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Autore: Lyneea    01/09/2014    4 recensioni
Quattordici anni dopo la fine della Seconda Guerra Magica.
Draco, padre single, ha mandato il figlio Scorpius a Hogwarts. Il ragazzo, come ogni Malfoy che si rispetti, è stato smistato a Serpeverde e sta frequentando il suo secondo anno.
Hermione è anche lei una madre single, ma ha deciso di trasferirsi a Parigi e tagliare i ponti con tutti. Ha mandato il figlio Altair a Beauxbatons, soprattutto per proteggerlo dal suo più grande segreto. Ma cosa succederebbe se il destino, un destino chiamato Silente, avesse deciso diversamente?
Dal primo capitolo
Altair si avvicinò pensando ingenuamente di poter fare amicizia anche con quel ragazzo che tanto gli somigliava. Ma quando fu vicino lo sguardo del Serpeverde, così freddo e duro, lo fece desistere dall'aprire bocca. Ci pensò quindi il giovane Malfoy a rompere il ghiaccio: «Che hai da fissare tu?»
Altair fortemente a disagio rispose quasi balbettando:
«Beh ti fissavo stupito, non hai notato quanto ci rassomigliamo?»
Scorpius con un ghigno stampato in faccia si avvicinò e ruotando il viso del ragazzo disse:
«Vediamo, mettiti di profilo...
Te lo dico io a chi assomigli, quell'espressione così intelligente...
Sei proprio uguale a un troll di montagna!».
Spero di avervi incuriosito...
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Salve a tutti!
Siamo arrivati al terzo capitolo. Questo capitolo è più lungo dei precedenti perché contiene anche un Flashback su Hermione e Draco.
Spero che la cosa sia di vostro gradimento.
Buona lettura
Lyn



 
La Vendetta dello Scorpione

 
Anche se Scorpius era grato ad Altair Granger per aver soccorso Eloise, il suo orgoglio di maschio ferito non poteva passare sopra all'umiliazione ricevuta dal ragazzo, aveva quindi architettato un modo per vendicarsi.
Mancava ormai solo una settimana alla grande festa per inaugurare il campionato di Quidditch e Malfoy era riuscito a scoprire che le ispezioni nelle Case sarebbero state fatte tutte in quei giorni. Aveva incaricato Edward di stare incollato alla McGranith per scoprire in quale mattina la vecchia megera sarebbe andata a fare l'ispezione dai grifoni. Lui invece doveva trovare il modo per scoprire la parola d'ordine per entrare nella torre di Grifondoro.
Per scoprire la parola d'ordine aveva deciso inizialmente di mettere sotto sorveglianza il ritratto della Signora Grassa cercando di nascondere un Orecchia Oblunga, comprata da Zabini l'estate precedente dai Tiri Vispi Weasley, accanto al ritratto. Ma l'odiosa Signora non si allontanava mai dalla cornice e lo guardava con aria schifata pronta a mettersi a urlare se avesse fatto la mossa sbagliata.
Nel frattempo la sorveglianza della Mc Granitt aveva dato i suoi frutti. Edward aveva infatti sentito la Sprite lamentarsi con la professoressa di trasfigurazione dello stato in cui versavano alcune stanze quando si era recata a fare la sua ispezione. La professoressa McGranith si era augurata di aver più fortuna della collega quando venerdì sarebbe andata a ispezionare la torre dei grifoni.
Era già arrivato giovedì ma Scorpius non era ancora riuscito a ottenere la parola d'ordine della torre di Grifondoro, decise così di cambiare tattica. Avrebbe puntato una grifona del primo anno e avrebbe cercato di conquistarla con le lusinghe per indurla a rivelare la parola segreta. Così, come un predatore a caccia della sua preda, aveva cominciato a vagare per i cortili interni del castello quando davanti agli occhi gli si era presentata l'occasione che stava aspettando.
Lily Potter, secondo anno Grifondoro, stava camminando per il porticato interno vicino alla biblioteca. Tra le braccia reggeva una decina di libri quando inciampò in un dislivello dell'acciottolato cadendo sui gomiti e sparpagliando tutti i volumi sul pavimento.
Per un attimo la ragazza pensò che la scelta migliore potesse essere quella di rimanere stesa a terra. Il professor Piton aveva assegnato, da consegnare il giorno successivo, una ricerca sul filtro Antipietrificante e lei quel compito l'aveva completamente dimenticato. Ora aveva preso qualsiasi libro in biblioteca trattasse anche sommariamente quella pozione e sapeva che avrebbe passato la nottata a scrivere il compito. Forse rimanere stesa a terra era la soluzione migliore. Forse avrebbe dovuto prendere una Merendina Marinara dalle scorte che gli avevano regalato gli zii per saltare la lezione quel venerdì.
Troppo presa da tutti quei pensieri non si era accorta subito del ragazzo che aveva radunato i suoi libri e ora gli stava tendendo la mano per aiutarla a rialzarsi.
Quando si accorse che Scorpius Malfoy le stava offrendo una mano la ragazza sbiancò vistosamente. I rapporti tra loro non erano certo tesi come con James; Il ragazzo non le aveva mai fatto scherzi o presa in giro, ma erano state poche le volte che si erano parlati e lei pensava che per il solo fatto di essere una Grifondoro, per di più sorella di James Potter, lui non avrebbe mai avuto tanta gentilezza nei suoi confronti.
Lily ancora ricordava il giorno che aveva conosciuto il serpeverde. Era stato il primo anno sull'Espresso diretto a Hogwarts. La ragazza era uscita dal vagone che divideva con il fratello e il cugino per curiosare in giro. Nel momento in cui Scorpius stava uscendo dal suo scompartimento il treno fece una brusca frenata e la ragazza finì addosso al serpeverde buttandolo a terra. Il ragazzo, seppur infastidito dall'essere caduto, non appena aveva visto Lily in viso aveva abbozzato un mezzo sorriso aiutandola a rialzarsi e poi si era presentato:
«Ciao, Io sono Scorpius Malfoy, piacere di conoscerti»
La ragazza aveva risposto al sorriso dicendo: « Lily Potter è un piacere anche per me».
Quello scontro sul treno aveva colpito Lily tanto che quando il bel biondino era stato smistato a Serpeverde dal Cappello Parlante lei si era quasi augurata di poterlo seguire nella sua stessa Casa. Ma il destino, o più precisamente le paure interiori di deludere i suoi genitori se fosse andata nella Casa di Salazar , l'avevano fatta smistare a Grifondoro.
Da quel momento Malfoy non l'aveva più guardata di striscio e adesso era così gentile da aiutarla a rialzarsi.
Anche Scorpius non aveva mai dimenticato quel primo incontro con la grifoncina. La prima volta che aveva guardato in faccia quella ragazzina con lunghi capelli ramati , occhi verde smeraldo e un 'espressione così dolce in viso, Scorpius non aveva potuto fare a meno di rimanerne piacevolmente sorpreso. Ma quando poi la ragazza era stata smistata a Grifondoro, essendoci sempre stata molta rivalità tra le due Case, il ragazzo aveva deciso di non approfondire la conoscenza.
Tutti i  pensieri della grifoncina vennero interrotti dalla morbida voce del ragazzo:
«Tutto bene Lily?»
La ragazza riscossa velocemente dai suoi pensieri accettò la mano che le veniva offerta e rispose:
«Si, ti ringrazio»
Il serpeverde prese i libri della grifona dicendo: «Tutto questo peso è troppo da portare da sola, posso scortarti io dovunque tu voglia andare.»
Lily pensava di aver battuto la testa oltre che i gomiti perché, per quel poco che aveva avuto modo di conoscere il ragazzo, le sembrava impossibile che lui le usasse tanta galanteria. Ma conoscendo bene la fama che aveva il suo carattere e volendo approfittare di quell'inaspettato avvicinamento rispose arrossendo impercettibilmente: «Sei sicuro? non vorrei farti perdere tempo...»
Un sorriso sincero si dipinse sul volto del ragazzo: «Sicurissimo, sono tutto tuo!»
Lily pensò decisamente di aver battuto la testa; ma se quello era un sogno o un allucinazione lei certamente non voleva svegliarsi...
Dopo che cominciarono a camminare lui diede uno sguardo ai libri che stava portando: «Sono per la ricerca di Pozioni da consegnare domani?»
Lei annuì mestamente aggiungendo: «Esattamente. Purtroppo quel compito mi era proprio passato di mente, penso che dovrò passare tutta la notte a sfogliare libri per scrivere la relazione.»
«Senti, io quel compito l'ho già fatto e mi ricordo bene tutto quello che c'è da sapere. Se vuoi potrei dirti tutto quello che ricordo così, dovresti fare solo la relazione e risparmieresti tempo.»
La ragazza era al settimo cielo, mai nei suoi sogni avrebbe sperato in un offerta simile da parte di Scorpius Malfoy. Cercando di darsi un contegno rispose: «Saresti davvero così gentile? mi dispiace farti perdere tanto tempo...»
«Come ti dicevo sono libero e mi piacerebbe aiutarti, magari un giorno se vorrai potrai ricambiare il favore aiutandomi in trasfigurazione. Ho notato che sei davvero portata in quella materia»
«Certamente! Ti aiuterò quando vuoi.»
Così, i due ragazzi si misero su una panchina del cortile e, intanto che lui le spiegava nel dettaglio tutto quello che c'era da sapere sulla pozione Antipietrificante, lei prendeva quanti più appunti possibile in modo da poter scrivere la ricerca dopo cena.
Senza rendersene conto si era fatto buio ed era arrivata l'ora di cena. Lily aveva preso tantissimi appunti ed era sicura di riuscire a scrivere una ricerca più che soddisfacente.
Lily si alzò e caricandosi dei libri disse: «Ti ringrazio, sei stato veramente gentile. Ti ho fatto perdere tanto tempo! Se avrai bisogno di aiuto per trasfigurazione non esitare a chiedere.»
Stava per incamminarsi verso la sua torre quando Scorpius le sfilò i pesanti tomi dalle mani dicendo: «Ti accompagno fino alla torre, non vorrei che cadessi di nuovo. Quei libri sono veramente troppo pesanti»
La ragazza accettò senza protestare e presto arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa.
Scorpius era stato così bene in compagnia della grifoncina che quasi si dimenticò il motivo per cui l'aveva avvicinata quel pomeriggio. Pensò che forse avrebbe dovuto nascondere un'orecchia oblunga nei libri della biblioteca, e stava per prenderla dalla tasca quando Lily rivolta alla Signora Grassa disse: «Wingardio Leviosa». Il passaggio si aprì e la ragazza si girò verso Scorpius, ringraziandolo ancora per l'aiuto, riprese i suoi libri e lo salutò.
Tornando verso i sotterranei di Serpeverde il ragazzo non poté fare a meno di ripensare al pomeriggio appena trascorso. Forse non avrebbe dovuto scegliere proprio lei per cercare di carpire la parola d'ordine dei grifondoro. Perché era stato davvero bene in sua compagnia e sapeva che il giorno dopo, quando lei avrebbe capito, perché era sicuro che avrebbe compreso di essere stata usata per la sua vendetta,  questo avrebbe messo la parola fine a qualsiasi rapporto futuro fra loro. Per la prima volta si fermò a riflettere se fosse davvero così importante vendicarsi dell'umiliazione subita. Forse avrebbe potuto fingere con Edward di non essere riuscito a scoprire la parola d'ordine e annullare così la loro incursione notturna.
Dirigendosi verso la Sala Grande era quasi deciso a lasciar perdere tutta quella faccenda ma, quando andò a sedersi al suo posto, trovò una scatola di cioccolatini a forma di cuore piena di lumache. In quel preciso istante passarono accanto al suo posto James Potter in compagnia di Weasley, Granger e  a qualche passo di distanza  Lily.
Potter e Weasley vedendo la scatola piena di lumache risero sguaiatamente: «Finalmente Malfoy hai ricevuto il giusto regalo per un viscido come te!». Il francese e Lily passarono accanto senza unirsi alle risa di scherno degli altri due grifoni. La ragazza lanciò al serpeverde uno sguardo di scuse , ma nemmeno i suoi occhi dispiaciuti riuscirono a placare la rabbia per l'ennesima beffa subita. Senza toccare cibo si alzò dal tavolo e si rivolse a Zabini dicendo: «Mi è passato l'appetito, ti aspetto in Sala Comune per organizzarci per stasera.» Poi si voltò e a grandi passi uscì a prendere una boccata d'aria.
L'incursione notturna andò fin troppo bene. I due ragazzi entrarono nella Torre di Grifondoro con un cappuccio calato sulla testa per non farsi riconoscere dal ritratto. Appena trovata la stanza che Granger divideva con Potter, Weasley e Arthur Jordan, dopo aver lanciato un "Immobilus Totalus",  avevano risistemato la stanza...
La mattina seguente la professoressa McGranith entrò di buon ora nella Torre di Grifondoro. Dopo aver ispezionato con buonissimi risultati le due camere degli studenti del primo anno si accinse ad entrare in quella che ai suoi occhi sembrava più una stalla invece di una camera da letto. I quattro occupanti della camera sembravano essersi appena svegliati e sul loro viso apparivano occhiate di stupore e rammarico per lo stato in cui versava l'alloggio. Sembrava che un Troll di Montagna fosse andato a prendersi una sbronza li dentro. Per terra cumuli di fango ed erba giacevano agli angoli della stanza. Bottiglie vuote di Burrobirra e Firewhisky erano riverse sui comodini. I letti erano bagnati di qualche vischiosa sostanza e sul viso dei ragazzini c'erano baffi ormai rinsecchiti di quella che a suo tempo poteva essere stata melassa o miele. In tutta la camera imperversava un malsano olezzo di alcool mischiato con fango e sporco. Per concludere c'erano mucchi di uniformi e divise da Quidditch sporche che uscivano in modo scomposto dai bauli degli studenti. Poco ci mancò che l'insegnante di trasfigurazione svenisse. In effetti se la professoressa era riuscita a trattenersi dal perdere i sensi era stato solo per evitare di cadere su quel sudicio pavimento. Dopo aver contato fino a cento nella sua testa, l'istinto di trasfigurare i suoi quattro studenti in scope, secchi e materiale per pulire le era quasi passato, decise quindi di parlare:
«Potter, Weasley e Jordan mi meraviglio di voi, siete degli animali o degli studenti? Questa stanza è un porcile. Io non so come abbiate potuto ridurre quella che dovrebbe essere la vostra casa in questa putrida stamberga. Mi stupisco anche di lei signor Granger. Pensavo che a Beauxbatons vi insegnassero a tenere in ordine le vostre cose. Quando è arrivato qui mi avevano detto che era uno studente modello, probabilmente a Marsiglia hanno metri di valutazione assai diversi dai nostri. In ogni caso il vostro comportamento è inqualificabile, mi avete tutti e quattro fortemente deluso, senza togliere che sono stati trovati inequivocabili resti di bevande alcoliche che, ragazzini di dodici anni come voi, non dovrebbero nemmeno conoscere.»
Senza dare la possibilità ai ragazzi di dire nemmeno una parola la professoressa requisì le bacchette dei quattro studenti e concluse dicendo: «Forse il signor Granger non lo sa, ma voi altri sicuramente non ignorate che la vostra Casa di appartenenza qui a Hogwarts è come se fosse una famiglia e azioni di questo tipo fanno perdere prestigio alla vostra Casa. Tolgo 50 punti a testa per questo sudiciume. Mi aspetto che vi mettiate immediatamente a pulire senza l'uso della magia la vostra stanza. Per le prossime due settimane dirò agli elfi di non lavare i vostri vestiti, è ora che cominciate a pensarci da soli. Ah un ultima cosa, logicamente, vi sarà impedito di partecipare alla festa per l'apertura del campionato di Quidditch. Mi spiace in particolar modo per lei signor Granger, visto che sarà uno dei partecipanti al Torneo ma la legge è uguale per tutti, e forse avreste dovuto pensarci prima di combinare tutto questo disastro.»
Dopodiché usci dalla stanza sbattendosi dietro la porta e i quattro ragazzi armandosi di coraggio per pulire quello schifo caddero nel più nero sconforto.
Quella mattina metà della tavolata di Grifondoro era deserta. James, Altair, Hugo e Arthur stavano cercando di pulire quel disastro da più di un ora. Senza la magia quel compito era davvero difficile e disgustoso. Invece Lily Potter aveva passato buona parte della serata a scrivere la relazione per Piton e quella mattina aveva saltato la colazione per riscriverla in bella copia.
I quattro ragazzi entrarono nell'aula di Pozioni con qualche minuto di ritardo. Il Professor Piton aveva appena finito di ritirare la relazione assegnata come compito per quel giorno e quando vide i quattro grifoni un ghigno gli si dipinse sul viso. I ragazzi avendo tutte le uniformi sporche e non potendo usare la magia per ripulirle non avevano potuto metterle.
«Qui qualcuno si crede al di sopra delle regole a quanto pare... Dove sono le vostre uniformi? con quale coraggio vi presentate in ritardo alla prima lezione della giornata con quegli abiti così, così Babbani?»
James, rosso in viso sembrava sul punto di scoppiare così intervenne Altair che, anche se arrabbiato come l'amico, aveva sempre avuto un ottimo autocontrollo: «Professore, purtroppo le nostre uniformi hanno avuto un incidente e stamattina non erano presentabili...»
«interessante Granger... e quale tipo di incidente hanno avuto? intanto che pensate a quale frottola  raccontarmi consegnatemi la vostra relazione.» Il professore probabilmente aveva un sesto senso perché sapeva perfettamente come cogliere in fallo i ragazzi.
«Vede, le relazioni noi le avevamo fatte, ma poi..» Cominciò a dire Altair con voce incerta.
Piton sfoderò un ghigno malefico: «Ora mi dirai che purtroppo le relazioni sono andate perse nello stesso incidente delle uniformi...»
«Non proprio» sussurrò Altair tirando fuori dalla sua borsa una pergamena mezza strappata e sporca.
«Che coraggio, consegnare quello straccetto come compito. Forse sarebbe stato più dignitoso non consegnare nulla.»
Prese con una faccia schifata la pergamena di Altair e anche quelle che gli porsero i tre  ragazzi. Dopo questo aggiunse: «Bene, direi che dieci punti in meno a Grifondoro dovrebbero essere più che sufficienti. Visti i grandi successi ottenuti da voi oggi direi che siete riusciti a portare la vostra casa in fondo alla classifica»
«Quindi lei sa cosa è successo stamattina?» Rispose un Altair sempre più incredulo
«Se parli del fatto che durante l'ispezione della vostra Casa la vostra camera era un porcile, che tra l'altro conteneva bevande alcoliche che voi non avete certo l'età per consumare. Che le vostre uniformi sparse sul pavimento erano in condizioni pessime e che la vostra Direttrice di Casa, dopo avervi tolto le bacchette vi ha messo a pulire tutto il lerciume, che poi vi ha tolto, solo, 50 punti a testa e che non vi permetterà di presenziare alla festa della prossima domenica. Si, ne sono a conoscenza!» Gongolò soddisfatto.
Ora anche Altair non riusciva più a trattenere la rabbia. Quel viscido ci provava gusto a metterli in ridicolo: «Si sta divertendo?» disse il giovane grifondoro con voce irosa.
Il ghigno sul viso del professore scomparve e con voce sprezzante rispose: «Ti consiglio di cucirti la bocca ragazzo. Penso che di punti in meno ne abbiate già guadagnati a sufficienza per oggi». Fino a quel momento il professore di pozioni non aveva ancora scorso nulla del carattere dei Malfoy nel giovane di grifondoro. Evidente non aveva preso tutto da sua madre.
Il ragazzo stava per rispondere al professore quando James Potter lo prese da dietro trascinandolo fuori dall'aula.
Tutta quella scena aveva colpito molto la giovane Potter. Era entrata nella camera del fratello la sera prima ed era tutto in perfetto ordine. Se la stanza versava in quelle condizioni sicuramente i ragazzi erano stati incastrati. Per un attimo si chiese chi e in che modo avessero potuto ridurre la camera così. E poi tutto divenne chiaro nella sua mente, si portò una mano alla bocca prima di spostare il suo sguardo verso Malfoy. Era colpa sua.
Il ragazzo la guardava e, sebbene la situazione dovesse essere per lui un balsamo per le ferite del suo orgoglio, non sorrideva. Sapeva il momento esatto in cui lei aveva capito il suo inganno. Lo sguardo tradito con cui lo guardava era una ferita ben più profonda.
Dopo che i grifoni se ne furono andati il professor Piton mandò via anche gli altri studenti dicendo che avrebbe corretto le relazioni ed esposto nel pomeriggio in bacheca le votazioni prese in modo visto che la festa era prevista per quella domenica e che con meno di una "A" sarebbe stato impossibile parteciparvi.
Fuori dall'aula Lily Potter aspettava che il professore uscisse per potergli parlare. Voleva poter riprendere la relazione che gli aveva consegnato. Sapeva che in questo modo il professore le avrebbe dato un brutto voto ma non le importava. Si sentiva troppo in colpa per quello che era successo ai ragazzi. Considerando che solo grazie alla sua ingenuità Malfoy era riuscito a tirargli quel brutto tiro, e che il voto che avrebbe preso in Pozioni per quella ricerca era solo merito della serpe, non le sembrava corretto far finta di nulla e accettare quel voto.
Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare : «Aspetti qualcuno Lily?»
«Sicuramente non te, Malfoy.» Soffiò la ragazza furibonda.
Il ragazzo le si avvicinò.
«Ho capito cosa hai intenzione di fare e lascia che ti dica che è un'idea stupida.»
«Ma certo, tu sai sempre tutto, tu prevedi sempre tutto, vero Malfoy? Avevi previsto che sarebbe bastato qualche parolina dolce e un po di gentilezza per farmi abbassare le difese. Comunque io non lo voglio un bel voto in Pozioni, non è farina del mio sacco e non posso accettarlo. Preferisco una "T" meritata che una "O"  presa con l'inganno» disse al culmine di una crisi isterica la grifoncina.
«Beh, ma stamattina non la vedevi così. Quando hai consegnato la relazione non ti sentivi in colpa,  la relazione è sempre la stessa.»
«Ma stamattina non sapevo di aver venduto i miei compagni per un bel voto in Pozioni. E questo cambia tutto.»
«Ascoltami bene, io ieri non ho scritto la relazione al posto tuo, ti ho dato spunti perché tu potessi scriverla da sola. Quel compito è farina del tuo sacco, su cui penso tu abbia speso molto impegno, quindi non è giusto che ti faccia mettere un brutto voto per una cosa di cui non hai colpa. Il bastardo sono io!» Sospirò il ragazzo.
Quelle parole, quello sguardo, le facevano male. Poteva leggere dolore nella sua espressione: «Scorpius, perché l'hai fatto?»
«Me lo sono chiesto anche io Lily. Avrei voluto scegliere qualsiasi altra persona da "usare" per i miei scopi. La verità è che quando ti ho vista in difficoltà il mio primo istinto è stato quello di aiutarti. Quando poi ci siamo messi a parlare ho dovuto continuare a ripetere a me stesso che ero li unicamente per carpirti la parola d'ordine. La verità è che ho passato un bel pomeriggio in tua compagnia e che mi ero anche dimenticato il motivo per cui ero rimasto con te tutto quel tempo.» Disse lui abbassando lo sguardo.
«E poi cosa è successo?»
«In Sala Grande avevo quasi deciso di mentire a Zabini dicendo che non ero riuscito a trovare la parola d'ordine quando poi sono arrivati tuo fratello e i suoi amici e hanno ricominciato a prendermi in giro e lì il mio orgoglio ha preso il sopravvento.»
La ragazza ricordava gli occhi del serpeverde quella sera a cena. Si era così dispiaciuta per come l'avevano tratto James e Hugo e, anche se aveva fatto una cosa imperdonabile, lei riusciva a capirlo.
Il ragazzo continuò dicendo: «So che non mi perdonerai per quello che ho fatto, ma posso giurarti che ho passato il pomeriggio con te perché mi sono sentito bene in tua compagnia e da bravo egoista quale sono non ho voluto privarmi della tua compagnia. non mi rivolgere più la parola se la cosa ti fa stare meglio ma non contestare il voto che ti darà Piton, perché te lo sei meritato e io sono felice di averti  potuto aiutare per una volta.»
La ragazza annuì e disse: «Anche se ti capisco non posso non essere ancora arrabbiata con te. Magari un giorno riusciremo a vedere oltre Grifondoro e Serpeverde e potremo essere amici. Io lo spero Scorpius» Poi corse via senza dare il tempo al ragazzo di rispondere.
Quel pomeriggio Altair Granger aveva deciso di starsene da solo. Era arrabbiato e amareggiato per tutto quello che era successo da quando la giornata era cominciata. Così si era seduto in riva al Lago Nero ed era così assorto a ricapitolare tutte le sventure che gli erano accadute ultimamente da non accorgersi della figura che lo stava guardando da lontano. Eloise dopo averlo osservato a lungo decise di avvicinarsi al giovane grifone. Gli si piazzò davanti, coprendogli la visuale sul panorama lacustre: «Ciao, posso sedermi?» Chiese guardandolo negli occhi.
Altair fissò i suoi occhi grigi sulla giovane. Nell'attimo in cui i loro occhi si incontrarono la ragazza percepì rabbia, amarezza e frustrazione.
«Scusa, ma non sono molto di compagnia, Nott. Preferirei rimanere solo.»
La ragazza non si diede per vinta e accomodandosi accanto al grifone riprovò a parlargli: «Sei forse arrabbiato con me? pensi che possa essere coinvolta in qualche modo in quello che ti è accaduto oggi?»
Il viso del ragazzo parve corrugarsi per poi distendersi visibilmente, come se fosse stato perso nei suoi pensieri e avesse colto solo in quel momento il modo in cui aveva risposto alla ragazza. Addolcendo lo sguardo le rispose: «No, non ho mai pensato che tu c'entrassi qualcosa  in quello  che è accaduto  oggi e sarebbe stupido avercela con te perché sei di Serpeverde. Sono molto amareggiato per tutto quello che è successo. Certo non è la fine del mondo non poter partecipare a quella festa. Però io ci tenevo, ci tenevo a vivere appieno questa esperienza qui a Hogwarts e mi sento come se mi avessero vietato di partecipare alla mia festa di compleanno. Probabilmente lo troverai infantile ma non riesco a smettere di pensarci»
«Non penso affatto sia infantile e...» Dopo un attimo di incertezza aggiunse: «Mi dispiace per tutto quello che è successo. Hai già pensato a come vendicarti?»
Il ragazzo sembrò sorpreso dalla domanda: «Vendicarmi? cosa ti fa pensare che se anche volessi vendicarmi lo direi alla sua ragazza?»
La ragazza scoppiò in una cristallina risata: «Pensi che io e Scorpius stiamo insieme! Sei veramente divertente.  Per me Scorpius è come un fratello, siamo cresciuti insieme e siamo legati, ma non siamo innamorati.»
«E sei sicura che anche lui sappia che non state insieme? perché da come si è comportato quel giorno sembravate proprio una coppia...» Chiese il ragazzo stupito
«Si, ti assicuro che anche lui lo sa. Mi considera una sorella e ritiene che sia suo preciso dovere proteggermi. A lui piace un'altra, lo so per certo.»
«Beh, se anche non state insieme la situazione non cambia. Se siete come fratelli come potrei rivelarti i miei ipotetici piani per fargliela pagare?»
«E' come un fratello, ma con quest'ultima bravata mi ha delusa. Penso che meriti una bella lezione e vorrei aiutarti a dargliela!»
A queste parole Altair decise di fidarsi e insieme cominciarono ad organizzare la dolce rivincita del grifone.

Hermione Granger era seduta sullo sgabello della cucina nella sua casa di Parigi. Odiava i giorni di riposo dal lavoro quando Altair era a scuola. Avrebbe voluto non farne nemmeno uno fino al giorno del suo ritorno, per poi passare con lui tutta l'estate. Purtroppo però all'Ospedale Magico Sant Antoine, come in tutti gli ospedali del resto, dopo otto giorni di lavoro ti obbligavano a farne uno a casa.
Altair era partito da poche settimane e già sentiva la sua mancanza. Poco prima di partire gli aveva fatto una richiesta, che l'aveva lasciata molto male, anche se aveva evitato di farlo capire al figlio. Il giovane Granger le aveva chiesto di non scrivergli più. Aveva passato il primo anno e la prima parte del secondo ricevendo una lettera al giorno dalla madre, e questo aveva fatto si che a Beauxbatons tutti i compagni lo prendessero in giro. Per questo motivo, le aveva detto Altair, le aveva chiesto di non scriverle di sua spontanea volontà, ma di far recapitare le sue missive dalla civetta che gli avrebbe portato le sue lettere; In questo modo, secondo il ragazzo, nessuno avrebbe visto le lettere che lei gli scriveva. Quella richiesta l'aveva insospettita, ma ricordava quanti segreti aveva avuto lei alla sua età con i genitori; Sperava solo che il figlio avesse segreti meno pericolosi di quelli che aveva portato lei nei suoi anni di Hogwarts.
Sorseggiando la sua tazza di tea la giovane donna stava sfogliando distrattamente la Gazzetta del Profeta, quando le cadde l'occhio su un titolo e soprattutto sulla fotografia che accompagnava il trafiletto.
“Mangiamorte all'interno del  Ministero della Magia. Auror e Ministro dichiarano No Comment”
L'articolo parlava della carriera di Draco Malfoy. Di come si fosse fatto strada al Ministero come Pozionista di successo e del suo passato come sospetto Mangiamorte. Scorse l'articolo, che lei sapeva essere pieno di bugie, fino alla firma: “Rita Skeeter”. Con stizza la giovane donna pensò a quanto sarebbe stato meglio se, molti anni prima, avesse lasciato la giornalista, in forma di scarabeo, chiusa in un barattolo.
Lo sguardo si posò poi sull'immagine di quello che una volta era stato suo marito. Aveva lo sguardo duro, gelido e scostante con cui si era sempre mostrato a chi non lo conosceva veramente. Perdendosi nei suoi occhi grigio tempesta Hermione tornò con la mente al giorno in cui aveva capito chi era veramente  Draco Malfoy.

Era ormai il quinto anno di scuola inoltrato e lei stava camminando nel corridoio del quarto piano, carica di libri come al solito. La sua visuale era molto ridotta a causa dei grossi tomi, quando inciampò e cadde a terra sbucciandosi un ginocchio. Non appena si girò vide in cosa, o per meglio dire in chi, era inciampata. Davanti a lei c'erano Tiger e Goyle, i due scimmioni al servizio di Malfoy, che ridevano sguaiatamente. Probabilmente l'avevano fatta inciampare apposta. Si stava rialzando per raccogliere i libri e allontanarsi quando Tiger la trattenne per la coda in cui aveva raccolto i capelli e avvicinando le labbra al suo orecchio sussurrò: «Per essere una sanguesporco non sei affatto male».
Hermione, in preda al panico, fece mente locale di dove avesse messo la bacchetta, quando ricordò di averla avuta in mano quando era caduta. Cercandola febbrilmente con gli occhi si accorse con orrore che Goyle aveva in mano la sua bacchetta e, considerando che quello era uno dei corridoi meno frequentati della scuola, capì di non avere scampo. Cominciò a dimenarsi cercando un modo per liberarsi dalla presa ma lo scimmione era troppo forte per lei. Il ragazzo irritato dalla sua reazione le tirò un ceffone in pieno viso e quando lei lanciò un urlo l'altro energumeno le lanciò un incantesimo di “Silencio” e dalla bocca della ragazza non uscì più alcun suono. Dopo averla trascinata in un angolo cominciarono a strapparle i vestiti e visto che lei continuava a scalciare per cercare di tenerli lontano cominciarono a picchiarla. Un calcio nelle costole e un paio di colpi assestati al volto ed Hermione, anche se non voleva dargli questa soddisfazione, cominciò a piangere. Un rumore di passi fece voltare i suoi aggressori, che tuttavia si rilassarono subito vedendo arrivare il loro amico Malfoy. Lo sguardo dell'algido serpeverde si posò per un breve istante su di lei e alla ragazza parve quasi di scorgere spavento e dolore nel suo sguardo, ma quando incrociò di nuovo i suoi occhi pensò di esserselo sognato, Malfoy era sempre la viscida serpe che da cinque anni la tormentava.
«Vincent, Gregory, vi divertite senza di me?» Esclamò esibendo il suo ghigno malefico.
«Ma no Draco, pensavamo che non ti interessasse. Volevamo solo divertirci un po prima di Oblivarla» rispose nervosamente Tiger.
«Beh penso proprio che mi divertirò io con lei...Dopo tutti questi anni che insozza la scuola con la presenza e che mi sta sempre tra i piedi penso proprio di meritarlo. O forse voi avete qualcosa da ridire?»
«Assolutamente no Draco, è tutta tua» Sussurrò Goyle impaurito.
Malfoy ghignando compiaciuto si caricò la giovane griffondoro in spalla e si avviò verso la Camera delle Necessità. Passò davanti alla porta d'entrata tre volte e la porta d'ingresso si materializzò davanti a lui. Hermione, caricata come un sacco di patate sulle spalle del serpeverde cercava di liberarsi, ma probabilmente a causa dei colpi subiti ogni  piccolo movimento le provocava una fitta al torace.
Entrarono nella Stanza delle Necessità, che per rispondere alle esigenze di chi l'aveva evocata risultava confortevole, con un divano in pelle e uno scoppiettante camino acceso. In un angolo una credenza con delle boccette, una bacinella piena di ghiaccio e delle bende. Vicino al divano c'era invece un tavolino con una teiera e delle tazzine appoggiate. Malfoy la posò sul divano. Alla ragazza il modo con cui fece quel gesto sembrò delicato, ma subito si disse che se l'era immaginato. Vide il serpeverde togliersi il maglione e pensò subito che il ragazzo volesse concludere quello che Tiger stava iniziando in corridoio. Inaspettatamente invece glielo porse dicendo: «Tieni, mettilo su, penso che i tuoi vestiti non saranno più riparabili ormai.»
Hermione prese il maglione e si rannicchiò in un angolo del divano ancora molto impaurita.
Draco la guardò con infinita tristezza e gentilmente gli chiese: «Ti hanno fatto male da qualche parte? Come ti senti?»
La ragazza avrebbe voluto rispondere che non credeva a tutta quella commedia, che si conoscevano ormai da cinque anni e che sapeva quanto lui la disprezzava ma dalla bocca non venne alcun suono.
Il serpeverde intuendo l'incanto di cui era prigioniera agitando la bacchetta mormorò: «Finitus Incantatem» e finalmente Hermione riuscì a parlare ma invece che dire qualcosa, invece che gridare tutto quello che aveva pensato fino a quel momento, la ragazza si abbracciò le gambe rannicchiandosi di più e cominciò a piangere e sussultare sonoramente. Draco si avvicinò silenziosamente e l'abbracciò con dolcezza e lei non poté fare a meno di ricambiare, sentendosi per la prima volta da diverse ore finalmente al sicuro. Quando la ragazza sembrò essersi ripresa il giovane serpeverde si alzò e prendendo la bacinella del ghiaccio e le bende cominciò a tergerle il viso con le bende fresche. Dopodiché prese le boccette e versandone il contenuto su una garza lo tamponò sulle abrasioni che sparirono immediatamente. Hermione ferma come una bambola di porcellana si faceva fare tutto senza protestare o opporsi fino a quando una domanda le nacque spontaneamente dalle labbra: «Perché mi stai aiutando?»
«Sapevo che prima o poi il tuo cervello si sarebbe riattivato... diciamo che è complicato» Rispose sorridendo il ragazzo, senza distogliere lo sguardo dai medicamenti che le stava facendo.
«Si ma tu hai detto a Tiger che volevi ...» Imbarazzata, le parole per finire la frase le mancarono.
«Qui arriva la parte difficile. Non te lo dovrei dire perché metto a repentaglio delle vite comprese la mia, ma io sono sotto copertura. Per non farmi scoprire ho dovuto interpretare una parte» Rispose il ragazzo
«Sotto copertura? E per chi faresti la spia?» chiese lei incredula
«L'Ordine della Fenice, penso che tu lo conosca...»
«Mi stai dicendo che tu, Draco Lucius Malfoy, sei una spia dell'Ordine della Fenice?» lo guardò scettica la ragazza
Draco sorrise, un sorriso solare, non il solito ghigno che Hermione era abituata a vedere sul suo viso. Il ragazzo era divertito dal modo in cui aveva posto la domanda la giovane grifona e rispose sussurrando: «Sono proprio reazioni come la tua che rendono più facile la mia vita. Chi mai oserebbe, anche solo pensare, che un Malfoy possa essere una spia al servizio dei buoni. La mia è una copertura perfetta.»
«E da quando sei entrato nell'Ordine?» chiese ancora dubbiosa la ragazza.
«Ufficialmente dalla fine del Torneo Tre Maghi, prima avevo cercato di fare tutto da solo, ma evidentemente non sono stato molto bravo » rispose rabbuiandosi il serpeverde.
«In che senso?» chiese curiosa la ragazza
«Non so quanto possa essere sicuro per te che io ti riveli tutto questo. Piuttosto è meglio che concordiamo una storia per quando usciremo da qui»
«Perché dovremmo concordare una storia?»
«Beh, non penso che quei due idioti ti lasceranno stare quindi le scelte sono due, o gli racconto che mi sono approfittato di te e che poi ti ho lanciato un Oblivion. Questa scelta non esclude però che Tiger e Goyle non ci riprovino, visto tra l'altro che grazie all'incantesimo tu non ricorderesti l'aggressione subita»
«Oppure?» chiese nervosamente lei.
«Oppure gli posso dire che mi sono divertito e che ho in mano del materiale compromettente su di te e ti sto ricattando per approfittare nuovamente di te. Questa opzione però ti costringerà a far finta di appartarti con me»
La ragazza lo guardò stupita e poi disse: «Ma non vorranno sapere con cosa mi ricatti? E poi chi ti dice mi stiano lontani?»
«Beh vedi Granger, noi serpi quando ricattiamo qualcuno non andiamo in giro a sbandierare ai quattro venti i particolati del ricatto, quindi ti assicuro che non mi chiederanno spiegazioni. Per quello che riguarda l'esclusiva su di te mi basterà dire che ti considero il mio nuovo passatempo e che non mi è mai piaciuto dover condividere una mia proprietà. Sono sicuro che così ti lasceranno stare. Allora cosa scegli?»
«Direi che non ho una gran scelta. Scelgo la seconda opzione» poi alzandosi dal divano aggiunse: «Si sta facendo tardi» ma quando si mise in piedi una fitta di dolore la colse alla cassa toracica.
«Che succede? Stai male?» chiese preoccupato il serpeverde
«Penso che con i loro calci i tuoi amici mi abbiano incrinato una costola...» Rispose la griffondoro trattenendo il fiato.
«E' un bel problema. Ti accompagnerei ma farebbe saltare la copertura» Disse Draco ma poi guardò la finestra e gli venne un idea. Prese Hermione in braccio e si avvicinò alla finestra. La ragazza con la paura negli occhi gli chiese: «Cosa credi di fare Malfoy?»
Vicino alla finestra c'era una scopa e il ragazzo la prese e aprì la finestra dicendo: «Ti accompagno in stanza»
Hermione stava quasi per urlare. Era agitatissima e si dimenava come un ossessa dicendo: «No ti prego, vedrai ce la faccio a camminare.»
Il ragazzo si fermò di scatto e alzando un sopracciglio chiese: «Mi spieghi che problema hai?»
La ragazza imbarazzatissima sussurrò: «Soffro di vertigini.»
Una fragorosa risata esplose dalla bocca del serpeverde, poi si ricompose dicendo: «Sono un ottimo giocatore di Quidditch, non ti preoccupare con me sei al sicuro, e se hai paura dell'altezza chiudi gli occhi.»
La ragazza si aggrappò al petto del giovane che aveva già inforcato la scopa stava per uscire dalla finestra. Appena furono all'aperto la ragazza chiuse gli occhi e appoggiò il viso al petto del giovane lasciandosi cullare dal vento. Quasi subito arrivarono alla Torre del Grifffondoro e dopo che il ragazzo ebbe individuato la camera della ragazza , per fortuna deserta, aprì la finestra e depositò sul letto la giovane grifona. Prima di accomiatarsi disse alla ragazza: «Ti manderò qualcosa per la costola. Mi raccomando solo di una cosa quando ci vedremo in mezzo alla gente tu dovrai tenere il tuo comportamento abituale. Io farò il bastardo come al solito. E' fondamentale che nessuno intuisca che qualcosa è cambiato.»
Più tardi quello stesso giorno la giovane grifona ricevette tremite Fanny, la fenice del preside, una pozione con un biglietto che la invitava a recarsi al più presto in Presidenza; Quel giorno entrò anche lei a far parte dell'Ordine della Fenice.


Anche adesso a distanza di tanti anni Hermione sapeva che  da quell'incontro il suo cuore era appartenuto ad un solo uomo, Draco Malfoy.

Bene, questo terzo capitolo è pieno di avvenimenti. Scorpius escogita il piano per vendicarsi dell'umiliazione subita durante il duello con Altair. I danni collaterali del suo piano sono pesanti per il giovane serpeverde. Nel capitolo vediamo anche Hermione, medimaga in un ospedale francese che, a causa di un articolo su Draco ricorda il giorno in cui ha cominciato a vedere il serpeverde sotto una luce diversa.
Nel prossimo capitolo Altair farà vedere il suo lato Malfoyesco.
A Presto
Lyn
  
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