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Autore: StayWeird01    02/09/2014    2 recensioni
E se la migliore amica di Adelaide facesse la cavolata del secolo? E se Adelaide si perdesse nella città dei suoi sogni, Londra? E se cadesse nelle braccia di un irlandese dagli occhi azzurri? E se si ritrovasse a vivere con lui, insieme a 4 amici un po' idioti? E se l'irlandese fosse dannatamente bello e simpatico? Beh, basta leggerlo!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sul corridoio, illuminato da piccole candele profumate, erano sparsi piccoli petali di rose. Adelaide spalancò piano la bocca, chiudendo la porta dietro di se. Iniziò a seguire lentamente i petali, attraversando il corridoio e scendendo le scale. Si ritrovò in salotto, dove i petali finivano davanti l portone di casa. Aprì la porta, e vide davanti al marciapiede una Camaro rosso fiammante.


Ma la sua attenzione era rapita da qualcos’altro, o meglio, qualcun altro: il principe irlandese indossava una giacca nera, una camicia bianca e dei pantaloni stretti di colore nero.


Un sorriso splendeva sul suo volto, si morse un labbro. Adelaide pensò che se lo sarebbe portato a letto all’istante, a Niall invece ci volle un po’ più di tempo per afferrare la situazione. Adelaide era uno schianto senza precedenti, e se in quel momento il cervello gli avesse dato carta bianca, se la sarebbe portato a letto senza pensarci due volte. Scacciò subito quel pensiero, sperando di non ubriacarsi troppo. Adelaide lo guardava con la bocca semi-spalancata e gli occhi sbarrati.
-Ta-dan- esclamò sorridendole. Adelaide chiuse la bocca, sorridendo con aria sognante.
-Ti piace l’auto?- disse squadrandole con un sopracciglio alzato, come per farle capire ‘Deve piacerti se la fissi così tanto!’.
-Eh? Ah, sì, l’auto è bella, ma non sto fissando lei- disse sorridendo. Niall guardò dietro di se.
-Sto fissando te, perché con quel completo sei una favola- disse scendendo le scale fino al marciapiede. Niall si guardò il completo e sorrise.
-Aw, nessuno mi aveva mai detto che ero una favola!- disse con aria sognante, mettendo le mani sotto il mento versione ‘cupcake!’. Adelaide rise, corse verso Niall e lo abbracciò. Niall sentì l’odore inebriante dei suoi capelli, li accarezzò, sentendo l morbidezza di quei boccoli disordinati. Adelaide percepì l’odore di colonia, quell’odore che le ricordava il suo dolce papà, che mette ogni volta che deve partecipare a qualche importante vento, che le ricordava tanto la tenerezza e l’amore di una persona. Si stinse di più al suo principe, mentre Niall stampò un bacio sui capelli della sua principessa. Adelaide prese coraggio, e mise le braccia intorno al collo dell’irlandese, baciandolo lentamente. 
-Mi sono mancati i tuoi baci, per tutto il giorno- sussurrò Niall appena ripreso fiato.
-Dove sei sparito?- chiese lei aggiustandogli il colletto bianco.
-Ti ho fatto un paio di sorpresine, e non sono ancora finite!- disse lui emozionato, con uno splendido sorriso.
-Uh, figo, quindi che si fa?- disse strofinando il naso su quello di Niall.
-Avevo intenzione di portarti in un posto davvero figo- disse. Lai si morse un labbro.
-Lai, ti prego, quel vestito è mozzafiato, ma se ti metti a morderti le labbra... uh...- disse Niall scuotendo la testa sorridendo. Lai ridacchiò.
-No, stavo pensando... so che è alquanto strano...-.
-Tu sei strana!- affermò Niall sorridendo.
-Appunto, stavo pensando... posso guidare io quella macchina?-. Niall non fece in tempo a creare uno sguardo adatto, che Adelaide assunse un aria da cucciolo indifeso.
-Ti prego ti prego ti prego, lo so che è strano e che non è neanche corretto, ma ti scongiuro...- disse imbronciando e labbra. Niall sorrise.
-Certo, se ti va puoi farlo- disse alzando le spalle. Adelaide fece un saltello sorridente e baciò Niall. Corse verso l’auto e aprì la portiera. Entrò e si sedette comodamente sul sedile, con Niall che si sistemava accanto sorridendole.
-Metti la cintura- disse Adelaide con fermezza.
-Come mai tutta questa enfasi nel dirlo?- chiese Niall con il sopracciglio inarcato.
-Tu mettila- lo incitai io con un mezzo sorriso. 20 minuti dopo Niall era stato sbalzato ai sedili posteriori, e con una mano sul cuscino si reggeva, mentre io guidavo sorridente verso un luogo che ancora non concepivo. Sperduta campagna, insetti ovunque, un gregge di pecore.
-Niall, siamo arrivati?- chiesi guardandomi attorno.
-Eh? Ah, sì, ferma lì- disse Niall uscendo barcollando dall’auto. Diciamo che so guidare l’auto in un modo a dir poco sublime, e me ne fotto altamente se faccio delle curve improvvise, ma ho testato personalmente che queste non sono in grado di procurare incidenti. E poi rispetto i limiti di velocità, che è una bella cosa! Niall mi aprì la portiera dell’auto e mi tirò su con la mano. Prese una benda e me la mise attorno agli occhi.
-Uh, dove mi porterà stavolta Niall?- chiesi sarcastica, iniziando a camminare nel buio.
-Ehi ehi, bambolina, non puoi andare per conto tuo, potresti  rotolarti per la collina, poi che dico i tuoi, e che faccio io senza di te?- chiese ridendo e reggendomi per le spalle.
 
 
ADELAIDE’S POV
Sto vivendo un sogno. Sto vivendo un dannatissimo sogno. Sto vivendo un dannato sogno, con dentro un incubo. Perché, perché, perché sono la complicazione fatta persona? Perché sono un totale disastro, perché spezzo i cuori alla gente come se niente fosse, perché appena trovo la persona più importante della mia vita, quella giusta, quella che ci credo più dell’esistenza di Gesù Cristo, la lascio scappare come se niente fosse, e molto probabilmente gli spezzerò pure il cuore. Dio che stronza che sono. Infilai tutto in valigia, tutti i vestiti che ho, senza nemmeno piegarli. Sono aumentati, quindi è un po’ difficile farceli entrare. Mi sedetti sopra la valigia iniziando a saltarci sopra. Se si svegliano i ragazzi bestemmio in turco. Mi alzai e guardai la situazione. Buttai la valigia a terra e iniziai a saltarci con i piedi. Riuscii ad appiattirla e la chiusi con la cerniera. Mi asciugai di nuovo le lacrime, che calavano insistentemente, senza ritegno. Mi tolsi il vestito e lo poggiai sul letto, cercando di aggiustarlo il più possibile. Infilai una felpa a caso e un paio di pantaloncini corti, e andai in bagno a sciacquarmi di nuovo il viso. Mi bagnai le guance, dove era colato tutto il mascara, e mi asciugai. Vidi il mio viso davanti allo specchio, rosso per il pianto, ed ebbi una voglia matta di dare un pugno a quella faccia di cazzo che mi ritrovavo ad avere. Mi sento una puttana, una totale ed imbecille puttana. Rientrai in camera e mi sfilai la collana, il bracciale e gli orecchini, poggiandoli accanto al vestito. Presi la lettera e la poggiai sul letto, accanto ai vestiti. Una lacrima calò sulle guance, gettandosi sul foglio della lettera.
-Merda- sibilai arrabbiata. Non c’era più niente da fare, così presi la valigia e attraversai il corridoio. Feci immediatamente retromarcia, dato che volevo vedere i ragazzi per l’ultima volta. Poggia in un angolo la borsa e mi incamminai. Guardai attraverso la porta di Harry, dove dormiva beatamente con le coperte attorno al sedere. Forse dorme in mutande, e si vergogna pure mentre dorme.
-Trovati una ragazza Harry, mi mancherai- sussurrai io. Dopodiché passai a quella di Louis.
-Fai divertire ancora un po’ questi ragazzi, mi mancherai anche tu Louis- sussurrai.
-Zayn, tratta bene la mia Perrie, falla sentire come dovrebbe, mi mancherai tanto-.
-Liam, grazie di tutto, non mandarmeli in prigione questi poveracci, mi mancherai davvero tanto tu-. Uscii dalla sua camera e ripresi la valigia, scendendo per le scale. Di andare in camera di Niall non se ne parlava neanche, le mie gambe non si sarebbero più scollate da lì. Ad un tratto sentì dei passi dietro di me. Pregai tutti i santi che non fosse uno dei ragazzi. Loki mi guardavo con uno sguardo triste, come solo i cani sanno fare. Mi chinai verso di lui, carezzandolo piano. Lo fissai dritto nei suoi occhi azzurri, e gli sussurrai:
-Prenditi cura di questi 4 deficienti, ne hanno davvero bisogno, e promettimi che rimarrai un cane fedele a Liam, e che non rovinerai più cuscini o graffierai divani. Ok, probabilmente non hai capito un accidente di quel che ho detto, ma tu fallo lo stesso. E prenditi cura di quell’irlandese, fagli trovare una bella ragazza, che lo tratti meglio di come ho fatto io, e appena imparerai a parlare digli che lo amo, che lo amo tanto- dissi tra le lacrime. Loki mi  leccò una lacrima, e io lo strinsi forte, grattandogli dietro le orecchie.
-Addio Loki- sussurrai staccandomi da lui e prendendo la valigia. Aprii la porta e mi girai verso la casa.
-Addio- sussurrai. Fa male, malissimo. Il cuore sembra un vaso rotto, un vaso vuoto e rotto. Entrai dentro il taxi che avevo chiamato prima e mi sedetti.
-Tutto bene signorina?- chiese il tassista, un tipo dall’accento indiano, vecchio, con un improbabile piercing sul labbro.
-Sì, mi porti all’aeroporto di Heathrow, per favore- dissi cercando di ricacciare le lacrime.
-Problemi di amore?- chiese l’indiano svoltando l’angolo.
-Già- dissi io abbassando la testa, rifiutando di girarmi a guardare la casa.
-Lui l’ha tradita, signorina?-.
-No, anzi, è perfetto, è quello che desidero da tempo, ma io no-.
-Scusi, non la capisco...-.
-Io non sono perfetta, io non sono nessuno, mentre lui è tutto-.
-Questo non ha senso, signorina-.
-Lui è un cantante famoso, che può avere tutto, mentre io sono una cittadina, un’inutile cittadina senza un lavoro che non sa neanche cosa fare nella vita, che è un casino vivente. Io non posso stare con lui-. E con questo sembro chiudere la conversazione. Il tassista rimane in silenzio fino alla fine della corsa. Chissà se Niall avrà già letto la lettera, chissà se adesso sta ringraziando Dio di avermi cacciato dai piedi, chissà se invece sta piangendo come lo sto facendo io. Il mio cuore al momento sembra un vetro in frantumi. L’auto si fermò, e mi asciugai gli occhi per vedere meglio dal finestrino. Scesi dall’auto cacciando a fatica la valigia. Mi avvicinai al finestrino e diedi un pezzo da 20 £ al tassista.
-Se una cosa ti fa stare così bene, come può essere sbagliata?- mi chiede lui. Come? Lo guardai con un sopracciglio inarcato. Quello che ha detto è così... vero.
-Wow- dissi al tassista, guardandola incredula.
-Ah, non è farina del mio sacco, l’ho sentita a Grey’s Anatomy-. Ah. Annuisco distratta, riafferrando la valigia. Entrai dentro l’aeroporto semivuoto. Mi avvicino per fare il biglietto, scoprendo che il volo parte tra mezz’ora. Bene, se Niall si sveglia tra almeno un quarto d’ora, forse posso farcela senza che lui venga all’aeroporto. Mi siedo su una sedia, mettendomi le mani tra i capelli. Continuo a sentirmi una puttanella stronza senza ritegno. Ho passato una serata fantastica, seduta su un tavolo, sotto le stelle, ai piedi di una quercia, con le lampadine tra i rami e una coroncina di fiori in testa. E per finire Niall era così bello e affascinante e gentile e stupendo e sexy e meraviglioso e bello che me lo sarei sbattuto senza problemi. Però, dopo aver cenato, sono praticamente andata in paranoia, perché Niall mi ha detto “ti amo”. Panico improvviso, salivazione ridotta del 60%, cervello completamente in tilt, bocca impastata, cuore partito per conto suo, occhi sbarrati e sorriso da rincoglionita. No, non ho detto le solite cazzate che si dicono in questo momento, tipo “grazie”, oppure “cazzi tuoi”, che è pure peggio, ma ho semplicemente detto quello che mi passava per la testa.
-Ti amo-. E non stavo mica mentendo, era tutto quello che volevo dirgli da quel bellissimo abbraccio. E poi ci siamo sdraiati su un lenzuolo, a fissare le stelle. Mi sono improvvisata astronoma, dando un nome tutto strano alle stelle. Credo che la stella polare possa cambiare nome ogni tanto in stella banana, perché scommetto che piacerebbe a tutti, e i marinai si farebbero una bella risata. Ma molto probabilmente si perderebbero in mare. E alla fine Niall si è addormentato. Era esausto, si vedeva. Aveva fatto chissà cosa per creare tutto quello, in mezzo alla campagna londinese. E io con cosa avevo ricambiato tutto questo? Con nulla. Con assolutamente nulla. Non potrei mai ricambiare tutto quello che fa per me. Mai. E fu così che pensai a quello che avevo in mente da giorni. Andare via. Lasciar vivere a Niall la sua vita da uomo ricco, con una fidanzata altrettanto ricca. E lo so che mi ama, ma può amarmi come io amo lui? Questo non lo so, e non credo che lo saprò mai. Così ho chiamato un taxi, ho dato un ultimo bacio a Niall, gli ho accarezzato i capelli, e sono andata via. Ma il termine giusto sarebbe abbandonarlo. Perché quello che ho fatto, in pratica, è usarlo. L’ho usato solo per avere delle esperienze, per farmi pagare i vestiti o farmi mangiare bene. Ma io non volevo fare questo. Spero che nella lettera capisca tutto. 

 
  
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