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Autore: Twiggy_Earlgrey    31/08/2014    4 recensioni
Dalla storia:
-A meno che- continuò l’anziano professore, – il suo intento non sia limitato allo studio, ma abbia a che vedere con un altro salvataggio...
Il suo volto si era incendiato…
Solo a ripensarci sentiva ancora le gote andarle in fiamme.
-Harry è a conoscenza delle sue intenzioni?-
Un diniego appena accennato, sempre a capo chino.
Silente sorrise.
- Capisco. Permesso accordato!-
***
Una piccola (o grande...ancora non so) one-shot dopo davvero taaaanto che non scrivo qui. Spero vi piaccia!
***
MOMENTANEAMENTE IN SOSPESO
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Hermione Granger, Sirius Black | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Era passata un’altra notte. L’alba stava per spuntare, là in fondo, dove si delineava il profilo scuro dei monti, si stava già già tingendo di una tenue sfumatura rosata, che prendeva gradatamente il posto del grigio fumo che ancora incombeva nel resto del cielo.
Opprimente e soffocante. Proprio come il peso che ingabbiava l’anima di Hermione.

Era sprofondata di nuovo in uno stato di torpore, con il corpo e la mente grevi e la determinazione sempre più infiacchita dai ripetuti insuccessi.
Sollevò la testa attirata da uno strano scroscio. Pioveva all’interno della Stanza?

No…era una splendida ed enorme vasca da bagno, simile a quella del bagno dei Prefetti. Era incassata nel pavimento in pietra, i bordi erano in marmo rosa e i rubinetti in ottone scintillavano. Era circondata da archi di profumatissime ortensie che degradavano dal bianco panna, al verde tenue senza tralasciare l’azzurro pastello fino al lilla, l’indaco e il viola acquerello. Il pavimento tutt’attorno era circondato da soffice erba e il soffitto invece era uno scorcio di volta celeste. E c’erano migliaia di piccole lucciole luminose; erano ovunque e illuminavano i fiori, come cristalli che rifrangevano la luce.
Hermione sorrise leggermente; era impossibile resistere al richiamo di un bagno caldo e aveva davvero bisogno di rilassarsi un po’. Si tolse i vestiti, che sentiva ora stretti e fastidiosi e si avvicinò... I piedi nudi erano solleticati dall’erbetta che, ora lo vedeva chiaramente, era cosparsa di piccoli non –ti-scordar-di-me, S’immerse nell’acqua deliziosamente calda e profumata di caprifoglio, distendendosi e riscaldandosi dal freddo, dovuto all’apprensione. La schiuma vellutata era di un viola iridescente, che la faceva somigliare a qualcosa come una soffice mousse ai mirtilli. Su una sporgenza della vasca, adocchiò un piattino di dolci al cioccolato e ne assaggiò alcuni. Erano squisiti, senza alcun dubbio.

Quanto avrebbe voluto che lui fosse lì. Avrebbero potuto vivere lì dentro per sempre. Lontani da tutto, nascosti da tutti. Loro due soli.
-Sei la parte migliore della mia vita, Felpato…- bisbigliò col cuore gonfio di dolcezza e di paura insieme.

Non sentiva più il fondo della vasca sotto di sé ed era sommersa dall’acqua. Aprì gli occhi davanti a sé, attendendo che si abituassero all’acqua scura e cercò di capire.
- Zampe…?- gorgogliò, riempiendosi la bocca di acqua e schiuma.

*

Si trascinò ancora in stato di shock fuori dalla vasca, fino ad un grande specchio ovale, incastonato nella parete opposta.

Al posto del suo corpo di ragazza, si ritrovava adesso con quattro zampette bianche, il corpo ricoperto di pelo candido sfumato bronzo chiaro, sulla schiena e a mascherina sul muso buffo e una coda vaporosa che si arricciava poggiando sulla schiena. Si voltò per studiarsi da ogni angolazione e si avvicinò fino a toccare col muso contro il vetro, per esaminare il tartufo umido e gli occhietti neri e luminosi. Le orecchie grandi bianche e soffici, le piacevano.
Le sfuggì un guaito di gioia. Iniziò a abbaiare piano sempre più entusiasta.
“Un Akita? Perché un Akita?”

Si stupì: abbaiava come un cane ma pensava ancora da essere umano, poi ricordò che quando aveva chiesto a Sirius cosa provava quando si trasformava in Felpato, lui le aveva detto che funzionava esattamente così. Il corpo e i comportamenti , erano da animale ma i pensieri, i ricordi, quelli restavano umani.

 
*

Guardiamo un film stasera ti va, Sirius?-
-Guardiamo un…che?-
Hermione scoppiò a ridere, fermandosi di colpo nel timore di averlo ferito. Non era certo colpa sua; provenendo  da una famiglia di Maghi purosangue non poteva certo  sapere cosa fossero i dvd. Allora tentò di spiegarsi.
-Emh…Sir, ricordi quando sei andato a vivere da James e Lily?-
-Sì…?-
-Perfetto. E ricordi che c'era quella scatola babbana  in cui passavano le immagini colorate e si sentivano i suoni?-
-Emh…sì. E…?-
-Ecco, quella scatola si chiama televisione. E un film è un insieme di quelle immagine e quei suoni. E’ come leggere una storia capisci? Però la guardi, invece di leggerla-.
-Ho capito…quasi- sorrise incerto.

Quella sera avevano guardato il film sulla storia di Hachiko, il cane giapponese, così affezionato al proprio  padrone, da tornare ogni giorno alla stessa ora alla stazione giapponese di Shibuya, anche dopo la sua morte. Era da quel momento in poi diventato il simbolo di fedeltà.
Sirius, aveva passato l’intero film, dal momento stesso in cui aveva compreso che era completamente incentrato sulla storia di un cane, trasformato in Felpato, con il musone nero appoggiato in grembo ad Hermione. Lei non aveva smesso un attimo di accarezzarlo e di grattargli le orecchie, con evidente compiacimento di lui, che continuava a dimenare la coda, come un forsennato. Quando Parker, il padrone di Hachi era morto e il suo amico aveva ostinatamente continuato  ad andare alla stazione, Hermione aveva trattenuto a fatica le lacrime e aveva stretto Sirius fino quasi a stritolarlo. Non voleva che lui la vedesse piangere e la credesse così emotivamente fragile da piangere per un film, anche se basato sulla realtà. Lui se n’era comunque accorto -e quando Hachi era invecchiato e poi andato a raggiungere il padrone in Cielo,- aveva leccato interamente il volto della ragazza per cancellarne le lacrime che ormai cadevano copiose. Erano rimasti così, con Herm che abbracciava l’imponente cane nero, che teneva il capo poggiato sulla sua spalla, per consolarla. Alla fine lei aveva smesso di piangere e si era addormentata.

Al suo risveglio era nel letto in camera di Sirius, abbracciata a lui che la guardava turbato.
-La prossima volta guardiamo qualcosa di più divertente, non voglio più vederti in quelle condizioni. Chiaro?-
-Tu non capisci…io pensavo a te. Non so perché, ma pensavo a te.E... E…- un gemito troncò la frase.
Lui l’aveva baciata.
- Andrà tutto bene bambina, non mi succederà niente. Sai? – aveva aggiunto sorridendo, dandole un buffetto sulla testa – Se tu fossi un cane ti chiamerei “Hachi” perché sei l’esatta incarnazione dell’affetto e della fedeltà imperitura…-

 
*
 
E questo spiegava la trasformazione in cane. Era, anche da Animagus, la controparte perfetta di Sirius.
“Hachi” pensò quasi divertita Hermione.
Un nome perfetto.
E ora che aveva scoperto la chiave della trasformazione, doveva solo ripassare il suo piano per raggiungere Sirius.
Ad Azkaban.
 
*** Spazio Autrice ***
Bhè, per oggi abbiamo finito...non so che altro scrivervi.
Fatemi sapere se vi piace e cosa vi piace e anche...cosa no, certo!
Baci Itoe


 
  
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