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Autore: isthislolax    31/08/2014    1 recensioni
Questa è la traduzione della storia di Jem e Tessa dopo il loro incontro sul ponte.
La storia si trova sull'account di tumblr di cassandra clare: http://cassandraclare.tumblr.com/
Ho provato a tradurla; anche se il risultato non è dei migliori, spero comunque che vi piaccia.
Buona lettura :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Theresa Gray
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tessa indossava un abito di faille in seta d’orchidea, il tipo di vestito che aveva indossato a cena quando stavano insieme. Era stato rifilato in cordoni di velluto bianco, la gonna a campana - stava indossando la crinolina? 
La bocca di Jem si spalancò. Non poteva farne a meno. Aveva trovato la sua bellezza in tutte le età dei secolio: bellezza negli abiti tagliati accuratamente degli anni di guerra, quando il tessuto era limitato. Bellezza negli abiti eleganti degli anni Cinquanta e Sessanta. Bellezza nella minigonna e negli stivali come il secolo che stava per finire. 

Ma questo era ciò che le ragazze sembravano quando le aveva notate, prima le aveva trovate affascinanti e non fastidiose, aveva notato la linea aggraziata del collo o quella pallida all'interno del polso. 
Questa era la Tessa che lo aveva colpito fino in fondo in tutto e per tutto con l’amore e la lussuria miscelati insieme: un angelo in carne ed ossa, con un corsetto che modellava il suo corpo come una clessidra, sollevava il seno, definiva i suoi fianchi. 
Si costrinse ad allontanare lo sguardo dal suo corpo.

Tessa si era legata i capelli, i piccoli ricci fuggivano da sopra le orecchie, e il pendente di giada che brillava intorno alla gola. 
"Ti piace?", disse Tessa. "Ho dovuto farmi i capelli da sola, senza Sophie, e allacciare i lacci..." La sua faccia era timida e più che nervosa- era sempre stato una contraddizione, lei che era una delle persone più coraggiose eppure più timide che avesse mai conosciuto.
"L'ho comprato da Sotheby - un vero e proprio cimelio, ora, costa troppo, ma mi ricordo di quando ero un’adolescente tu mi dicesti che le orchidee erano i tuoi fiori preferiti e io mi ostinai a trovare un vestito del colore di un'orchidea, ma non ne  trovai  mai uno prima che .. te ne andassi. Ma eccolo qui. Tinto con l’anilina, immagino, nulla di naturale, ma ho pensato..  ho pensato che mi avrebbe ricordato te"
Tessa alzò il mento.. "Che mi avrebbe ricordato di noi. Di quello che volevo essere per te, quando pensavo che saremmo stati insieme ". 
"Tess," disse Jem, con voce rauca. Era in piedi, non sapeva come fosse arrivato lì. Fece un passo verso di lei, e poi un altro. "Quarantanovemila duecentosettantacinque." 

Tessa capì subito cosa intendesse. Sapeva che l'avrebbe fatto. Lei lo conosceva come nessun altro essere vivente. "Stai contando giorni?" 
"Quarantanovemila, duecentosettantacinque giorni dall'ultima volta che ti ho baciato," rispose. "E ho pensato a te ogni singolo giorno. Non devi ricordarmi la Tessa che amavo.  Sei stata il mio primo amore e sarai anche l’ultimo. Non ti ho mai dimenticata. Non ho mai smesso di pensare a te.”
Era abbastanza vicino ora per vedere la pulsazione sul suo collo. Per raggiungerla e sollevarle un ricciolo dei capelli. "Mai." 
I suoi occhi erano socchiusi. Tessa allungò la mano e prese quella di Jem, che le  accarezzava i capelli. Il suo sangue “tuonava” attraverso il suo corpo, così forte da far male. Tessa gli abbassò la mano sul corpetto del vestito. 
"La pubblicità del vestito dice che non ha bottoni," sussurrò. "Solo ganci sul davanti. Per una persona è più facile da aprirli. » Abbassò la mano destra, prese l’altro polso di Jem e lo sollevò. Ora entrambe le sue mani erano sul suo corpetto. "O a slacciarli.» Le sue dita curvate sciolsero, molto deliberatamente, il primo gancio del vestito. 
E poi quello seguente. Tessa muoveva le mani di Jem verso il basso, le dita intrecciate con le sue, allentando i lacci fino a quando il vestito rimase aperto sul corsetto, ripiegato su ogni lato come petali di fiori. Lei respirava affannosamente; Jem non riusciva a tenere gli occhi fissi sul suo ciondolo che si alzava e si abbassava con i suoi respiri. Non riusciva a muoversi di un centimetro in più verso di lei: voleva, lo voleva troppo. 

Voleva scioglierle i capelli e avvolgerli intorno ai polsi, come corde di seta. Voleva il seno sotto le sue mani e le sue gambe intorno alla vita. Voleva cose che non avevano un nome e nessuna esperienza. Sapeva solo che se si fosse mosso di un pollice in più vicino a lei, la barriera di vetro del controllo che aveva costruito intorno a sé sarebbe finita in frantumi e non sapeva che cosa sarebbe successo dopo. 
"Tessa", disse. "Sei sicura?" 
Le sue ciglia svolazzavano. I suoi occhi erano ancora socchiusi, i denti lasciavano piccole mezze lune sul labbro inferiore. "Ero sicura allora," disse, "e sono sicura adesso." 

Tessa prese le mani di Jem e gli fece stringere saldamente i fianchi, dove la sua vita si incurvava, su entrambi i lati. 
Il controllo di Jem si ruppe, un'esplosione silenziosa. La  tirò verso di lui, si chinò a baciarla selvaggiamente. La sentì gridare per la sorpresa e poi tacere, la sua bocca si aprì con entusiasmo sotto la sua. Le mani di lei nei suoi capelli, la presa dura; si alzò  sulla punta dei piedi per baciarlo. Gli morse il labbro inferiore, morse la mascella, e lui gemette, facendo scivolare le mani dentro il suo vestito, le sue dita tracciavano la parte posteriore del corsetto, poteva sentire attraverso la sua camicia la pelle di lei che bruciava tra i lacci. Lanciò via le scarpe, togliendosi i calzini, il pavimento freddo contro i suoi piedi nudi. 

Tessa fece un piccolo sussulto e si divincolò più vicino, tra le sue braccia. Jem fece scivolare le mani fuori dal suo vestito e afferrò la gonna. Lei fece un sussulto per sorpresa mentre Jem gli sfilava il vestito da sopra la testa. Esclamò, ridacchiando, che il vestito si era sfilato, ma era rimasto chiuso sul polso, dove minuscoli bottoni incrociavano i polsi saldamente. "Attento," lo prese in giro, mentre le sue dita aprivano i bottoni freneticamente. Jem sollevò il vestito e lo gettò in un angolo. "E’ antico". 
"Allora lo sono anche io, tecnicamente," disse, e Tessa ridacchiò di nuovo, guardando verso di lui, il suo viso caldo.
Aveva già pensato di fare l'amore con lei prima; naturalmente lo aveva fatto. Aveva pensato al sesso quando era solo un adolescente perché era quello a cui gli adolescenti pensavano, e quando si era innamorato di Tessa, lo aveva immaginato con lei. Vaghi pensieri di fare le cose, anche se non era sicuro di cosa - immagini di braccia e gambe pallide, la sensazione immaginaria della pelle morbida sotto le sue mani. 
Ma non aveva immaginato questo: che ci potrebbe essere stata una risata, che potrebbe essere stato affettuoso, caldo e passionale. La realtà lo lasciò stordito e senza fiato. 

Lei si ritrasse da lui e per un attimo Jem fu assalito dal panico. Che cosa aveva fatto di male? L’aveva ferita? Ma no, le dita di Tessa erano andate dalla gabbia di crinolina alla  vita. Poi alzò le braccia e le intrecciò al collo di Jem. "Sollevami," disse. "Sollevami, Jem." 
La sua voce era calda. La prese per la vita e la sollevò portandola fuori delle sue sottane, come se stesse sollevando un'orchidea costosa dal suo vaso. Quando la rimise giù, Tessa indossava solo il suo corsetto, calzoni e le calze. Le sue gambe erano altrettanto lunghe e incantevoli come le aveva ricordate e sognate. 
Si allungò su di lei, ma lei gli prese le mani. Stava ancora sorridendo, ma ora c'era qualcosa di furbo nel suo sorriso. "Oh, no," disse, indicando lui, i suoi jeans e maglione. "E’ il tuo turno". 

* * * 
Rimase immobile, e per un momento, in preda al panico, Tessa si chiese se  gli avesse chiesto troppo. Era stato staccato dal suo corpo così a lungo - una mente in un guscio di carne che era in gran parte ignorata, a meno che non avesse bisogno di essere marchiato per qualche nuovo potere. Forse questo era troppo per lui. 
Ma Jem prese un respiro profondo, e le sue mani andarono a l'orlo del suo maglione. Lo sfilò da  sopra la testa e ne uscì con i suoi capelli adorabilmente arruffati. Non indossava la camicia sotto il maglione. Lui la guardò e si morse il labbro. 
Tessa si mosse verso di lui. Lo  guardò prima di mettere le mani su di lui e lo vide annuire,

Tessa deglutì a fatica. Si era portata avanti fino a questo punto come una foglia sul mare dei ricordi. Ricordi di James Carstairs, il ragazzo con cui era stata fidanzata, con cui aveva progettato di sposarsi. Avevano quasi fatto l'amore sul pavimento della stanza della musica dell'Istituto di Londra. Aveva visto il suo corpo poi, a torso nudo, la pelle pallida come carta, allungato e sottile sopra nervature prominenti. Il corpo di un ragazzo morente, anche se era sempre stato bello per lei. 
Ora la sua pelle era posta sopra le costole e il petto in uno strato di muscolatura liscia; il suo petto era ampio, si assottigliava verso il basso in una vita sottile. Mise le mani su di lui timidamente; lui era caldo e duro sotto il suo tocco. Poteva sentire le deboli cicatrici di vecchie rune, pallide contro la sua pelle dorata. 

Il suo respiro sibilò tra i denti, quando fece scorrere le mani sul suo petto e sulle sue braccia, la curva dei suoi bicipiti si modellò sotto le sue dita. Lei lo ricordò combattere con gli altri Fratelli a Cader Idris - e, naturalmente, che aveva combattuto alla battaglia di roccaforte-, i Fratelli Silenti pronti a dare battaglia, anche se lo facevano raramente. In qualche modo non aveva mai pensato a tutto quello che che poteva significare per Jem, una volta che non era più morente. 
I  denti di Tessa battevano un po'; si morse il labbro per mantenerli in silenzio. Il desiderio la stava invadendo, e anche un po' di paura : Com’era potuto accadere? Com’era potuto accadere realmente? 
"Jem," sussurrò. "Sei così ..." 
"Sfregiato?" Si mise la mano sulla guancia, dove il segno della Confraternita formava un arco nello zigomo. "Orribile?" 
Lei scosse la testa. "Quante volte devo dirti che sei bello?" Fece scorrere la mano fino alla curva della sua spalla nuda al collo; tremava. Sei bello, James Carstairs. "Non hai visto tutti che ti fissavano sul ponte? Sei molto più bello di me, "mormorò, facendo scivolare le mani intorno a lui per toccare i muscoli della schiena; si strinsero sotto la pressione delle sue dita. "Ma se sei stupido abbastanza da voler me, allora non metterò in discussione la mia fortuna." 

Girò la testa di lato e lo vide deglutire. "Per tutta la mia vita," disse, "quando qualcuno diceva la parola 'bello', è il tuo volto che ho visto. Tu sei la mia definizione di bello, Tessa Gray ". 
Il suo cuore fece una capriola. Si alzò sulla punta dei piedi - era sempre stata una ragazza alta, ma Jem era ancora più alto - e mise la bocca sul lato della gola, baciandola dolcemente. Le sue braccia la circondarono, premendola contro di lui, il corpo duro e caldo, e sentì un'altra fitta di desiderio. Questa volta lo morse, morse la pelle, dove la spalla in incurvava sul collo. 
Tutto si capovolse. A Jem uscì un suono profondo dalla gola e improvvisamente si ritrovarono sul pavimento e lei era sopra di lui, il suo corpo ad ammortizzare la caduta. Lei lo fissò con stupore. «Cos’è successo?" 
Sembrava perplesso anche lui. "Non riuscivo a stare in piedi più." 

Il  petto di Tessa era pieno di calore. Era passato così tanto tempo che aveva quasi dimenticato la sensazione di baciare qualcuno così forte che le ginocchia si erano indebolite. Jem si tirò su sui gomiti. "Tessa -" 
"Non c'è niente di sbagliato", disse con fermezza, prendendogli il viso tra le mani. "Niente. Capito? "
Jem socchiuse gli occhi guardandola "Mi hai fatto inciampare?" 
Lei rise; il suo cuore batteva ancora, stordito di gioia, sollievo e terrore allo stesso tempo. Ma lei lo aveva guardato, aveva visto il modo in cui lui le guardava i capelli quando erano sciolti, aveva sentito le sue dita attraverso di essi, accarezzandoli timidamente, quando lui l'aveva baciata sul ponte. Allungò una mano e tirò gli spilli fuori dai capelli, gettandoli per la stanza. 

I suoi capelli scivolarono giù, rovesciandosi sulle spalle, fino alla vita. Si sporse in avanti in modo che sfiorassero il suo viso, il petto nudo. 
"Ti importa?" Sussurrò. 
"Per come è andata," disse lui, contro la sua bocca, "non mi interessa. Preferisco stare sdraiato"
Tessa rise e passò la mano lungo il suo corpo. Jem si girò, inarcandosi al suo tocco. "Per un antico," mormorò lei, "dovresti raggiungere un bel prezzo da Sotheby. Tutte le tue parti sono abbastanza in ordine. "

Le sue pupille si dilatarono e si mise a ridere, il suo caldo respiro sulla guancia di lei. "Ho dimenticato cosa vuol dire essere presi in giro, penso," disse. "Nessuno prende in giro i Fratelli Silenti." 
Tessa aveva approfittato della sua distrazione per liberarlo dai suoi jeans. C’erano pochi vestiti a separarli ora. "Non sei più nella Fratellanza ," disse, accarezzandogli lo stomaco con le dita, i peli appena sotto l'ombelico, il petto nudo liscio. "E io rimarrei delusa se tu rimanessi in silenzio." 
Lui la prese alla cieca e l'attirò verso il basso. Le sue mani nei capelli. E si baciarono di nuovo, le ginocchia ai lati dei suoi fianchi, i palmi contro il suo petto. Le sue mani correvano tra i suoi capelli più e più volte, e ogni volta che Tessa sentiva il suo corpo tendersi verso di lei, le sue labbra premevano contro la sue più arduamente. Non erano baci selvaggi, non ora: erano decadenti, crescevano in intensità e fervore ogni volta che si separavano e si riunivano di nuovo. 

Jem portò le mani ai lacci del corsetto e lo tirò. Tessa si mosse per mostrargli che era allacciato anche davanti, ma lui aveva già preso ai lati per afferrare la parte anteriore. "Le mie scuse", disse "per l'antichità," e poi, in un modo poco “alla Jem”, strappò il corsetto aperto sul davanti e lo gettò da parte. Sotto c’era la camicia, che Tessa sfilò da sopra la testa e lasciò cadere di lato. 

Fece un respiro profondo. Era nuda davanti a lui ora, come non lo era mai stata prima

to be continued..  
  
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