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Autore: hazzaslady    03/09/2014    0 recensioni
“Dicono che a volte la coincidenza sia una conseguenza del destino.
Non ci ho mai creduto, sinceramente, e mai avrei pensato di cominciare a crederci.”
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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39. Problemi pt. 2.

(Hope)

 

Da: Joe - 8.00 a.m.
Oggi mi sono svegliato con un pensiero fisso: ho bisogno di vederti. 
Mi manchi, chiariamo la situazione e facciamo pace. 
Ci vediamo alle cinque questo pomeriggio davanti lo Starbucks di Oxford Street. x

Sorrido e poso il cellulare sul comodino, guardo l'ora e dopo diverse lamentele mi alzo dal letto caldo. 
Mi strofino gli occhi con i palmi delle mani e mi soffermo a guardare fuori dalla finestra. 
Joe vuole fare pace con me. Si vuole scusare, non potrei essere più felice di così, mi è mancato tanto in questi giorni, 
e di sicuro la sensazione di vuoto che sento nella pancia è causata dalla sua assenza, ne sono sicura. Assolutamente.
Mi alzo velocemente e vado verso l'armadio per prendere un paio di jeans chiari e un maglioncino, 
mi chino per prendere gli stivaletti e corro in bagno per farmi una doccia veloce. 
Dopo qualche minuto esco dalla doccia, mi sistemo i capelli chinandomi e rialzandomi di colpo e metto un po' di mascara e un po' di eye-liner. 
Mi vesto velocemente e scendo in cucina dove trovo Alexis seduta con le gambe incrociate sulla sedia, una rivista appoggiata sul tavolo e una tazza di caffè fumante tra le mani. 

«Buongiorno!» la saluto sorridendo mentre mi avvicino al frigo per prendere qualcosa da bere. 
«Siamo passate da scontrose a 'amo tutto il mondo e tutti gli esseri viventi che ci abitano' tempo di niente?» 
Mi domanda notando la mia immensa felicità.
Scoppio a ridere mentre verso il succo in un bicchiere. 
«Joe mi ha mandato un messaggio dicendomi che mi vuole vedere questo pomeriggio per chiarire e mi ha detto che gli manco.»
«Sono felice per te, finalmente si è dato una svegliata quel ragazzo.»
«E tu? Cosa ci fai a casa a quest'ora ancora in pigiama? Non è da te.»
«Diciamo che il mio bellissimo ragazzo ha impegni di band questa mattina.»
La guardo sorridendo. «Il tuo bellissimo ragazzo. Ora lo chiami così?»
Lei sorride imbarazzata e abbassa lo sguardo sulla rivista. «Beh... lo è.»
«Su questo non ho nessun dubbio. È solo che fino a qualche giorno fa eri tutta schizzinosa e adesso lo chiami 'il mio bellissimo ragazzo', è strano.»
«Molto strano, lo so, ne abbiamo parlato di questa cosa e nessuno dei due riesce ancora a crederci.» 
Le sorrido. «Siete così dolci.»
«Ho capito il concetto Hope, non c'è bisogno di ripetetelo diecimila volte.» ride per poi posare la tazza sul tavolo. 
«Non avrei mai creduto che Zayn fosse un ragazzo così, insomma, lo avevo etichettato con un carattere diverso da quello che ha veramente. È sempre un rompi palle, ma non è vanitoso o montato, anzi, è abbastanza timido.»
Scoppio a ridere. «Zayn Jawaad Malik sarebbe un ragazzo timido? Non mi prendere per il culo e non scherziamo con le cose serie.» poso il bicchiere nel lavandino e mi giro per guardarla. 
«Sono seria. Insomma, lo sai anche tu ormai che non bisogna giudicare un libro dalla sua copertina. Pensi le stesse cose che pensavi di Harry prima ora che passi tanto tempo con lui?»
Mi guardo le unghie. «Beh...»

No. Non penso più che Harry sia insopportabile, montato, antipatico, con la mania del protagonismo. L'ho giudicato male. 
Harry è dolce, è spontaneo, fa battute pessime ma il modo in cui le dice ti fa ridere, ha un cuore grande, è un ottimo ascoltatore. 
Ma avrà qualcosa di imperfetto questo ragazzo? Ha tutti pregi e nemmeno un difetto. ... Ma che sto pensando?!

Rido per quello che ho pensato e Alexis mi guarda male. «Devo chiamare un buon centro per malati mentali?»
«Ehi,» la guardo male. «ho solo pensato a qualcosa di divertente. Non ti è mai successo? Mah, che gente.»
«Va bene, Hope, come dici tu.» ride e ritorna concentrata a leggere la rivista. 
«E comunque, a che ora devi vederti con Joe? Che poi del perché avete litigato ancora non me l'hai detto.»
«Alle cinque. Abbiamo litigato per una cosa stupida. 1) Si è arrabbiato perché ho organizzato la festa a Harry. 2) Dice che penso più a Harry che a lui. ... Insomma, è sempre incavolato con Harry e non c'entra un bel niente.»
«Joe è strano. E Harry? Lo sa?»
Annuisco. «A quanto pare hanno avuto un litigio lui e Joe, non so cosa si sono detti ma Joe lo ha accusato del nostro litigio. È Joe che si è comportato male, e oggi glielo farò presente che non mi piace così.» 
«Grande. Le donne si fanno valere.»
Scoppio a ridere. «Sempre e comunque.» prendo un biscotto dalla confezione che è sul tavolo per poi afferrare la giacca e metterla. Prendo le chiavi della macchina e la borsa. 
«Esci?» mi domanda facendo cenno alla borsa e alle chiavi. «Da sola?»
Annuisco. «Mi vado a fare un giro.»
«Bene, ci vediamo dopo allora.»
Alzo la mano per salutarla ed esco da casa avvicinandomi verso la macchina. 

(Connie)



Ripiego una maglietta e la poso sul bancone dove ci sono molte altre magliette. 
Ne prendo altre messe in disordine e le sistemo per poi avvicinarmi alla cassa sbuffando. 
«Ti secca lavorare oggi?»
Alzo lo sguardo e sorrido a Mike che è appoggiato al bancone con i gomiti. 
«Lo prendo come un sì?»
«Esattamente. Odio lavorare quando ho ancora sonno, ieri sera sono andata a dormire abbastanza tardi.»
«Come mai? Ti mancavo tanto?»
Rido. «Come hai fatto a capirlo? No, è solo che non riuscivo a dormire.»
«Perché ti mancavo.»
Gli tiro una maglietta ridendo. «Oh, ma finiscila. Non mi sei proprio mancato.»
«Nemmeno un po'?»
«No.»
Mette su il broncio e abbassa lo sguardo sulla cassa. «Oh... sappi che dopo questo mi hai spezzato il cuore.»
«Mi dispiace.»

Come ho fatto ultimamente ad avere tutti questi dubbi riguardo Mike? Mi fa bene stare con lui, almeno non penso a Liam. 
... Ma quando sto con Liam non penso a Mike, ed è una cosa che mi turba ancora. Non riesco a capire. 

Qualcuno entra nel negozio stringendosi nella giacca, mi giro e alzo la mano per salutare Ellen. «Brrr.»
«Fa freddo?» le domando. 
«Abbastanza.» 
«Turno finito?»
«Finalmente per oggi, sì. Tu? Ne hai ancora per molto? Alexis mi ha chiesto-» si volta verso Mike. 
«Ciao Mike, scusa ma non ti avevo visto.»
Mike ricambia il suo saluto sorridendo.
«Che ti ha chiesto Alexis?»
«Mi ha chiesto di chiederti se mangi a casa per pranzo dato che non rispondi alle sue chiamate.» indica il cellulare. 
Prendo il cellulare che avevo posato vicino alla cassa e noto tante chiamate da parte di Alexis e qualche messaggio. 
«L'avevo in silenzioso.»
«Oh, emn, io penso di sì-»
Mike mi interrompe. «Volevo pranzare con te oggi, se non è un fastidio.»
Gli sorrido. «Assolutamente no.»
Lui sorride. «Bene.» 
«Fantastico. Siamo solo io, Alexis, Hope e Megan a quanto pare oggi.»
«Sole solette. E il tuo ragazzo? Dove l'hai lasciato Niall?» le domando. 
Sospira. «Avevano impegni oggi.»
«Che brutto, eh?»
«Troppo! Ieri non ci siamo visti.»
«Conoscendolo domani starete tutto il tempo insieme se non ha impegni.»
«Lo spero anche io,» si guarda intorno. «va bene, allora ci vediamo stasera?»
Le annuisco. «A stasera, sorella.»
Si sistema la giacca ed esce dal negozio per ritornare a casa. Mi volto verso Mike. «Dove pranziamo oggi?»
«Dove vuoi tu. Italiano?»
«Come sempre. Ci sto.»

(Harry)


Per la milionesima volta riprovo a chiamare Hannah, non mi arrendo fino a quando non mi dà una spiegazione valida per la quale mi sta evitando. 
Okay, il quasi bacio è un ottimo motivo per avercela con me ma non c'è stato.
«Harry.»
Ritorno dal mondo dei pensieri e mi guardo attorno sentendo la voce di Hannah, poi abbasso lo sguardo sul cellulare e vedo che ha risposto. «Ehi?»
Porto il cellulare all'orecchio. «Hannah! Dove diavolo eri finita? Non puoi evitarmi in questo modo da un momento all'altro come se nulla fos-»
«Sì, lo so, scusami.»
Scusami? Hannah che usa parole come scusami? Non glielo avevo mai sentito dire. Sospiro. «Fa niente dai...»
«Mi ha dato fastidio.»
«Se è per il quasi bacio, posso spiegare!» In realtà non posso spiegare proprio un bel niente perché ci vuole qualcuno che dia spiegazioni a me. 
«Non è solo per il quasi bacio.»
«E allora per cosa?»
«A me ha dato fastidio a chi lo stavi per dare. Hope! Ti rendi conto? Come puoi pensare di baciare una ragazza che non ti sopporta e parla male di te?»
«Hannah non esagerare. Non mi odia-»
Mi interrompe ridendo. «No, certo, non ti odia. Non so perché ti ha organizzato quella stupida festicciola, forse perché non si sentiva apposto con la coscienza ma l'ho sentita dire a Joe cose poco carine sul tuo conto. Harry, sveglia! Se non ci credi domanda pure a Joe. Non sei uno stupido, di me puoi fidarti, come fai a non capirlo?»

Rimango in silenzio per un po' senza dire niente. «Non ti credo, Hannah.»
«Non ti mentirei mai, io. Capiscilo.»
«È impossibile, Han. Non mi... Insomma... No! È assurdo. Non ci credo se non me lo dice lei in faccia.»
«Non ne avrà il coraggio. Harry! Vuoi credere ad una che non ha coerenza o alla tua ragazza? Scegli: lei o me.»
«Come puoi mettermi in una scelta!»
«Perché l'ho sentita io, con le mie orecchie, quindi scegli, o me, o lei.»
«E cosa avrebbe detto sul mio conto?»
«Cose non tanto carine. Che sei noioso, che sei egocentrico, ti importa solo di te stesso e te ne freghi degli altri, che sei antipatico, che fa l'amica con te solo per sapere cose su di te e poi dirle ad altri e prenderti in giro... Che non ci tiene a te. Io te lo sto dicendo perché al contrario suo io ci tengo veramente a te.»

Non può essere vero, cioè... La conosco, non direbbe mai cose brutte su di me. 
Non sono egocentrico. Non sono nulla di quello che ha detto. Ma non ci credo che abbia detto questo.

«La conosci Harry, sai che potrebbe dire queste cose su di te, o su chiunque, non ha nessun problema a farlo. Infondo... Dici di conoscerla, ma cosa conosci veramente di lei? Ognuno abbiamo un angolo nel nostro carattere che conoscono in pochi.»

In effetti...

«Devi credermi. Allontanati da lei, non si merita la tua amicizia. Io ti perdono quello che stavi per fare alla festa ma tu devi allontanarti di lei e troncare ogni rapporto che avete, lo faccio per te. Voglio la tua felicità e se ti affezioni troppo a lei alla fine ti pugnalerà alle spalle e ci starai male. Credimi.»
«Hannah.... Possiamo vederci? Almeno mi spieghi di persona perché non mi va di parlare di queste cose attraverso una chiamata. Sono cose serie.»
«Certo! Quando e dove vuoi.»

(Hope)


«Sicura di non volere un passaggio? Io sto andando da quelle parti, ho bisogno di alcuni vestiti nuovi.» dice Ellen prendendo le chiavi della macchina. «E poi tra non molto comincia a fare buio, sicura di volere andare a piedi fino a lì?» mi domanda. 
«Ne hai bisogno o li vuoi, Ellen?» le domanda Alexis ridendo, e Ellen risponde alla domanda con una smorfia. «Li voglio, ovviamente.»
Annuisco. «Tranquilla El, prendo la metro, non mi ruba nessuno, se ci provano ti prometto che li picchio.» prendo la borsa da sopra il divano e mi do un'ultima controllata allo specchio.
«Non tornare tardi!»
Mi giro verso Connie. «Sì, mamma.»
Lei ride e sale le scale per andare in camera sua. Guardo l'orologio. 
«Sarà meglio che vada adesso altrimenti arriverò in ritardo. Capisco che bisogna farsi aspettare e desiderare dai ragazzi ma non esageratamente.» rido e saluto tutte. «Ci vediamo tra qualche oretta. Ditemi buona fortuna!» Esco e chiudo la porta. 


*** 



Scendo dalla metropolita e mi avvio verso Oxford Street stringendomi nella sciarpa mentre il vento freddo mi pizzica le guance, ormai conosco abbastanza bene questo quartiere, con tutte le volte che veniamo a farci shopping! Prendo il cellulare dalla tasca della giacca e controllo le notifiche per poi controllare l'orario: 5.06 p.m.
Infondo sono in ritardo di soli sei minuti. Mi avvicino allo Starbucks e mi guardo intorno cercando di intravedere Joe nella folla londinese. 

«Bu!»
Mi giro incrociando le braccia. «Complimenti per il ritardo. Sono le 5.10, io ho ritardato di sei minuti, ma dieci sono imperdonabili, Joe.»
Lui ride. «Mi perdoni, non era mia intenzione ritardare ma questa folla è assurda e se spingi le persone mentre cammini si incavolano abbastanza.»
«Bene, parliamo di cose serie?»
«Tipo?»
«Tipo che mi hai cercata dicendo che volevi vedermi per chiarire tutto e fare pace. Io sono qua. Ora puoi parlare.»
«Non qua in piedi, entriamo?» indica lo Starbucks. «So che non rinunci ad un bel frappuccino al caramello. Offro io.»
«Sai come farmi cedere, eh?»
«Beh.»
Entriamo e non appena troviamo un posto libero prendiamo subito posto.
«Mio!» mi siedo, arrivando di corsa. 
Joe scoppia a ridere. 
«Nello Starbucks dove lavoro io trovare un posto è molto più facile di questo.»
«Teoricamente, trovare un posto in tutti i Starbucks è un'impresa, Hope,» si alza nemmeno il tempo di sedersi. 
«allora vado a prendere questi frappuccini e poi parliamo, d'accordo? Vuoi qualcos'altro?» mi domanda. 
«No, no, tranquillo.»
Lui annuisce e va al bancone, dopo qualche minuto ritorna con due frappuccini in mano, mi passa il mio e si siede mettendo il suo sul tavolo. 
Appoggio il bicchiere e lo giro per vedere come hanno scritto il nome. 
Ride. «Non è scaduto, tranquilla.»
«Ma lo so,» rido. «è solo che la prima volta che ho preso un frappuccino hanno sbagliato a scrivere il mio nome e quindi la seconda volta che ci sono andata ho fatto lo spelling.» 
«Sul serio hanno sbagliato il tuo nome?»
«Sul serio. Ora non per cosa, ma io non sbaglio mai i nomi e li scrivo tutti correttamente.»
Ride scuotendo la testa. «Meglio, altrimenti sai come si arrabbierebbero i clienti? Te lo butterebbero addosso.»
«Ci sono stata davvero male Joe, mi hai accusata per una cosa che ho fatto a fin di bene per un amico a cui tengo, non ha senso.»
«Lo so e ti chiedo scusa per come mi sono comportato nei tuoi confronti.»
«Ma perché ti sei arrabbiato?»
«Perché mi sono ingelosito.»
«Per cosa?»
«Per te e... Harry. Quando Harry mi ha presentato a tutti voi, anche se noi due ci avevamo già avuto modo di conoscerci prima, guardandovi ho pensato che ci fosse del tenero tra voi due, lui mi ha detto di stare tranquillo e che non c'era niente, ma non ho mai smesso di continuare a crederlo.»
«Joe...»
«E vederti dargli tutte queste attenzioni, organizzandogli una festa per il suo compleanno, mi ha dato... Ecco... Mi ha dato abbastanza fastidio.»
«Ma non devi essere geloso, tra di noi non c'è niente. Mi sono comportata abbastanza male con Harry negli ultimi mesi e adesso sto cercando di rimediare il mio brutto comportamento, ma non significa che c'è del tenero.»
Sospira guardando il suo bicchiere. «Non lo so...»
«Oh, andiamo! Joe. Non sono innamorata di Harry, sto con te, okay?»
«Non mi fido più di Harry.»
«So che avete litigato, e se avete litigato per me... Oh andiamo, non dovete rovinare un'amicizia che esiste da anni per una stupida festa.» 
«No, non è per te. Non mi fido di lui e nemmeno tu dovresti fidarti, Hope.»
Prendo fra le mani il bicchiere. «Sono venuta per parlare di noi ma se preferisci dirmi di chi devo fidarmi o meno, scusami, ma me ne vado.»
«No! Rimani. Io lo dico per te. Ho litigato con lui per motivi che non posso dirti, ma so, che non ti puoi fidare. Di me invece puoi fidarti.»
«Joe, smettila. Mi fido sia di lui che di te, adesso, parliamo di altro prima che mi incavolo seriamente e me ne vada?»

***

Ritorno a casa verso le otto, contenta di come sia andata la serata. Io e Joe abbiamo fatto pace e mi ha promesso che non farà più scenate del genere. 
Apro la porta di casa tutta contenta e la richiudo alle mie spalle, tolgo la sciarpa e la giacca e alzo lo sguardo vedendo Harry in piedi accanto al divano mentre parla con Connie. 

(Harry)



«Ehi, Harry!» Hope mi saluta e mi viene incontro allargando le braccia. 
«Sono contenta di vederti, al momento giusto poi. Devo raccontarti una cosa.»
«Buon per te, non voglio saperla.»
L'allontano. Lei mi guarda confusa per quel gesto inaspettato, «Che-»
La interrompo. «Me lo chiedo anche io: Che cosa? Che cosa stai facendo in realtà? Vuoi essermi amica o mi stai solo prendendo in giro?»
«Ma di che cosa stai parlando?»
«Ti prego non fare finta di non sapere di cosa io stia parlando, Hope. Mi sono fidato, ho pensato che volevi davvero aggiustare questo nostro rapporto di amicizia ma a quanto pare interessa solo a me... Tu te ne freghi proprio.»
«Harry! Cosa cavolo stai blaterando? Io me ne frego? Ma ti ascolti? Non riesco a credere che pensi veramente questo di me. Io ci tengo a te, non ti sto prendendo in giro. Assolutamente. Non avrebbe senso poi.» 
«Però ha senso andare a dire alla gente cose carine sul mio conto, vero?»
«Io?» mi indico. «Non oserei mai farlo. Non faccio il doppio gioco con le persone e se pensi questo di me evidentemente non mi conosci ancora.»
«Forse sì, non ti conosco. ... Ed io che pensavo di essermi in-» si blocca e scuote la testa. «Non ha importanza. Non voglio avere gente accanto che prima mi fa l'amica e poi mi pugnala alle spalle. E tu sei una di queste.»
«Ti sei svegliato con la luna storta e te la stai prendendo con me per questo?»
«No, io mi sono svegliato benissimo.»
«E allora smettila di dire idiozie!»
«Le idiozie le hai dette tu, non io. E adesso scusami, ma ho cose più importati e interessanti da fare invece di stare qua. Sono venuto solo per dirti una cosa: basta. Evitiamo di prenderci in giro cercando di aggiustare un'amicizia che infondo non c'è mai stata, un'amica in più, un'amica in meno, non mi cambia tanto la vita.»
«Harry ma che stai dicendo...»
«Ciao.» si gira verso Connie. «Ti mando un messaggio più tardi e continuiamo il discorso, va bene? Non mi va di stare nella stessa stanza con persone così.»
«HARRY. Sei impazzito?»
«No, non sono impazzito, ho solo aperto gli occhi e ho visto di chi posso e non posso fidarmi. Buona serata.»
«Ma che cavolo?»
«Basta, davvero.» esce di casa.
Mi giro verso Connie. «Che ha?»
Alza le mani. «Non prendertela con me, io non ne so niente. È venuto e gli ho aperto la porta da brava amica.»
Ellen scende le scale velocemente. «Ehi, cos'è successo? Ho sentito sbattere forte la porta. Tutto bene?»
«Alla grande.» rispondo. 
«Sistemi un casino, arrivi a casa e ne compare un altro che non ha senso! Vorrei stare tranquilla per una buona volta.»



Ma ciao a tutti, specialmente ad alcune persone che capiranno quando leggeranno e che aspettano questo
capitolo da un sacco di mesi. Non aggiorno da un sacco! Da prima l'estate praticamente, avrei voluto aggiornare
prima ma purtroppo non ho avuto l'ispirazione, infatti il capitolo non è un gran che, ho fatto di meglio...
Ma come quello di prima questo è un capitolo di passaggio, importante, ma non troppo.
COMUNQUE. Devo riprendere ''mano'' con lo scrivere perché non sono più pratica, di solito i capitoli sono stati
molto più lunghi, questo invece ne è uscita una cosa cortissima. Nel prossimo metterò qualcosa di altre coppie, 
alcune le sto trascurando un po' ma mi farò perdonare, lo prometto. 
Bene, sta finendo l'estate, siamo al 3 Settembre e settimana prossima inizia la scuola, mi viene da piangere.
Non ce la faccio a ricominciare tutto di nuovo. E' stata un'estate MEMORABILE, dopo anni che continuavo a 
chiedermi "Quando incontrerò i ragazzi? Quando andrò anche io ad un concerto?" Il 28 Giugno 2014 ce l'ho fatta, devo ringraziare di tutto mia madre che mi aveva comprato i biglietti a mia insaputa. Sono passati due mesi e ancora non ci credo.
Comunque, mi dileguo perché sto facendo una descrizione più lunga del capitolo stesso.
HO FINALMENTE AGGIORNATO, CONTENTA, CHI SAI TU?

Kisses, -A. (No okay) 
Kisses.

Ella.
   
 
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