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Autore: melhopes    30/08/2014    5 recensioni
“E se non dovessi incontrarla di nuovo?”
“Senza volerlo, vi siete incontrati tre volte. Accadrà di nuovo e, quella volta, le parlerai”
“Me lo assicuri?”
“Dovessimo andare in capo al mondo, Harry”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Fourth house. 

Guardo il sole sorgere dalla finestra della nostra camera, seduto su una poltroncina. Silenzio assoluto. Eccezion fatta per i brevi istanti in cui Niall emette qualche suono nel sonno.
 
Tutto questa tranquillità contrasta la mia ansia interiore. Ormai è il terzo giorno e mancano appena una decina di case. Quattro, per me.
 
In quale di quelle si nasconde? Sarà la prima? La terza? Toccherà a Liam o Niall scovarla? O dovrò aspettare fino all’ultimo?
 
Se così fosse, poi, sarebbe una vittoria amara. Trovarla solo per dirle “ciao”. Al massimo potrei passare un paio d’ore in sua compagnia nel caso in cui fosse presto e lei mi concedesse il suo tempo. In teoria, dovrebbe badare a Julia.
 
Perché dev’essere l’ultima? Ho la sensazione che ci siano delle forze oscure che stiano tramando alle mie spalle, impedendomi di stare con lei.
 
Vogliono che io la veda una volta all’anno, per caso? Era okay quando non avevo idea di cosa mi stessi perdendo; di quando non conoscevo il suono melodioso della sua voce pronunciare il mio nome. Adesso, però, è incredibilmente straziante.
 
Le sono stato distante per un mese. Un lungo, interminabile, distruttivo mese. Non ne sopporterei altri undici. Non di questa intensità. Non ora che so dove cercarla e posso farlo accadere.
 
L’alba è un fenomeno così bello. Toglie il fiato. Proprio come il suo sorriso.
 
Sospiro. Non riesco a fare a meno di paragonare tutto a lei; di scrivere frasi sdolcinate per lei. Sto diventando un tantino patetico. Disperato a livelli estremi, aggiungerei.
 
Lancio un’occhiata a Niall e Liam ancora a letto. Chissà  come fanno a sopportarmi. Chissà cosa li spinge ad aiutarmi. Devono essere quasi più folli di me a “combattere” per una causa che non li riguarda in prima persona. Forse, però, è solo quello che fanno gli amici. Quelli veri, almeno.
 
Ed io sono fortunato perché so quanto Liam, Niall, Louis e Zayn siano veri. Anche se questi ultimi non sono con noi. Ovviamente non hanno potuto fare altrimenti.
 
Il cellulare vibra nella mia tasca. Lo afferro al volo. E’ un messaggio di Louis. Così presto? E’ strano. Forse è arrivato in ritardo di qualche ora per via delle compagnie telefoniche.
 
Lo apro e mi rendo conto che l’orario corrisponde a quello attuale. Non ci sono errori. Mi chiede come stiano andando le cose perché non riesce a dormire visto che è in pensiero per noi. Sorrido. Scrivo velocemente una risposta e quasi lo obbligo a chiudere gli occhi e ad occuparsi di “noi” in un secondo momento.
 
Deve dormire, a differenza mia. Non so nemmeno da quanto tempo sono sveglio. Forse, non ho proprio chiuso occhio. Non riesco a ricordarlo.
 
Ripongo il telefono senza sapere cosa fare. E’ troppo presto per buttarli giù dal letto e, anche volendo, per riprendere le ricerche da solo.
 
Mi alzo e, trascinando i piedi, mi butto a peso morto sul letto, facendo attenzione a non far troppo rumore. Fisso il soffitto con i piedi che penzolano e le mani intrecciate sulla pancia.
 
 
 
 
 
 
 
<< Buongiorno >> la voce impastata di Niall mi fa sobbalzare.
 
Giro il viso dalla sua parte. << Buongiorno >> ricambio, squillante.
 
Ha un occhio aperto appena e l’altro ancora affondato nel cuscino. Credo non sia un risveglio facile per lui.
 
<< Sei sveglio da molto? >> si informa.
 
Mi stringo nelle spalle. << Dipende da che ore sono >>
 
<< Liam? >>
 
<< Nel suo letto >> torno a fissare il soffitto.
 
Di sottecchi lo vedo girarsi goffamente sull’altro fianco per trovarsi faccia a faccia con Liam.
 
<< Mi chiedo come mai non sia già in giro per la stanza a saltellare e ad urlarci di sbrigarci >> commenta.
 
<< Forse è stanco >> constato.
 
<< E tu? >> mi chiede, mettendosi a sedere.
 
La domanda è più premurosa e profonda di quanto appare. Lo so, perché lo conosco.
 
<< Sto cominciando a perdere la speranza >> ammetto.
 
<< Non puoi dirmi una cosa del genere appena sveglio, mi rovini l’umore >> bofonchia Liam.
 
La cosa mi sorprende. << E’ sveglio? >> sussurro a Niall, guardandolo dal basso.
 
Il biondino, per tutta risposta, posa lo sguardo sull’amico.
 
<< Sì che sono sveglio e, tra l’altro, ti sento >> risponde.
 
<< Scusa >> pronuncio a voce alta.
 
Grugnisce e immagino stia cercando di svegliarsi del tutto. E’ una versione di Liam che mi era mancata negli ultimi tempi.
 
<< Che ore sono? >> chiede poi.
 
<< Ora di fare colazione. Il mio stomaco reclama >> risponde Niall.
 
Sorrido per il tono che ha usato.  
 
<< Okay, mi vesto >> dichiara Liam.
 
Per la prima volta da quando ha aperto bocca, decido di alzare un po’ la testa per poterlo vedere. In fondo, è strano conversare con qualcuno senza guardarlo.
 
Si è alzato e si dirige verso il bagno. Lo osservo aprire la porta e sparire all’interno. Nessun rumore. Deve averla lasciata aperta. Come sempre.
 
<< Immagino di dovermi dare una mossa anch’io >> proferisce Niall tra sé e sé guardandosi intorno.
 
<< Andiamo giù o fuori? >> domando, ributtandomi giù.  
 
Non che la cosa mi importi, è solo per fare conversazione. Solo per non sentire il rumore dei miei pensieri autodistruttivi.
 
Intreccio le mani dietro la nuca.
 
<< Per me è uguale… Niall? >> chiede Liam, dal bagno.
 
<< Possiamo fare anche entrambi, se preferite >> scherza e si alza in piedi sul letto, liberandosi nel suo personale modo delle coperte.
 
Raggiunge Liam e immagino solo come possano gestire la condivisione del bagno. Non è facile per nessuno dei due, conoscendoli. Hanno entrambi bisogno di molto spazio e non accettano compromessi. Ecco perché, quando siamo in tour, sono io a condividere. Mi adatto facilmente agli altri. Già. Forse, a dirla così è un po’ triste.  
 
Resto ad ascoltare i due aprire e chiudere l’acqua, spazzolare denti, usare sciacquone e quant’altro per quella che mi sembra un’eternità.
 
Mi manca così tanto. Avrei dovuto dormire. Solo per poterla sognare accanto a me.
 
<< Ah, adesso mi spieghi cosa c’è che non va >> pronuncia Liam.
 
Sento la sua voce più vicina. Alzo lo sguardo. E’ uscito dal bagno e si sta avvicinando alla valigia con la sua roba sdraiata sulla moquette.  
 
<< Non te ne fai scappare una, eh? >> scherzo.
 
Mi guarda con finto rimprovero per aver raggirato la sua richiesta di chiarimenti. Accenno un sorriso.
 
<< Abbiamo controllato venti case, ormai. Non ho la mia  solita sensazione. Ho solo l’impressione di essere nel posto sbagliato >> esterno, evitando di guardarlo.
 
<< Infatti non è qui che dobbiamo cercare oggi >> risponde, cercando di sollevarmi il morale.
 
<< E se non fosse in nessuna delle dieci case di oggi? E se dovessimo partire senza aver concluso nulla? >>
 
Il soffitto non è mai stato così interessante.
 
<< Harry… >> inizia  e sembra in difficoltà.
 
Gli lancio un’occhiata veloce. Non credo sappia cosa replicare. Mi dispiace vederlo in questo modo. Non vorrei metterlo in questa posizione. Cerco solo di esternare cosa provo.
 
Niall lo affianca, gli dà un colpetto sulla spalla e mormora: << Ci penso io >>
 
Osservo il loro scambio di interazioni. Liam annuisce. Mi sento strano. Mi fanno sentire come un bambino. Malato. Qualcuno da passarsi come una patata bollente. In senso positivo, però. Sono eccessivamente premurosi. Non ho ancora capito se la cosa mi dispiace o meno.
 
Niall si avvicina e si siede sul letto accanto a me. Certo stia per dirmi qualcosa, libero le mani e le porto lungo il busto. Mi sollevo sui gomiti e lo guardo, in attesa.
 
<< Ricordi quello che ti ho detto l’anno scorso? >> chiede.
 
Inarco un sopracciglio. E’ un po’ vago.
 
<< Dopo il concerto di Parigi >> precisa.
 
Sembra un colpo basso. Toccare i ricordi che custodisco più gelosamente degli altri.
 
Annuisco. << Mi hai detto che l’avrei rivista >>
 
<< E che le avresti parlato >> mi ricorda.
 
Ho un lieve sussulto. A pensarci adesso è assurdo come le sue parole si siano effettivamente avverate.
 
Annuisco. << Ed è successo >>
 
<< Già. Ti avevo anche assicurato saremmo andati anche in campo al mondo se fosse stato necessario >>
 
Non so esattamente cosa rispondere. Qual è il punto di questa conversazione? Vuole arrivare da qualche parte o vuole solo farmi notare di aver fatto passi avanti rispetto alla scorsa volta?
 
<< E’ quello che stiamo facendo adesso. Possiamo essere solo agli inizi o già alla fine ma, quello che posso assicurarti, è che ne varrà la pena >> continua.
 
Rimango a fissarlo quasi estasiato.
 
<< Questo mondo non ha abbastanza potere per tenervi lontani >> aggiunge Liam.
 
La sua frase mi colpisce. Mi ricorda la mia metafora sulla calamita e il ferro. E’ molto dolce.
 
<< Mi farete arrossire >> commento, cercando di rendere il momento meno smielato.
 
Non so perché ma oggi mi imbarazza la sola idea.
 
 
   
 
 
 
 
 
 
Sono a dieci metri dall’ultima casa. Devo imboccare l’ennesimo vialetto. Sono più nervoso che mai. La mia ultima speranza è riposta in quello che si cela oltre quella porta.
 
Il telefono prende a strombazzare nella tasca. Perché ho voluto mettere la suoneria? Prima di ignorarlo, ricordo potrebbe trattarsi di Liam o Niall. Persone con delle risposte.
 
Rispondo senza controllare.
 
<< Hey >> si sente quanto io sia teso.
 
<< Brutte notizie >> afferma semplicemente Liam, dispiaciuto.
 
Stranamente, non mi aspettavo diversamente. << Okay >> rispondo.
 
<< Quanto ti manca? >> chiede Niall.
 
Deduco io sia in vivavoce o che si stiano passando il cellulare per avere ognuno la propria porzione.
 
<< Ultima casa, amico >>
 
<< Oh-oh. Non è una buona cosa >> commenta Liam.
 
<< No, non lo è >> concorda Niall.
 
<< Perché? >> domando, stranito.
 
<< Hai detto “amico”. Ti esce solo quando sei tremendamente nervoso >> mi fa notare.
 
<< Non rovinare tutto >> aggiunge l’altro.
 
Alzo gli occhi al cielo. << Oh, come se dipendesse da me! >>
 
Bisbigliano tra loro. Non riesco a capire una parola. Prima che possa chiedere cosa succede, mi liquidano.
 
Adesso ci sono solo io. E questo vialetto. Prendo un bel respiro e lo percorro, nonostante sembri infinito.
 
Busso alla porta e resto in attesa. Comincio a contare i secondi. Tre, quattro, cinque. Avrò bussato per bene? Sette, otto, nove.
 
La porta si apre parzialmente. Una donna. Dall’abbigliamento sembra una domestica o qualcosa di simile.
 
<< Guten Abend >> pronuncia, quasi curiosa.
 
Il nervosismo si affievolisce. Lascia posto ad altro. Una strana sensazione mi attraversa, adesso. << Posso rubarle un minuto? >> chiedo.
 
Annuisce e spalanca la porta. Riesco ad ammirare il lungo corridoio alle sue spalle.
 
<< Famiglia Weber, giusto? >> chiedo, per trovare un giusto appiglio.
 
<< Sì, ma i signori non sono in casa >>
 
Scuoto la testa. << Sto cercando una persona, una ragazza… >> mi blocco.
 
Una bambina bionda appare dietro la donna e si dirige verso il fondo del corridoio.       
 
  












SPAZIO AUTRICE: Heey! E' piuttosto tardi ma ho appena finito di scrivere il capitolo e, come sempre, ho deciso di postarlo immediatamente :)
Non voglio dire nulla al riguardo, lascio a voi i commenti. Spero solo che sia migliore dei precedenti e che, in qualche modo, possa piacervi.
 
Se dovessero mancare delle "a", fatemelo notare. La tastiera ha iniziato a fare un po' di capricci oggi quindi potrei averne saltate alcune e non voglio, ovviamente. 


Per tutto il resto, se siete interessati a rimanere aggiornati (?), se volete vedere le foto che riguardano la storia e cose del genere, passate in pagina :)
Vi voglio bene :) x
  
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