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Autore: Mamoru_Kurosawa    24/09/2008    5 recensioni
Quinto capitolo:
"Fermandomi in mezzo alla strada, mi metto a fissare Ilian, e nei miei occhi è come se mi rispecchiassi io, perchè lui è un mio simile. Un mezzo demone dai capelli corti e rossi, con una fascia smeraldina legata intorno alla testa, che coprendo in parte la fronte, sparisce poi nel folto delle ciocche. I suoi occhi sono azzurri con qualche sfumatura bluastra nell'iride intorno alla pupilla. E' sempre sorridente, anche fuori dalle porte di Eteria ricordo che mi stava sorridendo"
[...]"Non importa se è un essere umano, infondo anch'io per metà del mio essere lo sono! Non è giusto che lei venga posta allo stesso livello di quei soldati, quando in realtà non ha mai fatto nulla per meritarsi tutta la sofferenza che ha passato"
[...]"Dovrei ripensare alla mia vita trascorsa in mezzo a quella gente? Oltre a Lia io non vedo nessun altro. Tra quei soldati però uno mi ha guardato con espressione affranta e dispiaciuta, può essere che questo vecchio signore abbia ragione? Forse durante la mia permanenza a Eteria non mi sono mai guardato intorno seriamente, ma allora chi può avere mai approvato una simile azione?"
Genere: Romantico, Triste, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V capitolo: Finzione di un buon uomo
(Scritto da Mamoru Kurosawa)

Cammino al fianco di Ilian per le strade di quella città, che il mezzo demone ha chiamato con il nome proprio di Casa.
Le genti al nostro passare salutano con sprizzanti sorrisi e verso di lui con profondi inchini. E' ben amato e rispettato, forse è il capo di qualche truppa militare, anche se ad essere sincero, non vedo nessun soldato in giro, e nemmeno delle guardie appostate davanti al portone del palazzo.
Tutto ciò mi pare alquanto strano, benchè sia davvero improbabile che qualche demone o umano ostile arrivi fin qua a curiosare, dormire così sugli allori lo trovo un pò troppo rischioso. Guardandomi intorno, vedo piccole e grandi casette costruite solo ed esclusivamente in legno, col tetto ricoperto da foglie e rametti, e vicino a molte di esse vi è un giardinetto o un orto cinto da uno steccato. 
La vita sembra essere sempre trascorsa così, senza conflitti interni o guerre contro eserciti di terre confinanti. Quest'atmosfera così pacata come può non ricordarmi la città da cui sono stato cacciato? Le mie giornate, è vero trascorrevano sempre solitarie, o in compagnia di Lia tutti mi deridevano e alle mie spalle probabilmente erano sempre a confabulare un modo per sbarazzarsi del sottoscritto, ma quando la sera prendeva il posto del giorno, per me e per lei iniziava il vero mattino. Nella tranquillità della notte, con la luna a benedire quei momenti, io provavo un sentimento di libertà che continuavo a rincorrere senza speranza alcuna, ma che mai davo per persa.  
Essere cordiale con gli altri ora mi è più difficile, perchè se è la sincerità ciò accompagna i loro gesti e le loro parole, io non so come comportarmi per non rischiare di rovinare tutto, di perdere quest'occasione di ricominciare da capo, tuttavia per quanto mi possa sforzare non potrà mai essere vita senza Lia.
Fermandomi in mezzo alla strada, mi metto a fissare Ilian, e nei miei occhi è come se mi rispecchiassi io, perchè lui è un mio simile.
Un mezzo demone dai capelli corti e rossi, con una fascia smeraldina legata intorno alla testa, che coprendo in parte la fronte, sparisce poi nel folto delle ciocche. I suoi occhi sono azzurri con qualche sfumatura bluastra nell'iride intorno alla pupilla. E' sempre sorridente, anche fuori dalle porte di Eteria ricordo che mi stava sorridendo. Gli orecchini che indossa se devo essere sincero gli donano un'aria più femminile che virile, e così di colpo comincio a chiedermi come abbia fatto a farmi venire la tremarella quella volta. Una spiegazione esiste e secondo me e stato solo perchè in quel momento ero davvero troppo scosso per poter intraprendere un duello come si deve, quindi la mia non è stata una così schiacciante sconfitta, credo.
Dopo essere stato messo al tappeto con tale rapidità, un pò il mio orgoglio ne ha risentito, però è strano, anche sforzandomi non riesco a provare sentimenti negativi. Che centri qualcosa quel suo incantesimo Bacio della Rosa?
Tutto d'un tratto Ilian mi scuote per una spalla, chiedendomi preoccupato se ci sono ancora o se sto dormendo ad occhi aperti, e dentro di me penso che spiritoso, e sospirando riprendo a camminare.
- Non ti ho ancora chiesto il tuo nome - Dice il mezzo demone balzando davanti a me con quel suo strano faccino da chi si finge stupido, quando invece è forse il tipo più scaltro e furbo sulla faccia di questo povero mondo.
Inarcando un sopracciglio, in un primo momento non rispondo, preferisco tenermi ancora a una certa distanza di conoscenza da lui.
- Ehm...vorrei sapere il tuo nome -
- Non ti basta guardare l'espressione che ho in faccia per capire che non ho intenzione di dirtelo? - Rispondo secco.
- Non dirmi che sei ancora arrabbiato per via del nostro piccolo duello, se ti ho battuto con così estrema facilità è solo perchè ho approfittato di un tuo momento di debolezza no? - Sembra gli piaccia girare il dito nella piaga, però ciò che dice è praticamente quello che ho pensato pochi istanti fa.
- Già! E' così, tu hai avuto la meglio solo perchè io ero ancora scioccato - Dargli ragione mi fa sentire uno stupido.
- E il fatto che io ti abbia portato qui contro il tuo volere e che ti abbia poi abbandonato in quella camera non ti fa alcun effetto? - Non riesco a capire dove vuole arrivare.
- Ma certo che me lo fa! Insomma, tu mi hai portato via da quella...da... - Non ho validi motivi per controbattere.
- Da una città dove ormai eri considerato un mostro. Un posto dove nessuno ti ha mai apprezzato nè amato -
- Ti sbagli! Lia non è così! -
- Di nuovo quella donna - Ilian si lascia sfuggire un sospiro.
- Lia è l'unica che mi ha dedicato parte della sua vita, che non mi ha mai lasciato solo, e con il tempo mi sono reso conto di quanto importante la sua vicinanza mi facesse sentire speciale. Non importa se è un essere umano, infondo anch'io per metà del mio essere lo sono! Non è giusto che lei venga posta allo stesso livello di quei soldati, quando in realtà non ha mai fatto nulla per meritarsi tutta la sofferenza che ha passato -
Una piccola folla si è radunata intorno a noi, senza che io me ne accorgessi. Io non mi rimangio le parole dette e ora sotto questi occhi, chiedo a Ilian di rispondere a una mia domanda.
- Tu, prima che io perdessi i sensi, mi hai detto che presto Lia mi avrebbe raggiunto. Era una bugia? Perchè se è così allora lasciami andare, e dimentica il nostro incontro, io non ho intenzione di vivere beatamente qui mentre l'unica persona per cui sacrificherei la mia vita è ancora prigioniera di quelle persone, dietro le mura che con tutto me stesso io ho difeso anno dopo anno! -
Alcune donne si avvicinano al mio fianco stringendosi le spalle, e in quel momento riesco quasi a percepire il loro sostegno avanzare contro il loro compagno. Pian Piano tutte e tre le razze si uniscono in un unico fila, e poi una per ogni delle tre nature comincia a parlare.
- I suoi sentimenti sono sinceri - Una ragazza con in mano una giara si pronuncia per prima.
- Io credo nelle sue parole. La donna di nome Lia deve essere condotta qui insieme a lui e vivere in pace - Seguita da una mezzo demone.
- La nostra città è stata fondata grazie ai sentimenti pacifici che abbiamo imparato a instaurare tra le diverse razze, se ora cominciassimo a diffidare degli altri, allora per noi non ci sarebbe più futuro - Infine anche la razza demoniaca esprime la sua volontà.
- Ilian, che cosa rispondi? -
Il giovane dai capelli rossi si allontana, ma prima di darmi le spalle, annuncia dinanzi a tutto il popolo sotterraneo che non sarò mai più solo, e che quella notte stessa Lia avrebbe potuto rivedere il suo grande amore.
- Fa un giro per i mercati della città e comprati un buon equipaggiamento. Non appena le tenebre offuscheranno la luna, noi partiremo verso Eteria -
Un applauso generale scoppia tutt'intorno a noi, e dopo questa sua decisione, comincio a credere di essermela presa un pò troppo con quel ciuffetto rosso, ma perchè solo ora riesco a vedere le buone intenzioni che si celano dietro le sue imprese?
Sarà perchè qui riesco ad essere più sereno, non dovermi più preoccupare del semplice apparire è come essersi tolti un grosso e pesante masso da sopra il cuore, e così spogliandomi del mio soprabito scuro lascio le mie braccia in preda dalla luce, che se pur artificiale, fa risplendere di uno strano riflesso argenteo le scaglie nere della pelle e di un colore azzurro le cicatrici riportate dopo lunghe battaglie e gli estenuanti allenamenti.
- Grazie, Ilian -
Con un lesto movimento della mano, porto l'abito di stoffa nera sulla spalla, e chiedendo a un demone poco lontano da me la strada per il mercato, finalmente posso gridare a me stesso è tempo di cambiare! Mi metto a correre per quelle stradine come un folle, evitando però di eseguire balzi troppo alti e in direzione dei tetti delle case, perchè a vederli così sembrano alquanto fragili. La gioia che provo accelera la mia respirazione, e il calore del sangue che a poco a poco rende le mie guancie più simili a due pomodori, viene arrestata da questa arietta che io posso tagliare come fossi la lama di una spada.
- La mia spada... -
Di colpo però ecco sopraggiungere un ricordo. Dopo il nostro incontro, Ilian ha portato me in questa città ma non la mia spada, o forse mi sbaglio e l'arma è in suo possesso.
- Accidenti, questa è la prima volta che mi capita una cosa del genere -
Mi tocco più volte la schiena ma è inutile, la spada non è al suo solito posto.
- Cerchi qualcosa? -
Un vecchio dalla folta barba grigia e la pelle sporca di cenere e olio con un bel mantice nella mano destra mi sorride sdentato, affacciato dalla finestrella del suo laboratorio.
L'insegna che sventola appesa al muro, mostra l'immagine di una spada e di uno scudo incrociati con sullo sfondo un grande sole, e da questo intuisco facilmente il mestiere che svolge.
- Siete un armaiolo? -
- Io sono tante cose, tra cui anche un armaiolo. Per servirti -
- Che coincidenza. Stavo giusto cercando un buon uomo che potesse soddisfare le mie richieste in quanto armature e spade -
- Allora che cosa aspetti? Coraggio figliolo, entra -
Devo essere pronto, la difesa impenetrabile e la forza d'attacco paragonabile a quella di un dio, anche se so perfettamente che nessuna lama potrà mai sostituire la dama di ferro, che io sempre ho portato al mio fianco sulla schiena, senza separarmene mai, nemmeno durante il mio riposo notturno. Per un guerriero l'arma perfetta credo sia quella che durante uno scontro può essere sentita viva e quasi fusa col nostro stesso corpo, una seconda pelle o il prolungamento di un nostro arto. Per me quella spada è unica tanto quanto la donna che amo. quindi non potrei mai prendere in considerazione l'idea di impugnarne un'altra, tuttavia per questa notte dovrò andare quanto affermato ora, ma solo finchè non riavrò tra le mani la mia Everlast.
Entrando in quel piccolo negozio, il mio naso venne punto all'istante da un forte odore di fumo e dall'acido odore del ferro battuto. Ridendo l'uomo butta in un angolo il mantice e andando dietro il suo bancone si mette a battere tre volte sulla sua superficie per farmi cenno di avvicinarmi senza timore.
- Allora, che cosa ti serve? Da quel che vedo...praticamente tutto - Ride senza contegno.
- Già, Ilian mi ha detto di farmi un bel giretto al mercato per comprarmi un equipaggiamento completo e nuovo di zecca, ma visto che sono incappato fortunatamente in voi, la mia strada si abbrevia -
- Ilian, Ilian...Ilian. Che cosa vuole fare questa volta? Uscire e combinarne un'altra delle sue? -
- Beh...deve darmi una mano a salvare una persona -
- Oh buon cielo, è una missione molto rischiosa? -
- Sì. La verità signore è che io sono un esiliato, e Ilian mi ha portato qui credendo di farmi ricominciare da capo, di dare a me stesso un'altra possibilità di vita, capite? Ma io sono profondamente innamorato di una donna, una donna umana e lei è ancora in quella città. Stanotte partirò con lui e altri suoi compagni verso Eteria e la porterò via con me -
L'uomo mi squadra da capo a piedi e poi sorride, facendomi un inchino di tutto rispetto.
- Sei un giovane dall'animo nobile, e mi sorprende il fatto che tu sia riuscito a reprimere il tuo odio verso gli umani, tanto da riuscire a rivolgergli ancora una volta la parola -  Con le mani comincia ad indicare la sua persona.
- Voi siete un essere umano è vero. Ma non siete di certo una delle persone che mi hanno arrecato un simile torto come l'esilio. Non ho alcun motivo per odiarvi - 
- Precisamente figliolo...per chi arde il tuo odio? - Non devo nemmeno starci a riflettere per precipitare una risposta.
- La città di Eteria -
Un violento colpo sul bancone, questa volta davvero pesante, il cui eco rimbomba per tutta la stanza.
- Sbagliato! Temevo potessi darmi una risposta del genere! -
I suoi occhi si stringono in due piccole fessure nere, e scuotendo il capo, riprende a parlare con voce tuonante.
- Ascolta bene! Tu credi davvero nella tua risposta? -
- C-certo! Quegli stessi soldati hanno affermato che l'intera città era d'accordo! -
- E tu hai creduto alle loro parole. Ma ora ne sei ancora così convinto? -
- Io... -
- Rifletti prima di parlare! -
Dovrei ripensare alla mia vita trascorsa in mezzo a quella gente? Oltre a Lia io non vedo nessun altro.
Tra quei soldati però uno mi ha guardato con espressione affranta e dispiaciuta,  può essere che questo vecchio signore abbia ragione? Forse durante la mia permanenza a Eteria non mi sono mai guardato intorno seriamente, ma allora chi può avere mai approvato una simile azione?
-Hai detto che a cacciarti sono stati solo dei soldati. Non erano presenti altre persone? -
- No. Io ero insieme a Lia, la strada era deserta, erano tutti al mercato -
- E non lo trovi strano? Da quel che credo, un esilio dovrebbe essere approvato solo ed esclusivamente da chi governa la città -
- L'esercito. Eteria non ha un sovrano, è protetta dalle truppe militari, che a loro volta sono sotto il comando di... -
- Di? -
Un colpo al cuore e poi un nome solo.
- Livo, il predicatore della città... --
- Hai trovato le risposte che cercavi -
L'uomo del Credo, l'uomo che ha concesso a Lia di farmi restare nella locanda di suo padre, l'uomo che mi ha rivolto parole gentili in chiesa perdonando ogni volta le mie marachelle da giovane ragazzino quale sono stato, lo stesso uomo che ora io scopro essere il demonio in persona.


La parola a Mamoru: La felicità del protagonista viene continuamente distrutta e intaccata dal passato, però affrontandolo Sin è riuscito a chiarire il malinteso che lui stesso per colpa dei soldati si era creato davanti agli occhi, tuttavia ora scopre una verità che lo lascia scioccato, un'altra volta. La notte si avvicina e non è il momento di cedere sotto il peso dello sconforto. Nel prossimo capitolo di Correndo verso... Sin che deciderà di fare una volta a Eteria?
Extra: Ringrazio come sempre
Rakyr il Solitario e ora anche Silentsky per le loro recensioni sul quarto capitolo della storia. A Rakyr dico subito che ho postato la mia recensione sul racconto Heaven or Hell, dicendo anche che se mai vorrà continuarla sarà per me un onore continuarla a leggere, Silentsky a te invece dico ancora grazie e ancora complimenti per quella storia drammatica dal titolo La tessitrice, che ancora rileggo perchè troppo bella.
  
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