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Autore: aduial    01/09/2014    10 recensioni
STORIA INTERATTIVA
Avete mai pensato a una Hogwarts frequentata da 12 Weasley-Potter? Ecco, ora ricordatevi dei guai in cui puntualmente si trovavano Harry e Ron... e moltiplicateli per 6. Se la matematica (che cosa schifosamente babbana!) non sbaglia, possiamo affermare con sicurezza che per loro Hogwarts non sarà mai un posto tranquillo. Se poi ci si aggiungono i compiti, i primi (e i secondi, terzi, ecc...) amori e un antico nemico da sconfiggere, si prospetta un anno ricco di emozioni e colpi di scena.
Scritta a 6 mani con alexandraginnycastro e PriorIncantatio.
Storia sospesa.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Di dubbi, compere e scherzi
 
Alla Tana regnava il caos! Lucy, Lily e Hugo scuotevano le lettere saltellando di gioia perché finalmente il loro sogno di andare a studiare nella prestigiosa scuola inglese di Magia che tutti i loro fratelli e cugini stavano frequentando si era avverato.
Soprattutto Lily, era incredibilmente felice, poiché, come la madre Ginny prima di lei, era molto rattristata dall'essere la piccola di casa e desiderava andare a Hogwarts più della nuova scopa da corsa appena uscita, la Firebolt 2018, di cui il fratello James, insieme ad Albus, decantava tutte le qualità a ogni pasto, sperando che i genitori (soprattutto il padre) gliela comprassero. Anche Victoire era gioiosa quel giorno, perché era diventata Caposcuola, come lo era stato suo padre. Nonna Molly la osservava fiera e con le lacrime agli occhi, alternando crisi di pianto ad abbracci soffocanti, perché era la prima nipote a essere Caposcuola.
Nel frattempo George sbirciava dalla lettera di suo figlio Fred, il quale si girò stupefatto verso il padre, chiedendogli: «Papà, tu non hai mai guardato le lettere che mi arrivano da Hogwarts!». George, con aria sollevata, rispose: «Volevo solo accertarmi che tu non fossi diventato Prefetto!». In tutta la casa si sentirono forti risate fragorose. Dopo qualche istante James disse: «La McGrannit non ci farebbe mai Prefetti, neanche sotto Imperius, dopo i disastri che abbiamo combinato... Abbiamo persino fatto impazzire Gazza, tanto da mandarlo in pensione.» a questo commento altre risate divertite riempirono la cucina.
«A proposito di Hogwarts» iniziò incerta Hermione, non appena fu calato di nuovo il silenzio. «Si, cara» la invitò a continuare nonna Molly.
La donna fece un respiro profondo, si fece forza e disse d’un fiato: «La McGrannit mi ha proposto di prendere il suo posto come insegnante di Trasfigurazione, visto che lei non è più in grado di ricoprire contemporaneamente il ruolo di docente e quello di preside».
Alla Tana ci fu un boato assordante: applausi, seguiti dalle urla di gioia dei ragazzi. Molly, di nuovo commossa e fiera del fatto che le capacità della nuora venissero ricompensate in un modo così importante, annunciò «Faremo una festa domenica a pranzo, qui alla Tana per festeggiare Hermione e Victoire e inviteremo anche tutti i nostri amici. Che ve ne pare?»
Rose la guardò, con il volto illuminato dalla gioia: «Nonna hai avuto un idea fantastica!»
«Concordo – si intromise Ron – soprattutto se prepari tutte quelle cose buone che sai fare tu, mamma». James, Fred e Hugo scossero il capo in un cenno di assenso.
«Ron, tu non cambi proprio mai…» sospirò Hermione, facendo ridacchiare tutti gli ospiti della Tana.
 
Hermione entrò nel salotto, scorgendo la figlia, comodamente seduta su un divano. Aveva un libro piuttosto pesante aperto sulle gambe e la fronte aggrottata dalla concentrazione. La donna, osservandola, sorrise. Rivide sé stessa, nella Sala Comune di Grifondoro, seduta sulla poltrona davanti al camino, quella che preferiva. Anche lei, incurante del rumore e dell’agitazione dei compagni, riusciva a immergersi completamente nella lettura, a perdersi in quei mondi di carta che solo i libri riuscivano a dare l’illusione che esistessero veramente. Silenziosamente, si avvicinò alla figlia, accomodandosi al suo fianco. Rose si riscosse improvvisamente.
«Mamma! Non ti avevo sentito arrivare» disse, con un sospiro di sollievo, tornando a rilassarsi.
Hermione si scusò, con un sorriso rassicurante dipinto sul volto. Poi il volto le si oscurò di nuovo e volse lo sguardo sulle mani, strette sulla stoffa dei pantaloni.
«C’è qualcosa che non va?» chiese Rose, preoccupata.
La madre la guardò. Lasciò vagare lo sguardo sui boccoli rossi che le incorniciavano il viso da bimba, che negli anni si affilava sempre di più, trasformandosi lentamente in quello di una donna.
«Rose, voglio che tu sia sincera con me. Cosa ne pensi di questa storia dell’insegnamento?»
La ragazzina lasciò vagare lo sguardo, accarezzando con gli occhi la stanza in cui si trovavano.
«Sono felice – iniziò, provocando un sospiro di sollievo della madre – ma anche un po’ preoccupata.» Hermione si irrigidì nuovamente, con gli occhi spalancati fissi sulla figlia.
«Insomma… Ho già dovuto affrontare il fatto di essere la figlia della “strega più brillante della sua età”. Tutti si aspettavano che io fossi al tuo livello»
«E lo sei – la interruppe la donna – oltre ad avere tutte E, sei una strega dalle straordinarie capacità e dalla mente brillante. Nonché una figlia e una persona stupenda»
«Ma adesso tutti penseranno che i miei voti saranno dovuti al fatto che tu sei mia madre! Crederanno che io sia la preferita e che quindi non mi sia meritata tutti quegli “Eccezionale”» ribatté Rose, la voce che si era alzata di alcune ottave, nel tentativo di trattenere il pianto. Hermione scoppiò a ridere, ma al vedere lo sguardo ferito della figlia, si affrettò a rassicurarla: «Nessuno lo penserà, Rose. Hai già avuto modo di far vedere a tutti quello di cui sei davvero capace». Le asciugò una lacrima traditrice, sfuggita da quegli occhi azzurri e limpidi come quelli del padre. Poi le prese una mano: «Dai, torniamo dagli altri».
 
In un angolo dell’affollata cucina, Fred, James e Hugo confabulavano con aria cospiratoria. Di tanto in tanto Ginny e Angelina li guardavano, alternando occhiate preoccupate a occhiate intimidatorie, ma i ragazzi sembravano non essersene accorti.
«Sei nei guai cugino - affermò James, mentre Fred annuiva convinto – tua madre controllerà tutto quello che fai.» Hugo si lasciò sfuggire un gemito contrariato, realizzando che, in effetti, la vita non sarebbe stata facile con sua madre alle calcagna. Poi un ghigno soddisfatto affiorò sulle labbra del più giovane dei tre: «Anche voi siete nei guai». Fred e James lo guardarono interrogativi e leggermente spaventati. «Oh sì – continuò Hugo – pensate che controllerà solo me? E anche vostra zia ed è pur sempre un’ottima strega. Non sarà facile fare i vostri soliti scherzi con lei in giro». E con queste parole tornò a sedersi a tavola, afferrando una fetta di torta di mele. Alle sue spalle i due cugini lo guardavano con la bocca spalancata, come pietrificati.
 
La mattina dopo Lily si svegliò, euforica. Rimase per alcuni minuti stesa sul letto, chiedendosi il perché di tutta quella agitazione. Poi realizzò che quel giorno l’intera famiglia Weasley – Potter avrebbe dovuto andare a Diagon Alley per acquistare tutto il necessario per andare a Hogwarts.
Hogwarts. Un sogno che diventava realtà. Aveva guardato partire James e poi anche Albus, aspettando trepidante il momento in cui anche lei avrebbe potuto salire su quel treno scarlatto, dirigendosi verso migliaia di nuove avventure. Chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo. Con un sorriso enorme sul volto spruzzato di delicate lentiggini, scese per fare colazione.
 
«Buongiorno Lily!» la salutò allegramente il padre, mentre la madre le metteva davanti un piatto di pancakes fumanti. La piccola Potter ricambiò il saluto e corse a scoccare un bacio sulla guancia a un assonnato Albus che entrava in cucina proprio in quel momento.
«Ehi Lils!» le sorrise lui, scompigliandole i capelli. Quando furono tutti e quattro seduti a tavola, iniziarono a mangiare la sontuosa colazione preparata da Ginny, assaporando ogni singolo, delizioso boccone.
A un certo punto sentirono un pesante tonfo provenire dal piano superiore, seguito da un lamento soffocato. Albus, Harry e Lily ridacchiarono nelle tazze, mentre Ginny li fulminava con un sguardo. Pochi minuti dopo il maggiore dei fratelli Potter si trascinava in cucina e si lasciava cadere sulla sedia con la grazia degna di un’elefantessa incinta. Afferrò la forchetta, cominciando a portarsi alla bocca enormi bocconi di cibo. Poi afferrò una fetta di pane tostato, cominciando a spalmarla con la marmellata d’albicocche.
«Ehm, James» richiamò la sua attenzione Albus. James rispose con un grugnito indistinto. «Da quando ti piace la marmellata d’albicocche?» gli chiese, trattenendo a fatica le risate.
«Non mi piace la marmellata d’albicocche» biascicò il fratello, con la bocca piena.
«E allora perché la stai mangiando?» si intromise Lily, fissandolo. James guardò la fetta di pane che teneva in mano, poi parve rendersi conto della situazione, la lasciò cadere e corse verso il lavandino, sputando il boccone.
«James Sirius Potter! – lo richiamò la madre – ti sembrano modi di comportarsi?»
«Pensavo fosse di ciliegie! Hanno lo stesso colore!» si giustificò James, scatenando l’ilarità del resto della famiglia
«Sì, come no!» ghignò Albus, guadagnandosi un’occhiata e una linguaccia del maggiore.
 
Un’ora e mezza dopo la famiglia Potter si trovava al Paiolo Magico, in attesa di Ron, Hermione, Hugo e Rose.
«Per le mutande di Merlino! Non è possibile che ci sia tutto questo traffico!»
Harry e Ginny si guardarono, sorridendo leggermente. «Credo siano arrivati» sussurrò la rossa.
In quel momento i quattro Weasley li raggiunsero e, tutti insieme, si diressero verso il retro, per poter arrivare a Diagon Alley. «Allora – Hermione prese in mano le redini della situazione – Hugo e Lily venite con me e Ginny da Madame McClan a prendere le divise, Albus e Rose andate Al Ghirigoro con Harry e Ron a comprare i libri, James vai ai Tiri Vispi, Angelina mi ha detto che Fred ti aspetta lì. Muoversi!». Tutti si affrettarono a eseguire gli ordini. Ginny si avvicinò all’amica, «Ti fidi davvero di Harry e Ron?» chiese osservando le schiene dei due uomini che si allontanavano. Hermione preferì non rispondere.
 
Uscirono da Madama McClan con le borse contenenti le nuove divise. Gli occhi azzurro cielo che sia Hugo che Lily avevano ereditato, brillavano di eccitazione. Stavano già per dirigersi verso il Ghirigoro, quando una voce dolce li bloccò: «Mi scusi, lei è Hermione Granger?». Sentendosi chiamata in causa la riccia si voltò, scorgendo una splendida donna non molto alta, dai capelli biondi e gli occhi verde acqua. La fissava con un sorriso dipinto sul volto e tra le mani stringeva una bambina sui sei mesi.
«Sì, sono io – rispose educatamente Hermione – ci conosciamo, per caso?»
«Oh no, il mio nome è Susan Elizabeth Taylor, insegno Rune Antiche ad Hogwarts. Ho saputo che quest’anno saremo colleghe e volevo darle il mio benvenuto». Hermione si rilassò e si affrettò a ringraziare l’altra donna, pregandola anche di darle del tu.
«Mi piacerebbe molto conoscerti meglio, Susan. Potremmo andare a prendere qualcosa?»
La bionda accettò di buon grado. «Ginny, non è un problema per te, vero?»
«Assolutamente no, vai pure» la rassicurò l’amica sorridendo. Poi le due nuove colleghe si allontanarono in direzione della storica gelateria di Florian Fortebraccio.
 
Intanto un altro quartetto sospirava di desiderio, con il naso appiccicato alla vetrina di un negozio.
«È davvero magnifica» commentò Albus.
«Favolosa» convenne Rose.
«Assolutamente perfetta in ogni dettaglio» osservò Harry.
«E incredibilmente costosa» borbottò Ron, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla nuova Firebolt 2018, esposta nella vetrina di Accessori di Prima Qualità per il Quidditch.
Dopo qualche altro minuto di contemplazione, Rose si riscosse: «Dobbiamo andare al Ghirigoro!»
Solo il padre la badò, rimproverandola di essere troppo secchiona. La giovane Weasley, piccata, gli rispose: «E quindi dirai tu alla mamma che non abbiamo preso i libri perché stavamo guardando una scopa?». Gli altri tre impallidirono e si allontanarono in fretta dalla vetrina tentatrice, dirigendosi verso la libreria.
Appena entrati vennero subito accolti da un piacevole odore si pergamena nuova e inchiostro. Rose si immerse tra gli scaffali, completamente rapita, mentre Albus venne aggredito da qualcuno che gli si lanciò addosso, stringendolo in una presa soffocante.
«Al!»
«Scorp!»
Albus osservò bene il suo migliore amico, Scorpius Malfoy, trovandolo più alto e leggermente più muscoloso rispetto a pochi mesi prima. Ma non glielo disse, altrimenti si sarebbe montato la testa.
Anche i due ragazzi sparirono tra i libri, confabulando tra loro e raccontandosi tutto quello che si erano persi mentre erano divisi.
 
Harry e Ron rimasero fermi per alcuni secondi, realizzando di essere rimasti soli. Poi, con uno sbuffo infastidito, si diressero al bancone per ritirare i libri di testo dei ragazzi. Consegnarono le cinque lettere al commesso e si appoggiarono al piano di legno, guardandosi intorno.
«Potter, Weasley» li chiamò qualcuno, con voce fredda. I due si voltarono. «Malfoy» ricambiò Harry. Ron si limitò a guardarlo con indifferenza. In quel momento il commesso portò loro la montagna di libri dei ragazzi e i due amici, dopo aver adeguatamente miniaturizzato il tutto, si avviarono verso l’uscita, salutando il loro vecchio nemico con un cenno.
Appena fuori Harry si rivolse all’amico: «Potevi almeno salutarlo». Ron sbuffò: «Solo perché suo figlio è amico dei nostri figli, non significa che io debba essere amico suo!». Harry si bloccò in mezzo alla strada, fissando il selciato. «Che succede?» gli chiese Ron, preoccupato. «Abbiamo dimenticato i ragazzi al Ghirigoro!» esalò, facendo marcia indietro.
 
James arrivò davanti al coloratissimo negozio dello zio George. Gettò uno sguardo alla vetrina, colma di oggetti di ogni tipo che saltavano, giravano vorticosamente, si illuminavano, schizzavano da una parte all’altra, solo a guardarli facevano venire il mal di testa. Aprì la porta, venendo travolto dal solito caos che regnava sovrano all’interno del negozio.
«Ciao zio!»
Il proprietario del negozio scese dalla scala su cui si trovava, dirigendosi verso il nipote con un enorme sorriso stampato sulle labbra. «James! Gli altri ti aspettano nel retro, vai!»
Il giovane Potter non se lo fece ripetere e corse attraverso il locale, zigzagando tra la folla con l’agilità che anni di Quidditch gli avevano conferito. Un minuto dopo si trovava già di fronte all’anonima porta che portava in magazzino. Era leggermente aperta, quindi James la spinse senza problemi, spalancandola con forza. «Eccom…» non fece in tempo a terminare la frase che si ritrovò completamente bagnato. Un secchio pieno d’acqua era posto in equilibrio sulla porta e, non appena lui l’aveva spalancata, si era rovesciato, riversando tutto il suo contenuto sul malcapitato intruso. Tre risate lo accolsero e, dopo essersi stropicciato gli occhi, James mise a fuoco il cugino Fred che si rotolava a terra, sghignazzando senza alcun ritegno, e le loro due migliori amiche, piegate in due su delle comode poltrone.
La prima ad alzarsi per abbracciarlo fu Juliet Hale. James la strinse forte a sé, ispirando il profumo di vaniglia dei suoi lunghi capelli. «Mi sei mancata, Scricciolo!» le sussurrò in un orecchio. «Anche tu mi sei mancato, Sirius». Il giovane Potter si staccò da lei e la guardò fissa nei dolci occhi azzurri: «Quando smetterai di chiamarmi con il mio secondo nome?». Juliet rise: «Mai, sai che lo adoro. E tu, quando smetterai di chiamarmi Scricciolo?». Il ragazzo cominciò a farle il solletico: «Quando metterai su un po’ di ciccia su queste ossa!» le rispose, guardandola contorcersi sul pavimento.
«Adesso spostati, Julie! Anche io voglio salutarlo!» intervenne Zoey Charlotte Baston. Con uno svolazzo della bacchetta asciugò gli abiti di James e lo strinse forte. Il ragazzo la ringraziò e lei ghignò in risposta: «Volevo solo evitare di bagnarmi» gli spiegò, alzando le spalle.
«Zoey…» la chiamò Fred. La giovane Baston si voltò verso di lui, schiaffando i folti capelli ricci in faccia a James, giusto in tempo per vedere l’espressione malandrina che aveva sul volto.
«Aguamenti
 
Ringraziamenti
Grazie a:
Jessica Green, per i personaggi di Lily Potter e Hugo Weasley.
Ayumi Edogawa, per i personaggi di Susan Elizabeth Taylor e Zoey Charlotte Baston.
_kim_, per il personaggio di Juliet Hale.
 
Un grazie speciale a tutti coloro che seguono la nostra storia e a chi ci ha inviato tutti i fantastici personaggi che, man mano, compariranno nella storia. Se qualcosa non vi torna, volete in qualche modo intervenire sugli sviluppi della trama o semplicemente ci tenete a dirci cosa ne pensate, lasciateci una recensione o contattateci per messaggio privato, siamo aperti a qualunque critica e/o consiglio (anche complimenti se proprio volete, eh!).
aduial, alexandraginnycastro, Prior.Incantatio
Nox!
   
 
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