Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Simpaleo    30/08/2014    2 recensioni
Dopo 15 anni di prigionia Hans Westergaard riesce ad evadere dal carcere di massima sicurezza in cui era rinchiuso, ormai adulto è disposto a tutto per rifarsi una vita, ma per un brutto scherzo del destino si ritroverà nuovamente ad Arendelle, ad affrontare la Regina Elsa, ormai divenuta una donna forte e capace di controllare completamente la sua magia. Hans dovrà giocare al meglio le sue carte per restare in vita, questa volta non dovrà commettere alcun errore.
[Helsa; Hans x Elsa]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Come neve al sole

Capitolo 7

Elsa portò Anna nel suo studio, sicura che nessuno avrebbe potuto interromperla, doveva dirle la verità, qualsiasi sarebbe stato il suo prezzo, glielo doveva. La fece sedere sulla poltrona mentre lei spasticamente andava su e giù per la stanza e si torturava le labbra in cerca di qualcosa per sfogare la tensione. Anna la guardava preoccupata in attesa che la sorella parlasse, ma vedendola così agitata l’attesa divenne estenuante così fu lei a parlare per prima.
- Elsa, calmati, qualsiasi cosa tu mi debba dire risolveremo la cosa insieme – Disse affettuosamente capendo la difficoltà della Regina.
- Io… non so da dove iniziare – Si fermò guardandola con uno sguardo di disperazione.
Anna alzò le spalle e sorridendole le disse: - Dillo e basta, senza pensarci troppo -
La Regina si inginocchiò ai piedi della Principessa, le prese le mani e decise di seguire il suo consiglio: - Ho baciato Hans -
Il sorriso di Anna scomparve, sgranò gli occhi e poi l’unica cosa che si sentì nella stanza fu una fragorosa risata, talmente forte che Anna si cinse le braccia sulla pancia per il dolore e le lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi, solo dopo molto riuscì a dire tra una risata e l’altra: - Per poco non ci cascavo. Questa è stata bella –
Elsa ingoiò il groppo che aveva alla gola. Solo dopo alcuni minuti Anna smise di ridere e vedendo la faccia seria della sorella iniziò a temere il peggio.
- Perché tu stai scherzando non è vero? – Chiese la Principessa con un sorriso incerto. Ma non ebbe nessuna risposta e quel silenzio era ciò che temeva di più – Oh mio dio – Scattò in piedi sulla poltrona – Oh mio dio! – Ripetette urlando.
- Posso spiegarti… - Disse Elsa alzandosi.
- Che cosa ti ha fatto? Che maleficio ha usato? Oh, questa volta lo uccido con le mie stesse mani! – Scese dalla poltrona e si avviò verso la porta in cerca di vendetta.
- Anna aspetta! – La fermò per un braccio – È stato un mio sbaglio, lui non ha usato alcuna magia – Elsa avrebbe voluto tanto dirle che era opera di qualche maleficio, di qualche trucco, ma a quel punto doveva dirle tutta la verità.
- Perché… perché lo hai baciato? – Chiese non capendo.
- È stato solo un mio momento di debolezza, ero stanca, affaticata, ma stanne certa, non accadrà mai più –
- Elsa! – La richiamò Anna – Ti ho chiesto il perché! – Era la prima volta che la Regina vedeva la sorella così arrabbiata.
Dopo un attimo di esitazione abbassò lo sguardo e rispose: - Non lo so neanche io – Alla fine mentì, in cuor suo sapeva bene il perché, ma non lo avrebbe ammesso.
Anna rimase spiazzata poi la guardò in volto… un volto che le ricordava di quando erano bambine, di quando con tristezza le chiudeva in faccia la porta della sua camera; la tristezza del giorno dell’incoronazione, quanto tutti festeggiavano tranne lei; la tristezza della sua solitudine all’interno del castello di ghiaccio, dopo essere fuggita da chi l’accusava di essere una strega; la tristezza di chi per paura di essere giudicato mente a se stesso e agli altri; Anna un tempo non avrebbe capito, avrebbe pensato che si trattasse di un attimo di follia e avrebbe lasciato correre, ma con gli anni aveva imparato a conoscere bene la sorella maggiore, aveva imparato che dietro le sue fredde parole, dietro la sua rigidità e la sua compostezza c’era una donna fragile e in attesa di essere amata, un amore che una sorella non le avrebbe mai potuto dare. Anna si avvicinò e l’abbracciò, le aveva giurato che lei ci sarebbe stata sempre nei momenti di difficoltà, non poteva abbandonarla proprio ora, anche se in lei sentimenti di rabbia e dolore si mescolavano tra di loro. Elsa iniziò a piangere e tra le lacrime le chiese più volte il perdono, la Principessa avrebbe voluto dirle che non c’era nulla di cui scusarsi, che tutto si sarebbe sistemato, che non era colpa sua, ma non disse nulla, non arrivò nessun perdono; il ricordo di ciò che quindici anni fa aveva fatto Hans era ancora vivido in lei e il tempo non aveva avuto alcun effetto sull’odio che provava verso quell’uomo.
Ripresasi Elsa le raccontò della lettera del Re delle Isole del Sud e gli disse la decisione che avrebbe preso sperando in un appoggio della sorella, ma neanche quello arrivò mai.

Anna non raccontò nulla a Kristoff, a lui poteva dire tutto, ma questa volta la questione riguardava Elsa e non se la sentì di spiegargli cosa era successo e anche se mal volentieri l’uomo accettò la decisione della moglie.
La mattina Anna si recò fuori la stanza di Hans intenzionata a fare una bella chiacchierata con lui, ma fu bloccata da due guardie guardie.
- Vostra Altezza, non possiamo lasciarvi entrare, ordini della Regina – Disse una guardia sbarrandole la strada.
- Osate impedirmi di entrare in quella stanza? Non potete farlo! – Fece l’offesa, ma non ci fu verso di convincere gli uomini alla porta.
- Desolato, ordini della Regina –
Anna guardò i due con aria di sfida: - Bene! – Girò i tacchi e si allontanò. Sapeva che non poteva andare dalla sorella chiedendole di parlare con Hans, glielo avrebbe negato a tutti i costi
– A mali estremi, estremi rimedi – Si disse tra sé e sé.
Entrò nello studio di Istrid interrompendo la lezione della figlia, cosa molto gradita da quest’ultima.
- Signora Nielsen, mi dispiace interrompervi, ma ho una commissione urgente da fare con mia figlia, le dispiace se l’allontano dai suoi doveri per poco? – Chiese il più cordialmente possibile, la Signora Nielsen era stata anche la sua tutrice e le urla furiose della donna quando da piccola scappava dai suoi doveri erano ancora vivide nella sua mente.
- Vostra Altezza se proprio è urgente… – Rispose la tutrice, dando il permesso a Istrid di allontanarsi con la madre.
- Madre che commissione dobbiamo fare? – Chiese appena uscita dalla stanza.
Anna si guardò le spalle per assicurarsi che nessuno arrivasse - Ascoltami bene Istrid, questa è una missione! – Entrambe si guardarono con un sorriso complice.

Istrid iniziò a correre il più velocemente possibile lungo il corridoio, appena arrivò vicino alle guardie fece finta di cadere rovinosamente e iniziò una messa in scena melodrammatica, le guardie subito si avvicinarono per vedere se la Principessa si fosse fatta male.
- Principessa state bene? – Chiese uno dei due, ma come risposta la dodicenne si toccò il ginocchio e iniziò ad urlare e a lamentarsi.
- Forse dovremmo portala dal medico – Disse l’uomo più giovane.
- Non possiamo allontanarci dalla porta – Rispose incerto l’altro.
- Allora io la alzo e la porto in infermeria tu rimani di guardia – L’uomo si avvicinò per prenderla in braccio, ma appena la toccò la ragazzina iniziò ad urlare più forte.
- Deve essersi rotta qualcosa. Non possiamo rischiare di peggiorare la situazione, dobbiamo portarla insieme, tu la alzi e io le tengo ferma la gamba – L’altro acconsentì e i due si allontanarono con Istrid piagnucolante.
Appena le guardie svoltarono l’angolo comparve Anna che s’intrufolò velocemente nella camera di Hans.
- Ma che sorpresa… - Disse l’uomo appena la vide sbucare dalla porta – Ecco cosa era quel fracasso qui fuori -
La Principessa appena lo vide ebbe una strana sensazione, era cambiato parecchio dall’ultima volta che lo aveva visto e non era dovuto solo alla barba incolta che aveva sul viso o al suo fisico, c’era qualcosa nel suo sguardo che prima non aveva, qualcosa che aveva già visto, ma decise di lasciar perdere e andare dritto al dunque, doveva capire le intenzioni di Hans.
- Perché sei tornato ad Arendelle? – Furono la prima cosa che disse la donna.
- Un ciao sarebbe stato gradito – Rispose l’uomo, ma vedendo Anna con le braccia conserte e lo sguardo infastidito decise che non era il caso di stuzzicarla, aveva passato la notte sveglio e non aveva la forza per iniziare a litigare con lei: - Per quando possa sembrare assurdo è stata tutta opera del caso, non avevo più alcun interesse qui -
- Perché parli al passato? -
- Perché ora è tutto cambiato – Rispose distogliendo lo sguardo, ma Anna aveva capito a cosa si riferiva l’uomo.
– Lei non merita di soffrire -
- L’ultima cosa che vorrei è vederla soffrire – Rispose senza guardarla negli occhi.
- Buffo sentirlo dire dall’uomo che ha provato ad ucciderla dopo averle detto che la persona a cui lei teneva di più era morta a causa sua – Hans non rispose, sapeva che Anna aveva ragione: - Non so cosa sia successo in queste settimane, ma conosco te e conosco mia sorella. Non si farebbe prendere in giro tanto facilmente dai tuoi modi di fare come ho fatto io anni fa, quindi Hans, cosa hai in mente? Perché non la lasci in pace? -
Hans strinse la mascella – Qualunque cosa io ti dica tu non mi darai ascolto -
- Provaci almeno –
Hans la guardò negli occhi, respirò profondamente e sorrise amaramente: - Non so da dove iniziare -
Anna si sentì mancare e ricordò le parole della sorella “non so sa dove iniziare”, sapeva che lui a differenza della Regina non le avrebbe mentito, non avrebbe avuto paura di un suo giudizio, gli avrebbe detto la cruda verità e finalmente capì… capì dove avesse già visto quello sguardo, era lo stesso che aveva Elsa il giorno prima.
- Dillo e basta – A differenza della sera precedente la dolcezza di quelle parole era svanita, facendo spazio al timore di una risposta che lei già sapeva.
Eccole, le parole che la Regina non le aveva detto, le parole che aveva temuto di sentire: – Io provo qualcosa per lei, qualcosa che non ho mai provato prima - Anna lo guardò negli occhi in cerca di una falsità che non avrebbe trovato perché sapeva che prima di lei Elsa aveva fatto il possibile per cercare la stessa cosa in Hans e sapeva che la sorella era molto più brava a decifrare le persone rispetto a lei. La conosceva troppo bene, non avrebbe mai baciato un uomo a causa di “un momento di debolezza” senza avere la certezza di conoscere le reali intenzioni dell’altra parte e senza provare dei sentimenti nei suoi confronti.
La tristezza iniziò a prendere possesso della principessa: - Allora sarete in due a soffrire – Si avviò verso la porta senza che Hans obiettasse.

Anna rimarginò molto sulle parole  di Hans senza sapere cosa fare di preciso, lui era tutto ciò che più odiava, sarebbe dovuta essere felice per la decisione di Elsa di mandarlo nelle Isole del Sud per la sua condanna, eppure lo sguardo della sorella era colmo di tristezza tanto da non poter far finta di nulla, così prese una decisione che le sarebbe costato caro. Entrò nello studio della sorella interrompendola nelle sue faccende.
- Ho parlato con Hans - Esordì
- Che cosa? – Chiese la Regina sgranando gli occhi
- Ho deciso, lui non andrà da nessuna parte -
- Anna, la questione è già difficile di suo, per favore accetta la mia decisione senza fare storie – Chiese con disperazione Elsa.
- Ascolta, sono la prima a non volerlo qui e tu lo sai bene, se lui rimane non ho idea di cosa accadrà, ma so che farlo partire è la scelta sbagliata -
- Pensavo saresti stata contenta della mia decisione -
- Si esatto! Io sarei stata contenta, non tu! Hai chiuso per troppi anni quella dannata porta, non permetterò che accada di nuovo -
- Ma di cosa stai parlando? – Chiese non capendo
- Vorrei che Hans sparisse per sempre, che fosse solo un ricordo lontano, non mi fido di lui e mai lo farò, ma più ti guardo, più guardo i tuoi occhi e più inspiegabilmente penso che tu stia facendo la scelta sbagliata. Tu provi qualcosa per lui!– Finì la frase come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
- Non dire idiozie! – Rispose alzando la voce - Ormai ho preso la mia decisione, partirà per le Isole del Sud e si presenterà al cospetto di Re Joseph, così ho deciso! -
- Per anni anche se contro il mio volere hai fatto di tutto per assicurarti il mio bene, ora sono io che contro la tua volontà farò lo stesso. Convocherò il Gran Consiglio e farò rivalere i miei diritti di Altezza Reale sulla tua decisione -
- Stai rendendo tutto più difficile – Affermò disperata la Regina.
 







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Rieccomi qui, forse con un capitolo un po' noiosetto ma indispensabile per il capitolo successivo e per la storia. Sono riuscita a pubblicare questo capitolo prima del previsto, ma non so quando il prossimo vedrà la luce, di sicuro entro una settimana o stesso domani, non ne ho idea, ma penso che a molti piacerà (almeno lo spero XD)
  
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