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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    21/09/2008    2 recensioni
"La notte era calata su Suna. Era stata una giornata molto pesante per tutti. I ninja erano tornati quella mattina, all’alba, riportando il Kazekage sano e salvo al villaggio, accompagnati dalle due squadre di Konoha che erano giunte in loro aiuto. Conducendo con sé pure il cadavere della vecchia Chiyo, che aveva salvato il giovanissimo Gaara. Nella grande residenza al centro del villaggio non si udiva un solo rumore. Nel grande salone, illuminato da una pallida luce proveniente dalle lanterne sul soffitto, la giovane Temari sedeva su una leggera poltroncina di bambù. Attendeva." Piccola shot dedicata a tre fratelli che il destino ha reso estranei, e che ora il destino ha riunito. Questa volta, la fic è dedicata a SANA4EVER per lo speciale regalo di compleanno, troppo bella la shot!!! GRAZIE MILLE!!! TI VOGLIO BENE!!! UN BACIONE A TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO, E GRAZIE A TUTTI PER GLI AUGURI!! SHUN
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Fic

TI VOGLIO BENE, FRATELLINO…

La notte era calata su Suna.

Era stata una giornata molto pesante per tutti.

I ninja erano tornati quella mattina, all’alba, riportando il Kazekage sano e salvo al villaggio, accompagnati dalle due squadre di Konoha che erano giunte in loro aiuto.

Conducendo con sé pure il cadavere della vecchia Chiyo, che aveva salvato il giovanissimo Gaara.

Nella grande residenza al centro del villaggio non si udiva un solo rumore.

Nel grande salone, illuminato da una pallida luce proveniente dalle lanterne sul soffitto, la giovane Temari sedeva su una leggera poltroncina di bambù.

Attendeva.

Improvvisamente, una porta si aprì, e ne uscì Kankuro.

Aveva smesso gli abiti ninja, e indossava una leggera tunica di lino bianco.

La bionda jonin si alzò subito in piedi: “Come sta?” chiese lei, con tono quasi ansioso, “Meglio… Adesso s’è addormentato. Ho ricontrollato le ferite, ma stanno guarendo.” rispose il ragazzo, sedendosi su una delle poltroncine e sfregandosi gli occhi stanchi.

La ragazza gli si sedette di fronte, sospirando: “Meglio così… Domattina starà meglio, almeno.” affermò la giovane, abbandonandosi sullo schienale.

Passarono alcuni istanti di silenzio profondo.

“Tu, come stai?”.

La domanda della bionda giunse inaspettata alle orecchie del fratello, che alzò la testa stupito: “Eh?” interloquì, sicuro di aver capito male, raramente Temari si preoccupava per gli altri, “Ti ho chiesto come stai..” ripeté lei, lo sguardo stravolto, “Non mi lamento… Mi son spaventato parecchio però… Ho avuto paura di non poterlo più rivedere.” ammise il marionettista, fissando negli occhi verdi della sorella maggiore.

Altro lungo tempo di silenzi.

Entrambi sapevano quello che stava pensando l’altro.

“è passato tanto tempo, eh?” affermò Kankuro, rompendo il silenzio, “Già… Non avrei mai avuto il coraggio di eseguire gi ordini di nostro padre. Anche se era il Kazekage… Non avrei mai potuto uccidere mio fratello, nostro fratello.” ammise con un leggero sorriso la bionda.

“Lo so… Neppure io ci sarei riuscito. Dopotutto, Gaara-kun era nostro fratello, e non aveva deciso lui di diventare un mostro… Come Naruto.” disse Kankuro, chinando il capo, “Non avevano scelto loro di venir additati come mostri. Temari, abbiamo sbagliato tutto in questi anni, avremmo dovuto stargli più vicino, non lasciarlo solo.” soffiò il moro, “Lo so, abbiamo sbagliato, ma ora possiamo rimediare, no?” cercò di sorridere la ragazza.

Rimediare.

Che parola grossa.

Come si poteva rimediare a sedici anni di silenzi e incomprensioni?

A sedici anni di affetto negato?

“Siamo stati degli stupidi…” ammise la biondina, avvicinando la poltrona a quella su cui era seduto il fratello, “Eravamo una famiglia, ma abbiamo passato gli ultimi anni a farci  la guerra, seguendo gli ordini di un uomo senza cuore, che non aveva esitato a sacrificare uno dei suoi figli… Avremmo dovuto proteggere Gaara, ma non lo abbiamo fatto… Mi fa male dirlo, ma i veri mostri siamo noi, che avremmo dovuto voler bene a nostro fratello e difenderlo, ma lo abbiamo solo circondato di odio, e di paura… Forse, se gli avessimo voluto più bene, non sarebbe mai diventato quello che è stato…” singhiozzò lievemente la jonin, nascondendo il viso tra le mani.

Improvvisamente, un cigolio fece trasalire i due ragazzi.

Nel cono d’ombra della porta aperta, comparve una figura spaventosamente magra, avvolta in una tunica di lino, come i due ninja, dallo sguardo confuso.

La figuretta mosse qualche passo incerto e barcollante verso di loro.

“Gaara, che ci fai in piedi? Ti abbiamo svegliato?” chiese preoccupata Temari, alzandosi in piedi.

Il rosso fece appena in tempo a scuotere la testa in segno di diniego, che cominciò a barcollare; fu preso al volo, prima di cadere rovinosamente a terra, da Kankuro: “Gaara!” esclamò il ragazzo, prendendolo delicatamente in braccio, portandolo sino alle poltroncine.

Lo adagiò piano, sotto lo sguardo preoccupato di Temari.

Gli passò una mano sulla fronte.

Era calda.

Il ragazzino, a quel contatto, spalancò gli occhioni color acquamarina, puntandoli sul fratello: “Gaara! Stai bene?” chiese molto inquieto il marionettista.

“Hai la febbre, perché ti sei alzato?” s’intromise Temari, “Se avessi avuto bisogno di qualcosa, saremmo venuti noi, bastava chiamare. Devi riposare.” proseguì lei, aiutandolo a mettersi seduto.

“Mi sono svegliato, e vi ho sentito parlare… Non capivo perché foste ancora in piedi.” spiegò il ragazzo, con sguardo triste, “Ero preoccupato.” ammise.

I due maggiori si guardarono.

“Non è successo nulla, stavamo solo parlando e non ci siamo accorti dello scorrere del tempo. Forza, ti riporto in camera, fino a che non sarai guarito, da lì non esci!” esclamò il maggiore, caricandoselo in braccio, senza permettergli di protestare.

I tre di Suna raggiunsero la camera del minore, immersa nella penombra.

Kankuro poggiò delicatamente il fratellino sul letto, coprendolo accuratamente con le lenzuola.

Poi, quando il ragazzino cominciò a scivolare nuovamente tra le braccia di Morfeo, per la prima volta nella sua vita, il marionettista fece una leggera carezza sulla pallida fronte del rosso: “Dormi bene.. Ti voglio bene, fratellino…” sussurrò, per poi uscire dalla stanza.

Non visto da nessuno, Gaara sorrise.

SALVE!!!

SHUN IS BACK!!!

Dopo aver visto la versione anime della puntata di Naruto in cui Gaara torna in vita, ho voluto creare una piccola shot sui tre di Suna.

E una dedica speciale.

Questa volta, la fic è dedicata a SANA4EVER per lo speciale regalo di compleanno, troppo bella la shot!!!

GRAZIE MILLE!!!

TI VOGLIO BENE!!!

UN BACIONE A TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO, E GRAZIE A TUTTI PER GLI AUGURI!!

SHUN

 

   
 
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