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Autore: JaneChase    02/09/2014    1 recensioni
[Piccola premessa: Questa storia è una fanfiction, ma per cause di forza maggiore ho dovuto metterla tra le originali]
Cosa potrebbe succedere in una scuola in cui sono raccolti i figli dei grandi eroi delle saghe?
In un mondo in cui più realtà coesistono, saranno proprio loro, a crearne uno nuovo in cui vivere insieme.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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~~JANE
Non mi piace. Non mi piace. NON MI PIACE! Perché? Perché a me? Non potevo, che ne so, andare a spalare letame, o pulire i denti di un segugio infernale, o vedere un libro bruciare? Anzi no. Persino stare in squadra con quest'idiota di Jake è un miliardo di volte meglio che vedere un libro che brucia. Che dolore.
E mi ritrovo a camminare lungo un corridoio lunghissimo, seguendo un bambino che mi fa da allenatore, tra i due ragazzi più emeritamente idioti della scuola, mi correggo, due fra i tre (non dimentichiamoci di Brad), e l'unica cosa che riesco a pensare è un libro che brucia?! Ma quanto sono masochista! Seguiamo Max fino ad arrivare in una stanza piena di porte. Il ragazzino ne sceglie una a caso, e si ferma dinanzi ad essa, noi con lui. Alle mie spalle, riesco a vedere le altre squadre scegliere le proprie porte. Castellan e Garroway finiscono per scontrarsi davanti ad una delle soglie, e iniziano a litigare. A quanto pare vanno d'accordo solo quando devono separare uno shadowhunter idiota, e una legata sfolgorante prima che il cortile esploda. Sbuffando il nostro istruttore ci impone di restare fermi qui, mentre si dirige verso i due, seguito da Tris. Approfittando della confusione, Abby mi si avvicina, per poi sussurrarmi ad un orecchio: -Se fanno troppo gli idioti, dimmelo, che li faccio diventare arrosto di mago e shadowhunter per aquile giganti, okay?
Annuisco. Sono già troppo scossa per la storia del libro che brucia, per rispondere ad una domanda che
termina con 'okay', con un altro 'okay'. Troppo dolore in una volta sola. Quando la legata ritorna dai suoi compagni, ho la tentazione di seguirla, di aggrapparmi al suo braccio e restare con lei. Vengo fermata in tempo dal ritorno del piccolo Lightwood. Alla fine la stanza che gli altri due citrulli avevano adocchiato è stata occupata dalla squadra due. Mi giro verso la nostra porta. Non ho voglia di vedere le mie amiche entrare in stanze differenti dalla mia. Da quando siamo qui all'Accademia, non ci siamo mai separate, e ho paura di crollare a terra. Odio restare da sola in mezzo a degli sconosciuti. Max ci apre la porta, facendoci cenno di entrare.
-Tra mezz'ora torno a prendervi. Voi intanto socializzate e trovatevi un nome- dice prima di richiudere a chiave la porta, lasciandoci soli all'interno di quella che per me sarà una prigione per i prossimi trenta minuti. Resto ferma davanti alla soglia per un attimo, osservando lo spazio intorno a me. La stanza non è poi molto piccola. È quadrata, con le pareti bianco-grigiastre e il pavimento piastrellato. Al centro vi è un tavolo di plastica nera, e intorno ad esso quattro sedie dello stesso materiale. C'è un'unica finestra, larga quanto la parete, lunga quanto il mio braccio, situata a metà del muro difronte, che illumina l'intera stanza. I due ragazzi si accomodano sulle sedie, io invece mi avvicino alla finestra, intenta a guardare fuori. Solo cielo azzurro e nuvole. Ancora una volta, mi ritrovo ad un'altezza non poco
rilevante, senza essermi accorta di essere salita. In questi momenti mi chiedo se sono davvero figlia di Atena (nipote in questo caso). Anche se adesso mi è più facile capire certi miei comportamenti. Percy mi avrà trasmesso la "tontaggine" e la "cretinezza". Senza volerlo finisco per sorridere ripensando alle parole che ho usato per definire l'eredità di mio padre.
-Ehi, sirenetta, che hai da sorridere? Non dirmi che c'è il tuo ragazzo lì fuori.- dice Jam. Facendo appello a tutta la mia sanità mentale, mi volto verso il mago, che con un gesto m'invita a sedermi accanto a lui. Come per sfidarlo, mi siedo per terra a gambe incrociate. Lui scoppia in una risata che rimbomba all'interno della stanza semi-vuota.
-Credo sia arrivato il momento delle presentazioni- dice sorridendo.
-Io sono James Sirius Potter, ho quindici anni, vivo in Gran Bretagna con i miei genitori e i miei fratellini, e fino a quest'anno ho frequentato la scuola di magia di Hogwarts presso la casata dei Grifondoro. Sono una persona che eccelle nello sport, e che protegge la sua sorellina da tutti quei goblin che circolano all'interno della scuola.
Finito il discorso, simula teatralmente un inchino, il che, fatto da seduto, lo fa sembrare un satiro con problemi intestinali (anche perché, grazie alla plastica della sedia, ha fatto uno strano rumore... sperando che sia stata solo colpa della sedia). Continua a sorridermi con quei denti troppo bianchi, il che mi da non poco fastidio. Sbuffo e prendo la parola.
-Il mio nome è Jane Audrey Jackson. La mia vita è appena stata sconvolta, quindi mi ritrovo ad essere la figlia del semidio che ha sconfitto il titano Crono, così, di punto in bianco. Non so praticamente nulla della mia famiglia, tranne ciò che ho letto nei loro libri. Adoro l'acqua e mi piacciono i gufi... Potter smetti di pensare male!
Avvampo, mentre quel cretino ride ancora una volta.
-Co-comunque- riprendo. -Questo è tutto. Oh, e state lontani dalle mie amiche, che vi ammazzo.
Io e James restiamo in silenzio, a guardare il giovane Herondale, per un attimo che mi pare un'eternità. Anzi è un'eternità.
-Allora?- chiede il moro.
-Allora che?- domanda scocciato lo shadowhunter.
-Non ti presenti?
-E a che scopo? Mi conosci già, no?- continua il biondo.
-La sirenetta no. E poi nessuno ti conosce abbastanza. Anche io mi sono presentato e anche lei, con una rivelazione sconcertante ma...
-Ehi!- lo interrompo.
-Sei tu che capisci male!
-...pur sempre una presentazione- insiste Jam ignorandomi. Il cacciatore sbuffa per poi decidersi a dire: -Mi chiamo Jake Lightwood, e questo è tutto ciò che vi basta sapere sul mio conto.
-Quindi, come tuo padre, sei l'uomo dai mille e più cognomi- mi lascio scappare. Il ragazzo mi guarda di traverso, mentre il mago ride di nuovo.
-Insomma Potter!- sbotto.
-Perché per ogni cosa che dica o faccia, ti metti sempre a ridere? Sono davvero così ridicola?
Senza accorgermene, ho posto una domanda retorica. La risposta la conosco già. Non dovrei nemmeno
trovarmi qui, in questo momento. Dovrei essere in quella cameretta microscopica, senza finestre, schiaffata sul letto, con gli auricolari ad ascoltare a tutto volume "Heart by Heart", e piangere. Piangere per dei libri, no. Piangere per i miei genitori separati, per il mio cagnolino che è scappato, una settimana prima di andargli a mettere il micro-cip, per la mia migliore amica, che rischio di perdere ogni giorno, per tutte le persone e i cuccioli che mi sono morti. Piangere e basta. Farlo solo per dei libri è sempre stato un privilegio a me non concesso. C'era sempre qualcos'altro.
Prima che il ragazzo potesse rispondere, protendo una mano aperta verso di lui per fermarlo. Non ho lacrime da versare, quindi le mie guance restano asciutte. Dei, che brutto effetto ha su di me la solitudine. Il mago sbuffa e poggia i piedi sul tavolo.
-Cavoli. Siamo qua dentro da appena cinque minuti e senti che aria che tira- dice. Nessuna risposta.
-Beh, allora passiamo a sceglierci un nome. Cosa proponete?- chiede infine.
-Oh, non contate su di me. Non me la cavo in questo campo- mento. Ho sempre trovato nomignoli a tutto e a tutti. Tutti parecchio originali, ma sinceramente non ne ho affatto voglia in questo momento. Jake si limita ad alzare un sopracciglio come a dire 'non ti starai mica aspettando qualcosa da me, vero?'. Il maggiore dei Potter sbuffa ancora. Rassegnato si ritira nel suo mondo spirituale, cercando un nome per la squadra. Felici Multifandom Games eh? penso.
-Ho trovato!
Alzo lo sguardo verso il ragazzo, che raggiante esclama: -Ci chiameremo "Team J-J-J"!
-No!- rispondiamo all'unisono io e Jake, per poi guardarci. Mi accorgo che questa qui è la prima volta, probabilmente l'unica, in cui io e lui andiamo d'accordo, quindi meglio sfruttarla al massimo.
-Assolutamente no!

-Allora, ragazzi, com'è andata?- chiede Max affacciandosi dalla porta semi-aperta.
-Siano ringraziati gli dei!- esclamo scattando in piedi. Jake mi imita, per poi dirigersi verso il professore. Siamo completamente distrutti. Abbiamo trascorso gli ultimi venti minuti a sputare un 'no' dopo l'altro, per ogni nome assurdo che il mago proponeva. Una cosa assurda! Quando lo shadowhunter ci lascia uscire, inizio a respirare a pieni polmoni, felici che il tormento sia finito. Vedo le altre squadre uscire dalle proprie salette, tutte stranamente serene. A quanto pare sono l'unica che ha sofferto il "mal di compagno di squadra maledettamente idiota". I professori permettono alle squadre di mescolarsi, in attesa dei nuovi moduli da compilare. Per un attimo torna tutto alla normalità. I legati stanno con i legati, I maghi sono tra loro, L'unico shadowhunter e l'unico figlio di tributi, insieme. Alexis rimane in disparte, ad osservare la scena appoggiata ad una parete. Lily la nota immediatamente, e la va a prendere, per portarsela all'interno del gruppo magico. Mi sento meglio insieme alle mie amiche (e amico), sono come me, e sono le uniche persone che mi ispirano sicurezza. Eppure mi
sembra tutto così sbagliato. Siamo una classe, dovremmo essere un grande gruppo unito. Interrompo immediatamente i miei pensieri, scivolando nell'atmosfera familiare dei ragazzi del campo. 
-Allora, come vi è andata?- chiede Meg.
-A noi benissimo- risponde il piccolo Valdez. I capelli appuntiti, si sono afflosciati, facendogli assumere la capigliatura tipica dei ragazzi all'interno degli anime.
-Abbiamo trovato un nome per la squadra, pianificato una possibile strategia, elencando punti deboli e punti di forza di ognuno, e giocato a "pesta il piccolo Valdez"- spiega sorridente Abby, alzando la mano con due dita aperte in segno di pace.
-Oh, povero- sospira teatralmente Alice abbracciando il fratellino.
-Non preoccuparti, la sorellona è qui per proteggerti- dice con fare materno. Noi altre scoppiamo a ridere, facendo arrossire il legato fino alle punte delle orecchie. Quando riesce a liberarsi, s'irrigidisce sempre più rosso in viso. Non riesco a evitare di dire: -Ma che "puccioso", che sei!
Lui alza lo sguardo incredulo, con degli occhioni da cucciolotto confuso, che lo rende ancora più "pucci pucci". Come per concordare, le altre si lasciano scappare un 'aawwww', contribuendo a farlo infiammare. "Letteralmente". Le orecchie gli stanno fumando. Mi guardo intorno, e becco Albus che fa volteggiare dell'acqua con la bacchetta. Approfittandone, la punto con un dito, che sposto velocemente per indicare la faccia di Sammy. L'acqua segue il mio movimento e si schianta sul
ragazzo. Lui rimane fermo e immobile con il viso gocciolante, e le punte dei capelli bagnate che si arricciano.
-Ehi!- sento esclamare. Mi volto verso il Serpeverde che ci guarda incredulo. Torniamo a ridere, stavolta seguiti dai Grifondoro e Alexis. Veniamo interrotti da Garroway, che impone di riformare le squadre. Holly mi da una pacca sulla spalla, per poi recarsi con la gemella e la figlia di Leo dal proprio istruttore. Abigail e Simon mi salutano con un cenno, prima di tornare da Tris. Abbandono il mio sorriso, e vado da Max, seguita dal mago e lo shadowhunter. Il bambino ci porge un modulo da compilare con i dati della squadra.
-Il vostro nome?- chiede. Noi ci guardiamo per un attimo. Jam sorride, e intuendo i suoi pensieri, non posso fare altro che sospirare e annuire. Quando anche il biondo si arrende, il ragazzo comunica: -Team J-J-J.
Il professore ci guarda sorpreso. Io mi limito ad alzare le spalle ed aprire i palmi. Il cacciatore annuisce e mi da una penna.
-Perché scrive lei?- sento sussurrare James.
-Forse perché ha la calligrafia comprensibile?- risponde l'Herondale.
-Ma se è dislessica!- sbotta il moro meritandosi una delle mie occhiatacce minatorie. Si decide a zittirsi, facendo comparire un ghignetto sul viso dell'altro. "Ragazzi", penso esasperata compilando il modulo. Quando finisco porgo la penna al mago. Lui mi guarda confuso.
-Devi firmare- rispondo alla sua tacita domanda. Dopo essersi lasciato sfuggire un 'Ah' si decide a firmare. Ora è il turno
di Jake. Una volta che anche lui ha finito, il mago prende il foglio e osserva le firme.
-Più comprensibile della mia lo è... ma non della tua- dice all'altro ragazzo, che lo fulmina con lo sguardo. Abby deve decidersi a mettere il Copyright alle sue occhiatacce", penso, per poi afferrare il modulo e sfilarlo dalle mani del moro. Porgo il foglio a Max, che lo prende e ci raccomanda di non combinare guai, mentre lui li consegna.
-Team J-J-J eh?- mi sussurrano all'orecchio. Mi giro e guardo Sammy con fare accusatorio.
-Sentiamo il vostro, allora.
-Saette incendiarie- risponde la figlia di Jason, affacciandosi dalle spalle dell'amico.
-E Brad che ne pensa?- chiedo. Sentendo il nome di Mellark, Jake si avvicina. Abigail inizia a guardarlo in cagnesco, quindi ci pensa Sam a rispondere.
-Beh, noi lo abbiamo proposto, e lui ha accettato.
-Noi siamo i Panda Coccolosi!- subentra Alicia. Guardo prima lei, poi Holly, infine Meggy e strabuzzo gli occhi, per poi fissare l'ultima con un sopracciglio inarcato.
-Tra parentesi "Piromani Assassini"- dice annuendo orgogliosa. Le altre due si uniscono a lei con dei risolini.
-Oookay... mi fate paura- dice la Grace, guardandole in modo strano, mentre Simon indietreggia di un passo.
-Uff, a quanto pare siamo gli unici con un nome "stranoioso"!- sbuffa Lily, che si è avvicinata al fratello maggiore con la sua squadra.
-Pensavo che "Maghi Divergenti" fosse un bel nome, ed anche parecchio sensato- dice Al.
-A me piace- aggiunge la mora.
-Un momento!- esclama Abby.
-Who is the Divergent?- chiede. Alexis alza la mano. La legata spalanca gli occhi, per poi avvicinarsi alla ragazza e afferrarle una mano, agitando il braccio.
-Piacere Abby Grace. Anch'io dovrei essere una divergente, sai.
Lei sorride e dice: -Piacere. Io sono Alex.
Tutto intorno a loro, compaiono fiorellini e volano petali colorati. Poi mi accorgo, che sono James (che con la magia fa comparire i fiori) e Sammy (che lancia petali a gogo da un sacco, probabilmente datogli da Jam). La nipotina di Giove va in bestia, e prende ad inseguirli, mentre Alex inizia a ridere. Una risata fine e leggiadra. Si vede che è una signorina per bene.
-Mi sa che abbiamo trovato i perfetti Fred e George della scuola- dico. Gli altri annuiscono. Jake, intanto si è avvicinato a Mellark, che sta in disparte già da un po'. I nostri istruttori tornano nella sala, seguiti da quattro ragazzi e quattro ragazze, a loro volta seguiti da qualche elfo domestico.
-Bene ragazzi- dice Tris, guadagnandosi l'attenzione di tutti.
-Vorrei presentarvi i vostri stilisti.
-Oh miei dei- sussurra la maggiore delle Zhang. Una ragazza sui 18 mi si avvicina e mi afferra la mano. Ha dei lunghi capelli azzurro cyan, e gli occhi nocciola.
-Io sono Lyla, tu devi essere Jane Jackson. Molto piacere, sarò la tua stilista.
Cerco di risponderle con un sorriso, per quanto tirato possa essere. Tenendomi la mano, mi conduce all'interno di una delle stanze collegate alla sala.
So già, che ciò che succederà qui dento non mi piacerà affatto.

ABBY
-No, no, no, e ancora NO!- urlo. Yaya indietreggia, e gli stivali le cadono da mano. Sheila sbuffa esasperata.
-Per l'amor del cielo, Abigail! Che ti costa indossare un paio di stivali?- chiede alzando la voce.
-Odio gli stivali! E le calze, e i leggins, e le minigonne, e tutta 'sta roba che vuoi farmi mettere!- continuo a gridare.
-Cosa c'è che non va nelle mini? E questo è anche un modello lungo- dice la dicissettenne mostrandomi la cortissima gonna che ha deciso di farmi indossare.
-E poi, le calze, i leggins, e gli "stupidi stivali" come li chiami tu...- dice articolando alcune parole facendo il cenno delle virgolette. -...sono delle alternative al far vedere a tutta l'isola le tue belle cosce. Anzi se proprio vuoi metterle in mostra per me non ci sono problemi...
-Assolutamente no!- sbotto interrompendola. La ragazza sbuffa ancora, stringendo la sua coda castana. Ha degli splendidi occhi neri, con delle pagliuzze argentee. Mi dispiace per quegli occhi, dato che se insisterà ancora a volermi vestire come una barbie, sarò costretta a cavarglieli. L'elfa Yaya si avvicina alla stilista, dopo aver raccolto gli stivali, e le chiede cosa fare con le calzature. Lei alza lo sguardo, incrociando il mio. Mi premuro di sganciargli la mia migliore occhiata omicida, il che la porta a sbuffare ancora, mentre dice alla creaturina di rimetterli a posto. Ghigno trionfante, mentre la mora si mete a scavare nel suo baule
portatile.
-Yaya, Lolly, Ninn, venite a darmi una mano- dice la ragazza richiamando i suoi elfi. I quattro si muniscono di aghi, filo, forbici, stoffe, tempere e pennelli. Io intanto gioco tirando piccole saette allo specchio, che rispedisce al mittente, che rispedisco al vero destinatario, senza fermarmi. Anzi quando vedo la macchia nera che ho lasciato sulla superficie riflettente, mi decido a fermarmi. Qualcuno mi tira qualcosa in testa. Sheila. Recupero i vestiti che mi ha lanciato.
-La gonna non posso proprio rimuoverla dall'out-fit che ho creato per te, ma credo che così ti piacerà.
Riconosco un tessuto familiare tra le mie mani. Jeans. Mi tolgo l'accappatoio di microfibra che ho tenuto fino a questo momento, e inizio a infilarmi il tutto. Una volta messo tutto, evito di guardarmi addosso. Mi limito ad allargare le braccia e fare una giravolta, dinanzi agli occhi estasiati della stilista e dei suoi aiutanti. La ragazza mi prende per le spalle e mi mette a sedere, su una sedia.
-E ora il trucco!- esclama raggiante.
-Ma di solito non si mette prima il trucco, poi i vestiti?- chiedo.
-Dettagli- risponde lei, il che mi assicura che è una ragazza dei miei tempi. Con movimenti fulminei e colpi di pennello, finisce in un baleno. Stavolta evita di ammirare la sua opera, e mi sposta di peso davanti allo specchio. Quasi non mi riconosco. Del mascara argentato e dell'ombretto grigio-blu mettono in risalto i miei occhi elettrici, mentre gli zigomi sono ricoperti da una leggera
spolverata di glitter azzurro. Indosso una canottiera e una minigonna azzurre, con motivi di fiamme blu oltremare. Sotto la gonna, dei pantaloni, talmente attillati da sembrare leggins, di colore blu elettrico, con un motivo di fulmini che si diramano dalle caviglie alle ginocchia. Il tutto di jeans, ma così liscio e lucido da sembrare pelle. Infine delle stupende All Star blu notte con i lacci cyan. "Cavoli quanto blu. CAVOLI CHE FIGATA ASSURDA!"
Sono letteralmente senza parole.
-Infine- dice la donna, prendendo tra le mani una ciocca di capelli dal mio ciuffo, e passandovi sopra una mini piastra arcobaleno.
-Un tocco di originalità.
Quando la ciocca torna al suo posto, assume un colore sfumato. Sopra blu notte, scendendo con ogni tonalità di blu, fino al cyan sulle punte. La guardo stupefatta. Lei sorride e dice:- Ora andiamo, ti porto dai tuoi compagni.

MEGAN
-Dei Holly! Sei uno schianto!- esclamo. Ed ho ragione. Mi a sorella indossa un vestito con uno stretto corpetto bianco, e un gonnellone viola a sbuffi. Ha dei tacchi a spillo e si aggrappa ovunque tentando di non cadere. È truccata con glitter, rossetto e ombretto dorati, con un filo di eyeliner. I capelli sono sciolti, e le ricadono vaporosi sulla fronte. Io sono truccata e vestita allo stesso modo, tranne che per la gonna che è rossa, ma lei è mille volte più bella. Per non parlare di Alice. Stesso abbigliamento, tranne che per la gonna arancio e il corpetto e le scarpe neri. Ha i boccoli racchiusi in un'elegante
crocchia alta, con un ricciolo che le ricade a destra del viso. Io invece ho dei pezzi di carta d'alluminio e spilloni in testa da una mezz'ora e mi sembro ridicola.
-Tesoruccio!- mi sento chiamare. Mi volto verso Mirko e Ko, gli stilisti della nostra squadra. Sono gemelli siamesi e hanno la mia età, e l'unica cosa che li distingue è la tinta dei capelli. Li raggiungo traballante sui trampoli che mi hanno infilato ai piedi. Mi mettono a sedere e iniziano e levare cartine e spilli, e a riempirmi di mousse a lunga tenuta.
-Ahi! State attenti!- sbotto dopo l'ennesima tirata di capelli involontaria dei due.
-Oh, perdonaci cara- risponde Mirko. Con gli occhi azzurri, i capelli verdi e i suoi modi gay, somiglia tanto ad una certa "Lamu-chan" che Hol nomina sempre.
-Tranquilla. Abbiamo finito e sei stupenda!- continua il fratello portandosi indietro il ciuffo di capelli biondi.
-Meggy, sei Kawaii!- esclama mia sorella.
-Non chiamarmi Meggy!
Sbuffo e mi dirigo verso lo specchio più vicino. Se avessi avuto della burrobirra in bocca, ora la starei sputando. I riccioli scompigliati hanno ceduto il posto a dei capelli lisci, che terminano con dei boccoli larghi, che mi arrivano tra le scapole. Un ciuffo mi copre un po' di fronte, andando a curvarsi appena sotto il mio occhio sinistro. Inizio a fare pose strane davanti allo specchio, facendo ridere tutti i presenti.
-Ecco, ora ci vorrebbe un selfie- dico allontanandomi dallo specchio.
-Da pubblicare su facebook, e scriverci sopra: "Guardate e ammirate la mia sexagine", con tanto di faccina 'doppia u'.
-Prego- Ko mi porge quella che dovrebbe essere la versione stra-avanzata dell'iPhone 5s. Non riesco a muovere un dito. Quante funzioni può avere una fotocamera? Non possono essere così tante.
-Facciamo una cosa- dico.
-Il selfie ce lo facciamo insieme, basta che fai tu la foto.
E ridiamo ancora.
-Okay, ma la foto la facciamo prima di farvi salire sul carro, che se non ci muoviamo arriviamo in ritardo- risponde il ragazzo mettendomi un braccio intorno alle spalle, mentre tutti ci avviamo verso l'uscita.

JANE
Sto seduta su una delle sedie nere della saletta in cui sono rimasta chiusa per una mezz'ora buona con James e Jake, da una mezz'ora buona aspettando Jake e James. Quando finalmente sento scricchiolare la porta, alzo lo sguardo su uno shadowhunter in versione elegante. I capelli sono rimasti scompigliati, ma la solita tenuta nera è stata sostituita da una sosia con ricami dorati decorativi. Indossa anche un mantello, d'oro come la sua chioma. È così... bello, ecco. Chissà com'è il padre, penso. Mi mordo un labbro e mi alzo di scatto.
-Allora, siete pron...?
Avevo dimenticato di indossare dei tacchi di dodici centimetri. Sto cadendo. Vengo afferrata in tempo dal cacciatore, e ora mi ritrovo tra le sue braccia .Mi sento arrossire mentre in testa mi frulla il nome di Jace. Il ragazzo mi rimette dritta, mantenendomi per le spalle.
-Tutto okay?- chiede.
Annuisco, e faccio il gesto di sistemarmi gli occhiali sul naso. Che sciocca. Non li porto da quando sono arrivata a scuola.
-Aaaagh!- sento gridare James, che intanto ci ha raggiunti.
-Cosa c'è?- sbuffa il biondo.
In tutta risposta il mago domanda: -Ma se gli shadowhunter si sposano in oro, e le sirenette in blu, voi vi state sposando?!
Faccio scivolare lo sguardo sul mio abitino di seta nera, che mi arriva a metà coscia, con i ricami azzurri, e sul velo azzurro che uso come scialle. E mi accorgo che, praticamente, mi sto aggrappando disperatamente al giovane Herondale, tentando di non cadere, e che lui mi stringe le braccia. Per poco non svengo. "Dei se mi vedesse Megan! Prima mi farebbe il terzo grado, poi renderebbe la mia vita dei campi della pena a furia di battutine all'Afrodite."
-Non essere ridicolo mago- dice pacatamente il figlio di Jace.
-Stava per cadere- spiega.
-Oh. Allora perché non abbracci me? Mi farebbe piuttosto piacere, almeno più a me che a quel ghiacciolo ambulante- continua Jam.
-Che ne dite di un braccio ciascuno?- propongo.
-Così almeno cammineremo in maniera decente.
Entrambi annuiscono con mia sorpresa, e si spartiscono i miei arti superiori. Jake a destra, James a sinistra, a farmi da angeli custodi. Beh, praticamente uno di loro lo è, ma dettagli.
-Aaaaaaww!- sento sospirare. Guardo la porta, ora spalancata. Sulla soglia ci sono Lyla e Amy, che si mordono il labbro inferiore, con le dita incastrate fra loro e le mani posate sul petto.
-Che carini che siete!- esclama la rossa, prendendo a braccetto la sua collega.
-Forza Golden Trio. Il vostro carro vi attende.- dice l'altra.
Stando al passo con i miei accompagnatori, le seguo all'esterno della sala, dove attraverso una botola (meglio non farsi domande), imbocchiamo un lungo tunnel buio.
-Anche se io preferisco l'argento all'oro- bofonchio a mezza voce sperando di non essere sentita.


Tantantaaaaan! Eccomi di nuovo con un papirone di capitolo. XD Ho dovuto farlo lunghissimo, e credo che i prossimi capitoli saranno altrettanto lunghi. E ora un annuncio importante, per il quale vi trasformerete in tanti mini-Tobias e mini-Clove (preparate i coltelli, io intanto mi procuro uno scudo d’adamas). A quanto pare la cara zia Jo, il nostro amato zio Rick, la tanto adorata Suzanne, la dea del sadismo Roth, e Cassadic, mi hanno trasmesso il virus del troll-scrittore sadico (sto anche scrivendo col portatile sorseggiando taniche di caffè), quindi… *scappa in Messico*
Aspettatevene di tutti i colori
Un bacione                                                         Jane.

   
 
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