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Autore: Selene6    03/09/2014    1 recensioni
Morire per qualcuno è facile sapendo che il tuo ricordo non svanirà mai, ma non sempre le cose sono semplici come sembrano.
Tre talismani, una poesia vecchia secoli, un mago ed una ladra: controllare il Tempo è un potere troppo grande, ma per poterlo distruggere occorre grande intelligenza, un grande potere, ma anche una grande volontà.
Storia partecipante al contest "AAA protagonista cercasi" di Mariam_Kasaniga
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                           La fine del Tempo

 

La sala era ampia. I muri erano completamente dipinti di verde e tempestati di stelle a sei punte.
Al centro della stanza c'era un basso piedistallo di pietra che sembrava completamente coperto da un manto candido fatto di seta che emanava una forte luce: “Magia. Quella seta è stata infusa di magia, potente e distruttiva. Ci siamo! Oramai siamo arrivati!”
Mi avvicinai alla parete opposta. C'erano delle incisioni su di essa:
Tre pietre unite dovrai portare
Nel luogo dove ognuna potrà tornare
Né fine né inizio avranno
Neanche l'ombra di un ricordo tutti resteranno.
La filastrocca che ci aveva condotto fino a lì. Nulla di strano, ma sotto di essa c'era una seconda incisione, questa sembrava più recente e meno curata nei dettagli:
Tutti = le pietre e il portatore di esse.
A chi verrà dopo me: vi imploro di compiere ciò che io non sono riuscito a portare a termine.
Come un macigno la realtà mi travolse.
Tornava tutto!
Sarebbero scomparsi nel nulla sia le pietre che colui che le aveva portate fin qui. Non si trattava di morte, ma di completa cancellazione dal mondo.
Nessuno aveva avuto il coraggio di farlo. Ecco perchè i talismani esistevano ancora! Morire per una causa sembrava un gesto nobile, ma a coloro che intraprendevano questa strada restava la gloria, l'amore e i ricordi di quelli che restavano in vita; morire in quel modo significava sparire nel nulla, come se non si fosse mai esistiti, nessuna gloria, nessun amore, nessun ricordo.
“Nevia! Guarda che ho trovato! Sono le istruzioni per poter utilizzare il piedistallo: bisogna tenere in mano i tre talismani, nulla di più semplice. Dammi il terzo talismano. Un passo e tutto sarà finito!”
Ero talmente incredula per la mia scoperta che inizialmente non riuscii a parlare, ma quando lo vidi avvicinarsi al rialzo mi riscossi e gli urlai di fermarsi: “Non farlo! Jame... Ho scoperto perchè nei versi c'era scritto “tutti” e non “tutte”! Lo stesso motivo per cui le pietre non sono già state distrutte nel corso di questi mille anni! Non spariscono solo le pietre, ma anche colui che le tiene in mano... Svanisce nel nulla.”
Jame rimase immobile per un istante, come se fosse rimasto stordito da ciò che gli avevo detto. Poi capì: “No... Non è possibile... Non... Non può essere vero. Come...?”
Gli indicai la scritta alle mie spalle. Si avvicinò per controllare e anche i mi voltai e notai che affianco alla frase finale erano incise o dipinte numerose date. Tutti coloro che erano arrivati, ma avevano fallito.
Gli occhi del giovane si spalancarono e per un istante pensai che sarebbe scappato ed un'altra data si sarebbe aggiunta, ma Jame si ricompose. I suoi occhi si velarono di lacrime, ma vi lessi una determinazione mai vista prima: “Adesso capisco... Quando sono andato alla confraternita ed ho spiegato il motivo della mia volontà di unirmi a loro sono rimasti tutti molto stupiti, ma mi hanno sempre incoraggiato. Eppure percepivo che mi stavano nascondendo qualcosa, una parte della verità…”
Ero incerta, non sapevo se fosse giusto domandarglielo, ma alla fine il mio impulso a cercare le risposte ebbe la meglio: “Cosa intendi fare ora?”
Lui si voltò verso di me: “Ciò per cui sono venuto fin qui, quello per cui ho lottato per quindici anni: distruggere le pietre.”

Jame aveva deciso, voleva sacrificare tutta la sua esistenza per porre fine a quell'incubo che continuava a ripetersi nei secoli. Prima di farlo, però, voleva tentare di scrivere un messaggio ai posteri, così che nessuno avesse mai più l'idea di creare qualcosa di simile, ma il problema era infonderci sufficiente magia da far sì che non sparisse anch'esso insieme alle pietre e al ragazzo.
Non sapevo che fare.
Avevo accompagnato Jame fino a quel punto perchè i miei genitori avevano dato la vita affinché la missione si compisse, ma a questo punto non mi restava altro da fare che prendere il messaggio ed andarmene. E dopo?
Cercavo disperatamente la risposta a questa domanda, ma non la trovavo. Non sarei più dovuta scappare probabilmente. All'inizio pensavo che forse i miei genitori non sarebbero morti, dato che pensavo, così come Jame, che tutto ciò che era connesso ai talismani sarebbe stato cancellato, ma mi resi conto che era impossibile.
Scritte sul muro c'erano molte ricerche approfondite riguardo ciò che sarebbe avvenuto... dopo.
Le azioni compiute, i fatti avvenuti, le persone scomparse e quelle nate erano destinate a rimanere. Semplicemente nessuno si sarebbe ricordato dell'esistenza dei tre medaglioni e della persona che li aveva distrutti.
Per cui mi sarei trovata ancora braccata? Forse sì, ma senza una vera ragione, oppure il tradimento dei miei genitori sarebbe rimasto come fatto, ma senza un vero motivo. Non ne avevo idea.
“Bene. Sono pronto.”
Annunciò all'improvviso Jame, togliendomi dalle mie considerazioni.
Mi consegnò la lettera, era molto lunga, ed era completamente avvolta di quella stessa magia che si trovava sul piedistallo. La presi e la misi in tasca.
Gli consegnai il mio talismano ed attesi.
Avevo sempre dovuto pensare solo a me stessa. Ero diventata bravissima a mascherare i sentimenti, ad allontanare le persone, a scappare da tutto e soprattutto a trovare la risposta ad ogni domanda, tranne una: perchè ero ancora in vita?
I miei genitori erano morti, tutti coloro che avevo considerato amici nel corso della mia vita erano morti, perchè io no?
Quando vidi Jame avvicinarsi alla luce nella mia mente ricordai alcune parole che aveva pronunciato: “...uno dei miei compagni...”, “Horan era mio padre...”, “...Kal...”, “Papà!”, “...tua madre.
All'improvviso seppi rispondere alla domanda che mi tormentava da dieci anni.
Ero in vita, per morire.
Corsi verso Jame e gli strappai di mano i talismani, poi mi misi sul piedistallo.
Intorno a me si creò una barriera di luce e fu come se venissi risucchiata verso l'alto. Non sentivo più i miei piedi, abbassai lo sguardo e vidi che erano spariti.
“Perchè?! Cosa hai fatto! Dovevo essere io a farlo, non tu!” Jame cercava invano di entrare nella barriera.
“Perchè tu hai degli amici che ti aspettano, hai un padre, una moglie e un figlio. La tua vita non valeva la pena di essere sacrificata.” La mia voce si stava affievolendo e così i miei sensi. Faticavo a rimanere cosciente.
“Io invece non ho nulla da perdere. Non ho una famiglia. Non ho amici. Non esiste neanche qualcuno che conosce il mio vero nome. Sono sola. Ma almeno... Avrò avuto uno scopo nella vita. Eppure... Mi sento così triste ora. Nessuno si ricorderà di me. Io.... Io non sarò mai un ricordo!”
Non sentivo più il mio corpo. Riuscivo a malapena a formulare una frase sensata.
Vidi Jame piangere: “Non so come potrò mai ringraziarti per questo. Io so il tuo nome. E magari non mi ricorderò di te. Ma di certo qualcosa di te rimarrà! Hai salvato il mondo. Hai reso omaggio ai tuoi genitori. E mi hai salvato la vita! Io non potrò mai scordarti Nivia!”
Sorrisi debolmente, anche se non capivo perchè.
Poi... Il buio.

“Papà! Sei tornato a casa!” Mico corse ad abbracciare il padre e gli si avvinghiò al collo. Jame era felice di essere tornato a casa, ma sentiva della tristezza nel cuore.
Poi vide Mei, la sua adorata compagna di vita. I suoi lunghi capelli dorati ricadevano sulle spalle, scendevano sul seno e terminavano sul ventre prominente. Ormai mancava poco alla nascita.
“Come la chiameremo tesoro?” Disse lei accarezzando la vita non ancora nata.
Jame sorrise, una bimba; immediatamente seppe: “Nivia.”

   
 
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