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Autore: Les_Cher    01/09/2014    0 recensioni
"Grace, la sua migliore amica, li aveva lasciati, diretta in quello strano ospedale in Svizzera, a Zurigo. Nessuno sapeva se ce l'avrebbero fatta, Alo e Rich, a riportarla da loro, a Bristol. "
Una rivisitazione della sesta stagione di Skins.
Proprio come nella serie, per ogni capitolo vi sarà un personaggio principale. Al contrario, invece, saranno inseriti tanti epidoti di pura fantasia, mai stati citati nella serie, che rivoluzioneranno le vite di tutti i nostri beniamini.
Genere: Commedia, Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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{Franky}

Da quel dannatissimo giorno, Franky non riusciva a stare in pace con se stessa. Si sentiva la principale causa dell’incidente, e come darle torto? Odiava il fatto di essere crollata alle lusinghe di quel coglione di Luke. Odiava Matty, il suo essere così opprimente, così possessivo, difetti che avevano portato all’incidente. Se, per una volta sola, l’avesse lasciata in pace, se le avesse lasciato vivere la sua vita, a quest’ora, Grace poteva essere ancora lì, con loro.
Ma i Levan sono così, tutti testardi.
Era passato solo un anno dal suo arrivo alla Roundview. Non era mai stata facile la vita lì, dal primo giorno, ma si era adattata ed era entrata a far parte di un gruppo di amicizie, il che le sembrava impossibile visto tutto quello che aveva passato.
Nonostante i primi mesi, nel corso dell’anno, le cose si erano sistemate e non c’erano più strani problemi.
Ma, da quei pochi giorni in Marocco, era dinuovo cambiato tutto.
Erano un gruppo, vivevano ogni cosa insieme, ma, grazie a quell’estraneo arrivato per caso e per ultimo tra di loro, grazie alla debolezza che si auto attribuiva la ragazza, era come se un grande masso fosse crollato in mezzo al cerchio che formavano tutti insieme, creando delle crepe sul pavimento, dividendoli ogni persona dall’altra. Nessuno, però, aveva il coraggio di saltare la spaccatura per raggiungere il prossimo.
Mentre immaginava quella scena, Franky era arrivata a scuola. Il semplice fatto di rivedere quei musi lunghi, sapendo che nulla sarebbe cambiato, le faceva passare la voglia di varcare la soglia di entrata della Roundview. Come se non bastasse, quel giorno avrebbero svolto la simulazione degli esami.
Le simulazioni iniziarono subito, neanche il tempo di entrare in aula, ma c’era qualcosa che la distraeva: Luke. Nonostante si rimproverasse il fatto di avergli ceduto troppo facilmente, continuava a pensare a lui.
Leggeva e rileggeva ma senza trovare la risposta di alcuna domanda. Persino Alo, seduto davanti a lei, riusciva a rispondere a quei test ma, per lei, era veramente impossibile. Come se non bastasse, sentiva la voce di Grace che la chiamava. Stava per impazzire, così si alzò dal suo posto e, nonostante i richiami, lasciò la classe.
Quando, all’intervallo, anche gli altri uscirono dall’aula, Franky si incrociò con Mini.

-Mi spieghi che problemi hai?
-Come scusa?
-Uscire dalla classe in quel modo. Non è da te!
-Davvero? E dimmi, cosa sarebbe “da me”?
-Stai diventando davvero arrogante e presuntuosa, quasi quanto …

Lo sguardo di Mini si strinse per un attimo, quasi a scrutare Franky.

-Quasi quanto Luke. Franky, ci sei cascata ancora?!
-Ma tu che vuoi? Anche se fosse? Che c’è, mi ritieni colpevole dell’incidente?

Franky scosse la testa e non lasciò, a Mini, nemmeno il tempo di poter replicare che era già andata via.
I sensi di colpa la stavano uccidendo, ma, alla fine, Mini aveva ragione. Doveva lasciare perdere Luke, doveva considerarlo morto. Quel coglione era stato il problema di tutto!

Quando tornò a casa, i suoi padri non l’accolsero con grande affetto, li aveva chiamati il preside, vista la reazione di Franky durante la simulazione.

-Sai, oggi ha chiamato il preside.

Franky, sentendo quelle parole, si era bloccata nel bel mezzo dell’ingresso e, poi, si era girata verso il padre che ne aveva approfittato per continuare il discorso.

- Ma come ti permetti, Franky? Uscire in quel modo dall’aula! Avanti, cosa dovremo aspettarci, ancora? Pretendo dell’educazione, da parte tua!

La ragazza prese la palla al balzo, si avvicinò al padre impettita e, senza alcun problema, rispose.

-Sennò?
-Sennò te ne puoi anche andare di casa, ti ricordo che sono tuo padre!

Ma quella frase scatenò il putiferio. Franky prese il certificato di adozione, lo spiattellò in faccia al padre ed iniziò a ripetergli “continua”, in tono di sfida. Il padre, il più grande dei due, cercò di togliergli il foglio di mano, ma la ragazza, cercando di liberarsi, lo spinse e lui finì con la tempia su uno spigolo.
A quel punto arrivò anche il secondo padre, quello più giovane, ma Franky scappò di casa, in preda al panico.
In altre condizioni, avrebbe probabilmente chiamato Mini, o Grace, o Liv o, ancora, Matty. Ma, in quel momento, non poteva sentire nessuno di loro, perché nessuno di loro l’avrebbe aiutata.
Le venne in mente una persona, però: Nick.
Correndo, come faceva ogni volta che si trovava in qualche casino, raggiunse la casa di Nick. Entrambi erano soli, in quel momento, e sapeva che Nick non era tipo da dormire già alle undici e mezza di sera.
Bussò alla porta, stava per andarsene, ma in poco tempo Nick le aprì la porta.

-Franky!
-Nick …
-Cosa è successo?

Ma Franky non rispose, le si riempirono gli occhi di lacrime e il ragazzo, prontamente, l’abbracciò.
La fece accomodare dentro, passarono la serata insieme e poi Nick le chiese se voleva passare la notte lì.
Franky non era nella condizione di poter tornare a casa, così accettò.

-Ascoltami, Nick, ho bisogno che, almeno tu, mi rimanga accanto. Ho bisogno di un amico, un amico come te, capisci?
-Si, capisco.
-Quindi, possiamo essere amici?
-Certo! Amici …

I due si sorrisero, lei con più entusiasmo, lui, invece, sembrava quasi turbato all’idea di dover essere amici, quasi come se non gli bastasse … Poi i due andarono a dormire, Nick le cedette il letto e lui andò a dormire sul divano, e rimasero insieme, almeno fino al mattino dopo.
  
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