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Autore: Veronika_Arianator03    03/09/2014    4 recensioni
Le riflessioni e la storia di Vladimir, 12 anni, e la sua famiglia, che non è una famiglia qualunque: è una famiglia ucraina, che arriva in Italia scappando dalla guerra. In Italia la vita non è facile, e le discriminazioni purtroppo non sono poche. Come finirà la storia di Vladimir? Ce la farà ad ambientarsi in Italia e a procurarsi nuovi amici?
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1.
Oggi è un giorno come un altro a Kiev. Bombe, sparatorie, minacce, e io ormai non riesco più a dormire. Sento la tv sintonizzata sul telegiornale nazionale e mamma e papà discutere. Non fanno altro che discutere, ormai. Papà vuole fuggire, mamma vuole rimanere. Teme che io, Vladimir, e le mie sorelle Galina e Kristine non ci abitueremmo al clima e alle regole di un altro Paese o che, in queste sparatorie, nel caso accadessero quando fossimo in viaggio, finissimo secchi.
Già, perchè quando c'è la guerra non importa che tu sia colpevole o innocente, che sia un civile cittadino o un politico assetato di soldi e di guerra, non importa se lanciano una bomba nella strada in cui passeggi per andare a scuola e perdi la vita, anche se non hai fatto niente, muori comunque. A nessuno importa. Per loro l'importante è sconfiggere il nemico, anche se non capiscono che dopo il Paese è più povero di prima. Il catechista dice sempre che siamo tutti fratelli, perchè siamo tutti figli di Dio. E allora, chi farebbe del male ad un proprio fratello? I politici e i sergenti sono solo dei codardi, perchè annientano il nemico dato che non riescono a trovare un altro modo per evitarlo. Sono codardi, perchè hanno paura del diverso. Sono codardi, perchè hanno così tanta paura che l' unica cosa che riecono a fare è annientare. Prima andava tutto bene, si poteva uscire di casa con la certezza di tornarne vivi, prima potevi giocare al campetto con gli amici, senza la paura di imbattersi, in mezzo all'erba, in una mina antiuomo. Prima mamma e papà non litigavano. Prima eravamo una famiglia felice. Già, PRIMA. Ora è tutto diverso, niente è più come prima. Ne mai lo sarà. Ecco, ci risiamo. Sento la porta di casa sbattere. Per l'ennesima volta, papà è uscito. Ogni volta che può (ovvero ogni giorno) fa sempre così, dato che l' ONU ha imposto un coprifuoco. Io ho sempre paura che esca e non torni più, che i soldati lo blocchino, lo prendano e lo ammazzino. questa situazione mi ricorda un po' il proverbio: "Quando il gatto non c'è, i topi ballano". Quando c'è la tregua, papà esce. Ma è anche vero che quando il gatto torna, i topi scappano!. E io sento che il "gatto", ovvero la guerra, stia per tornare. Perchè niente di bello dura mai molto. Sento la mamma piangere. Le sue lacrime sono di disperazione, proprio non ce la fa più, a reggere quest' inferno. E in più lo zio, suo fratello, non dà sue notizie da giorni. Lo zio Viktor è una brava persona. Mamma dice che ha un lavoro molto pericoloso, specie in questi giorni. E' una spia dell' esercito, deve spiare i nemici (quindi oltrepassare il confine), e deve dire al suo superiore e ai suoi compagni ogni minimo sospetto, alla più piccola azione che dà sospetto. Loro, come i poliziotti, alle coincidenze non credono. Mamma è preoccupata perchè, se i russi lo scoprono, lo fanno prigioniero o lo ammazzano. E in più, se lo scoprissero, risalirebbero molto facilmente ai parenti, loro hanno tutti i mezzi possibili e immaginabili, e se ne sono a corto (cosa che non accade mai), si arrangiano. E allora per noi sarebbe finita, allora sì che sarebbero guai. Ma lo zio Viktor non fallisce mai, lui non può, lui non deve.  Fa ridere tutti, è un gran burlone, un elemento essenziale in un esercito, con tutti quei musoni lunghi. Zio ha detto anche che è riuscito perfino a far ridere il sergente! Zio Viktor giocava con me e le mie sorelle, quando i nostri genitori erano fuori a lavorare o quando la tata Priscilla non veniva. E' con lui che parlavo quando avevo avuto una giornataccia a scuola, quando litigavo con le mie sorelle (soprattutto con Galina) o con i miei genitori. Ecco, Galina si è svegliata. Di nuovo. ha continui incubi fino al mattino. Ha sette anni, cinque meno di me. Kristine, invece, di anni ne ha quattro.
"Vlad!" Mi fa Galina.
" Sì,che c'è?" "Papà è uscito di nuovo, vero?" "Sì." ammetto io con gli occhi bassi. In queste circostanze non c'è molto da dire.
Sentiamo il telefono squillare, e nel frattempo anche Kristine si è svegliata. E' l'unica che dorme ancora come un porcellino, in questi mesi.
"Pronto?" Dice la mamma, ancora con la voce nasale e gli occhi rossi. Una lunga pausa.
Poi il grido: "Ommioddio!!!"

Angolo Autrice:
Ciao! Ho pensato di scrivere questa storia dopo che ho letto "Viki che voleva andare a scuola", non so se lo conoscete. Questo manoscritto lo vorrei presentare ad una casa editrice (anche se, che ci crediate o no, ho appena cominciato a scriverlo XD), però prima di pubblicarlo voglio vedere l'effetto che ha sulla gente, insomma, un po' come alla prima di un film. E naturalmente, per sapere il vostro parere ho bisogno di recensioni. Quindi recensite!.
   
 
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