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Autore: nephaelibatha    04/09/2014    4 recensioni
Tortuoso sarà il percorso che porterà Lucius e Narcissa al coronamento di un amore travagliato, frutto di incontri-scontri degni di una delle storie d’amore più belle di tutti i tempi. Una relazione segnata da numerose avversità, non ultime i caratteri decisi e forti di entrambi i personaggi; ma l’amore trova sempre un modo per esistere, e nonostante tutto, i due riusciranno finalmente a trovarsi.
Dalla storia:
“Dovrei dirti che al mondo ci sono ragazzi migliori di me, ma sono un terribile egoista, e l’idea che un altro uomo che non sia io possa baciarti o godere della tua vicinanza mi porterebbe alla pazzia. Sono follemente innamorato di te, Narcissa Black, e spero che questo basterà a tenerti al mio fianco.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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15. Fuga



Per la gioia di Narcissa, il tragitto in volo in compagnia di Yaxley durò poco, e il compagno atterrò delicatamente sul terreno del sentiero che conduceva al campo da Quidditch, dando prova di una discreta abilità nell’atterraggio dalla propria scopa.
Uscire all’aria aperta dopo aver passato delle ore immersa nell’aria viziata e putrida dello stanzino di Gazza diede a Narcissa un inaspettato sollievo, che però le morì in gola al pensiero di Lucius ancora in trappola. Non appena la fanciulla mise piede a terra, tutta la preoccupazione che nutriva nei confronti di Malfoy si riversò sul ragazzo, tranquillamente intento a mettere in ordine la toga sconvolta dal vento.
<< Dobbiamo assolutamente trovare il manico di scopa di Lucius! >> esclamò Narcissa, rivolgendo uno sguardo carico di ansia in direzione di Yaxley. Quest’ultimo, invece, senza scomporsi più di tanto, alzò leggermente la testa per osservare la ragazza e puntò nel terreno la sua scopa, appoggiandovisi con fare annoiato.
<< Perché tanta fretta, Black? Prima devi spiegarmi cosa ci facevate lassù, e se si tratta di  qualcosa di illegale, sarà meglio che io avvisi il Preside >> affermò disinvolto, i capelli biondo cenere mossi dalla brezza che si era alzata in quel momento.
Narcissa lo fissava a bocca aperta, mentre il suo cervello lavorava frenetico per trovare una risposta convincente a quelle insinuazioni, e allo stesso tempo per impedire che il suo viso tradisse la minima paura. << Perché non puoi semplicemente aiutarmi? >> gli chiese, infine, a corto di strategie.
Yaxley sbottò in una risata amara che mai la giovane Black gli aveva vista stampata sul viso. Non era accaduto in precedenza che egli si comportasse in maniera così strafottente in sua presenza. Di solito un atteggiamento simile si addiceva più a Lucius, che aveva sempre dato prova di impulsività e arroganza. Fino a qualche tempo prima Narcissa avrebbe giurato che fra i due quello gentile e disponibile fosse Yaxley, sebbene non le avesse mai ispirato molta fiducia; e invece in quel momento capì di trovarsi davanti al perfetto ritratto dell’insolenza.
<< Aiutare te, forse, ma non … non lui! >> esclamò il ragazzo con un’espressione indignata dipinta sul volto sferzato dal vento. Le parole gli uscirono di bocca con la stessa violenza di uno sputo, e la fanciulla vi lesse l’odio e, più di ogni altro sentimento, l’invidia che il giovane nutriva nei confronti di Malfoy. Narcissa sbatté le palpebre ripetutamente, come per scacciare la spiacevole consapevolezza che andava insinuandosi nella sua mente con la stessa viscida rapidità di un serpente. Yaxley disprezzava davvero Lucius, in un modo che le fece correre dei fastidiosi brividi lungo tutta la schiena.
In quel momento le fu perfettamente chiaro che il ragazzo sarebbe morto su un rogo ardente piuttosto che aiutarla a liberare il suo acerrimo nemico, colui che gli aveva strappato la popolarità fra gli studenti e ogni possibilità di gloria.
<< Vorrà dire che farò a meno del tuo aiuto, dal momento che non ne avverto il minimo bisogno >> affermò la ragazza, fissando con determinazione gli occhi azzurri in quelli scuri del giovane. Yaxley la osservò a sua volta, ma nelle sue pupille ardeva solo il fuoco dell’orgoglio ferito. Avrebbe voluto dirle molto di più di quella stupida e infantile dichiarazione di gelosia. Era evidente che al momento Narcissa non lo avrebbe mai scelto quando dall’altra parte del castello il suo prezioso e aitante Lucius rischiava di finire in qualche guaio. Già, Lucius. Non gli bastava essere il ragazzo più ammirato e osannato della scuola? Doveva per forza prendersi anche il tesoro più grande che essa conteneva, la stella più luminosa della galassia magica?
<< Benissimo >> sussurrò a denti stretti il giovane, ingoiando a fatica l’amara constatazione di aver perso un’altra volta contro Malfoy. Balbettò una manciata di parole incomprensibili e si voltò per congedarsi, prima che Narcissa ebbe il tempo di notare la frustrazione che andava dilagandosi sul volto del ragazzo.
La fanciulla rimase ferma a fissarlo per qualche secondo, incapace di porre rimedio alla reazione stizzita e infantile del compagno. Fu la situazione precaria di Lucius a riportarla alla realtà, attivando le gambe che iniziarono a muoversi in direzione del campo da Quidditch.
Corse più veloce che poté, nonostante il vento freddo le sferzasse il viso con poca gentilezza, costringendo i suoi occhi a lacrimare. Fu così che quando giunse all’entrata degli spogliatoi era talmente sconvolta che Alanis sussultò nel vederla in quello stato, lei che era sempre in ordine. L’amica indossava la divisa e un lieve velo di sudore raffreddato dalle condizioni climatiche le ricopriva il volto, segnato da rughe di stanchezza.
<< Narcissa! Ti senti bene? Sembri un tantino di corsa >> osservò Alanis con il suo immancabile umorismo, accigliandosi un po’ nel vedere la compagna in quello stato di febbrile preoccupazione.
<< Benissimo, ma ho un bisogno vitale del tuo aiuto. Sapresti dirmi dov’è la scopa di Lucius? E’ davvero … urgente >> sussurrò Narcissa avvicinandosi all’altra con circospezione, per evitare che qualcuno intercettasse la loro conversazione. Alanis la fissò per qualche secondo, sorpresa da quella richiesta, ma poi si affrettò ad annuire e a condurre l’amica verso una porticina incastonata nella parete opposta rispetto agli spogliatoi. << Di solito riponiamo qui i nostri manici di scopa. In effetti oggi molti sono rimasti sconcertati a causa dell’assenza di Lucius agli allenamenti. E’ per caso malato? >> domandò la ragazza con premura, aprendo la porta che dava su uno stanzino alquanto angusto, dove giaceva in fila una serie variegata di scope, dall’ultimo modello a quello più scadente. Narcissa sussultò lievemente alla visione di quella stanzetta microscopica che assomigliava terribilmente allo stanzino di Gazza, sebbene fosse decisamente più pulita e confortevole. << Oh, no, ha solo avuto un contrattempo e mi ha chiesto di portargli la sua scopa in modo da potersi allenare dopo >> mentì Narcissa con una naturalezza che impressionò perfino se stessa, come aveva visto fare milioni di volte a sua madre.  
<< Meglio così. Ecco qui, questa è la scopa di Lucius, ne sono certa >> Alanis le porse un manico di scopa lucidato con cura, chiaramente uno degli ultimi modelli in commercio.
Narcissa lo prese con delicatezza, stando bene attenta a non rovinarlo, conscia di quanto Malfoy tenesse a quell’aggeggio che per lei equivaleva ad un nemico mortale.
<< Grazie mille, Alanis, ti devo un favore! >> esclamò Narcissa, stringendola in un abbraccio rapido prima di schizzare nuovamente via con la stessa velocità con cui era giunta. Il viaggio di ritorno fu ancora più angosciante dell’andata, perché si avvicinava l’ora di pranzo e un’ulteriore assenza di Lucius alle attività consuete avrebbe cominciato a destare qualche sospetto, vista la sua popolarità. La fanciulla pregò con tutto il cuore di riuscire nell’impresa di salvataggio prima che ciò accadesse, e questo pensiero contribuì ad aumentare la sua corsa già sfrenata. Arrivò alla base della torre su cui si affacciava la finestra dello stanzino di Gazza e chiamò a gran voce Lucius, controllando prima che non ci fosse nessuno nei paraggi. Fortunatamente, tutti si erano ormai diretti in Sala Grande per prendere posto e riempire gli stomaci con i deliziosi piatti preparati nelle ormai rinomate cucine di Hogwarts, e Narcissa tirò un sospiro di sollievo nell’osservare il deserto intorno a lei. Dopo qualche secondo, dalla fessura che appariva alquanto angusta agli occhi della ragazza, spuntò il viso di Lucius, raggiante nel vederla tornare con la sua preziosa scopa. 
<< Accio! >> gridò Malfoy con risolutezza in direzione del manico di scopa, e quest’ultimo si librò in aria liberandosi dalla stretta della giovane Black. Facendo sfoggio della sua ragguardevole agilità, Lucius riuscì a montare sulla scopa senza troppe difficoltà e in un attimo raggiunse Narcissa, che lo fissava ammirata e sollevata allo stesso tempo, ancora preda del fiatone. << Per fortuna che sei tornata indietro a prendermi. Cominciavo a temere che mi avessi lasciato lì a marcire insieme all’adorabile collezione di Gazza >> commentò lui divertito, atterrando con eleganza sul prato, a pochi centimetri di distanza dalla fanciulla. Quest’ultima gli lanciò a sua volta un sorrisetto furbo, avvicinandosi a lui con una lentezza da predatore. << Ti confesso che per un attimo l’idea ha sfiorato la mia mente … >> lo canzonò lei, assumendo una posa degna di una vera attrice drammatica.
<< Ah, piccola serpe! >> Lucius la prese per i fianchi, facendo aderire il suo corpo al proprio, in un incastro perfetto. La tenne stretta per un po’ tra le braccia, come per imprimere bene nella sua memoria l’immagine di Narcissa che rideva, con i suoi grandi occhi azzurri che si illuminavano mentre si posavano su di lui. Poteva esistere visione più rigenerante di quella? Lucius non aveva mai adagiato lo sguardo su uno spettacolo simile; nemmeno il ritratto di una dea poteva eguagliare la bellezza che sembrava essere stata rapita dal mondo ed imprigionata nelle lunghe e nere ciglia della fanciulla, negli zigomi perfettamente modellati, nei boccoli biondi impeccabilmente arricciati e in quelle labbra morbide e rosee che sembravano aprirgli le porte della casa del Piacere.
Gli occhi di grigi colmi di desiderio del giovane indugiarono per qualche secondo su quella bocca che sembrava avere la morbida consistenza dei petali di una rosa, e nella sua mente si andò a formare concreto il ricordo dell’ultimo bacio che si erano scambiati nello stanzino di Gazza. Non sarebbe mai stato sazio di quel nettare, pensò, e non avrebbe sopportato per nessuna ragione al mondo che un altro uomo godesse di quella visione celestiale. Narcissa era semplicemente splendida, e la consapevolezza di essere lui il prescelto autorizzato a tenersela stretta fra le braccia gli accarezzò dolcemente il cuore.
<< Non ti credo! Hai perfino lasciato che il vento ti scompigliasse i capelli pur di venire qui in fretta e salvarmi >> commentò Lucius, accarezzandole lentamente la chioma arruffata.
<< Sono davvero così in disordine? >> esclamò Narcissa allarmata, scostandosi un poco da lui per tastarsi la testa e pettinarsi con le mani come meglio poté.
<< Non c’è niente che non vada nel tuo aspetto >> la tranquillizzò Malfoy, divertito dalla frivola preoccupazione della ragazza.
<< Dobbiamo andare! E’ quasi ora di pranzo e se ti trattengo ancora tutti gli altri crederanno che ti avrò sedotto e rapito >> osservò Narcissa, rendendosi conto dopo del reale significato che le sue parole celavano. Il suo viso si chiazzò immediatamente di rosso e Malfoy iniziò a ridere di gusto, facendo mostra del suo abbagliante sorriso.
<< Ma perché deludere i nostri ammiratori? >> le suggerì lui con divertita malizia, mentre la fanciulla si voltava in preda alla vergogna e si avviava verso l’entrata del castello.


La voce del Preside arrivava chiaramente anche dai corridoi attigui all’immensa sala dove venivano allestiti i consueti banchetti. Prima di Natale il Professor Silente era solito pronunciare un discorso di commiato ai suoi studenti, e negli ultimi anni aveva preso l’abitudine di sproloquiare fino a perdersi in elogi delle leccornie che si potevano sgranocchiare con più gusto proprio in occasione delle feste natalizie.
<< … invidio tutti coloro che possiedono uno stomaco di ferro: se fossi in voi proverei di sicuro i deliziosi Bonbon esplosivi, anche se gli effetti che provocano mi sono ancora ignoti. E come dimenticarsi delle Piperille! Ottime se si vuole spaventare un amico con quel delizioso sbuffo di fumo che fanno uscire dalla bocca. E poi per gli amanti del cioccolato … >> Silente avrebbe continuato per ore ad elencare i suoi dolci preferiti, mentre tutti gli studenti – e anche qualche professore, ormai spazientito – cominciavano ad agitarsi sulle panche, in trepidante attesa di ottenere il permesso di potersi abbuffare, ma l’arrivo di Lucius e Narcissa in Sala Grande destò molto più interesse di quanto i due giovani avessero immaginato. Il Preside si interruppe, il volto prima perso nell’estasi del racconto ora turbato da quel ritardo che aveva suscitato tanto scalpore presso gli alunni, che avevano iniziato a borbottare tra loro in maniera concitata.
Per la prima volta in vita sua, Narcissa desiderò che tutti gli sguardi dei presenti non fossero indirizzati verso di lei, e si sentì le gambe pesanti come macigni quando Lucius la prese per mano e la condusse il più veloce possibile verso l’ala riservata ai Serpeverde.
Centinaia di occhi la fissavano e seguivano ogni suo movimento, ma quelli che le procurarono brividi di soggezione appartenevano al professor Silente, che la osservava attraverso i suoi familiari occhiali a mezzaluna. Era impossibile decifrare quello sguardo e Narcissa, insolitamente imbarazzata, abbassò il proprio e si affrettò a prendere posto per confondersi tra la folla.
<< Bene, credo di avervi edotti a sufficienza per quanto riguarda l’innumerevole varietà di dolci che Mielandia offre, specie in questo periodo. Che il pranzo abbia inizio! >> dichiarò il Preside in tono brusco, sedendosi al proprio posto e distogliendo lo sguardo dalla giovane Black.
L’invito di Silente fu colto alla lettera, e tutti gli studenti sembrarono dimenticare l’entrata teatrale dei nuovi innamorati.
<< Fortuna che saremmo passati inosservati >> commentò la fanciulla, buttando fuori il fiato che aveva trattenuto durante quegli istanti di imbarazzo.


Il pranzo proseguì animato dalla solita goliardica gioia che accompagnava sempre i pasti ad Hogwarts, e Narcissa riuscì perfino a rilassarsi dopo quella mattinata piena di sorprese. Aveva rischiato l’espulsione dirigendosi nello stanzino di Gazza e prelevandovi alcuni ingredienti, eppure, tutto lo spavento provato da quando erano rimasti in trappola fino alla liberazione di Lucius era affogato nel succo di bolle che sorseggiava con estrema soddisfazione. Era quasi stato divertente, tutto sommato, pensò, mentre avvertiva la voce di Malfoy chiacchierare allegramente con i compagni. Le faceva strano sedere accanto a lui in un’occasione simile: era come dichiarare al mondo intero che c’era qualcosa fra loro due, e per un attimo il suo sguardo indugiò sulla figura carismatica del giovane.
No, non si sarebbe mai stancata di vederlo al proprio fianco, constatò, con un leggero sorriso stampato sulle labbra rosee. Improvvisamente si rese conto che le era sempre mancato qualcosa lì, ad Hogwarts, nonostante la scuola fosse come una seconda casa per lei. Eppure, ora che poteva avvertire la salda presenza di Lucius al suo fianco, capì che la sua vita aveva acquistato un senso compiuto solo dal momento in cui egli era entrato a farne parte.
Era come se prima di conoscere Malfoy fosse stata un disegno incompiuto; adesso che Lucius aveva dato colore alla sua esistenza, si sentiva viva come non mai, e a quel pensiero il suo sorriso si ingrandì al punto di diventare un faro luminoso.


Una volta terminato di mangiare, Lucius e Narcissa si dileguarono nei corridoi per riprendere le loro consuete attività. Entrambi stavano confrontando i propri orari quando un anonimo ragazzino del primo anno li fermò per consegnare loro un pezzo di carta arrotolato senza fornire troppe spiegazioni. Narcissa lo prese tra le mani e iniziò a srotolare la pergamena, curiosa di sapere quale fosse il contenuto. Scorse velocemente con un guizzo degli occhi le poche righe vergate da una grafia elegante e spigolosa, poi spostò lo sguardo su Lucius, mentre il suo volto impallidiva leggermente. Malfoy le strappò di mano il biglietto per leggere a sua volta, e non appena concluse la lettura le indirizzò uno sguardo accigliato.


Alla Signorina Black e al Signor Malfoy,
vi prego di recarvi immediatamente nel mio studio
per via di una questione urgente.
Mi è giunta voce che vi siete introdotti nel ripostiglio
personale del Signor Gazza per ragioni sconosciute.
Attendo di chiarire l’intera faccenda con voi.

Il Professor Albus Silente









Spazio Ringraziamenti: Eccomi qui finalmente con il quindicesimo capitolo, partorito dopo il ritorno dalle vacanze (siate clementi). Spero che abbiate trascorso delle settimane di relax, e nel mio caso credo si evinca dallo spirito del capitolo. Chiedo in anticipo perdono per il ritardo, ma ahimè quando parto anche il mio cervello si prende le ferie, e dunque è impossibile farlo lavorare.
Ringrazio con tutto il cuore le persone che mi hanno lasciato una o più recensioni e che riescono a stare appresso ai miei deliri: BekkaMalfoy, Giulii, Jude88 e francyslytherin, AbA40.

Un grazie anche alle 8 persone che seguono questa storia, alle sempre 8 che l’hanno inserita tra le preferite e a quell’uno fortunato che l’ha inserita fra le ricordate (speriamo che se lo ricordi …)

E poi che dire? Commentate se ne avete voglia, a me fa sempre tanto piacere.
Un abbraccio,
Cissy



  
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