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Autore: Sharak    03/09/2014    2 recensioni
I personaggi del celebre romanzo di Tolkien si preparano a un lungo viaggio verso Mordor. Niente di strano, penserete voi... ma questo non sarà un viaggio come gli altri! Saltate anche voi a bordo dell'Olifante Rampante, bizzarre avventure e tante risate vi aspettano!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Saruman guidò per parecchi metri prima di convincersi a fermare il pullman e far salire Grima, che si sistemò proprio dietro di lui. Disprezzava quell'essere quasi quanto l'insalata di barba di Ent, ma doveva cercare di sopportarlo. Mentre stava per chiudere la porta, una voce si udì in lontananza.

“Aspettate! Ci sono anche io!!!”

Saruman arricciò le sopracciglia, stavolta era sicuro di non aver dimenticato nessuno...

Poi si affacciò un'elfa, con lunghi capelli rossi...

Saruman non esitò: si scagliò su di lei e le diede un calcio dritto nel petto, facendola precipitare giù dal pullman!
“Sparisci, Tauriel! Nessuno ti vuole qui! TU NON ESISTI NEMMENO!!!” gridò il bianco.

“Ma, ma io...”

“TUUUUUU!! NON PUOI!! PASS...”

“EHI!!” si intromise Gandalf. “Già mi sveni con le tue tariffe assurde, ora mi rubi anche le battute?!?!”

L'intimidazione di Saruman funzionò, l'elfa scoppiò in lacrime e si dileguò, sparendo.

“Ma guarda questa...” borbottò Boromir. “Imbucarsi così senza invito... Mio padre lo verrà a sapere! Vero, Faramir?”

“Eh?” Faramir pareva assorto nei suoi pensieri, inconsapevole di ciò che era appena successo. “Ah si, certo...”

Èowin, che stava davanti a loro, si sporse all'indietro, fissando Faramir negli occhi.

“Ma lo sai che sei proprio carino?” disse lei con uno sguardo ammiccante e tendendo verso di lui la mano. Faramir si tirò indietro spaventato. La mano della dama fu bloccata dal fratello.

“Piantala, sorellina, non familiarizzare con questa feccia di Gondor”

“Come osi, buzzurro?!? Parli coi figli del Sovrintendente Denethor! Egli verrà di certo a sapere di questo affronto!” sbottò Boromir.

“Quell'incapace! È bravo a governare un paese quanto lo è Radagast di stare sobrio...”

“Hic!” si sentì dietro di loro.

“Questo è il modo di dimostrare la vostra riconoscenza per tutto il supporto datovi negli anni??”

“Supporto??? Dov'era Gondor quando cadde l'Ovestfalda? Dov'era Gondor quando i nostri nemici ci hanno circondato? Ma soprattutto, dov'era Gondor quando Merry e Pipino hanno dato fuoco a tutti i nostri campi???”
“A dir la verità” si intromise Pipino “il nostro era un esperimento scientifico! Volevamo verificare se un terreno completamente bagnato di benzina era immune al fuoco di drago. Un vero fiasco...”
“Ma i draghi sono estinti!” ribattè il Rohirrim.

“Oh no, ce n'era uno, te l'assicuro. Sarò anche stato sotto effetto di funghi allucinogeni, ma so riconoscere un drago quando ne vedo uno!”
“Aspetta un momento!” questa volta fu Radagast a parlare “Mi state dicendo che quei due che ho cercato di uccidere con una palla di fuoco nei campi di Edoras non erano due enormi Troll ma due minuscoli hobbit???” tra i tre cadde un profondo silenzio, poi lo stregone e l'hobbit scoppiarono in una sonora risata, mentre Èomer portava la mano all'elsa della spada.


Erano in viaggiò già da un po' quando scorsero in lontananza il fiume Isen. Elrond si alzò subito in piedi e prese la parola.

“Alla vostra sinistra potete ammirare le sponde del fiume Isen, famoso per dare il nome alla città Di Isengard... Bla bla bla... un tempo avamposto di Gondor... Bla bla bla... Affidata allo stregone Saruman... Bla bla bla... grande produttrice di cibo per Warg... Bla bla bla... la famosa mano bianca, su simbolo, scelta da Saruman quando preparando l'impasto per la torta di banane si sporcò la tunica con la mano infarinata.”

“Ma non ha senso.” protestò Frodo. “La sua tunica è bianca, come ha fatto a sporcarsela con la farina?”

Saruman guardò torvo Gandalf.

“Un altro incidente sul lavoro...” Disse, mentre il grigio guardava il soffitto fischiettando.

“Che mente brillante ha il mio Froduccio, io non ci avrei mai pensato.” Disse Galadriel con voce calda, fissandolo. Frodo era sempre più in soggezione.

“Brillante? Tu brilli di luce proprio, mi soave elfetta.” disse Gandalf cercando di iniziare un flirt con la dama elfica.

“Stai sul tuo sedile, vecchio, mi arriva il tuo alito. Sa di popò di orco.”

“Si dici così, ma in realtà non sai resistere al fascino dell'uomo maturo, eh?”
“Maturo? Marcio, magari...” commentò lei. Questo parve scoraggiare lo stregone, che si girò e si zittì.

“Il mio bisnonno diceva semrpe: tanto va l'elfa all'hobbit che ci lascia la...”
“E da questa parte potete osservare la torre di Orthanc in tutta la sua maestosità!” continuò Elrond.

“Ehi guardate.” disse Sam. “Gli Uruk-hai hanno dei prigionieri! E li stanno conducendo in citta!” Sam aguzzò la vista, prima di esclamare con i terrore negli occhi: “SONO HOBBIT!”
“Oh, caspita!” Esclamò Legolas: “Stanno portando gli hobbit a Isengard!”

“Oh no!” disse Aragorn, staccando per un secondo le labbra da quelle di Arwen, prima che questa lo tirasse di nuovo a sé.

“Eccolo che ricomincia!” disse Saruman sbufando.

Legolas cominciò a cantare a squarciagola:“THEY'RE TAKING THE HOBBITS TO ISENGARD!!! THEY'RE TAKING THE HOBBITS TO ISENGARD!!! THEY'RE TAKING THE HOBBITS TO ISENGARD!!!”

“Dannazione, da quando ha inciso quello stupido CD non fa altro che cantare.” si lamentò il bianco. “Ed è pure stonato! Non lo sopporto...”
“Senti Saruman, ma a che ti servono esattamente prigionieri hobbit?” chiese Gandalf.

“Bè sai, gli orchi hanno un pessimo sapore, e poi devo variare la dieta dei miei piccoli warg.”

Calò un silenzio tombale. Tutti lo gurdarono inorriditi.

“Sto scherzando! Non lo farei mai!” li tranquillizzò lui. “Sono solo dei piccoli scansafatiche che si divertivano a bazzicare per le mie terre. Gli daremo una strigliata, li terremo in gabbia per un po' poi li libereremo.” Tutti tirarono un sospiro di sollievo.

Gandalf gli si avvicinò e gli sussurrò nell'orecchio: “Sul serio, non li dai da mangiare ai warg, vero?”
“Ma dai, non essere ridicolo! Era uno scherzo! Andiamo...” Gandalf parve convinto, e si andò a risedere, mentre sulla faccia di Saruman compariva un lungo ghigno malefico.


“Tra-4-100-metri. Girare-a destra.” Il Palantìr era impazzito, continuava a indicare strade inesistenti. Erano sulla Route 45 che attraversava Rohan, una strada completamente dritta, non c'era nessuna strada a destra! Saruman non se ne capacitava, come mai quel comportamento così bizzarro? Erano su quella strada già da un pezzo, ormai dovevano aver passato Edoras già da un pezzo, ma all'improvviso, il bianco avvistò in lontananza le mura del Fosso di Helm. Si era perso! Era un guaio enorme. Non poteva andare dagli altri e dirgli che non conosceva la strada, lo avrebbero deriso, umiliato... Avrebbero chiesto indietro i soldi!!!

“Saruman, che diavolo ci facciamo al Fosso di Helm?? Siamo fuori strada!” protestò Gandalf appena si accorse dove si trovavano.

“Ehm... Si, bè... È una sorpresa!” tentò di inventarsi una scusa. “Ho... Ehm... Pensato che fosse un luogo carino dove consumare il pranzo, si... Ecco...”

“Ma non dire sciocchezze! Siamo fuori strada, questa deviazione ci ha fatto predere un sacco di tempo! Dobbiamo rimetterci in marcia e recuperare il tempo perso!”

“Veramente,” obiettò Frodo “io sono parecchio affamato, e poi l'idea di Saruman mi piace, sgranchirci le gambe ci farà bene.”

Gandalf ci pensò un po' su. “E va bene, ma vediamo di fare presto, va bene?”

Saruman tirò un sospiro di sollievo, poi si girò verso Grima e gli sussurrò: “Vai al castello e procurati una cartina, con discrezione mi raccomando.”

“Si, padrone.” Acconsentì il Vermilinguo in tono servile.

Mentre scendevano, Galadriel si avvicinò a Frodo e gli carezzò la guancia. “Frodo, ti va di sdraiarti sull'erba con me durante il pranzo? Ho tante cose buone da farti assaggiare...” disse portando l'altra mano al petto.

“Spiacente, padron Frodo pranzerà con me!” obiettò Sam trascinando letteralmente via il piccolo hobbit. Frodo parve sollevato, ma il comportamento di Sam gli pareva inusuale, pareva quasi fosse geloso dell'elfa...

“Io sono disponibile, dolcezza!...” disse Gandalf avvicinandosi alla dama.

“Senti vecchiaccio, mettiamo in chiaro una cosa! Non sono interessata a te, d'accordo? Quindi smettila di provarci, perchè piuttosto che dartela, ci pianto l'Athelas!” inveì ella contro lo stregone, allontanandosi con passi pesanti.


Si accamparono nel cortile del castello, seduti sull'erba, consumando un pranzo al sacco.

“Dov'è Gandalf?” chiese Saruman.

“Sta mangiando in un angolo da solo. Pare che Galadriel gli abbia dato buca... Di nuovo.” rispose Legolas.

“Gli passerà, ci è abituato.” aggiunse Gimli. “Come diceva mia nonna...”

“Ti prego Gimli, finiscila!” lo interruppe Èomer; Gimli parve indispettito, ma tacque.

Finalmente tornò Grima, che consegnò la mappa a Saruman stando attento a non farsi notare.

“Bene gente, si riparte!” annunciò Saruman.

“Ma... Sono appena arrivato, signore... Devo ancora mangiare...” protestò Grima.

“Niente “ma”, abbiamo perso fin troppo tempo, si parte!”

“D'accordo, mangerò sul pullman.”

Saruman divenne paonazzo dalla rabbia.

“Tu prova solo a far cadere una sola briciola sui miei sedili e giuro che ti servirò come piatto del giorno ai Warg!”

Grima sbiancò, sapeva bene quanto fossero voraci quei mostri; aveva ancora stampato in mente i volti dei poveri hobbit del mese scorso... Alla fine si rassegnò e rimise il pranzo nella sua piccola bisaccia, avrebbe digiunato sino all'ora di cena...


Nel primo pomeriggio, già trovarono Edoras e la superarono, stavano recuperando terreno!

“Saruman, perchè leggi la mappa? Non conosci la strada?” chiese Gandalf.

“Ma certo che la conosco!” mentì il bianco. “È solo come... precauzione...”

“E perchè non usi il tuo efficacissimo palantìr allora?”
“Oggi è sfasato, non funziona bene. Deve avere qualche interferenza.”

Gandalf parve preoccupato. Si girò verso Frodo e i due si fissarono. L'hobbit gli fece un cenno con la testa, come per dire che era tutto a posto e lo stregone annuì.

“Oh, porca miseria! Non può essere!!!” Saruman sembrava sconcertato.

Chi stava nelle prime file sgranò gli occhi. “Oh no!!” esclamò Gimli.

Gandalf si precipitò di fianco a Saruman, e poi vide.

“Oh cazzo! I Nazgul!!!”


Eccoci! Finalmente il secondo capitolo!

Chiedo infinitamente scusa per il ritardo, ma come previsto i miei impegni mi hanno tolto tempo da dedicare alla fanfic. Spero solo che l'attesa sia stata ricompensata.

Cosa succederà ai nostri eroi? E cosa vorranno i Nazgul da loro??? Lo scoprirete nel prossimo capitolo, continuate a seguirmi!


A presto!

  
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