DEMONIACAL
Cap. 1_"Risveglio"
Tump...tump...tump…SLAM!
<< Brayan! Brayan! Dove sei
scriteriato!
Se non vieni fuori subito stasera lavorerai triplo,capito?!?! >> urlò
dalla penombra della porta la persona << allora dove sei?! >>
<< Arrivo,arrivo...quanta
fretta…>> dissi stancamente.
Scesi dal tetto e mi accinsi ad entrare
in casa quando una persona mi si parò dinanzi << non puoi entrare…prima
devi lavorare e dopo forse puoi mangiare >> bofonchiò sghignazzando
Marcus. E si.. la persona non era altro che mio ''padre'', sosteneva
lui, ma io ci credevo sempre meno, era troppo diverso da me, io basso e
lui alto, io biondo e lui moro, lui forte e io no. Lui sclerotico e
manesco e io sempre gentile.
La cosa non valeva anche per mia madre:
lei era l'unica che mi voleva bene, che mi aveva aiutato e che mi aveva
coccolato .
Il mio lavoro consisteva solo di
sfacchinare tutto il giorno
nel campo ararando, seminando,
raccogliendo,curando quelle schifosissime
piante di cipolla, orzo, sedano e cavolfiore, tutte cose per me
immangiabili, ma lui se ne ingozzava, e per lui non bastava tutto quello che
facevo! Per lui io non facevo niente! Ero
un figlio di troppo… indesiderato e sfruttato. E visto che non facevo
''niente'' mi costringeva al turno di notte, un bellissimo e estenuante
turno di notte dove ogni 4 passi inciampavo e maledicevo Marcus.
Avevo poco da fare quella notte, dovevo
solo arare 2 campi grandi 20 volte la
mia catapecchia, con una vanga (hug!!), mentre lui
andava in giro a
sbronzarsi con gli amici del paese.
Pensai << Ecco ci sono, dove ho
messo la vangaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!>>
Splaff!
<< Merda! Mi dimentico sempre il fosso, maledizione Marcus! Te e
chi ti ha messo al mondo! >> urlai nella notte.
Ignaro, qualcosa mi guardava dal buio.
<< Bbrayan, hei Brayan,
come và il lavoro?? hehehehehe >>
<< Ciao Marcus, che sei venuto a fare qua? Non eri con i
tuoi...ths..''amici''? >> chiesi seccato, poi,
notando il suo barcollare, aggiunsi << Sei
sbronzo, vergogn..>>
<< Stai zitto mostro!! Tu fai schifo a tutto al paese! Le bestie
come te vanno sopresse! E ora... stasera...
faremo la stessa cosa che
abbiamo fatto alla tua madre adottiva, sì proprio mia moglie, e l'ho fatto
con queste mani! Lei ti difendeva sempre, rimandava all'infinito questo
momento, così siamo giunti alla conclusione che TU le avessi fatto
qualcosa e l'abbiamo salvata dalla dannazione bruciandola viva e IO ho
appiccato il fuoco alla pira, purificandola >> pensai che fosse l'effetto
dell'alcol ma, comunque per una inspiegabile sensazione mi voltai verso il
villaggio e fu lì, sulla collina, in mezzo ai campi, che qualcosa si sbloccò.
Vidi il rosso vivo
delle fiamme e pensai a mia madre; paralizzato nella posizione chiesi
titubante: << Dov'è la mamma? >> mi toccai la collana fatta con
quei
strani sassi regalatami il giorno prima da mia madre
<< Al calduccio
sulla pira >> disse trionfante Marcus
<< Era tua
moglie come hai... potuto farlo... >> strinsi la collana.
<< Non era più mia moglie! Tu
la controllavi, lei era una tua sottoposta!!! >>urlò.
<< Perchè
quelle torce vengono da questa parte? >> chiesi guardando giù dalla
collina la fila di fiamme.
<< Sei un mostro e vai trattato
come tale: ti tortureremo e poi ti bruceremo sulla pira, le tue ceneri saranno
depositate per terra e sopra ci costruiremo un pisciatoio >> esclamò
ridendo di gusto.
<< Dov'è la mamma >> richiesi calmo.
<< Non era tua madre! Ti trovammo
in mezzo a una banda di briganti, tutto, tutto era fatto a
pezzi! Alberi, uomini, armi, lupi, tutto! Tutto tranne te, un bambino di 1 anno
macchiato di sangue dalla testa ai piedi che rideva e giocava con una mano
mozzata, tu sei il demonio ! Da quando ci sei tu il paese va in malora!
>>
<< Cos...>> guardai chi
stava arrivando, tutti erano armati di almeno un forcone e all'unisoro gridavano: << Bruciamolo!! Al rogo!!
Torturiamolo!! Tutti addosso al mostro! >> erano tutte persone che
reputava amici, e ora tutti contro di lui.
<< è la tua fine! Muor...che guardi in quel modo credi di farmi paura!?!?!?!
>>
Tremava, lo sentivo, senza rendermene conto avevo messo al testa di lato
e lo guardavo, vedevo ciò che vedeva lui, sentivo ciò che vedeva lui,
ricordavo ciò che ricordava lui, e in quei ricordi trovai qualcosa che
ruppe un fermo, l'aveva uccisa, aveva ucciso l'unica persona che mi voleva
veramente bene
<< Maledetto... >> non era la mia voce, inspiegabilmente mi
tolsi la collana e la strinsi nel pugno << Ora...tu...morirai...>>
sentii le pietre plasmarsi e diventare come una seconda pelle, un
un guanto, sul mio braccio destro.
Guardai per nulla impressionato lo
strano fenomeno familiare. Il mio braccio non c'èra più, al suo posto c'èra un
braccio metallico con una mano scheletrica da dove spuntavano delle
terrificanti unghie nere come la notte; senza dire nulla guardai Marcus e gli
trafissi il cuore.
20 piedi, 20 piedi in mezzo secondo, il mio braccio disteso, la mia mano che
stringeva il
cuore di Marcus, è successo davvero? Si, è successo davvero.
<< Chi di noi è la bestia, io o tu, io non ho fatto niente, mentre tu,
tu l'hai uccisa, non hai esitato a ucciderla, così come 20 anni fa tu
uccisi tuo fratello…>>Marcus, con
l'ultimo respiro, ansimò << Come....fai...a... >>
Strappandogli il cuore dalla cassa toracica dissi << Io lo vedo,
io lo vedo... >> vedevo i mie occhi riflessi nei suoi, non erano
più i miei occhi azzurri ma erano con la pupilla azzurra con i contorni
verdi e al centro il nero, fissai il nero dei suoi occhi e tornai
all'età di 4 anni, ero da solo in casa, no, c'èra la mamma, mi mostrava
qualcosa, poi lo metteva sotto l'asse e sopra ci metteva il tappeto, poi sentii
la
sua voce dire << Quando succederà l'inevitabile, tu cerca questo libro e
scappa lontano, cerca una persona di nome Shara, ti
guiderà da Seraphis, non temere la tua vista
ti aiuterà! >> poi sorrise, il sorriso più bello che potesse mai
farmi.
Mi girai verso la folla vociante che veniva su per la collina, e poi, tutto si
oscurò.