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Autore: Namieee    30/08/2014    2 recensioni
“Sai perfettamente che senza di me non riusciresti ad andare lontano.”
Cosa credi? Che non lo sappia? Se non faccio qualcosa subito li ucciderà.
“Vorrai dire ci ucciderà, non credo che con te sarà clemente, lasciami prendere il controllo”
Sbuffai, era davvero l’unica cosa che potevo fare?
“Si è l’unica, o così o la morte”
Non potevo lasciarli morire.
Respirai affondo.
“Va bene”
Forse sarebbe stato un errore.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Soul Eater Evans
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Il pranzo dei ricordi, la follia è ancora tra noi?


Camera della morte.

I passi di Death The Kid risuonavano nel lungo corridoio adornato da inquietanti ghigliottine.
Suo padre lo aveva convocato, gli aveva esplicitamente chiesto di presentarsi da solo.
Il giovane shinigami ignorava il motivo di cui li padre voleva parlargli.
“Buongiorno padre, dimmi per quale motivo mi hai convocato” disse Kid guardando la scura figura del Sommo Shinigami.
“Salve salvino! Kid... quelle tre strisce sono incantevoli questa mattina...” il giovane shinigami roteò gli occhi dorati.
“Padre, sai benissimo che non tollero questi tipi di complimenti...” rispose cercando di trattenere il ripudio verso i propri capelli.
“Bene, direi di passare al motivo per cui sei qui... ho una missione da affidarti. Conto sulla tua discrezione per portarla a termine” disse il Sommo Shinigami.
“Dimmi tutto”
“Ottimo, ti dovrai recare in un paesino ad est della Francia dove si sta verificando una rapida diminuzione delle anime umane. Devi cercare di capire che cosa stia accadendo...” annunciò l’oscura figura mascherata.
“Perfetto padre, mi metterò in viaggio quanto prima” Kid si voltò ed usci dalla stanza.



Daiki’s prov.

Dopo aver fatto il giro della scuola, cercando di fare il meno casino possibile, ma ovviamente avendo Black*Star come guida fu l’esatto contrario, decidemmo di andare a far pranzo.
Mentre il tour procedeva, Kid fu convocato da suo padre e poco prima che uscissimo dalla scuola venne a prendere Liz e Patty.
Shinigami gli aveva appena affidato una missione.
Malgrado un po’ tutti avremmo voluto sapere di che missione si trattasse Kid non disse nulla.
Doveva essere qualcosa di davvero molto serio, anche se la sua espressione non fece trapelare nulla.
Io e Jun ci scambiammo uno sguardo di intesa prima di iniziare a seguire il restante resto del gruppo verso un ristorante poco lontano dalla Shibusen.
Non appena prendemmo posto, Soul mi chiese come ci eravamo conosciuti io e Jun.
“Oh.. beh ecco, vedi Soul, io e Daiki ci siamo sconosciuti in Italia... più o meno un paio di anni fa”

***
Il ragazzo si guardava attorno cercando di orientarsi, dannazione ma perché non aveva iniziato la scuola come tutti i normali ragazzi?
Almeno a quest’ora non avrebbe avuto questo problema.
Mentre girava per i corridoi, che sembravano somigliare sempre più ad un labirinto, una porta di una classe si aprì.
Ad uscire era una ragazza dai lunghi capelli castani.
“Scusa!” la ragazza si voltò verso di lui.
“Si?” gli rispose atona.
A Jun parve che la ragazza fosse in tutti i posti tranne che li.
“Sono appena arrivato e credo di essermi perso... sai dirmi dove si trova la Sun Class?” la ragazza accennò un sorriso.
“E quella da dove sono appena uscita... così tu sei il nuovo studente di cui stamattina tutti parlavano, pensa che le ragazze avevano già gli ormoni a mille” poi sotto voce aggiunse un “proprio non le sopporto”.
“Oh grazie mille!” Jun le sorrise raggiante e si incamminò verso la porta.
“Ehi senti... sei un arma o un maestro d’armi?” fece lui facendo voltare la ragazza che si stava dirigendo al bagno.
La ragazza uscì dalla sua trance.
“Sono una maestra d’armi... senza arma” rispose tristemente.
“Io sono una arma senza maestro...” i due si sorrisero complici.
“Beh se vuoi potremmo fare squadra. Che ne dici?” disse la ragazza avvicinandosi.
“Ci sto. Io sono Jun Ikeda, piacere” le porse la mano.
“Io sono Daiki Yamada e il piacere è tutto mio” detto ciò Daiki strinse la mano di Jun e insieme entrarono in classe.

***

Jun mi osservò di sottecchi.
Lui sapeva che cosa era successo prima del suo arrivo nella mia vita.
Gli sorrisi per fargli capire che andava tutto bene.
Che ormai era acqua passata e non si doveva preoccupare.
“Ci mettemmo un anno per riuscire a fare una risonanza dell’anima decente” dissi, Jun mi guardò sorpreso.
Solitamente non parlavo quasi mai del nostro periodo da vere schiappe.
“Beh immagino! Siete due poli opposti” osservò Maka.
“Eh già” disse Jun cercando di evitare l’argomento.
“ E come hai conosciuto Kid?” chiese Tsubaki per poi riprendere il suo maestro d’armi perchè si stava ingozzando di cibo rischiando il soffocamento.
Sentendo gli occhi di tutti puntati addosso iniziai a narrare.

Death City, 12 anni prima.

“Andavo al asilo della Shibusen, visto che sono la figlia di un maestro d’armi e di un arma.
Sono sempre stata una tipo molto tenace e responsabile, ho sempre odiato le ingiustizie, forse è per questo che sono diventata maestra d’armi.
Ho sempre preferito stare da sola ma, se qualcuno ha bisogno di aiuto, non mi tiro mai indietro.
E, anche in quell’occasione, fu così.
Era una giornata normale, ci avevano portato nel boschetto vicino alla scuola a giocare.
Osservavo i fiori muoversi ritmicamente seguendo il delicato venticello che soffiava.
Poco più lontano da me c’era un piccolo bambino dai capelli neri dove sopra vi risplendevano tre strisce bianche, il figlio di Shinigami, quando me lo disse mio padre pensai che sarebbe stato impossibile essergli amica.
 Era intento ad osservare un sassolino a forma di cuore perfettamente simmetrico.”



“Chissà perché non avevo dubbi!” esclamò Black*Star, tra un boccone ed un altro, prendendosi poi un pugno nello stomaco da Soul.
“Taci una buona volta” disse l’albino sghignazzando pero poi riportare i suoi occhi su di me.

"Comunque, per colpa di questa sua fissazione, in classe tutti lo prendevano in giro, malgrado lui fosse il futuro Dio della Morte.
A me, sinceramente, non mi faceva ne caldo ne freddo, se lui era così erano fatti suoi.
Ma non tutti la pensavano come me, infatti tre bambini che facevano gruppo, gli si avvicinarono e afferrarono la piccola pietra simmetrica scagliandola via.
Il destino volle che quella pietra mi colpì in testa facendomi infuriare.
Così mi avvicinai al gruppetto.
“Chi ha lanciato questa pietra?” chiesi ‘innocentemente’.
Non era vero, ero incavolata come non mai.
Il ‘capo banda’ pensò di prendersi gioco di me, visto che ero una bambina e, evidentemente, mi considerava inferiore.
“Siamo stati noi”
“Lasciatelo in pace non vi ha fatto nulla” ribattei.
“Stai zitta bamboccia non sai niente tu” quella frase fece traboccare la mia rabbia.
Alzai il braccio e gli lasciai le mie 5 piccole dita stampate sulla guancia.
Mi sentì fottutamente potente in quel momento..."


“Ahaha grande Daiki” disse Jun battendomi il cinque ridacchiando.

"I tre scapparono con la coda tra le gambe, sapevo anche che erano molto vendicativi,ma in quel momento non me ne curai molto.
Mi voltai verso Kid e gli sorrisi.
“Ecco se ne sono andati! Questa è tua?” allungai la mano tenendo sul palmo la pietra che precedentemente mi aveva colpito.
Kid annuì e afferrò l’oggetto titubante.
“Io sono Daiki Yamada e tu come ti chiami?” dissi espandendo il sorriso che avevo già sulle labbra.
Kid spalancò gli occhi stupito.
Era ovvio che sapessi il suo nome, solamente che mi sembrava un approccio più appropriato.
“Death The Kid” rispose con un filo di voce.
“Wow che nome strano e contorto che hai!” dissi salterellando da un piede all’altro.
Non seppi il motivo preciso ma, successivamente, mi ignorò tutto il tempo, benché mi fossi seduta accanto a lui.
Da quell’episodio passarono due giorni e, nel frattempo, il gruppetto di bambini aveva trovato degli ‘alleati’ per farmela pagare.
Così un giorno, sempre mentre eravamo nel bosco, mi accerchiarono tenendomi con le spalle contro ad un albero.
Dicevano cose come ‘sei solo una bambinetta che ha paura’ oppure ‘non sai stare al tuo posto’"



“Mette i brividi. È incredibile quanto i bambini siano stronzi a volte” disse Maka.
“Oh si Maka. Non sai nemmeno quanto” risposi per poi riprende il discorso.

"Ad un tratto un bambino perse un ramo abbastanza spesso, pensai di essere spacciata.
Così quando lo alzò sopra la sua testa chiusi gli occhi attendendo il colpo.
Colpo che però non arrivò.
Quando riaprì gli occhi vidi che davanti a me c’era Death, ebbene si lui si prese un colpo in testa al posto mio.
“Cosa pensi di fare Kid, sei solo un perdente” disse il ‘capobranco’ e vidi Death fremere di rabbia.
Non so che fece ma i bambini scapparono a gambe levate.
Quando vidi quella scena, benché fossi dietro di lui, mi inquietai parecchio.
La prima cosa che pensai quando si voltò verso di me fu:’ oh cavolo... e ora?’ in realtà dissi:
“Grazie... senza il tuo aiuto non sarei riuscita a far nulla”
“Grazie a te per l’altra volta” mi rispose.
Fece per andarsene ma lo fermai.
“Senti visto che siamo sempre entrambi soli... potremmo diventare amici?”gli chiesi, ricordo che lui spalancò gli occhi stupito.
Così da quel giorno diventammo amici"


“E poi che successe?” chiese Tsubaki.
“Rimasi qui a Death City fino all’età di nove anni, poi i miei genitori vennero spostati in Giappone, dove conobbi Maka, successivamente ci dovemmo spostare in Italia” le risposi.
“E invece tu Jun?” chiese Soul.
“Oh beh, la mia famiglia ha origini Giapponesi ma è da generazioni che vive in Italia. Non mi sembra ancora  vero di essere qui!”
“Non ho ancora capito il vostro metodo di combattimento però...” disse dubbiosa la maestra della falce.
“ORA BASATAAAAAAAA!!!!!!!!!!! Voi due siete da troppo tempo sotto i riflettori. Mi state rubando la scena!!”
La prima cosa che pensai appena mi girai nella sua direzione fu ‘ma quando cavolo è salito sul tavolo?’
Ignorai l’assassino che si dimenava come un ossesso nel vano tentativo di farsi notare.
“Oh vedi Maka, Jun ha le seguenti modalità: falce, pistola e katana. Oltre a questo recentemente abbiamo scoperto che posso trasmettergli la mia onda d’anima usandolo come conduttore, in pratica posso scagliare l’onda dell’anima contro il nemico attraverso Jun. In più ho una percezione delle anime che mi permette a grandi linee di ‘leggere’ le doti delle persone che mi trovo davanti che siano armi o maestri d'armi. Ed a volte uso il ‘ritmo dell’anima’ del mio avversario per poter attaccare o per potermi difendendere”
Maka spalancò gli occhi entusiasta.
“Wow che figata!” disse Soul sghignazzando poi si rivolse alla sua maestra d’armi “Ehi senza tette! Impara un po’ da Daiki!” Maka lo fulminò con lo sguardo.
“Cosa staresti insinuando?” la vena sulla tempia iniziò a pulsarle per via della rabbia.
“Oh si dai insomma! Tu a confronto sembri una pivellina” la bionda lo guardò in un mix di rabbia e tristezza.
“Maka-chop!” un libro che poteva avere almeno... 700 pagine si schiantò pesantemente sul cranio di Soul che andò dritto al tappeto.
Poi la maestra della falce si alzò ed uscì dal locale.


Qualche ora più tardi, nel continente europeo...


“Che posto è questo Kid? Mette i brividi... sicuro che non ci siano dei fantasmi?” chiese la più grande delle sorelle guardandosi attentamente attorno e stringendosi a Patty.
In quel posto non solo erano sparite delle anime, come aveva detto suo padre, non ne era rimasta nemmeno più una.
Kid non riusciva a percepire nessuna anima.
“È incredibile...” mormorò lo shinigami continuando a guardarsi attorno.
Il silenzio regnava sovrano, non vi era nemmeno un alito di vento.
D’un tratto Kid si fermò bruscamente, di fatti le due armi gli andarono a sbattere contro.
“C-c-che cosa c’è Kid?” chiese Liz impaurita.
“Su sta calma sorellona non è niente!” cercò di rassicurarla Patty con un sorrisone sulle labbra.
Lo shinigami continuava a guardare un punto preciso alla sua destra.
Poi la vide.
Una ragazza dai capelli neri come la pece camminava tranquillamente per quelle vie vuote.
Kid fece per andarle incontro, ma il suo istinto lo bloccò.
C’era qualcosa che non andava in quella piccola figura.
“Ehi Kid! Dobbiamo aiutarla!” disse Liz notando gli abiti sudici e logori della ragazza.
Presa da un moto di coraggio Liz fece per avvicinarsi ma Kid la bloccò.
“C’è qualcosa che non mi convince... insomma è l’unica persona viva in questo posto non vi sembra un po’ strano? D’ ogni modo state pronte a trasformarvi”
Quando la strana ragazza fu a pochi metri da loro sorrise.
Un sorriso carico di follia, un sorriso che accese anche gli occhi scuri, bramanti di anime.
“Liz, Patty, trasformatevi!” le due sorelle non se lo fecero ripetere due volte.
“Chi sei? Cosa è successo alle persone di questo paese?” Kid si mise in posizione d’attacco.
“Non credevano...” rispose la ragazza.
Kid la squadrò, insomma era sicuramente contagiata dalla follia, però non aveva nessuna arma.
La ragazza lo guardò poi inclinò la testa mordicchiandosi il labbro inferiore.
“E voi... credete in voi stessi?!”





Zalve mondo!
Sono tornata. (passa una foglia portata dal vento)
Scusate l'attesa ma ero in vacanza e non potevo aggiornare.
Allora questo capitolo è un po'... come dire di cononscenza dei personaggi.
In oltre abbiamo Kid che è in missione.
Secondo voi ci sarà uno scontro tra il giovane shinigami e la misteriosa folle ragazza? Forse si o forse no, una cosa è sicura nel prossimo capitolo ci sarà dell'azione! *Yeah! Finalmente!*
Ci tengo a ringraziarvi per le recensioni e ringrazio anche chi segue la storia *inchino time*
Ora sparisco.
Alla possima!
  
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