa sarebbe diverso?
Quelle sue maledette mani tentatrici mi accarezzavano in un modo che dovrebbe essere illegale. Mi baciò di nuovo e mi sciolsi come burro al sole. Lo sentii alzarmi leggermente e capii che stava cercando di rientrare dentro di me. Quando lo sentii scivolare dentro di me non potei far altro che gemere dal piacere.
- Ti sembra diverso Clary?
- Non puoi stare zitto e basta?
Rise mentre ormai con i suoi movimenti mi stava facendo impazzire, le mie mani graffiavano la sua schiena.
- Come la signora comanda.
Che soldatino ubbidiente, si impegnò sul serio per farmi impazzire! Quando raggiungemmo l’apice mi accasciai su di lui che mi abbracciò dolcemente.
Presi ad accarezzargli dolcemente la schiena, sotto le mie mani sentivo i rilievi causati dalle cicatrici, non mi ricordavo che Jace ne avesse.
- Posso farti una domanda?
- Sentiamo
- Come mai hai delle cicatrici sulla schiena?
Lo sentii irrigidirsi, cosa avevo detto di così strano?
- E’ stato Valentine, uno dei suo originali metodi per punirmi da bambino.
- Oh Jace mi dispiace.
- E perché? – mi baciò di nuovo – non sei mica stata tu a frustarmi, anche se, immaginarti nuda sopra di me con una frusta è un’idea allettante tu che dici?
- Maniaco!
Mi fece alzare e si rimise in piedi, distolsi lo sguardo imbarazzata. Lo so che avevamo condiviso una certa intimità ma mi faceva ancora impressione! Ovviamente quel vanesio del mio ragazzo non poteva che gongolare per il mio rossore, a volte è dura stare con qualcuno che si reputa così bello. Si rivestì velocemente, cosa che iniziai a fare anche io.
- Vado a cercare qualcosa da mangiare, tu stai qui va bene? Torno subito.
Mi diede un altro bacio e lo vidi uscire fuori dalla caverna. Attesi il suo ritorno, nel frattempo cercai di dare una sistemata ai capelli. Jace ci aveva giocato per tutta la notte, gli piacevano, me lo aveva sussurrato all’orecchio più di una volta, a volte invece mi chiamava mia bellissima. Sospirai al solo ricordo, ero proprio innamorata persa!
Dopo un po’ di tempo il ragazzo biondo più affascinante di tutti i tempi ( giudizio puramente di parte) rientrò portando con sé vari tipi di frutta.
- Guarda ho trovato anche dei lamponi, so che ti piacciono.
- Li adoro, ma come fai a saperlo?
- Me lo hai detto tu.
Lo guardai pensierosa, quando mai avevo detto a Jace che mi piaceva questo frutto? Dai Clary stai diventando paranoica, semplicemente non te lo ricordi.
Presi a mangiare con gusto, peccato non ci fosse del caffè, allora sì che la giornata sarebbe partita nel migliore dei modi.
- Quando ripartiamo Jace?
- Non ho nessuna intenzione di camminare oggi.
Cosa? Si era ammattito?
- Come no? E come ci torniamo a casa? Non vorrai mica rimanere qui ancora a lungo no?!
- Solo per oggi che ne dici? Una breve vacanza solo io e te, senza scocciatori alcuni.
- Ma se Jonathan ci trova?
- Non ci troverà. Ti fidi di me?
- Certo ma …
- Nessun ma Clarissa e poi per tornare a casa useremo questo.
Mi mostrò lo stilo attaccato alla sua cintura, bene avrei aperto un portale, niente cartine da seguire e nessuna camminata sfiancante. Però perché Jace mi aveva chiamato Clarissa? Non lo faceva quasi mai o al limite quando era arrabbiato da morire con me. Mi vennero i brividi, sentivo che qualcosa non andava. Iniziavo forse a percepire la presenza di Jonathan? Era nella foresta?
Jace vide il mio turbamento e mi chiese cosa avevo ma non dissi niente, non volevo farlo preoccupare.
Rimanemmo ancora nella grotta, l’idea di una piccola vacanza privata non mi dispiaceva affatto, anche se quel senso di pericolo non voleva proprio andarsene.
Il mio ragazzo mi coccolava, mi baciava, parlava con me tranquillamente di cose che non avevo idea gli interessassero. Era bello stare così in pace.
Per pranzo dovemmo accontentarci ancora della frutta, di certo non mi sarei messa a mangiare nessun piccolo coniglietto spaurito, tantomeno crudo!
Poi capii.
Nel pomeriggio, dopo che passavamo il tempo a baciarci, qualcosa nei suoi occhi mi colpì. Una leggera sfumatura nera iniziava a coprire il color ambra. Un nero a me ben famigliare. Anche i suoi capelli stavano iniziando a schiarirsi e a diventare leggermente più corti. Mi staccai da lui di colpo alzandomi in piedi e allontanandomi quanto più possibile.
- Qualcosa non va Clary?
Oddio come avevo fatto a essere così stupida? Come? Ormai il ragazzo davanti a me stava assumendo le sue vere sembianze.
- Ma guarda! L’incantesimo illusorio è svanito. Piaciuta la sorpresa sorellina?
Non volevo crederci, mi sentii male al solo pensiero di quello che avevo fatto. Ero stata ingannata come una stupida! Mi ero lasciata illudere così facilmente e … mi venne un conato di vomito al solo pensarci … avevo fatto l’amore con mio fratello. Sì l’amore non sesso!
- Come hai potuto farmi questo? Mi hai fatto credere che Jace fosse vivo! Ti sei approfittato di me!
- Ah no! Se ben ricordi tesoro, io mi volevo fermare, sei stata tu a volerti concedere così alla leggera.
- Pensavo fossi Jace!
- E invece ero io! Sai un po’ mi ha fatto arrabbiare il modo in cui ti sei concessa. Per fortuna l’unico beneficiante sono stato io.
Iniziò ad avvicinarsi a me lentamente, mentre ormai io ero bloccata alle spalle dalla roccia.
- Non ti avvicinare mostro.
- Mostro? – sorrise perfido – eppure ti piaceva farti toccare da questo mostro. I graffi sulla mia schiena possono confermarlo.
- Non graffiavo te! Non eri tu!
- E invece sì. Pensavi che ti avrei lasciato andare via così? C’è un incantesimo sulla villa. Ho scoperto subito che eri fuggita e per fortuna non ero particolarmente distante. Sola nel bosco, una facile preda per uno come me, che questi territori li conosco a menadito. E’ bastato un semplice incantesimo e ti sei gettata spontaneamente fra le mie braccia.
- Non l’avrei mai fatto se l’avessi saputo! Dovevo capirlo che eri tu! Le cicatrici sulla schiena, la storia dei lamponi, quello strano sguardo che facevi ogni tanto.
- Eppure hai voluto crederci lo stesso e guarda come è finita.
Ormai mi aveva raggiunto bloccando ogni mio tentativo di fuga.
- Abbiamo fatto l’amore Clary, questo non ha significato niente per te?
- Non era con te che lo stavo facendo!
- Ero io! Era a me che chiedevi di darti di più, di prenderti. Io ti ho dato piacere non Jace! Puoi illuderti come meglio credi ma è me che hai desiderato. Sono state le miei carezze a darti piacere. Hai fatto tutto quello che ti ho chiesto, mi hai dato completamente accesso al tuo corpo, hai fatto tutto tu sorellina, io non ti ho costretto a fare niente.
Era vero, era tutto maledettamente vero. L’avevo chiesto io, e questo rendeva tutto più difficile da accettare. Non potevo dire che non mi fosse piaciuto, perché in verità avevo adorato ogni singolo istante, ogni singolo momento.
Cercai di allontanarlo, non poteva finire davvero così. Lui mi afferrò i polsi, ma nella foga lo colpii con una ginocchiata all’inguine. Si piegò dolorante e io ne approfittai per allontanarmi. Cercai di uscire dalla grotta ma lui mi buttò a terra. Non riuscivo a scappare. Tentai di dargli un altro calcio ma questa volta mi bloccò. Non avevo niente con cui difendermi. Pugni e calci su di lui non avevano effetto. Con una mano riuscii ad afferrare un sasso lì vicino e glielo calai con forza in testa, ormai stavo diventando un’esperta. Per un momento cadde a terra dolorante, un rivolo di sangue che gli colava dalla fronte, una ferita che sotto i miei occhi stava già guarendo. Non potevo aspettare ancora, presi lo stilo dalla sua cintura e iniziai a disegnare velocemente un portale. Jonathan stava iniziando a rialzarsi ma ormai era troppo tardi. Mi gettai nel varco e l’ultima cosa che vidi fu mio fratello che cercava di raggiungermi.

 

Quando riaprii gli occhi non riuscii a trattenere le lacrime per la gioia. Finalmente a New York, finalmente a casa.




ANGOLINO DI MARLOWE
 

Salve gente! Lo so cosa state pensando, oggi non è sabato, perché questa pazza sadica svitata ( tutti aggettivi incantevoli che ultimamente mi rifilate) aggiorna? Semplice, il mio capo ha pensato di far rientrare solo e unicamente me in tutta l’azienda dalle ferie. Bello eh? No … una noia mortaleeeeeeee! Ho pulito ogni singola superficie esistente ( presa dalla depressione una fa anche questo, contando poi che il primo giorno era una magnifica giornata di sole … avete capito!), quindi adesso, sola e annoiata (anche se ora sono fuori dall'orario di lavoro) ho pensato di aggiornare con un giorno di anticipo, vi dispiace?
Visto il trucco??? Jace non era Jace! Io l’avevo detto che era morto ma voi pensate sempre il peggio! Quando dico una cosa di solito è quella fidatevi. Il caro Jonathan si è dato da fare, povero lui, è vero non l’ha costretta ma non è che si sia fatto molti problemi vero? Ma lo adoriamo anche per questo.
Aspetto come sempre di sapere cosa ne pensate.
Kiss
Mar

 

 

  
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