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Autore: emmevic    31/08/2014    5 recensioni
Cit/: Strinse il coltello nella mano. Precisamente quando aveva cominciato a impugnarlo?
[ AU - ambientazione giapponese, SasuSaku ]
Seconda classificata a pari merito al contest Cosa vi assegnerà la sorte? indetto da Mokochan su EFP
(Miglior flashfic + premio grammatica e sintassi)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Come un fiore'
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Ci rivediamo all'inferno
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«Colpevole: questa la sentenza del processo che vede coinvolto il ventiduenne Uchiha Sasuke. Dopo un'attenta indagine ad opera della polizia di Stato, i capi d'accusa di omicidio e occultamento di cadavere si sono dimostrati fondati. Il detenuto si trova attualmente in isolamento da tre giorni: la sua esecuzione avverrà a brev...».
Sakura allungò la mano e spense la radio; la voce metallica si arrestò. Nella minuscola stanza, un futon logoro e una ricetrasmittente arancione per la ruggine come unico arredo, calò un silenzio ricolmo di delusione.
Esecuzione. Pena capitale. Sasuke sarebbe morto. Presto o tardi avrebbe smesso di respirare e il suo corpo si sarebbe decomposto.
Esecuzione. Loro l'avrebbero ucciso, l'avrebbero spinto su per la passerella e poi avrebbero guardato il suo cadavere penzolare senza vita.
Chiunque avrebbe intuito fin dal principio che sarebbe finita così, ma lei aveva serrato le palpebre fino all'evidenza. Aveva sperato di curare le sue cicatrici, ma aveva fallito. Che illusa. 
Da quando era stato arrestato, Sakura non aveva mai veramente sperato nel suo rilascio, non aveva osato immaginarsi Sasuke riconosciuto in qualità d'innocente – quale pazzo avrebbe rimesso a piede libero un omicida? –, ma figurarselo esanime, il corpo cianotico, era troppo. Semplicemente troppo. Si mosse fra le lenzuola, distrutta, sentendo contro la propria pelle la copertina dell'ultimo romanzo che aveva letto. Avrebbe voluto essere la protagonista di quelle pagine, con la vita che le sorrideva e la certezza di una fine radiosa. Happy ending.
Quando aveva letto la prima pagina, Sasuke era ancora con lei, ancora lì.
Sospirò. Per loro non c'era nessuna sorpresa, nessun miracolo.
Aveva confidato nell'ergastolo, giorni prima, all'annuncio della sua cattura, ma la radiocronaca parlava chiaro: pena di morte, niente seconde possibilità. Solo l'oblio e una fine ignominiosa per un assassino.

«Sei sicuro di quello che stai per fare?».
«Sì, Sakura».
«Niente sarà più come prima».
«Lo so».
«Potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo, Sasuke».
«Non cambierò idea ora, Sakura».

Strinse il coltello nella mano. 
Precisamente quando aveva cominciato a impugnarlo? Non ricordava, se l'era semplicemente trovato fra le dita, il palmo a contatto con il freddo del metallo.
Sakura trattenne un singhiozzo.
Neanche si erano detti addio, non un saluto, non un abbraccio: solo la sua schiena che si allontanava nel crepuscolo, illuminata dalla luna.
L'aveva abbandonata, poi era successo quel che doveva e la notizia si era diffusa fin troppo velocemente. L'uccisione, il ritrovamento del cadavere di Itachi, la fuga di Sasuke dalla polizia e, infine, la sua cattura. Tutto era accaduto nel giro di nemmeno un mese.
L'aspetto peggiore, in quella trentina di giorni, era stato non sapere dove lui fosse, cosa facesse, come stesse. Aveva sperato tornasse da lei, alcune notti. L'aveva aspettato in quella bettola dalle pareti tarlate, di legno sottile, e dalle porte scorrevoli, quella nella quale avevano trascorso assieme gli ultimi giorni. Vana speranza, vederlo oltrepassare la soglia.
Braccato dalla polizia, un fuggitivo non torna mai sui suoi passi. Sasuke non sarebbe tornato da lei, non più.
Illusa.
In fondo, aveva sempre saputo che sarebbe finita così, ma aveva ignorato la verità assieme agli altri, lei più di tutti. Aveva giocato col fuoco e si era scottata, cadendo nel baratro. E una volta lì è risaputo quanto difficile sia risalire in superficie.
Era tempo che ogni fiamma si spegnesse.
Nessuno avrebbe pianto per loro, nessuno avrebbe gridato di disperazione per un'illusa, un medico incapace di curare le ferite dell'unica persona che amava, e un assassino, un pazzo con le mani macchiate di sangue fraterno.
Non le rimaneva niente, ormai.
Conficcò la punta del coltello nel braccio, lacerando l'epidermide e muovendo il ferro con sicurezza; il dolore le fece storcere la bocca. Delle gocce vermiglie colarono lungo le dita, mentre osservava quel lungo taglio scavato nella pelle dell'avambraccio, velenoso e lancinante quanto l'amore che li aveva legati.
Sorrise amaramente: nessuna lettera d'addio, nessun finale commovente, solo l'odore ferrigno del sangue. Non c'erano eroi pronti a salvarla.

La lama affondò per l'ultima volta e il fuoco smise di ardere.
Ci rivediamo all'inferno, Sasuke’ parevano sussurrare quelle labbra sottili, mentre il pavimento si imbrattava di rosso.



Seconda classificata a pari merito al contest Cosa vi assegnerà la sorte indetto da Mokochan su EFP.
AU ambientata nel Giappone degli anni Sessanta. È stata pensata per essere una long, ma ho dovuto trasformarla in una one shot. Molti elementi sono sottintesi (Sakura è un medico, [...]), ma credo che nel complesso possa essere compresa anche così. Ho dei seri dubbi sulla caratterizzazione, ma spero che siano abbastanza IC. Infine, in Giappone vige la pena di morte per impiccagione per i crimini più gravi (omicidio...), per questo la storia inizia in questo modo.


   
 
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