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Autore: Mary_la scrivistorie    03/09/2014    2 recensioni
Raccolta di OS || What if?, Missing Moments || Cam/Gabbe ||
Un angelo e un demone. Un amore improbabile e lacerante.
Tutti credono che la guerra in cui si sono battuti Lucinda e Daniel sia motivata dal loro legame, dalla decisione di lui.
Ma la realtà è peggiore, non è andata proprio così.
Un amore vergognoso e innegabile.
E se una guerra si fosse scatenata a causa di Gabbe e Cam?
La causa: un amore da apocalisse, da fine del mondo.
1- Scambierei la vita per quest'attimo. (Gabbe)
2- Disperazione. (Cam)
3- La fine, il principio. (Gabbe)
4- Lei. (Cam)
5- Lui. (Gabbe)
~Quinta classificata al contest "Io e te alla fine del mondo" indetto da hiromi_chan sul forum di EFP.~
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Gabrielle Givens
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La fine, il principio.

Era tutto orribile. I coltelli, le frecce, il sangue. Avevo assistito a tante - troppe - battaglie, ma questa le superava di gran lunga.
Sebbene non conoscessi la maggior parte di quei visi, di quelle anime, percepivo chiaramente la differenza. Quando un angelo moriva, avevo un tuffo al cuore e soffrivo, tanto intensamente che non riuscivo neanche a credere che non lo conoscessi. Quando era un demone a soccombere, mi dominava un vergognoso senso di trionfo, che disgustavo con tutta me stessa.
Io amavo un demone.
Non era ammissibile che potessi odiare la sua razza. O sì?
All'improvviso, una mano si strinse sulla mia spalla. Mi voltai, serrando la mascella e pronta al combattimento.
Pelle diafana, capelli scarmigliati e piercing. Mary Margaret. Molly.
Per un attimo, temetti che mi stesse per uccidere. Molly era un demone a tutti gli effetti: non si sarebbe posta scrupoli a uccidere un amico.
La osservai con circospezione.
Il suo sguardo sembrava duro, implacabile. "Merda, Gabbe, cosa cazzo ci fai qui? Ho promesso a Cam..."
Cam. Cam. Lui aveva stretto una promessa con lei. Non riuscii a scacciare la gelosia che in quell'attimo mi ardeva
nelle vene.
"Cosa gli hai promesso?", chiesi, cercando di controllare la voce.
Mi fissò con un'aria diversa, preoccupata. "Che sareste stati al sicuro. Adesso dov'è?"
Avrei dovuto fidarmi? Oh, andiamo, era Molly. Teneva a Cam, erano amici sin dalla Caduta. 
"In una grotta, ma non importa adesso. Dov'è Lucifero?", chiesi, lasciando che il mio sguardo vagasse in quel campo di battaglia.
Io sapevo, lo sapevo benissimo, che non avrei dimenticato facilmente quella visione. Probabilmente, se fossi sopravvissuta, il senso di colpa mi avrebbe dilaniato, con frasi del tipo "Vedi? Per colpa tua. Tutto per colpa tua.". E
mi sarei sforzata di ignorare quella crudele - ma sincera - voce. 
Molly mi scrutò e non rispose. Fu allora che compresi. Lei voleva che noi vincessimo, ma per aiutarci non poteva tradire la sua fazione. Semplicemente, non poteva. 
Seguii il mio istinto e mi voltai verso destra.
Lei mi afferrò per un braccio e ordinò: "Non lo fare, Gabrielle. Metterai Cam in pericolo."
Esitai. Come osava preoccuparsi per Cam? Cos'era per lei? Replicai, gelida: "L'unica che ha mai messo in pericolo Cam sei tu, Mary Margaret. Tu l'hai condizionato. Tu gli hai ordinato di scegliere l'Inferno. Tu sei la causa di questa guerra."
Sussultò quando sentì il suo nome, ma non replicò. Mi mollò, tremando. Aveva i brividi ed era livida in volto. 
Avrei voluto rimangiarmi quelle parole, ma non lo feci. Mi morsi il labbro inferiore, lanciandole un'ultima occhiata, e m'incamminai.
E, all'improvviso, mi ritrovai al centro di tutto.
Lucifero, riconoscibile per via del viso grondante di sangue e dal corpo mostruoso, abbozzò una smorfia che doveva essere un sorrisetto: "Che bellissimo angelo. Davvero un peccato, uno spreco di bellezza e armonia."
Un brivido s'insinuò sul mio collo. Deglutii e parlai: "Ascoltate! Voi siete stati chiamati qua, oggi, a combattere. Paradiso o Inferno. Ma questa battaglia non doveva scoppiare. A quanto pare la scintilla sono stati dei sentimenti, degli amori..."
"Diciamo degli orrori.", commentò beffardo un demone.
Una fitta al cuore. Non avrei mai convinto le schiere. Era una battaglia persa in partenza.
Cam, perdonami.
Tuttavia, sospirai: "Questa guerra non ha alcun senso. Io sono innamorata perdutamente di un demone. Io lo amo. Cameron Bri..."
"No!", strillò Molly, frapponendosi tra me e Lucifero e tappandomi la bocca.
Lucifero mi guardò e, con traboccante ironia, annunciò: "Comtinua, ragazza. Quale dei miei demoni ha osato avvicinarsi a un angelo?"
Molly strillò: "Nessuno, mio signore."
La guardai in tralice e la scostai violentemente, continuando: "Cameron Bri..."
Una fitta in un punto basso della schiena. Un pizzico. E subito dopo, dolore. Troppo dolore. Troppo. Caddi a terra, in agonia. 
Un urlo squarciò l'aria, e, sebbene volessi gridare e liberarmi da quel dolore acuto e bruciante, non era mio.
Arriane. Stava urlando, un misto di lacrime e orrore. Fissava angosciata le mie ali.
Le mie ali bellissime, angeliche, decantate da mille poeti, che baciate dal sole rilucevano e sembravano emanare candore e purezza.
Le mie ali splendide, l'unica mia vera gloria - oltre Cam - in una vita di sconfitte e dolore.
Le mie ali erano ridotte a un cumulo nero di cenere, un'ombra, un riflesso. E polvere argentea che brillava sull'erba umida di rugiada. La cenere è ciò che resta di un'esplosione.
Ero...morta? E c'era così tanto dolore? Guardai le sagome accovacciate accanto a me, cercando l'assassino, quello che aveva ucciso me e le mie ali. 
Arriane mi toccava la ferita, totalmente disperata. Daniel mi squadrava mesto. Roland aveva un'espressione preoccupata.
E, be', Molly brandiva una stellasaetta (*) insanguinata. Anche le sue mani grondavano di sangue. E non del suo.
Una folata di vento scompigliò i miei capelli e cambiò l'aria, portandomi a percepire l'odore del sangue.
Sentii le mie nocche diventare bianche quando percepii il suo sapore anche sulle labbra.
"Arriane.", sussurrai, con una certa urgenza. Senza un motivo: dovevo sapere che lei c'era, che era viva. Sarebbe bastato.
"Gabbe, guarirai, non temere...Il Trono...", snocciolò, ma le sue parole si troncarono e deglutì, con un minuscolo singhiozzo.
"Arriane.", sospirai, sollevata, "Cam. È nella Grotta. Tu-sai-quale."
Lei neanche mi badò. Capii che non le fregava un bel niente di Cam, al momento. Non se io stavo morendo.
Per un istante infinito, le fui grata. Arriane. Che amica fedele e stupida...
Poi il dolore ritornò a bruciarmi e pensai che fosse davvero l'ora di andarmene. 
Non ebbi il flashback della mia vita. Nessun ricordo.
Al massimo solo un viso, e un nome. Cameron Briel. 
"Che si può fare?", chiese a Daniel, afferrandogli il braccio.
"Nulla, Arriane. Ormai è tutto finito.", le bisbigliò. Sapeva che avevo sentito. Mi accarezzò la guancia e mormorò, con voce spezzata: "Gabbe, vola via. Adesso sei libera."
Fissai Molly. Era tremante, seduta in angolo con un'espressione sbigottita e angosciata. "Gabrielle, io..."
"Non è colpa tua, Molly. Non devi dispiacerti. Hai protetto Cam, per quanto possibile. Non posso credere di essere stata così stupida. Non importa. Proteggi Cam. Prometti.", mormorai, stupita dalle mie stesse parole. Santo cielo, non ero una martire, non volevo morire. Come potevo perdonare la mia assassina, colei che mi aveva bruscamente strappato dal mondo e da Cam?
"Prometti.", farfugliai, indebolita.
Sentivo che stavo volando via davvero. Nessun'ala avrebbe retto il confronto con quella corrente inesorabile.
"Lo prometto.", dichiarò, autorevole in volto.
Sarebbe bastato. Cercai di sorriderle, ma probabilmente mi riuscì soltanto una smorfia insanguinata di dolore.
Lei sfoderò un sorrisetto in cui riuscivo a leggere tormento e senso di colpa. Per la prima volta, invidiai Mary Margaret Zane. 
Riusciva ancora a sorridere, io no. Nessun morto sorrideva.
Trasalii a quella parola, o forse era soltanto il dolore che si era intensificato all'altezza del cuore.
"Addio, ragazzi. Arriane, tu e Roland baciatevi, subito. Daniel, buona fortuna con Luce. Molly, rammenta la tua promessa.", riuscii a bisbigliare. 
E, finalmente, sorrisi. Perché, dopo millenni di fuga e di ossessioni, riuscivo a vedere la speranza. Almeno il merito di questo.
Il mio saluto mi sembrò ridicolo: come un momento melodrammatico dei film. Invece sapevamo tutti che fosse inevitabile e, con mia sorpresa, l'avevo accettato.
L'oscurità si appropriò dei miei occhi e mi trascinò nell'abisso da cui non sarei più riemersa. L'inizio del buio. 

The Writer's Corner:
Scusate, ragazzi, ho ritardato molto nel pubblicare questo capitolo!  Mi dispiace tantissimo! 
Spero di essere riuscita a compensare della mia assenza.
Di sicuro non vi sareste aspettati l'intervento di Molly, eh? Invece io, dopo aver ascoltato una canzone fantastica sui tradimenti - che per ora non cito, è un segreto -, ci ho subito riflettuto e ho furiosamente riscritto il capitolo, che era già per metà pronto. 
Che ho da dire riguardo questo capitolo? Spiega tutto da solo. Ho da dire che questa storia m'ispira un seguito, che infatti ci sarà, una raccolta di cinque Drabble, narrate rispettivamente da Daniel, Arriane, Roland, Molly e Cam. 
Inoltre, sorpresa, per un nuovo contest sugli OC descriverò un nuovo personaggio particolarmente legato a Gabbe. Vedrete, a breve. 
Comunque sia, una (*)stellasaetta è una freccia capace di uccidere gli angeli.
Spero che il capitolo sia stato apprezzato, grazie mille a chi lascerà una recensione - sono sempre gradite.
Un saluto dalla vostra pazzoide Mary <3
   
 
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