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Autore: eleanor89    23/09/2008    3 recensioni
Quanto fa male, quando ti rendi conto che un amicizia in cui credevi, era solo apparenza?
Quanto fa male credere in un fantasma?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In realtà era uno sfogo, ma pensando a questa giornata l'ho un po' modificata, visto che stavo a metà quando ho pensato di renderla ShikaIno. La pubblico oggi, il giorno del compleanno di Ino, perché è più incentrata su di lei, anche se non tratta del suo compleanno.


 

Fantasmi che ritornano.

 



Quanto fa male, quando ti rendi conto che un amicizia in cui credevi, era solo apparenza?

Quanto fa male credere in un fantasma?

 


 

Sakura svuotò la bottiglia d'acqua con un ultimo sorso, rischiando di versarsela addosso. La gettò poi a terra e concentrò la propria attenzione su Ino, che giocherellava con il coprifronte di Choji mentre quest'ultimo infilava la maglietta stando attento a non sfiorare la benda sul braccio più del dovuto.

«Ci voleva proprio...» mormorò la ragazza, attirando su di se finalmente lo sguardo della bionda.

«L'avrei curato io, ma ho terminato il chakra.» si giustificò.

«Oh, non importa. Va bene. E poi mi hai offerto l'acqua che ti era rimasta, consideriamoci pari. Shikamaru, tu, tutto apposto?»

Il ragazzo annuì, spostando lo sguardo su Rock Lee. «Lui meno.»

«Posso farcela.» esclamò quello, muovendo il braccio colpito con aria decisa. «E' un graffio da nulla.»

«Ma voi vi siete distratti! Perché?» domandò Naruto a Kiba, aiutandolo a rialzarsi.

Scese il silenzio.

Poi:

«Una lite.» rispose Ino, indicando con un cenno della testa Neji ed Hinata in lontananza. «E la nostra vedetta ha dato forfait come... vedetta.»

«Tenten? E Neji?» chiese sbalordita Sakura.

«No. Tenten ed Hinata.» spiegò con calma Kiba, sebbene avesse stretto tanto la giacca di Naruto da rischiare di strapparla.

«Il matrimonio...» comprese Sakura. «Si, il clan Hyuga vuole terminare questa storia della divisione del clan che ha sempre dato problemi... Peccato, Hinata e Tenten erano amiche. Però posso capire che Hinata si sente a disagio...»

«Già... puoi sicuramente capire una che manda al diavolo un amica per un ragazzo. Sicuramente.»

Gli occhi di Naruto, Shikamaru e Choji sfrecciarono tra l'una e l'altra, mentre il resto della comitiva guardava da un'altra parte.

Sakura strinse le labbra fino a farle sparire, ferita. Poi ravviò i capelli sporchi di sangue e terra e scosse la testa.

«E' diverso, è diverso quando-»

«Certo. E' sempre diverso, non trovi?» la interruppe Ino, con un sorriso amaro. Diede una leggera spinta con le anche per allontanarsi dal tronco su cui si poggiava e avvicinò il coprifronte a Choji. «Quindi ora puoi anche tornartene in quello che hai guadagnato abbandonandomi quando avevo bisogno di te. Torna pure dal suo Sasu... oh, aspetta. Non ce l'hai.» concluse perfidamente, frustando l'aria con un colpo di coda mentre si voltava di scatto e sparendo tra gli alberi.

Sakura afferrò di scatto un kunai e poi si bloccò. Alzò gli occhi al cielo mentre lo piantava a terra con un colpo, e si voltò per andare a raggiungere Hinata, che di certo non avrebbe rivisto Ino tanto presto, affondando le mani tra i capelli per tenerle al sicuro.

 


 

Tenten si guardò intorno con crescente preoccupazione. Oltre a Neji che non le rivolgeva la parola, e a cui lei non la rivolgeva da giorni quindi erano pari, anche tutti gli altri si tenevano bene a distanza. Ed oltre al team di Hinata, anche quello di Naruto aveva preso un sentiero diverso, anche se ormai mancava pochissimo a Konoha.

«Ino... cos'è successo quando non c'ero?» azzardò.

«Niente di che... mi sono umiliata un po'. Tutto nella regola.» rispose lei.

Tenten abbassò gli occhi a terra. «Mi dispiace per essermi lanciata in quella specie di attacco ad Hinata... è che vederla tenere sempre lo sguardo altrove mi dava sui nervi... Almeno così per una volta si è arrabbiata.» si giustificò, più confusa sul finale.

Ino la guardò sorpresa. «Non fa niente, posso capirti. E non è certo per causa tua che è successo il casino con Sakura.»

«Con Sakura? Che hai fatto con Sakura?» ripeté sconvolta, attirando l'attenzione mai del tutto altrove dei componenti del team 10.

Ino alzò lo sguardo al cielo.

«Solo...» cominciò con aria persa, «... mi sono solo fatta male di nuovo.»

Tenten comprese all'istante, reduce dal suo “farsi male”, e tacque.

 


 

Ino poggiava la saliera sul tavolo, quando il primo sasso colpì la finestra, graffiando il vetro. Choji e Shikamaru sobbalzarono sulle loro sedie, mentre lei allarmata andava alla finestra accanto, ed un altro sasso colpiva ancora la finestra. Ino borbottò un'imprecazione andando alla porta di corsa.

«Che cazzo stai facendo?» sbottò furibonda.

«Voglio sapere cosa ti è preso così all'improvviso giorni fa!» le urlò Sakura lanciando una pietra accanto a lei e colpendo quasi Choji appena apparso alla porta con dietro Shikamaru.

«Cosa?» gridò esasperata, «Dopo quattro giorni vieni a casa mia, a tirare pietre, perché non ti va giù che litighiamo? E poi lo hai sempre saputo che sono isterica, quindi se vuoi essermi amica sono fatti tuoi! E poi tu non sei mia amica, non lo sei mai stata!»

«Come sarebbe a dire non lo sono mai stata? Abbiamo chiuso anni fa, ma mi sembrava che ora stessimo... costruendo qualcosa!» insistette Sakura.

«Costruendo qualcosa? Chiuso anni fa?» le fece eco Ino, incredula. Si poggiò ad un vaso e rise istericamente. «Noi non possiamo costruire niente, Sakura. Mi hai lasciata sola. Dopo che avevo litigato con tutte per difenderti, dopo che ti avevo portato a casa mia, dopo che ti avevo raccontato tutti i miei segreti. Sola.»

«Eravamo bambine!» protestò Sakura, «Eravamo bambine, ed ho sofferto abbastanza!»

«Hai sofferto per i tuoi errori, per altri errori! Non per quello!» abbassò il tono della voce: «E io non voglio avere nulla a che fare di te, non mi fido di te...»

Sakura sentì gli occhi bruciare e si maledisse per quella sua debolezza.

«Tanto per la cronaca... mi perdonerai mai?» si costrinse a chiedere fingendosi indifferente, senza riuscirci.

«Mai... mai.» rispose Ino senza esitazioni.

Sakura chiuse gli occhi, per poi riaprirli su di lei che stava dandole già le spalle.

«Per un ragazzo...» mormorò.

«Non per un ragazzo...» la contraddisse lentamente Ino. «Quello è stato il motivo per cui tu mi hai abbandonata del tutto. Il pretesto. Io ti ho dato tutto di me. La mia fiducia, il mio cuore, la mia felicità, la mia tristezza. Ho condiviso tutto. Io ci credevo, ci credevo veramente. E quanto è bastato a buttare tutto all'aria? Per cosa, gelosia? O era un pretesto come dicevo? Dovevi farcela da sola? Un mucchio di cazzate. Sei stata egoista, e stupida. Errare è umano, perdonare è divino. Ma sono umana anche io, e posso solo sbagliare a mia volta. Anche se sono sicura che questo non sarà un errore: non ti perdonerò mai per avermi portato via la nostra amicizia e la mia fiducia negli altri. Mai. Neanche da morta.»

Piangevano entrambe. Sakura sentiva le lacrime scorrerle per le guance, mentre la guardava. Ino invece non aveva permesso loro di cadere, e queste erano rimaste sui suoi occhi, per farli brillare ancora di più.

«Mi dispiace...» sussurrò Sakura.

«Mai quanto a me... e non abbiamo chiuso anni fa. Tu non hai neppure cominciato. Ed io non saprò cominciare mai più.» ribatté lapidaria, voltandosi per l'ultima volta verso l'entrata di casa.

Choji e Shikamaru si spostarono indietro per farla passare, testa alta e guance ancora asciutte. Choji si affacciò un'ultima volta per vedere la chioma rosa di Sakura sparire oltre il muro.

Poco dopo si udì il rumore di quella che sembrava una sedia cadere a terra, di sopra.

Choji e Shikamaru evitarono di guardarsi salendo le scale, e mentre andava a tavola e metteva apposto i piatti ancora puliti, l'Akimichi disse piano:

«Tu sei quello più bravo a parole.»

Shikamaru non rispose, e si voltò verso la camera di Ino. Aprì piano la porta chiusa solo per metà, ed evitò la sedia a terra, insieme a qualche foglio di carta e dei trucchi rotti.

Ino era distesa sopra il letto ancora fatto, con un braccio stretto attorno al cuscino colorato che teneva sulla vita e l'altro che teneva un fazzoletto accanto al volto, fisso verso la finestra.

Capì che aveva messo a soqquadro tutto solo per avere quei fazzoletti, probabilmente per cancellare le lacrime appena avesse iniziato a piangere.

«Ino...» chiamò sedendosi sul letto, e facendo ondeggiare il materasso.

«Io ci credevo.» sussurrò la ragazza, chiudendo gli occhi e lasciando sfuggire qualche lacrima, subito raccolta dal fazzoletto.

«Lo so.»

«Ne ha approfittato. Anche se ora non vuole riconoscerlo.» continuò.

«Lo so.» ripeté Shikamaru.

«Se non sono più com'ero con le altre persone, è a causa sua.» aggiunse, aprendo gli occhi e spostandoli su di lui, che aveva ben conosciuto il suo lato despota e per nulla disponibile.

«Lo so.» ripeté per la terza volta, serio.

«E allora perché vorrei solo che avesse continuato a fingere?» domandò con voce fioca, cominciando a piangere.

Shikamaru sospirò, non sapendo cosa fare. Non era abituato a vedere Ino in quel modo, senza contare che con lui non si apriva mai. Ma poteva comprenderne la solitudine.

Non aveva mai visto Ino con altre ragazze.

«Ti puoi fidare di me e Choji. Non ci siamo mai traditi a vicenda e non inizieremo con te.» azzardò, tastando il terreno.

Ino pianse in silenzio ancora per poco, poi gettò fuori l'aria che tratteneva in un sospiro a metà tra la risata e lo sbuffare.

«Cosa c'è?» domandò Shikamaru inarcando un sopracciglio.

«Mi fido già di voi... e ti ringrazio per l'offerta d'amicizia...»

«Ma...» la incoraggiò.

«Ma... niente cancellerà il vuoto che ha lasciato anni fa. Come mi sentivo... credevo di esserci passata sopra, sai? E poi invece ho capito che non potevo, perché è parte di lei quello che ha fatto, e non posso cambiarla come non posso cambiare me... e sento ancora quella rabbia... non l'ho sfogata, volevo far finta di nulla, volevo crederci un altro po', ma non posso. Più la nascondo e più cresce, ora lo so.»

Shikamaru si guardò attorno.

«Chi sei?» chiese infine.

Ino ridacchiò, lasciando scivolare ancora qualche lacrima.

«Credo... una Ino un po' malconcia che presto si tirerà su... perché non è scema e sa che amici veri ce ne sono ancora la' fuori.» rispose infine, guardandolo di nuovo.

Shikamaru sorrise, dentro di sé addolcito da quelle parole.

«E' lei che ci ha perso e lo sa...» disse, osservandola annuire mestamente, «E poi...» aggiunse, «... mi sembra che tu e Tenten stiate iniziando ad andare d'accordo.»

«Ci lecchiamo le ferite a vicenda...» lo corresse stancamente.

Shikamaru alzò gli occhi al soffitto.

«E' erotico quello che dici-ahia!» sussultò, prendendo un calcio da Ino che aveva disteso la gamba di scatto.

«Porco.»

«Ma sorridi.» le fece notare.

Ino ghignò. «Perché Tenten è sexy.»

«Oh...» fece lui, cominciando a ghignare a sua volta. «Comunque, scherzi a parte, tanto vale che provi a diventare sua amica.»

«Così poi ci piacerà lo stesso ragazzo, di nuovo, ed io verrò scaricata, di nuovo.» elencò ironica.

«Nah... una volta è abbastanza anche per una sfortunata come te.» negò lui. Poi si alzò in piedi. «Choji stava mettendo a posto i piatti, così non devi stare a pulire dopo. E poi avrà spazzolato tutto quello che ha trovato a tavola... tu vuoi qualcosa da mangiare?»

Quell'improvvisa dolcezza nei modi di fare di Shikamaru colpì il cuore di Ino già privo di protezioni, e la ragazza si ritrovò a cercare di inghiottire il groppo che le era salito alla gola.

«E tu non mangi?»

«No... mi è passata la fame.» ammise Shikamaru, studiandola in volto.

Ino annuì lentamente, chiedendosi da quanto tempo fosse così gentile con lei, senza che lei se ne accorgesse, troppo impegnata a crearsi muri attorno e a tenersi impegnata.

«Anche a me... ora che farai?» domandò, pregando con tutte le sue forze che le arrivasse la forza di chiedergli di restare.

«Beh pensavo di andare con Choji, a casa. Ti serve qualcosa?»

Ino attese qualche secondo, prima di prendere coraggio.

«In quel cassetto c'è una scatola di fazzoletti. Passameli.»

Shikamaru sospirò, alzando gli occhi al soffitto ancora una volta, prima di andare a grandi passi verso il comò. «Non ti metterai a piangere tutta la notte, spero.»

«Quello è il piano. E guardare qualche film deprimente mangiando... niente, altrimenti ingrasso. E autocommiserarmi. Molto. Domattina sarò bella che nuova... più nuova che bella, avrò le occhiaie.»

«Saresti bella lo stesso conoscendoti...» sbuffò il ragazzo lanciandole il pacco di fazzoletti. Non era un complimento intenzionale, ma Ino arrossì comunque. Le sfuggì un sorriso, pensando che non si sarebbe mai accorto di averle fatto un complimento, e senza preavviso la malinconia si impadronì di lei.

«... allora mi porti del gelato? Così mi ingrasso anche.» gli disse con la voce impastata di lacrime ed un sorriso in viso che le era sorto spontaneo alle sue stesse parole.

Shikamaru lasciò cadere le spalle che teneva dritte e andò a sedersi nuovamente sul materasso, stavolta accanto alle sue gambe. Le poggiò una mano sui capelli in una carezza impacciata.

«Non te lo porto, poi domani te la prendi con me perché ti ho assecondato... e non puoi passare la notte a piangere.»

«Resti con me?» chiese di getto la ragazza.

Shikamaru tacque. Poteva rivelarsi un errore, un grosso errore.

Ma Ino stava piangendo.

«Certo. Lo dico a Choji.»

«Si, dillo a lui.» confermò Ino incerta, rendendosi conto di averlo chiesto davvero.

Shikamaru, un po' sbalestrato, si diresse in cucina, dove Choji stava seduto a tavola da solo e sgranocchiava un panino.

«Beh?» domandò a bassa voce.

«Io resto qui stanotte, comunque sta meglio.» dichiarò Shikamaru, infilando le mani in tasca.

Choji sgranò gli occhi e lasciò andare il panino.

«Come resti qui?» sibilò per non farsi sentire, sconvolto. «E i genitori?»

«Ma che ne so! Il padre mi ucciderà di sicuro... però devo restare.»

Choji riconobbe lo sguardo dell'amico, che sapeva essere calmo in molti modi. Questa volta era calmo perché ormai deciso e nulla poteva cambiarlo.

«Vai.» disse semplicemente, ed andò alle scale.

Shikamaru tornò invece in camera di Ino, che intanto gli aveva fatto spazio spingendosi al bordo del letto, e sgranò gli occhi capendo che lo voleva accanto. Ma incontrando gli occhi di Ino non ebbe alcun dubbio, andasse come doveva andare, e la raggiunse subito, sedendosi sul letto accanto a lei e infine portando anche le gambe sul copriletto. Non osò però neppure pensare di chiederle di toglierlo o di togliersi lui stesso anche solo le scarpe per non sporcare.

«I tuoi genitori?»

«Tornano domattina.» rispose semplicemente, arrossendo ancora.

Shikamaru deglutì e cercò di non badare al caldo che cominciava a sentire, concentrandosi invece su di lei.

«Stai meglio ora?»

Ino si limitò ad annuire, considerando che forse non era stata una grande idea visto il suo imbarazzo. Eppure già il calore di Shikamaru la faceva sentire serena più di quanto ricordasse di essere mai stata.

Ed un pensiero la colse.

«Sakura avrà qualcuno che riposa accanto a lei?»

Shikamaru pensò al team di Sakura. Naruto, che ormai aveva deciso di rispettarla e non tenersi sempre vicino a lei e Sai, che non sapeva ancora provare sentimenti. E Sakura, troppo orgogliosa per andare a piangere sulla spalla di Naruto. Anche Ino lo era, e loro sapevano che stava male solo perché si trovavano a casa con lei.

«Credo di no.» rispose sincero, guardandola.

Ino annuì lentamente, senza provare alcuna soddisfazione ma solo una gran pena.

«Posso appoggiarmi a te?»

«Puoi.» acconsentì, voltando il viso.

Sentì il peso della testa di Ino prima leggero e poi abbandonato sulla sua spalla, ed un braccio della ragazza andare a cingergli l'addome, lasciando cadere la mano sul copriletto. I capelli biondi strusciarono appena contro la sua giacca, mentre lei cercava una posizione più comoda e con l'altra mano immancabilmente si passava un fazzoletto sul viso.

«Non me lo dimenticherò mai, neanche questo.» mormorò.

«Cosa?» domandò Shikamaru, portando un braccio intorno alle spalle di lei e stringendola inconsapevolmente a se.

«Quello che hai fatto per me questa sera.»

«Io non ho fatto niente.»

«Sei con me.»

Shikamaru chiuse gli occhi.

«Ci sarò sempre.»

Cullata dalle sue parole, nonché dalle dita di Shikamaru che per riflesso avevano cominciato a giocherellare coi suoi capelli, Ino chiuse gli occhi.

Li riaprì nel buio notturno, e dopo qualche secondo di stordimento ricordò della notte prima e capì che era Shikamaru quello che sentiva poggiato a lei, dopo che erano pian piano scivolati verso il basso. Ancora aveva un braccio intorno alle spalle e pensò con un leggero senso di colpa che il mattino dopo l'avrebbe avuto dolorante. Si mise a sedere con delicatezza, per evitare di svegliarlo, e sciolse i capelli dato che li aveva dimenticati legati. Li spostò indietro, strinse le gambe al petto e cominciò a pensare.

 


Sakura fissava con occhi arrossati dal lungo pianto il soffitto della propria camera, dopo essersi chiusa a chiave ed aver evitato le domande insistenti di sua madre ore prima. Non riusciva a far altro che pensare. Aveva anche preso in mano il diario su cui scriveva da bambina, finendo per lanciarlo contro il muro e tornando a stendersi sul letto, sentendosi totalmente sola.

Non riusciva ad arrabbiarsi davvero con Ino, poiché si era sempre sentita colpevole nei suoi confronti, ed inoltre sapeva bene cosa volesse dire sentirsi abbandonati, ma era anche delusa perché aveva sperato che tutto potesse tornare come prima.

Si spaventò non poco sentendo la finestra della propria camera aprirsi di scatto e saltò a sedere, confusa ancora dalle troppe lacrime che le avevano provocato anche il mal di testa. Accese la luce, incontrò gli occhi azzurri di Naruto, e si sentì improvvisamente sprofondare.

L'avrebbe vista ancora piangere.

Naruto non disse una parola, chiudendo la finestra.

Non disse una parola, raggiungendola.

Non disse una parola, mentre le passava un fazzoletto.

Infine parlò: «La capisci?»

«Si.» rispose d'istinto, poggiandosi il fazzoletto contro le labbra.

«Saresti dovuta venire da me...»

Sakura non sentì le lacrime bruciare ancora una volta, ma soltanto un gran bisogno di affetto e la paura che Naruto la cacciasse via come aveva fatto, seppur a ragione, Ino.

«Ma ti capisco anche io... va bene così. Solo, non farti problemi a venire da me.»

Lei non volle neppure sapere come fosse sempre informato di tutto, e si abbandonò ad un abbraccio, senza più piangere. Solo più serena.

 


 

Ino, dietro un cespuglio, vide la luce spegnersi dalla finestre della sua camera, senza che Naruto uscisse, e sorrise.

Poi si voltò e tornò verso casa. Entrò nel negozio di fiori, passò all'ingresso di casa, fece le scale e svoltò a destra, tornando in camera propria ed abbassando solo allora il cappuccio della felpa scura che aveva infilato. Tolse poi l'indumento e lo poggiò con cura su una sedia, prima di tornare a letto e distendersi. Con delicatezza spostò una mano sul braccio di Shikamaru, per sentire ancora quel calore, ed il ragazzo senza aprire gli occhi sussurrò:

«Ora sta bene anche lei?»

«Si.» rispose, senza neppure sorprendersi troppo.

Poi Shikamaru si voltò su di un fianco, abbracciandola, ed anche Ino chiuse gli occhi.

Poi li riaprì, osservando il volto sereno del ragazzo e stampandoselo nella mente per portarlo con se nel sonno, prima di chiuderli un'ultima volta per quella notte.



Quanto fa male, quando la persona in cui credevi di più ti abbandona?
Quanto fa male, quando perdi qualcuno per poi scoprire di non averlo mai avuto?
Eppure, se sei stato fedele, e riprendi a cercare, troverai qualcuno che piano piano rimetterà a posto i pezzi del tuo cuore, e potrai fidarti ancora.
Magari è già accanto a te.




 

 


 



Dedicata a colei con cui ho litigato in questi giorni, non per un ragazzo, ma per altri motivi.

Perché se tu avrai bisogno di me, io sarò sotto la tua finestra.


Inutile dire che non mi è successo tutto questo, gente XD ci ho marciato sopra e ho creato una nuova storia usando quello che c'era già in Naruto, tutto quello che volevo è rappresentare come anche se si litiga e si sta male, non si smette mai di essere amici, in ogni senso. E le ultime frasi fanno parte della storia, è Ino quella. Specifico perché "Qualcuna" stava per avere un infarto pensando fossi io. Senza fare nomi, Akami. XD

   
 
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