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Autore: TheSlayer    02/09/2014    8 recensioni
Mary Jane Watson ha un nome che la rende il bersaglio di battutacce da parte di tutte le persone che conosce. E la gente non sa nemmeno il vero motivo per cui si chiama così (fortunatamente, perché le battute orribili potrebbero solo peggiorare). Frequenta la Washington University a St. Louis, nel Missouri, e ha una cotta enorme per il suo professore di Scrittura Creativa: Harry Styles.
E se anche il professore mostrasse un interesse particolare nei suoi confronti? Oppure Mary si sta immaginando tutto?
***
Dalla storia:
"Che vita difficile. Avevo un professore che, nella migliore delle ipotesi, era un idiota e non si rendeva conto dell'effetto che faceva sulla gente. E, nella peggiore, era un maledetto diavolo tentatore e faceva apposta a torturarmi in quel modo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6 – The Match
 
Quel venerdì trascinai tutte le mie amiche alla partita di Jasper – perché non sarei mai rimasta seduta sugli spalti per tutto quel tempo, da sola, a seguire uno sport di cui non sapevo assolutamente nulla – e cercai di vestirmi in modo carino.
Il match fu abbastanza noioso – almeno per me, Laurel passò tutto il tempo ad esultare e a urlare contro i giocatori che, secondo lei, stavano facendo qualcosa di sbagliato – e mi ritrovai a fissare lo schermo del mio cellulare per la maggior parte del tempo. E sì, dovevo ammetterlo: avevo giocato a qualche partita di Flappy Bird. Più di qualche, ero anche riuscita a superare il mio record e fare ben ventiquattro punti.
“Era fuorigioco, te lo dico io!” Sbraitò Laurel. Valentina, che era seduta di fianco a lei, la guardò con aria leggermente spaventata e scosse la testa.
“Okay, va bene.” Rispose sulla difensiva.
“Non sapevo che Laurel fosse un’appassionata di calcio.” Disse Rae. Carmen, che come me aveva passato tutto il tempo a scrivere sul suo telefono, alzò lo sguardo verso di noi e annuì.
“Appassionata? Fanatica.” Commentò ridendo.
“Ah, voi scrittori e la vostra fissazione con le parole.” La prese in giro Rae, scoppiando a ridere.
“Non lo sapevo nemmeno io, comunque.” Risposi, imprecando quando l’uccellino di Flappy Bird andò a schiantarsi contro una delle colonne.
“Oh, guardate chi c’è!” Disse improvvisamente Carmen, spostando lo sguardo qualche fila più in giù.
“Chi?” Domandò Val, felice di avere finalmente la scusa per abbandonare l’animata discussione con Laurel.
“Gruppo di professori fighi a ore due.” Borbottò Carmen, indicando con la testa tre uomini che stavano camminando tre file più in giù.
“No!” Esclamò Laurel. Guardai immediatamente il campo, convinta che qualche giocatore avesse segnato per la sua stessa squadra. Invece lei stava guardando il gruppo di professori che aveva appena indicato Carmen con gli occhi sgranati.
“Tomlinson, Malik e Styles.” Disse la ragazza.
“Oh, no.” Mi lasciai sfuggire. Poi sperai che nessuno se ne fosse accorto.
“Mi spiegate come fa ad essere un insegnante Malik? Dovrebbe fare il modello. Di nudo, però.” Esclamò Rae, ridendo.
“Tu stai zitta, che sei impegnata. Lascialo a noi povere single.” La rimbeccò Val, passandosi la lingua sul labbro inferiore.
Poi, prima che potessi fare qualsiasi cosa per impedirlo, Carmen cominciò a urlare per attirare la loro attenzione.
“Professor Styles! Professore! Proooof!” Iniziò anche a saltellare e a sventolare le braccia, finché lui si accorse di lei e sorrise. Io mi voltai immediatamente e smisi di guardare.
Fai che non stia venendo da questa parte. Fai che non stia venendo da questa parte. Fai che non stia venendo da questa…
“Carmen, Mary Jane!” Dannazione. Mi obbligai a voltarmi e lo salutai con un sorriso. Nel frattempo anche Tomlinson e Malik ci avevano raggiunte, probabilmente perché avevano seguito Styles.
“Signorina Carter, signorina Hamilton.” Disse l’insegnante di Teatro riferendosi a Laurel e Valentina. “Mi fa piacere vedere che sprecate il vostro tempo alle partite, invece di studiare.”
Vidi la mia migliore amica cambiare espressione in mezzo secondo.
“Dai Louis, è venerdì sera! Non essere così duro con loro.” Intervenne Malik. Poi salutò le sue studentesse, ovvero Laurel e Rae. “Signorina Carter, signorina Jackson.”
“Beh, Zayn, non è colpa mia se tu sei troppo docile con loro.” Disse Tomlinson. “E comunque non ho ancora capito questa tua cosa di chiamare gli studenti per nome, Harold.” Aggiunse rivolgendosi al professor Styles. Lui sorrise e si strinse nelle spalle.
“Crea un’atmosfera più tranquilla a lezione.” Spiegò lui.
“Ugh, si vede che sei nuovo. Prima o poi capirai che sono tutti uguali gli studenti. Un branco di terroristi.”
“Magari preferiremmo un approccio come quello del professor Styles e non il clima di paura costante che crea lei.” Ribatté Laurel. Ci girammo tutte a fissarla come se avesse appena calpestato la coda a un gatto.
“Pronte per la lezione di martedì?” Intervenne immediatamente Styles, cercando di salvare la situazione. Ero sicura che comunque Laurel avrebbe pagato durante il corso di Teatro per quella orribile frase.
“Prontissime!” Esclamò Carmen. “Soprattutto Mary Jane. Non fa altro che parlare del corso e di lei, professore!”
Mi voltai verso la mia amica e le lanciai un’occhiataccia. Cosa stava dicendo? Cosa stava succedendo? Quando, esattamente, avevo perso il controllo della situazione? Okay, non l’avevo mai avuto.
Styles mi studiò per qualche secondo da dietro gli occhiali e poi sorrise.
“Ah sì?” Domandò.
Ti odio, Carmen. Ti odio così tanto che potrei buttarti già dagli spalti e in mezzo al campo. E spero anche che i giocatori ti investano e ti calcino, scambiandoti per il pallone.
“Beh sì, scrivere è la mia passione e lei è un bravo insegnante.” Dissi. Ero entrata in panico, non capivo più nulla. Non sapevo nemmeno cosa stavo dicendo e non avevo idea di come fare a formulare frasi sensate. Sapevo solo di essere profondamente arrabbiata con Carmen per quell’imboscata.
“Ma davvero?” Domandò Tomlinson con ironia. Vidi Malik tirargli una gomitata nello stomaco.
“Sono contento che le mie lezioni vi piacciano.” Rispose Styles con diplomazia, includendo anche Carmen nel discorso. La mia cotta per lui, se possibile, aumentò ulteriormente.
“Bene, se questo gioioso e imbarazzante ritrovo è finito, possiamo andare a cercare quell’irlandese inutile e farci offrire una pinta per la vittoria della squadra!” Esclamò Tomlinson, girandosi su se stesso e cominciando a camminare verso l’uscita.
Guardai Laurel con la coda dell’occhio. Era furiosa. Sapevo che avrebbe cercato di ucciderlo prima della fine del corso.
“Ci vediamo martedì, ragazze.” Ci salutò educatamente Styles prima di seguire il suo collega. Anche Malik ci rivolse un cenno del capo e un sorriso – che fece quasi svenire Rae e Valentina – e si allontanò.
“Io ti uccido.” Dichiarai quando i professori si trovarono fuori portata d’orecchie.
Carmen mi fissò con stupore.
“Mary, ti ho fatto un favore!” Esclamò lei.
“No, non mi hai fatto un favore. Mi hai umiliata davanti a… tutti!” Risposi. “Davanti a loro,” – indicai le nostre amiche – “e, soprattutto, davanti agli altri insegnanti!”
“Mary, ma io pensavo che…”
“No, tu non pensavi e basta, Carmen.” La interruppi. “Vado a cercare Jasper.” Aggiunsi poi, lasciando la mia amica e andando verso gli spogliatoi della squadra.
 
Aspettai Jasper fuori dalla porta e lui sorrise quando mi vide. Mi abbracciò e mi diede un bacio sulle labbra.
“Sei venuta davvero!” Esclamò.
“Pensavi che stessi scherzando?” Domandai.
“Beh, con te non si sa mai.” Replicò lui. “Insomma, dopo che abbiamo… beh, lo sai. Ci siamo scambiati solo un paio di messaggi. Non ero sicuro che volessi vedermi ancora.”
“Ma smettila.” Dissi. “Certo che volevo rivederti!” Esclamai e lo presi a braccetto. “Allora, andiamo a festeggiare la vittoria?”
“Non mi dici che sono stato bravissimo, prima?”
Lo guardai e scoppiai a ridere.
“Beh, credo che tu lo sia stato. Ma non ne sono del tutto certa, perché non so le regole del gioco. Ho fatto già fatica a distinguere i giocatori della nostra squadra e gli avversari.” Ammisi e arrossii leggermente.
“Non importa, se vorrai ti spiegherò tutto.” Disse lui, abbassandosi leggermente per darmi un bacio sulle labbra.
“Volentieri, così magari capirò qualcosa in più alla prossima partita.”
“Oh, perché hai intenzione di assistere ad altre partite?” Mi domandò lui.
“Solo se ti comporterai bene con me.”
“Allora comincio con il dirti che sei bellissima questa sera.”
“Ruffiano.”
“Ma è la verità!” Esclamò lui. Scoppiai a ridere e lo seguii verso il pub del campus.
Vidi l’allenatore Horan uscire dagli spogliatoi con Malik, Tomlinson e Styles e cercai di camminare più velocemente. “Aspetta, voglio salutare il Coach.” Aggiunse Jasper, trascinandomi verso i professori.
Dovevo seriamente avere la sfortuna più grande di tutto il Missouri.
“Olinsky, complimenti per la partita di questa sera! Se avere una ragazza ti rende così allegro e attivo, direi che devi fare di tutto per non fartela scappare!” Esclamò Horan con un sorriso.
Cercai di ridacchiare, anche se in realtà avrei voluto nascondermi. Non per altro, perché se l’allenatore avesse fatto quella battuta quando eravamo da soli avrei anche riso di gusto… ma il professor Styles mi stava fissando ed io ero imbarazzatissima.
“Tu… tu sei l’appassionata di scrittura, vero? Quella che ho incontrato poco fa?” Mi domandò Tomlinson improvvisamente. Non avevo idea di come Laurel riuscisse a rimanere nel suo corso, perché quegli occhi azzurri mi terrorizzavano.
“Sì.” Risposi con incertezza. Avrei tanto voluto non essere io.
“Bene, allora dì alla tua amica che la prossima volta che si permetterà di nuovo di dire una cosa del genere, potrà anche evitare di tornare nella mia classe.” Concluse il professore. Deglutii e annuii senza dire una parola.
“Non aveva tutti i torti, però, Louis.” Disse Zayn. “Ho visto una delle tue lezioni e tu crei seriamente un clima di terrore costante.”
“Zayn, vuoi tornare a casa a piedi questa sera? No? Bene, allora chiudi quella boccaccia e cammina verso il pub.”
Pub? Stavano andando anche loro dove avremmo dovuto andare Jasper ed io? No. No, no, no, no.
“Mary Jane?” Styles fece un passo in avanti e chiamò il mio nome. “So che è venerdì sera, ti stai divertendo e probabilmente non hai la minima voglia di pensare all’università, ma mi è venuta in mente una cosa da dirti sul tema che ti ho assegnato. Ti dispiace?” Mi domandò. Il mio cuore cominciò a battere più velocemente e lo sentii rimbombare nelle orecchie.
Guardai Jasper, che annuì con un sorriso.
“Vai pure, tanto io devo parlare un secondo al Coach. Devo dirgli una mia idea sulla prossima partita.” Disse.
“Okay, allora noi due cominciamo ad andare al pub, perché non ho proprio voglia di invecchiare qui.” Commentò Tomlinson. Il professor Malik mi rivolse un sorriso a mo’ di scusa e cominciò a seguire il suo amico.
Io, invece, mi allontanai da Jasper e Horan e seguii Styles qualche metro più in là.
“Mi dica pure.” Dissi. L’idea di rimanere da sola con il professore non mi dispiaceva. Anzi. Contro la mia volontà la mia mente cominciò a immaginarsi vari scenari e quasi tutti finivano con me pressata contro la parete degli spogliatoi e Styles che…
“Non dovevo dirti nulla sul compito, in realtà.” Confessò lui con un sorrisetto, interrompendo la mia mente un po’ perversa.
Oh. E quindi perché aveva voluto che mi spostassi da Jasper? Perché aveva voluto vedermi da sola? Cominciai ad entrare nel panico. Improvvisamente tutto quello che avevo immaginato iniziò a sembrare più possibile.
“Ehm… okay.” Mi costrinsi a rispondere. Non ricordavo quasi più come fare a parlare.
“Okay, probabilmente non è stata una buona idea.” Mormorò tra sé. “Volevo solo dirti che mi dispiace per quello che è successo sugli spalti. La tua amica non aveva il diritto di dire quelle cose davanti a me. E Louis – cioè, il professor Tomlinson – è stato maleducato a fare quel commento ironico. Mi dispiace.”
Sgranai leggermente gli occhi. Il professor Styles si stava scusando con me per qualcosa che non aveva fatto lui?
“Non importa.” Dissi, abbassando lo sguardo sulle punte delle mie scarpe. “Grazie, comunque.” Aggiunsi quasi in un sussurro.
Quella situazione non mi piaceva. Cioè, sì, mi piaceva anche troppo. Era bello avere tutta l’attenzione di Styles. Adoravo il suo sguardo su di me. Mi piaceva l’espressione dei suoi occhi. Amavo la curva del suo sorriso. In poche parole: dovevo smetterla.
“Di niente, figurati.” Rispose lui. “Adesso ti lascio tornare dal tuo amico.” Aggiunse. Ero paranoica io, oppure aveva enfatizzato la parola ‘amico’?
“D’accordo, grazie.” Dissi.
“Ci vediamo martedì, Mary Jane.”
“A martedì, professore. Grazie ancora.”
Mi costrinsi a tornare da Jasper e a distogliere lo sguardo da tanta bellezza e, dopo aver salutato l’allenatore Horan, seguii il ragazzo al pub, dove ritrovai anche il resto delle mie amiche, che erano al tavolo con Zach, il ragazzo di Rae, e…
“Liam?” Sibilai a bassa voce a Laurel quando trovai un posto dove sedermi. Lei sorrise e basta e annuì. Forse le stelle e i pianeti si stavano allineando in suo favore.
 
***
 
“Certo che quel professor Styles è strano.” Mormorò Jasper quella sera. Eravamo abbracciati, nel suo letto, ed ero entrata in un piacevole stato di dormiveglia post-sesso. Dopo quella frase, però, mi svegliai completamente.
Mi rifiutavo categoricamente di parlare proprio di lui in quel momento. O almeno, avrei voluto rifiutarmi, ma non riuscii ad obbligarmi a cambiare argomento. Maledetto Harry Styles e il giorno in cui aveva deciso di insegnare alla mia università e di farmi ossessionare da lui. Era come se passassi il novanta percento del mio tempo a pensare a lui e il restante dieci a parlarne.
“Perché?” Domandai, spostandomi sul fianco e appoggiando la testa alla spalla di Jasper.
“Non lo so, è solo una sensazione.” Disse. “Tratta gli studenti come se fossero suoi amici.” Aggiunse.
“Credo che lo faccia perché è giovane.” Risposi, prestando la massima attenzione a ogni parola. “E poi ha una sorella più o meno della mia età che vive nel mio dormitorio. Probabilmente è abituato a parlare con lei, ecco perché ci tratta tutti così.” Aggiunsi.
Certo, come avevo fatto a non pensarci prima? Il professore aveva nominato una sorella la sera in cui l’avevo trovato nel corridoio del mio dormitorio. Probabilmente – anzi no, sicuramente – era per quello che si preoccupava così tanto per me (tanto da sentirsi in dovere di scusarsi per il comportamento di Carmen e Tomlinson dopo la partita). Improvvisamente tutto mi fu molto più chiaro.
Certo, mi sarebbe davvero piaciuto sapere che era attratto da me, ma il fatto che rivedesse in me sua sorella era molto più plausibile. Insomma, era un insegnante. Non poteva davvero comportarsi in modo così inappropriato con gli studenti.
“Beh sì, in effetti…” Mormorò Jasper con voce stanca. Faceva fatica a tenere gli occhi aperti, lo vedevo. Infatti poco meno di cinque minuti dopo si addormentò profondamente al mio fianco ed io cercai di non svegliarlo, mi rivestii e tornai nel mio dormitorio.
Non era ancora arrivato il momento di rimanere a dormire da lui. E poi non avevo la minima intenzione di percorrere il corridoio della casa di una confraternita al mattino, con i vestiti della sera precedente. Volevo evitare qualsiasi tipo di battutaccia da parte dei suoi compagni.
 
***
 
Laurel stava dormendo profondamente, così mi nascosi sotto le coperte, accesi il mio portatile e srotolai il bigliettino del professor Styles. Avevo bisogno di fare qualcosa, di liberare la mente. Volevo scrivere e il tema che mi aveva assegnato mi sembrava un modo per essere più vicina a lui.
Ignorai l’ondata di colpevolezza che cercò di impossessarsi di me. Okay, ero appena stata a letto con Jasper, ma non lo stavo usando. A me piaceva davvero Jasper. Il fatto che avessi una cotta per il mio professore non voleva dire niente, anche perché non avrei mai e poi mai potuto fare nulla con Styles. Quindi non stavo facendo niente di sbagliato.
 
“Mary Jane Watson.”
 
Girai il foglietto più volte, chiedendomi per quale motivo il professore avesse solo scritto il mio nome. Che cosa voleva che scrivessi nel mio tema? Che emozione sperava di suscitare in me, scrivendo il mio nome?
 
Confusione. Dopo svariati minuti decisi di iniziare con questa parola, perché avevo capito il suo gioco. Voleva che parlassi di me. Voleva che gli raccontassi tutto sui miei sentimenti, sulle mie emozioni.
E decisi di stare al gioco, parlando delle cose più importanti della mia vita, quelle che mi facevano provare qualcosa. Citai la mia famiglia (a cui volevo bene, ma che a volte non sopportavo), i miei sogni (che mi facevano battere il cuore alla velocità della luce), i miei amici e decisi di scendere più in profondità e di parlare del mio rapporto con l’amore. Scrissi che ero innamorata dell’amore, ma, effettivamente, non ero mai stata innamorata di qualcuno, perché passavo troppo poco tempo in qualsiasi posto per permettermi di lasciarmi andare del tutto. E innamorarmi, provare quei sentimenti così forti in grado di rendere felice una persona, di farla camminare sulle nuvole, di farle credere di essere invincibile era una delle cose che volevo più al mondo.
 
Ormai erano le tre del mattino e gli occhi cominciavano a bruciarmi, così decisi che il mio tema era finito e che l’avrei riletto il giorno successivo e spensi il computer.
Dall’altra parte della stanza sentivo il respiro regolare di Laurel e sorrisi nella sua direzione. Poi mi sistemai sotto le coperte e cercai di ignorare tutti i pensieri che si accumularono immediatamente nella mia testa.
Jasper, quello che stava nascendo tra di noi, il mio tema – così personale, più del solito – e, soprattutto, il professor Styles. Passai in rassegna tutti i nostri momenti insieme e cercai di convincermi ancora di più che sì, mi vedeva come una sorellina, come qualcuno da proteggere e da guidare durante il primo periodo all’università.
Mi addormentai pensando al colloquio del martedì successivo. Avevo paura di quello che mi avrebbe detto sul tema che avevo scritto, ma non vedevo l’ora di vederlo, di memorizzare ogni piccolo dettaglio del suo viso e custodirlo gelosamente nella mia testa.

 


Ecco finalmente il nuovo capitolo!
Visto che sono già in ritardo non perdo altro tempo a scrivere nello spazio autrice e spero solo che vi piaccia! Martedì prossimo la storia prenderà una piega pericolosa e il nuovo capitolo si chiamerà "Dangerous".
Cosa succederà?
Grazie a tutte le persone che sono arrivate a leggere fin qui! Spero davvero che la storia vi piaccia! Vi auguro una buona serata e vi mando un bacione!
Alla prossima ;)

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