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Autore: xbelicapeli    02/09/2014    2 recensioni
Denti stretti, occhi bassi e cuffie nelle orecchie: i tre componenti principali di Louis Tomlinson. I denti stretti per tirare avanti, gli occhi bassi per nascondersi, e la musica come ossigeno, altro che quell’aria rarefatta del treno, troppo poca per tutti quei respiri.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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I giorni passarono e come promesso Louis tornò da Harry ogni giorno per prendersene cura. Nel giro di una settimana il riccio si riprese al punto da poter uscire ed andare a scuola.
Era tornato tutto alla normalità, ma c’era ancora qualcosa che tormentava i due: entrambi desideravano che tutti gli amici ed i parenti fossero a conoscenza della loro relazione, entrambi volevano essere accettati e accolti dalle due famiglie. Ma Harry aveva ancora troppa paura per parlare con suo padre, quindi il loro amore rimase ancora nascosto, opprimendoli.
Intanto Louis cominciava a chiudersi a riccio: si confidava sempre meno sia con Harry che con chiunque altro, seppure non l’avesse mai fatto tanto; preferiva chiudersi in camera con la musica piuttosto che passare un bel pomeriggio sul prato verde di un parco.
Si chiedeva perché due persone non potessero essere libere di amarsi: perché un ragazzo e una ragazza potessero baciarsi sulle scale della scuola e lui ed Harry non potevano nemmeno tenersi per mano. Avevano già affrontato la questione quel giorno che Louis venne soprannominato ‘frocio’ dal resto dei compagni: sia Harry che Louis sembravano essere passati oltre, ma il secondo era solito rimuginare su ogni cosa che gli succedesse. A Louis quasi piaceva chiudere gli occhi e ripensare ad ogni dettaglio: una smorfia, una parola, un gesto; ma pensare così tanto forse non gli faceva bene.
Pensava spesso a suo padre, a quanto avesse voluto conoscerlo e condividere qualcosa con lui prima che morisse, avrebbe voluto un bel ricordo di suo padre, ma la realtà era che non ne aveva neanche uno brutto: semplicemente non ne aveva.
Poi pensava a sua madre: troppo impegnata a portare qualche soldo a casa per accorgersi di lui.
Cos’aveva Louis alla fine? Oltre ad Harry, Louis non sentiva di avere niente; e poi nemmeno Harry era di sua proprietà, probabilmente un giorno se ne sarebbe andato anche lui.
Harry inizialmente era riuscito a riportarlo fuori di casa: con lui, Louis non pensava più troppo e  si godeva semplicemente le belle giornate. Ma il periodo buio di Louis sembrò ritornare: ricominciò a chiudersi in casa, ad analizzare ogni minima cosa. Sua madre pensò che non fosse grave: insomma, aveva già visto Louis in quello stato qualche mese prima, appena prima di conoscere Harry.
 
*10 mesi dopo*
Era passato esattamente un anno da quando Harry avvolse Louis tra le sue braccia impedendogli di suicidarsi. Era un giorno speciale per entrambi. Forse un giorno di festa: Harry pensò di preparare qualcosa di particolare per ricordare quel giorno che lì unì.
Ma probabilmente Louis non era dello stesso umore: non era solo il desiderio di rivelare tutto alle famiglie ad opprimerlo, ma spesso le voci nella sua testa che lo tormentavano in passato, tornavano a fargli visita. Molti mesi prima sentì il rischio di poter ricadere in ciò che aveva già passato; questa volta capì di aver raggiunto il fondo, ma non gli sembrava poi così grave ed allora ci si sedette comodamente. Si sentiva solo, e non perché non avesse amici o Harry, ma perché aveva perso sé stesso, non si trovava più, si era lasciato cadere in pezzi senza cercare più di ricomporsi: si era abbandonato.
Harry con il suo amore aveva chiuso una grande e pericolosa porta, ma Louis era rimasto a fissarla per un anno intero.
Entrambi avevano grandi progetti per quella sera. Grandi ed opposti.

Erano le nove e un quarto, Harry aveva organizzato una cenetta tranquilla a casa sua: sapeva che ultimamente a Louis non piaceva uscire, quindi sarebbero rimasti nell’intimità di casa Styles. Non appena finì di apparecchiare e sistemare le ultime cose decise di chiamare Louis per chiedergli di raggiungerlo facendogli una sorpresa.
Ma poco prima che potesse comporre il numero, il suo telefono vibrò ricevendo una chiamata:
‘Pronto?’
‘Harry mi senti?’ rispose Louis con voce affannata, come se avesse corso.
‘Si Louis, stavo proprio per chiamarti. cosa succede?’
‘Non lo so Harry, non lo so’
‘Stai piangendo?’
Sto per morire, Harry’
‘Ma cosa diavolo stai dicendo? Lou, dove sei?’
‘Sono sul terrazzo e fa freddo.’
‘Che ci fai lì? Torna dentro’
‘Voglio finirla qui Harry, finire tutto’
‘Louis, non dire cazzate! Dove cazzo sei, cosa cazzo fai?’
‘Hai una bella voce anche quando sei volgare Haz.’
‘Louis rispondimi!’
Louis lo chiamò sapendo che solo lui  lo avrebbe capito, o che almeno ci avrebbe provato. Non se ne sarebbe mai andato senza aver salutato Harry, il suo vero amore.
Faceva freddo, ed il vento accarezzava i morbidi capelli di Louis che si immaginò Harry ad accarezzarglieli.
‘E’ alto sai?’ riprese.
‘Louis, ti prego, cosa stai facendo?’
‘Sai Harry, ho sempre avuto paura delle altezze. Eppure eccomi sul cornicione e sotto ho il vuoto. Haz, non sono affatto forte e lo sai, come sai che ho sempre voluto volare. Ed il vento oggi vuole darmi questa possibilità’
‘Louis ti prego, torna indietro! Cazzo Cazzo!’
Non puoi fermarmi ancora.
‘Si che posso cavolo ti prego. Ora ti prometto che vengo da te ok? Esco di corsa e vengo da te, ti abbraccio e ti salvo ok? Tu però torna indietro’
‘No Harry.’
Una ragazza si affacciò alla finestra del palazzo di fronte a quello di Louis e lo fissò. Urlò al padre di chiamare i carabinieri e l’ambulanza.
‘Hey ragazzo, cosa hai intenzione di fare?’ cercò di prendere in mano la situazione quella ragazzina bionda.
Louis non rispose, le lacrime lo stavano annegando e riprese il discorso al telefono senza curarsi della ragazza.
‘Perchè Harry? Perchè il mio futuro è solo uno stupido sogno? Sono stanco di essere invisibile, stanco di essere giudicato. Stanco di essere me. Sono stanco di lottare e di perdere sempre. Sono stanco di stare in piedi solo perché è quello che tutti si aspettano.’
‘Ti prego Louis, ragiona’ piangeva anche Harry dall’altra parte mentre stava per uscire di casa per correre da lui.
‘Ci penso da troppo, troppo tempo. Voglio andare via, magari così rivedo pure mio padre lassù e poi.. posso proteggerti. Insomma, guarda il lato positivo, mi avrai sempre accanto’
‘Louis, guarda il lato negativo. Niente più amore, niente più vita’
‘E questo è il negativo? Per me è un sogno: niente più vita..’
‘Non avrai più me, ed io non potrò più tenerti con me. Parlarti o baciarti, Lou.’
‘Non dirmelo ti prego. Oh Harry, una ragazza mi fissa, ma io non ce la faccio. Qui non fanno altro che puntare il dito. E poi, sono troppo gay, troppo brutto, troppo inutile per esistere. Un errore ecco, un aborto mancato.’
‘Ma cosa cazzo dici! Dov’è tua madre?’
‘Non c’è, è al lavoro. Come sempre del resto, no? Mi chiedo se volesse veramente avere un bambino o se l'aborto la spaventasse troppo. Lei non c'è, è al lavoro.’ Ripetè e sorrise quasi soddisfatto. E sentì il vento aumentare, faceva freddo e quel vento gli entrava nelle vene. Vedeva opaco e il suo viso si congelava ad ogni lacrima. Fece un respiro profondo, poi un altro. Voleva davvero finire tutto il dolore, tutto quel marcio.
Erano anni che lottava, che resisteva. Anni che si sentiva invisibile, anni che lo giudicavano e lo prendevano in giro. Anni che fingeva, anni che si sentiva solo al fianco di chiunque. Harry lo amava e lui amava Harry, ma non amava sé stesso.
‘Ragazzo, ti prego ragiona!’ gridò la ragazza alla finestra.
‘Ascoltala!’ disse Harry con il fiatone data la corsa.
‘Sei giovane, con un futuro e con dei sogni.’ Riprese la ragazza
‘Louis ascoltala!’
‘Ragazzo, non fare idiozie. Tu meriti il meglio, meriti di vivere."
‘Louis meriti di meglio ed io voglio te!’ si affannò Harry.
‘Ragazzo, ti prego, levati da lì!’ continuò a gridare la ragazza che intanto scoppiò in lacrime.
Salvati Lou!
‘Sei un ragazzo così carino!’ cercò di convincerlo la ragazza.
Si fermò, “carino” ecco cos’era: abbastanza per la sufficienza, ma non abbastanza.
Sono carino..’ sussurrò Louis.
‘Lou!’ gridò Harry.
‘Sono carino?’
‘Si, ragazzo sei carino’ ripetè la ragazza.
Carino, lui, lo era sempre stato, quella cosa carina: sinonimo di diverso, che significa non adatto, non abbastanza. Carino e il cuore si calma, carino e prese l’ultimo respiro.
‘LOUIS!’ gridò ancora Harry disperato.
Carino’ ripeté ancora Louis
‘No, sei bellissimo Lou, bellissimo, stupendo. Ascoltami.’ Continuò Harry.
Carino, grazie ragazza. Mi hai fatto capire che non vado bene neanche per essere salvato.’
Chiuse gli occhi e si girò, premette play sull’mp3 facendo partire la sua canzone preferita e volò.
“Carino” urlò.

Così, esattamente un anno dopo il suo primo tentativo, Louis si suicidò. Neanche Harry fu in grado di salvarlo, perlomeno non una seconda volta. Nonostante il loro amore, nonostante tutto quello che avessero condiviso.
Perché nessuno può entrare nella solitudine e nel dolore di qualcun’altro. 

 


angolo dell'autrice:
Lo so, sono una persona cattiva, ma ho pianto scrivendolo e rileggendolo, quindi potete sentirvi un po' meglio lol
In ogni caso, questo è L'ULTIMO CAPITOLO come sapete, e dubito che avrò tempo di scrivere altre FF; già avete visto quanto ci ho messo a pubblicare gli ultimi capitoli che erano già pronti.
Aspetto i vostri pareri sul capitolo e sulla storia in generale.
E RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE MI HANNO SEGUITA IN QUESTA STORIA E NELLE ALTRE, GRAZIE MILLE. MI AVETE FATTA SENTIRE SPECIALE E NON SMETTERO' MAI DI RINGRAZIARVI.

un abbraccio, Marta.

 
   
 
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