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Autore: Roly_chan    02/09/2014    3 recensioni
"Quegli occhi li avrebbe riconosciuti ovunque.
Erano di un azzurro particolare, quasi blu e lei conosceva ogni loro sfumatura.
Sapeva che al sole diventavano chiari come il cielo, e al buio scuri come le acque profonde del mare.
Aveva avuto la fortuna di leggerne dentro il dolore, la sofferenza, la lussuria, la spensieratezza, la gioia, la determinazione, il gioco, la vita… la morte."
L'ultima battaglia contro Peter Pan è andata a finire nei peggiori dei modi e Emma cerca di affrontare il proprio dolore, con scarsi risultati. Ma in città arriva un nuovo individuo che assomiglia in maniera impressionante alla persona per cui la Salvatrice si sta penando.
Intanto nella Foresta Incantata la principessa Charming incontra il pirata Killian Jones.
Spero di avervi incuriosito e grazie a chiunque leggerà questa mia storia CaptainSwan.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Odiava con tutta se stessa quei maledetti corsetti!
 
Non potevano inventare qualcosa di più comodo?

E perché dovevano essere così stretti?

Staccò lo sguardo dal suo riflesso nello specchio e fissò il fazzoletto nero che aveva gettato con noncuranza sulla poltroncina della scrivania.

Killian Jones.

Per qualche strano motivo il suo nome le era rimasto impresso.

E anche il suo aspetto…

Scosse la testa, beccandosi un’occhiata curiosa dalla domestica che le allacciava quella diavoleria.

Chi sa perché si era presentato… ma soprattutto chi era?

Si ammonì mentalmente.

L’ultima volta che si era incuriosita così tanto a un uomo era finita incinta e con il cuore a pezzi.

Il padre di Henry, Neal.

In quel periodo aveva deciso che era giunta l’ora di esplorare il mondo. Era stanca della vita di coorte, era stanca di essere una principessa, stanca di essere messa sempre a confronto con i suoi genitori perfetti.

Era partita, aveva conosciuto il suo primo amore, lui era scomparso.

Non sapeva perché e nemmeno le interessava.

Sapeva solo che era stata obbligata a tornare a casa e convivere per sempre con la consapevolezza di essere una completa delusione e disastro.

Di tutto quel macello una cosa buona era nata: Henry.

Amava il suo bambino e venerava i suoi genitori che l’avevano riaccolta a braccia aperte.

Da allora, ben dieci anni, non aveva avuto più nessun tipo di rapporto con gli uomini.

Quelli che la corteggiavano erano solo interessati alle ricchezze del suo regno.
Per quelle mettevano da parte anche il disonore che poteva nascere con lo sposarsi con lei.

Ed Emma non voleva una cosa del genere.

I suoi genitori erano ancora giovani, nel frattempo Henry sarebbe cresciuto e un giorno avrebbe regnato con la stessa forza e giudizio dei suoi nonni.

Era tutto perfetto, peccato che il destino aveva in servo per lei un’altra vita.

Quella sera, quando lo vide, seppe che le cose sarebbero andate diversamente da come aveva progettato.

<< Cosa ci fate qui? >> gli domandò subito, andandogli in contro.

Killian le regalò un sorriso splendente, per poi offrirgli il suo braccio.

Emma lo guardò scettica, per accettare solo quando vide Tomas. Uno dei suoi noiosi corteggiatori.

Si unirono ad altre coppie nelle danze, ma la bionda era decisa a volerne sapere di più.

<< Allora? Mi perseguiti? >>

<< Non che sia difficile. Esiste una sola Emma Charming al mondo e quando ho saputo di questa festa, ne ho approfittato. >> spiegò lui, guidando il ballo con eleganza e decisione.

<< Perché? E chi sei? >> continuò impetterita la principessa.

<< Curiosità, noia.. scegliete voi il motivo che più vi aggrada. E penso di essermi già presentato: il mio nome è Killian Jones. >>

Sapeva recitare benissimo, questo Emma doveva ammetterlo.
Ma appunto, recitava.
Lei sapeva che mentiva.

Finito il ballo, lo spinse fuori, sulla grande balconata che affacciava su tutte le terre del regno.

<< Devo ammetterlo tesoro, davvero un gran bel panorama. Molto romantico, potremmo approfittarne. >> fece lui malizioso, per poi girarsi verso di lei, appoggiandosi alla ringhiera alle sue spalle.

Si schiacciò contro di essa quando la lama affilata della spada che Emma reggeva, premette contro la sua gola.

<< Non vi chiedo nemmeno dove la tenevate nascosta.. >>

<< Farai meglio a rispondere alle mie domande se non vuoi che chiami le guardie. >> disse lei minacciosa.

<< Potrei sempre scappare, non sarebbe la prima volta. >> la sfidò.

<< Non lo permetterei. >>

<< Adoro le sfide. >> replicò l’altro, per poi darsi una spinta e buttarsi giù.

Emma trattenne un urlo e subito controllò come stesse.

Il bastardo aveva calcolato tutto. Lì sotto c’era il carro con il fieno. Lui la guardò, rivolgendole un sorriso luminoso, per poi incominciare a correre.

Ma come aveva già detto: non l’avrebbe permesso.

Si lanciò anche lei giù, sperando che nessuno la vedesse.
Quella era la balconata più appartata delle sale che mettevano a disposizione per le feste, ma tutto poteva essere possibile.

Comunque riuscì a non rompersi niente e atterrare comodamente.

Killian si fermò un attimo sbalordito, e poi riprese a correre.

Emma lo inseguì, tagliandosi anche un po’ la gonna pur di essere più veloce.

Credeva che l’uomo misterioso si stancasse prima ma così non fu. Ben presto arrivarono nelle prossimità del porto.
Dalla sua parte c’era la conoscenza di quel paesino meglio delle sue tasche, così, andando per una strada secondaria, riuscì a tagliarli la strada.

Si ritrovò davanti a lui e quasi si scontrarono, entrambi con il fiatone, entrambi con una strana luce negli occhi.

<< Devo ammetterlo, mi avete davvero sorpreso. Vedrete che ci divertiremo un sacco insieme. >> disse Killian, sorridendo ambiguo.

<< Cosa.. >> pronunciò solamente la principessa prima di svenire.
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Emma aveva due teorie: o era impazzita o soffriva di allucinazioni.

Ma era certa che quegli occhi appartenevano a Hook, su quello non ci pioveva.

Passò il resto della giornata a girovagare per il paese alla ricerca di.. qualcosa. Di qualcuno.
Ma non ebbe successo.

Chiese in giro se c’era stato qualche nuovo arrivato, da qualsiasi terra, nessuno sapeva niente però.

Tornò a casa sconfitta, parlando anche con la madre di quello che aveva visto.

Lei si era limitata ad annuire e stringerle una mano.

Il giorno dopo ricevette una chiamata da Granny, che le disse di correre subito al suo locale.

Emma non chiese altro. Attaccò e si precipitò lì.

Svoltò l’angolo e lo vide.

Bello come sempre, anche se notò subito qualcosa di diverso in lui.

Non ci badò.

Forse erano i vestiti moderni, forse era il suo viso completamente rasato, forse era il suo taglio di capelli, forse era la presenza della mano sinistra.

Forse erano solo quelle cose che lo rendevano diverso dal solito Hook.
Ma era lui.

Gli corse in contro, sorridendo come mai aveva fatto in vita sua, con le lacrime che le imbrattavano il viso e i capelli che svolazzavano ovunque.

Annullò la distanza che li divideva con un saltò, scontrandosi con le sue labbra.

Lo baciò. Finalmente potette rifarlo.

Gli strinse forte le braccia intorno al collo, mettendosi sulle punte e sorridendo ancora contro le sue labbra.

Lo sentì mugugnare qualcosa, ma lei voleva solo che si decidesse a ricambiare.

Che fosse arrabbiato con lei? Che la odiasse ora? Non la voleva più?

Hook si liberò dalla sua presa e Emma lo lasciò fare, imbambolata.

Cosa stava succedendo?

<< Wau.. >> disse l’altro, sorridendo timidamente, guardandosi intorno.

<< Ehm.. non pensavo di.. cioè.. così date il benvenuto in questo paese? >> continuò lui, e notando gli occhi lucidi della ragazza, quasi arrossì e cercò di scusarsi: << Non che la cosa mi sia dispiaciuta.. insomma tu sei, magnifica. Non conoscevo questa tradizione. >>

<< Era più un bentornato. >> sussurrò l’altra, sempre più confusa. Cosa stava succedendo?

<< Io.. devo averti scambiato per un’altra persona. » si giustificò lei. Aveva bisogno di indire una riunione di famiglia e sentire il loro parere.

<< Bé.. una persona molto fortunata. » disse piano l’altro, quasi sperando che non lo sentisse.

No, quello decisamente non poteva essere Captain Hook.

Timido, con quell’aria da santarellino e completamente smarrita.

E allora chi era?

Come aveva osato farla illudere?

<< Io sono Emma Swan, lo sceriffo della città. » si presentò, allungando la mano.

<< Io sono Colin McMeen, da domani il nuovo maestro di musica alla scuola elementare. » fece l’altro, stringendole la mano.

La bionda voleva quasi scoppiare a ridere, ma venne bloccata dalla scarica elettrica che l’attraversò quando si toccarono.

Quello non era cambiato almeno.
Anche se non era veramente lui.

Lui era morto. Sparito.




 

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<< Pensavate davvero che vi avrei permesso di lasciare quest’isola? » la voce adirata di Peter Pan fece tremare di paura tutti i presenti sulla Jolly Roger.

Qualche bambino incominciò a piangere, altri a mormorare delle flebili scuse, altri ad accusare Snowwhite per averli mentiti.

Pan non fallisce mai, e loro lo sapevano, ed erano stati stupidi a pensare il contrario.

Hook, istintivamente spinse dietro di sé Emma, mentre cercava di capire dove si trovasse quel piccolo demone.

<< L’Ombra! » gridò Trilly, indicando un punto in alto alla sua destra.

Non ci fu tempo di voltarsi, che subito questa attaccò Henry.
Per fortuna Regina, intervenne prontamente riuscendo a spingere lontano quel essere, che però subito si riprese riattaccandola.

Altre ne sopragiunssero, tenendo impegnati la regina cattiva, Rumpelstiltskin e i due Charmings.

Uno scontro accesso, sulla prua, teneva occupati Neal e Felix.

Gli unici liberi erano la fata, il Capitano e la Salvatrice.

<< Tink, non mollare il timone! » urlò il pirata, per aggiungere poi all'indirizzo di Emma: << Presto, vai a prendere tuo figlio da quella mischia e portalo nelle stive. Ti copro le spalle. »

La bionda non se lo fece ripetere due volte, ma ebbe giusto il tempo di fare due passi, che davanti a lei comparve Peter.

<< Buh! » fece ironico il ragazzino, per poi scaraventarla addosso a Hook, facendoli finire entrambi a terra, contro le botti di legno.

Il pirata imprecò per la botta, ma fu subito pronto a fermare il nuovo colpo di Pan.

Quest’ultimo si stava avvicinando ai due pericolosamente, con già una mano protesa in avanti per scagliare chi sa quale incantesimo, ma Jones riuscì a prendere la sua fedele spada e a infilzarla nello stomaco dell’avversario.

Emma, incastrata fra il corpo del Capitano e del ragazzino, riuscì ad alzarsi all’impiedi, tirando un bel pugno in pieno viso a Peter, che cadde a terra.

Rimase lì disteso sulle assi fredde e rigide di legno, a fissare per un attimo le stelle.

Emma si sentì terribilmente presa in giro da quel comportamento completamente menefreghista da parte di quel demone.

Si avvicinò di qualche passo, afferrando la sua di spada, pronta a dargli il colpo di grazia, ma accadde tutto in un secondo.

Pan si alzò improvvisamente e, veloce come un fulmine, allungò la mano verso il petto della donna.

Hook spinse la bionda di lato con forza, ma Peter non si fermò, nonostante il cambio.

Senza esitazioni, affondò la sua mano bianca nel petto dell’uomo, prendendogli il cuore.

Poi si allontanò, salendo su quelle botti, e con la mano sinistra si estrasse la spada che aveva ancora nello stomaco.

Ci fu un lieve sbandamento, dovuto da Trilli che aveva lasciato per un attimo il timone, per correre ad aiutare gli amici.

Anche Henry provò a correre contro il suo falso amico, ma dovette di nuovo ripararsi dietro la madre visto che l’Ombra sembrava proprio non volerlo lasciare in pace.

Emma riuscì ad afferrare Hook, prima che cadesse a terra. Lo sentì borbottare qualcosa, mentre tossiva con forza.

La ragazza non perse tempo e si gettò subito contro Pan, ma non fu abbastanza veloce.

Sorridendo soddisfatto e vittorioso, Peter usò quella spada, che poco fa lo aveva ferito, per trafiggere il cuore di Killian Jones.





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Erano passati ormai 10 giorni dal suo rapimento, ma Emma era decisa a non muoversi dalla minuscola stanza che le avevano dato.

Avrebbe preferito che la buttassero in una prigione, non voleva essere trattata con i guanti.

L’avevano imbrogliata e sequestrata. Che senso aveva trattarla ancora come una principessa?

Probabilmente era tutto un piano di quel Killian, che si divertiva a prenderla in giro.

Dopo quell'inseguimento non l’aveva più visto.

Si era risvegliata direttamente in quella stanza, con il suono inconfondibile del mare e l’ondeggiare.

Le bastò poco per fare due più due e capire che doveva trovarsi su una nave. Sicuramente pirata.

E che quel Killian Jones fosse il capitano?

Probabilmente era solo un mercenario, un sicario.
Era troppo giovane per rivestire un ruolo così alto.

Quello che però si chiedeva davvero era il motivo di quel suo rapimento.

Per soldi?

Il suo sesto senso le suggeriva che c’era qualcosa di più grosso in ballo.

Quella mattina c’era gran movimento.

L’abbondante colazione che le veniva servita, tardava ad arrivare.

Che avessero deciso il suo destino?

Era pronta a lottare con le unghie e con i denti.
O morire, se la vita dei suoi cari era in pericolo.

<< NO! >> tuonò una voce maschile.

La bionda sussultò, sentendola vicino alla sua porta.

Si guardò intorno alla ricerca di un’arma, ma l’unica cosa che trovò fu il secchio per i bisogni.

<< Lasciatemi parlarle. Vedervi peggiorerebbe solamente la situazione. >>

Quella voce..

La porta si aprì e fu proprio il suo rapitore ad entrare.

Era diverso da come l’aveva conosciuto.

I suoi occhi erano contornati di nero, un orecchino pendeva al suo orecchio destro.

Completamente vestito di pelle nera, aveva un uncino al posto della mano sinistra.

<< Buongiorno, milady. >> disse con il suo solito tono.
Sembrava che niente stesse accadendo.

Era come se fossero ancora nella sala di ballo a danzare e sfidarsi con lo sguardo.

<< Sappi che non mi arrenderò senza lottare. >> proruppe la donna, non facendosi ingannare. Attenta a ogni movimento dell’altro.

Lui, però, fece finta di non ascoltarla.

Con tutta tranquillità, si andò a sedere sul letto del suo ostaggio, prendendosi anche del tempo per guardarsi intorno.

Quell’atteggiamento strafotente le dava altamente sui nervi e lo guardò con rabbia crescente quando lui le fece segno di sedersi affianco.

<< Muoviti a parlare. >> disse secca lei.

L’altro si grattò dietro l’orecchio, facendo tintinnare l’orecchino blu.

“ E’ nervoso. Questo non va bene. “ pensò Emma.

<< Il mio nome è Killian Jones, ma la gente mi conosce come Captain Hook. E sono il capitano della nave pirata su cui vi trovate, la Jolly Roger. >> spiegò l’uomo.

<< E perché sono qui? >> chiese subito lei.

Le altre informazioni le avrebbe analizzate dopo, con calma.

<< Per miei motivi, mi serve un aiuto per uccidere una persona. Per avere quest’aiuto, ho dovuto rapire voi, così che questa persona avrebbe potuto prendere vostro figlio. E ora.. >>

Il pirata fu costretto a smettere di parlare.

A quelle parole, la bionda era scattata, saltandogli addosso.

Entrambi finirono distesi sul letto, con lei sopra di lui e con il braccio sulla sua gola.

<< La.. lascia..lasciate.. finir.. >> Hook non riusciva a dire altro, e quelle poche sillabe erano bastate a far aumentare la pressione dell’altra.

<< Voi, maledetto bastardo! Come avete potuto mettere in pericolo la vita di un bambino? Siete solo uno schifoso egoista… >> e anche Emma fu costretta a fermarsi.

Le fu impossibile non piangere.

Copiose lacrime le rigarono il volto, volutamente non lavato, facendone cadere qualcuna anche su quello del capitano.

Approfittando di quell’attimo di debolezza, Hook riuscì a spostare il braccio della bionda e mettere entrambi seduti.

Certo rimaneva il fatto che lei fosse ancora sulle sue ginocchia, ma in quel momento nessun pensiero malizioso gli passò per la testa.

Vederla così, ridotta in quelle condizioni, tutta per colpa sua.

Una morsa al cuore lo privò dell’ossigeno, peggio di quando era sotto l’attacco di lei.

<< Mi dispia.. >> azzardò, ma il sonoro ceffone che gli diede, lo fece ammutolire.

Emma si alzò, cercando di darsi un contegno.

<< Henry.. lui.. come.. >> nessuna frase sembrava quella giusta.

Quella che riuscisse a non farla scoppiare nuovamente a piangere.

Il pirata fissava a terra, ma questo non intenerì per niente la principessa, che avrebbe voluto solamente ucciderlo.

<< Avrei dovuto ucciderti. Così questa persona ha dato tuo figlio a Peter Pan. >>

La donna lo fissò disorientata, alla ricerca di qualche altra informazione.

L’uomo si inumidì le labbra.

Ormai il guaio era fatto, tanto valeva dire tutto.

<< Volevo sapere un modo per trovare il pugnale di Rumpelstiltskin, l’uomo che mi ha portato via tutto, così da ucciderlo. Cora, madre della Regina Cattiva, mi ha assicurato che mi avrebbe aiutato, a patto che io vi uccidessi. La Regina, anni fa, ha tentato di lanciare una maledizione ma a causa di qualcuno, che giuro non conoscere, le fu impossibile. Ma cerca ancora vendetta verso vostra madre, così la vecchiaccia ha pensato a questo piano. Loro avrebbero dovuto uccidere vostro figlio, ma a quanto pare la Regina si è affezionata tanto da risparmiargli la vita. Purtroppo è sopraggiunto Peter Pan che l’ha preso. I vostri genitori si sono occupati di Cora, mentre Regina è qui. Vuole aiutare a trovare vostro figlio. >>

A Emma girò la testa, e Hook si alzò repentinamente, afferrandola.

Ma l’altra lo allontanò, con aria disgustata.

<< E’ solo colpa vostra. >> lo accusò lei, senza alzare la voce. Era un dato di fatto.

<< Lo so. Per questo vi aiuterò a salvarlo. >>

Emma leggeva nei suoi occhi tanta sincerità e senso di colpa, ma non le bastò.

Lo odiava, come mai in vita sua.
Lo odiava davvero con tutta se stessa.
E questo non sarebbe mai cambiato.
Nemmeno se si fossero trovati in un altro mondo, in un altro tempo, in un’altra vita.















Salve a tutti! Parto ringraziando davvero tutti! Non pensavo che la mia storia potesse avere tanto successo. Quindi, ripeto, GRAZIE DI CUORE.
Questo capitolo scopriamo qualcosa sulla vita di Emma e Killian nel mondo delle favole. Anche qui lei ha avuto una relazione con Bae, che l'ha lasciata, ma dalla loro unione è nato Henry.
Per quanto riguarda Killian, è sempre alla ricerca di un modo per uccidere Rumple -sa del pugnale perché la storia è ambientata dal suo ritorno da Neverland, dove ha incontrato Bae per intenderci- e anche qui fa un patto con Cora. Come avete letto la maledizione che Regina voleva scagliare non ha avuto successo (idee su chi l'ha bloccata?), non so come e perché Regina e la madre si siano ritrovate -lascio spazio alla vostra fantasia- fatto sta che vogliono vendicarsi. Ma Regina si affeziona a Henry, e così non lo uccide, ma Cora lo "vende" a Peter Pan.

Nel frattempo, a Storybroke, Emma incontra lo sconosciuto nella macchina del capitolo precedente. Identico a Killian ma non sembra lui e nel flashback vediamo com'è morto Hook.

Sono curiosa di sapere le vostre teorie. Chi è per voi questo Colin? Cos'è successo? E come sono collegati- sempre se lo sono- gli avvenimenti nella Foresta Incantata con quelli di Storybrooke? 

Spero che la mia storia possa continuare a piacervi, nonostante potrebbe risultare un casino xD

Grazie ancora e alla prossima ;D 

  
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