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Autore: Bei e Feng    31/08/2014    2 recensioni
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- Allora bambini, siamo tutti pronti? - chiese Mamma Luss, la camicia a fiori, entusiasta, le dita avvinghiate al volante della sua multipla variopinta.
- Sì. - la risposta pigra dei restanti Varia, seduti nella vettura.
- Allora accendiamo il navigatore e partiamo! - esclamò il Varia, mettendo in moto la macchina. - Ho affittato la casetta in cui andavo in vacanza da piccolo... Sono sicuro che vi piacerà! E non vi preoccupate: in venti minuti saremo già arrivati a destinazione. -
[...]
Buona lettura! :)
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belphegor, Fran, Lussuria, Mammon, Superbi Squalo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vacanze Mafiose'
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In questo capitolo: l'ultimo giorno di vacanza dei nostri sette assassini di fiducia.

Ultimo aggiornamento: 6 settembre.


Le campane della microscopica chiesa del paese suonavano a morto, lente e solenni, quasi a ricordare, minacciose e rassegnate, che la morte sarebbe arrivata. Ma nessuno le stava ascoltando, e nessuno aveva la più pallida idea di chi fosse il defunto.
Infatti, il funerale di Levi-A-Than si svolse in forma strettamente privata, e vi prese parte (oltre alla bara del suddetto, un paio di candele semiconsumate e uno stereo che riproduceva una marcia funebre suonata sulla tastiera di un organo) solamente un ritratto del suo amato Boss, il quale aveva preferito assaporare una bella bistecca piuttosto che rendere l'ultimo omaggio al suo fido cagnolino.
Improvvisamente il rumore di qualcosa che si fracassava a terra invase l'intero santuario.

Belphegor allora si svegliò di soprassalto, voltandosi di scatto verso l'armadio della loro 'accogliente' stanza da letto, quella della loro fantasmagorica casa delle vacanze, per intenderci. Da lì, infatti, era venuto quel rumore. Troppo assonnato per alzarsi, restò a guardare l'armadio senza far niente. Poi, quasi come un fantasma, Lussuria entrò nella stanza.
- Tutto bene, bambini? - chiese, guardandosi attorno preoccupato, pur non riscontrando nulla di anomalo. - Cos'era quel rumore? -
- Quanti vestiti ha messo nell'armadio? - rispose il principe, stropicciandosi la fratina.
- Credo una quarantina, forse cinquanta... - disse l'altro, perplesso. - Perché? -
Bel lanciò un'occhiata all'armadio color nocciola, di un metro per uno, conficcato nella parete. E allora Luss capì, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, l'anta del mobile si aprì lentamente, accompagnata da un cigolio da film dell'orrore. Poi qualcosa di scuro rotolò dall'interno del mobile. Era Levi, con due grossi bernoccoli in testa, uno causato dalle affettuose botte dei suoi compagni, e l'altro...
- OOOHHH!!! - strillò Lussuria, assumendo un'espressione simile a quella dell'Urlo di Munch. - L'asta dell'armadio è caduta!!! - corse verso l'armadio, scavalcando Levi. - I miei poveri vestitini! Si saranno sgualciti tutti! -
- Lo avete ammazzato, quel parafulmini, finalmente. - commentò Fran, mettendosi a sedere a sua volta.
Ma ecco che, improvvisamente, e un po'frastornato, Levi rinvenne.
- Brutto pidocchio! - ghignò Bel, rivolto a Fran. - Hai rovinato la magia! -
- Mi dispiace: non era mia intenzione. - si scusò l'altro.
- Cos'è successo? - domandò l'uomo, massaggiandosi la nuca e lasciandosi sfuggire una smorfia di dolore.
- Nulla, - rispose il principe. - Hai solo interrotto un meraviglioso sogno principesco. -
- Che ore sono? - domandò improvvisamente Squalo, svegliandosi anche lui.
- Sono le dieci. - rispose Bel, dando una rapida occhiata al suo orologio da polso.
- Come? - ripeté Mammon, incredula.
- I signori Mattinieri non sono passati a chiamarci! - piagnucolò il Guardiano del Sole, dispiaciuto.
- Bene! - esclamò Squalo, soddisfatto. - Questo vuol dire che potremo passare una mattinata in santissima pace! Che ne dite di fare colazione? -
Così i sei assassini che si erano svegliati scesero lentamente, e con tutta la calma che si addice ad una vacanza, verso la cucina, quando...
- SORPRESAAA!!! - strillò un coro di voci gracchianti, battendo le mani.
Indovinato, erano proprio le loro carissime vicine.
- Che bello!!! - esclamò Lussuria, portandosi una mano alla bocca, stupito, e correndo ad abbracciare le sei anziane. - Ma come mai tanto disturbo? -
- È per ringraziarvi di averci fatto divertire tanto ieri sera. - spiegò la signora Ciechi, sorridente. - Siete stati così gentili! -
- Ma non ce n'era bisogno...! - sorrise Luss, commosso.
- E brave le nostre vecchiette! - intervenne Bel, guardando il loro tavolino zoppo, apparecchiato con una precisone e un'eleganza d'altri tempi. - Che c'è da mangiare? -
- Io ho preparato dei biscotti. - rispose Emmice, felice, additando un vassoio appoggiato al centro del tavolo e coperto da un telo bianco.
- E allora, fecce? Cosa aspettiamo a mangiare? - domandò dal piano superiore Xanxus, appena destatosi, mentre Levi correva su per le scale per raggiungere il suo amato Boss e dargli per primo il buongiorno.
- Ha ragione il boss, mettiamoci a sedere. - suggerì Squalo, accomodandosi su una sedia, imitato dagli altri.
Allora cominciarono a mangiare i biscotti della signora Cuochi, ottimi come garantiva il cognome della loro creatrice. E li finirono in un batter d'occhio, sotto gli sguardi soddisfatti delle vecchiette, che restarono in piedi ad osservarli, senza parlare.
- Gradite dei ceci bolliti? - propose Urselia, orgogliosa. - La ricetta mi è stata data da un famoso chef che... -
- Vi sono piaciuti, i biscotti? - domandò Emmice, curiosa.
- Certo, signora. - cinguettò Lussuria, entusiasta.
- Peperoncino? - propose Quirella, elettrizzata. - Badate, ché è un signor piccante! -
Tutti e cinque i membri della Squadra Assassina dei Vongola scossero il capo, terrorizzati dai modi tanto sprizzanti della signora Fermi.
- Eh eh! Mio caro lanciatore di coltelli! - disse la donna, rivolgendo a Bel uno sguardo accattivante. - Sono sicura che tu stia facendo il modesto, o sbaglio? Dai, su! Prendine un po'! -
E prima che potesse dire 'A', il povero principe si ritrovò con un cucchiaio strabordante di polvere piccante in bocca.
- MA CHE ROBA È??? - strillò il poveraccio, agitando una mano davanti alla bocca nel tentativo di placare l'incendio che stava nascendovi, e i cui effetti si stavano ripercuotendo sul suo volto, trasformandolo in un drago sputafuoco.
- Si chiama Habanero. - spiegò lei, sorridendo. - Io ne prendo sempre un po'a colazione, su una bella frittatina con quattro uova. -
- Leggera, la signora! - esclamò Squalo, voltandosi poi verso il Sempai e ridacchiando alla vista del poveraccio che tentava, disperatamente, di cercare un po'di latte per placare il bruciore del suo palato.
Poi, improvvisamente, una mano si appoggiò con decisione sulla spalla dello spadaccino, attirando la sua attenzione verso Francilde che, alle sue spalle, teneva in mano una bottiglia scura.
- Adesso è l'ora dell'olio di ricino. - sentenziò lei, con un tono che non ammetteva repliche.
Intanto, Levi e Xanxus, con Frau, facevano la loro faticosa apparizione giù per le scale.
- R... ricino? - balbettò Squalo, sbiancando.
- Su, ragazzo! - lo incalzò la Serio. - Da'l'esempio agli altri! -
- Ha ragione la signora, capitano. - intervenne Levi, ghignando. - Ci dia l'esempi...! -
Ma ecco che, inaspettatamente, si ritrovò con il naso attappato, la bocca spalancata, la testa piegata all'indietro e metà del contenuto della bottiglia in bocca.
- Ecco fatto! - esclamò la signora Francilde, lasciando il naso di Levi e richiudendo la bottiglia, soddisfatta di aver fatto il suo lavoro di brava educatrice.
Intanto, il povero Guardiano del Fulmine, in preda ad un attacco di nausea, si precipitò al bagno.
- Questo era un toccasana per i nostri bambini. - spiegò la Serio.
- Ma Francilde cara, - obiettò la signora Ciechi, perplessa. - Questo è un metodo antiquato! - fece una breve pausa, voltandosi poi verso i Varia, sorridente. - Non vi preoccupate, non lo berrete mai più. -
I restanti cinque (Belphegor si era fiondato in cucina, verso il frigorifero, nella disperata ricerca del latte) sospirarono, sollevati per la bella notizia.
- È questo quello che dovete bere! - esclamò Urselia, tirando fuori dalla borsetta una bottiglia di olio di fegato di merluzzo.
- Esatto! - esultò Pamilla, mentre i Varia sbiancavano dalla paura e cercavano una via d'uscita.
Le sei vecchiette, infatti, si erano involontariamente schierate di fronte ai cinque assassini, l'una accanto all'altra, in modo tale da impedire loro di avvicinarsi alla porta. Restavano quindi alla Squadra Assassina dei Varia tre vie di fuga più o meno intelligenti: la prima era quella di fiondarsi verso sinistra, su per le scale, e rinchiudersi in camera (dato che Levi aveva occupato il bagno), ma non era una buona idea, poiché le porte si potevano abbattere con facilità. La seconda opzione era quella di arrampicarsi sulla credenza alle loro spalle, ma venne subito cestinata. L'ultima, infine, era quella di uscire dalla finestra alla loro destra e fuggire. Ovviamente, i cinque optarono per questa.
- Al mio tre, tutti fuori. - mormorò Squalo ai suoi uomini, mentre Urselia riempiva un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo. - Tre... Due... Uno... VIA!!! -
- SQU-CHAAAN!!! - strillò Lussuria, mentre Fran, Squalo e Mammon correvano verso la finestra.
Il capitano si fermò all'istante, un piede sul davanzale della finestra e uno ancora nella cucina, e si voltò verso il Guardiano del Sole che, terrorizzato, era rimasto accanto a Xanxus, il quale non aveva fatto neanche un passo verso la finestra, né mostrava alcun timore per l'olio di fegato di merluzzo. Lentamente, il boss si voltò verso il suo vice.
- Ehi, feccia, devi venirmi a prendere! - disse, infastidito. - Che razza di vice sei? -
- VOOOI!!! STUPIDO BOOOSS!!! - urlò lo spadaccino, tornando indietro di corsa, aiutando Lussuria a sollevare la poltrona e scaraventandola fuori dalla finestra con il suo proprietario, saltando poi a sua volta insieme a Luss.
- Ehilà, vicini! Ben svegliati! - salutò allegramente il signor Mattinieri, agitando una falce da mietitore d'altri tempi in segno di saluto.
- Oh, che sorpresa, signor Umbaso! Cosa ci fa di bello nel nostro giardino? - domandò Lussuria, sorpreso, la faccia sprofondata nell'erba del loro giardino, molto più bassa del solito.
- E tu cosa ci fai qui, feccia? - chiese Xanxus, fissando con occhi incandescenti il povero Squalo, che era atterrato proprio sulle sue ginocchia.
- Eravamo venuti a sistemarvi il giardino in attesa che vi svegliaste. - spiegò il nonno Mattinieri, sorridente.
- Con un... falcetto? - osservò Fran, perplesso.
- Non volevamo svegliarvi. - rispose l'altro. - E con il tagliaerba avremmo fatto un fracasso terribile. -
- Ottima idea! - commentò Mammon, compiaciuta.
- E gli altri dove sono? - domandò Lussuria, guardandosi attorno alla ricerca degli altri membri della famiglia dei loro vicini, senza però individuarne alcuno.
- Siamo qui!!! - esclamarono due voci allegre che sembravano provenire da sopra le loro teste.
Squalo, Xanxus, Mammon, Fran e Luss alzarono il capo, trovando Angiorgio e Carlolfo che, appesi a delle funi da scalatore, stavano dipingendo la facciata decadente della catapecchia con vernici dai colori accesi.
- Bambini!!! - esclamò il Guardiano del Sole, spaventato. - Vi farete male! Scendete!!! -
- Non si preoccupi! - lo rassicurò Angiorgio. - Non ci faremo male. -
- Vi piace il colore della facciata? - domandò Carlolfo, speranzoso.
- Sì, bambini, è bellissimo. - rispose Luss, ancora non del tutto rassicurato. - E dov'è Daniarco? -
- Sono qui! - rispose il bambino, spuntando dalla finestra del bagno, anche lui assicurato con una corda e con una grossa lastra di vetro tra le mani. - E sto cambiando i vetri: sono tutti rovinati. -
- Mi raccomando, Daniarco, sta'attento! - si raccomandò Lussuria, premuroso e preoccupato.
Improvvisamente dei passi pesanti, provenienti dalle scale della casa, si precipitarono al piano inferiore, e pochi secondi dopo Levi era sulla soglia della porta, il volto pallido come quello di chi avesse appena assistito all'invasione degli alieni.
- BOSS! BOSS! - strillò, terrorizzato. - Qualcuno ci ha rubato i vetri del bagno...! -
Si bloccò improvvisamente. I suoi occhi spaesati si congelarono di fronte al suo odiato capitano sulle ginocchia del suo adorato boss.
- Oh oh... - commentò Fran, inespressivo. - Peccato che il sempai non sia qui... -
Ma ecco che la classica risata del principe giunse alle loro orecchie, e i presenti si voltarono, incontrando il principe che, appollaiato sul davanzale esterno della finestra della cucina, stava ridendo come un matto.
- Ooohhh!!! - disse, con aria di falso dispiacere. - Povero piccolo Levi! Il suo caro Boss ha trovato un nuovo amico del cuore! Poveretto!... Ushishishishi!!! -
Pieno d'imbarazzo, Levi corse al piano superiore, e non scese fino a quando i suoi compagni non rientrarono per l'ora di pranzo.

Nel primo pomeriggio non accadde nulla di memorabile.
 Be'... a parte qualche paio di pantaloni e due giacche che andarono a fuoco in un tentativo di Bel e Fran di accendere un falò sfregando un paio di bastoncini e usando quegli indumenti come combustibile.
Sì, esatto, erano tutti di Levi. A dirla tutta, un paio erano di Squalo.
E a parte questo, nel pomeriggio non accadde altro, o almeno fino a quando Lussuria non ritornò dalla spesa in compagnia poco piacevole...
- Ciao, ragazzi! - salutò allegramente una voce familiare.
Non appena la udì, Mammon fece per strapparsi il mantello di dosso a suon di morsi, ma Bel la fermò appena in tempo.
- Sei sempre molto divertente, piccina! - sorrise Ann Connù (ovviamente).
- Piccina un cornooo!!! - ringhiò Mammon, digrignando i denti, minacciosa.
- Sembri proprio un bravo cagnolino che fa la guardia! -
- E tu uno di quei postini che, quando si trovano alle prese con dei cani da guardia, fanno sempre una finaccia. -
- Per quale motivo sei venuta qui? - domandò Bel, cercando di cambiare argomento.
- Oh, già! Ho incontrato Luss-chan al supermercato, e abbiamo chiacchierato un po'. Mi ha detto di non ricordarsi a che ora c'era il corso di danza con Mareo, e quando gliel'ho detto, mi ha pregato di venire qui a dirvelo di persona, perché aveva paura di dimenticarselo. - spiegò lei.
- Molto gentile. - commentò Fran, alzandosi e accompagnandola alla porta. - Non si preoccupi, verremo di certo. Grazie ancora. -
Poi, una volta che l'animatrice fu uscita, chiuse la porta e si rimise sul divano scassato dell'ingresso.
- Come se ce lo fossimo dimenticati. - commentò Bel, lasciando libera Mammon.
- Sarebbe stato troppo bello scordarselo. - aggiunse Fran.
- Bambini, siete sempre i soliti cattivi! - li rimproverò Lussuria, indignato.
- Senti, perché la ragazza ti chiama 'Luss-chan'? -  gli chiese Levi.
- Oh, gliel'ho detto io! - cinguettò il Guardiano del Sole. - E lei mi ha detto di chiamarla Ann-chan! <3 -
- Cose da donnette. - borbottò Squalo.
- Sei forse geloso, Levi? - sghignazzò il principe, ricevendo un cazzotto sugli incisivi.

Ore 16:00 in punto.
- Come hai detto, Ann? - domandò Mareo, indaffarato nell'allestire il palco per il corso di danza.
- Mareo, oggi c'è il saggio di danza! -  ripeté lei, irritata. - Sei il solito smemorato! È la terza volta in una settimana che te lo ricordo! -
- Dannazione! Non ho neanche avvertito i ragazzi del corso! Avevo detto solamente ai tuoi amici di venire qui perché ritenevo che, se volevano partecipare al saggio, avrebbero dovuto migliorare le loro abilità! - spiegò l'animatore, smarrito. - Io credevo ci fosse tra un mese! Mi dispiace! -
- ... Questa proprio non ci voleva!... - rispose l'animatrice, disperata, sospirando. - Mesi e mesi di lavoro!... -
- Ragazzi, mi dispiace un sacco di avervi fatto scomodare. - si scusò Mareo, rivolto ai Varia. - Non ci sarà nessun corso né alcun saggio. Scusate ancora e ci vediamo. -
Entrambi gli animatori si allontanarono per andare a staccare il volantino colorato che annunciava lo spettacolo di danza per quel pomeriggio, e i Varia esultarono per averla scampata, almeno quella volta.
Ma non tutti erano contenti di quel che era accaduto: Lussuria, infatti, non si poteva rassegnare, e raggiunti di corsa i due animatori, li afferrò per le spalle e si mise a parlare con entrambi. Da lontano, i suoi compagni lo guardavano, sospettosi che ne potesse combinare una delle sue. Ma non ne ebbero la conferma assoluta fino a quando Mareo sorrise e Ann cominciò a battere le mani in modo frenetico, prima di saltare al collo del Varia, piena di un nuovo entusiasmo.
Poi i tre tornarono dagli altri sei.
- Bambini, ho una buona notizia! - esultò Lussuria. - Il saggio di danza si farà, e saremo noi ad esibirci! -
- Ma è meraviglioso! - esclamò Bel, con un sorriso pieno di collera. - Così avremo un motivo valido per ammazzarti sul serio! -
- Su, coraggio, ragazzi! Bisogna provare! Lo spettacolo è alle sette e mezza, e abbiamo appena tre ore! - li incitò Mareo. - Conto su di voi! -

Alle 19:30 in punto.
Davanti al palco si era radunata una folla più numerosa del previsto. Questo bastò a far emozionare ancor di più Mareo, Ann e Lussuria, mentre per gli altri Varia sarebbe stata l'occasione perfetta per dileguarsi in un lampo. Se non fosse stato per il fatto che, conciati come i due animatori (e Luss) li avevano vestiti, sarebbero stati individuati e denigrati a chilometri di distanza.
- Siete pronti? - domandò Mareo, facendo il suo ingresso nel retro del palco (separato dalla scena e nascosto alla vista della folla da una tenda). - Tocca a Lussuria e Ann. Fate del vostro meglio, ragazzi! Io vi dirigerò dal lato destro del palco, quello in ombra, per intenderci. -
- Come sono emozionato! - esclamò Lussuria, in piena ansia da debutto, prima che Mareo annunciasse il suo numero e Ann lo trascinasse con sé sul palco.
Allora li accolsero gli applausi della folla. Poi Mareo fece partire un disco di Čajkovskij.
- In posizione... - li guidò Mareo, con voce ovattata. - Pronti... Un... due... tre... Un... due... tre... Un... due... tre... -
E così i due cominciarono a ballare il Lago dei Cigni.
- Perfetto!!! Ottima interpretazione! -  applaudì Mareo, compiaciuto, al termine della rappresentazione. - Ora tocca alla breakdance! -
Lussuria ed Ann accennarono ad un secondo inchino, prima di ritornare dietro le quinte.
In quel momento tutte le luci si spensero, e si avvertì lo stesso rumore di qualcosa di pesante che viene trascinato su un pavimento. Poi le luci si accesero d'un colpo, illuminando il volto annoiato di uno Xanxus vestito in stile rapper e seduto sulla sua inseparabile poltrona. Pochi secondi dopo partì una canzone hip-hop.
- Xanxus, devi fare quelle mosse che hai imparato! - gli bisbigliò Mareo.
Sbuffando, Xanxus imitò un robot a ritmo di musica, con la sua solita inespressività piena di irritazione. E con una naturalezza imprevedibile.
Uno scroscio di applausi accolse la sua danza svogliata, mentre un povero Squalo, vestito tipo il suo Boss, emergeva da dietro la poltrona ballando in un modo decisamente meno meccanico, scatenando l'euforia della folla intera, che cominciò ad accompagnarlo a suon di battiti di mani. Poi, al termine della canzone, le luci si spensero nuovamente, e si udì di nuovo il rumore di cui parlato prima.
- Forza! Ora tocca a noi! - esortò l'animatore, saltando sul palco in compagnia di Levi, vestito con una ridicola tuta. - Tre! Due! Uno! Musica!!! -
E Ann fece partire un brano di zumba. Istantaneamente Mareo si mise a ballare come un pazzo, imitato dal povero Levi, che dopo quattro lunghissimi minuti di imbarazzo, si affrettò a rifugiarsi dietro le quinte per rimettersi in abiti civili, nonostante Mammon e Bel lo pregassero di restare ancora un po'lì a farsi riprendere dalla spietata videocamera dell'illusionista, con la scusa che 'tutto ciò che stavano riprendendo lo stavano riprendendo per i posteri'.
Poi il palco divenne nuovamente nero per pochi secondi, prima che un povero Fran in smoking e con un papillon bianco al collo venisse inondato dalla luce dei riflettori e si cimentasse in un balletto di tip-tap di un'apatia unica.
- Bene, carissimo pubblico. Vi ringrazio innanzitutto a nome di tutta l'animazione per essere stati presenti a questa recita, organizzata quasi all'ultimo momento, e che è stata possibile solo grazie all'aiuto dei nostri fantastici ballerini! Vi prego di fare un applauso anche per loro, che hanno a tutti gli effetti salvato questo spettacolo. - e fece una pausa, mentre gli applausi per i nostri cari Varia si facevano sempre più forti e proseguivano per un minuto abbondante.
Al termine di quel minuto, Mareo riprese a parlare:
- Ora, invece, vorrei scusarmi con i ragazzi che si erano preparati per questo saggio e che non sono potuti venire a causa della mia smemorataggine: potremo farne un altro tra un mese, che ne pensate? Se volete partecipare al prossimo spettacolo, o se avete voglia di farmi la pelle, vi aspetto venerdì qui alle cinque in punto. Ciao a tutti e buon pomeriggio! -
E così detto, spense definitivamente il microfono e le luci e scese dal palco.

Ore 20:00, casa delle vacanze dei Varia.
- Incredibile! - commentò Squalo. - È già la seconda volta in una vacanza che facciamo i cretini di fronte ad una folla! -
- Parole sante, capitano! - commentò Fran.
- Ma su, bambini! - osservò Luss. - Anche questo è un modo per divertirsi! -
- Parla per te! - ringhiò Superbi.
- Scusatemi, ma dov'è Levi-chan? - domandò il Guardiano del Sole.
- Oh, è andato in camera sua a piangere come una fontanella - spiegò Bel, sorridendo malizioso. - Non ha ancora mandato giù la storia tra il boss e il capitano. -
- E neanche quella della zumba con Mareo. - aggiunse Mammon.
- Chiudete il becco, voi due, o vi faccio diventare rispettivamente un tappeto persiano e un fermacarte! - li intimidì Squalo, mostrando loro la spada, minaccioso.
- A proposito di modi per divertirsi, - intervenne Fran. - Andiamo al luna-park? -
- Fra-chan... io sono esausto... - sospirò Lussuria, circondando le spalle del bambino con un braccio.
Improvvisamente la porta si spalancò, e la signora Ciechi, accompagnata dalle sue amiche, fece irruzione nella catapecchia restaurata di fresco.
- Allora, giovanotti, - disse, bardata come se stesse per andare a fare trekking. - Siete pronti per andare al luna-park? -
Otto occhi e una fratina si volsero ad osservare Lussuria. Occhi da veri assassini.
- Gliel'hai detto? - domandò Squalo, gli occhi fiammeggianti quanto quelli di Xanxus.
- Ehm... - cercò di rispondere lui, imbarazzato.
- Dannata pettegola...! - imprecò Bel, lanciando un coltello verso la parete opposta, causando la caduta delle tende della finestra.

- OOOHHH!!! Hai visto, Quirella? Un luna-park! - disse Pamilla alla sua amica, emozionata, appena scese dall'auto di Luss nel parcheggio del luna-park. - Che attrazioni vuoi fare, cara? -
- Oh, be', credo che dovremo chiedere consiglio a questi baldi giovanotti! Loro sono molto più esperti e sprezzanti del pericolo, e saprebbero consigliarci benissimo! - rispose la Fermi.
Allora le sei si voltarono verso i Varia, con la speranza che potessero consigliare loro le attrazioni migliori.

- Ma non è questo quello che volevamo noi! - protestò Quirella, mentre girava sulla giostra con le altre.
- Hai ragione, cara. - concordò la signora Ciechi, seduta in una tazza in compagnia della Fermi.
- Non c'è qualcosa di meglio? - domandò acida Francilde, seduta su un cavallo.
- Qualcosa di più emozionante? - chiese Emmice, speranzosa, dall'interno di una macchinina colorata.
- Tsk! A me piace! - sentenziò Ofanna.
- Una volta ho sentito parlare di una cosa chiamata ottovolante: sapreste per caso dirmi se è veramente così affascinante come il famoso artista... -
- Ok, facciamo una cosa. - propose Bel. - Qualcuno resta qua con la di Contrario, e gli altri accompagnano le altre dove vogliono. -
- Mi sa che è l'unica soluzione. - assentì Squalo.
Le sei vecchine si guardarono l'un l'altra, dispiaciute, poi la signora Emmice prese la parola per conto di tutte:
- Non c'è bisogno che vi perdiate tutto il divertimento per stare accanto a sei vecchie come noi! Facciamo una cosa: alle dieci ci troviamo tutti qui, va bene? -
- È un'ottima idea, Emmice! - si complimentò Quirella. - Allora alle dieci tutti qui, all'ingresso del luna-park. Buon divertimento! -

Dopo aver caricato (e non senza difficoltà) Xanxus e consorte su una macchinina degli autoscontri, Squalo cominciò a girovagare in cerca di qualcosa di interessante.
Passò davanti a uno di quei 'pescapupetti' (quei contenitori trasparenti pieni di peluche dove c'è quel braccio meccanico per pescarli. Noi lo chiamiamo così XD) che stanno sempre nei luna-park, scoprendo che al suo interno (non chiedeteci come) ci era finito Lambo, e che Gokudera e Yamamoto stavano facendo a gara per recuperare per primi il bamboccio. Sì, è vero, il Guardiano della Tempesta dei Vongola avrebbe certamente preferito lasciare la mucca lì dentro, ma Reborn gli aveva promesso che chi, fra lui e Takeshi, avesse recuperato Lambo per primo, sarebbe diventato ufficialmente il braccio destro del Decimo, e Hayato non poteva certo tirarsi indietro.
Dopo aver dato un cazzotto in testa a Yamamoto per ricordargli di pensare un po'di più alla spada e un po'meno a fare il deficiente, Superbi riprese la sua passeggiata, fino a quando un urletto femminile lo costrinse ad alzare lo sguardo verso le montagne russe, dove un terrorizzato Tsuna stava aggrappato alla sbarra di sicurezza del suo sedile, mentre su quello dietro Reborn, seduto sulle ginocchia di Bianchi, stava puntando una pistola alle spalle del suo allievo.
Dove c'era il Decimo, poi, c'erano anche Kyoko e Haru, ovviamente davanti alla bancarella che vendeva dolci di tutti i tipi. E tra il brusio delle voci delle persone presenti al luna-park (tra cui quella di Quirella, impegnata in un'entusiasmante corsa sugli autoscontri) Squalo fu certo di sentire distintamente quella estrema di Ryohei, proveniente dal Giamaica, che urlava 'all'ESTREMOOO!!!' come diceva di solito lui. Quatti quatti, invece, Mukuro e Chrome stavano facendo un tranquillo giretto sulla ruota panoramica. Non si poteva dire lo stesso di Colonnello e Lal Mirch che, dopo una combattuta gara al tiro al bersaglio, ora stavano litigando su chi dovesse meritarsi il premio (esatto, avevano pareggiato). Poco più in là, sulla stessa giostra dove Ofanna stava ancora girando, Shamal, in groppa ad un elefante, inseguiva un gruppetto di ragazze in carrozza.
Poi ecco Mammon intenta a scassinare un distributore delle merendine e, contemporaneamente, a riprendere i suoi compagni sulle varie attrazioni.
Proseguendo, Squalo incontrò Emmice che giocava sullo scivolo, Pamilla nella casa degli spettri, Urselia sull'ottovolante, Fran in quelle palle che galleggiano sull'acqua (inutile dire che Bel stava giocando a colpirlo e ad affondarlo a suon di coltelli) e Lussuria che si cimentava nel gioco del martello.
Lo spadaccino non trovò nulla che lo incuriosisse, ma alle dieci, quando si ritrovarono tutti davanti all'ingresso del luna-park, si sentiva completamente realizzato.
Forse per il fatto di non essere stato continuamente chiamato a destra e a manca dal suo boss.

Ritornarono a casa una ventina di minuti dopo. E una volta accompagnate a casa le sei anziane, i Varia si diressero verso la loro casetta...
- Su, forza, tirate fuori la chiave. - ordinò lo spadaccino. - Chi ce l'aveva, stavolta? -
- Levi-chan. - rispose Luss.
- Davvero? - domandò Levi, perplesso.
- Ma certo! Ti ho detto di prenderla prima che uscissimo! - ribatté Lussuria.
- I... io non ce l'ho! - obiettò il Guardiano del Fulmine.
- E dov'era, l'ultima volta? - chiese Squalo, irritato.
- Mmmh... Credo che mi sia caduta nella scatola dei biscotti. - rispose Levi, dopo averci riflettuto per qualche secondo.
- Ushishi! - ridacchiò Bel. - Solo un cretino come te poteva infilare la chiave nella scatola dei biscotti. -
- Concordo con il sempai. - sentenziò Fran.
- E dov'è la scatola dei biscotti? - domandò Mammon.
Ci fu un breve periodo di silenzio.
- Oh, cielo! - esclamò improvvisamente Luss. - L'ho buttata nel secchio! -
- COOOSAAA??? - strillarono gli altri Varia, furiosi.
- Era vuota, così l'ho buttata! - si giustificò il Guardiano del Sole, ancora stravolto dall'accaduto.
Fu così che Levi venne mandato a calci nel sedere a recuperare il loro sacco dell'immondizia al cassonetto più vicino (già, per loro fortuna, la raccolta differenziata non era ancora arrivata lì).
Una volta ritornato il Guardiano del Fulmine, Luss infilò la chiave nella serratura, ma questa non vi entrava più. Scoprirono così che i Mattinieri, nel ristrutturare la loro casa, avevano cambiato la serratura della porta.
I nostri poveri vacanzieri provarono così ad entrare dalla finestra, ma questa era chiusa, e, nel tentativo di rompere il vetro per entrare, i sette scoprirono che i Mattinieri avevano sostituito i loro vetri con dei vetri infrangibili.
Così, ai nostri Varia non restò altro da fare se non accamparsi nel giardino, su delle sedie di plastica scassate e coprirsi con i teli da mare.
  
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