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Autore: OneShotMaker    31/08/2014    1 recensioni
Il poliziotto mi salutò e ordinai alla cameriera di accompagnarlo alla porta. Nella testa mi balenava, insistente ed assillante, una sola domanda, alla quale proprio non riuscivo a dare una risposta: Perchè? Perchè se ne era andato senza dire niente a nessuno? Perchè mi aveva lasciata sola, col cuore dolente in petto?
Ma soprattutto dove era andato? E quando sarebbe tornato?
Un brivido mi scosse. "E se non tornasse più?".
Al solo pensiero sarei voluta sprofondare, o buttarmi a terra e gridare il suo nome finchè non me lo fossi ritrovato davanti, bello come il sole, e con quel sorriso, uno di quelli che solo gli angeli sanno fare. "Ehi mamma, va tutto bene. Sono di nuovo qui, calmati."
Il pensiero della sua voce calda e ovattata bastò a infondermi di nuovo quel coraggio e quella speranza di cui avevo bisogno e mi cullò dolcemente, fino a farmi addormentare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Harry, svegliati! Harry!!! -
- Eh? Cosa? Chi mi chiama? Dove sono? - farfuglio confusamente. Apro lentamente gli occhi nel tentativo di abituarmi alla luce mattutina, poi mi guardo intorno per capire finalmente dove accidenti sono. Ma prima che io possa arrivare a qualsiasi conclusione, davanti ai miei occhi prende forma - più nitida che mai - la figura esile di Cheyenne, che mi guarda con un misto di severità e sorpresa.
- Addormentato contro il muro di casa mia, ecco dove sei tontolone!! Forza, alzati, che ti preparo qualcosa di caldo! Un caffè? O gradiresti un tè forse? - Cheyenne mi parla come se nulla fosse accaduto il giorno prima, con la stessa naturalezza di sempre. E io sono ancora troppo stordito dal sonno per oppormi o chiederle spiegazioni per quell’improvvisa gentilezza. Senza farmelo ripetere, mi alzo in piedi e la seguo all’interno della sua abitazione, passando per arrivare nella cucina attraverso il salone, proprio quello dove solo ieri ci eravamo salutati senza tanti convenevoli.
- Un caffè, grazie. Sai che non sono il tipo da tè. E’ troppo.. inglese, e siamo in Italia perciò.. -
- Ok, ho capito, non c’è bisogno di blaterare così tanto! Ti avevo chiesto solo cosa preferivi, non che cosa ti fa apprezzare l’uno più dell’altro. - Ecco la Cheyenne di ieri, nervosa e irascibile. Ora sono completamente sicuro che non abbia affatto dimenticato l’episodio di ieri, né le mie scottanti confessioni.
- Scusa, è che mi sto svegliando piano piano e.. Ho bisogno di riorganizzare i pensieri, altrimenti resto col cervello annebbiato per tutto il giorno e così poi.. -
- Harry. Lo stai facendo di nuovo santo cielo! -
- Ok, va bene, devo tacere. Lo farò, giuro - e alle parole accompagno il gesto con le mani di cucirmi la bocca.
- Perfetto. Altrimenti ti sbatto fuori a pedate, e non sarebbe illogico dopo quello che è successo. Perciò non farmi perdere la pazienza, Styles. - Che carina, anche lei con quel viziaccio. Aaah, al diavolo i Parker! Tutti uguali, come i manici di scopa! Ma devo inghiottire questo boccone amaro, perché se gli dessi voce credo che litigheremmo sul serio e non mi va proprio. Piuttosto, vorrei chiarire. Ma anche per questo sembra non essere il momento.
- Il tuo caffè è pronto. Aggiungi da te lo zucchero, io devo controllare il tè. - Stavolta evito proprio di aprire bocca e faccio quello che mi chiede nel massimo silenzio. In effetti mi sono stancato di parlare, preferisco la tranquillità, ora che i nostri animi sembrano concedercela.
- Harry.. - Faccio finta di non averla sentita, in fondo da quando mi ha invitato ad entrare non ha fatto che rimproverarmi sulla mia loquacità, perché ora dovrei darle retta? Così poi mi dirà di nuovo di stare zitto. No, no. Meglio chiudermi in me stesso, e fingere che non mi importino le sue parole, qualunque esse siano.
- Harry scusa per prima, io.. Sono ancora un po’ arrabbiata per ieri, ecco. Ma è acqua passata. Ci ho dormito su, e ho preso una decisione. - Uhm, la cosa si fa interessante… Che mi convenga intervenire ora? O devo lasciarla cuocere nel suo brodo? Ma no, è ingiusto da parte mia! Sono io ad aver sbagliato, non posso permettermi di fare il prezioso. E soprattutto, potrebbe non ricapitare più che voglia scusarsi e risolvere la questione, e non sarò io ad impedirglielo.
- E sarebbe? - chiedo, mascherando il mio interesse con tono d’indifferenza.
- Bhè che.. Che voglio aiutarti! Cosa sennò? -
- E come? -
- Non lo so con esattezza, potremmo trovare insieme una soluzione. E affrontare mio fratello e i suoi ipotetici amici, eventualmente. -
- Cosa? Tu sei matta, non sai a cosa vai incontro! E poi.. Questi non sono affari tuoi, me la vedrò io quando sarà ora. - Involontariamente lascio trasparire più coinvolgimento in quella conversazione di quanto volessi, ma il danno è fatto. Ed è meglio così, se servirà a farle capire che deve starne fuori. Non voglio metterla in pericolo, quelle non sono persone con le quali scherzare.
- Ma io sono già coinvolta in questa storia, non lo capisci? Dal momento in cui mi hai informata, precisamente. E quindi, posso cavarmela anche io, con o senza il tuo aiuto!! - Cheyenne incrocia le braccia al petto stizzita e fa per andarsene, ma la blocco per un braccio.
- Aspetta. -
- Cosa altro c’è? Vuoi per caso ripetermi che non ti sono di alcuna utilità, irriconoscente che non sei altro? Ti ho perdonato per avermi mentito, e accolto in casa mia come se niente fosse, per di più! E tu cosa fai? Mi urli contro, quando l’unico meritevole di una bella sgridata saresti proprio tu? - La situazione mi è completamente sfuggita di mano, come a lei, del resto. E oltre a darle ragione, - come potrei non farlo? - l’altra, l’ultima soluzione che vedo di fronte a me è arrendermi e lasciare che anche lei possa avere il suo ruolo in questa faccenda. Tanto so che non la fermerei, è una gran testarda.
- Cheyenne calmati! E stammi ad ascoltare - proferisco con decisione. - Va bene, farò come proponi. Uniremo le forze e.. qualcosa dovremo pur ottenere, no? - termino con fare incerto, cercando di convincere più me che lei, che al mio contrario, ha le idee limpide e chiare come un cielo estivo. Finalmente, la vedo abbozzare un sorriso e assumere un’espressione più rilassata, che le fa risplendere gli occhi grigio perla.
- Fantastico! Quando si comincia? - domanda con aria improvvisamente gioiosa.
- Ehi ehi, vacci piano! Tempo al tempo, Cheyenne Parker! E poi tu non eri quella così arrabbiata che non voleva vedermi per un po’? - la provoco io.
- Certo. E lo sono, ma più con mio fratello che con te. - Il suo viso cambia espressione ogni qualvolta accenna a Tom: diventa cupo, malinconico, come se Tom fosse il fratellone cattivo che spegne l’entusiasmo della sua brava sorella rubandogli il lecca- lecca. E probabilmente lo aveva anche fatto.
- Ora che mi è chiaro ciò che tu nascondevi, mi rimane da capire cosa lui stia cercando di non farmi scoprire. E chissà che non abbia a vedere proprio con questo. Comunque.. Io non dimentico, mio caro. E’ tutto qui, nella mia testa. E se mi darai altri motivi per lamentarmi, mi comporterò di conseguenza! - mi dice in tono soddisfatto, felice di avere il coltello dalla parte del manico.
- Ti dimostrerò che sono cambiato. -
- Lo spero. Perché non sono sicura che potrei passarci di nuovo sopra. Ma non perdiamoci in chiacchiere ora! Mio fratello sta per tornare e non voglio che ti trovi qui, quindi.. Andiamo. -
- E.. E dove scusa? - le chiedo senza capire.
- Come dove? A Londra, no? - Mi guarda come se fosse ovvio, come se questa sia l’inevitabile conclusione di questi due giorni un po’ agitati.
- Ma.. E cosa faremo una volta lì? -
- Li cercheremo!! O aspetteremo che escano allo scoperto, perlomeno. Qui cos’altro possiamo fare, se non perdere tempo? -
- Ma non avevi detto che volevi prima sapere ciò che Tom ti nasconde? Se ce ne andiamo gli daremo solo campo libero, e non saremo qui, se eventualmente dovesse commettere un passo falso. E’ meglio aspettare, credimi. E poi, quando sarà.. -
- Si e quando sarà aspetteremo ancora e ancora, senza mai risolvere nulla! Tu non conosci Tom, lui non si tradirebbe mai, è più vigile e furbo di una volpe e soprattutto con noi nei paraggi. Dammi ascolto, prendiamo il primo volo e diamogli la lezione che meritano! Il tuo sogno non può più attendere Harry! O forse non te ne importa più niente? - I suoi occhi sono fissi nei miei, colmi di speranza e fiducia. Aveva ragione, di nuovo. Quanto tempo ancora potevo sottrarre alla mia passione, ora che l’avvertivo forte e chiara come un grido disperato? Era il momento di tornare a credere nuovamente in me stesso e di guardare avanti senza più lasciarmi distrarre. E a scappare, stavolta, sarebbero stati loro, più lontani che potevano, mentre io mi sarei avvicinato sempre più alla mia meta. Niente più soste, niente più paure. Solo io e Cheyenne, ed una strada che poteva solo andare in salita.
  
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